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Cap. 5 La creatività: l’eccellenza della persona

- allo spirito di cooperare e condividere (favori, regole stabilite, gentilezza, etc.);

- ai sentimenti/emozioni (espressione emotiva e risposta ai sentimenti)

- alla capacità di auto-affermazione (difendere i propri diritti e opinioni, rispettare quelle degli altri, rafforzare il sé).

Diviene essenziale, così, che ogni istituzione educativa sia coinvolta nello sviluppo e maturazione di ogni singolo cittadino. Molti pedagogisti, tra cui è doveroso menzionare Elias (Elias M. 1997), propongono una serie di orientamenti:

1. A tutti i livelli formativi risulta necessario programmare piani espliciti volti ad aiutare ogni soggetto a divenire consapevole e responsabile. Questo è possibile attraverso il rafforzamento di competenze sociali, della salute, della prevenzione dei problemi, della possibilità di sostegno nei momenti di crisi e dei servizi;

2. È più utile equilibrare una formazione combinata tra opportunità informali e quotidiane e programmazioni adeguate all’interno di agenzie educative;

3. I programmi devono coinvolgere il soggetto in apprendimento in qualità di “partner attivo”;

4. La pratica e l’esperienza diretta sono di vitale importanza per la percezione cognitiva, emozionale e comportamentale, così come l’integrazione tra le tradizionali materie di studio aumenta notevolmente l’apprendimento;

6. I programmi sono più efficaci quando ogni educatore è libero di adottare una prospettiva a lungo termine;

7. Stabilire una stretta collaborazione e dialogo tra ambiente familiare, scuola e mondo del lavoro;

8. L’utilizzo di tecniche e strumenti ad hoc aumentano l’efficienza ed ampliano la ricchezza educativa e formativa dei programmi;

9. Per massimizzare i benefici, i processi di valutazione devono essere delineati e distribuiti nell’ambito dell’intero percorso didattico, il quale comunque deve portare a sé una fitta rete relazionale con gli enti che intervengono nel naturale sviluppo soggettivo.

In tali termini la pedagogia si delinea come azione indirizzata a promuovere apprendimenti significativi nella persona, la quale oscilla tra mondo della realtà, che rappresenta il luogo dove si fa esperienza, e quello metafisico-emozionale, il quale dona cromature del tutto personali all’apprendimento.

4.1 Dall’educazione emozionale alla educazione olistica

Nelle faconde riflessioni dello statunitense Kessler58 è presente un punto nodale nelle ricerca di una educazione integrale: collegare la dimensione emozionale dell’apprendimento umano con approcci olistici. I suoi studi ventennali, infatti, hanno dimostrato che è possibile promuovere una serie di abilità personali e sociali essenziali per la costruzione del benessere. In modo particolare egli rivela che la solidarietà sociale derivi da strategie volte alla riduzione di comportamenti violenti e autolesionistici ed al potenziamento dell’autonomia e della felicità soggettiva. Insomma, come a voler dire che se il cittadino sta bene, anche la società versa in uno stato di grazia.

Prima dell’intervento massivo espresso da Goleman sull’intelligenza emotiva, Kessler stava lavorando in un campo ancora sconosciuto volto a programmare interventi di prevenzione, cura e salvaguardia di una intera “generazione a rischio”. In tali termini Kessler può essere riconosciuto il precursore dei problemi sociali che attana-

58 Kessler, R. (1997). Social ad emotional learning, in Holistic education review n° 10 (4)

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