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Cap. 3 Interdipendenze educative

2.4 Il mondo dei valori

“La mente è uno splendido meccanismo, usalo, ma non farti usare. È al servizio dei sentimenti: se il pensiero serve i sentimenti, tutto è in equilibrio; nel tuo essere sorgono profonda quiete e gioia”28, afferma Osho in un suo recente saggio.

Dello stesso parere è il lemma espresso da Morin quando assicura che “l’essere umano è un folle savio”, al cui pensiero si accodano le parole di Cambi che riflette sul fatto che “la formazione umana è soprattutto formazione affettiva” e quelle di Vauvenargues che dichiara che “i grandi pensieri vengono dal cuore, nessuno è soggetto a più sbagli di coloro che agiscono solo mediante riflessione”.

Al di là dell’indiscutibile bellezza di tali citazioni, all’interno di ognuna possiamo scorgere immense verità didattico-pedagogiche, le quali possono essere riassunte nell’avvicendamento del “penso dunque sono” di cartesiana memoria con il “sento dunque sono”.

Il tema del benessere emotivo e della ricerca individuale alla felicità, quali aspetti centrali della vita in ogni dove ed in ogni tempo, rappresentano un traguardo indiscutibile.

A tal proposito Peterson e Park hanno presentato una tassonomia all’interno di un progetto denominato: “valori e azioni”, che prevede 24 punti nodali distinti in 6 virtù:

- saggezza e conoscenza: formata dalla creatività, dalla curiosità, dall’apertura mentale, dall’amore per l’apprendimento e dalla prospettiva con cui si osserva il mondo;

- coraggio: distinto in autenticità, caparbietà e vitalità;

- umanità: caratterizzata da bontà, amore ed intelligenza sociale;

28 Osho, R. (2010). Il benessere emotivo. Trasformare paura, rabbia e gelosia in energia positiva. Milano: Mondadori.

- giustizia: attuabile per mezzo dell’uguaglianza, della libertà e del lavoro;

- contenimento: descrivibile come capacità di perdonare, modestia, silenzio e autoregolazione;

- trascendenza: sensibilità ad apprezzare la bellezza, l’eccellenza, la gratitudine, la speranza, l’ironia e la fede.

Il risultato di una simile architettura, oltre ad evidenziare un’educazione volta al benessere, mette in risalto il fatto che per sviluppare le peculiarità e le attitudini individuali occorre la compresenza e la concomitanza di diversi fattori.

Secondo Seligman29 gli elementi costitutivi del benessere soggettivo possono essere riassunti in tre variabili:

- piacere nelle emozioni positive: unico valore insito nelle emozioni;

- volontà: propensione soggettiva per la ricerca della felicità;

- significato: traduzione dei simboli culturali in significati per il raggiungimento dei propri bisogni.

Deve essere osservato che è solo attraverso l’intersezione dei tre elementi è possibile condurre una vita nella quale ogni soggetto si senta attivamente realizzato e completo.

2.5 Evoluzione umana e benessere

Esiste una notevole differenza circa la realizzazione di uno stato di benessere rispetto alle varie fasi evolutive dell’essere umano. Se per un bambino, infatti, il benessere è rappresentato da una libera

29 Seligman, M. (2003). La auténtica felicidad. Barcellona: Ediziones B.

e naturale espressione ed il contatto con le figure genitoriali, già a partire della pubertà le cose si complicano. In tale periodo vengono ad essere potenziati soprattutto quegli elementi come l’autostima, le capacità regolative e gestionali delle emozioni che via via si organizzano in un equilibrio psichico adeguato. La tappa intermedia della vita di una persona, e cioè quella compresa più o meno tra i 35 e 65 anni, è forse la meno considerata da un punto di vista emotivo, forse perché incentrata in particolare sulla produttività e efficienza. Questa, comunque, rappresenta il continuo degli anni precedenti e quindi il raccolto di quello che si è seminato. Quando si parla di adulti la crescita di competenze emozionali, di abilità prosociali e di autocontrollo, anche se avvengono in maniera più lenta, di certo non si arrestano, ma continuano a perfezionarsi lungo l’intero asse della vita. Per ciò che concerne l’ultima fase della vita, quella della terza età, questa costituisce un momento in cui riaffiora quella sfera emozionale che per mille ragioni potrebbe essere stata precedentemente soppressa o inaridita nel nome dell’efficacia e pertinenza sociale. In tale stadio l’aspetto emotivo, ci sia consentita questa espressione, torna quasi alle origini, rivestendo un punto nevralgico per l’equilibrio psicofisico.

La vita emozionale della persona non vede arresti o, tanto meno, punti di arrivo, ma è manifestazione di uno sviluppo costante e continuativo.

Attraverso numerose ricerche, in particolare quelle di Lyubomirsky30, è stato possibile dimostrare che il concatenarsi e manifestarsi delle emozioni è fattore vincolante per: la salute, la creazione di relazioni interpersonali proficue, il rendimento scolastico o lavorativo e per una corretta integrazione sociale.

Vàzquez e Heràs31 propongono una sintesi volta a dimostrare che

30 Lyubomirsky, S. & King, L. & Diener, E. (2005). The benefits of frequent positive affect: Does happiness lead to success?, Psychological bullettin, n° 131. 31 Vàzquez, C. & Heràs, G. (2009). Psicologia positiva. Una nueva forma de entender la psicologìa. Madrid: Alianza.

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