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3.1 La famiglia: contesto emozionale
le emozioni positive possiedono determinati effetti benefici, sia a livello psicologico, che fisico:
- ampliano il campo visuale e la concentrazione; - generano un pensiero flessibile, critico e creativo; - favoriscono la ricerca di nuove informazioni; - riducono il dubbio e l’incertezza; - facilitano le relazioni interpersonale; - migliorano le performance lavorative o di studio; - probabilmente fanno vivere più a lungo potenziando il sistema immunitario e il benessere fisico; - incoraggiano la circolazione del sapere e lo scambio di idee.
Da un punto di vista neurologico le emozioni sono responsabili di diversi fenomeni, inclusi la secrezioni delle sostanze chimiche adibite al benessere individuale. Tali sostanze inducono il soggetto a sentirsi euforico ed “eccitato”, insomma a sentirsi bene e stare bene con gli altri.
È cosa risaputa che da un punto di vista squisitamente chimico i processi generati dalle emozioni “attivano determinati neurotrasmettitori:
- l’ossitocina, la quale accresce la fiducia nell’altro;
- l’argina vasopressina, (AVP), che assieme alla prima controlla e vigila la formazione e l’evoluzione di una determinata relazione”32 .
L’ossitocina “viene rilasciata in molti mammiferi quando sono stimolate la vagina o la cervice, come nel parto e nell’accoppiamento [...]. Invece l’AVP è determinante per una serie di comportamenti maschili, tra cui l’aggressività, l’impulso a marcare il territorio e il corteggiamento”33 .
32 Mancini, R. (2011). Segmenti sulla pedagogia delle cultura. Perugia: Margiacchi-Galeno. 33 Aamodt, S. & Wang, S. (2008). Il tuo cervello. Milano: Mondadori.
“Ciò che diventa fondamentale sono, quindi, i ricettori di tali sostanze che sono presenti in tutto cervello, e più precisamente nel nucleo accumbens e nel pallido ventrale.
In questo processo di secrezione e ricezione dei neurotrasmettitori interviene la dopamina, quale agente essenziale per produrre una sensazione di benessere e gratificazione”34 .
Se da un punto di vista fisiologico e cerebrale le emozioni positive predispongono il soggetto ad uno stato di felicità e soddisfazione generale, insomma di benessere, questo si riversa nella sfera sociale, cognitiva e della salute.
Infatti, nel momento in cui ci si sente bene le nostre relazioni sono tendenti ad essere maggiormente produttive e durature; si è più propensi all’apertura e al contatto con l’alterità, così come generano strategie di apprendimento efficaci promuovendo pensieri creativi ed aumentando il rendimento performante. Esse, inoltre, sono una panacea per la salute fisica e mentale in quanto, ad esempio, diminuiscono la soglia del dolore e della paura, prevengono la depressione ed innalzano le difese immunitarie. D’altra parte noti sono i disturbi generati da una cattiva gestione delle emozioni. Tra i tanti possono essere ricordati: l’alessitimia (soggetti non in grado di provare emozioni e di comprendere quelle degli altri), la sindrome di Moebius (inabilità di esprimere nel volto le proprie emozioni) e la prosopagnosia (incapacità nella percezione facciale).
34 Mancini R. (2011). Op. cit.