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6.1 Pensiero lineare ed intuizione

abilità matematiche dipendono da dialogo tra gli emisferi. [...] Uno studio spiega in che modo le operazioni aritmetiche attivino il nostro cervello, scoprendo che la sottrazione, ad esempio, incrementa la comunicazione tra gli emisferi. [...] La performance individuale nei calcoli dipende dal livello di connessione tra i nostri emisferi, ossia il colloquio interemisferico”. Non solo, quindi, una distinzione tra emisfero sinistro, quello che comunemente viene ad essere identificato come emisfero logico-razionale, ma anche all’interno di operazioni matematiche subentrano fattori appartenenti all’emisfero sinistro, secondo una architettura olistica ed integrale.

Ecco, allora, che occorre educare alla creatività così come si educa al calcolo matematico ed alle sue inflessioni logiche; una potenzialità che ha da essere curata ed incrementata fin da bambini, ricordando che “si nutre di incoraggiamenti e inaridisce con le critiche”69 .

Si è affermato altrove che la creatività rappresenta “quel fuoco sotto la pentola capace di amalgamare spezie ed aromi, generando qualcosa di straordinario e nuovo, quell’èlan vitale di cui parla Bergson o quell’appena appena sussurrato da Vygotkij e che oggi viene ad essere descritto da Goleman come spirito creativo. Di qui la consapevolezza che la creatività appartiene a tutti, una dote che accomuna ogni essere umano, la quale essendo un prodotto del cervello ha bisogno solamente di essere stimolata ed attivata per mezzo di quegli impulsi interni o esterni”70 .

Nella creatività, infatti “è fatta consistere l’esaltazione più nobile dei poteri della persona umana che sarà allora capace di padroneggiare se stessa, di dominare ansietà e paure, di guardare al presente con la massima oggettività, senza eufemismi e facili proiezioni sentimentali, di progettare un futuro a misura d’uomo”71 .

69 Goleman et alii, in Rosati L. (2005), Le sfide del cambiamento. Perugia: Morlacchi. 70 Mancini R. (2013), Segmenti sulla pedagogia cultura. op. cit. 71 Rosati L. (2005), Il metodo nella didattica. Brescia: La Scuola, p. 128.

5.1 Il patrimonio della dimensione personale

Molte sono le implicazioni e riflessioni pedagogico-didattiche che possono essere compiute attorno al termine creatività, basti pensare alla copiosa letteratura, non solo pedagogica, che tenta di connotarne gli estremi.

Senza ripercorre sentieri ormai tracciati dai più illustri pedagogisti, occorre riferire che la creatività deve essere ospitata, senza contraddizioni, nell’architettura complessiva dell’istituzione scolastica.

Sovente nel mondo della scuola la creatività è fatta risalire all’aspetto poetico - romantico - artistico dell’educazione, mondo dell’ “arte”, come a voler dimostrare che essa sia solo una questione di talento innato, e quindi non debba essere educata o potenziata. De Bono72 asserisce che questa idea è così antiquata che potrebbe essere etichettata come medievale.

Il fatto è che, almeno nella nostra realtà educativa, lo spazio riservato alla creatività è sempre più circoscritto a pochissimi frangenti, rilegato ad ambienti di nicchia in cui si sperimentano nuove soluzioni e strategie per lo sviluppo umano o a tecniche di risoluzione dei problemi.

Come nel modello americano, più che appartenere ad una formazione olisticamente intesa, la creatività è rilegata ad enti ed agenzie speciali ospitanti soggetti il più delle volte con alti quozienti intellettivi, come se intelligenza fosse sinonimo di creatività, o che la prima determini la genesi della seconda.

Oggi più che mai non mancano esempi di studenti che seppur con elevate capacità mostrano disinteresse nel quotidiano svolgimento dei programmi scolastici. I contenuti istruttivi sono così abbondanti che saturano di nozioni l’intervento didattico e non lasciano scampo ad attività che valorizzano l’espressione umana.

72 De Bono E. (1999). Il pensiero creativo. Barcellona: Paidos.

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