Cap. 7 “Adattamento totale all’ambiente”: la personalità Le persone sono esseri sociali per natura: l’esistenza non ha alcun senso al di fuori della più intima peculiarità dialogica. La percezione di un Noi imperituro è caratteristica imprescindibile del soggetto, confermata dal primo assioma di Palo Alto: l’uomo non può non comunicare. Nel momento in cui un soggetto si trova inserito all’interno di un contesto relazionale è spronato a dare il meglio di sé in vista del raggiungimento di un obiettivo collettivo, e quindi a calibrare e trasformare la propria personalità per fine comunitario ed individuale. Su tali basi la comunicazione che avviene tra due o più soggetti è di fondamentale importanza, tanto da stimolare studi di settore. Di recente, infatti, si è potuto stabilire che la comunicazione umana avviene solo per il 7% in maniera verbale, mentre per il 38% in base alle inflessioni, cadenze e intonazioni della voce (tono, timbro, volume, etc.) e per il restante 55% attraverso atteggiamenti non verbali92. In questa estroversione umana l’educazione è chiamata a garantire principi universali di convivenza, basata sulla convivenza, una “banca di valori” capace di dirigere l’umanità verso un futuro. Anche se le istituzioni educative riconoscono l’importanza che riveste una formazione centrata sui diritti inalienabili appartenenti alla persona, il curriculum olistico non può tralasciare questa importante dimensione e risorsa, senza la quale l’uomo si depaupera di ciò che gli è più proprio, cioè della sua naturale identità dialogica. Anche lo stesso Rousseau riconosce l’importanza del “pantakhù”, 92 Fonte: Mente e cervello, mensile di psicologia e neuroscienze, n°90, anno X, giugno 2012.
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