FARE FUTURO 38 dicembre 2017
Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
magazine
n. 38 dicembre 2017
PREMIO MASCAGNI Trenta scintille di speranza protagoniste dell’edizione 2017
CALCIO E TERRITORIO Simone Colombarini e Alberto Verni raccontano i progetti SPAL e Felsina
PIANO OPERATIVO
Sul territorio, nelle imprese per presentare le linee guida 2017/2018.
FARE 1
Gestione magazzino conto terzi
Inventari Gestione informazioni Controllo qualitĂ
Facchinaggio e picking
Imballaggio Etichettatura Confezionamento
Movimentazione merci e stoccaggio
Trasporto e distribuzione
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sommario
Le idee e le proposte degli Imprenditori di Unindustria Bologna
numero 38 dicembre 2017 DIRETTORE RESPONSABILE Raffaella Mazzali
EDITORE FARE S.r.l. via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 DIREZIONE E REDAZIONE Confindustria Emilia Area Centro ART DIRECTOR Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro STAMPA LABANTI e NANNI Industrie Grafiche Srl viale Marconi, 10 40011 Anzola dell’Emilia (BO) PUBBLICITÀ FARE S.r.l. via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 PUBBLI’ concessionaria editoriale S.r.l. corso Vittorio Emanuele 113 41100 Modena tel. 059 212194 - fax 059 226627 pubbli@pubbli.it FOTO Archivio Confindustria Emilia Area Centro Francesca Aufiero, Francesca Farini Gaia Degli Esposti, Giacomo Maestri
CONFINDUSTRIA EMILIA
AREA CENTRO: le imprese di Bologna, Ferrara e Modena
Presidente Alberto Vacchi Direttore Generale Tiziana Ferrari Sede legale e operativa: via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 www.confindustriaemilia.it Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26.11.1998
focus
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vita industriale
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di Alberto Vacchi
di Laura Ansaloni, Marianna Saguatti e Marco Taddei
ICT, motore per l’innovazione
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Speciale Premio Mascagni
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Scintille di speranza
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Le testimonianze dei partecipanti
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Fico, la Disneyland del cibo a Bologna
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Felsina: scuola di calcio, scuola di vita
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“Il nostro progetto SPAL dedicato alla città”
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“Il trasporto pubblico, un importante valore per lo sviluppo dei territori”
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rubrica a cura di Rete ICT
di Marco Taddei
di Marianna Saguatti e Marco Taddei
Serata degli auguri
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Debutto per la Borsa del Turismo Industriale
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Sweet Bologna, la gara più dolce
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news emilia
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di MS
di MS
di Marianna Saguatti e Marco Taddei
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento Postale 70% Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015. Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione
fare 3 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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focus Cari Colleghi,
ci lasciamo alle spalle un 2017 positivo, e ci prepariamo a vivere il 2018, ci auguriamo, con un po’ più di serenità. Tutti gli indicatori ci dicono che l’ltalia ha ricominciato a crescere, non dovunque e con la velocità richiesta per essere al passo con il resto dell’Europa, ma comunque ci sono segni incoraggianti. Le imprese dei nostri territori, storicamente virtuose, stanno dando un forte contributo alla ripresa. Il quadro internazionale è invece molto articolato, sembra quasi che si faccia del tutto per farci del male. Ciò premesso, vorrei fare una proposta da indirizzare a tutti gli uomini di buona volontà. Sarebbe quella di invitare tutti noi ad essere più “buoni”, affermazione apparentemente banale ma piena di contenuti profondi. Il cui significato potrebbe sintetizzarsi in una serie di parole chiave: equità, solidarietà, spazio al merito, senso dello Stato e degli interessi collettivi, presa di coscienza del ruolo centrale di quelli che ogni giorno costruiscono per creare nuove opportunità, rischiando in attività produttive utili all’economia, al lavoro, alla società, nel rispetto delle regole. Dunque l’essere “buoni” risulta molto più complesso e difficile da realizzare di quanto i luoghi comuni prevedano. Lasciatemi dire, senza autoincensamenti, che noi un po’ buoni lo siamo stati quando abbiamo rinunciato ad un pezzo di sovranità per creare una Associazione di industriali più idonea ai tempi. Le dimensioni che abbiamo raggiunto, e la verifica dei nostri intenti quando abbiamo saputo superare barriere storiche tra campanili, sono indicatori che potremo fare un buon lavoro, appunto “buono” nel senso che ho già espresso. Le premesse ci sono tutte, e anche le nostre organizzazioni si stanno dimostrando all’altezza delle sfide, che sono tutt’altro che vinte. Pur restando ottimisti, dobbiamo comunque ricordare le lezioni che la crisi ci ha impartito. Quando un sistema complesso come quello economico-industriale internazionale si altera, per tornare in equilibrio occorre tempo e molte energie, ma non ci si illuda di tornare allo stato di partenza; infatti il tempo è passato e gli scenari sono cambiati. Lo vediamo dalle difficoltà per ritornare ai numeri della fase iniziale in cui il sistema ha collassato, lasciando sul campo molte attività, soprattutto molte imprese dedicate al mercato interno. Un primo augurio di serenità e di buon anno nuovo è rivolto proprio a quelle imprese che ancora si trovano nello sforzo per una ripresa; ricordiamo loro che l’Associazione c’è, e se ne può percepire la funzione proprio in questa fase. Noi emiliani uniti possiamo essere un supporto robusto e ricco di diverse esperienze. Un altro augurio è rivolto alla politica, alle istituzioni; qui l’esigenza di essere “più buoni” è fortemente sentita, dato che la nostra vita di cittadini e di imprenditori dipende dalla politica industriale, dalla sanità, dalla scuola, dalla giustizia, da chi si occupa della nostra sicurezza. L’augurio cristiano delle nostre imprese va a chi vive in condizioni di disagio, di emarginazione e di povertà; confermiamo il nostro impegno per iniziative a favore di chi ha più bisogno, e rinforziamo il nostro ruolo sociale. Ed infine un augurio, a tutti voi ed alle vostre famiglie, a tutte le persone meritevoli che lavorano giornalmente con voi per un 2018 di successo, delle nostre imprese, dei nostri territori, del nostro Paese, in una Europa che meriti di essere amata dagli italiani.
Alberto Vacchi Presidente Confindustria Emilia Area Centro fare 5
Laura Ansaloni Marianna Saguatti Marco Taddei
ACMA, INNOVATIVI PER TRADIZIONE Una linea ad alta velocità per il confezionamento dei saponi e una macchina per il confectionery di ogni forma e dimensione. Sono solo alcune delle novità 2017 di ACMA, azienda bolognese, parte del gruppo Coesia, specializzata da oltre novant’anni nella progettazione, costruzione e commercializzazione di soluzioni per il confezionamento di beni di largo consumo, per la quale si è chiuso un anno estremamente significativo. “Dedichiamo un grande impegno alla realizzazione di packaging innovativi che presentino caratteristiche quali forma, sistemi di chiusura e qualità estetiche adatte alle specifiche abitudini e alle richieste dei mercati di riferimento. Seguire le evoluzioni dei trend nei settori in cui operiamo significa anche sviluppare soluzioni contraddistinte da un limitato consumo energetico e un ridotto impatto ambientale, cosa resa possibile grazie al know-how accumulato nei decenni, sia da ACMA che dal gruppo Coesia”, spiegano dall’azienda. ACMA fonda la sua tradizione nel settore del sapone nella metà degli anni Quaranta e nei decenni si è distinta per le proposte all’avanguardia, arrivando ad avere una base installata di oltre 500 macchine in tutto il mondo. Oggi l’impresa offre ai propri clienti una gamma di macchinari per medi o ampi volumi produttivi, con tipologie di incarto versatili grazie alle tecnologie wrap-
vita industriale ping, flow packing e cartoning, in grado di gestire saponette che variano dai 30 ai 180 grammi. Proprio su queste solide premesse, il 2017 di ACMA ha visto il debutto di due nuove macchine ad alta velocità per il confezionamento di saponette da toilette: la wrapper SW 700 D e la cartoner SC 700 D, studiate per lavorare in linea con le soluzioni sviluppate da Mazzoni, marchio a sua volta consolidato nel settore della produzione e formazione del sapone, al fine di comporre il più performante sistema completo sul mercato, capace di produrre e avvolgere 700 saponette al minuto. “La wrapper SW 700 D può gestire saponette di diverse dimensioni e forme e svariati materiali d’incarto (incluso il BOPP), la gemella cartoner SC 700 D è stata invece pensata per confezionare le saponette in astucci. Entrambe offrono massima flessibilità, facilità di cambio formato, riduzione di costo unitario per prodotto, delicatezza di gestione e precisione d’incarto”, sottolineano ancora da ACMA. La propensione all’innovazione dell’azienda, poi, non risparmia il mercato del confezionamento di caramelle, dolci e prodotti da forno, di cui è oggi uno dei più importanti player e nel quale vanta un’esperienza di oltre novant’anni. L’ultima nata tra le soluzioni realizzate per questo settore, CW 800 R, è una macchina a movimento intermittente dedicata ai cioccolatini ovali e sferici, tradizionalmente tra i formati più richiesti, che si contraddistingue per il frame robusto ed estremamente compatto e per una migliorata qualità d’incarto, in grado di gestire due stili (doppio fiocco e rullato) con il cambio foggia veloce. Sempre attenta a interpretare i trend di consumo per anticipare il mercato e garantire un approccio sempre più razionale e customer oriented, ACMA è impegnata a presenziare ai più importanti eventi fieristici di settore: il prossimo appuntamento che vedrà sfilare
le novità 2017 è previsto a fine gennaio, alla fiera ProSweets di Colonia, dedicata al mondo del confectionery.
INAUGURATO A BOMPORTO IL NUOVO PONTE FIRMATO AEC COSTRUZIONI Una imponente struttura metallica di 500 tonnellate, lunga 80 metri e alta 12, assemblata e solo in seguito posizionata, come fosse una costruzione in Lego. È il nuovo ponte sul fiume Panaro, a Bomporto, che AeC Costruzioni, impresa edile modenese che vanta oltre sessant’anni di esperienza nel settore, ha ultimato per conto della Provincia di Modena e che è stato inaugurato lo scorso 11 novembre, in anticipo di oltre un mese rispetto ai tempi contrattuali, alla presenza di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, di Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, e dei sindaci di Bomporto, Alberto Borghi, e Ravarino, Maurizia Rebecchi. L’intervento, che ha preso il via nel luglio 2017, è stato realizzato tramite l’utilizzo di una tecnica che richiama le costruzioni con i Lego. Il nuovo ponte è stato infatti assemblato a parte, in un terreno vicino al luogo di destinazione, e solo successivamente collocato sugli argini del fiume grazie ad uno speciale sistema di carrelli e martinetti idraulici. “Si tratta di una procedura complessa perché abbiamo dovuto spostare e sistemare una campata unica di 80 metri e due archi di 12, con una carreggiata a due corsie e due piste ciclopedonali laterali larga 14 metri. Una volta terminato il montaggio della struttura, poi, abbiamo realizzato la soletta in cemento armato e una serie di opere complementari per ultimare il ponte, ufficialmente aperto al traffico dal 14 ottobre”, spiegano da AeC Costruzioni. La nuova struttura, che rientra in un quadro economico di oltre 4 milioni di euro stanziati dalla Protezione Civile regionale con le ordinanze post sisma 2012, va a sostituire un vecchio ponte ad arco in cal-
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cestruzzo armato voluto dalla Provincia di Modena e costruito tra il 1912 e il 1914 che, gravemente danneggiato dal terremoto che ha colpito l’Emilia, è stato demolito una volta ultimati i lavori. AeC Costruzioni è nata dalla fusione di due storiche imprese edili, di cui conserva il bagaglio di competenze, di successi e di esperienza sul campo. L’azienda modenese si propone oggi come general contractor operante in ambito pubblico, per il quale ha realizzato ospedali, impianti sportivi, scuole, infrastrutture e restauri, e nell’edilizia industriale, con esperienze nei settori automotive, biomedicale, alimentare e bancario. “Il nostro patrimonio sono le città, i quartieri, le strade su cui viaggiamo e i luoghi che frequentiamo. Siamo arrivati fin qui con la convinzione che costruire significa rendere migliore il mondo che abitiamo, perché ogni opera sia un valore che si aggiunge, una risorsa preziosa da lasciare in eredità. Questa è la visione che ci anima ogni giorno e che da sempre ci accompagna nel nostro lavoro, con quella serenità e quell’entusiasmo di chi ha per mestiere la propria passione”, dichiarano da AeC Costruzioni.
ci di regalare il valore aggiunto del tempo umano ben speso, assumendosi l’onere delle pratiche quotidiane ripetitive e poco gratificanti. La nostra mission come consulenti di settore è creare assieme al cliente una grande rete di eccellenza per la gestione dei processi documentali e sfidare insieme il mercato del futuro”. Così Guido Trepella, amministratore delegato di Aedera, società nata nel gennaio 2016 a Carpi, in provincia di Modena, da un gruppo di professionisti con esperienza trentennale nell’ambito del document management, commenta lo sviluppo e la realizzazione della Suite E-Files, un insieme di soluzioni modulari ideate dall’azienda per innovare i processi di lavorazione delle informazioni destrutturate e ottenere un miglioramento in termini di efficienza e qualità del servizio. “Le nostre proposte vanno lette in un’ottica digital oriented, così come le ultime novità introdotte dal Disegno di Legge di Bilancio 2018, che prevedono l’obbligo di fatturazione elettronica anche per professionisti e privati”, sottolinea Trepella. In questa pro-
AEDERA, AL FIANCO DELLE AZIENDE NELLA CORSA AL DIGITALE “Siamo convinti che, oggi più di ieri, il mercato abbia bisogno di strumenti capa-
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Guido Trepella, amministratore delegato di Aedera
spettiva, tra le soluzioni più innovative della Suite E-Files, E-Desk e E-Approval sono state pensate per favorire la corsa al digitale delle aziende. Con E-Desk, infatti, il processo di registrazione delle fatture fornitori viene completamente automatizzato, indipendentemente dal formato dei documenti. Grazie alla tecnologia all’avanguardia con la quale è stata sviluppata, E-Desk riesce ad effettuare dei controlli affidabili sul contenuto del documento, per poi restituire al gestionale le informazioni raccolte. Il processo di digitalizzazione a 360 gradi viene poi completato da E-Desk, senza alcuna necessità di intervento da parte dell’utente, applicando digitalmente il protocollo sulla fattura e archiviando e conservando digitalmente il documento. Come tutti i prodotti della Suite, poi, anche E-Approval mira a connettere tra loro informazioni e persone. In particolare, questa applicazione, sviluppata in linea con la filosofia dello smart archiving, è dedicata all’approvazione dei documenti anche da mobile. Oltre a garantire la tracciabilità del processo approvativo e uno stoccaggio tempestivo delle informazioni E-Approval libera l’utente approvatore dall’obbligo di presenza fisica in azienda, agevolando i tempi di reazione dell’intero business aziendale. “Grazie al nostro team di professionisti eroghiamo servizi di qualità e, affiancando le aziende nel loro percorso di digitalizzazione, possiamo garantire un supporto tecnico d’avanguardia e soluzioni tecnologiche di alto livello, flessibili e altamente personalizzabili”, conclude Trepella.
L’AEROPORTO DI BOLOGNA AL SERVIZIO DEL BUSINESS TRAVEL L’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, tra i primi 10 aeroporti italiani per numero di passeggeri, nel 2016 ha raggiunto quota 7,5 milioni, di cui il 75% su voli internazionali. Il 2017 conferma il trend di traffico positivo con una crescita del +6,6% (dato ad ottobre 2017). Con l’obiettivo di garantire la massima efficienza nelle operazioni a tutti coloro che desiderino ottimizzare il più possibile i propri tempi di
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A sinistra: l’area relax della Marconi Business Lounge. A destra: Alberto Mari, founder di NCG, Raffaella Tamba, responsabile qualità di Analysis, e Pier Alberto Guidotti, CEO di Analysis
spostamento, l’aeroporto mette a disposizione dei viaggiatori d’affari numerosi servizi dedicati, che lo scorso settembre ha per la prima volta presentato anche a Farete, la due giorni delle imprese di Confindustria Emilia Area Centro. Tra questi, ad esempio, i parcheggi comodi e vicini al terminal nei quali lasciare la propria auto in totale sicurezza, con tariffe segmentate a seconda della durata della sosta, ampia scelta per quanto riguarda la modalità di pagamento, inclusa quella tramite Telepass e app dedicate per pagare direttamente dal proprio smartphone, oltre al servizio Car Valet per la custodia, la cura e la manutenzione dell’autovettura. La Business lounge, interamente concepita sulle base delle esigenze del passeggero business, è invece il luogo in cui trascorrere l’attesa ottimizzando i tempi di permanenza conciliando svago e lavoro: oltre alle aree relax, al lounge bar con offerta colazione, light lunch, aperitivi e snack durante tutta la giornata e alla connessione wi-fi dedicata, la lounge offre la possibilità di effettuare il check-in per numerose compagnie aeree ed è dotata di accesso riservato all’area imbarchi tramite controlli di sicurezza dedicati. Al servizio dei passeggeri e delle aziende del territorio sono inoltre disponibili alcune sale riunioni e una sala conferenze modulari e completamente attrezzate per meeting ed eventi. YouFirst, poi, è il servizio vip personalizzato con staff dedicato che consente di risparmiare tempo senza rinunciare al massimo comfort grazie ad una corsia riservata e ad una semplificazione delle procedure aero-
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portuali, con tanto di accompagnamento fino all’aereo su un mezzo privato. Nell’ottica di offrire al passeggero un servizio di viaggio sempre più completo, l’Aeroporto Guglielmo Marconi offre inoltre la possibilità di acquistare più servizi in maniera congiunta, beneficiando di promozioni a tariffe vantaggiose. Utilizzando nel medesimo viaggio i parcheggi e la Business lounge o il servizio YouFirst, ad esempio, è possibile ottenere uno sconto su entrambi i servizi, così come l’acquisto di un biglietto aereo attraverso il servizio di biglietteria online offre accesso a tariffe agevolate sui parcheggi, sui servizi vip e presso alcuni esercizi commerciali all’interno del terminal. La piattaforma e-commerce presente sul sito e sulla nuova app dell’aeroporto, quest’ultima recentemente rinnovata ed arricchita nei contenuti, ha reso ancora più veloce e pratico, per il passeggero, creare in autonomia il proprio pacchetto di viaggio: dal biglietto aereo al parcheggio fino ai servizi premium, il tutto potendo sempre contare sul supporto e la consulenza professionale di uno staff specializzato.
ANALYSIS, UN EVENTO PER RACCONTARE IL PASSAGGIO ALLA ISO 9001:2015 “Non sempre il calzolaio ha le scarpe rotte”. Un detto popolare per intendere che chi sa fare qualcosa, insegna qualcosa o vende qualcosa spesso e volentieri non la
applica su se stesso, che Analysis ha smentito nei fatti. Grazie al metodo #QualityWay e all’utilizzo di QualiWare, infatti, l’azienda di Trebbo di Reno, in provincia di Bologna ha ottenuto il passaggio dalla ISO 9001:2008 alla versione 2015, un risultato importante che ha voluto festeggiare organizzando, lo scorso 1 dicembre nella sede di Confindustria Emilia Area Centro a Bologna, un evento ad hoc nel corso del quale ha mostrato una case history particolare: la propria. Nel corso dell’incontro il CEO di Analysis Pier Alberto Guidotti, il founder di NCG Alberto Mari e la responsabile qualità di Analysis Raffaella Tamba hanno infatti raccontato i passaggi più importanti e le maggiori difficoltà incontrate lungo il percorso di adeguamento del sistema di gestione che ha portato l’azienda ad ottenere l’adeguamento non solo senza “non conformità”, ma addirittura senza nemmeno un’osservazione. “Abbiamo deciso di organizzare questo evento per aiutare le aziende che vorrebbero effettuare il passaggio mostrando il metodo #QualityWay che da ormai più di due anni cerchiamo di divulgare e che unisce la competenza in ambito consulenziale, sia direzione che di qualità, di Alberto Mari con le competenze in ambito di sviluppo software per la qualità di Analysis”, spiega Guidotti. Uno degli obiettivi dell’incontro è stato quello di raccogliere le domande dei partecipanti e creare un percorso formativo basato non sulla mera teoria, ma sull’applicazione pratica derivante da anni di esperienza in ambito qualità, per offrire a più persone
ACQUA CERELIA, SETTANT’ANNI DI PUREZZA
“L’acqua è per noi la vita, la nostra risorsa fondamentale, e per questo facciamo di tutto per salvaguardare la sorgente e la roccia da cui sgorga”. Con queste parole Eugenia Rinaldi, portavoce di Acqua Cerelia, esprime la grande passione e la cura che la storica azienda ripone, da ormai settant’anni, nella propria attività. Pura, leggera e altamente depurativa, l’acqua Cerelia sgorga a 730 metri tra i boschi e le vallate dell’appennino bolognese, precisamente a Cereglio, una piccola frazione di Vergato, in provincia di Bologna, da cui prende il nome. E proprio lì, fin dal 1947, viene imbottigliata con tecnologie sempre all’avanguardia per mantenere intatte le proprietà benefiche dell’acqua e allo stesso tempo salvaguardare la fonte. Per festeggiare l’importante traguardo raggiunto, lo scorso settembre l’azienda ha organizzato presso il proprio stabilimento di Cereglio una grande festa che ha coinvolto anche una parte della forza vendita di Partesa, azienda partner di Acqua Cerelia per la distribuzione nel canale Horeca a livello nazionale. Fondata nel 1947 dai fratelli Natalini, Cerelia venne acquistata nel 1970 da Adriano Rinaldi, padre di Ernesto, attuale titolare di un’azienda che, nonostante un mercato in continua espansione, ha scelto di rimanere una realtà di medio-piccole dimensioni in cui a contare, da 70 anni, più che l’ampliamento dell’area vendita fine a se stesso sono la qualità del prodotto e il rispetto dell’ambiente. Oggi Acqua Cerelia viene venduta nelle case, nei ristoranti e nei centri di cura e quelli per l’infanzia, in Italia, Francia, Inghilterra, Olanda, Canada, Russia, dove è apprezzata per qualità, alta digeribilità, proprietà depurative e disintossicanti. “A tutela del consumatore monitoriamo l’acqua ventiquattro ore
su ventiquattro, in modo da presentare sempre e solo un prodotto che conservi tutte quelle caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche di cui Cerelia è ricca”, prosegue infatti Rinaldi. Utilizzata da sempre a scopo terapeutico, Acqua Cerelia è indicata per l’allattamento artificiale e per il trattamento di epatopatie e di malattie del rene e dell’apparato urinario. Lo attestano numerose analisi svolte dall’Università di Bologna, che riconoscono in Cerelia un’acqua dall’alto potere digestivo. L’impegno verso la qualità e la tutela dell’ambiente di Cerelia, poi, è riconosciuto anche da importanti certificazioni internazionali: a partire dalla ISO 14001, passando per la registrazione EMAS, che attesta i criteri di ecocompatibilità di tutta la produzione Cerelia, per arrivare al certificato internazionale EPD (Environmental Product Declaration/Certificazione ambientale di prodotto), rilasciato dopo le visite di verifica e convalida allo stabilimento e per la prima volta al mondo attribuito a un’acqua minerale. “A salvaguardia della fonte abbiamo assunto volontariamente un sistema di gestione ambientale che va ben oltre gli obblighi previsti dalla legge. L’obiettivo principale è portare al consumatore un’acqua perfetta, così come da secoli sgorga dalla fonte, riducendo al minimo l’impatto ambientale. Inoltre, teniamo molto a sottolineare che da tre anni, nonostante le condizioni economiche avverse, stiamo investendo ingenti risorse nel miglioramento delle tecnologie produttive e nell’ammodernamento strutturale dello stabilimento, passi importanti nel nostro percorso verso la eco compatibilità produttiva”, conclude Eugenia Rinaldi.
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Penske Automotive Italy rappresenta in Italia il più importante Dealer Automotive del segmento Premium. Penske Automotive Italy è composta da 16 sedi tra Emilia Romagna e Lombardia e vanta un team di più di 500 collaboratori. I marchi rappresentati sono BMW, MINI, Audi, Land Rover, Maserati, Porsche e Volvo. Il principale obiettivo è la soddisfazione del cliente, sempre al centro della strategia di gruppo. Per questo motivo l’azienda opera in strutture all’avanguardia, per poter mettere a disposizione dei clienti un’esperienza unica in materia di prodotti e di servizio, dalla vendita di vetture nuove e usate, all’assistenza. penskeautomotiveitaly.com
possibili gli strumenti necessari a un più facile e pratico adeguamento del sistema di gestione. Grazie a QualiWare infatti, anche le piccole e medie imprese possono avere a disposizione un unico strumento, integrato con il sistema informatico aziendale, che consente di avere un controllo completo sull’intera mole di dati. “A meno di un anno dalla data entro cui è possibile adeguare il proprio sistema di gestione dalla ISO 9001:2008 alla versione 2015, sono ancora poche le aziende che hanno deciso, programmato e intrapreso il percorso di adeguamento. Sfruttare le linee guida messe a disposizione dalla nuova normativa, a prescindere dalla volontà di certificarsi o meno, diventa un modus operandi che consente di vedere la propria azienda da un punto di vista differente”, conclude il CEO di Analysis. Per maggiori informazioni: www.qualiware.it
PASTIFICIO ANDALINI, UN 2018 DI NOVITÀ Quale momento migliore per progettare un solido ponte verso il futuro seguendo nuove strade di quello immediatamente successivo ai festeggiamenti per un anniversario prestigioso? Lo sa bene Pastificio Andalini che, fresco di celebrazioni per i sessant’anni dalla propria fondazione, ha già messo in cantiere numerose novità per il 2018. Per chiudere in bellezza il 2017 e gettare le basi per i new business di quest’anno, l’azienda di Cento, in provincia di Ferrara, che dal 1956 produce con impegno, passione e amore per l’artigianalità pasta all’uovo, di semola e biologica secondo la più au-
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tentica tradizione e nel rispetto della cultura gastronomica emiliana, ha infatti avviato una ricca serie di progetti: oltre ad avere diversificato ulteriormente il proprio business puntan- Tre generazioni di pastai: il presidente Massimo Andalini, la fondatrice Egletina Aleotti do sull’indu- e l’amministratore delegato Simona Andalini strializzazione della macchina ‘cuoci-pasta’ sente, tramite la lettura con smartphone o per una catena di ristoranti, Pastificio An- tablet di un semplice codice a barre apposto dalini intende ampliare lo stabilimento di sulla confezione, di tracciare quelli delle liCento e quello ‘La Sovrana’ rilevato nel nee ‘Antica tradizione’ e ‘Quattro minuti’, 2001 a Canosa di Puglia, in provincia di al fine di garantire ai consumatori una magBarletta-Andria-Trani, aumentando anche giore trasparenza e genuinità prima dell’acil proprio organico con nuove assunzioni. quisto. E sono tante altre le novità intro“Lanceremo anche alcune novità, ciascuna dotte in questi ultimi anni: dal restyling di delle quali caratterizzata da una specifica tutti i packaging alla nuova brand image particolarità. Intendiamo innanzitutto pro- aziendale, dalla comunicazione su impordurre una pasta ‘di Ferrara’ appoggiandoci tanti testate nazionali alla presenza sul web ad una filiera di lavorazione interamente e sui social network, fino ad arrivare a imcompresa all’interno del nostro territorio. portanti eventi organizzati sul territorio. Ma non basta: stiamo anche pensando di Pastificio Andalini ha chiuso il 2016 con dedicare un nuovo formato di pasta esclu- un fatturato globale che ha superato i 27 sivamente ai giovani. Prima di lanciarlo, milioni di euro, di cui 21 derivanti dalle però, vorremmo coinvolgere le scuole per vendite della produzione di Cento e 6 da ricevere consigli direttamente dai ragazzi, quella pugliese. Il 70% della produzione che rappresentano il futuro non solo come annua totale, pari a più di 10.000 tonconsumatori, ma soprattutto come motore nellate, è di pasta all’uovo, mentre il reper l’imprenditoria del nostro Paese”, di- stante 30% è relativo alla pasta di semola. chiara Stefano Venturi, direttore commer- L’export, che sfiora il 45% del suo giro di ciale e marketing di Pastificio Andalini. affari complessivo, rappresenta per PastifiNel 2017, inoltre, l’azienda che vanta sei cio Andalini un ulteriore canale tramite cui linee di prodotti ha varato un proprio pro- veicolare importanti novità: “La prossima getto di tracciabilità QR Code che con- carta che vogliamo giocare oltreconfine è la
pasta ‘Bio catering’ per i mercati del Nord Europa, i più maturi ad accettare questa tipologia anche nel canale Horeca”, conclude Stefano Venturi.
ARTESTAMPA EDIZIONI, QUANDO LE EMOZIONI DIVENTANO RACCONTI Cinquanta nuovi titoli all’anno, più di seicento attivi in catalogo, un palmares con 38 riconoscimenti ottenuti in autorevoli premi letterari nazionali di letteratura e fotografia, di cui cinque vinti nel solo 2017: sono questi i numeri che decretano il successo di Artestampa Edizioni, storica casa editrice di Modena. Nata nel 1940 dalla maestria e sapienza artigiana di Dario Mazzieri, nel corso dei decenni Artestampa Edizioni è diventata punto di riferimento per la realizzazione di progetti editoriali innovativi, di scoperta e riscoperta della bellezza e della storia del territorio locale e delle persone che l’hanno reso grande. E sono storie vere, di vita vissuta, racconti di uomini e donne che hanno amato, combattuto, viaggiato, inventato, lavorato ogni giorno per quello in cui cre-
devano. E che, grazie alla loro esperienza, sono stati testimoni del nostro passato e delle nostre radici. Vite bellissime raccolte e raccontate attraverso le pagine di un libro, come quella di Roberto Serra, sommergibilista per la Patria a soli 19 anni durante la guerra, che a 92 ha deciso di raccontare la sua avventura di italiano e soldato, o come quella di Gabriella Degli Esposti, una delle pochissime donne Medaglia d’oro al valore militare, che è tornata a vivere grazie al libro intenso e struggente che le ha dedicato la figlia Savina. E ancora, l’esperienza dell’imprenditore Patrizio Tralli, che ha “rialzato” se stesso e la sua azienda dopo il terremoto del 2012, o la seconda vita di Danilo Bertani, ambientalista e pescatore. Poi Tiziano Bedostri, esperta guida equestre d’alta quota che si è sorpreso vero cavaliere errante e narratore sensibile dei tumulti dell’anima, e l’avvocato-traduttore Nicola Menicacci, che è volato a New York con in tasca la Green Card. Per ultimo, il globetrotter Giacomo Luppi, che è tornato a casa dall’Australia senza mai prendere un aereo. Tante, troppe storie per essere nominate tutte, ma che hanno tutte lasciato il segno. “Ci siamo emozionati a leggere i romanzi degli autori nei quali abbiamo creduto e che, con noi, hanno esordito e sono cresciuti. Ci siamo commossi quando li abbiamo visti, sul palco, ritirare un premio che li ha ripagati di tutti gli infiniti tormenti della scrittura”, spiegano da Artestampa Edizioni. Francesco Sala, Giovanni Iozzoli, Fabrizio Cavazzuti, Claudio Gavioli, Alessandra Bu r z a c c h i n i , Luisa Menziani, sono solo alcuni degli auto-
ri premiati per le loro storie. E il territorio modenese, le sue tradizioni e la sua cultura enogastronomica accompagnano tutta la storia di Artestampa Edizioni: con la Confraternita del Gnocco d’Oro sono state realizzate sei pubblicazioni dedicate al gnocco fritto, alle crescentine, al borlengo, al mirtillo nero dell’Appennino e alla castagna. Per farlo sono stati coinvolti produttori, ristoratori, piccole realtà di eccellenza che meritavano di essere valorizzate da progetti che hanno visto scendere in campo sindaci e altre autorità del territorio insieme a ben due Università, quella di Bologna e quella di Modena.
ASSITECA AL FIANCO DELLE IMPRESE NEL RISK MANAGEMENT È aumentata, da parte delle aziende, la percezione dell’importanza di una gestione dei rischi integrata e puntuale. È quanto emerso dalla quinta edizione dell’Osservatorio Cineas-MedioBanca dedicato al risk management: il 25,3% delle 272 medie imprese che hanno partecipato all’indagine ha adottato infatti un sistema integrato per la gestione dei rischi. Un numero in crescita di ben 8 punti rispetto al 2016, quando le imprese erano il 17,2%. “Considerando le performance economiche, i risultati dell’Osservatorio segnalano che le aziende che gestiscono i rischi hanno ricavi superiori del 30% rispetto a quelle meno sensibili al tema. Un dato che conferma quanto la gestione e la prevenzione dei rischi possano incidere sullo sviluppo di ogni realtà”, spiegano da Assiteca, società di brokeraggio nata per assistere le aziende nella gestione integrata dei rischi d’impresa che, a fronte di una crescita della complessità dei rischi, determinata in primis da globalizzazione e nuove tecnologie, ha ritenuto necessario arricchire la propria attività tradizionale e completare l’offerta di soluzioni assicurative con innovativi servizi di consulenza. Come risulta dall’indagine effettuata dall’Area Studi MedioBanca, infatti, sicurezza sul lavoro e cyber security sono i
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rischi maggiormente sentiti dalle aziende. L’attenzione nei confronti della sicurezza informatica, in particolare, è cresciuta a ritmo elevato nell’ultimo periodo, complici i sempre più numerosi attacchi da parte di hacker e i conseguenti problemi di business continuity che ne possono derivare. Sul podio dei rischi maggiormente percepiti anche la difettosità del prodotto, seguita dal rischio reputazionale e da quello ambientale. Seguono le interruzioni della supply chain, le imitazioni del prodotto e, solo in fondo alla classifica, il rischio legato alle catastrofi naturali. Per la gestione dei rischi circa il 50% delle aziende si affida a un partner esterno, spesso un consulente, il 28,8% tratta direttamente con le compagnie assicurative, il 16,7% si organizza con risorse interne mentre solo il 5,2% ha un vero e proprio risk manager. Assiteca riserva una particolare attenzione a due temi di attualità: la sicurezza informatica e l’introduzione del nuovo Regolamento Europeo sulla tutela dei dati personali (GDPR). “Le aziende italiane si trovano a fronteggiare la sfida di gestire correttamente e in sicurezza i dati personali in possesso e, al tempo stesso, di generare un vantaggio competitivo dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Assiteca è pronta a lavorare al loro fianco per predisporre, organizzare ed eseguire le attività progettuali necessarie a rispondere efficacemente a tutte le esigenze. Altri servizi, poi, sono dedicati alla definizione e implementazione di piani di business continuity per garantire la continuità del business dell’impresa, allo sviluppo di soluzioni personalizzate di welfare
aziendale, alla messa a punto della migliore strategia di credit management, all’affiancamento per la realizzazione di un modello organizzativo ai sensi del D.Lgs. 231”, concludono dalla società di brokeraggio.
LA LEAN FACTORY SCHOOL® DIVENTA DIGITALE
Tablet in ogni postazione della linea di montaggio, sensori per tracciare il numero di pezzi prodotti, i tempi, la mancanza di materiale o le perdite. Sono questi alcuni degli interventi messi in campo da Bonfiglioli Consulting, società bolognese di consulenza specializzata in soluzioni predittive di organizzazione aziendale, per rendere digitale la Lean Factory School®, l’impresa-palestra nata nel 2012, con il patrocinio dell’allora Unindustria Bologna. Un investimento di circa 140mila euro grazie al quale la Lean Factory School® diventa così per i partecipanti che, armati di cacciaviti, trapani e tablet e supportati da indicatori digitali, si mettono alla prova nella risoluzione di problemi reali, l’ambiente ideale dove sperimentare anche le potenzialità delle tecnologie abilitanti della Quarta Rivoluzione Industriale. “Obiettivo della Lean Factory School® è quello di proporsi come punto di riferimento di una formazione che sappia confrontarsi con le esigenze sempre nuove delle aziende proponendo approcci e strumenti all’avanguardia, integrando e promuovendo la cultura d’impresa. Oggi, le soluzioni digitali possono essere un prezioso alleato per garantirsi la competitività sul mercato e la digitalizzazione degli strumenti Lean permette di massimizzare la loro efficacia”, racconta Michele Bonfiglioli, amministratore delegato di Bonfiglioli Consulting. Gli interventi digitali nella Lean Factory School® hanno riguardato, in particolar modo, la linea di montaggio Giovanni Sgarbi, account executive e responsabile commerciale dove ciascuna delle quattro Assiteca BSA, e Stefano Bonomi, direzione generale Assiteca BSA postazioni è stata dotata di
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tablet per le attività di instruction & input e di sistemi poka-yoke intelligenti e sull’imbustatrice su cui, oltre al tablet, son stati aggiunti alcuni sensori che permettono di tracciare il numero dei pezzi prodotti, le tempistiche, ma anche i microfermi, le perdite legate a inceppamenti o la mancanza di materiale e i cosiddetti segnali deboli, cioè i parametri soglia che non devono essere superati per il buon funzionamento della macchina, come ad esempio la pressione. “In tal modo, ogni partecipante può visualizzare le istruzioni operative e i controlli qualità in modo digitale, tutte le operazioni, incluso il tracking dei prodotti, sono monitorate, e si può organizzare la produzione e verificare l’andamento della produzione giornaliera digitalmente. In corrispondenza della linea poi, un tabellone Andon digitale mostra il Takt Time e il numero dei prodotti buoni al primo colpo. Il tutto viene poi trasferito in tempo reale nell’area di esecuzione dei Flash Meeting dove su un monitor touchscreen, tutti i dati sono raccolti, elaborati e pronti per le riunioni giornaliere di analisi e di miglioramento”, spiega Simone Polese, responsabile formazione della Lean Factory School®. Nei percorsi Lean Factory School®, una scuola dall’approccio unico, dove la teoria assorbe meno del 20% del tempo per dare spazio alla pratica, stimolare lo scambio di idee e rafforzare il valore del team, i software di Industry 4.0 sono supportati da Digibelt, una piattaforma di applicazio-
ANGELO PO, 95 ANNI DI STORIA E UN FUTURO DI GRANDI PROGETTI
Ha compiuto 95 anni nel 2017 Angelo Po, azienda nata a Carpi nel 1922 grazie alla passione e alla tenacia dell’omonimo fondatore che proprio in quell’anno aprì la sua prima bottega artigiana, e che dopo quasi un secolo di attività è ancora oggi un importante player di mercato nella progettazione e produzione delle migliori soluzioni per la ristorazione professionale. Con circa il 65% del proprio fatturato realizzato all’estero e filiali in Cina, Spagna, Francia e Stati Uniti, l’azienda fornisce non solo attrezzature top-level per i ristoranti, ma anche sistemi integrati chiavi in mano per ristorazione collettiva e grandi catene alberghiere. Da giugno 2016 Angelo Po è parte di Marmon Food, Beverage & Water Technologies, società della holding statunitense Berkshire Hathaway Inc. Le attività di Angelo Po e Marmon, che conta più di 350 impianti di produzione, distribuzione, servizio, oltre 20.000 dipendenti e che opera già nel settore della ristorazione, sono fortemente complementari, sia dal punto di vista geografico, che dal punto di vista dell’offerta. “Il processo di integrazione tra Angelo Po e Marmon procede in coerenza con gli obiettivi strategici prefissati; valori comuni quali la centralità del cliente, la passione e l’integrità hanno sicuramente velocizzato e reso più facile questo importante iter. Per quanto riguarda le linee guida per il futuro, le parole chiave sono crescita, espansione geografica e innovazione volta all’aumento delle performance dei prodotti, al risparmio energetico e alla riduzione degli sprechi nelle attività di preparazione del cibo, senza tralasciare l’aumento della digitalizzazione nelle macchine”, ha sottolineato l’amministratore delegato di Angelo Po Massimo Aleardi, in occasione di Host, il salone internazionale dell’ospitalità professionale che si è svolto a Milano lo scorso ottobre, dove l’azienda, oltre a presentare le ultime novità, ha festeggiato
il suo prestigioso anniversario. Proprio la sostenibilità è da sempre per Angelo Po la linea guida per lo sviluppo dei prodotti che si distinguono sul mercato per la massima attenzione alle normative vigenti o in fase di applicazione in tema ambientale, con l’obiettivo di ottimizzare i consumi e il risparmio energetico. Nella linea di cottura ‘ICON9000’, ad esempio, l’innovativo materiale multistrato con resistenze inglobate in brasiere e frytop elettrici garantisce elevate prestazioni anche a pieno carico con un risparmio energetico e di tempo. Nelle griglie elettriche, invece, grazie al sistema a contatto con resistenze appoggiate direttamente alla griglia, i consumi sono ridotti del 20% e la funzione ‘Easy-Wash’ per il lavaggio permette la pulizia con pochissima acqua e detergenti. Nel settore della refrigerazione, i nuovi frigoriferi ‘XCel’ hanno fluidi refrigeranti di ultima generazione amici dell’ambiente, struttura monoscocca in inox e classe climatica 5 che garantisce uniformità di temperatura e qualità della conservazione, luci led e guarnizioni tripla camera. Senza tralasciare che, in tema di pulizia e sicurezza, le attrezzature di cottura Angelo Po hanno ottenuto la certificazione ‘Disegno Igienico’ che riguarda le caratteristiche progettuali e costruttive della macchina, in relazione alla possibilità di essere facilmente pulita, sanificata e ispezionata per prevenire, eliminare o ridurre i rischi di natura igienico-sanitaria.
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ni personalizzate studiate per digitalizzare l’industria manifatturiera.
zienda del calibro di Caprari, un’eccellenza della meccanica e dell’innovazione in Italia e nel mondo”, ha affermato l’amministratore delegato di ICIM, Gaetano Trizio.
A CAPRARI LA PRIMA CERTIFICAZIONE DEL NUOVO SCHEMA ICIM È stato consegnato lo scorso ottobre a Caprari, azienda modenese leader nella produzione di pompe e soluzioni per il ciclo integrato dell’acqua, il primo certificato ICIM rilasciato in Italia secondo lo schema ‘Prodotti e componenti utilizzati a contatto con l’acqua destinata al consumo umano’. In occasione del Festival dell’Acqua di Bari, l’amministratore delegato di ICIM Gaetano Trizio ha infatti consegnato ad Alberto Caprari, amministratore delegato e direttore generale di Caprari, nonché presidente di ANIMA Meccanica in Confindustria, l’importante certificazione per le pompe sommerse, utilizzate per la captazione dell’acqua dai pozzi, che anticipa la revisione europea dei regolamenti relativi ai materiali utilizzabili negli impianti per l’acqua potabile. Il nuovo schema di certificazione ICIM si rivolge a tutti i produttori di tubazioni, pompe, valvole, serbatoi di contenimento e riscaldamento dell’acqua come anche ai costruttori di impianti e componenti per il trattamento delle acque, rubinetterie e impianti di trasformazione. Con questo schema ICIM verifica la conformità delle aziende nella progettazione e produzione dei prodotti e nella scelta dei relativi materiali per evitare ‘cessioni fuori norma’, a garanzia della qualità e salubrità dell’acqua destinata al consumo umano, cioè tutta quella relativa alla preparazione di cibi e bevande o ad altri usi domestici. Già oggi i fabbricanti sono responsabili dei controlli su tutti i prodotti impiegati nella filiera che va dalla falda acquifera al punto di erogazione e devono indicarne la conformità prima dell’immissione sul mercato (Decreto Ministeriale n.174 del 2004): ma le indicazioni possono essere disattese anche per la difficoltà che le aziende incontrano nel merito degli adempimenti, nel controllo dei processi produttivi e della documentazione che dimostri la rispondenza ai requisiti di legge.
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CARICENTO, UNA BANCA IN E-VOLUZIONE
Alberto Caprari, amministratore delegato e direttore generale di Caprari
Grazie alla certificazione ICIM, le aziende possono gestire i rischi derivanti da cessioni chimiche o fisiche e identificare la corretta rispondenza dei propri processi e dei test di laboratorio ai requisiti legislativi. Gli audit di sorveglianza annuali sul sistema di produzione e le prove di cessione su un campione dei materiali/prodotti, consentono la verifica del mantenimento del certificato ICIM nei cinque anni di validità. “L’acqua è la più preziosa risorsa per l’uomo: per noi, in Caprari, una passione quotidiana. Rispettiamo da sempre le persone e l’ambiente e scegliamo ogni giorno i migliori materiali, trasformandoli con le più avanzate tecnologie green. La certificazione ICIM riconosce il nostro modus operandi consolidato e segna una nuova fase nel rapporto, sempre più stretto, con partner e clienti utilizzatori; sia in proiezione dello sviluppo normativo e legislativo nazionale ed europeo, sia come elemento di distinzione che ci pone al vertice del livello qualitativo”, ha dichiarato durante la cerimonia di consegna Alberto Caprari. “Siamo oltremodo lieti che il primo certificato secondo il nuovo schema ICIM-Accredia sull’acqua potabile vada a un’a-
“Nell’epoca della digital disruption, del ‘tutto presto e subito, qui e adesso’, è impossibile pensare che le cose rimangano immobili e questo, noi di Caricento, lo sappiamo bene”. Così la Cassa di Risparmio di Cento, operativa fin dal 1859 con una rete di 49 sportelli distribuiti nelle province di Ferrara, Bologna, Modena e Ravenna, spiega il processo di digitalizzazione che ha attivato per rispondere alle nuove esigenze di famiglie e imprese. Già dal 2012, infatti, la banca ha avviato numerosi progetti per favorire il percorso di digitalizzazione dei processi interni e dei servizi offerti alla clientela. Il primo passo è stato potenziare le funzionalità dell’internet banking, migliorando l’applicazione per l’accesso alla banca virtuale tramite smartphone, e contestualmente installare in tutte le filiali le tavolette per la firma grafometrica, che ha consentito di raccogliere oltre il 70% dei contratti in formato digitale. “La nostra realtà bancaria è da sempre molto attenta alle esigenze della clientela e questo valore si rispecchia nel percorso di E-voluzione intrapreso in questi anni. Ci sentiamo co-artefici di un cambiamento culturale ed è per questo che stiamo lavorando, a partire dal nostro interno, facendo
ANN MAX, CINQUANT’ANNI VISSUTI INTENSAMENTE
Una grande festa dedicata a tutti i collaboratori e un volume celebrativo confezionato appositamente per l’occasione. Così lo scorso 26 ottobre ha scelto di celebrare il cinquantesimo anniversario Ann Max, impresa modenese specializzata nella produzione, distribuzione e valorizzazione di abbigliamento, da sempre abile nel cogliere i mutamenti di tendenza della moda e del mercato innovando i propri prodotti con idee e tessuti all’avanguardia. Alla giornata di festa, che si è svolta presso la sede dell’azienda in via Baccelliera a Modena, hanno preso parte, tra gli altri, Anna Maria Vandelli, presidente del Consorzio attività produttive e assessore del Comune di Modena, Valter Caiumi, vicepresidente di Confindustria Emilia Area Centro, e il giornalista Alberto Crepaldi, autore del volume ‘Ann Max. Cinquant’anni di una grande famiglia’. A fare gli onori di casa, Enzo Colombini, fondatore dell’azienda: “Sono stati cinquant’anni vissuti intensamente, perché nei primi venti di questa avventura c’era da rincorrere una domanda che pareva insaziabile e negli anni sono intervenute, più e più volte, trasformazioni radicali accelerate da una competizione globale agguerrita, che siamo stati capaci di affrontare non smettendo mai di innovare e puntando sempre sulla qualità delle nostre produzioni”. Dal garage accanto all’abitazione del fondatore, nel 1967, al laboratorio di via Saluzzo, nel 1971, passando per il primo stabilimento produttivo a San Damaso, nel 1974, e approdando all’attuale sede costruita in una zona industriale assegnata dal Consorzio aree produttive, la storia cinquantenaria di Ann Max è caratterizzata da continue trasformazioni: l’avvicendarsi delle differenti sedi ha infatti sempre accompagnato evoluzioni organizzative, di processo e di prodotto.
“La nostra prima svolta è stata quella dei Pirenei, un tessuto garzato, leggero e caldo che abbiamo lanciato sul mercato negli anni Settanta dopo mesi di studi e che è divenuto il cuore della nostra produzione per giubbotti e felperia”, ha ricordato Colombini. Negli anni Ottanta, poi, con l’ingresso in azienda della seconda generazione, avvenne una piccola rivoluzione: di pari passo con una radicale riorganizzazione commerciale venne avviato un processo di informatizzazione aziendale che consentì di mettere a punto una regia unica per tutte le funzioni aziendali, riducendo diseconomie e aumentando la produttività e la qualità dei capi. Un ulteriore passaggio cruciale fu rappresentato, negli anni Novanta, dalla decisione dei Colombini di dare vita a una produzione di maglieria. Quel passo e la continua propensione all’innovazione dei Colombini consentirono all’azienda di implementare la penetrazione nei mercati esteri e di aprire le porte a tre importanti trasformazioni: la produzione in proprio dei tessuti, per la quale si resero necessari importanti investimenti in macchinari e personale specializzato, la successiva scoperta di un prodotto, la lana cotta, che divenne il cavallo di battaglia delle produzioni Ann Max, e il lancio sul mercato del dettaglio di una propria griffe, Maria Bellentani, che nel giro di pochi anni ha generato, in Italia e all’estero, un business inaspettato che oggi rappresenta l’80% del fatturato. “La forza di Ann Max è stata anche quella di aver concepito l’organizzazione aziendale come una grande famiglia: una piccola comunità, più che un’impresa fatta da rigide gerarchie”, racconta Crepaldi. Una grande famiglia che progressivamente sarà portata avanti dalla terza generazione Colombini, entrata in azienda negli ultimi anni.
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crescere i nostri dipendenti attraverso corsi di formazione dedicati al digitale e puntando su un gruppo di giovani risorse che si impegnano attivamente per innovare la nostra banca, mettendo le necessità dei clienti al centro di tutte le nostre iniziative”, aggiungono da Caricento. La strategia di alfabetizzazione digitale della banca prende il via dalla consapevolezza che anche la clientela si sta evolvendo: per questo motivo sul sito di Caricento sono a disposizione tutorial e guide e, nell’estate 2017, è stato avviato un progetto pilota che prevede figure dedicate all’affiancamento della clientela per l’utilizzo dei servizi digitali all’interno delle filiali. Il percorso di E-voluzione, poi, è passato attraverso l’apertura di canali social come Facebook e LinkedIn, che rappresentano, per Caricento, un forte cambiamento nel modo di comunicare. La pagina Facebook si è rivelata per la banca una strategia fondamentale per diffondere la brand awareness, favorire il dialogo e dare assistenza a tutti coloro che utilizzano gli strumenti digitali a disposizione. L’esercizio di ascolto attivo nei confronti della clientela ha portato ad ottimi risultati anche in termini di vicinanza al territorio, sempre protagonista di tutte le iniziative di Caricento. “Siamo molto soddisfatti dei traguardi che abbiamo raggiunto in questi anni. Andando incontro alle nuove esigenze della clientela i risultati sono stati premianti. Nei primi sei mesi del 2017, infatti, i download della nostra applicazione CRCento SmartBank sono aumentati del 30% e il trend si dimostra positivo e in crescita. In Caricento abbiamo interpretato la digitalizzazione
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in un modo nuovo, senza creare distanza. L’E-voluzione digitale è stata un veicolo che ci ha permesso di avvicinarci ancora di più ai nostri clienti, ai quali diamo supporto in un modo nuovo, diretto e immediato”, concludono da Caricento.
CARPIGIANI SBARCA A FICO E COLLEZIONA TRAGUARDI Un grande spazio per diffondere la cultura del gelato artigianale all’interno di Fico Eataly World, il più grande parco agroalimentare del mondo, e un anniversario importante da festeggiare. Ha più di un motivo per guardare al futuro con slancio e ottimismo Carpigiani, azienda di Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna, che da sempre rappresenta l’eccellenza tecnica delle macchine per la produzione di gelato all’italiana. Dal 15 novembre scorso è infatti possibile scoprire tutta la tradizione del gelato artigianale nell’area curata da Carpigiani Gelato University e Gelato Museum Carpigiani all’interno di Fico, in cui i 200 metri quadri a disposizione dell’azienda sono stati suddivisi in laboratorio, gelateria e aula corsi per permettere ai visitatori di scoprire come nasce il gelato “dal campo alla coppetta”. I corsi, prenotabili online, sono due: “Come si fa il sorbetto?”, un workshop introduttivo dedicato alle basi della gelateria con assaggio finale, e “Prepara il tuo primo gelato”, un corso più avanzato nel quale i partecipanti possono creare un vero e proprio gusto partendo dagli ingredienti preferiti.
Il laboratorio è completamente a vista e ogni giorno è possibile ammirare i gelatieri al lavoro secondo il metodo classico della lavorazione artigianale italiana. All’interno gli ultimi modelli della tecnologia Carpigiani: Pastomaster HE e Pasto XPL P, per il processo di pastorizzazione delle miscele a base di latte e uova, i maturatori Age XPL, che permettono alla miscela di addensarsi naturalmente, con i giusti tempi e in maniera del tutto igienica in modo da produrre un gelato più fine e cremoso, e i mantecatori della linea HE, dalle altissime prestazioni e con un risparmio energetico del 30%. In dotazione anche Turbomix, l’emulsionatore da tavolo, l’intramontabile montapanna e il piccolo mantecatore Labo 8 12. La gelateria, che offre ogni giorno 24 gusti e una deliziosa produzione di pasticceria di gelato, è gestita dalla rinomata Pasticceria Palazzolo, nata nel 1920 a Cinisi, in provincia di Palermo, sotto la direzione del maestro Santi Palazzolo. Tra i motivi di orgoglio per Carpigiani, poi, il traguardo raggiunto da Carpigiani Gelato University, che nel 2018 celebra i 15 anni dalla fondazione dopo un anno accademico 2016/2017 senza precedenti, che si è concluso con l’inaugurazione di due nuove sedi: una a Zandhoven, in Belgio, e una a Vernon Hills, Chicago, negli Stati Uniti. Il progetto culturale, nato nel 2003 per sostenere lo sviluppo delle gelaterie nel mondo e diffondere l’educazione al piacere e al gusto del gelato artigianale italiano, oggi vede la partecipazione di circa 7.000 studenti ogni anno agli oltre 400 corsi che si svolgono nel main campus di Anzola dell’Emilia e nel-
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le altre 12 sedi internazionali. Tra le nuove proposte formative per il 2018, i corsi di Foodservice Professionals a Londra, il programma studiato per i professionisti della ristorazione e del catering, e il corso “Gelato per i produttori di latte” pensato per agriturismi, fattori e aziende casearie che avranno l’opportunità di apprendere come valorizzare le proprietà del latte di produzione e diversificare il proprio business con il gelato. Tanti appuntamenti dedicati alla pasticceria e alla gelateria in collaborazione con la Carpigiani Gelato Pastry University di Tokyo e nuove date anche per i moduli dedicati ai professionisti del gelato che vogliono differenziarsi dalla concorrenza con ricette che mirano al benessere: “Gelati Probiotici/Prebiotici e Ipocalorici”, “Gelato Funzionale: 100% Vegetale e Smart Food” e “Gelati a basso indice glicemico”.
CENTRO SOFTWARE ENTRA DA PROTAGONISTA IN INDUSTRY 4.0 Trasformare le aziende nelle fabbriche del futuro. Questa la missione di Centro Software, società leader nello sviluppo di ERP di ultima generazione con sede a San Pietro in Casale, in provincia di Bologna, che dallo scorso anno è entrata a pieno titolo nel mondo Industry 4.0 con il suo nuovo ERP capace di dialogare in tempo reale con gli impianti produttivi. Una serie di convegni dedicati al tema dell’Industria 4.0 per le imprese di medie dimensioni, organizzati in collaborazione con il Politecnico di Milano e con il Dipar-
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timento Tecnologie innovative del Canton Ticino, ha messo in luce il forte interesse delle imprese emiliane e lombarde per questo tipo di innovazione. “Il successo di questi eventi ha dimostrato che le imprese sono già pronte per affrontare la 4a rivoluzione industriale, un cambiamento epocale che coinvolge tutti i processi produttivi, dalla materia prima al mercato finale. Centro Software lavora da anni non solo per ottimizzare la gestione dei processi interni all’azienda ma anche il dialogo con l’intera catena produttiva e distributiva, e quindi con il mercato, le reti di agenti, i tecnici esterni, le filiali e la filiera dei fornitori, in tutto il mondo. L’unico tassello che mancava era l’interconnessione in tempo reale con gli impianti dei reparti di produzione, ossia il dialogo diretto con le macchine, e ora siamo all’avanguardia anche in questo”, spiega Lorenzo Battaglini, amministratore delegato della società emiliana. Proprio per consentire alle imprese di approcciare nel modo più semplice il percorso verso Industry 4.0, Centro Software ha progettato la “Black Box C4”, una scheda elettronica che consente al software gestionale di comunicare in tempo reale con gli impianti di produzione per gestire l’avanzamento degli ordini, la qualità e la manutenzione preventiva, offrendo quindi l’opportunità di completare il raggio di azione di un ERP che già contiene al suo interno la gestione integrata di CRM, acquisti, produzione, magazzini, logistica, servizi, portali web, amministrazione e controllo di gestione. La scheda elettronica è uno dei numerosi plus che Centro Software offre ai propri clienti e partner, confermando la sua naturale missione di fornire alle imprese soluzioni organizzative nuove e tecnologicamente all’avanguardia. “Sono almeno quattro i motivi per cui una azienda che
vuole proiettarsi velocemente nel futuro dovrebbe scegliere Centro Software: 1) il nostro è attualmente l’ERP funzionalmente più completo e tecnologicamente più avanzato: in particolare nel segmento PMI manifatturiere non temiamo confronti; 2) forniamo servizi di altissima qualità, con tecnici e consulenti certificati che operano su tutto il territorio nazionale sia in modo diretto che attraverso una rete di oltre 50 partner: formazione, help desk, supporto di video corsi per tutte le funzioni aziendali, nonché servizi di consulenza applicativa e direzionale, per mettere insieme la nostra professionalità con le specifiche conoscenze delle imprese clienti; 3) un rapporto prezzo / qualità ineguagliabile, con condizioni commerciali vincenti non solo nel breve periodo ma anche per gli sviluppi degli anni successivi; 4) un parco clienti in tutti i principali settori: meccanico, automazione, elettrico/elettronico, alimentare, chimico/farmaceutico, medicale, automotive, commercio e servizi, e per ognuno di questi settori il nostro ERP dispone di configurazioni già pronte, il che ci consente di dimezzare i tempi di go-live rispetto ai prodotti concorrenti”, conclude Battaglini.
CERAMICA SANT’AGOSTINO PRESENTA LA LINEA PATCHWORK Una raccolta di mattonelle in piccolo formato, pensata per decorare ambienti residenziali o spazi commerciali, a parete o pavimenti, attraverso stilemi grafici e abbinamenti cromatici che si rifanno,
BERNINI FESTEGGIA QUARANT’ANNI DI “CREATTIVITÀ” Il 2017 ha rappresentato una tappa importante per Bernini. L’azienda di Carpi, dal 1977 specializzata nel settore del labelling per abbigliamento a 360 gradi, ha infatti celebrato il proprio quarantesimo anniversario dalla fondazione. Realtà familiare fondata da Mauro Bernini, tuttora al timone, a cui si è presto affiancata la moglie Grazia Chiurato e che nel 2003 ha visto l’ingresso anche della figlia Giulia Bernini, oggi responsabile commerciale, l’azienda si occupa della progettazione, produzione e distribuzione di un’ampia serie di accessori e dettagli personalizzati che, oltre all’etichetta e al cartellino, sono per eccellenza i prodotti deputati all’identificazione di un capo. “In questi quarant’anni il valore e la funzione dell’accessorio hanno conosciuto una grande evoluzione. Negli anni Settanta e Ottanta etichetta e cartellino erano meri elementi distintivi, servivano solo ‘a dare un nome’ al capo o, al massimo, ad attribuire una connotazione di italianità: in quel periodo le esigenze in termini grafici e di prodotto erano minime. Man mano che la moda si è fatta esperienza più che esigenza, bene effimero ed emozionale piuttosto che primario e necessario, ecco che la funzione del labelling ha assunto una maggiore importanza. Ciò che conta oggi è stupire il cliente suscitando emozioni e creando appeal intorno a un brand”, evidenziano dall’azienda, ricordando il periodo in cui sono avvenuti la nascita e il trionfo del packaging e di tutti quegli elementi di abbellimento e contorno che sono oggi imprescindibili in un capo. Dopo aver curato l’ideazione e la progettazione, che vengono seguite dal reparto stilistico e che rappresentano i punti di forza dell’azienda, Bernini si occupa direttamente di tutte le fasi di lavorazione dei prodotti: dall’approvvigionamento della materia prima alla realizzazione di tutti quegli elementi che contribuiscono a conferire ad ogni accessorio la propria unicità e che spaziano dalle stampe tradizionali alle tecniche più avanzate, quali serigrafie spessorate e con rigonfianti, rilievi plastici, alte frequenze, ricami 3D, laserature, etichette e patch termoadesivi e tessiture jacquard di ultima generazione, tra cui la nuova tessitura con trattamento comfort.
reinterpretandone la tradizione in chiave contemporanea, alle cementine. Si chiama “Patchwork” ed è la nuova linea di piastrelle in gres porcellanato che Ceramica Sant’Agostino, realtà aziendale ferrarese leader del settore a livello internazionale, con cinquant’anni di esperienza alle spalle, ha lanciato nel corso del Cersaie 2017. “I soggetti delle cementine, nate in Francia nei primi decenni del ’900, si suddividono ancora oggi in ‘floreali’ e ‘geometrici’, se-
Bernini sostiene inoltre con convinzione il proprio impegno nell’impiego di materiali eco-sostenibili, filati naturali e rigenerati, tecniche di stampa ad acqua e lavorazioni a basso impatto ambientale, in coerenza con la propria filiera produttiva e con i propri fornitori di materie prime, tra i più importanti del settore, ed è attenta alle tematiche etico-sociali, nel rispetto delle quali affida alcune fasi delle proprie lavorazioni a cooperative sociali e partecipa attivamente a progetti solidali e benefici, anche in collaborazione con alcuni clienti. “Seguire il cliente nel mondo della moda significa anche occuparsi del prodotto e della ricerca, poiché oggi il labelling è parte integrante di una collezione e di un capo. Nel nostro modus operandi non siamo solo fornitori di accessori, ma anche partner attivi nelle scelte stilistiche del cliente: questo approccio ci permette di vantare oggi la collaborazione con importanti nomi che hanno fatto la storia del nostro distretto e, aggiungo con orgoglio, della moda nazionale. Con questa consapevolezza, ci rivolgiamo al futuro nell’intento di proseguire in questa direzione e migliorarci sempre più”, spiega Giulia Bernini.
condo le due tendenze culturali che erano allora dominanti: rispettivamente, quella Liberty e Art Déco, sviluppatasi tra il 1910 e il 1920, e quella futurista, caratteristica degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso”, spiegano da Ceramica Sant’Agostino. La linea Patchwork si articola in tre serie distinte, Black&White, Classic e Colors, ognuna delle quali caratterizzata da basi di colore e soggetti decorativi differenti che spaziano fra suggestioni geometriche
e floreali, forme essenziali o complesse, bilanciamenti visivi di vuoti e di pieni, motivi da posare singolarmente o all’interno di composizioni multiple. “Si tratta di una linea talmente ricca e completa da incontrare ogni gusto estetico e ogni esigenza di arredo, per spazi come il bagno, la cucina, la zona giorno, fino a locali pubblici quali ad esempio caffetterie, ristoranti e negozi”, aggiungono da Ceramica Sant’Agostino. La produzione dell’impresa ferrarese è da
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sempre estremamente trasverimpianto produttivo di Solignano di Mosale e l’alto contenuto estetico, dena, con forni a recupero di calore, a fine così come le elevate prestazio2016 abbiamo anche incrementato la proni tecniche dei suoi prodotti, duzione, portandola a 7.8 milioni di metri sono il risultato di strategiche quadri all’anno”, continua Barbari. scelte aziendali improntate alla Ceramiche Piemme ha chiuso il 2016 con ricerca di una qualità totale, un fatturato di 104 milioni di euro, in auche coinvolga l’intero sistema mento su quello del 2015, che si è attestato produttivo. Ceramica Sant’Aa quota 96.3 milioni, registrando una cregostino impiega tecnologie inscita a due cifre dell’export verso mercati novative nella costante ricerca quali Stati Uniti, Medio Oriente ed Estredi nuove declinazioni espressimo Oriente, mentre il mercato italiano ve del materiale ceramico, per ha visto un incremento del 6% rispetto al prodotti di alto design realizzati 2015. Grazie al forte traino del mercato stanel pieno rispetto delle più setunitense e alla crescente stabilità di quello Massimo Barbari, amministratore delegato di Ceramiche Piemme vere normative per la salvaguareuropeo, l’azienda punta oggi sui due mardia dell’ambiente. “Essere un’azienda all’a- Con l’ingresso in azienda dell’ammini- chi che ne hanno fatto la storia, Ceramivanguardia, oggi, significa avere una precisa stratore delegato Massimo Barbari, infatti, che Piemme e Valentino, per accrescere la responsabilità sociale nella costruzione di Ceramiche Piemme ha rinnovato il mana- propria competitività sul pubblico di fascia un futuro sostenibile e migliore per tutti”, gement, attivato collaborazioni con desi- medio-alta e sui grandi progetti internaziosottolineano ancora dall’azienda. gner internazionali e lavorato sulla propria nali. In questo senso, la crescente consapevolez- gamma prodotti per presentarsi al Cersaie za del consumatore ha spinto e ispirato Ce- 2017 potendo contare sul restyling comramica Sant’Agostino a dimostrare il pro- pleto anche del marchio Valentino, brand prio impegno e garantire i propri prodotti d’alta moda di cui l’azienda è licenziataria CHIMAR CREA adottando anche strumenti volontari come esclusiva dal 1977 per il settore ceramico. L’IMBALLAGGIO SMART dichiarazioni ambientali, etichettature, cer- “I buoni risultati economici sono dovuti E SOSTIENE L’ALTA FORMAZIONE tificazioni di prodotto e sistemi di gestione alla crescita dell’export, che rappresenta per aziendali (attualmente secondo ISO 9001 noi l’85% del fatturato totale, ma anche a e OHSAS 18001, in via di sviluppo anche un importante travaso di fatturato dal con- La spedizione nell’epoca dell’Industria 4.0? secondo ISO 14001). EcoQuality, poi, è to terzi alla vendita a marchio. Con l’intro- Necessariamente smart. Parola di Chimar, un complesso programma d’azione messo duzione di una più sofisticata tecnologia azienda di Limidi di Soliera, in provincia di a punto dall’azienda per coordinare tutti gli digitale per l’intero ambito della decorazio- Modena, leader nella fornitura di soluzioni sforzi rivolti ad operare nel totale rispetto ne, poi, è nata anche l’esigenza di ripensare integrate di logistica industriale. Anche il delle più rigide normative europee ed in- alla gamma da un punto di vista culturale settore degli imballaggi, infatti, deve adeternazionali di tutela dell’ambiente, delle e del design”, spiega Massimo Barbari. Le guarsi alla rivoluzione tecnologica in atto: persone e dei consumatori. nuove collezioni, tra le quali Uniquestone per farlo, Chimar ha progettato e realizzato o Incipit Valentino, sono infatti il frutto di una continua ricerca sui materiali e sulle tecnologie digitaCERAMICHE PIEMME, li: i motivi stampati sulla superUNA CRESCITA CONTINUA ficie ceramica mirano a ricreare nel dettaglio l’effetto materico dei Buoni risultati economici, un significativo diversi materiali a cui le collezioni incremento della capacità produttiva e una si ispirano. competitività sempre maggiore sui mercati “Il piano industriale che negli internazionali. È un periodo positivo per scorsi anni ha coinvolto la nostra Ceramiche Piemme, storico marchio fon- azienda è stato tra i più impordato nel 1962 a Maranello, in provincia di tanti nel distretto di Sassuolo e Modena, e specializzato nella produzione oggi Ceramiche Piemme è saldadi pavimenti e rivestimenti ceramici, che mente posizionata sull’efficienza e dal 2015 sta vivendo una svolta importante sull’innovazione di prodotto. Insia in termini di rebranding che di crescita troducendo il ciclo semicontinuo sul mercato. all’interno del nostro moderno Marco Arletti, amministratore delegato di Chimar
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di gestire tutte le informazioni relative al prodotto imballato. “Il software può in realtà essere utilizzato come un vero e proprio applicativo per la gestione completa della spedizione. È infatti possibile caricare immagini e documenti riguardanti la specifica spedizione e tutte le informazioni rimangono a disposizione del cliente finale. Grazie a Spylog completiamo la nostra offerta con uno strumento innovativo che integra la catena logistica, partendo dal fine linea del nostro cliente fino
a destinazione, attraverso i nostri servizi di gestione materiali, progettazione e produzione imballaggi e confezionamento”, spiega Marco Arletti, amministratore delegato di Chimar. L’innovazione nei servizi logistici e la maggior soddisfazione del cliente sono da sempre gli obiettivi che guidano Chimar nel suo percorso di crescita. Per questo, tra l’altro, l’azienda ha scelto di sostenere l’alta formazione promuovendo, con l’Università di Bologna, una borsa di dottorato sul
CAVOUR CORPORATE FINANCE FESTEGGIA 30 ANNI DI ATTIVITÀ Centotrenta operazioni di finanza straordinaria e numerosi progetti e mandati di consulenza in tutti i settori industriali e dei servizi. Sono i successi che hanno costellato i primi trent’anni di Cavour Corporate Finance, che dal 1987 si propone come partner di lungo periodo per tutte le esigenze di finanza straordinaria dei propri clienti, cercando di instaurare un rapporto di collaborazione basato su professionalità e fiducia reciproca. Prima M&A boutique in Emilia-Romagna, costituita da professionisti indipendenti e specializzati, Cavour Corporate Finance ha iniziato la propria attività all’interno della sede di via Farini, a Bologna, con il nome di Cavour Finanziaria e ancora oggi rappresenta la M&A boutique di riferimento sul territorio per la consulenza alle piccole e medie imprese, in particolare per quanto riguarda le operazioni cross-border, pari alla metà di quelle complessivamente andate a buon fine. “Ci rivolgiamo alle PMI e ai grandi gruppi industriali con servizi qualificati e personalizzati di consulenza per operazione M&A, ovvero cessioni e acquisizioni domestiche e cross-border, consulenza strategica e finanziaria per la preparazione alle operazioni straordinarie e alla quotazione in Borsa, per ristrutturazioni societarie, valutazioni di aziende e di asset, operazioni con i private equity e venture capital”, spiega Antonio Zecchino, presidente di Cavour Corporate Finance. Tra i clienti della società di consulenza per le operazioni concluse spiccano importanti aziende bolognesi ed emiliane quali Ima, Arcte, Ravaglioli, Motovario, ViaBizzuno, Cefla, Ferretti Group, Macron, Best Union, Caprari Group, WP Lavori, IpeCavalli - Visionnaire, Elettric 80, altre società italiane come Mapei Group, Teamsystem, Colorificio San Marco, Pierrel Group, Al-
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batros, Tesmec, Morellato, GI Group, Trenkwalder Italia, Arval Italia, Poltrona Frau, Cavagna Group, DMO Group, e prestigiosi gruppi multinazionali stranieri come Wurth, Dana Corp.,Yale Securities, Smurfit Group, Belden CDT, Masco, Umeco, Dentsply. Per loro Cavour mette in campo le migliori risorse di cui dispone, potendo contare su un network internazionale di contatti con società di consulenza M&A, banche di affari, fondi di investimento e gruppi internazionali con i quali coltiva rapporti consolidati da ormai trent’anni. “Manteniamo relazioni di partnership con i membri dei maggiori network mondiali di M&A. Tra questi, ad esempio, IMAP - International network of M&A Partners - costituito nel 1973 e presente con 60 uffici in tutto il mondo, di cui siamo stati membri esclusivi per l’Italia dal 2000 al 2013, e GGI/GCG il nuovo network a cui si è unita Cavour, formato da circa 500 primari studi di commercialisti ed avvocati e 40 Corporate Finance boutiques”, sottolinea Antonio Zecchino. Proprio in virtù delle numerose partnership estere, la società di consulenza bolognese si definisce un partner “glocal”, potendo garantire un approccio customizzato e competenze locali in tutto il mondo. “Altra caratteristica fondamentale di Cavour Corporate Finance è quella di avere un ‘blend’ perfetto di partner con competenze specifiche di finanza e altri con importanti competenze industriali, in modo da fornire al cliente un servizio consulenziale a 360 gradi nelle operazioni di finanza straordinaria”, concludono dalla società, che negli ultimi mesi ha chiuso quattro operazioni, di cui una nel settore retail e tre nel manufacturing. Di particolare rilievo, poi, l’assistenza offerta al Gruppo Mapei per due recenti acquisizioni in Messico e in Colombia.
tema “Advanced tools for operations and logistics planning in global supply chain” (Strumenti avanzati per le operations e la logistica nella filiera globale). Il programma di ricerca, attivo dallo scorso novembre, si articola nello sviluppo di modelli, metodi e tecnologie di supporto alla progettazione, pianificazione, gestione e controllo delle operation e della logistica nei sistemi produttivi, riservando una particolare attenzione al material handling, allo stoccaggio e al trasporto. “Il dottorato con l’Università di Bologna conferma la nostra strategia di open innovation. Questo percorso triennale garantirà una relazione continuativa con lo straordinario bacino di competenze universitarie che, unite al know-how di Chimar, permetteranno di offrire ai nostri clienti progetti innovativi e servizi all’avanguardia”, commenta Marco Arletti. Le attività del dottorato sono destinate ad integrarsi con quelle di ricerca e trasferimento tecnologico promosse dal Warehousing Center dell’Università di Bologna, che vanta una storica esperienza di ricerca applicata alla logistica intra ed extra-stabilimento e collaborazioni con enti di ricerca internazionali e numerose aziende dei più svariati settori. “Purtroppo questo genere di progetto viene raramente sostenuto dalle aziende private. Chimar ha invece saputo intravedere il valore unico di una simile iniziativa a beneficio della ricerca, della crescita della propria azienda e della collettività intera”, sottolinea Riccardo Manzini, direttore del Warehousing Center.
CSAI E IL NUOVO REGOLAMENTO UE SULLA PRIVACY Grande successo di pubblico per il seminario che Csai, società bolognese di consulenza che dal 1990 opera in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambiente, sistemi di gestione aziendale, formazione, certificazioni di qualità e rapporti con le pubbliche amministrazioni, ha organizzato lo scorso 9 novembre all’interno della propria sede di via Castiglione. Dopo due incontri dedicati al tema del
marketing relazionale, il convegno, dal titolo “Nuovo regolamento europeo sulla privacy: cosa cambia per le aziende?”, è stato il terzo appuntamento di un ciclo di seminari gratuiti pensati da Csai al fine di creare, avvalendosi dei propri professionisti, dei momenti di confronto e approfondimento dedicati al mondo imprenditoriale. Nel corso della giornata non è mancato, inoltre, uno spazio per alcune preziose analisi da parte di Arianna Pettazzoni, vicepresidente della Camera Civile di Bologna “Alberto Tabanelli”, e Juri Monducci, esperto di tutela dei dati personali e diritto penale dell’informatica, autore di numerose pubblicazioni scientifiche in materia di privacy e nuove tecnologie nonché curatore, insieme a Giovanni Sartor, de ‘Il codice in materia di protezione dei dati personali: Commentario sistematico al D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196’. “Il Regolamento Privacy dell’Unione Europea entrerà in vigore il 25 maggio 2018 ed interverrà con particolare pregnanza anche nell’organizzazione della privacy delle imprese, sotto diversi profili: in particolare, imporrà loro di aggiornare la modulistica privacy in uso mediante integrazione dell’informativa e del consenso al trattamento dei dati”, hanno evidenziato Monducci e Pettazzoni. Come è emerso nel corso del seminario, la nuova normativa, che affida alle aziende responsabilità quali la valutazione di impatto e il registro dei trattamenti, obbliga inoltre i titolari che svolgono trattamenti di dati su larga scala alla nomina del cosiddetto Data Protection Officer, una figura presente ormai da anni nei paesi anglosassoni che fungerà da punto di contatto tra gli interessati, il garante, gli incaricati e il titolare,
prestando consulenza continuativa a favore di quest’ultimo. “Ciò che più sta spaventando il mondo dei titolari e dei responsabili del trattamento sono le sanzioni previste dalla regolamentazione, che potranno arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato per impedire ai soggetti economicamente più forti di ovviare al rispetto delle norme privacy grazie al proprio patrimonio. Non si deve però pensare che il regolamento UE porterà i titolari a ingessare ancora di più la propria organizzazione privacy, perché lo stesso è anche finalizzato a ‘liberalizzare’ la circolazione dei dati tra i Paesi dell’UE che non saranno più considerati Stati stranieri”, hanno aggiunto Pettazzoni e Monducci. Incentivata dal successo dell’incontro e forte delle collaborazioni illustri che può vantare, Csai intende organizzare corsi di formazione per la figura del Data Protection Officer: “In previsione della corsa all’adeguamento normativo che presumibilmente si intensificherà a ridosso della data di entrata in vigore del decreto, data l’importanza, la complessità del tema e le sanzioni previste mi sento di invitare le aziende a muoversi per tempo nella scelta dell’esperto da cui farsi affiancare”, sottolinea Marzia Zambelli, presidente di Csai.
EMILIANA SERBATOI, TRA FIERE INTERNAZIONALI E NUOVI PRODOTTI È stato un autunno denso di novità, ma soprattutto proiettato verso il futuro, quello che ha vissuto Emiliana Serbatoi, azienda modenese leader in Italia e in Europa nel settore dei serbatoi e sistemi di stoccaggio che trovano applicazione negli ambiti dell’agricoltura, del movimento terra, dell’edilizia, della cantieristica in genere e del garage equipment. Il marchio modenese guidato da Gian Lauro Morselli, infatti,
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ha partecipato a diverse e importanti fiere e presentato diversi nuovi prodotti di spicco che hanno ampliato la gamma. Partendo da questi ultimi, ha appena debuttato il serbatoio in polietilene da 3mila litri “GIANTank”, un prodotto realizzato in risposta alle esigenze del mercato di cisterne in plastica di elevata capacità che allarga in maniera importante l’offerta di serbatoi in plastica. Come spiegano dall’azienda “si tratta di una soluzione innovati-
Il presidente di Emiliana Serbatoi Gian Lauro Morselli
va per lo stoccaggio e l’erogazione di ampie quantità di gasolio: GIANTank abbina la robustezza del materiale a una capacità considerevole, offrendo una opportunità di ultima generazione per tutte le necessità di rifornimento di gasolio”. Al fianco di GIANTank, di recente è stata presentata la linea di Emilsprayer, serbatoi per uso esterno (da 30 a 980 litri) dedicati alla nebulizzazione di pesticidi per l’agricoltura e in generale liquidi non infiammabili: pensati sia per l’uso domestico sia per quello professionale, sono idonei per il trattamento delle aree verdi (alberi, erbacce, linee di recinzione e altre aree isolate) oltre che per la disinfestazione. Entrambi i prodotti sono stati lanciati in occasione delle ultime fiere internazionali alle quali Emiliana Serbatoi ha partecipato a settembre e ottobre. Dopo
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aver preso parte al forum internazionale per l’AdBlue®/Urea Integer a San Antonio, in Texas, negli Usa e alla fiera internazionale delle macchine, impianti e tecnologie per la filiera agricola Agrilevante a Bari, oltre alla manifestazione Farete organizzata da Confindustria Emilia a Bologna, a novembre è stato il turno di Agritechnica ed Ecomondo. Ad Agritechnica ad Hannover, nella Bassa Sassonia tedesca, uno dei principali eventi mondiali dedicati all’agricoltura e ai macchinari per il settore primario, l’azienda di Campogalliano si è presentata con uno stand pressoché raddoppiato rispetto al passato e con i nuovi serbatoi in risalto. Pochi giorni prima lo staff di Emiliana Serbatoi aveva partecipato alla fiera internazionale dell’ecologia Ecomondo, a Rimini, confermandosi un espositore storico di questa kermesse che punta al bacino del Mediterraneo. In entrambi gli appuntamenti Emiliana Serbatoi ha presentato la propria proposta di serbatoi e sistemi di stoccaggio, trasporto e distribuzione del carburante, oltre che di sistemi di controllo e gestione dei rifornimenti. Una proposta sempre più ricca e articolata che le permette di soddisfare le richieste dei clienti da tutto il mondo grazie a un settore export in continua crescita che ha raggiunto il 50% delle quote di mercato in una decina d’anni. L’azienda festeggerà nel 2018, quando verrà anche completato l’ampliamento degli stabilimenti di Campogalliano, i suoi primi 35 anni di attività. Cultura del lavoro, rete di vendita, avanguardia tecnologica e assistenza tecnica sempre puntuale sono i centri nevralgici di un’impresa capace di affermarsi e crescere a livello internazionale, ma che ha scelto di mantenere un legame indissolubile con il proprio territorio. E l’identità della quale resta ancorata a valori forti condivisi con tutti i collaboratori.
ESSELLE GROUP VERSO NUOVI ORIZZONTI Il continuo aggiornamento è il più importante presupposto per la crescita aziendale. Con questo spirito Esselle Group, impresa di Novi di Modena da oltre dieci anni specializzata nella realizzazione di impianti elettrici, meccanici e tecnologici sia per uso domestico che commerciale, ha scelto di partecipare a “Elettricittà 2017”, la terza edizione della fiera biennale dedicata alla filiera del comparto elettrico, che ha richiamato a Bergamo centinaia di espositori, professionisti del comparto elettrico, progettisti, impiantisti e installatori offrendo loro l’opportunità di incontrarsi, fare rete e scoprire le soluzioni tecnologiche più innovative nei rispettivi campi di interesse. La storia di Esselle Group è iniziata nel marzo del 2007 e da allora ha vissuto una importante crescita grazie all’esperienza decennale nel settore impiantistico, dovuta all’elevata professionalità tecnica da sempre ricercata. Con un organico di 20 dipendenti tra tecnici specializzati, staff amministrativo, commerciale e la collaborazione di un nuovo socio, Carlo Berto, l’azienda oggi fornisce un servizio integrato e mirato alle specifiche esigenze dei clienti nei settori privato, industriale e pubblico. Grazie a questa efficiente struttura Esselle Group si contraddistingue per il modello organizzativo moderno, che con profonda esperienza e grande professionalità garantisce un servizio di alta qualità. L’azienda offre un servizio chiavi in mano che garantisce al cliente di avere un unico interlocutore al quale commissionare i la-
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CBM, MEZZO SECOLO DI EVOLUZIONE TECNOLOGICA
Festeggiamenti doppi in casa CBM, azienda modenese che dal 1967 si occupa della progettazione, produzione e fornitura di primo equipaggiamento di sistemi di sollevamento, movimentazione e traino delle attrezzature portate da trattori agricoli. L’impresa capogruppo di CBM Group, che comprende aziende produttive in Italia, Polonia e India, ha infatti dedicato due eventi alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della propria fondazione. Il primo appuntamento, istituzionale, ha coinvolto nel maggio scorso le autorità cittadine, gli enti bancari e gli studi professionali che hanno accompagnato la crescita e l’evoluzione tecnologica dell’azienda. Erano presenti i clienti che hanno permesso lo sviluppo internazionale del Gruppo e tutto lo staff di CBM Modena, di Mita Oleodinamica di Tregnago, in provincia di Verona, di CBM Polska, a Lublino, in Polonia, e di Mita India a New Dehli. La seconda occasione per festeggiare si è invece presentata in ottobre, quando CBM ha aperto le proprie porte per un Family day dedicato ai dipendenti e ai loro familiari, che hanno avuto così l’opportunità di visitare le diverse zone produttive dello stabilimento modenese, i laboratori e gli uffici. In onore dell’importante anniversario è stato poi realizzato il volume “CBM 50 anni”, a cura di Olimpia Nuzzi, autrice, ex docente degli istituti superiori di Modena, giornalista radiotelevisiva in rubriche storico-culturali, consulente dell’associazione culturale “Amici del Corni” ed esperta di storia industriale modenese. “Il volume ripercorre le tappe evolutive di CBM intrecciandole con la storia della città in cui è stata fondata. Il nostro desiderio era quello di offrire a tutti l’opportunità di conoscere una storia imprenditoriale che da mezzo secolo contribuisce alla ricchezza economica di Modena e a far conoscere Mode-
na nel mondo”, sottolineano dall’azienda. In occasione dei cinquant’anni di attività, inoltre, la sede di via Gazzotti è stata ampliata raggiungendo, dagli 11.200 metri quadri di partenza, i 24.000 complessivi. L’imponente ristrutturazione ha permesso di perfezionare la logistica, creare aree più adeguate alle esigenze dei nuovi macchinari e di tecnologie all’avanguardia, migliorare gli ambienti di lavoro e renderli più sicuri e confortevoli. Tra le numerose novità, un capannone è stato destinato alle macchine per la filettatura, una seconda struttura alla manutenzione, al deposito e alla movimentazione dei materiali e dei prodotti e un terzo spazio al deposito dei prodotti finiti e pronti per la spedizione. È stata poi rinnovata la zona che ospita il montaggio dei prodotti finiti ed è stata creata ex-novo un’area dedicata al parcheggio dei dipendenti. Un nuovo showroom, infine, presenta ai visitatori l’esposizione dei prodotti CBM e comprende anche una zona museale dove è possibile osservare l’evoluzione tecnologica dell’azienda in questi suoi primi 50 anni.
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vori, eliminando le inefficienze dovute ai problemi di coordinamento tra le varie unità lavorative, riducendo pertanto i tempi di attesa tra una fase di lavorazione e l’altra. In particolare, Esselle Group si occupa di assistenza muraria agli impianti (tracce, scanalature, muratura delle apparecchiature, ecc.), impianti elettrici, idraulici, di riscaldamento e condizionamento, telecamere a circuito chiuso, solare termico, fotovoltaico e automazione; il tutto eseguito sempre secondo i più alti standard qualita-
tivi e nel rispetto delle normative vigenti in materia di salute e sicurezza. L’azienda, da sempre molto attenta a rimanere al passo con i tempi grazie a continue innovazioni e alla partecipazione alle più illustri fiere di settore, ha nel tempo saputo instaurare rapporti diretti e consolidati con case fornitrici di materiale elettrico, idrico sanitario e in tema di sicurezza e, grazie alla collaborazione con importanti fornitori, è inoltre in grado di proporre nuove tecnologie e prodotti a marchio CE.
EUROSYSTEM E INDUSTRIA 4.0 PARTNERSHIP E CASE HISTORY Come può un’azienda di consulenza informatica non interessarsi di Industria 4.0 e IoT? Eurosystem ha risposto a questa domanda acquisendo, come nuova divisione specializzata, OPT Solutions, società di ingegneria di Pescara con sedi anche a Milano, Bologna e Bari. “Abbiamo portato all’interno del gruppo Eurosystem il know-
CENTERGROSS, 40 ANNI DI SUCCESSO INTERNAZIONALE Lavoro in team, cooperazione e capacità di fare rete. Sono i valori che, fin dalla sua fondazione, sono alla base del successo internazionale del Centergross, il principale distretto europeo per il fast fashion made in Italy, che nel 2017 ha celebrato i quarant’anni dall’inaugurazione. A coronamento dei festeggiamenti, l’importante polo commerciale ha organizzato, lo scorso novembre, una due giorni di eventi, conclusa dal convegno “Sistema Emilia-Romagna - L’importanza di saper fare squadra”. Moderato da Antonio Farnè, capo redattore del TGR Emilia-Romagna, l’incontro ha visto la partecipazione di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, Marco Monesi, consigliere delegato della Città Metropolitana di Bologna, Enrico Postacchini, presidente dell’Aeroporto Marconi di Bologna, Antonino Rotolo, prorettore dell’Alma Mater Studiorum, Andrea Segrè, presidente della Fondazione Fico e del Caab, e Marco Spinedi, presidente di Interporto Bologna. Ad aprire la giornata Stefano Bonaccini: “È una grande soddisfazione per la Regione Emilia-Romagna vedere realtà come questa: solida e in crescita, dopo quarant’anni di attività. Qui la capacità di fare squadra trova piena attuazione ogni giorno. Anche la Regione, d’altronde, crede fortemente nel valore del dialogo e della condivisione: in Emilia-Romagna e al Centergross si torna a scommettere sulla possibilità di fare impresa e lavorare. E con il progetto della Fashion Valley in partenza, le istituzioni affiancheranno questo Distretto e le altre realtà del comparto nel loro impegno per la crescita e l’internaziona-
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lizzazione”. Moltissimi, poi, gli spunti emersi nel corso degli interventi, accomunati da un grande ottimismo per il futuro e dalla consapevolezza di operare all’interno di un territorio in cui la ricerca di collaborazione e la volontà di fare squadra sono fortemente radicate nel tessuto imprenditoriale così come nelle relazioni con le istituzioni. L’unità e lo sforzo condiviso per il raggiungimento di un comune obiettivo di eccellenza sono infatti stati al centro delle parole con cui Lucia Gazzotti, presidente del Centergross, ha commentato l’importante anniversario: “Siamo molto orgogliosi del traguardo raggiunto. La due giorni è una celebrazione del passato ma anche del futuro: oggi voglio ringraziare tutti coloro che sono qui e che lavorano per l’affermazione del Centergross ma anche tutti coloro che non sono più tra noi e che con la loro forza ci hanno condotti a essere un’eccellenza. Come migliore augurio per il futuro voglio citare Papa Francesco, che ci invita a riportare la fraternità al centro della nostra società. Il Centergross è nato e cresciuto su questo principio e le aziende che ne fanno parte ne sono un esempio: solo tramite la collaborazione, la trasparenza e il coraggio continueremo a essere un punto di riferimento per il business sia in Italia che nel mondo”. L’incontro si è infine concluso con l’auspicio, condiviso da tutti i relatori presenti, che il tavolo di approfondimento sul futuro del territorio metropolitano bolognese diventi un appuntamento periodico fisso, magari da tenersi nuovamente al Centergross.
how e il portafoglio di un’azienda che pro- bilità delle scorte effettive. Questa automaduce soluzioni MES (Manufacturing Exe- zione del processo ne massimizza la reddicution System) e APS (Advanced Planning tività, ottimizzandolo e gestendo situazioni & Scheduling), sistemi determinanti nel che esulano dagli standard. A completare perseguimento dei principi dell’Industria il quadro di crescita in questo settore, an4.0. È proprio in questo modo che Eurosy- che la partnership con Stoorm5, azienda di Bologna di prodotti e servizi di stem è entrata ufficialmente nel mondo Internet of Things che permettono della produzione industriale Enterprise monitoraggio e controllo real-time per la schedulazione della produzione”, di dispositivi remoti, da singole spiega Gian Nello Piccoli, presidente macchine industriali a intere di Eurosystem. catene produttive. Il software di OPT Solution per la Con Stoorm5, Eurosystem pianificazione e schedulazione della porta avanti un progetto che produzione, “PlanetTogether APS”, ha l’obiettivo di favorire la risponde alla necessità di ottimizzadigitalizzazione del processo re le attività di produzione in caso di di produzione, ad oggi anaumento della complessità del procora cartaceo, attraverso un cesso, mancanza di coordinamento e software per l’Industria 4.0 che di comunicazione tra i diversi reparti, si integra con il sistema gestioinefficienze, il tutto unito al bisonale esistente e permette Gian Nello Piccoli gno di prevedere o simulare evenpresidente di Eurosystem di “far parlare le macchituali scenari futuri. “Worker”, ne”. L’operatore, infatti, invece, è la soluzione MES per viene assistito direttamente dalle macchine il controllo e l’analisi dell’andamento prodi lavorazione attraverso quello che viene duttivo, un software per l’informatizzaziodefinito gateway IoT, un terminale per far ne del processo di controllo e avanzamencomunicare macchina e uomo: il gateway to, dalla fase di acquisizione degli ordini di lavoro da parte del sistema gestionale sino si interfaccia con la macchina per trarne i all’analisi e alla costificazione delle attività dati di produzione e mostrarli a video all’operatore, che può interagire in tempo redi fabbrica svolte. “Questa nuova divisione di Eurosystem ci ale e reperire quindi dalla macchina tutte permette di affiancare le aziende nel pro- le informazioni necessarie (tempi, prezzi, cesso di avvicinamento all’Industria 4.0, consumi). dotandole degli strumenti tecnologici necessari. È il caso di una nota impresa di mobili e componenti d’arredo del bologne- FASHION RESEARCH ITALY, se che, a causa di ritardi nella produzione e saturazione degli impianti, ha visto venir INAUGURATA L’ACCADEMIA meno la puntualità nelle consegne e la per- DELLA MODA dita di alcune vendite, a cui andavano ad aggiungersi costi produttivi elevati ed ec- Una fondazione al servizio della moda, nata cessivi sovraccarichi causati da un’incapaci- con l’obiettivo di valorizzare uno dei settori tà di gestione dei cambiamenti rispetto agli chiave del sistema economico-produttivo standard della produzione. nazionale e di contribuire, Abbiamo aiutato l’impresa, già in possesso attraverso la formazione di un gestionale, nel migliorare quello che degli addetti del comparera un aspetto carente, ovvero la pianifica- to, alla competitività della zione della produzione dotandola di uno filiera moda. È Fashion schedulatore PlanetTogether APS”, conti- Research Italy, che lo scornua Piccoli. so 21 ottobre ha inauguCon questo sistema di schedulazione intel- rato ufficialmente i propri ligente è possibile pianificare la richiesta di spazi in via del Fonditore, future forniture e generare programmi di a Bologna, all’interno delproduzione rispetto alle capacità e disponi- la storica sede de La Perla
che oggi, completamente rinnovata, ospita aule didattiche, laboratori, archivi di textile design e libri e spazi espositivi per un totale di 7.000 metri quadri. Ad aprire la conferenza “Moda 4.0, le sfide della filiera e il ruolo dell’alta formazione” organizzata per la giornata di inaugurazione, che ha visto la partecipazione tra gli altri di Virginio Merola, sindaco di Bologna, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e Francesco Ubertini, magnifico rettore dell’Università di Bologna, è stato Alberto Masotti, ex patron de La Perla e presidente di Fashion Research Italy: “La nostra è una fondazione no-profit che vuole dare un contributo tangibile alle piccole e medie imprese del settore moda. Dobbiamo essere molto previdenti se non vogliamo che queste realtà, che hanno rappresentato tanto per il made in Italy, perdano la loro competitività e venga meno così un patrimonio preziosissimo. Auspico un salto culturale delle aziende verso fusioni di rete, uno sviluppo della formazione e quindi un cambio gestionale e una sempre più costruttiva vicinanza delle associazioni imprenditoriali e delle istituzioni, che devono credere e investire significativamente nel mondo delle manifatture di moda per salvaguardare imprese e occupazione”. In occasione dell’inaugurazione è stata inoltre allestita la mostra-dossier “Out of Archives. Moda e contromoda dagli anni Sessanta a oggi”, workshop finale del percorso formativo degli studenti della prima edizione del master di Design&technology for fashion communication di FRI. Il progetto, che si snoda nelle quattro aree tematiche Denim, Remake, Esotico e Stampa, è nato con l’intento di dare visibilità al ruolo svolto dagli archivi di moda nel processo creativo, aprendo alla riflessione sulla loro
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funzione di custodi del passato e inesauribile fonte d’ispirazione per aziende e designer. Esperienza unica nel panorama nazionale, FRI è un polo didattico: la mission è quella di supportare il comparto nell’era della smaterializzazione dei beni innescata dalla rivoluzione digitale attraverso la formazione di professionisti e imprenditori di oggi e di domani. La formazione, infatti, rappresenta uno degli asset fondamentali per garantire la competitività delle piccole e medie imprese del settore. FRI è anche un polo archivistico: la conservazione e la valorizzazione della memoria sono il fondamento dell’evoluzione tecnologica, e a tal fine la Fondazione custodisce archivi fisici e digitalizzati di settore. FRI è infine un polo di innovazione e ricerca: per accompagnare e stimolare il cammino delle piccole e medie imprese verso l’evoluzione digitale, la Fondazione ospita il Punto Innovazione (P.IN), un “catalizzatore” in grado di facilitare l’incontro fra domanda e offerta di strumenti, soluzioni e professionalità di eccellenza per traghettare le realtà del territorio e non solo nell’Industria 4.0, e di fornire un concreto contributo d’innovazione al loro business. Per info: www.fashionresearchitaly.org e il blog Fashion Journal www.fashionresearchitaly.org/fashion-journal/
FONDERIA SAN POSSIDONIO CRESCE E INVESTE SULLA FORMAZIONE Sono stati dieci i diplomati che hanno partecipato al corso di formazione per la qualifica di “Tecnico di fonderia su isole robotizzate” promosso lo scorso ottobre da Fonderia San Possidonio, azienda modenese che fa parte del gruppo Mazzucconi. Il progetto ha previsto 300 ore totali di formazione, di cui 180 di aula e 120 di stage in azienda, avvalendosi anche della consulenza di prestigiosi docenti dell’Università di Padova. “È un progetto molto importante, per noi la formazione delle risorse umane è fondamentale. Abbiamo infatti la necessità di avere al nostro interno figure professionali
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altamente formate con competenze specifiche, personale che difficilmente riusciamo a trovare sul mercato del lavoro” dichiara Roberto Spagnolo, direttore di stabilimento. Metà dei ragazzi che hanno frequentato il corso verranno assunti in apprendistato. Questo non è il primo progetto di formazione che Fonderia San Possidonio promuove: nel corso degli ultimi due anni, infatti, l’azienda ha organizzato diversi corsi per diplomati che hanno permesso l’inserimento in azienda di nuove figure professionali e, nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro, sono state attivate strette collaborazioni con istituti tecnici e professionali del territorio modenese come l’Itis Galileo Galilei di Mirandola e il Leonardo da Vinci e l’Ipsia Vallauri di Carpi. Fonderia San Possidonio fa parte del gruppo Mazzucconi, che da più di un secolo opera nel settore della fusione e della lavorazione dei metalli e nel 2017 ha fatturato 170 milioni di euro. Il gruppo ha sede a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, e può contare su sette stabilimenti produttivi in Italia, oltre a una sede di rappresentanza a Monaco di Baviera, in Germania. Mazzucconi realizza getti in lega di alluminio, fusi in conchiglia a gravità o a bassa pressione e in pressofusione, lavorati meccanicamente e poi assem-
blati. La produzione è interamente dedicata all’automotive ed è destinata ad alcuni tra i più grandi gruppi operanti nel settore. La sede di San Possidonio si estende su una superficie produttiva di 10.000 metri quadrati e, dal 2010 a oggi, ha raddoppiato il numero di dipendenti superando le 200 unità. All’interno dello stabilimento, in cui si utilizza una tecnologia di fusione a bassa pressione, sono presenti quattro moderne isole robotizzate governate da Plc. L’85% della produzione è rivolta all’export e tra i clienti principali ci sono i più prestigiosi marchi del settore automotive: Bmw, Porsche e Fca. In particolare, per Bmw la produzione riguarda il basamento motori, con 250.000 pezzi prodotti all’anno, mozzi ruota e cardano; per Porsche l’azienda produce in serie bracci sospensione e mozzi ruota, mentre per Fca fornisce mozzi ruota per i modelli Alfa. Fonderia San Possidonio rappresenta per il gruppo Mazzucconi un’unità produttiva strategica: nel biennio 2015-2017 sono stati investiti 15 milioni di euro per l’ampliamento della sede e la
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modernizzazione degli impianti in un’ottica di industry 4.0. Nel processo produttivo sono state recentemente impiegate le anime inorganiche, capaci di ridurre del 98% le emissioni in atmosfera legate alla presenza di residui dopo la combustione. Attualmente la Fonderia San Possidonio è certificata per il settore automotive con la IATF 16949; ISO 14001 per la gestione ambientale; OHSAS 18001 per la gestione della sicurezza sul lavoro.
NASCE GELLIFY, LA PIATTAFORMA DI INNOVAZIONE PER IL B2B Nel mese di settembre 2017 ha fatto il proprio ingresso ufficiale, proprio nella sede di Confindustria Emilia Area Centro a Bologna, un nuovo attore dell’ecosistema italiano dell’innovazione. Si chiama GELLIFY ed è la prima piattaforma di innovazione dedicata al B2B in grado di connettere e contaminare le aziende tradizionali e le PMI, ossatura portante del nostro sistema-Paese, con le startup software digitali. Il nome del nuovo ecosistema di crescita con quartier generale a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, e una sede a Milano, deriva dal parallelismo tra gli stati della materia e il ciclo di vita di una startup. GELLIFY seleziona e investe infatti in startup allo “stato liquido”, cioè di first stage financing, accompagnandole, attraverso il processo brevettato di “gellificazione”, al raggiungimento della “fase solida”, lo stadio maturo in cui le startup raggiungono alti livelli di autonomia e profittabilità. Tale processo prevede lo sviluppo di competenze, sistemi e processi organizzativi tipici delle aziende strutturate. “GELLIFY vuole accelerare l’evoluzione in chiave digitale delle aziende tradizionali, attraverso la connessione e la contaminazione virtuosa con le startup più disruptive che si affacciano sul mercato. Per innovare è indispensabile oggi un’apertura verso l’ecosistema digitale, apertura che richiede la trasformazione e la creazione di nuovi ruoli e aree organizzative. Con GELLIFY le aziende potranno avere un partner del cambiamento”. Queste le parole del CEO Fabio Nalucci
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che ha un recente passato nella direzione di i4C Analytics, software vendor di soluzioni advanced analytics per settori industriali come il manifatturiero, venduto nel 2014 ad Accenture. È proprio Accenture, ora partner principale di GELLIFY, a confermare il proprio impegno per l’innovazione digitale del tessuto imprenditoriale del Paese. Nalucci aggiunge che si è scelto di puntare sull’Emilia-Romagna proprio perché l’attività della piattaforma si concentrerà sul settore manifatturiero, che nel territorio emiliano ha una significativa rappresentanza, per portare i driver dell’Industria 4.0 (big data, IoT, intelligenza artificiale, cyber security) all’interno delle PMI che a differenza dei grandi gruppi non hanno la forza e le competenze per attuare in autonomia la trasformazione digitale. Con l’obiettivo di supportare il settore manifatturiero nella trasformazione digitale è stata creata la business unit “Air” per favorire l’adozione da parte delle aziende tradizionali di un approccio di open innovation che non sia “a macchia di leopardo” e per connetterle con le startup più virtuose del network di GELLIFY. GELLIFY “Air” sarà anche il soggetto promotore della nascita di startup su richiesta (on demand), cioè progetti speciali d’impresa che rispondano a esigenze specifiche di medie e grandi aziende già attive sulla piattaforma GELLIFY. “Abbiamo già riscontrato un certo entusiasmo e avviato progetti interessanti con diverse PMI italiane che hanno compreso il valore della contaminazione tra le competenze e l’esperienza specifiche dei settori industriali in cui operano e le startup B2B che hanno grande ca-
pacità di creare valore tramite la rivoluzione digitale” ha aggiunto Michele Giordani, managing partner e founder di Gellify. Si tratta di un’opportunità per le PMI da cogliere in fretta, tenendo conto dei benefici fiscali che il Governo ha introdotto per le imprese che investiranno in nuove tecnologie, quali software e applicativi, workstation digitali per migliorare la produzione industriale e piattaforme innovative.
GOLDONI, RILANCIO FIRMATO ARBOS E NUOVO ENGINEERING CENTER Un centro d’eccellenza R&D e testing dove le migliori idee possano prendere forma. È il nuovo Engineering center ARBOS che, inaugurato lo scorso 5 ottobre alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni del territorio e della stampa, ha preso forma all’interno del rinnovato stabilimento di Migliarina di Carpi, in provincia di Modena, già sede storica della Goldoni, a sottolineare
la rinascita di un’azienda che, dopo anni di crisi, può guardare con fiducia al futuro da quando, nel dicembre 2015, è entrata a far parte di ARBOS Group, controllata dalla cinese Tianjin Lovol Heavy Industry Co. Ltd. Traguardo dopo traguardo, dunque, Goldoni, storico brand modenese nato nel 1926 come azienda familiare e specializzato nella produzione di macchine agricole ad alto valore tecnologico, è oggi parte integrante del progetto globale di ARBOS Group insieme alla MaterMacc di San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, e riscrive la propria storia contribuendo agli importanti risultati del Gruppo, la cui previsione di fatturato 2017 supera gli 80 milioni di euro. Disposto su una superficie di 3.100 metri quadrati, il nuovo centro occupa 57 ingegneri organizzati secondo una struttura matriciale per lo sviluppo delle piattaforme prodotto e dei centri di competenza (motore-trasmissione-cab&bonnet-idraulica ed elettronica). La nuova struttura sorge dall’unione del preesistente Engineering center Goldoni e dal completo trasferimento (di strutture e competenze) di Lovol EU Engineering, dove, nel precedente quinquennio, sono stati sviluppati tutti i modelli ARBOS da pieno campo. I lavori di ampliamento hanno visto nascere un nuovo piano uffici da 500 metri quadrati e un’estensione notevole dell’area testing, che si distingue per la modularità e la modernità delle strutture: suddivisa in sette aree, consente la completa analisi ‘al banco’ delle componenti chiave di una macchina agricola. Ulteriore e significativo elemento di novità è il nuovo assetto della sede produttiva che, realizzato secondo le moderne logiche di lean manufacturing, mira ad ottimizzare la produzione, aumentarne l’efficienza e garantire la sicurezza sul lavoro. L’intervento di esperti in logistica e la progettazione di soluzioni innovative per il manufacturing hanno infatti portato alla ridefinizione e alla razionalizzazione completa dei processi logistici interni dell’azienda. “La presenza di speciali carrelli con ‘Kit trattore’ personalizzati e di reparti di pre-assemblaggio fuori linea con stazioni di collaudo sono solo alcuni esempi delle strategie adottate
COMINTEC, DANTE CAVALLI CELEBRA 50 ANNI DI ATTIVITÀ Cinquant’anni di successi nel mondo dei componenti per la trasmissione meccanica. Sono quelli che Dante Cavalli, fondatore e amministratore unico di ComInTec, Componenti Industriali Tecnici, ha celebrato lo scorso 23 settembre con una giornata di festeggiamenti nella prestigiosa cornice del Golf Club & Resort Casalunga di Castenaso che ha coinvolto le autorità locali, i rappresentanti delle associazioni di categoria, clienti, fornitori e dipendenti. L’azienda di Villanova di Castenaso, in provincia di Bologna, è infatti nata nel 1967 come officina conto lavoro produttrice di componenti per la trasmissione meccanica con il nome di OMC dall’iniziativa di Dante Cavalli che, arrivato a Bologna da Castel Guelfo in cerca di un lavoro da operaio, decise di mettersi in proprio. Ad affiancare e supportare Dante Cavalli nei suoi cinquant’anni di attività ci sono stati prima la moglie Luisa e oggi i figli, Francesca e Fabio. Al principio l’azienda realizzava di tutto e lavorava quasi esclusivamente per conto terzi. Dal 1989, poi, ha iniziato a sviluppare la propria prima gamma di componenti per la trasmissione meccanica, ottenendo una decina di brevetti in undici anni e pian piano raggiungendo i mercati esteri partecipando a fiere di settore. Un nuovo percorso sancito anche dal cambio, nel 2010, della ragione sociale in ComInTec. L’azienda ha negli anni messo a frutto la propria esperienza e il proprio know-how e si è specializzata nella progettazione e produzione di soluzioni di alta qualità quali organi di trasmissione, limitatori di coppia, giunti di sicurezza, giunti elastici, giunti a lamelle, giunti senza gioco, pulegge variabili, pulegge espandibili, collari di fermo, collari a morsetto. Oggi ComInTec realizza componenti speciali, indispensabili nella produzione di macchine automatiche e macchine con trasmissioni a movimento meccanico, che permettono di connettere la trasmissione, evitare sovraccarichi accidentali, ridurre i tempi di fermo macchina, aumentare la produttività e ridurre i costi di riparazione e manutenzione. ComInTec, che occupa attualmente 25 dipendenti all’interno del proprio stabilimento di 1.500 mq, prevede per il 2017 un incremento del giro di affari pari al 12%. L’azienda ha chiuso il 2016 con un fatturato di oltre 3 milioni di euro (di cui circa il 2% impiegato in ricerca e sviluppo), in crescita del 9% sull’anno precedente. I principali mercati esteri, Europa e Asia, fruttano a ComInTec circa il 55% del fatturato globale.
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per ottenere un mix produttivo flessibile, lo snellimento dei tempi di consegna, l’intercambiabilità degli addetti e una maggiore qualità del prodotto. L’applicazione delle strategie lean factory hanno inoltre permesso di riorganizzare due linee di montaggio trasmissioni e una di montaggio trattori”, sottolineano da ARBOS Group. Fiore all’occhiello della nuova vita dell’azienda, poi, è il nuovo magazzino, realizzato grazie all’importante contributo dei fondi regionali del progetto “Sfinge” che, unitamente a un ulteriore investimento del Gruppo ARBOS, hanno reso possibile la creazione di una nuova area logistica e un ridimensionamento del sistema di stoccaggio, movimentazione e asservimento delle linee di produzione. Potendo dunque contare su soluzioni finalizzate al significativo aumento della capacità produttiva, alla riduzione delle scorte e delle tempistiche relative alla logistica, alla maggiore sicurezza ed ergonomia degli operatori e all’aumento degli spazi disponibili, Goldoni e ARBOS Group si preparano ad affrontare il futuro con la chiara missione di fornire soluzioni globali nel campo delle macchine agricole.
IL GRAND HOTEL MAJESTIC TRA I 70 MIGLIORI HOTEL EUROPEI Da più di venticinque anni l’autorevole Readers’ Choice Award di Condé Nast Traveler premia gli hotel che maggiormente incarnano gli ideali di eleganza, raffinatezza, esclusività e capacità di emozionare una clientela ricercata. Realtà come il Grand Hotel Majestic “già Baglioni” di Bologna, a cui lo scorso novembre è stato assegnato il Condé Nast Johansens Awards 2018 per l’Europa. L’unico cinque stelle Lusso di Bologna è infatti stato selezionato e inserito tra i 70 migliori hotel europei membri di The Leading Hotels of the World, un’organizzazione internazionale che riunisce il gotha delle strutture più prestigiose al mondo.
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Tra gli elementi qualificanti del Grand Hotel Majestic individuati da Condé Nast, le proposte del ristorante “I Carracci”, tre forchette Michelin, che offrono un’esperienza esclusiva da vivere tra dipinti e affreschi quattrocenteschi; le suite, ispirate a celebri artisti e musicisti italiani, ornate di sete preziose, marmi, mosaici e dipinti del Settecento; la storia dell’edificio, un palazzo progettato da Alfonso Torregiani nel XVIII secolo e costruito per ordine del cardinale Lambertini, divenuto poi Papa. “Attraverso questo importante riconoscimento internazionale l’hotel si qualifica come uno dei tasselli più interessanti del ‘mosaico Bologna’, città in fase di rilancio turistico, segnalata quest’anno da TripAdvisor, unica italiana, tra le dieci città emergenti d’Europa”, sottolineano dal Grand Hotel Majestic, che già alcuni mesi fa era stato designato ‘Best for meetings’, altro premio firmato Condé Nast Johansens. A pochi passi da Piazza Maggiore, il Majestic ben si presta quale luogo di partenza ideale per esplorare Bologna, cuore della food valley italiana, scrigno di tesori artistici e luogo culturalmente vivace. Al suo interno si trovano testimonianze storiche e artistiche di grande rilievo come il “Camerino d’Europa”, un capolavoro dei fratelli Carracci, opera originale del XVI secolo, e il tratto di pavimentazione dell’epoca imperiale romana visitabile al piano inferiore. L’hotel è sempre stato al centro della vita culturale di Bologna, promuovendo le arti e avvicinandole al pubblico: in cento anni di storia ha aperto le sue porte a ospiti prestigiosi, sovrani, politici, premi Nobel e star del cinema. Se ieri è stata sede della celebre mostra-blitz di Tommaso Marinetti, habitué dell’hotel, oggi organizza al suo interno
concerti, mostre, eventi legati al mondo del cibo”, spiegano dal Grand Hotel Majestic. Da non dimenticare, poi, le proposte culinarie ispirate alla tradizione locale e al tempo stesso innovative elaborate da Claudio Sordi, brillante executive chef e regista di appuntamenti come il brunch domenicale. Oltre alla location prestigiosa e al servizio di grande qualità un valore aggiunto si trova nella professionalità delle persone che quotidianamente dedicano attenzione per rispondere alle esigenze della clientela, a partire dal direttore Tiberio Biondi che festeggia quest’anno 30 anni di attività al Grand Hotel Majestic.
GRUPPO SYSTEM, FRANCO STEFANI È IMPRENDITORE DELL’ANNO 2017 Imprenditore dell’anno 2017. Questo il prestigioso titolo di cui è stato insignito, nell’ambito del Premio Ernst & Young, Franco Stefani, presidente del Gruppo System, realtà modenese leader nel settore delle automazioni industriali di processo fondato nel 1970 e presente in 25 Paesi in tutto il mondo. Proclamato vincitore per la categoria ‘Digital Transformation’, una delle più significative in gara non solo per quanto riguarda il panorama manifatturie-
Franco Stefani, presidente del Gruppo System
FAVA, FESTA DOPPIA PER 80 ANNI DI QUALITÀ Festeggiare un ottantesimo compleanno è già di per sé un traguardo significativo, ma festeggiarne due è un caso più unico che raro. Lo sa bene Fava Impianti per Pastifici, impresa di Cento, in provincia di Ferrara, tra le eccellenze nel mondo della produzione di impianti per la pasta, che lo scorso 1° dicembre ha celebrato l’ottantesimo anniversario della propria fondazione e, contestualmente, il compleanno di Enrico Fava, presidente dell’azienda. La grande festa, organizzata dalla figlia di Enrico Fava, Emanuela, ha richiamato presso il PalaCavicchi del Grand Hotel Bologna di Pieve di Cento, alle porte di Bologna, quasi 500 invitati: amici e collaboratori, dipendenti ed ex dipendenti, ma anche Riccardo Maiarelli, vicepresidente di Confindustria Emilia Area Centro, Fabrizio Toselli, sindaco di Cento, Cristiana Fantozzi, presidente della Fondazione Caricento, Carlo Alberto Roncarati e Ivan Damiano, rispettivamente presidente e direttore generale di Caricento, riuniti per rendere omaggio all’illustre dinastia imprenditoriale. In prima linea a festeggiare gli importanti traguardi raggiunti, i tre figli di Enrico Fava: Luigi, amministratore delegato e direttore generale di Fava, Emanuela, che si occupa dell’area comunicazione dell’azienda, e Riccardo, amministratore delegato e direttore generale di Baltur, realtà centese, dal 1950 specializzata nella produzione di soluzioni intelligenti per il riscaldamento, la climatizzazione e le applicazioni industriali e di processo. “Seppur tra le sfide e le difficoltà che il mercato sottopone continuamente, da tre generazioni Fava Impianti per Pastifici cavalca una lunga onda caratterizzata da una significativa crescita e da molti successi commerciali. Nel 2007 avevamo chiuso l’esercizio con un valore della produzione di circa 57 milioni di euro, nel
2016 abbiamo raggiunto 99 milioni di euro, in assoluta controtendenza rispetto alla crisi generalizzata che ha caratterizzato questo periodo. È grazie alla tecnologia più avanzata che contraddistingue i nostri prodotti, ad un apprezzato plafond servizi e a un’ottima reputazione guadagnata sul campo che abbiamo affrontato con successo molte sfide”, ha dichiarato Luigi Fava in apertura della serata di festeggiamenti.
Era il 1937 quando Augusto Fava, padre di Enrico e capostipite della dinastia Fava, progettò e brevettò le prime macchine capaci di essiccare in continuo il prodotto, aprendo le porte all’automazione dell’industria pastaria. Da allora la mentalità industriale, la passione per il lavoro e l’amore per la famiglia hanno portato l’impresa centese a centrare numerosi e importanti traguardi. La strategia aziendale di Fava, sempre tesa al miglioramento, è caratterizzata da significativi investimenti in ricerca e sviluppo e ha visto negli anni anche una importante riorganizzazione dei processi produttivi, tesa a renderli sempre più snelli ed efficienti per garantire un elevato standard qualitativo. “Abbiamo saputo fare dell’affidabilità e della qualità innovativa dei nostri prodotti il nostro punto di forza, sviluppando soluzioni tecnologiche all’avanguardia: siamo molto orgogliosi, ad esempio, dell’impianto per produrre pasta corta con la capacità produttiva record di 12.000 kg/h, che mette a tavola 6 milioni di persone ogni giorno. Oggi possiamo contare su 275 dipendenti ed esportiamo le nostre macchine per la pasta in tutti i continenti”, ha concluso Enrico Fava.
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ro italiano, ma anche per l’intero scenario internazionale, in virtù dell’importanza che il nuovo paradigma della fabbrica digitale ha assunto negli ultimi anni, Stefani è stato premiato nel corso di una cerimonia che si è svolta lo scorso 9 novembre a Palazzo Mezzanotte, a Milano, alla presenza delle più importanti eccellenze dell’imprenditoria italiana. A selezionare i vincitori dell’edizione 2017, una giuria presieduta da Gianni Mion, presidente di Fila e di Space3, e composta da personalità di spicco del mondo economico, istituzionale e accademico, che ha così motivato il conferimento a Stefani: “Per giocare un ruolo da protagonista nella creazione della smart manufacturing; per essersi affermato come leader mondiale nel digitale industriale, attraverso una nuova idea di fabbrica, dove si mettono a punto soluzioni all’avanguardia per un’industria flessibile, connessa e globale, in cui al centro vi è l’interazione uomo-macchina; per aver creato un gruppo di aziende internazionali, mettendo in atto partnership e sinergie importanti che consentono di affrontare le costanti sfide del mercato”. “Essere il vincitore della categoria Digital Transformation significa essere i fautori di un nuovo paradigma industriale e culturale. Per noi la trasformazione digitale è iniziata già negli anni ’80 e ha interessato sia i nostri stabilimenti produttivi, sia le soluzioni innovative che offriamo al mercato mondiale. I nostri siti produttivi sono un esempio d’eccellenza manifatturiera e vengono presi come riferimento nel mondo, e la nostra impresa rappresenta uno dei più importanti player a livello internazionale nell’automazione industriale di processo. Dobbiamo tutto questo alla nostra capacità di trovare soluzioni radicali mai viste prima, al piacere di fare squadra, alla volontà di affermarci e alla prontezza al cambiamento: siamo degli innovatori di processo. Dedico il Premio Ernst & Young alla mia famiglia, a mia moglie, alle mie figlie e ai miei nipoti e al tempo che non ho potuto dedicare loro, poiché questa meravigliosa avventura industriale, che continua da oltre 45 anni, mi ha assorbito completamente”, ha dichiarato Franco Stefani al momento della consegna del premio.
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Nel 2017 Franco Stefani è stato insignito anche del Premio Fermo Corni, un importante riconoscimento che ogni anno viene assegnato dall’associazione Amici del Corni a un personaggio modenese illustre ex-allievo dell’istituto scolastico F. Corni, che si è particolarmente distinto nel mondo industriale, scientifico, sociale ed economico.
IMPRIMA VOLA ALTO INSIEME A 3M ITALIA “Voliamo alto”: questo lo slogan della giornata di incontro, socializzazione e presentazione delle idee più innovative nate in casa Imprima con cui l’azienda di Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara, specializzata nella produzione di etichette totalmente personalizzate secondo i più aggiornati standard grafici, ha scelto di raccontarsi lo scorso 22 settembre ai propri migliori clienti, nel corso di un evento organizzato in collaborazione con la divisione adesivi e nastri di 3M Italia, di cui Imprima è Gold Converter e partner storico. La giornata, ricca di contenuti, ha richiamato rappresentanti di aziende manifatturiere del centro-nord Italia riconosciute
leader a livello internazionale e collaboratori dei più svariati settori: riscaldamento, refrigerazione, elettrodomestici, automotive, biomedicale, automazione, illuminazione e fitness, così come produttori di motori, pompe, motoriduttori, condensatori ed elettrovalvole. Ad accogliere i numerosi ospiti, una maestosa mongolfiera, a simboleggiare la voglia di scoprire cose sempre nuove e di guardare avanti perseguendo obiettivi ambiziosi dell’azienda ferrarese. L’appassionata narrazione della storia di Imprima è stata affidata al titolare Leo Ingrosso, che ne ha ripercorso i più importanti passaggi a partire dalla fondazione, nel 1979, fino all’evoluzione nell’attuale Gruppo Imprima. Ampio spazio, poi, è stato dedicato alla descrizione delle specializzazioni dell’azienda: tra queste, la produzione di etichette durevoli, etichette sleeve, moduli combinati TPL (Tracking Performance Labels), stampanti e nuovi sistemi RFID (Radio-Frequency IDentification). “La partnership storica con 3M Italia ha, sin dai nostri primi anni, fortemente contribuito allo sviluppo del carattere innovativo e della qualità delle nostre proposte”, dichiara Leo Ingrosso. L’azienda milanese, che si occupa di innovazione, ricerca e pro-
FINMATICA, TAGLIO DEL NASTRO PER LA NUOVA SEDE Uno spazio di 2.500 metri quadri alle ex Officine Minganti, nel cuore della Bolognina. È la nuova sede del Gruppo Finmatica, realtà bolognese che dal 1969 progetta e realizza soluzioni IT e che lo scorso 22 settembre ha presentato la sua ultima sfida a stampa, clienti e istituzioni. “Si tratta di una sfida tutta votata alla città, urbanistica e territoriale: i nostri oltre 200 dipendenti si sono spostati in questo storico quartiere che, benché oggi un po’ appannato, un tempo è stato un punto di riferimento fondamentale per l’imprenditoria della città. Abbiamo scelto di investire in questa zona di Bologna complicata e affascinante, che sta vivendo un grande momento di rilancio e di riqualificazione anche grazie alle aziende e agli imprenditori che insediano proprio qui la loro attività”, ha spiegato Domenico Gualtieri, presidente di Finmatica, nel corso dell’inaugurazione dei nuovi spazi. La giornata, a cui hanno preso parte, tra gli altri, Alberto Vacchi, presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Virginio Merola, sindaco di Bologna, e Daniele Ara, presidente del quartiere Navile, ha rappresentato l’occasione per illustrare le attività del Gruppo e presentare gli uffici che ospiteranno i 220 dipendenti di Finmatica. La nuova sede sorge nella città in cui il Gruppo è nato, in una posizione a ridosso del centro storico e facilmente raggiungibile coi mezzi pubblici dai tanti collaboratori che provengono dai
duzione in tutto il mondo, affianca infatti Imprima nella fornitura di materiali per identificazione durevole all’avanguardia che, uniti al suo investimento in macchine di conversione appositamente sviluppate, hanno permesso a Imprima di risolvere problematiche di identificazione particolarmente complesse e rispondere con prontezza alle esigenze di ottimizzazione dei processi produttivi dei propri clienti. Tra gli interventi della giornata non sono mancati quelli di alcuni rappresentanti di
comuni limitrofi. Finmatica opera nel mercato ICT da quando l’informatica era solo nelle menti illuminate di pochi e da allora, con passione e continuità, è cresciuta fino a contare sedi in diverse città italiane e quasi 300 dipendenti in tutta la penisola. Le crescenti esigenze del mercato hanno negli anni imposto a Finmatica di specializzarsi e di strutturarsi sotto forma di gruppo, al cui interno operano oggi tre marchi leader nei rispettivi settori. Gli uffici del nuovo quartier generale dell’informatica per la sanità e la pubblica amministrazione sono dislocati su due piani e ricalcano, essenzialmente, la suddivisione dei diversi mercati nei quali il Gruppo è specializzato: al primo piano si trovano gli spazi di ADS, l’azienda che dal 1976 realizza soluzioni per la pubblica amministrazione; il secondo piano, invece, oltre alla direzione e ai servizi generali, ospita gli uffici di Data Processing, la prima azienda del Gruppo per fondazione, che dal 1969 opera sul mercato della sanità, e quelli di Systematica, che, costituita nel 1981, progetta e realizza sistemi IT. Ristrutturati dallo studio Open Project di Bologna nel 2006, i locali dell’ex fabbrica Officine Minganti sono stati resi più moderni e razionali da Finmatica mediante piccoli ma significativi interventi: “Abbiamo scelto di prestare particolare attenzione agli spazi condivisi e, in generale, alla realizzazione di un ambiente gradevole, luminoso e funzionale”, ha concluso Domenico Gualtieri.
3M Italia, che hanno presentato la gamma di materiali ad alte prestazioni per identificazioni durevoli evidenziando i vantaggi delle nuove soluzioni adesive per etichettatura durevole resistenti agli agenti chimici. Dopo il contributo di un rappresentante dell’ente certificatore UL, poi, che ha sottolineato l’importanza delle certificazioni, in particolare per i prodotti destinati all’export, i partecipanti hanno preso parte a una visita guidata al settore produzione per testare con mano la capacità di stampa
e di conversione di Imprima e assistere ad alcuni test di indelebilità su materiali 3M simulando situazioni d’utilizzo particolarmente gravose. “Una volta conclusa la parte della giornata dedicata ai contenuti abbiamo coccolato gli ospiti con un ricco buffet di prodotti del territorio, allestito in un incantevole angolo del giardino esterno dell’azienda e, a seguire, abbiamo proposto una visita alla magica città di Ferrara. Tutto è stato curato nei minimi dettagli grazie all’attenzione e alla
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passione che abbiamo voluto trasmettere ai nostri clienti”, conclude Leo Ingrosso.
INGEGNERI RIUNITI, UN NUOVO PARTNER E UNA SEDE IN UMBRIA “L’accordo raggiunto, che si colloca nell’ambito della politica di aggregazione che stiamo sviluppando ormai da tempo, è orientato a garantire un posizionamento più efficace della nostra impresa nel mercato dei servizi di ingegneria integrati, migliorando l’efficienza produttiva e il livello di qualità offerti”. Così Ingegneri Riuniti, società modenese di ingegneria e architettura, commenta l’accordo di collaborazione sottoscritto lo scorso 7 novembre con lo studio associato Pro.Tecno di Perugia, secondo il quale Marco Luchetti e Quintilio Proietti, co-fondatori dello studio umbro insieme a Mauro Marchi, ed esperti progettisti di impianti elettrici e meccanici, presteranno la loro opera in esclusiva per Ingegneri Riuniti. I neo acquisiti professionisti vanno ad integrare il settore “Impianti ed energia” che, già presente all’interno della società e coordinato dal socio Giovanni Tenti, arriva così ad essere composto da quattro progettisti esperti, un perito, un ingegnere junior e diversi disegnatori e computisti. “Miriamo a realizzare, nell’interesse comune, una forma di cooperazione e collaborazione organizzata e strutturata, consentendo la fruizione reciproca degli elementi di maggior valore economico e/o operativo, allo scopo di migliorare la produttività, fornire ai clienti servizi completi e integrati, acquisire nuovi clienti in settori già consolidati e in settori di mercato ritenuti strategici, avvalendoci delle competenze reciprocamente acquisite nel corso dell’attività sinora svolta e dell’ottimizzazione dell’organizzazione produttiva”, proseguono da Ingegneri Riuniti. L’accordo consente inoltre alla società di ingegneria e architettura di aprire una propria sede a Perugia, allo scopo di sviluppare azioni commerciali e attività specifiche per il centro Italia. Dal 1965 Ingegneri Riuniti fornisce servizi di progettazione integrata,
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Quintilio Proietti, socio di Pro.Tecno, Emanuele Gozzi, vicepresidente di Ingegneri Riuniti, Giuseppe Iadarola, presidente di Ingegneri Riuniti, e Marco Luchetti, socio di Pro.Tecno
pianificazione, consulenze, studi di fattibilità e project management al mondo della pianificazione e delle costruzioni, sia per una committenza pubblica che privata, in particolare nei campi urbanistica attuativa, architettura, ingegneria civile, infrastrutture, energie rinnovabili e salvaguardia dell’ambiente. Da molti anni, ormai, la società ha costituito un gruppo interno di ricerca privata sia negli specifici settori in cui opera sia utilizzando le diverse discipline in modo integrato al fine di sviluppare programmi concreti per la rigenerazione urbana. Certificata per il sistema di qualità secondo la norma ISO 9001:2000 e successivi fino alla ISO 9001:2008, socia del Green Building Council Italia e di AUDIS, Associazione Aree Urbane Dismesse, Ingegneri Riuniti è partecipata esclusivamente da ingegneri e architetti abilitati. Il team attuale si compone di circa 35 addetti nell’area tecnica, integrati con personale per segreteria, amministrazione e area commerciale.
INSIDE COMUNICAZIONE LANCIA TRE PROGETTI ALL’AVANGUARDIA “Know-how, flessibilità, professionalità e innovazione. Sono queste le caratteristiche su cui possono contare i clienti che si rivolgono al team della nostra agenzia, considerata tra le prime cinque nel panorama
nazionale specializzate nella comunicazione BTB”. Parola di Luca Targa, CEO di Inside, agenzia di comunicazione, web marketing e digital strategies con headquarter a Ferrara e una sede anche a Milano, che da più di trent’anni supporta le aziende nella gestione del processo di trasformazione e affermazione nel proprio mercato di riferimento. Per garantire standard di qualità elevati Inside sviluppa servizi sempre nuovi, alla costante ricerca delle idee più all’avanguardia: gli ultimi progetti realizzati dall’agenzia si rivolgono a imprese che stiano adottando al proprio interno strategie customizzate per accrescere la competitività, coinvolgere i propri clienti e raggiungere nuovi mercati. In particolare, l’innovativa suite Inside Digital Marketing è in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi azienda che desideri operare in autonomia, pianificando e promuovendo proprie campagne di marketing digitale tramite direct e-mail o sms marketing; il servizio Inside Conversion Marketing è invece una strategia basata sulla ricerca di nuovi clienti generando lead, migliorando la profilazione dei contatti e il traffico qualificato al proprio sito internet o blog aziendale; Inside Marketing Automation, infine, è uno strumento di automazione che consente di gestire tutte le fasi del marketing in maniera automatica e sincronizzata, orientata sempre alla generazione di nuova clientela. L’obiettivo di Inside è guidare gli imprenditori passo dopo passo verso una concre-
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LYONDELLBASELL FESTEGGIA I 60 ANNI DEL POLIPROPILENE
Luca Targa, CEO di Inside
ta comprensione delle opportunità offerte dallo sviluppo di progetti d’innovazione in azienda. “I clienti si aspettano da noi piani di comunicazione pensati ad hoc, completi, customizzati, un’eccellente qualità del servizio, che non deve mai venire meno e un ritorno sull’investimento in termini di nuovo fatturato generato. Per questo ci impegniamo a proporre soluzioni uniche, rese possibili dalla nostra suddivisione interna in nove aree specializzate, in grado di sviluppare con professionalità i principali ambiti della comunicazione”, spiega ancora Targa. Le nove aree (Creativity, Strategy & digital, Web & social media marketing, Exhibition, Press, Multimedia, Unconventional, Inbound e Lab/Accademy) operano sinergicamente per garantire risultati di valore. Inside Lab e Accademy, ad esempio, è un’area didattica che offre una formazione rivolta sia all’interno dell’agenzia che all’esterno. Il Lab rappresenta un laboratorio di ricerca per i giovani talenti che desiderano approcciarsi al mondo del lavoro con serietà, impegno e dedizione attraverso un training on field estremamente intensivo. Con l’Accademy, invece, sono gli specialist dell’agenzia a realizzare, all’interno delle aziende, corsi di formazione sulle principali tematiche e novità del mondo digitale, offrendo così ai propri clienti un servizio a 360 gradi, che non solo li guidi “Dentro la comunicazione”, ma che fornisca loro le nozioni per poter comprendere al meglio questo mondo.
Sessant’anni di polipropilene. È stato un compleanno molto speciale quello celebrato lo scorso settembre in casa LyondellBasell, azienda nata dalla fusione tra Basell e Lyondell Chemical Company che in Italia si occupa della produzione di polipropilene e catalizzatori per polipropilene e che a Ferrara può contare sul sito più grande al mondo per lo sviluppo e la produzione di catalizzatori Ziegler-Natta e sull’eccellenza del Centro Ricerche Giulio Natta. Era il 1957, infatti, quando proprio nella città estense prese il via la prima produzione commerciale del polipropilene, un materiale destinato a un’enorme diffusione in quanto dimostratosi versatile, sicuro, leggero, riciclabile e con una bassa impronta energetica. In occasione della singolare ricorrenza lo stabilimento LyondellBasell ha aperto le proprie porte alle autorità e alla comunità ferraresi, per mostrare loro ciò che avviene al suo interno. Nell’area designata alla registrazione i partecipanti più giovani hanno avuto la possibilità di assistere agli esperimenti chimici gestiti dagli esperti LyondellBasell, mentre lo stand del Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) sensibilizzava i presenti relativamente all’importanza della raccolta e del recupero della plastica. Durante l’evento, poi, gli oltre 850 ospiti sono stati condotti tramite trenini su gomma all’interno dell’area Ricerche e degli impianti produttivi, lungo un percorso pensato appositamente per raccontare la storia del polipropilene. “L’esigenza della giornata informativa è nata dalla consapevolezza che, oggi, il polipropilene è una delle plastiche più utilizzate al mondo. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che questo prodotto, che ha contribuito in maniera significativa al miglioramento della qualità della nostra vita, ha le sue radici industriali in terra emiliana, proprio a Ferrara”, spiega Massimo Covezzi, responsabile a livello mondiale della Ricerca e Sviluppo di LyondellBasell. L’attività produttiva iniziò nel sito estense a soli tre anni di distanza dall’invenzione di
base del polipropilene, avvenuta nel 1954 all’interno dei laboratori del Politecnico di Milano e frutto di un’idea del chimico ligure Giulio Natta che gli valse, unico italiano a conquistare questa onorificenza, il Premio Nobel per la chimica nel 1963. “Tre anni per l’industrializzazione di una scoperta di base sono per la chimica un caso esemplare e irripetibile di time to market, tanto da diventare una vera e propria pietra miliare per l’intera industria moderna”, sottolinea ancora Covezzi. Dal lontano 1957 la tecnologia alla base della produzione del polipropilene, così come lo sviluppo del relativo know-how, hanno trovato in Italia, nel Centro Ricerche Giulio Natta, un centro di eccellenza riconosciuto a livello mondiale: nel giro di sessant’anni si è passati dalle 5.000 tonnellate del primo impianto a Ferrara agli attuali 60 milioni di tonnellate circa nel mondo. “L’innovazione continua è alla base del successo del polipropilene, che viene oggi utilizzato in numerosi segmenti di mercato: per la sicurezza delle nostre auto e per l’impiego nel medicale, per tessuti e fibre, per l’edilizia e per il packaging alimentare. Siamo orgogliosi di poter affermare che i catalizzatori sviluppati e prodotti nel sito di Ferrara di LyondellBasell servono fino al 35% della produzione globale di polipro-
Massimo Covezzi, responsabile a livello mondiale della Ricerca e Sviluppo di LyondellBasell
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FRATELLI FINELLI, CINQUANT’ANNI DI ARTI GRAFICHE Una splendida serata con cena e musica, che lo scorso settembre ha riunito dipendenti, collaboratori e familiari presso la Corte dell’Opera di San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna. Così ha scelto di festeggiare il proprio cinquantesimo anniversario dalla fondazione Fratelli Finelli, azienda impegnata nell’ambito delle arti grafiche nata a Borgo Panigale a Bologna come piccola impresa artigianale specializzata nella granitura delle lastre offset e oggi
distributore di marchi prestigiosi nel mercato dei prodotti di consumo e accessori per la sala stampa. Fratelli Finelli nasce nel 1967 per opera dei fratelli Remo e Franco Finelli, sotto l’occhio vigile del padre Giuseppe, e la tradizione familiare è portata avanti dai figli di Franco, Silvano e Paola, subentrati nei primi anni ‘80 al padre e allo zio nella guida della società e oggi rispettivamente consigliere e presidente dell’azienda. “Negli anni Sessanta, in un contesto difficile per il nostro Paese, iniziai da artigiano con mio fratello e mio padre, in un uno scantinato, il mestiere di granitore di lastre da stampa. Il primo cliente fu Orlandi, proprietario della ditta Fotomeccanica di San Lazzaro di Savena. Il lavoro ingranò e ben presto le fotolito e le fotoincisa di Bologna furono nostre clienti. La svolta importante per la nostra attività avvenne quando il quotidiano ‘il Resto del Carlino’ ci assegnò un contratto per l’intera gestione del processo di granitura. Un incarico di grande responsabilità, perché richiedeva un lavoro preciso e puntuale: lavorammo bene e con professionalità realizzando un ottimo risultato”, ricorda Franco Finelli. Da quel lontano 1967 l’azienda, sempre attenta a seguire le evoluzioni tecnologiche del proprio settore, prospera e cresce, passando dalPaola Finelli, la madre Guerrina, il padre Franco e il fratello Silvano reggono la targa realizzata per festeggiare i 50 anni di attività della Fratelli Finelli
pilene e che i brevetti e il know-how sviluppati nel Centro Ricerche Natta rappresentano un’eccellenza in tutto il mondo”, conclude Massimo Covezzi.
MANTOVANIBENNE, QUANDO IL LAVORO SI FONDE CON ARTE E SALUTE Un concorso di idee per favorire stili di vita sani e prevenire l’insorgenza di patologie croniche. È stata presentata nel corso dell’evento “La fabbrica, dove l’arte incontra la sua anima”, organizzato lo scorso 24 ottobre nella sede di Mantovanibenne, uno stabilimento produttivo di 6.000 metri quadrati a Mirandola, in provincia di Modena, inaugurato nel 2013 dopo i necessari e importanti interventi di rinnovamento
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realizzati in seguito al sisma del 2012, l’iniziativa tramite la quale l’azienda intende sottolineare il valore della tutela della salute e del benessere fisico e psichico dei giovani, dei dipendenti e dell’intera comunità locale. La serata, organizzata in collaborazione con il Lions Club da Mantovanibenne, riconosciuta a livello mondiale per la qualità delle proprie attrezzature per movimento terra, demolizione e riciclaggio, ha infatti rappresentato l’occasione per promuovere il concorso “Movimento, stile di vita, salute e benessere sociale” che, intitolato alla memoria di Sebastiano Mantovani nel decimo anniversario della sua scomparsa, è rivolto agli alunni delle scuole secondarie di 1° e 2° grado dei territori di Mirandola, Concordia sulla Secchia, Cavezzo, Medolla, San Possidonio e San Prospero e agli studenti del corso di laurea in Infermieristica dell’Uni-
versità di Modena e Reggio Emilia. L’iniziativa si inserisce nella scia di un’ampia serie di progetti di cui l’azienda ha scelto di farsi promotrice. “Dallo scorso aprile, ad esempio, portiamo avanti anche un programma di salute e benessere rivolto alle nostre risorse umane, un percorso individuale che, con il supporto della biologa e nutrizionista Alessandra Morgante, ha l’obiettivo di insegnare ad alimentarsi meglio e a prendersi cura di sé. In questo senso, il concorso rappresenta un ulteriore passo avanti: vogliamo coinvolgere l’intera comunità, e in particolare i giovani, in un programma di prevenzione e tutela della propria salute partendo da aspetti fondamentali come una sana e adeguata alimentazione e una corretta e costante attività fisica. Così, quando il presidente del Lions Club Mirandola Guido Zaccarelli ci ha presen-
le pesanti lastre di zinco e di alluminio alle odierne computer to plate. Fratelli Finelli rappresenta e distribuisce marchi prestigiosi, di cui commercializza un’ampia gamma di attrezzature, sistemi, prodotti di consumo e accessori per la preparazione della stampa: lastre tradizionali e digitali a tecnologia termica, sistemi di incisione CtP e CtF, sviluppatrici, forni, convogliatori, stacker, linee
tato il progetto, abbiamo immediatamente deciso di sostenerlo”, afferma Roberta Mantovani, presidente e amministratore
automatiche, software per l’imposizione, sistemi di gestione del workflow, prove colore certificate tradizionali e software, densitometri, strumenti di controllo, accessori. Ma anche sistemi di stampa digitale a colori e in bianco e nero Develop di Konica Minolta, plotter per CAD, manifesti e proofing e soluzioni a eco-solvente per esterni. A completare l’offerta, numerosi prodotti per la sala stampa come tessuti gommati e cartoncini calibrati, inchiostri e vernici sia tradizionali che UV, impianti di osmosi inversa e strumenti di controllo. “In mezzo secolo la Finelli ha navigato tra gioie, sudore, capacità, sacrificio, impegno e sforzo economico. Ed è arrivata a rappresentare, attraverso due generazioni, un punto di riferimento, in Italia, nelle arti grafiche”, conclude Franco Finelli. Oggi l’azienda può contare sulla sede legale e amministrativa di Calderara di Reno e su un magazzino prodotti e logistica a Crevalcore, in provincia di Bologna, così come sulla filiale commerciale a Sesto Fiorentino, alle porte di Firenze.
delegato di Mantovanibenne. Nel corso dell’evento, inoltre, i numerosi ospiti hanno avuto l’opportunità di visitare
il nuovo stabilimento di Mantovanibenne, osservare da vicino i vari processi produttivi e apprezzare i “Trituratori di memoria riciclata”, le opere d’arte parte del progetto ‘Cambia-menti’ allestito in occasione del Festival della Filosofia 2017 nel cortile del Palazzo della Pieve, a Carpi, dall’artista Adolfo Lugli, anch’egli presente alla serata di presentazione del concorso di idee. Le sculture, ora visibili nel cortile interno dell’azienda, sono state realizzate dai dipendenti che, grazie ai preziosi consigli dell’artista e alle sue lezioni di arte in fabbrica, hanno dato nuova vita a vecchie attrezzature dismesse. Ospite d’onore della serata, poi, è stato Claudio Marcello Costa, inventore della prima Clinica Mobile, un’innovativa modalità di soccorso apprezzata da tutti i piloti del motomondiale e tuttora imitata nel mondo del motociclismo.
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MINI PRESS, UNA NUOVA SEDE PER GUARDARE AL FUTURO Un unico complesso che riunisce la sede amministrativa e quella produttiva a Crespellano, Valsamoggia, in provincia di Bologna, voluto per rendere ancor più efficiente l’organizzazione industriale e per sostenere al meglio un ulteriore futuro sviluppo aziendale. È la nuova sede di Mini Press, società nata nel 1990 come produttrice di sistemi per diagnostica negli impianti oleodinamici, che, operativa dallo scorso 15 novembre, gode di un’ottima posizione in termini di logistica e collegamenti e permetterà all’impresa di proseguire con la propria filosofia di investimento in attrezzature all’avanguardia, macchine a controllo numerico e risorse umane. Grazie alla dedizione e all’attenzione alle esigenze della propria clientela, Mini Press può fregiarsi di aver contribuito alla diffusione di un rivoluzionario sistema di monitoraggio della pressione negli impianti oleodinamici: il sistema consiste in una gamma completa di componenti miniaturizzati per un rapido controllo delle pressioni tramite miniprese (valvole filettate), micro-tubi flessibili raccordati, adattatori, e strumenti di misurazione. “Le miniprese avvitabili sono disponibili in diverse versioni e si possono posizionare in ogni punto dell’impianto che necessita di controlli, permettendo di effettuare istantaneamente e manualmente la misurazione del valore di pressione nel punto stabilito, senza interruzioni nel funzionamento dell’impianto stesso, fino a pressioni di 630 bar. Questo sistema è utile anche alle operazioni di spurgo di aria e olio e prelievo di campioni di fluido, velocizzando e ottimizzando le fasi di collaudo, manutenzione e assistenza”, spiegano da Mini Press. Dal 2009 l’azienda ha intrapreso un processo di innovazione tecnologica dei processi produttivi, dotandosi dei primi macchinari a controllo numerico per la produzione dei semilavorati e di assemblatrici automatizzate che hanno permesso l’introduzione del controllo al 100% della produzione. I prodotti e i sistemi Mini Press possono essere applicati a qualsiasi tipo di macchinario
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mobile e stazionario dotato di impianto oleodinamico, ad acqua o gas. La partecipazione alle più importanti manifestazioni fieristiche internazionali, la costante ricerca di potenziali clienti e le tecnologie all’avanguardia hanno negli anni consentito all’azienda di espandere la propria attività prima in Europa e poi in tutto il mondo. Mini Press, che nel 2016 ha preso parte al Premio Paolo Mascagni, il riconoscimento con cui Confindustria Emilia Area Centro celebra le imprese che crescono, è in costante crescita e ogni anno investe il 15% del proprio giro di affari in ricerca e sviluppo: “La soddisfazione del cliente è da sempre l’obiettivo primario a cui aspiriamo e che cerchiamo di ottenere grazie ad una continua ricerca, al fine di garantire la più alta qualità produttiva e di servizio unite alla caratteristica flessibilità italiana”, concludono da Mini Press.
MODULO SEI, NUOVA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEL CLIENTE Continua nel proprio percorso di innovazione Modulo Sei, storica industria grafica con sede a Camposanto, in provincia di Modena, che nelle scorse settimane ha aggiunto al suo parco macchine la stampante digitale Ricoh Pro C7100X. Fondata nel 1975, da oltre quarant’anni Modulo Sei ha acquisito e sviluppato una grandissima esperienza nel settore ed un’at-
tenzione particolare alle esigenze del cliente. Nata con la produzione del modulo in continuo, con gli anni, l’attività dell’azienda si è fortemente evoluta arrivando ad occuparsi dello studio grafico, della produzione di ogni tipologia di stampato e allargando il suo ventaglio di prodotti agli articoli promozionali e ai gadget personalizzati. Oggi Modulo Sei si occupa di grafica e prestampa, stampa tradizionale, stampa digitale, stampa grande formato e allestimenti grafici, articoli promozionali e soluzioni web, tra cui anche realizzazioni di applicazioni personalizzate per dispositivi mobile. Per ogni settore l’azienda si è dotata delle più moderne tecnologie e attrezzature all’avanguardia, garantendo così il migliore servizio al cliente. In quest’ottica rientra anche l’investimento nella nuova attrezzatura che, grazie alla sua grande produttività e affidabilità, permette all’industria grafica modenese di offrire ai propri clienti maggiore qualità, flessibilità e velocità, caratteristiche essenziali in un mercato sempre più competitivo e esigente. “Tra le diverse e interessanti peculiarità della nuova stampante, la più innovativa è cer-
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HPE COXA, INAUGURATO IL CENTRO DI RICERCA METAL ADDITIVE Non si arresta la fase di sviluppo tecnologico di Hpe Coxa. A un anno dalla presentazione del MIL (Machining Innovation Lab), lo scorso 16 ottobre l’azienda modenese specializzata in engineering per il settore dell’automotive, motorsport e automation solution ha infatti inaugurato il nuovo Centro di Ricerca Metal Additive presso la sua sede, in via Dalla Costa. “Realizzato in tempi record, il Centro di Ricerca è stato progettato per assicurare in modo rigoroso l’integrazione tra progettazione, simulazione e produzione in un’ottica esclusivamente additive”, ha dichiarato Andrea Bozzoli, amministratore delegato di Hpe Coxa, presentando la novità. Per realizzare l’ambizioso progetto, Hpe Coxa si è affidata alla partnership con due importanti multinazionali: DMG Mori per lo sviluppo delle applicazioni additive di ultima generazione nel settore Automotive premium e Motorsport, e Accenture per la creazione di un laboratorio Industrial IoT (IIoT) Innovation Center focalizzato su Industry 4.0. Il Centro, tra l’altro, farà parte del network di innovazione di Accenture, che include l’Industrial IoT Innovation Network situato a Garching, in Germania. La giornata di inaugurazione, aperta dai saluti di Piero Ferrari, presidente di Hpe Coxa, e di Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, si è articolata in due tavole rotonde, moderate da Ilaria Vesentini, giornalista de “Il Sole 24 Ore”. Nella prima, che dopo l’intervento di Andrea Bozzoli ha previsto quelli di Fabio Benasso, amministratore delegato di Accenture, e Ugo Ghilardi, chief operating officer di DMG Mori Emea, sono state illustrate le caratteristiche del nuovo Centro. “Industry 4.0, un modello di crescita” è stato invece il tema della seconda tavola rotonda, a cui hanno preso parte l’assessore alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Palma Costi, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Paolo Cavicchioli, il presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Alberto Vacchi, e il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Angelo O. Andrisano. L’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha invece preceduto il taglio del nastro. Il Centro, che ha richiesto un investimento del valore complessivo di 8 milioni di euro, di cui 3,5 finanziati dalla Regione Emilia-Romagna tramite la legge 14, è inserito in una logica di smart factory e le sue tecnologie all’avanguardia sono complementari a quelle presenti all’interno del Machining Innovation Lab, che vede unite le tecnologie più avanzate di lavorazione meccanica, utensili e attrezzature ai sistemi di controllo di processo a scansione ottica. “Fin dall’inizio il progetto ha previsto, oltre alla realizzazione del Centro stesso, anche l’acquisto di due stampanti 3D metalliche e un laboratorio metallurgico e metrologico. Tutto questo, senza tralasciare un importante aspetto: l’assunzione a tempo indeterminato di venti ingegneri ricercatori, la loro formazione continua e la
realizzazione di un progetto pilota che validi il funzionamento del Centro stesso nella sua globalità”, ha spiegato Bozzoli. L’innovativo modello organizzativo del Centro di Ricerca Metal Additive prevede la presenza di un responsabile operativo e al contempo una direzione scientifica, realizzata nell’ambito di una collaborazione con il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia per sviluppare un programma scientifico di ricerca da abbinare alle attività produttive che il Centro è in grado di effettuare.
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tamente la possibilità di utilizzare il toner bianco e lucido, tecnologia che consente all’azienda di posizionarsi su nuovi settori di mercati e di proporre ai propri clienti soluzioni originali che danno valore aggiunto al prodotto stampato. Inoltre, la nuova stampante digitale Ricoh Pro C7100X, supportando carte di grammatura e spessore importanti, permette di realizzare anche prototipi e prodotti finiti di packaging e cartotecnica”, evidenziano da Modulo Sei.
meccanici, mira a consolidare la propria presenza nel mercato indiano e a rafforzare la leadership nel settore dell’automazione e della movimentazione lineare. Forte di una esperienza sul campo di oltre quindici anni e della presenza, in India, di tre sedi dirette situate a New Delhi, Bangalore e Pune, Octagona ha infatti accompagnato Mecvel lungo un percorso di internazionalizzazione strategico e graduale durato diversi anni. Nello specifico, attraverso le proprie strutture, la società ha gestito per conto di Mecvel l’intero processo di insediamento espletando tutte le pratiche buOCTAGONA rocratiche, predisponendo la documentaACCOMPAGNA zione richiesta per l’apertura della filiale, occupandosi della registrazione delle licenMECVEL IN INDIA ze e fornendo il necessario supporto opera“L’operazione sviluppata con Mecvel ci tivo. Al fine di garantire la piena operatività rende molto orgogliosi e rappresenta un e assistere l’azienda anche nelle fasi post-covalido esempio per le piccole e medie im- stituzione, poi, Octagona continuerà ad ofprese italiane che vogliono avviare attività frire un supporto amministrativo e legale d’internazionalizzazione. Il mercato india- completo, assistendo in maniera diretta le no è unico e presenta caratteristiche molto operazioni di Mecvel nel Subcontinente. specifiche: proprio in virtù di questo, per “La preziosa consulenza di Octagona ci implementare progetti vincenti è neces- consentirà di offrire ai nostri clienti un sario un approccio mirato e strutturato”. solido punto di riferimento direttamente Così Alessandro Fichera, amministratore sul territorio indiano, ma soprattutto ci unico di Octagona, punto di riferimento a permetterà di approcciare dall’interno un livello nazionale per la fornitura di servizi mercato in fortissima espansione”, dichiara di international business, commenta la re- Miria Bastoni, sales manager di Mecvel. cente apertura a New Delhi di Mecvel Te- Come spiega Fichera, l’India rappresenta chnologies Private Limited. Questa, infatti, infatti un mercato di considerevole imè la nuova filiale con cui dall’agosto scorso portanza per le imprese italiane: “Grazie Mecvel, azienda bolognese specializzata dal ad una crescita media che tra il 2014 e il 1987 nella progettazione e nella produzio- 2019 sfiorerà il 7,6% è, tra i grandi Paesi, ne di attuatori lineari elettrici e martinetti quello a maggior tasso di sviluppo e in cui vi sono tutti i margini necessari per avviare progetti di successo. Non a caso, l’India sta scalando a grandi passi la classifica ‘Ease of doing business’, l’indice stilato dalla World Bank per monitorare la semplicità del fare impresa in tutto il mondo. Oggi l’Italia è solo il 24° partner commerciale del Subcontinente e le nostre aziende, che godono di una grandissima considerazione sul mercato indiano, hanno Mohd Saim, director & shareholder di Mecvel Technologies, Miria Basto- tutte le carte in regola per ni, sales manager Mecvel, e Vishnu Krishna, COO di Octagona India farvi crescere il proprio
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business”. Già fornitore accreditato per i servizi di internazionalizzazione per il Ministero dello Sviluppo Economico, per la Regione Emilia-Romagna, per la Regione Lombardia e per la Regione Veneto, oltre che sulle sedi indiane Octagona può contare su filiali in Brasile e in Vietnam e su collaborazioni esclusive in tutto il mondo. “Approcciare un’operazione di internazionalizzazione non significa solo cogliere le opportunità di crescita, ma anche ridurre il rischio operativo, assorbire know-how sempre nuovi e rafforzare la propria posizione competitiva nei confronti della concorrenza nazionale e internazionale. Octagona permette alle PMI così come alle multinazionali di costruire un percorso sostenibile per ottenere risultati concreti”, conclude Fichera.
OFFICINE MACCAFERRI APPRODA IN MAROCCO Un accordo da otto milioni di euro per una nuova società a maggioranza italiana in Marocco. È la joint venture che lo scorso 20 ottobre hanno siglato a Rabat Officine Maccaferri (OM), azienda di Zola Predosa, in provincia di Bologna, leader nel settore dell’ingegneria ambientale, e la Societé Marita Immobilière (SMI), holding marocchina attiva nei settori industriale, immobiliare, energetico, ambientale, della mobilità e dell’educazione, che occupa attualmente 7.600 dipendenti e vanta un piano di investimenti fino al 2023 di 1,7 miliardi di euro. L’intesa prevede la costituzione di una nuova società controllata al 55% da OM e al 45% da SMI e la realizzazione, nell’area industriale di Rabat, di uno stabilimento destinato all’avvio di una linea di produzione di gabbioni, reti metalliche e materassi ‘Reno’. “Questo accordo rappresenta la conclusione di un percorso iniziato tempo fa. Si tratta del primo investimento che la nostra azienda realizza nell’area del Maghreb e sono rimasto positivamente colpito dalla professionalità e dall’esperienza dei nostri partner. Sono convinto che questa joint venture sarà un trampolino di lancio per
CENT’ANNI DI SUCCESSI PER ING. FERRARI Era il 1917 quando, nel centro storico di Modena, nasceva Ing. Ferrari, una piccola ditta produttrice di impianti di riscaldamento per le case della città. Da allora sono passati cent’anni e Ing. Ferrari di strada ne ha fatta arrivando ad essere oggi leader nei servizi di impiantistica, manutenzione e facility management e punto di riferimento nei segmenti di mercato ad alto valore aggiunto. Per festeggiare l’importante anniversario l’azienda ha organizzato lo scorso 26 ottobre una grande festa al Forum Monzani di Modena. Tantissimi gli ospiti intervenuti tra i quali il presidente di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi, il vicepresidente Valter Caiumi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, numerosi imprenditori e naturalmente tutti i dipendenti.
Francesco Ferrari, Pietro Ferrari, Alberto Vacchi e Guido Ferrari
“Festeggiare cent’anni di attività non è cosa da poco, ogni singola tappa della nostra storia è stata fondamentale per fare crescere l’azienda e ottenere i traguardi che abbiamo raggiunto”, ha dichiarato il presidente Pietro Ferrari. Oggi Ing. Ferrari conta oltre 170 dipendenti (con un’età media sotto i 39 anni) e un fatturato che punta ai 50 milioni di euro per il 2017. Un’azienda che ha saputo crescere, comprendendo e adeguandosi alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Fino agli anni
Duemila Ing. Ferrari era sinonimo di realizzazione e gestione di impianti industriali e civili, meccanici, elettrici e speciali sia per committenti pubblici che privati. “Ora il 99 per cento è rappresentato da clienti privati, tutti di prima fascia, perché abbiamo fatto una rigida selezione dei marchi per cui lavorare, anche a scapito dei volumi, pur di avere un portafoglio ad alta qualità e affidabilità”, sottolinea ancora Pietro Ferrari. Tra i clienti oggi ci sono tutti i principali brand della via Emilia, da Ferrari a Ima, da Lamborghini a Bper Banca, da Twin-Set a Philip Morris a Chiesi. Nell’ultimo decennio il raggio di azione si è allargato anche geograficamente e dalla via Emilia si è esteso fino a Vercelli, Udine e Caserta, dove l’azienda ha realizzato il mega-magazzino Whirlpool per la ricambistica. “Il grande vantaggio di lavorare per aziende top è il rapporto costruttivo che si instaura con clienti esigenti e internazionali, che ti stimolano e ti indicano dove sta andando il mercato. Puntiamo a integrare i servizi di impiantistica con quelli di service evoluto”, continua ancora il presidente dell’azienda e di Confindustria Emilia-Romagna. E il futuro per Ing. Ferrari è più che roseo: “Stiamo lavorando a due dossier che contiamo di chiudere a breve, per inserirci in modo più competitivo nel settore dei servizi ai settori farmaceutico e biotecnologico, una nicchia ad alta specializzazione ed elevato potenziale, nella quale già siamo presenti con un ottimo standing”, anticipa Pietro Ferrari. Ing. Ferrari ha inoltre investito tre milioni di euro per raddoppiare gli spazi del quartiere generale a Modena ed entro il 2018 sarà pronta anche la torre di collegamento tra la sede storica e la nuova struttura. Infine, in questi ultimi anni i figli di Pietro, Francesco e Guido, stanno rivestendo ruoli sempre più importanti all’interno dell’azienda che si sta avviando verso il quarto passaggio generazionale, sebbene, ci tiene a sottolineare Pietro Ferrari “al momento non ho nessuna intenzione di mettere il cappello dentro l’armadio”.
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l’area del Nord Africa, a cui guardiamo con crescente interesse”, dichiara Alessandro Maccaferri, presidente di Officine Maccaferri. La multinazionale bolognese, azienda storica del Gruppo Maccaferri, che dal 1879 offre avanzate soluzioni ingegneristiche che spaziano dalla protezione delle coste alle strutture di rinforzo terre, dai sistemi di protezioRahal Boulgoute, presidente di Societé Marita Immobilière, e Alessandro ne paramassi ai sistemi Maccaferri, presidente di Officine Maccaferri completi per tunnel, conta trenta stabilimenti in quattro diversi continenti, circa 2.800 dipendenti e una presenza commerciale in oltre 100 Paesi. “L’intesa raggiunta con Officine Maccaferri è in linea con la volontà del Gruppo Marita di sviluppare in Marocco la produzione di materiali e di infrastrutture specializzate e necessarie per le attività del gruppo stesso, in modo conforme al proprio piano di sviluppo sostenibile. L’investimento riguarda un primo impianto di produzione situato a Salé, che beneficerà di tutta la competenza e conoscenza di Officine Maccaferri, leader mondiale nel settore. Ritengo che questa joint venture sia solo l’inizio di un percorso costellato di nuovi progetti che consentiranno a entrambe le società di estendere il proprio mercato e le proprie competenze in tutte le regioni africane nelle quali operano”, ha aggiunto Rahal Boulgoute, presidente di Societé Marita Immobilière.
LA CITTÀ DI BOLOGNA AL CENTRO DEI PROGETTI DI PAOLO CASTELLI Sopra: Librerie Coop, FICO Eataly World, novembre 2017 Sotto: Cathedrals of Light, mostra fotografica presso ex Ospedale dei Bastardini, settembre 2017
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È stato un autunno 2017 denso di iniziative e novità quello della Paolo Castelli, realtà di Ozzano dell’Emilia, alle porte di Bologna, erede di una tradizione familia-
re che affonda le sue radici all’inizio dello scorso secolo e oggi specializzata nei settori fine furniture e lighting. Il primo appuntamento sul calendario è stato quello del 26 settembre, quando l’azienda ha presentato le venti opere finaliste della prima edizione del concorso fotografico “Cathedrals of Light”, organizzato in collaborazione con Bologna Design Week per omaggiare, attraverso la luce, le architetture che meglio rappresentano la città di Bologna. “Ho scelto di affidare alla luce il compito di comunicare il nostro territorio. L’ho fatto pensando alle suggestioni di luoghi ricchi di fascino come la Basilica di Santo Stefano”, ha dichiarato l’amministratore delegato Paolo Castelli. Alla competizione, vinta da Valerio Spisani con lo scatto “Solifugae”, realizzato all’interno del cimitero monumentale della Certosa di Bologna, hanno aderito circa 200 fotografi provenienti da Italia, Germania, Polonia, Svizzera e Brasile, che hanno avuto l’opportunità di esprimere attraverso la fotografia il loro speciale punto di vista sulla città, per un totale di oltre 350 immagini. Le 20 fotografie finaliste sono state esposte all’interno dell’ex Ospedale dei Bastardini, la cui prestigiosa facciata è stata valorizzata da una coreografia di tre Kalì, chandelier di imponenza scultorea della collezione Inspiration by Paolo Castelli. Nello stesso periodo e contemporaneamente al Cersaie 2017, Paolo Castelli ha inoltre aperto presso l’headquarter di Ozzano il nuovo Materials Design Lab, un luogo dedicato al racconto dei materiali più innovativi provenienti da tutto il mondo, destinato ad accogliere i professionisti del settore. In ottobre, poi, quando la direzione Italia della maison automobilistica Porsche si è impegnata a identificare la realtà imprenditoriale che, sul territorio emiliano, potesse rappresentare al meglio i valori di unicità, coraggio, sogno e potenza caratteristici della nuova Panamera Sport Turismo, ha individuato in Paolo Castelli importanti e strategici elementi di affinità quali la volontà di cambiare il linguaggio del design contemporaneo, restando comunque sempre fedele alla filosofia del marchio. In virtù di questa intesa, la collezione Inspiration è stata eletta ambasciatrice della nuova auto e la sede dell’azienda ha ospitato, lo scorso 26
LABANTI E NANNI CRESCE ANCORA, INAUGURATA LA NUOVA SEDE PRODUTTIVA Una nuova casa, più grande e più tecnologicamente avanzata, per far crescere ancora un’impresa storica del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo. È stato inaugurato lo scorso 11 ottobre ad Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna, il nuovo stabilimento produttivo di Labanti e Nanni Industrie Grafiche, azienda leader nel settore dell’industria grafica cartotecnica, nel corso di un evento a cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Alberto Vacchi, il Vescovo ausiliare emerito della Diocesi di Bologna, Ernesto Vecchi, e il sindaco di Anzola dell’Emilia, Giampiero Veronesi. “Nei nostri oltre sessant’anni di attività abbiamo affrontato importanti acquisizioni e quattro traslochi di sede che ci hanno fatto sviluppare fino alle nostre attuali dimensioni. Con l’ampliamento e il rinnovamento dello stabilimento competeremo ai più alti standard nazionali ed internazionali del nostro settore, offrendo a vecchi e nuovi clienti un servizio al top della qualità, sempre più efficiente e personalizzato”, ha raccontato ai presenti il presidente di Labanti e Nanni, Antonio Bonacini. La nuova casa è nata dall’ampliamento e dalla completa ristrutturazione di quella già esistente in via Marconi e ha richiesto 14 mesi di lavori e un investimento di oltre 5 milioni di euro. L’intervento ha permesso di quadruplicare le superfici precedenti e la sede operativa può ora disporre di 24.000 metri quadrati - di cui 9.000 di stabilimento e uffici - per svolgere al meglio le attività di stampa di dépliant, cataloghi, riviste e cartotecnica-packaging al servizio di importanti clienti di tutti i settori merceologici. L’azienda, nata nel 1953 in una piccola bottega del centro di Bologna per iniziativa dei soci fondatori, i signori Labanti e Nanni, è oggi guidata da Antonio e Fabio Bonacini, Andrea Fanti e da un management che ha stimolato e accompagnato una crescita davvero significativa, sia dal punto di vista economico che occupazionale. I numeri raccontano infatti una realtà in grande espansione, che si rinnova ancora nel segno dello sviluppo: tra il 2006 e il 2016, nel pieno quindi della crisi economica, il fatturato ha visto un incremento del 136% mentre i dipendenti, che oggi sono 72, sono cresciuti del 140%. Nel 2016 il fatturato è stato di 13,7 milioni di euro mentre quello atteso per il 2017 è di 15 milioni. Si tratta di risultati possibili anche grazie all’impiego dei migliori macchinari disponibili nel settore e all’implementazione di tecnologie all’avanguardia. Proprio per sottolineare il contributo fondamentale delle attrezzature più innovative al successo di Labanti e Nanni, nel corso dell’evento inaugurale, reso possibile anche dalla collaborazione di aziende partner tecnici di Labanti e Nanni quali Bobst, Burgo Distribuzione, FlintGrp, Kodak, Luxoro, Edigit,Tecnolaser, Manroland Sheetfed, OM Still e Zund, è stata offerta ai partecipanti l’occasione di assistere alle varie fasi di lavorazione necessarie per dare forma a un prodotto di cartotecnica e mettere alla prova gli
avanzati macchinari di cui si è dotata negli ultimi anni l’azienda bolognese. Gli ospiti hanno quindi potuto seguire un percorso alla scoperta del nuovo stabilimento produttivo che li ha condotti, tappa per tappa, fino alla realizzazione di un gadget-omaggio finale, risultato tangibile di un processo complesso e di altissima qualità.
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ottobre, il primo evento unveiling dedicato a Panamera Gran Turismo programmato in Italia. A chiudere in bellezza questa serie di novità, la partecipazione di Paolo Castelli a diversi progetti all’interno di Fico Eataly World, il parco agroalimentare più grande del mondo, inaugurato lo scorso 15 novembre: tra questi, le sei giostre multimediali, l’Arena, la Fondazione Fico e i 600 metri quadrati di Librerie Coop, che ospitano un elemento centrale progettato per richiamare la struttura di un albero. “Come bolognese e imprenditore emiliano sono orgoglioso di aver preso parte a questo progetto, che sono sicuro sarà una grandissima opportunità
tare migliorie e soluzioni alternative, non estetiche, ma operative ed economiche, per elevare, dove possibile, gli standard qualitativi generali”, ha spiegato Paolo Castelli.
PIZZOLI INAUGURA A FICO IL BISTROT DELLA PATATA
Un luogo ideale per immergersi nella storia e scoprire tutte le varietà del tubero più amato del mondo, provando una esperienza unica di gusto. È ciò che Pizzoli, azienda bolognese leader, dal 1926, nella produzione di patate per il mercato del fresco e del surgelato, mira a proporre ai consumatori con il Bistrot della Patata, che ha debuttato a Fico Eataly World, a Bologna, lo scorso 15 novembre, giorno dell’apertura ufficiale del parco agroalimentare più grande del mondo. Dopo l’inaugurazione, nel febbraio 2017, della nuova piattaforma logistica a elevata automazione e Solifugae, foto di Valerio Spisani, opera prima classificata basso impatto ambientale, primo step del nuovo polo produttiper la città. Per ogni commessa abbiamo vo dell’azienda che sorgerà a San Pietro in costruito una squadra di lavoro allo scopo Casale, in provincia di Bologna, la storia di di cogliere, con estrema flessibilità ed effi- Pizzoli si arricchisce dunque di una nuova cienza, le necessità del cliente e garantire il pagina. Si tratta di uno spazio esclusivo rispetto degli standard qualitativi e i tempi pensato per valorizzare i molteplici imrichiesti. Durante la fase progettuale, come pieghi in cucina della patata, dai semplici per Expo, abbiamo applicato il metodo del snack o contorni ai primi piatti a base di value engineering che, partendo dall’analisi gnocchi, le cialde di patate e lo strudel sadel valore dell’intervento, mira ad appor- lato, con taleggio e pistacchi, le patate al
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cartoccio ripiene, i nidi di patate, la coppa di purè bigusto, i mini burger con manzo e patate e le insalate, fino alle classiche patatine Pizzoli da gustare con le salse, con cui l’azienda, forte della sua esperienza lunga tre generazioni, entra per la prima volta in contatto diretto con il consumatore finale lanciandosi nella ristorazione veloce. “Il concept è quello dello street food. Abbiamo messo a punto un menu, studiato da un team di quindici persone coordinate dallo chef Pietro Massanova, per far conoscere la versatilità della patata e le molteplici preparazioni a cui si presta. Oltre alle proposte fisse, poi, non mancheranno mai piatti speciali fuori menù”, racconta Nicola Spanu, marketing manager di Pizzoli. È così che un cibo ‘povero’ diventa ‘nobile’, grazie alla cura e alla conoscenza della materia prima, e all’arte unica della trasformazione italiana. Per trasmettere appieno la cultura e la qualità del prodotto made in Italy, al centro del Bistrot campeggia una patata gigante aperta a spicchi, una sorta di spazio cinema all’interno del quale vengono raccontate, tramite filmati, documentari e contributi multimediali, la storia e la filosofia che caratterizzano la patata emiliano-romagnola, così come i passaggi della filiera che portano il tubero dalla semina al piatto del consumatore. “Sebbene sia l’ortaggio più diffuso sulle tavole di tutto il mondo, la patata è spesso sottovalutata in ortofrutta. Il nostro obiettivo, con l’inaugurazione di questo nuovo format, è quello di fare comunicazione sulla filiera, sull’indotto che essa genera e sulle diverse varietà di questo tubero. I visitatori di Fico possono consumare le nostre pro-
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PER FARE IMPRESA CON SUCCESSO, OCCORRE ESSERE IN RITMO COL PROPRIO TEMPO E CON UN MONDO CHE CAMBIA VELOCEMENTE. BISOGNA PORSI IN ASCOLTO E SAPERE COGLIERE LE DIVERSE NOTE CHE LA REALTÀ DI OGNI GIORNO FA RISUONARE DI TEMI COMPLESSI. DA SEMPRE, NOI DI CORPORATE STUDIO, FACCIAMO DELL’ASCOLTO IL LEITMOTIV SU CUI REALIZZIAMO CONSULENZE IN TOTALE ARMONIA CON LE PROSPETTIVE ED ESIGENZE DI OGNI AZIENDA. DAI MODELLI GESTIONALI ALLA FINANZA AGEVOLATA ALLE MATERIE NORMATIVE, CREIAMO SOLUZIONI PER FARE DEL TUO BUSINESS UNA SINFONIA PERFETTA.
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poste durante il loro tour nel parco agroalimentare grazie agli esclusivi packaging studiati appositamente per un consumo ‘on the go’, ma possono anche comodamente sedersi nella nostra accogliente area snack”, conclude Spanu.
sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, l’onorevole Paola Boldrini, Antonio Sbordone, all’epoca questore di Ferrara, il vicepresidente di Confindustria Emilia Area Centro Riccardo Maiarelli e il vicario generale della Diocesi di Ferrara e Comacchio monsignor Massimo Manservigi. “Il contesto in cui le organizzazioni sanitarie pubbliche e private si trovano ad operare L’OSPEDALE QUISISANA è in continua evoluzione, e ciò impone ai AMPLIA I PROPRI SPAZI maggiori player del settore di riprogettare continuamente la propria identità, i servizi Una nuova struttura all’avanguardia per offerti, le attività e gli spazi. Al centro di garantire un’assistenza di primo livello e tutto però resta sempre la tutela dell’uomo potenziare la qualità delle prestazioni sani- e della sua salute, un’esigenza che si manitarie offerte. Ha ampliato i propri spazi e festa anche in innovazioni costruttive indiaumentato il numero degli ambulatori e dei spensabili per aggiornare e implementare servizi proposti Quisisana, l’ospedale priva- l’offerta sanitaria”, ha dichiarato Giorgio to accreditato di viale Cavour a Ferrara, che Piacentini, presidente di Quisisana. lo scorso 16 settembre ha svelato le novità Tra le tante novità introdotte all’interno nel corso di una cerimonia di inaugurazio- dell’edificio storico che ospita la clinica, ne aperta a tutta la città. Tra gli ospiti, il sottoposto ad un significativo intervento di riqualificazione archiSopra: l’ingresso dell’ospedale privato Quisisana tettonica, un ambulatorio Sotto: il presidente Giorgio Piacentini e il direttore sanitario chirurgico dotato di struElisabetta Cinchini con lo staff di Quisisana mentazioni e tecnologie all’avanguardia e specialità quali anestesiologia, chirurgia generale e plastica, medicina estetica, chirurgia vascolare, dermatologia, endoscopia digestiva, medicina fisica e riabilitazione, oculistica, ortopedia, ginecologia, otorinolaringoiatria, reumatologia, urologia. A presentare alla platea i nuovi servizi Elisabetta Cinchini, direttore sanitario di Quisisana: “Oggi diamo visibilità a un poliambulatorio che, siamo convinti, rappresenterà un valore aggiunto per la cura. Solitamente in queste occasioni si parla molto di mission e obiettivi, io preferisco invece sottolineare altri valori come accoglienza, professionalità, competenza, sicurezza e formazione. Ma anche la capacità di contribuire at-
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traverso la libera iniziativa in un lavoro di gruppo che ogni membro del nostro team ha dimostrato”. Nel corso degli anni l’ospedale privato accreditato Quisisana, che da quasi un secolo rappresenta un punto di riferimento per la città estense, si è evoluto adeguandosi alle esigenze della comunità ferrarese, sia per dimensioni che per qualità degli interventi offerti. “Siamo in grado di offrire un altissimo livello di efficienza tecnico-scientifica sia nella diagnostica, con attività ambulatoriali dedicate a tutte le specialità, che nella terapia e nell’attività di ricovero ordinario, e l’ampliamento realizzato negli ultimi mesi ha rappresentato un ulteriore salto di qualità. L’operazione, che ha permesso di salvaguardare la parte storica preesistente dell’edificio e al tempo stesso di donarle nuova vita, è stata lunga e impegnativa, ma ci permetterà di gestire al meglio il flusso giornaliero di pazienti ambulatoriali, allargare le competenze sanitarie e, più in generale, di offrire una struttura sanitaria privata di primo livello in pieno centro storico cittadino, modernissima e letteralmente a due passi dal Castello Estense”, ha concluso Piacentini.
RADIO BRUNO, LA PIÙ AMATA IN EMILIA-ROMAGNA Un 2017 straordinario per Radio Bruno che ancora una volta si conferma la radio più ascoltata in Emilia-Romagna e con numeri record: sono 521.000, infatti, gli ascoltatori nel giorno medio in regione, davanti anche a tutti i principali network nazionali e alle Radio Rai. Il numero sale a 708.000 ascoltatori nel giorno medio nell’intero bacino d’utenza, un dato mai raggiunto nella sua storia, iniziata nel 1977 quasi per gioco da un gruppo di amici tra i quali l’attuale presidente Gianni Prandi e la voce di punta del mattino, Enrico Gualdi. In Toscana Radio Bruno ha superato per la prima volta il traguardo dei 100.000 ascoltatori nel giorno medio; radio ufficiale della Fiorentina, ogni giorno registra un impressionante numero di contatti con il programma sportivo del Pentasport. Anche in Lombardia gli ascolti sono raddoppiati
LAIRT SPEGNE 60 CANDELINE Sessant’anni nel mondo della plastica. È stata una grande festa dedicata a tutti i collaboratori quella con cui lo scorso sabato 16 settembre Lairt, realtà bolognese specializzata nella produzione di articoli stampati a iniezione in materiale plastico, assemblaggio e costruzione stampi, ha celebrato l’importante anniversario e richiamato alla memoria i vari capitoli di una storia di successo. Quella di Lairt è un’avventura iniziata nel 1957, quando il pasticciere Athos Belelli decise di acquistare, in società con un amico, una vecchia pressa manuale e avviare una piccola produzione di mollette di plastica in un laboratorio preso in affitto in via Decumana a Bologna, dove si rifugiava dopo il lavoro per arrotondare. Pochi anni più tardi, nel 1962, la crescita del volume d’affari costrinse Belelli ad una scelta che lo portò ad abbandonare la pasticceria, affittare 300 metri quadrati di capannone in via Emilia Ponente e proseguire con Lairt. Risale al 1962 l’ingresso in azienda del figlio di Athos, Paolo, che ne assunse la guida nel 1967, con la collaborazione della moglie Valeria Pizzoli. Da allora, di pressa in pressa e di stabilimento in stabilimento, la crescita di Lairt è stata costante ed esponenziale e l’azienda ha, nel corso degli anni, ampliato il proprio raggio d’azione: dal confezionamento all’assemblaggio, dai servizi all’imballaggio alla progettazione e costruzione di stampi, divenendo leader di mercato, insieme alla consociata Gierre Stampi, in un settore che richiede avanzate conoscenze e sistematici aggiornamenti culturali sulle tecnologie di processo grazie a significativi investimenti in ricerca e sviluppo, che sono valsi all’azienda le certificazioni ISO9001:2008 e UMIQ. Dopo un ventennio come unico fornitore di Giordani, il colosso di giocattoli e carrozzine di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, Lairt modificò anche il proprio mercato di riferimento, approdando al settore automotive. L’azienda può attualmente annoverare tra i propri principali clienti marchi quali Ducati, con cui opera da trent’anni, e Ferrari, per i quali cura anche le fasi di assemblaggio, i processi di saldatura ad ultrasuoni e vibrazioni/ infrarossi e la finitura dei particolari.
1957 Via Decumana angolo Via Speranza Athos Belelli inizia a stampare mollette da bucato con una vecchia pressa manuale
Maggio 1957 Via Emilia Ponente 330 arriva la prima pressa nuova manuale
1959 Via del Greto 20 Arriva la prima pressa oleodinamica 1962 Trasferimento in Via Emilia Ponente 421 e ingresso del figlio Paolo Belelli
1995 Ampliamento stabilimenti e prime pubblicazioni Dicembre 2015 Fusione con Gierre Stampi
Agosto 2016 Il nostro futuro
Ringraziamo Athos che nel 1957 ha dato inizio a questa avventura Paolo e Valeria che per 45 anni sono stati colonna portante dell’azienda Oggi la tradizione familiare portata terzasono generazione E tutti i dipendenti passati e è presenti cheavanti in questidalla sessant’anni stati Belelli con Daniela ed Emanuela i soci,diFabrizio e Cesare Vitelli, per laecrescita Lairt determinanti
che guardano al futuro con ottimismo e importanti progetti di sviluppo, intraprendendo il percorso delle innovazioni previste dall’industria 4.0. “Ringraziamo Athos che nel 1957 ha dato inizio a questa avventura, Paolo e Valeria che per quarantacinque anni sono stati colonna portante di Lairt, e tutti i dipendenti passati e presenti che in questi sessant’anni sono stati determinanti per la sua crescita”, hanno dichiarato dall’azienda in occasione dei festeggiamenti.
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(72.000). “Il successo di Radio Bruno è quello di una squadra che ha ben presente gli obiettivi da raggiungere. Nuovi programmi, le dirette televisive, i grandi ospiti, gli eventi, lo sport, l’informazione locale e nazionale e il costante impegno per cercare di essere sempre più vicini ai nostri ascoltatori sono la vera grande forza di Radio Bruno”, commenta l’editore Gianni Prandi. I più grandi successi musicali tra passato e presente, la simpatia e la spontaneità dei propri conduttori, l’informazione capillarmente legata al territorio, l’organizzazione e la produzione di eventi di spettacolo di grande richiamo, partnership prestigiose, iniziative di solidarietà e una particolare attenzione al mondo dello sport rappresentano la formula vincente che ha consentito l’esponenziale crescita di Radio Bruno negli anni e l’acquisizione costante di nuove aree d’ascolto. Radio Bruno ha consolidato gli investimenti attivando frequenze in tutta la Toscana, in Lombardia (a Mantova, Brescia, Cremona e Bergamo) e in Veneto (Verona e Vicenza). Attualmente può contare su redazioni giornalistiche dislocate su tre regioni che si avvalgono della collaborazione di corrispondenti e producono quotidianamente 48 edizioni di giornali radio areali, integrati da otto flash con le principali notizie nazionali e internazionali. Uno sforzo organizzativo ed economico considerevole che rappresenta il valore aggiunto della proposta editoriale di Radio Bruno. Radio Bruno è anche media partner dei principali eventi di aggregazione che si svolgono tra Emilia-Romagna, Toscana e bassa Lombardia e produce e organizza spettacoli musicali di grande prestigio: i Radio Bruno Estate che, da giugno a settembre, da 20 anni, portano nelle piazze i più grandi nomi della musica ad ingresso gratuito. Radio Bruno conferma inoltre il proprio legame speciale con i tifosi trasmettendo le radiocronache con diritti in esclusiva di alcune delle principali squadre di calcio, volley e basket ed è anche social con frequentatissime pagine Facebook, Twitter e Instagram. I programmi si possono ora ascoltare e vedere in diretta televisiva sui canali 683 e 256 del digitale terrestre,
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INDUSTRIE
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Emilia Area Centro. Relatore del workshop è stato Kit Miyamoto, presidente e CEO di Miyamoto International, società di ingegneria internazionale che opera nelle aree più colpite nel mondo da gravi terremoti e disastri naturali. Davanti alla platea di imprenditori, Miyamoto ha illustrato un innovativo approccio per RISCHIO SISMICO, valutare il rischio sismico, utile a stabilire le priorità di intervento a salvaguardia delle LE SOLUZIONI DI attività produttive e della loro operatività, SISMOCELL REGLASS e fornito una panoramica divulgativa sulle tecnologie oggi a disposizione per ridurre Ogni azienda ha caratteristiche specifiche gli effetti dannosi di un terremoto. e un prezioso patrimonio da tutelare. Non “Per gestire in modo efficace il rischio sisono solo i capannoni, infatti, a subire le- smico è innanzitutto necessario conoscersioni in caso di terremoto, ma anche i beni lo e quindi effettuarne una valutazione, strumentali e i magazzini. Anzi, questi ul- successivamente bisogna ridurlo attraverso interventi estesi alle strutture ma non solo: statisticamente, infatti, la maggior parte del danno economico prodotto da un sisma è relativa a impianti e macchinari. Infine, si deve accettare un’aleatorietà del rischio residuo, da scongiurare attraverso un’assicurazione”, ha spiegato Miyamoto nel corso dell’evento. Molteplici, infatti, sono le variabili da considerare e non sempre è possibile I relatori del workshop “La gestione vincente del rischio sismico fare affidamento su mod’impresa” Kit Miyamoto, Devis Sonda e Marco Cossu delli di calcolo al computimi rischiano di più: secondo le statistiche ter: esistono situazioni particolari proprie il 68% dei danni alle imprese causati da un di ogni sito produttivo che non rientrano sisma riguarda macchinari, impianti e mer- negli standard, dunque vanno esaminaci immagazzinate. E proprio il tema della te nella loro specificità. Per determinare il sicurezza delle attività produttive e della rischio caratteristico di un’impresa si passa valutazione del rischio sismico è stato al quindi attraverso centro del workshop “La gestione vincen- varie fasi. La prite del rischio sismico d’impresa” che, pro- ma consiste nell’imosso da Sismocell Reglass H.T., azienda dentificare quali di Minerbio, in provincia di Bologna, che impianti e strutda oltre 35 anni opera nel campo dei ma- ture siano esposti teriali compositi avanzati per applicazioni al rischio sismico strutturali in fibra di carbonio e, in seguito e in che misura. al sisma del maggio 2012, ha scelto di svi- Si procede, poi, luppare un sistema per intervenire in corri- con la definizione spondenza delle connessioni di edifici pre- delle priorità di sulla fabbricati, si è tenuto lo scorso 23 ottobre intervento presso la sede bolognese di Confindustria base di una analisi ma anche sulla rinnovata App gratuita per smartphone e tablet. Per saperne di più sui programmi, gli ospiti, gli spettacoli, le notizie musicali e gli eventi: www.radiobruno.it
costi-benefici. Infine, i siti che sono stati identificati come strategici per il portafoglio aziendale vengono analizzati per sviluppare la previsione di scenari di danno realistici e per progettare gli interventi di mitigazione del rischio. “Le informazioni raccolte servono all’imprenditore per comprendere meglio la sua specifica esposizione al rischio sismico e per pianificare gli interventi necessari consentendo il controllo dei negoziati per la copertura assicurativa: ciò consente di evitare milioni di euro di danni e, contestualmente, di risparmiare migliaia di euro sulle polizze”, ha concluso Miyamoto.
RENNER ITALIA PREMIA I PROGETTI SOCIALI CON LA BUONA VERNICE “In tre anni la nostra Renner Italia ha distribuito 105.000 euro alle organizzazioni no-profit, contribuendo alla realizzazione di progetti di alto valore sociale, culturale e sportivo. Anche nel 2018 la nostra azienda non si tirerà indietro, anche se stiamo pensando a una nuova formula”. Così l’ad di Renner Italia, Lindo Aldrovandi, ha salutato le associazioni ritenute meritevoli nel corso della cerimonia di premiazione che lo scorso 29 settembre, al Savoia Regency Hotel di Bologna, ha chiuso l’edizione 2017 de ‘La buona vernice’, l’iniziativa con cui l’azienda, specializzata nella produzione di vernici, dona una cifra complessiva di 35.000 euro a dieci progetti di rilevanza sociale e grazie alla quale negli anni scorsi sono stati realizzati festival dei libri per
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sare Roveroni di Santa Sofia, in provincia di Forlì-Cesena, e ‘Parco inclusivo - Il calcio, un gioco per tutti’, della Fondazione Niccolò Galli Onlus di Firenze.
STOORM5, IL COMPAGNO DI VIAGGIO VERSO INDUSTRY 4.0
I ragazzi del Teatro Ebasko che si sono aggiudicati la donazione da 15.000 euro ricevono l’assegno dall’amministratore delegato di Renner Italia, Lindo Aldrovandi
ragazzi, mense per i poveri e laboratori artigianali per persone in difficoltà. Come ha spiegato in apertura Simone Arminio, giornalista che ha condotto la kermesse, ai nastri di partenza c’erano 84 realtà no-profit, sostenute nel corso dei quattro mesi dedicati alle votazioni da 66.000 utenti collegati sul sito web de La buona vernice. L’iniziativa, infatti, si basa sul concetto di democrazia della rete: Renner Italia viene orientata, nelle sue donazioni, dalla massa critica espressa dalla community. Sul palco si sono poi alternati i rappresentanti delle dieci organizzazioni no-profit protagoniste della giornata: in prima fila l’associazione bolognese Teatro Ebasko, che con il progetto ‘Rame - Le radici del Mediterraneo’ ha raccolto 7.157 voti che le sono valsi la donazione più importante, quella da 15.000 euro. “Si tratta di una residenza culturale-artistica nel borgo calabrese di Melissa, in provincia di Crotone, dove, attraverso la trasmissione di antiche storie e saperi artigianali come la vendemmia dell’uva, giovani cittadini di tutta Europa potranno riscoprire nuove possibilità di socializzazione, lavoro comunitario e scambio interculturale”, spiegano da Teatro Ebasko. 5.997 voti e una donazione di 5.000 euro, poi, sono andati all’Associazione Amici di
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Piazza Grande, seconda classificata con il progetto ‘Piazza Grande, oltre la dimora’ che offre, attraverso attività di orientamento al lavoro, di formazione alla vendita e di conoscenza e accompagnamento ai servizi sociali del territorio bolognese, un percorso di inclusione sociale rivolto ai diffusori del giornale Piazza Grande. Terzo posto e 5.000 euro, invece, per Xplora oltre i confini, organizzazione di Desenzano sul Garda, in provincia di Brescia, che ha conquistato 2.842 voti con ‘Xplora alla scoperta dell’Italia sotterranea’, che mira a scoprire, tutelare e rendere accessibili alcuni dei tesori sotterranei del nostro Paese attraverso ricerca, esplorazione e recupero. A seguire, sono stati inclusi nella rosa dei vincitori anche i progetti ‘Un murales contro il bullismo’ dell’Associazione Genitori @ttivi di Imperia e ‘Ricreattivo - Gemellaggio sostenibile’ dell’associazione Namaste onore a te Onlus di Bologna, che si sono aggiudicati 2.500 euro, mentre 1.000 euro sono andati a ‘Percorsi formativi per giovani creativi’ di Rete Almagià di Ravenna, ‘Hub Kinodromo’ dell’Associazione culturale Kinodromo di Bologna, ‘Origami, dinamiche educative e didattica’ di Centro diffusione origami di Belgioioso, Pavia, ‘European jazz school’ dell’associazione musicale Ce-
Affiancare le aziende nel percorso di digitalizzazione dei propri processi, nuovo motore dell’innovazione, operando nei campi dell’Internet of Things e dell’Industry 4.0. Questa la mission di Stoorm5, realtà bolognese nata da una iniziativa di Aldo Campi e Carlo Giannelli con l’obiettivo di sviluppare prodotti e servizi IoT, per portare a compimento la quale l’azienda guarda con interesse alla legge 232 del 2016, a disposizione delle imprese per investimenti che accelerino la digitalizzazione dei processi produttivi. “La legge porta in dote un finanziamento pari a 140 miliardi di euro. La durata dell’agevolazione va dal 1° gennaio 2017 al 30 giugno 2018 e la sua validità è legata ad alcuni prerequisiti che le aziende avrebbero dovuto attivare entro il 31 dicembre 2017 e, nonostante sia stata prevista una proroga, è chiaro che per usufruirne i tempi stringano. Il ritardo, poi, diventa ancora più significativo se pensiamo che per accedere all’iper-ammortamento sono previste varie fasi
Maurizio Lenzi, development manager di Stoorm5
MARCHI IMPIANTI, 50 ANNI DI STORIA SCRITTA CON PASSIONE Mezzo secolo di passione, sacrifici e tanta voglia di fare. Sono ben cinquanta le candeline che Marchi Impianti, realtà poliedrica specializzata nel campo degli impianti idrici, del trattamento aria/acqua e del raffrescamento e riscaldamento per il benessere termico, ha spento lo scorso 7 ottobre nel corso di una festa organizzata presso il suo stabilimento di via della Salute, a Bologna. La giornata di celebrazioni è stata un successo condiviso a cui, oltre al sindaco di Bologna, Virginio Merola, hanno partecipato molte delle persone che hanno reso Marchi Impianti leader nel proprio settore. Accanto al presidente Bruno Pasquini e alla moglie Patrizia Zanini, Patrizia Marchi, figlia di uno dei fondatori dell’azienda, Mauro Marchi, e i dipendenti, i fornitori e i clienti storici. “Ci siamo riuniti per condividere la gioia di questo grande giorno e per ripercorrere tutti insieme, capitolo dopo capitolo, una storia scritta con passione: quella di un’azienda sempre in espansione che ha dato grande impulso al territorio e che, ci auguriamo, ha davanti a sé un lungo futuro”, ha dichiarato Pasquini. Marchi Impianti è stata fondata nel 1967 da Mauro Marchi e Giuseppe Ballandi e negli anni è cresciuta grazie alla tenacia di Bruno Pasquini che, sesto figlio di una famiglia contadina, a quattordici anni iniziò a lavorare nei cantieri insieme a Marchi, distinguendosi fin da subito per l’umiltà, la velocità, la praticità e la perfezione della posa degli impianti idraulici. È iniziata così una storia di lavoro, fatica e successi che ha portato l’azienda a ottenere ottimi risultati anche nel campo degli impianti elettrici e dell’allestimento uffici chiavi in mano.
Oggi Marchi Impianti si distingue per impianti sempre più evoluti dal punto di vista tecnologico e tecnico, nonché, sempre più frequentemente, per la manutenzione necessaria una volta superato il periodo di gestione post realizzazione. “I nostri interventi spaziano dall’edilizia abitativa pubblica a quella privata, da interventi su edifici aperti al pubblico (singole sale cinematografiche, multisale cinematografiche, teatri, aeroporti, ristoranti, locali per il fitness) a locali commerciali (vendita al pubblico) e impianti sportivi (palazzi dello sport, piscine), da edifici industriali di produzione a edifici del terziario (uffici). Senza dimenticare l’allestimento di eventi sportivi”, sottolinea Bruno Pasquini. Tra questi, ad esempio, i Mondiali di sci del Sestriere, il Palasport di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, e il Paladozza di Piazza Azzarita a Bologna. Motivo di orgoglio degli ultimi tempi, poi, sono il centro di Direzione sviluppo e ricerche Ferrari, a Maranello, in provincia di Modena, e il Fit Out Unicredit Headquarter, a Milano. “Tra le attività manutentive che abbiamo svolto, anche la proficua collaborazione con primari istituti di credito quali Banca di Bologna, Emil Banca, Unicredit e svariati edifici industriali. Negli ultimi anni abbiamo inoltre sviluppato competenze sull’impiantistica di nuova generazione mirata alle nuove energie e al risparmio energetico. In più, interveniamo su immobili in uso, trasformando non solo la rete impiantistica ma anche l’ambiente di lavoro (pareti, soffitti, arredi, ecc.) senza interrompere le attività lavorative allocate in tali spazi”, conclude Pasquini.
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intermedie quali la verifica dei prerequisiti, un assessment in fabbrica per verificare il rispetto dei requisiti di connessione e interconnessione previsti dalla legge, l’ordine, la consegna e l’installazione con collaudo e la perizia giurata o dichiarazione di conformità da parte del legale rappresentante”, spiega Maurizio Lenzi, development manager di Stoorm5. La legge 232 si rivolge al settore della manifattura e in particolare del plant: il focus delle agevolazioni è infatti su investimenti esclusivamente CapEx (Capital Expenditure) e non OpEx (Operational Expenditure) e sono quindi escluse dai benefici proposti le formule in pay per use. “Il finanziamento avviene via ammortamento, sia iper che super, ma per ottenerlo occorre soddisfare i prerequisiti richiesti. Il più importante è che il bene in questione sia materiale, nuovo, mai utilizzato o ricondizionato e che sia incluso nella tabella dell’allegato A della legge per quanto riguarda l’iper-ammortamento e nella tabella dell’allegato B se invece la scelta ricade sul super-ammortamento. Relativamente agli investimenti in Information Technology, immateriali e non legati alla fornitura di un macchinario, è previsto invece il solo super-ammortamento. Questi ultimi sono ammessi solo nel caso sia stato acquistato almeno un macchinario della tabella dell’allegato A e il software riguardi esclusivamente l’area produttiva”, continua Lenzi. Stoorm5 è pronta a supportare le aziende sia negli investimenti relativi all’Industry 4.0 che nelle attività ad essi correlate qua-
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li l’analisi dei prerequisiti per la perizia, il progetto, l’implementazione completa e la formazione, che può garantire grazie alle sue competenze e all’ecosistema di professionalità che ha creato e consolidato nel tempo. “Rispetto alle modalità del passato, l’approccio a questa bellissima formula che finalmente lo Stato ha messo a disposizione obbliga le imprese a dotarsi di reali strumenti Industry 4.0: per questo oggi molte realtà sono alla ricerca di competenze utili ad accompagnare l’implementazione della reale interconnessione che la legge richiede. Stoorm5 è sempre al servizio del cliente e già operativa su numerosi progetti di digitalizzazione delle aziende del territorio”, conclude Maurizio Lenzi.
TEATRO MANZONI, GLI APPUNTAMENTI DEL 2018 Come suggeriscono le parole del celebre scrittore di fiabe Hans Christian Andersen, la musica ci offre in ogni momento un rifugio sicuro dove regnano l’armonia e il dialogo. Al Teatro Manzoni di Bologna la musica, protagonista indiscussa della stagione, si sposa con le altre arti, videoarte, pittura, danza e letteratura per invitarci a riflettere sul valore dei sentimenti. Con il nuovo anno ritornano gli immancabili concerti di musica classica tanto amati dal pubblico del Manzoni, che a
MECVEL, DA 30 ANNI SEMPRE IN MOVIMENTO Ha tagliato il traguardo dei trent’anni MecVel, azienda bolognese che dal 1987 produce e commercializza organi di trasmissione, che ha scelto di celebrare questo successo con una serata di festeggiamenti lo scorso 15 settembre, coinvolgendo l’intero gruppo di lavoro, affiatato e competitivo, e con un ampliamento delle linee produttive, attraverso la realizzazione di un nuovo stabilimento adiacente a quello originario. Obiettivo di quest’operazione: massimizzare il proprio rendimento, anche grazie all’utilizzo di magazzini automatizzati, a dimostrazione dello sviluppo tecnologico e del livello d’innovazione raggiunti, con un aumento della capacità produttiva fino a 60.000 pezzi l’anno. Fin dalla fondazione il core business di MecVel è rappresentato dalla progettazione e dalla produzione di attuatori lineari elettrici e martinetti meccanici, sistemi di movimentazione che utilizzano motori, riduttori e assi di spinta per trasformare il moto rotatorio del motore elettrico in un movimento lineare, consentendo di sollevare, posizionare, spingere o tirare qualsiasi carico fino a venti tonnellate. Tutto questo, arricchito da un importante servizio di customizzazione, grazie al quale ogni prodotto viene configurato nel dettaglio e adattato alle specifiche esigenze della singola applicazione, divenendo così una soluzione su misura per il cliente. In trent’anni di storia l’azienda è passata dall’essere una piccola realtà nel mondo dell’artigianato locale a diventare leader nel mercato degli attuatori lineari elettrici e dei martinetti meccanici. MecVel vanta oggi una forte presenza a livello mondiale, confermata dal fatto che il 50% del suo fatturato (10 milioni di euro nel 2016) proviene da importanti aziende del panorama internazionale e da progetti speciali nei più svariati ambiti industriali: dalle energie rinnovabili all’industria pesante, dal packaging al medicale, dall’automotive all’automazione in generale. “Non ci siamo, però, mai allontanati dalle basi sulle quali MecVel è stata costruita: valorizzazione del made in Italy, che da sempre corrisponde
ogni stagione, con i loro abbonamenti, confermano l’incredibile successo del ciclo dell’Orchestra Filarmonica di Bologna. Per la stagione 2017/18 è stato scelto un repertorio vario, incentrato sui grandi Maestri del XVII, XVIII e XIX secolo, con direttori d’orchestra e solisti di fama internazionale. Il primo spettacolo, lunedì 29 gennaio 2018, vedrà protagonista il direttore Rory Macdonald a fianco del giovane affermato pianista Alexander Kobrin. Il programma prevede l’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra n. 23 in la maggiore, K 488 di W. A. Mozart e la Sinfonia n. 5 in do die-
a un know-how e a una qualità senza precedenti, e una continua attività di ricerca e sviluppo per essere costantemente in linea con le richieste dei clienti”, dichiarano dalla direzione aziendale Miria Bastoni e Roberto Viviani. E proprio per rispondere con prontezza alle sempre nuove esigenze del mercato, la gamma di prodotti proposta da MecVel è in continua evoluzione. L’incontro tra la trentennale esperienza e il progresso tecnologico costituisce il nucleo della costante crescita aziendale, favorita anche dalla forte coesione della squadra MecVel. “Vogliamo dedicare questo significativo traguardo raggiunto a tutti coloro che in passato hanno reso grande l’azienda e a chi, ancora oggi, contribuisce alla sua crescita con dedizione e determinazione. Un trentennio è trascorso, tra sfide stimolanti e successi, e tanti altri dovranno ancora venire”, hanno affermato i proprietari dell’azienda Miria Bastoni e Roberto Viviani in occasione della serata di festeggiamenti.
sis minore di G. Mahler. Il 19 febbraio l’Orchestra Filarmonica di Bologna suonerà sotto la direzione di Antonio Mendez assieme a Dmitry Masleev, giovanissimo vincitore dell’ultima edizione dell’International Tchaikovsky Competition. Masleev interpreterà il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore, op. 18 di S. Rachmaninov, a cui seguirà la Sinfonia n. 4 in mi minore, op. 98 di J. Brahms. Il 12 marzo salirà sul podio Gábor Takács-Nagy assieme alla celebre pianista Valentina Lisitsa, che interpreterà il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in do maggiore, op. 26 di S. Prokofiev,
mentre la seconda parte del concerto sarà dedicata alla Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di P. I. Čajkovskij. Lunedì 16 aprile, poi, la Filarmonica sarà diretta da Gustavo Gimeno. Accanto a lui, la leggendaria violinista Sarah Chang si cimenterà nel Concerto in re minore per violino e orchestra, op. 47 di J. Sibelius. Nella seconda parte sarà invece possibile ascoltare la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 di J. Brahms. Lunedì 14 maggio vedrà la presenza di Giorgio Zagnoni al flauto con i solisti dell’Orchestra Filarmonica di Bologna in un concerto sulle musiche alle corti del XVIII secolo, mentre
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la settimana seguente entreranno in scena il direttore Andris Poga e il giovanissimo pianista Jan Lisiecki che interpreterà il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore, Op. 21 di F. Chopin. A seguire la Sinfonia n. 6 in si minore, op. 74 “Patetica” di P. I. Čajkovskij. Lunedì 11 giugno concluderà degnamente la stagione il direttore artistico della OFBO, Hirofumi Yoshida, affiancato dal primo clarinetto dell’orchestra Alessandro Falco. Il programma sarà incentrato sulle composizioni di Gioachino Rossini di cui nel 2018 si celebra il 150° anniversario dalla morte. Vi saranno, inoltre, alcuni appuntamenti di grande pregio dedicati alla musica pop: mercoledì 7 febbraio sarà la volta della Goran Bregovic Orchestra nello spettacolo Three Letters From Sarajevo, una nuova produzione incentrata sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica, mentre martedì 22 maggio, dopo un tour estivo che lo ha portato in tutta Italia, tornerà Jack Savoretti con l’Acoustic Nights Live, il nuovo tour acustico con il quale il cantautore italo-inglese da aprile 2018 solcherà i palchi dei grandi teatri della tradizione italiana e quelli europei. Per maggiori informazioni: www.auditoriumanzoni.it
TECHBOARD GROUP, INGEGNERIA MADE IN ITALY Un’esperienza di quasi quarant’anni per affrontare al meglio le sfide del futuro: è la mission di Techboard, azienda modenese nata nel 1979 specializzata nella produzione di circuiti stampati professionali doppia faccia e multistrato fino a 16 strati per campionature e serie. Alla sede di Modena e al centro R&D di Trieste si aggiungono le varie filiali all’este-
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all’avanguardia che hanno dettato i nuovi standard nel settore. E, sicuri della nostra visione, continuiamo ogni giorno a migliorare e implementare ciò che da quasi 40 anni sappiamo fare meglio, perché crediamo in ciò che facciamo e siamo convinti che non ci sia mai fine all’innovazione”, sottolinea Fabio Malagoli, amministratore delegato di Techboard.
ro e i distributori regionali per fornire un puntuale e capillare supporto commerciale, tecnico e logistico. Nel corso degli anni, grazie allo sviluppo al proprio interno di un servizio di assemblaggio in linea con i più elevati standard qualitativi, Techboard si è interfacciata con altre realtà, sviluppando nuove idee e creando sinergie e collaborazioni tra settori e aziende con interessi complementari. A gennaio 2012, infatti, è nata la divisione PCBA per fornire un servizio completo che va dalla realizzazione del master alla fornitura della lamina alla produzione del circuito stampato fino all’assemblaggio dei componenti. Nel novembre dello stesso anno, inoltre, Techboard ha rilevato l’azienda triestina SYAC, considerata punto di riferimento internazionale nel mercato della videosorveglianza digitale, grazie anche al lancio, nel 1996, di DigiEye, uno dei primi sistemi di gestione video digitali pienamente integrati per la TVCC. SYAC è diventata così SYACTB, la divisione sicurezza di Techboard, segnando l’inizio di un rimodernamento con un nuovo management impegnato nello sviluppo di nuove sinergie per offrire prodotti e soluzioni integrate di alta qualità ma con costi competitivi e consegna puntuale. Oggi Techboard Group è sempre più attiva e presente sul mercato internazionale, grazie anche al costante impegno per migliorare gli standard di qualità dei suoi prodotti e per soddisfare al meglio anche la clientela più esigente. Ricerca e sviluppo e supporto tecnico sono diventate le parole d’ordine dell’azienda. “Abbiamo accettato ogni sfida e con orgoglio siamo riusciti a realizzare soluzioni
TIPOGRAFIA ALTEDO, RECORD DI PREMI AL GMUND AWARD 2017 Determinazione, passione, creatività sono gli elementi che hanno permesso a Tipografia Altedo di trionfare al concorso europeo Gmund Award 2017, tenutosi in Germania nel novembre scorso, che evidenzia come la grafica e la tecnologia di stampa possano portare ad una grande innovazione. Le creazioni del team di Tipografia Altedo, formato da giovani con idee innovative, hanno prevalso sugli oltre 200 progetti partecipanti da tutta Europa, aggiudicandosi l’ardua competizione. La giuria, composta da otto esperti del settore, ha conferito due primi premi a Tipografia Altedo nelle categorie “Paper Art” e “Corporate Design”.
Mattia Trentini, amministratore delegato di Tipografia Altedo con i due premi vinti al Gmund Award 2017
Il progetto di self promotion “Armillary Sphere”, vincitore della categoria “Paper Art”, è stato assegnato grazie alla lavorazione su quattro diverse carte Gmund di colori differenti; sono state utilizzate stampe a caldo, taglio e incisione laser. In merito, invece, all’invito realizzato per La Perla in occasione della Fashion Week di New York, stagione Fall-Winter 2017, vincitore della categoria “Corporate Design”, i giurati sono rimasti affascinati dall’eleganza e dalla tridimensionalità del prodotto. L’azienda bolognese, specializzata nella comunicazione per la moda, l’arte e il design di lusso, si aggiudica così il record nella storia di questo prestigioso award: mai nessuno era riuscito a raggiungere tale obiettivo. Mattia Trentini, 33 anni, amministratore delegato, ha commentato così la vittoria: “Vincere il premio Gmund è un successo, ma aggiudicarsene due è un trionfo. La vittoria ha confermato che siamo in crescita e, sicuramente, non la considero un traguardo, bensì un punto di partenza. Grazie al mio team, composto da giovani ma non acerbi ragazzi, siamo riusciti a prevalere su altrettanto creativi e innovativi progetti”. Tipografia Altedo, nata nel 1978, opera nel settore delle arti grafiche, del design e della moda, e collabora con i principali brand di lusso: principio fondamentale ispiratore del suo lavoro è la qualità: nelle materie prime, nelle tecniche di stampa, nella ricerca e nella sperimentazione di soluzioni sempre più innovative che, abbinate alla tradizione, rendono ogni sua creazione unica e preziosa. La sperimentazione, ossia la ricerca finalizzata a realizzare sempre qualcosa di nuovo, è all’ordine del giorno; l’azienda è in crescita e mantiene un efficiente e positivo trend.
TRANSMEC, SEI MILIONI PER LO SVILUPPO DELLA FLOTTA Sei milioni di euro per ampliare la propria flotta, attualmente composta da 600 mezzi dedicati al trasporto intermodale e fresca di nuove rotte pensate per soddisfare la sempre maggiore richiesta da parte dei clienti. È l’investimento realizzato da Transmec Group, realtà modenese leader nel settore trasporti, spedizioni e logistica nata da oltre 160 anni di passione e dedizione al lavoro della famiglia Montecchi, che ha recentemente acquistato 160 rimorchi Huckepack, 100 casse mobili e 80 box intermodali attrezzati per le spedizioni di capi appesi. Oltre al consolidamento dei volumi e delle partenze sulle rotte attuali, da gennaio 2018 partirà dal terminal privato di Oradea una nuova tratta tra la Romania e la Germania, Kaldenkirchen, con partenze bisettimanali e da marzo 2018 anche su Colonia. Il Gruppo sta inoltre valutando per uno dei principali clienti una nuova rotta tra la Romania e la Polonia e il prolungamento del treno dalla Romania all’Italia fino alla Spagna. Tutti i servizi di ritiro e consegna via strada, invece, sono resi possibili dal capillare
network di Transmec, che può contare su sedi distribuite in tutto il mondo, da Mosca a Madrid, con il quartier generale a Campogalliano, in provincia di Modena, e su mezzi garantiti dalla recente certificazione TAPA, l’associazione per la protezione dei beni trasportati, che assicura il rispetto, da parte dei veicoli Transmec, dei requisiti per la totale sicurezza della merce trasportata. Come spiega Danilo Montecchi, amministratore delegato di Transmec Group, l’importante investimento per l’ampliamento della flotta rappresenta una risposta alla sempre maggiore richiesta di servizi intermodali da parte dei clienti, in particolare relativamente al settore, in crescita, del fashion. “Offrire ai nostri clienti collegamenti tra est, sud, centro e nord Europa con il servizio intermodale ci consente di avere una valida alternativa ai trasporti via strada, con una differenza nei transit time di sole 24 ore. Oltre al risparmio sui costi e all’alto livello di sicurezza, il trasporto su rotaia rappresenta anche un’alternativa ecologica che permette ai nostri clienti di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2. Abbiamo creato un reparto dedicato ai clienti del luxury fashion, con una totale gestione tramite i nostri mezzi, tutti attrezzati con sistema satellitare e certificazione TAPA, di ogni singola fase del trasporto, dal ritiro alla consegna, che può avvenire sia su strada che rotaia. È un settore per noi in forte crescita, nel quale ci siamo specializzati e stiamo investendo diverse risorse”, sottolinea l’ad di Transmec. Nell’ultimo anno i volumi delle spedizioni effettuate con i treni di proprietà Transmec dal terminal privato in Romania verso l’Italia e il Regno Unito sono incrementati del 33%, mentre i volumi trasportati dall’Italia al Regno Unito e al Belgio hanno visto una crescita del 30%. “La nostra tradizione consolidata rappresenta un motivo di orgoglio
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RCM FESTEGGIA I SUOI PRIMI 50 ANNI Il 2017 è stato un anno importante per RCM: la storica azienda modenese che produce macchine per la pulizia industriale e urbana ha festeggiato il suo primo mezzo secolo d’attività. Era infatti il 1967 quando nasceva la “Raimondi Costruzioni Meccaniche”: dopo ben cinquant’anni di storia la strada fatta è stata tanta e oggi l’azienda è tra i pochi player mondiali del settore con una gamma completa. La storia imprenditoriale della famiglia Raimondi e di RCM ha le sue fondamenta nell’attività avviata dal capostipite Ippolito Raimondi che a fine ‘800 a Parma, costruiva “moderne biciclette”. È il figlio Romeo Raimondi che, trasferitosi a Modena, ne riprende lo spirito imprenditoriale e costruisce, tra il 1922 e la metà degli anni ’60, ciclomotori, motori industriali, motori marini, trattori agricoli. Nel 1967 il via alla produzione di macchine per la pulizia industriale che, grazie alla felice intuizione dei figli di Romeo, Renzo, Roberto e Romolo, diventa il core business dell’azienda. Già da oltre 10 anni ai vertici dell’azienda sono, a loro volta, i giovani, figli e nipoti dei fondatori: Raffaele, Raffaella, Raimondo e Riccardo. L’azienda ha chiuso il 2016 con oltre 19 milioni di euro fatturato, 160 dipendenti e 3.500 macchine prodotte. Fanno parte del gruppo due aziende controllate: Assmo, che segue il post-vendita e il noleggio, e Macroclaen, la newco nata tre anni fa rilevando la piacentina Macro, specializzata nelle grandi spazzatrici industriali e stradali di ultima generazione. RCM ha sedi commerciali a Milano, Barcellona e Madrid e una rete di concessionari per l’assistenza e la ricambistica in oltre 30 diversi Paesi. RCM ha festeggiato l’importante anniversario con due eventi speciali: il primo, a inizio estate, all’auditorium Spira Mirabilis di Formigine, in provincia di Modena, dove istituzioni, dipendenti e ex dipendenti si sono riuniti per celebrare il 50°. Nel corso della giornata sono stati premiati i dipendenti che lavorano in azienda da oltre 30 anni impegnando le proprie energie in tutti i comparti: dalla produzione all’amministrazione, dal magazzino ricambi all’assistenza, dal commerciale al magazzino, dal marketing al postvendita. “Quando
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abbiamo iniziato, nel 1967, in RCM lavoravano circa 20 persone, compreso io e mio fratello Renzo. Quindi, sono molto orgoglioso che, ora, nel gruppo RCM siamo 160”, ha ricordato con emozione durante l’incontro il presidente Roberto Raimondi. Il secondo momento celebrativo si è tenuto invece agli inizi di ottobre al Ferrari Convention Center di Maranello, alle porte di Modena. Una festa di compleanno che ha riunito tutti i 200 concessionari italiani ed esteri dell’azienda e al quale hanno preso parte, tra gli altri, anche il presidente di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi, il presidente di Afidamp Bruno Ferrarese e l’Afidamp Ambassador Giulio Guizzi. “Un evento senza precedenti, anche come investimento aziendale, con cui abbiamo voluto rimarcare il significato e il ruolo del territorio per la nostra azienda e il valore della nostra comunità”, ha spiegato Romolo Raimondi, responsabile comunicazione di RCM. “Per un’impresa, cinquant’anni di attività sono un’importante tappa e raggiungerli è motivo di merito e di orgoglio, tanto più per una realtà come RCM, oggi brand internazionale di macchine per la pulizia vendute in tutto il mondo, che celebra mezzo secolo di eccellenza meccanica. Il percorso di RCM, sempre proiettato al futuro, è motivo di grande orgoglio per chi l’ha condiviso in passato e una garanzia di crescita per coloro che ne fanno parte oggi, per il tessuto produttivo e per la collettività di questo territorio”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi.
e vanto, ma anche una spinta al miglioramento quotidiano dei nostri servizi, per offrire al cliente sempre la massima qualità. La nostra mission è diventare per le aziende un partner strategico capace di aumentare il valore del loro brand attraverso la logistica e i trasporti”, conclude Montecchi.
A VILLA PINETA 1° CONGRESSO PER GIOVANI FISIOTERAPISTI L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ipotizzato che entro l’anno 2020 le patologie dell’apparato respiratorio rappresenteranno la terza causa di malattia. In Italia, dove il 43,4% dei 37.782 decessi attribuiti alle patologie respiratorie sono stati causati dall’asma e dalla BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), la mortalità per anno varia tra 13.849 e 16.786 soggetti. Occorre dunque investire culturalmente e professionalmente anche nella riabilitazione respiratoria. Proprio per focalizzare l’attenzione su questi temi Villa Pineta, ospedale privato accreditato di Gaiato, in provincia di Modena, ha ospitato lo scorso 2 dicembre nella propria sede il congresso nazionale “Riabilitazione Respiratoria: il futuro descritto da chi lo rappresenterà”. L’iniziativa, patrocinata dall’AIPO, associazione italiana pneumologi ospedalieri, è stata organizzata in memoria di Francesco Nobile, da Ludovico Trianni, primario dell’ospedale di Villa Pineta, Maria Teresa Nobile, direttore sanitario di Villa Pineta e Marta Lazzeri presidente dell’ARIR (associazione riabilitatori dell’insufficienza respiratoria) allo scopo di valorizzare l’importanza della figura del fisioterapista respiratorio nella pratica clinica e nella ricerca medica. Il congresso è rivolto ai giovani che si sono laureati in fisioterapia con una tesi in riabilitazione respiratoria negli anni accademici 2015/16 e 2016/17. Ciascuno dei candidati ha esposto il proprio argomento a una platea di operatori medici e fisioterapisti impegnati quotidianamente nel trattamento di pazienti affetti da insufficienza respiratoria acuta e cronica e un qualificato board scientifico, costituito da eminenti professionisti e riabilitatori di livello nazionale ed internazionale, ha premiato i due relatori che
nell’esposizione della tesi si sono distinti dal punto di vista scientifico e innovativo. Il primo classificato, Simone Salvitti di Roma e il secondo classificato Matteo Giavarini di Parma sono stati premiati con uno stage presso alcuni diversi centri internazionali di riabilitazione respiratoria. La giornata inoltre, ha vissuto un ulteriore momento di particolare valore culturale e formativo, con la lectio magistralis di Nicolino Ambrosino dal titolo: “Riabilitazione Respiratoria fra passato e futuro”. “Il nostro obiettivo è quello di stimolare il giovane studente ad approfondire le best practices e la ricerca in riabilitazione respiratoria. Ai giovani fisioterapisti respiratori abbiamo voluto offrire l’occasione di essere, per la prima volta, protagonisti”, ha spiegato il direttore sanitario di Villa Pineta Maria Teresa Nobile. “È bello mettere i giovani al centro della ricerca e dare loro un motivo di crescita e di speranza. In Italia bisogna dare la possibilità ai giovani, perché così si tutela il futuro di una nazione. Villa Pineta si sta già impegnando perché ciò avvenga”, ha aggiunto il primario dell’ospedale di Villa Pineta Ludovico Trianni. “Il congresso ha inteso sottolineare non solo l’importanza del fisioterapista respiratorio nella gestione complessiva della patologia respiratoria cronica in regime ospedaliero, ambulatoriale ed home care, ma anche a valorizzare questa figura nella pratica clinica e nella ricerca scientifica”, ha evidenziato il presidente di ARIR Marta Lazzeri.
YOUSTON, MISSIONE COMUNICAZIONE “Perché investire in comunicazione digitale? È la domanda che moltissime aziende ci pongono. La risposta più immediata è puramente statistica: solo in Italia il 74% della popolazione usa internet e la percentuale sale al 96% se si guarda al segmento degli under 30 (dati CENSIS 2016)”, spiegano da Youston, web & communication agency bolognese che mira ad espandere lo spazio comunicativo dei propri clienti. Ed è proprio a partire da questa consapevolezza che Infortunistica Tossani ha scelto di affidarsi
Da sinistra: Matteo Giavarini e Simone Salvitti
ai suoi servizi. “Se una strategia di marketing ha successo, gli attori che lo consentono sono sempre due: il cliente e l’agenzia di comunicazione. È, tautologicamente, una questione di comunicazione tra i due soggetti: ascolto, ricezione delle esigenze, fiducia e confronto costante”, dichiarano da Youston. Infortunistica Tossani, che si occupa di intervenire con una squadra di professionisti qualora una persona subisca un danno per permettere alla stessa di ottenere il massimo risarcimento, si è sempre impegnata nella diffusione della propria comunicazione: dal cinema alla cartellonistica, fino a pubblicazioni sui quotidiani. Dal 2016, poi, ha deciso di espandere ulteriormente il proprio raggio d’azione aggiornando la propria immagine online e approdando su canali di sponsorizzazione web. È a questo punto della storia che è avvenuto l’incontro con Youston, che ha proposto alla società di affiancarla nella costruzione di una stabile comunicazione online. Dopo le fasi di consulenza, monitoraggio, ottimizzazione e analisi continuative di presenza digitale, competitor, SEO e social e digital advertising, Youston ha suggerito a Infortunistica Tossani una strategia di digital marketing,
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SIPLA, 40 ANNI DI GIOCO DI SQUADRA “Se siamo uniti nessuno cade”. È un incitamento, una considerazione, ed è il titolo della tavola rotonda che Sipla, azienda bolognese nata nel 1977 e specializzata in servizi integrati che spaziano dalla progettazione alla produzione, dal collaudo all’installazione di macchine automatiche e automazioni, ha organizzato lo scorso 8 novembre al Museo del patrimonio industriale di Bologna a conclusione del ricco programma di iniziative realizzato per celebrare i quarant’anni di attività. Dopo una festa organizzata lo scorso settembre e dedicata a dipendenti, amici, clienti e istituzioni e la partecipazione a Farete, la due giorni delle imprese di Confindustria Emilia Area Centro, il convegno ha trattato il tema del gioco di squadra, scelto per omaggiare lo spirito che da sempre caratterizza l’operare di Sipla. Nel 1999, infatti, i soci dell’azienda hanno scelto di avviare con ProSGM, una neonata società di engineering, una stretta collaborazione che ha portato fin da subito alla creazione del Gruppo SiplaProSGM. Un connubio durevole e produttivo, che ha portato il Gruppo a crescere oltre le aspettative, fino a superare i 25 milioni di euro di fatturato. L’integrazione tra progettazione e produzione, che ha favorito lo sviluppo nazionale e internazionale di SiplaProSGM, è infatti uno dei suoi più importanti punti di forza. “Il gioco di squadra ha permesso alle aziende di crescere e cavalcare successi anche in periodo di crisi. Quando le piccole e medie imprese lavorano insieme diventano più forti e più competitive anche a livello internazionale”, ha sottolineato Alberto Vacchi, presidente di Confindustria Emilia Area
lo studio dell’immagine coordinata su ogni supporto, l’aggiornamento e l’ampliamento del sito web e la creazione e gestione del blog aziendale, del profilo Facebook e del digital advertising. “Il web è, e sarà senza ombra di dubbio, in continua espansione: mette in comunicazione le persone tra loro, rende di immediata fruizione i contenuti che vi circolano, la sua navigazione è sempre più veloce e orientata all’utilizzo da parte degli utenti. Se un’impresa ha a cuore la propria comunicazione non può prescindere dal
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Centro, aprendo la serata che è proseguita con una tavola rotonda, moderata da Fabrizio Binacchi, direttore della sede regionale Rai, che ha coinvolto diverse personalità che la logica del team la praticano, la insegnano, la applicano: Daniele Ruscigno, sindaco di Valsamoggia, Tito Menzani, docente di economia e management dell’Università di Bologna, Andrea Zaccari, ad di Logimatic, Matteo Boniciolli e Christian Pavani, rispettivamente coach e presidente di Fortitudo Basket, e Maria Grazia Volta, direttore di Opimm Bologna. Sempre in linea con la logica del fare squadra, poi, lo scorso 5 ottobre il Gruppo ha celebrato con il Promek Open Day, un’iniziativa realizzata nell’ambito del progetto “L’anno delle porte aperte dell’industria italiana”, i dieci anni di lavoro e di successo della consociata Promek, azienda associata a Confindustria Serbia e presente a Velika Plana con due stabilimenti produttivi, meccanica di precisione e lavorazione lamiera. Per l’occasione, oltre alle visite alle sedi dell’azienda, i festeggiamenti hanno previsto anche l’inaugurazione ufficiale del PromekLab, un laboratorio tecnico che SiplaProSGM ha donato alla scuola tecnica di Velika Plana perché fosse a disposizione dei giovani studenti. “PromekLab rappresenta il perfetto risultato della collaborazione tra comunità locale, quindi scuola e Comune, Confindustria e imprese private serbe e italiane. Mi auguro che nei prossimi anni continueremo a costruire la strada del nostro sviluppo, coinvolgendo altri partner pubblici e privati”, ha dichiarato Luca Nanetti, direttore di Promek e socio di Sipla, in occasione del taglio del nastro.
presidiare il web. Il tutto con una buona immagine, un buon copy e una strategia studiata”, sottolineano dalla web & communication agency bolognese. Così, grazie a piccoli ma solidi passi ben fatti è stato possibile, per Infortunistica Tossani, ottenere risultati significativi. Tra questi, un profilo Facebook che ha generato una community attiva di 8.000 fan e una continua interazione con gli utenti; un blog integrato con i social network che, tra visite provenienti dai social e dalle ricerche internet, ha registrato
11.500 visite in un anno; 760 nuovi contatti e 70.000 visite al sito web. “Lavorare per espandere la comunicazione dei nostri clienti è sia interessante che stimolante allo stesso tempo. Instaurare un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione con le aziende che decidono di affidarsi a noi ci fa appassionare ad ogni progetto che seguiamo, perché la soddisfazione del cliente è per noi il miglior successo raggiungibile. Il nostro obiettivo? Continuare a vedere il cliente soddisfatto”, concludono da Youston.
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ICT, motore per l’innovazione
rubrica a cura di ReteICT
GDPR, 8 passi per l’adeguamento Il 25 maggio 2018 è una data che ormai sta lasciando molte notti insonni a denti per un impresa che opera in B2B oppure anche quelli dei clienti, pertanti responsabili IT, delle risorse umane e chiunque si occupi di privacy sone fisiche. Inoltre anche il punto di partenza per ogni “assessment” sarà e protezione dei dati all’interno di ogni azienda. Quel venerdì di maggio necessariamente diverso se il titolare del trattamento avrà sempre rispetsarà finalmente applicabile tato ed aggiornato le prescriScheda aggiornata in base alla il regolamento europeo sulla zioni del Codice della Privacy versione delle Linee guida del protezione dei dati (2016/679) D. Lgs 196/2003, avrà già WP29 emendata e adottata il 5 aprile 2017 e tutte le imprese che gestiadottato un modello 231 o discono e trattano dati persponga di una certificazione sonali, anche solo quelli dei ISO/IEC 27001 per la Sicurezdipendenti, dovranno farsi za delle informazioni. Questo trovare pronte per essere secondo passaggio geneconformi, “compliant” a quererà inevitabilmente anche il sta nuova normativa. terzo, quello della revisione Questo processo si articolerà di tutte le procedure al fine in otto passi ed il primo sarà di adattare tutti i disciplinari Il Responsabile della protezione dei dati (RPD) inevitabilmente quello di creinterni, le Privacy Policy adeare consapevolezza sull’imguate alla nuova normativa. o Data Protection Officer (DPO) portanza della protezione dei Non si può nemmeno sottoLa scheda presenta la figura del Responsabile della protezione dei dati (RPD), o Data Protection Officer (DPO), dati personali e fare in modo valutare quanto tutto questo in base a quanto previsto dal Regolamento (UE) 2016/679 e dalle Linee-guida del WP29 che ne vengano a conoscenvada a interessare anche i za tutti i responsabili all’inQUALI SONO I REQUISITI? controlli sul lavoratore ex art. Il Responsabile della protezione dei dati, nominato dal titolare del trattamento terno dell’impresa che gesti4 legge 300/70 che prevede o dal responsabile del trattamento, dovrà: QUALI SONO I COMPITI? scono dati. Tale aspetto sarà Il Responsabile della protezione dei dati al comma 3: “Le informazioni 1. possedere un'adeguata conoscenza della normativa e delle prassi dovrà, in particolare: di gestione dei dati personali, anche in termini di misure tecniche e la prima breccia da aprire, raccolte ai sensi dei commi organizzative o di misure atte a garantire la sicurezza dei dati. Non sono a) sorvegliare l’osservanza del richieste attestazioni formali o l'iscrizione ad appositi albi professionali, anche forse quella più difficile, nel 1 e 2 sono utilizzabili a tutti regolamento, valutando i rischi di se la partecipazione a master e corsi di studio/professionali può ogni trattamento alla luce della muro di indifferenza alla prirappresentare un utile strumento per valutare il possesso di un livello i fini connessi al rapporto di natura, dell’ambito di applicazione, del adeguato di conoscenze. contesto e delle finalità; vacy costruito in questi ultimi lavoro a condizione che sia 2. adempiere alle sue funzioni in piena indipendenza e in assenza di b) collaborare con il conflitti di interesse . In linea di principio, ciò significa che il RPD non può anni. Infatti in Italia da quantitolare/responsabile, laddove data al lavoratore adeguata essere un soggetto che decide sulle finalità o sugli strumenti del trattamento necessario, nel condurre una di dati personali; do il Documento Programinformazione delle modalivalutazione di impatto sulla 3. operare alle dipendenze del titolare o del responsabile oppure protezione dei dati (DPIA); sulla base di un contratto di servizio (RPD/DPO esterno). matico sulla sicurezza non è tà d’uso degli strumenti e di c) informare e sensibilizzare il titolare o il responsabile del più obbligatorio per molti la effettuazione dei controlli e Il titolare o il responsabile del trattamento dovranno mettere a disposizione trattamento, nonché i dipendenti di del Responsabile della protezione dei dati le risorse umane e finanziarie questi ultimi, riguardo agli obblighi protezione dei dati è divennel rispetto di quanto disponecessarie all’adempimento dei suoi compiti. derivanti dal regolamento e da altre tata solo un fascicolo chiuso disposizioni in materia di protezione sto dal decreto legislativo 30 dei dati; in un armadio con documenti IN QUALI CASI E’ PREVISTO? giugno 2003, n. 196.” d) cooperare con il Garante e Dovranno designare obbligatoriamente un RPD: fungere da punto di contatto per raramente aggiornati. Invece Infatti i possibili sistemi di a) amministrazioni ed enti pubblici, fatta eccezione per le autorità giudiziarie; il Garante su ogni questione b) tutti i soggetti la cui attività principale consiste in trattamenti che, per la connessa al trattamento; il GDPR richiede un sistema controllo attuali sull’attività loro natura, il loro oggetto o le loro finalità, richiedono il monitoraggio e) supportare il titolare o il regolare e sistematico degli interessati su larga scala; responsabile in ogni attività connessa di protezione dinamico e non del lavoratore non si limic) tutti i soggetti la cui attività principale consiste nel trattamento, su larga al trattamento di dati personali, anche statico dei dati. Nel vocaboscala, di dati sensibili, relativi alla salute o alla vita sessuale, genetici, con riguardo alla tenuta di un tano alla sola telecamera giudiziari e biometrici. registro delle attività di lario del Regolamento Euroma sono diversi dal GPS su trattamento . Anche per i casi in cui il regolamento non impone in modo specifico la peo la prima parola che inveicoli aziendali, alle applidesignazione di un RPD, è comunque possibile una nomina su base volontaria. contriamo è Accountability. Il cazioni di geo-localizzazione Un gruppo di imprese o soggetti pubblici possono nominare un unico RPD. titolare del trattamento dovrà sino ai sistemi di controlli sui La scheda ha un mero valore illustrativo ed è in continuo aggiornamento in base all’evoluzione poter dare in ogni momento login. Quindi dovranno essedelle indicazioni applicative del Regolamento. Per un quadro completo: www.garanteprivacy.it/rpd conto della sua responsabire sottoposte ad un’attenta lità particolare in materia di revisione tutte le procedure protezione dai dati tramite una documentazione costantemente aggiornata e i disciplinari presenti in azienda. Speculare a tale controllo sarà quello delle attività svolte anche grazie a processi automatizzati e garantire una di verificare i diritti di accesso presenti al fine di rispettare il principio delle formazione costante di tutti gli addetti alla gestione dei dati. segregation of duty, sia per tutelare i dati personali trattati ma anche per la Il secondo aspetto da tenere in considerazione sarà quello di analizzare i sicurezza delle informazioni aziendali. dati. Riuscire ad individuare tutti i dati e la loro categoria, sarà importante Per le imprese che trattano dati di clienti persone fisiche un altro imporper capire il privacy level dell’impresa. Obblighi diversi sorgeranno in base tante passaggio da effettuare sarà quello di riesaminare le informative ed alla tipologia dei dati gestiti dal titolare, se ci saranno solo quelli dei dipeni consensi raccolti. Il GDPR indica quali sono gli elementi essenziali che
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deve contenere ogni informativa suggerendo altresì l’utilizzo di icone o altri simboli grafici per spiegare in maniera semplice come verranno trattati i dati. Inoltre il consenso, in base al nuovo Regolamento Generale (art. 4 GDPR), viene definito qualsiasi manifestazione di volontà libera, specifica, informata e inequivocabile dell’interessato, con la quale lo stesso esprime il proprio assenso, mediante dichiarazione o azione positiva inequivocabile, che i dati personali che lo riguardano siano oggetto di trattamento. Il presupposto indefettibile è che il soggetto che conferisce il consenso abbia la capacità giuridica per farlo. La “Guida all’applicazione del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali” pubblicata dal Garante della protezione dei dati personali precisa, nelle “Raccomandazioni” in calce alla scheda dedicata al consenso, che: “Il consenso raccolto precedentemente al 25 maggio 2018 resta valido se ha tutte le caratteristiche sopra individuate. In caso contrario, è opportuno adoperarsi prima di tale data per raccogliere nuovamente il consenso degli interessati secondo quanto prescrive il regolamento, se si vuole continuare a fare ricorso a tale base giuridica Il Garante dunque afferma essenzialmente che il consenso ottenuto prima della data di efficacia del GDPR continua a costituire valida base giuridica del trattamento purché sia stato raccolto con modalità tali per cui risulti “esplicito” (se riferito alla raccolta di dati sensibili e a decisioni basate su trattamenti automatizzati), “libero, specifico, informato” e “manifestato attraverso dichiarazione o azione positiva inequivocabile” (se riferito a dati ordinari) e nel caso in cui non rispetti queste modalità dovranno essere raccolti nuovi consensi dagli interessati. In aggiunta a ciò si dovranno facilitare le fasi attuative di adeguamento sul diritto di accesso da parte dell’interessato e definire i processi relativi alla formazione del registro dei trattamenti effettuati. Data breaches, altra valutazione che dovrà essere effettuata particolarmente dai responsabili IT di ogni azienda. L’intero regolamento Europeo è tutto Risk Based perché il legislatore Europeo è consapevole che non esiste e forse non esisterà nemmeno in futuro una tecnologia che permetterà di evitare del tutto il verificarsi per esempio di un data leak ma bisogna fare in modo di avere alert immediati ogni qualvolta si verifica un trattamento illecito dei dati, un accesso non autorizzato o altri situazioni e limitare al massimo l’impatto di una perdita dei dati. Si dovrà determinare altresì la possibilità di velocizzare il Data e Process Discovery per effettuare l’assessment di un sistema informatico e più in generale di un sistema informativo aziendale, minimizzando gli impatti e la spesa. Ove sarà previsto il titolare, prima di avviare un trattamento che possa prevedere in particolare l’uso di nuove tecnologie e considerata la natura,
l’oggetto, il contesto e le finalità che possa presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche, dovrà operare una valutazione dell’impatto dei trattamenti previsti sulla protezione dei dati personali. Il GDPR elenca tre casi specifici ove sarà obbligatorio procedere alla valutazione di impatto sulla protezione dei dati: trattamenti che comportino una valutazione sistematica e globale di aspetti personali relativi a persone fisiche, basata su un trattamento automatizzato, compresa la profilazione, e sulla quale si fondano decisioni che hanno effetti giuridici o incidono in modo analogo significativamente su dette persone fisiche; trattamenti, su larga scala, di categorie particolari di dati personali di cui all’articolo 9, paragrafo 1, o di dati relativi a condanne penali e a reati di cui all’articolo 10; trattamenti che operino la sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico. Tale aspetto non sarà da sottovalutare nell’esame iniziale come allo stesso modo la nomina di un Data Protection Officer. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei dati (nella pagina accanto la scheda prodotta dal garante sul DPO) prevede che dovranno designare obbligatoriamente un RPD (Responsabile della Protezione dei dati-DPO): a) amministrazioni ed enti pubblici, fatta eccezione per le autorità giudiziarie; b) tutti i soggetti la cui attività principale consiste in trattamenti che, per la loro natura, il loro oggetto o le loro finalità, richiedono il monitoraggio regolare e sistematico degli interessati su larga scala; c) tutti i soggetti la cui attività principale consiste nel trattamento, su larga scala, di dati sensibili, relativi alla salute o alla vita sessuale, genetici, giudiziari e biometrici. Un gruppo di imprese o soggetti pubblici possono nominare un unico RPD. Il Garante ha precisato nelle sue raccomandazione che anche per i casi in cui il regolamento prevede espressamente la designazione di un RPD, sarà possibile una nomina su base volontaria che risponderà in misura maggiore al principio dell’accountability sopra descritto. Concludendo, la sfida più importante del 25 maggio 2018 sarà quella di creare processi di monitoraggio ed efficientamento continuo della conformità alla norma ed essere “adattivi” a qualsiasi cambio organizzativo o di processo. Andrea Anderlini - Macro Group SPA Andrea.anderlini@macrogroup.it http://www.macrogroup.it/gdpr/ Avv. Giuseppe Bove Avvgiuseppebove@gmail.com ReteICT è una associazione di imprese del settore ICT promossa da Confindustria Emilia
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premio mascagni
Scintille di speranza
CONFINDUSTRIA EMILIA
di Marco Taddei
La sesta edizione del Premio Paolo Mascagni ha celebrato trenta realtà imprenditoriali che innovano e crescono
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uecentotrentaquattro. È questo il numero delle storie di coraggio e successo delle imprese raccontate ogni settimana dalla viva voce dei protagonisti nelle prime sei edizioni del Premio Paolo Mascagni, il riconoscimento con cui Confindustria Emilia Area Centro, in collaborazione con
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“il Resto del Carlino”, celebra la memoria dell’imprenditore scomparso. Duecentotrentaquattro tappe di un viaggio affascinante che, di pagina in pagina, ha fotografato la potenza del Dna emiliano capace di accelerare il business nei mercati mondiali in filiere diverse. Trenta le virtuose realtà imprenditoriali protagoniste dell’edizione 2017 del Premio, il cui atto finale è stato ospitato lo scorso 12
dicembre all’interno di Fico Eataly World alla presenza del presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Alberto Vacchi, del direttore responsabile di QN, Quotidiano Nazionale - il Resto del Carlino, Andrea Cangini, dei vicepresidenti di Confindustria Emilia Area Centro, Valter Caiumi e Riccardo Maiarelli, di tutti i componenti del Consiglio Generale dell’Associazione e delle aziende partecipanti, le cui storie sono
state raccontate ogni martedì, da marzo a ottobre, dalle brillanti interviste di Simone Arminio. A conquistare la sesta edizione del riconoscimento è stata SIT Società Italiana Tecnospazzole, azienda di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, specializzata nella produzione di spazzole industriali e tecniche. Il Premio è stato consegnato dall’architetto Elena Zacchiroli Mascagni, dal presidente Alberto Vacchi e dal direttore Andrea Cangini al presidente Andrea Acquaderni e ai suoi tre figli, Alessandro, Marco e Paolo, che rappresentano la quinta generazione all’interno dell’azienda fondata nel 1908, quando Alessandro Acquaderni acquistò un laboratorio artigianale di fabbricazione di pennelli che esisteva addirittura dal 1662. Da lì nacque il Pennellificio bolognese, che cambiò poi radicalmente produzione nel 1962, con la terza generazione di Pietro Acquaderni, inventore tra le altre cose di ‘Spid’: una spazzola manuale multiuso ancora oggi vendutissima, con 60 milioni di esemplari prodotti. Oggi l’azienda è guidata dalla quarta e quinta generazione, ha uno stabilimento a Casalecchio da 88 dipendenti e uno in Romania da 25 persone e fattura 12 milioni di euro. Circa il 27% la quota di export, che coinvolge in particolare i mercati di Grecia, Australia, Stati Uniti, Spagna, Inghilterra, Francia, Repubblica Ceca e Russia. La ricerca e sviluppo impegna ogni anno il 6% del volume d’affari. “È con grande orgoglio e sempre maggiore convinzione che, ancora una volta, abbiamo scelto di raccogliere e condividere le storie di eccellenza dei nostri capitani d’impresa, realtà economiche diverse, piccole, medie e grandi, leve di innovazione e crescita, scintille di speranza capaci di illuminare anche i sentieri bui della crisi. Vogliamo fare tesoro del cosiddetto ‘modello emiliano’, di quella qualità e di quell’ingegno che da sempre caratterizzano il nostro modo di fare impresa e che quest’anno più che mai rappresentano il patrimonio di tutti, in questa prima edizione che ci vede schierati come Confindustria Emilia Area Centro, cuore manifatturiero d’Europa”, ha spiegato il presidente di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi. “Oggi, le condizioni del successo imprenditoriale risiedono sicuramente nella forza di volontà del singolo imprenditore, nella per-
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severanza, nel coraggio, ma anche nell’intuizione: lo spirito d’impresa si muove, spesso, oltre confini segnati dalla ragione. In molte delle storie aziendali che abbiamo raccontato nel corso dell’anno abbiamo trovato non solo esempi di grande coraggio e perseveranza, ma soprattutto di piccole e grandi intuizioni visionarie che hanno fatto e fanno tuttora la differenza”, ha aggiunto il diretto-
re responsabile di QN, Quotidiano Nazionale - il Resto del Carlino, Andrea Cangini. “Questo Premio rappresenta un viaggio che si fa ogni settimana dentro le aziende: parlare direttamente con un imprenditore, toccare con mano le macchine e conoscere le persone che lavorano, capire come si fa e tramite la sua storia infondere coraggio a tutti gli altri. In questi anni abbiamo narra-
to molte storie di successo, e vi assicuro che ogni martedì è una gioia conoscerle prima di tutto per me, che ho poi l’onore di raccontarle”, ha concluso il giornalista Simone Arminio esprimendo al meglio la passione e lo spirito che stanno alla base del Premio Mascagni.
Il vincitore SIT: “CONIUGARE PASSATO E FUTURO INNOVANDO NELLA CONTINUITÀ” “Ringrazio di cuore per questo riconoscimento. Voglio dire solo due cose in questo momento: ricordare l’affetto infinito verso Paolo Mascagni, la grande amicizia che ci univa, e il credo che ho nel fare questo mestiere, nell’essere imprenditore”. Andrea Acquaderni, presidente di SIT Società Italiana Tecnospazzole, è visibilmente commosso mentre sale sul palco per ritirare il Premio Paolo Mascagni 2017. Una storia che si perde nei secoli, visto che l’impresa creata nel 1908 da Alessandro Acquaderni affonda le sue radici in un laboratorio di pennelli esistente dal 1662, ma sempre costantemente proiettata nel futuro. “L’anno prossimo festeggeremo i 110 anni dell’impresa di famiglia, nata con i pennelli, ma pian piano evoluta e passata al settore delle spazzole industriali grazie all’intuizione di nostro nonno Pietro che nel 1962 convertì interamente la produzione”, spiega Alessandro Acquaderni, omonimo del fondatore e rappresentante della quinta generazione in azienda assieme ai fratelli Marco e Paolo. “Coniugare passato e futuro è complicato, noi cerchiamo però di innovare nella continuità. Nascono sempre nuove idee e iniziative: quest’anno abbiamo cominciato a raccogliere spunti e ispirazioni anche tramite una piattaforma ad hoc sul nostro portale, facendo convogliare tutte le idee non solo dei dipendenti, ma anche di partner, clienti e fornitori proprio nell’ottica di proseguire il percorso di evoluzione dell’applicazione industriale dei nostri prodotti”, aggiunge ancora Alessandro Acquaderni. “Mantenerci ben saldi alla nostra storia e ai nostri valori, perché affermano la nostra identità, ma pensando sempre al nuovo, alla sperimentazione, all’innovazione. Questo è ciò che cerchiamo di fare nella quotidianità e che riteniamo sia il modo migliore per onorare il lavoro delle quattro straordinarie generazioni che ci
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hanno preceduto”, concludono Alessandro, Marco e Paolo Acquaderni.
Sopra: la famiglia Acquaderni con Alberto Vacchi, Andrea Cangini ed Elena Zacchiroli. Sotto: Andrea Acquaderni ritira il premio insieme ai figli Alessandro, Marco e Paolo.
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Le testimonianze dei partecipanti ANTEO “Oggi dominiamo il mercato italiano e vendiamo il 60% delle nostre sponde all’estero. Ogni nostro prodotto ha una sua matricola, così come ogni suo singolo componente, il che permette una rintracciabilità totale. L’industria 4.0, in pratica, la sperimentavamo da anni. Ora sappiamo che ha un nome”. Ilmer Maietti
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AT IMBALLAGGI “Eravamo in tre: un’impiegata, io… e un vecchio furgone. Trovavo i clienti, preparavo la merce, poi la caricavo nel furgone e la portavo io stesso al cliente. Oggi sappiamo sempre offrire alle aziende l’imballo migliore, tenuto conto delle caratteristiche e del prezzo del prodotto da imballare”. Lino Boschi
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“Col senno di poi, aver realizzato gli investimenti nel periodo peggiore del mercato è stato salvifico. Poiché, quando il mercato lentamente ha dato segni di risveglio, noi ci siamo trovati di colpo molto più avanti degli altri”.
“Avevo 18 anni, ero venuto a Bologna da Castel Guelfo per fare l’operaio, ma in quei giorni era tutto uno sciopero. Io avevo smania di lavorare. Così, con la giusta dose di incoscienza, mi misi in proprio. Ci ho messo buona volontà, realizzavo di tutto. Poi, col tempo, ci siamo specializzati”.
Roberto Rossi
Dante e Fabio Cavalli
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“Con la nostra app i clienti possono pagare tramite cellulare e soprattutto trasferirci preferenze, richieste, reclami. Abbiamo investito a nostre spese sui bicchieri ecologici e ogni nostro caffè, oggi, fa risparmiare all’ambiente 6,5 grammi di CO2, mille tonnellate in meno all’anno”.
“I rifiuti pericolosi sono pane per i nostri denti. Le aziende ci chiamano, noi arriviamo, studiamo produzione, tipo di rifiuti e loro smaltimento. Dopodiché, da quel momento, dispensiamo l’azienda da ogni responsabilità: quel rifiuto diventa un nostro problema”.
Paolo Bernasconi
Gilberto Gherardi
ECO-TER “L’origine di tutto fu l’Alta velocità tra Bologna e Firenze. Oggi abbiamo superato la prima fase di un progetto Horizon 2020 con la progettazione di un software che permette di calcolare l’impatto ambientale e la sostenibilità economica di una cava prima ancora dell’inizio degli scavi”. Fabio Catano
FARMA “Avevo davanti due strade: mettere tutti in cassa integrazione o portare in azienda i miei risparmi. Io a casa non lascio nessuno. Abbiamo sempre ragionato al contrario: portando dentro nuove produzioni e valorizzando le persone e le idee che possono avere”. Armando e Andrea Poma
FLAY “Il lavoro di logistica e imballaggio, per funzionare, deve essere effettuato vicino alla sede produttive del cliente, se non addirittura al suo interno. Sempre più spesso oggi lavoriamo dal cliente, intervenendo nella progettazione, per dare indicazioni sulla base delle esigenze di trasporto”. Nico Pittarello, Sergio Ziveri e la figlia Giulia
LA SPAZIALE “La qualità del caffè servito in un bar che ha in bella mostra una nostra macchina coinvolge anche noi. Così a tutti coloro che frequentano ogni anno i nostri training center insegniamo a fare il caffè e soprattutto a effettuare una buona manutenzione che renda eterna la macchina”. Maurizio Maccagnani
FABIO LEONARDI “Quando morì mio marito presi la guida dell’azienda: fui il primo caso di donna a capo di un’impresa meccanica. Per di più una che fino a poco tempo prima faceva la modella. Tutti diedero all’azienda pochi mesi di vita, invece negli ultimi 30 anni abbiamo realizzato i risultati migliori di sempre”. Vicky Galliani
FINMATICA “A mio zio saltò in testa di licenziarsi per fondare un’agenzia contabile che offrisse un’elaborazione dati computerizzata. Solo che nel ’69 l’informatica era fantascienza: in città l’unico computer era quello dell’azienda del gas. Li convinse a concederlo in prestito per alcune ore a settimana”. Domenico Gualtieri
GETCONNECTED “Ci siamo conosciuti da studenti a Ingegneria elettronica e siamo rimasti in contatto anche dopo, quando abbiamo iniziato a lavorare in azienda, poi da liberi professionisti. Finché, incoscienti al punto giusto, nel 2008 ci siamo messi in proprio”. Alessandro Rizzoli e Federico Sita
LEONARDO “Arte e scienza possono fondersi insieme. Oggi esistono società di restauro e società di analisi: noi nasciamo per unire le due cose. Il nostro è un lavoro che richiede perizia, pazienza, passione: un lavoro che occorre amare”. Rossana Gabrielli e Francesco Geminiani
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NBI “Guardiamo ai neolaureati. Il loro bagaglio di conoscenze è eccezionale, così come la loro attitudine verso il nuovo. Queste qualità affiancate al bagaglio di conoscenze di chi lavora qui da anni rappresentano un connubio esplosivo, declinato al futuro”.
“L’essere un’impresa familiare è un valore da non disperdere: la terza generazione, con mio nipote Lorenzo, è già in azienda. Abbiamo aperto uno spazio d’ascolto con esperti e figure professionali ad hoc per i dipendenti: il loro benessere psicofisico è importante”.
Luciano De Crecchio
Aldo Neri
PACTUR
RO-FLA
“Fin dall’inizio il fondatore ebbe l’intuizione di guardare all’estero, per non legarsi, oltre che a una sola tipologia di prodotto, anche a un solo mercato nazionale. Negli anni della globalizzazione e, poi, in quelli più recenti della grande crisi, quella scelta si è rivelata la nostra salvezza”.
“Ho iniziato con una pressa nella stalla di casa dei miei, con mia madre come unica impiegata e io che, dopo il lavoro, caricavo i pezzi su una 127 e li portavo ai clienti. La cosa ha preso piede così ho proposto a mio fratello di mettersi in società con me ed è nata la Ro-Fla”.
Paola Dozza
Valerio Menetti
S.T.A. STAMPI “L’azienda è nata dall’avventura di due fratelli agricoltori, nessuno studio tecnico particolare alle spalle, che decisero di punto in bianco di lanciarsi nella produzione di stampi per l’industria, facendolo fin da subito con un’attenzione quasi morbosa nei confronti delle novità più avveniristiche”. Eder Tedeschi
SATI
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NERI MOTORI
SANGIORGI LEGNAMI “L’olfatto è l’unica cosa che conta. Sa come ho cominciato io? Ero piccolissimo, venivo qui e stavo nel deposito dei legnami ad annusare. Così ho imparato a riconoscere la provenienza dei tronchi. Ancora oggi i nuovi dipendenti cominciano da lì”. Paolo Sangiorgi
SCATOLIFICIO PORRETTANA
“Mio padre cominciò cogliendo l’opportunità, insieme ad altri due soci, di mettersi in proprio comprandosi un tornio e iniziando a effettuare piccole produzioni. Lo ha fatto per 15 anni, poi partì per Pechino e divenne uno dei primi importatori dalla Cina”.
“Non chiamatele solo scatole, sono zeppe di innovazione. Con una scatola senza parti in legno e imbottiture di polistirolo abbiamo vinto il primo premio al bando Conai per la sostenibilità ambientale. Il futuro? Sempre più orientato al green”.
Barbara Rambaldi con il padre Ames e la sorella Valentina
Marco, Giorgio e Andrea Bellucci
SEI SISTEMI
SIT SOCIETÀ ITALIANA TECNOSPAZZOLE
“La nostra ricchezza? Il materiale umano. Quei nostri tecnici che accolgono le richieste, anche le più particolari, e si scervellano per trovare una soluzione ottimale. Sono ingegneri, periti elettronici, tecnici, informatici. E sono bravissimi”.
“Una storia lunga alle spalle è una garanzia, ma non basterebbe da sola: dobbiamo al tempo stesso dimostrare di essere ancora industrialmente vivaci. Per questo ci siamo impegnati a lanciare ogni anno almeno un nuovo prodotto”.
Libero Castelli
Marco e Alessandro Acquaderni
STOORM5 “La ‘tempesta di dati’ non conosce limiti. La nostra piattaforma informatica raccoglie le informazioni provenienti da ogni singola macchina o computer in un’azienda, le analizza, le traduce in un linguaggio unico e le riporta in un’unica interfaccia”. Maurizio Lenzi e Aldo Campi
TECNOTELAI “Attorno a noi le aziende fallivano o si salvavano con l’export, che non avevamo mai fatto. C’era da muoversi, e in fretta. Ho studiato, e fatto studiare i dipendenti. Marketing, digitalizzazione, internazionalizzazione, nuovi modelli di business…sono stati anni molto intensi e preziosi”. Silvia Mazzolini
TRAMEC “È la velocità che ci contraddistingue nel nostro settore. Oggi tutto va più veloce: gli ordini, la nostra capacità di reazione, produzione e consegna. Poi il servizio: è sempre più importante offrire macchine altamente personalizzate, all’avanguardia e un servizio chiavi in mano che duri negli anni”. Leo Girotti e Stefano Domenichini
TECNOSTUDI “Quando abbiamo chiuso la collaborazione con la multinazionale con cui lavoravamo fin dalle origini, e che generava il 75% del nostro fatturato, abbiamo rilanciato investendo in formazione e sperimentando. È nato il nostro nuovo approccio orientato al marketing e alla consulenza”. Elena Sabattini e Maria Rosa Piovani
TINTI&TOLOMELLI “Con il mio socio decidemmo di metterci in proprio: l’azienda dalla quale uscimmo faceva carpenteria meccanica, noi all’inizio ci accontentammo di qualunque lavoretto: balconi, portoni, strutture in ferro. Dopo un po’ iniziammo a proporci alle aziende meccaniche, le cose ingranarono, ci ingrandimmo”. Pierluigi Tinti e Raffaele Tolomelli
TRANSTECNO “La nostra forza oggi è fatta di completezza del servizio, velocità e costi. Abbiamo sempre guardato soprattutto all’estero, dove realizziamo circa il 70% del fatturato. Ci scelgono per la competenza e la serietà. La meccanica bolognese è sempre un ottimo biglietto da visita”. Stefano Sabattini
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Fico, la Disneyland del cibo a Bologna
scenari
Ha aperto al pubblico lo scorso 15 novembre Fico Eataly World, il parco agroalimentare più grande al mondo. Centomila metri quadri dedicati alla biodiversità e all’arte della trasformazione del cibo italiano
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ico non poteva che nascere a Bologna, una città straordinaria che vanta un clamoroso successo dal punto di vista turistico, della cultura enogastronomica e della manifattura, culla di una delle più antiche università del mondo”. Così Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, introduce la sua creatura, Fico - Fabbrica Italiana Contadina, che ha aperto ufficialmente i battenti lo scorso 15 novembre in via Paolo Canali 8, all’interno degli spazi del Caab, Centro Agro Alimentare Bologna. “Abbiamo creato Fico perché è ora di realizzare importanti infrastrutture che ci consentano di dare il giusto risalto alla biodiversità del nostro Paese, raddoppiare il numero dei turisti stranieri e aumentare le esportazioni delle nostre eccellenze. Pensate che in Europa esistono 1.200 tipi di mele, di cui 1.000 in Italia e 200 oltreconfine. Fico è quindi una storia italiana, che vuole affrontare il tema del cibo nel modo più semplice, partendo dall’inizio piuttosto che dalla fine: dalla produzione, alla trasformazione, alla tavola”, spiega Farinetti. A tagliare il nastro del parco agroalimentare più grande del mondo è stato il premier Paolo Gentiloni, accompagnato dai ministri Dario Franceschini (Cultura e turismo), Gianluca Galletti (Ambiente), Maurizio Martina (Politiche agricole), Giuliano Poletti (Lavoro), e affiancato dagli imprenditori delle 150 aziende italiane coinvolte nella realizzazione della Fabbrica Italiana Contadina, dalle centinaia di lavoratori impegnati all’interno del parco
e da alcuni dei promotori del progetto: Virginio Merola, sindaco di Bologna, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, e naturalmente Oscar Farinetti, Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico Eataly World, Andrea Segrè, presidente del Caab e della Fondazione Fico, Alessandro Bonfiglioli, direttore generale del Caab e segretario
generale di Fondazione Fico, e Andrea Cornetti, direttore generale di Prelios Sgr. “Per apprezzare il futuro di Fico occorre conoscerne la storia, che ha preso il via dalla necessità di valorizzare gli ampi spazi del Caab. È a quel punto che Oscar Farinetti è entrato in scena, trasformando un’idea nella meraviglia che vediamo oggi, frutto della capacità di lavorare insieme,
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del talento e del gusto per la perseveranza di coloro che vi hanno contribuito. Fico è un luogo in cui si impara il gusto italiano, il luogo dell’educazione alimentare, la nostra piccola rivincita sugli spaghetti alla bolognese”, dichiara Virginio Merola, sindaco di Bologna. “Credo che l’infrastruttura realizzata sia di portata internazionale e che l’obiettivo che Fico si è prefisso, poter rappresentare l’eccellenza agroalimentare italiana nel mondo, possa assolutamente essere raggiunto. Lo avevamo visto in costruzione, ma a vederlo ora, funzionante e pieno di gente, l’impatto è imponente: Fico rappresenta senz’altro un’opportunità per la regione e la città e speriamo si tratti
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di un volano per l’economia, perché un posto del genere muove un indotto molto più ampio”, commenta Alberto Vacchi, presidente di Confindustria Emilia Area Centro. Il parco impegna oltre 150 aziende provenienti dal nord al sud del Paese, di ogni tipo e dimensione: cooperative e consorzi, grandi gruppi e piccolissimi artigiani, accomunati dalla passione per la qualità e dal ruolo che svolgono nel produrre e promuovere l’eccellenza enogastronomica e la bellezza dell’agroalimentare italiane. Percorrendo, a piedi o su una delle 500 Fico Bike a tre ruote progettate appositamente da Bianchi, i 100.000 metri quadri della grande cittadella del cibo, visitatori di ogni età e provenienza possono vivere decine
di esperienze pensate per stimolare tutti i sensi e soddisfare interessi disparati: si può scegliere di assistere alla preparazione della pasta, osservare l’olio uscire dal frantoio, imparare a fare le caramelle, le confetture, il gelato, la birra; stupirsi, apprendere e divertirsi all’interno delle giostre multimediali; assaggiare i prodotti freschi e fragranti, appena usciti dalle fabbriche; vedere e toccare gli animali e i prodotti della terra. Gli ampi spazi di Fico ospitano infatti 2 ettari di campi e stalle all’aria aperta, che accolgono 200 animali e 2.000 cultivar; 8 ettari coperti con 40 fabbriche dove è possibile osservare le varie fasi di lavorazione delle materie prime e la creazione dei più celebri prodotti della tavola italiana; oltre 45 luoghi ristoro dove degustarli, dai bar fino ai chioschi di cibo di strada e i ristoranti stellati; 9.000 metri quadri di botteghe e mercato; aree dedicate allo sport, ai più piccoli, alla lettura e ai servizi; 6 aule didattiche animate da corsi ed eventi e 6 grandi giostre educative multimediali sul fuoco, la terra, il mare, gli animali, il vino e il futuro; un centro congressi modulabile da 50 a 1.000 persone, con spazi per teatro e cinema. “Tutto questo è il risultato di una fortunata sinergia tra tante menti e tra pubblico e privato. Grazie al mio gruppo di lavoro e alle istituzioni siamo riusciti, in questi anni, a mettere in fila le nostre eccellenze, il nostro saper fare, i nostri dialetti dalla Sicilia, alla Calabria, fino al Piemonte. Fico è un luogo unico e vero e in quanto vero è imperfetto, ma racchiude lo spirito e la competenza della nostra Italia”, sottolinea Tiziana Primori, amministratore delegato Fico. Il parco occupa direttamente circa 700 persone e ha una ricaduta complessiva stimata di 3.000 posti di lavoro nell’indotto. L’obiettivo per il futuro è attrarre, a regime, 6 milioni di visitatori ogni anno, offrendo una piattaforma internazionale al mondo dell’agricoltura, della produzione alimentare, del turismo e della cultura italiani. La sfida, insomma, è aperta. E come sottolinea Farinetti: “Adesso ci tocca portare a casa 6 milioni di persone. Sono tanti, ma io ci provo!”.
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Felsina scuola di calcio, scuola di vita
sport
Il presidente Alberto Verni racconta il progetto nato a Bologna per offrire ai giovani un calcio diverso basato su valori, etica e solidarietà di Marianna Saguatti e Marco Taddei
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ssere educatori, crescere bambini e ragazzi con sani valori etici e solidi princìpi morali e infondere in loro una mentalità sportiva che sia da stimolo ed esempio per affrontare le sfide quotidiane. Il tutto senza dimenticarsi di chi si trova in condizioni di bisogno e di svantaggio. Sono questi i chiari obiettivi di Felsina Calcio, realtà sportiva bolognese nata ufficialmente nel maggio 2017 dall’idea di un gruppo di amici della società civile cittadina presieduto dal presidente Alberto Verni: “Abbiamo scelto di occuparci di giovani perché farlo oggi e farlo bene significa garantirsi un futuro migliore domani, per tutti. Si tratta di un piano ambizioso, destinato a proseguire ed evolversi negli anni, nel quale contiamo di coinvolgere l’intero sistema cittadino”, spiega Verni. Alla base dell’idea di Felsina Calcio c’è la volontà di usare lo sport come mezzo e non come fine, lo sport come veicolo fondamentale di trasmissione di valori e crescita dell’individuo: “Il progetto è nato da una considerazione personale: oggi molti di coloro che sostengono di occuparsi dei giovani tramite lo sport, non riescono a farlo davvero. E allora lo facciamo noi. Formazione, lavoro, territorio, aggregazione, sport, sono temi centrali della vita quotidiana, facce di una stessa medaglia che devono trovare eguale spazio all’interno di Felsina Calcio. Il nostro tridente è formato da ‘Famiglia, Scuola e Squadra’, perché pensiamo sia fondamentale che i ragazzi raggiungano i propri traguardi come persone, come studenti e infine come atleti e chi si occupa quotidianamente di loro deve avere un pensiero e un’azione comune e
condivisa. È molto importante instillare in loro la logica del team-building, del sentirsi squadra e per farlo cerchiamo di creare un senso di appartenenza anche nelle famiglie con cui abbiamo iniziato questo percorso”, prosegue Verni. Affinché tutto ciò avvenga, Felsina Calcio mira a insegnare ai giovani, ad esempio, che lo sport (e il calcio in particolare) può essere anche cultura: “Dal momento che ci chiamiamo Felsina abbiamo iniziato a guardare e conoscere da diverse prospettive in primo luogo la nostra città organizzando, per i ragazzi e i loro familiari, visite guidate ai sottotetti della Basilica di San Petronio, con tanto di percorso in terrazza in Piazza Galvani; e a gennaio visiteremo la mostra Revolutjia al MAMbo di Bologna”, perché l’avanguardismo russo ha dipinto lo sport e ha dipinto il calcio. A spingere Verni e i sette soci in questa impresa è una grande passione per i valori più nobili dello sport, come il rispetto per l’avversario e delle regole, la meritocrazia dentro e fuori
dal campo, l’attenzione alle diversità psicofisiche e la solidarietà. “Da noi non esiste selezione e ciò che conta davvero non è solo il risultato finale, ma il percorso fatto insieme per raggiungerlo. Il calcio, spesso male interpretato, è in realtà uno degli sport più belli e adatti a trasmettere i valori etici a cui teniamo maggiormente”, continua il presidente di Felsina Calcio. La filosofia della società, molto legata ai programmi di interscambio culturale che ha attivato con realtà simili alla propria, è ‘Think global’: “Il nostro sito web sarà in cinque lingue, e abbiamo recentemente commissionato una ricerca atta ad approfondire il funzionamento dei modelli stranieri di applicazione del binomio sport-crescita. Da questo punto di vista gli Stati Uniti sono più avanti di noi, con una forte focalizzazione sul concetto di merito e sull’idea che lo sport, come qualsiasi altra cosa, debba essere portato avanti con impegno e determinazione. Convinti di questo, abbiamo ideato tre categorie premiali:
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il premio ‘Allo stadio con Banca di Bologna’, un premio legato al rendimento scolastico denominato ‘un 10 in campo’ e infine la borsa di studio ‘And the winner is’. Il primo è un progetto che Felsina Calcio ha avviato nell’ottobre scorso in collaborazione con l’Istituto bancario: ogni mese la società seleziona un’annualità e il miglior bambino del mese nato nell’anno prescelto, segnalato dal mister sulla base di alcuni parametri quali la presenza agli allenamenti, la puntualità, l’educazione, il rispetto delle regole e la capacità di integrazione all’interno gruppo, viene ospitato insieme a un genitore allo stadio per vedere una partita del Bologna. Il premio scolastico è invece dedicato ai giovani che vantano i rendimenti più brillanti, a cui verrà offerta gratuitamente l’iscrizione, kit incluso, a Felsina Calcio per la prossima stagione calcistica, mentre la borsa ‘And the winner is’ consentirà a giugno 2018 ad un ragazzo che abbia superato i 10 anni di età,
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selezionato in base ad una serie di criteri che riguardano la famiglia, la scuola e il campo, di andare due settimane in Inghilterra a studiare l’inglese nel camp di uno dei migliori club europei, probabilmente il Manchester City. Per fare in modo che il progetto formativo sia condiviso ed efficace la società, che dopo pochi mesi di attività riunisce già 180 ragazzi dai 5 ai 15 anni, ha scelto di coinvolgere più attori, perché agiscano in maniera coordinata: “Abbiamo avviato un proficuo dialogo con la scuola pubblica, tramite l’assessore alla Cultura e vicesindaco Marilena Pillati, e con numerosi dirigenti scolastici di istituti sia pubblici che privati e ci confrontiamo con una serie di altri attori come le istituzioni locali, la Chiesa (siamo ispirati da una matrice cattolica), le imprese del territorio. Sulla scia del convinto sostegno che cerchiamo di dare alla Onlus Ansabbio, che si occupa di star therapy assistendo i bambini (e le loro famiglie) ricoverati presso i reparti di pediatria e pediatria oncologica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, vorremmo inoltre contribuire alla causa di alcune realtà di nostro interesse, tra cui ASSISLA, Onlus che si occupa di malati di Sla ed inoltre un centro per bambini diabetici inaugurato nel 2017 a Bologna. Essendo noi molto focalizzati sul concetto del merito, in questo caso il messaggio che vogliamo trasmettere ai nostri giovani è che c’è una cosa che nella vita non si può meritare ma che arriva come dono del Signore, ed è la salute. La consapevolezza e il rispetto di questo dono, dimostrati attraverso l’impegno dentro e fuori dal campo, sono per noi valori imprescindibili”, sottolinea Verni. Tra i tanti temi cari al Felsina Calcio, poi, c’è quello della riqualificazione del territorio. Prova ne è l’impegno profuso per il rinnovamento degli spazi che ospitano la sede e i campi di gioco della società, in via Calda, a Bologna: “Abbiamo ristrutturato gli spogliatoi e la zona esterna al campo e intendiamo realizzare una club house con l’obiettivo di offrire ai nostri ragazzi e alle loro famiglie un sito di qualità, ospitale ed accogliente”, continua il presidente della società, il cui intero programma è autosostenibile grazie al reinvestimento degli incassi. È per questo che ci rivolgiamo anche alla società civile e alle aziende del territorio alla ricerca di sponsor, non come questuanti ma cercando di comunicare le nostre intenzioni e renderle partecipi della creazione di un importante valore sociale. La disponibilità di strutture, come noto, è un fattore critico: ci rivolgiamo alle Istituzioni ed alla Chiesa nella speranza che provino curiosità ed interesse per il nostro progetto e ci aiutino a risolverlo. Stiamo ricevendo tantissimi consensi, incoraggiamenti, aiuti e due affiancamenti speciali: quello di Sky e quello di Macron che ci consentiranno di pianificare attività ed eventi di rilievo (a carattere sportivo e non) per la nostra città. Vogliamo rappresentare un valido esempio di applicazione quotidiana dei nostri valori: siamo senz’altro una scuola di calcio, ma vogliamo essere anche e soprattutto una scuola di vita”, conclude Verni.
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“Il nostro progetto SPAL dedicato alla città”
Il patron Simone Colombarini descrive la storia di successo che ha caratterizzato gli ultimi quattro anni della gloriosa società calcistica ferrarese
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olombarini, nell’estate 2013 la vostra famiglia ha acquistato la SPAL, Società polisportiva Ars et Labor, che attraversava un momento buio. Nel giro di quattro anni è stata scritta una storia di successi sportivi sul campo che vi ha portato a festeggiare nel 2017 una fantastica promozione in Serie A dopo 49 anni. Quali sono le caratteristiche e i segreti del modello di successo, sportivo e societario, da voi proposto? Quando nel 2013 abbiamo accettato l’invito che giungeva da più parti, istituzionali e non, di assumere le redini di questa prestigiosissima società, abbiamo deciso di continuare a seguire il modello organizzativo che avevamo adottato nella gestione della Giacomense, società che abbiamo gestito per ben 6 anni in Lega Pro. Il modello organizzativo è piuttosto semplice: i punti saldi sono la proprietà e il presidente Walter Mattioli, senza il quale non avremmo di sicuro intrapreso questa avventura. Insieme al presidente si pianifica il budget della stagione e si sceglie il direttore sportivo, al quale viene indicato il budget destinato al monte ingaggi per i giocatori e lo staff tecnico. A lui si chiede allestire la miglior rosa possibile compatibile con il budget a disposizione senza mai indicare un obiettivo da raggiungere “a tutti i costi”. Da questo punto in avanti il compito della proprietà è quello di garantire le opportune coperture economiche, mentre il presidente ha il compito di assicurare che tutto fili per il verso giusto e che ognuno in società svolga a dovere il proprio compito. Né la proprietà né il presi-
dente entrano in questioni tecniche che sono sempre lasciate a direttore sportivo e allenatore. Il vostro primo obiettivo una volta prese le redini della SPAL è stato quello di avvicinare il pubblico e la città alla sua squadra, puntando su valori umani e sociali e aprendosi al territorio e alle sue aziende. Con quali progetti e investimenti lo avete fatto? La SPAL veniva da una serie di gestioni fallimentari sia dal punto di vista economico che dei rapporti con la tifoseria. Il primo messaggio rivolto alla città è stato quello di sottolineare che la nostra presenza alla guida di questa società non aveva nessun fine economico, anzi eravamo consapevoli del fatto che avremmo dovuto investire risorse significative, e che avremmo continuato a farlo se avessimo visto unità attorno alla squadra da parte della città intera. Sapevamo però che le parole da sole non potevano essere sufficienti e abbia-
mo quindi cominciato ad investire sul settore giovanile, intervenendo sulle strutture di allenamento, e affiancando numerose associazioni benefiche del territorio sostenendole nei loro progetti a favori delle fasce più deboli e dei meno fortunati. Il pubblico ha risposto alla grande fin da subito mentre al tessuto imprenditoriale è stato necessario un po’ di tempo in più per capire il messaggio che il nostro progetto era interamente
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chiudere i battenti. Una società di calcio deve fare i conti con le attese della tifoseria e con il fatto che il risultato sportivo, che è piuttosto aleatorio, ha una forte influenza sui ricavi in quanto sponsor e presenze allo stadio possono avere una forte variabilità in relazione all’andamento della squadra. Il nostro obiettivo è cercare di rendere questi due aspetti il più possibile legati al progetto e il meno possibile ai risultati, però non è facile.
dedicato alla città e ai numerosissimi tifosi biancazzurri. Nella gestione della società un peso determinante ha la vostra azienda, la Vetroresina, fondata a Masi San Giacomo nel 1968 da suo padre Francesco nell’ex fornace del paese e oggi azienda leader nella produzione di laminati in resina poliestere. Come si concilia la gestione di un’azienda così importante con quella di una società sportiva di vertice? Il paradigma che proponete nella SPAL è lo stesso applicato all’azienda?
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Per poter conciliare la gestione di un’azienda con l’impegno nella SPAL è necessario avere al nostro fianco una persona di fiducia come il presidente Mattioli. Lui è sempre presente e si occupa in toto della gestione della società. Ovviamente ci confrontiamo spesso ma la sua presenza e dedizione fa sì che io possa dedicarmi alla gestione della Vetroresina. La gestione di una società sportiva è molto diversa dalla gestione di una azienda tradizionale. Una azienda per continuare a rimanere sul mercato deve vendere un prodotto ad un prezzo più alto del costo sostenuto per produrlo, altrimenti è destinata a
Lo sport e il calcio in particolare sono portatori di valori etici e un mezzo per investire sul futuro dei giovani. Quali progetti e iniziative realizzate o avete in mente di realizzare in tal senso? Come ho detto prima, fin dall’inizio abbiamo investito molto sul settore giovanile, sia nel miglioramento delle strutture che nella scelta degli allenatori, che devono essere prima di tutto bravi educatori. Il messaggio che non ci stanchiamo mai di far pervenire ai nostri ragazzi, e soprattutto ai loro genitori, è quello che devono giocare a calcio divertendosi senza mai tralasciare lo studio, perché solo pochissimi di loro diventeranno dei campioni e potranno avere un percorso lavorativo all’interno dell’ambiente calcistico. Gli altri dovranno trovarsi un percorso al di fuori di questo ambiente e dovranno vivere la propria esperienza calcistica come opportunità di crescita e di confronto. Ritengo inoltre che sia molto importante per la crescita dei ragazzi come persone che si rendano conto che ci sono tanti bambini meno fortunati che non hanno questa opportunità. A questo proposito abbiamo organizzato in passato, e continueremo ad organizzare, visite ad associazioni di volontariato che si occupano di bambini meno fortunati per regalare da un lato qualche minuto di serenità a loro e per ricordare una volta di più a tutti noi quanto è importante il dono della salute.
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mobilità “Il trasporto pubblico, un importante valore per lo sviluppo dei territori” Giuseppina Gualtieri, presidente e amministratore delegato di Tper, da oltre cinque anni è alla guida di un’impresa pubblica che cresce Tper si è ritagliata uno spazio importante nel campo della mobilità: oggi è una realtà riconosciuta ed apprezzata e con risultati in crescita. Ce ne parli in breve. Tper gestisce il trasporto pubblico locale su gomma a Bologna e Ferrara, il servizio ferroviario regionale in partnership con Trenitalia ed altre attività progettuali e di servizio di mobilità. È a capo di un gruppo di imprese in cui operano oltre 2.700 dipendenti - il 99% dei quali a tempo indeterminato - tra cui Dinazzano Po, azienda di trasporto ferroviario merci, e Mafer, specializzata nella manutenzione dei treni. L’ultimo bilancio consolidato del gruppo, il cui valore della produzione è di 310 milioni di euro, ha chiuso con un utile netto di 7,6 milioni. Tper, inoltre, è principale azionista di Seta, azienda di tpl di Modena, Reggio e Piacenza, e possiede una partecipazione in Start, l’omologa azienda di trasporti della Romagna. Negli anni, si sono consolidati i risultati, sia sotto il profilo economico-finanziario, con utili in crescita, sia con un aumento percentuale in doppia cifra dei passeggeri trasportati: oggi i viaggi effettuati annualmente su bus e treni Tper superano i 150 milioni. Sono numeri molto positivi. A che cosa sono dovuti e come intendete mantenere le performance? Per raggiungere questi risultati è servito un forte lavoro di squadra, con coinvolgi-
mento del management e dei dipendenti, ma anche la condivisione dei soci e un approccio customer oriented che ci ha avvicinato all’utenza con gradimento crescente. L’attenzione al servizio si è concretizzata attraverso molte azioni tra cui un deciso ammodernamento della flotta di bus e treni a favore della qualità del servizio: da 8 treni elettrici, in 5 anni siamo passati a 27; quanto ai bus, puntando sull’ecocompatibilità, oggi abbiamo una delle flotte più green d’Italia in ambito metropolitano. Abbiamo un piano triennale di investimenti di oltre
200 milioni di euro finalizzati a materiale rotabile e nuove tecnologie. Per sostenere gli investimenti si è completato a settembre il percorso non facile di emissione su mercati regolamentati di obbligazioni per 95 milioni di euro, interamente collocate con successo presso investitori istituzionali. Un finanziamento, ottenuto grazie alla solidità dell’azienda e dei piani di sviluppo, che non prevede alcuna garanzia dei soci e che dimostra che è possibile fare impresa anche nel complesso settore del trasporto pubblico.
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Tper è dunque società pubblica particolare? Tper è una società per azioni di natura pubblica che opera in regime di concorrenza. È la maggiore azienda di trasporto pubblico dell’Emilia-Romagna e svolge attività diretta ed indiretta in molte aree del territorio regionale. Ciò che caratterizza un’azienda, indipendentemente dalla natura pubblica o privata della sua proprietà, è il sistema di regole in cui opera, la governance e il modello gestionale del fare impresa; non è solo una mia profonda convinzione professionale che ho sempre condiviso e praticato nelle diverse esperienze di lavoro, è anche ciò che stabiliscono le regole comunitarie che non distinguono fra assetti proprietari, ma fra
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sistemi regolatori e modelli gestionali. Da notare che, in ogni ambito, Tper svolge le proprie attività essendosi aggiudicata gare di appalto esattamente come ogni altro produttore di beni e servizi che agisce attraverso modelli imprenditoriali. Una realtà come Tper rappresenta quindi anche un valore per il territorio. È sempre più vero. Erogare servizi essenziali riveste già un’attività importante e ancor di più oggi Tper evidenzia la creazione di valore per azionisti e territorio. Nel 2017 abbiamo per la prima volta distribuito ai soci una parte dell’utile, risorse che potranno essere reinvestite nel settore. Non solo: come abbiamo riportato nel nostro
Bilancio di Sostenibilità - documento che è alla sua terza edizione - gli studi sull’impatto economico generato dalle attività del gruppo evidenziano la creazione di valore aggiunto per il territorio di circa 200 milioni di euro, a cui si aggiungono oltre 10 milioni di imposte, risorse che tornano al sistema-Paese, ed un impatto positivo sull’occupazione di ulteriori 750 posti di lavoro nelle attività connesse alla catena di fornitura, che si sommano agli oltre 2.700 occupati del gruppo Tper. Altro valore è l’impegno ambientale: un rilevante contributo diretto alla riduzione di emissioni, che è oggi fra gli obiettivi principali di miglioramento della vita e della salute dei nostri territori.
Cinquemila ospiti per la serata degli auguri di Natale Straordinaria partecipazione per la prima serata degli auguri di Natale targata Confindustria Emilia Area Centro: sono stati oltre 5.000 gli ospiti che hanno riempito, martedĂŹ 12 dicembre 2017, le tribune del Paladozza di Piazza Azzarita a Bologna per assistere allo spettacolo con 102 fare
cui l’Associazione ha voluto augurare buone feste agli imprenditori, alle loro famiglie e a tutti i collaboratori. Una serata coinvolgente, aperta dal saluto del presidente di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi, che ha poi lasciato spazio allo show.
serata degli auguri
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cultura d’impresa
Debutto per la Borsa del Turismo Industriale di MS
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onfindustria Emilia Area Centro ha aperto la strada a un nuovo modo di fare cultura industriale per il territorio, favorendo la riscoperta e la valorizzazione degli impianti industriali e dei prodotti che hanno fatto la ricchezza del nostro Paese. È nata così la Borsa del Turismo Industriale, il primo appuntamento di settore che fa incontrare tour operator, agenzie di viaggio, strutture ricettive, musei e imprese al fine di proporre una nuova modalità di fruizione delle destinazioni turistiche territoriali, valorizzare le varie realtà produttive nazionali e offrire un’occasione promo-commerciale agli operatori turistici impegnati in questo campo. L’evento, primo nel suo genere, in Italia, a coinvolgere enti, istituzioni e associazioni imprenditoriali ai massimi livelli di rappresentanza, si è svolto da sabato 18 a martedì 21 novembre 2017 a Bologna presso Fico- Fabbrica Italiana Contadina, in via Paolo Canali 8, il più grande parco agroalimentare del mondo, a pochi giorni dal suo debutto ufficiale, avvenuto lo scorso 15 novembre. Obiettivo della Borsa del Turismo Industriale è svilupparsi nel tempo e rappresentare il primo passo di un percorso turistico, culturale e industriale che parte da Bologna per divenire di respiro internazionale, nella convinzione che l’opportunità di visitare imprese produttive, musei aziendali e siti di archeologia industriale rappresenti un nuovo approccio culturale utile ad arricchire l’offerta turistica di un territorio valorizzando la conoscenza della sua storia produttiva e della sua cultura industriale. L’iniziativa si è articolata con un timing specifico per i diversi operatori. I desk promozionali degli espositori all’interno di Fico
hanno aperto al pubblico domenica 19 e lunedì 20 novembre, al fine di favorire l’attività di promotion anche verso il pubblico del parco, oltre che verso i professional del settore turistico. I seller (tour operator dell’incoming, strutture ricettive, società di servizi, musei aziendali, aziende di promozione turistica ed enti pubblici, associazioni e consorzi d’impresa) hanno preso parte al workshop che si è svolto lunedì 20 novembre dalle 9.30 alle 17 all’interno del Centro Congressi Fico, nel corso del quale sono stati sviluppati 1.200 incontri one to one tra gli oltre 50 seller presenti e i buyer. I 41 buyer ospiti (di cui 12 tour operator di varia provenienza estera e 29 italiani) hanno invece partecipato agli eventi in programma da sabato 18 novembre a martedì 21 novembre e, oltre ad assistere al workshop del lunedì, hanno avuto l’opportunità di incontrare gli espositori, visitare strutture e musei industriali del territorio e prendere parte ad attività culturali e di intrattenimento. Tra queste, la visita al Teatro
Romano di Bologna, dove è stato illustrato loro il progetto del futuro insediamento commerciale e culturale, al Museo Ferrari di Maranello, in provincia di Modena, al Museo Carpigiani di Anzola dell’Emilia, alle porte di Bologna, al Museo Ducati, al Museo del Patrimonio Industriale e alla Fashion Research Italy, a Bologna.
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Sweet Bologna, la gara più dolce
scenari
Tiziano Busuoli di Mirandola, Antonio Russo di Bologna e Andrea Tedeschi di Bazzano trionfano nell’evento dedicato all’alta pasticceria di MS
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a grande tradizione dolciaria e della pasticceria emiliana è tornata nel capoluogo emiliano dal 24 al 26 novembre 2017 con Sweet Bologna, un evento unico nel suo genere pensato per promuovere la cultura d’impresa e il meglio di un territorio vocato alla qualità e all’innovazione, includendo la pasticceria nel ventaglio di eccellenze che Bologna può offrire, coniugando l’industria agroalimentare al saper fare artigiano e valorizzando il tessuto commerciale, culturale e turistico. Forte del grande successo di pubblico, dei 1.000 carnet di assaggi venduti, delle 22.000 porzioni di dolci assaggiate e votate e delle 120.000 porzioni di prodotti dolciari tra dessert, panettoni e dolci tradizionali servite nell’arco della tre giorni, la manifestazione promossa da Confindustria Emilia Area Centro, in collaborazione con Confartigianato Imprese Bologna Metropolitana, mira a divenire un appuntamento di valore capace di esaltare Bologna come centro propulsore del food italiano e attrarre ogni anno in città migliaia di visitatori amanti del dessert. Dopo il taglio del nastro, avvenuto ufficialmente il 24 novembre scorso alla presenza del direttore generale di Confindustria Emilia Area Centro, Tiziana Ferrari, del vicesegretario di Confartigianato Imprese Bologna Metropolitana, Sergio Sangiorgi, del coordinatore eventi Settore Marketing Urbano e Turismo del Comune di Bologna, Bruno Vicentini e del direttore creativo e organizzativo di Sweet Bologna, Vittorio Sabbatelli, l’evento ha richiamato in via Rizzoli e
in Piazza Re Enzo gli 11 più talentuosi pasticcieri emiliani, pronti a mettersi in gioco presentando due novità: la rivisitazione di un dolce tradizionale bolognese, la torta di riso, e un dessert inedito che fosse rappresentativo della città e per il quale i partecipanti hanno necessariamente dovuto utilizzare due ingredienti: Zefiro di canna e Zefiro a velo di canna di Eridania, storico marchio bolognese della dolcificazione, e il Pignoletto di Dalfiume Nobilvini, azienda vinicola di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. A vincere il premio “Un nuovo dolce per Bologna” è stato Antonio Russo de La Borbonica di Bologna con il suggestivo “Lo scrigno di Nettuno”. Si è aggiudicato il riconoscimento per la miglior torta di riso invece il giovane pasticciere Andrea Tedeschi de La Dolce Vita di Bazzano, in provincia di Bologna. Entrambi sono stati premiati lo scorso 26 novembre dal voto popolare, che ha consentito ai visitatori di sentirsi giudici per un giorno acquistando un carnet di assaggi da 15 euro, con un Kenwood chef professionale. Il premio “The best in show”, assegnato lo scorso 25 novembre da una giuria professionale presieduta dal pluricampione del mondo Maestro Leonardo Di Carlo e composta inoltre dall’autore tv Giampaolo Trombetti, dalla foodwriter Francesca Romana Barberini e dal giornalista Mauro Bassini, ha visto trionfare Tiziano Busuoli del Caffè Busuoli di Mirandola, in provincia di Modena, premiato con un corso di specializzazione in alta pasticceria del valore di 1.300 euro.
Sopra: Tiziano Busuoli del Caffè Busuoli di Mirandola, vincitore di “The best in show”. Sotto: Andrea Tedeschi de La Dolce Vita di Bazzano e Antonio Russo de La Borbonica di Bologna, vincitori del premio per la miglior torta di riso e per il miglior dessert inedito.
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news emilia
Marianna Saguatti Marco Taddei
GIANMATTEO BARBIERI NUOVO PRESIDENTE DEL CEE Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Esperienza Energia Scrl (CEE) che si è riunito lo scorso 31 ottobre ha nominato all’unanimità Gianmatteo Barbieri nuovo presidente del Consorzio. Barbieri succede a Roberto Kerkoc, scomparso lo scorso agosto, che ha guidato il Consorzio dal 2013. Ingegnere aerospaziale, classe 1971, Gianmatteo Barbieri è l’amministratore delegato di Calzoni Srl, azienda metalmeccanica che opera nel settore della marina militare nata nel 1834 e oggi parte del gruppo multinazionale L3 Technologies Corporation, nonché membro del Consiglio Generale di Confindustria Emilia Area Centro e del Consiglio di Amministrazione di
CRIT, consorzio di imprese tecnologiche del settore terziario. CEE è il Consorzio Esperienza Energia promosso dalle associazioni industriali (Confindustria Emilia Area Centro) e cooperative (Legacoop Bologna e Legacoop Estense), che opera oggi per quasi 800 imprese, intermedia circa 1,3 miliardi di KWh di energia elettrica all’anno e 150 milioni di metri cubi di gas per un controvalore delle forniture di oltre 300 milioni di euro. Dal 2014 CEE è certificato come ESCo – Energy Service Company. “Per prima cosa vorrei ricordare il presidente Roberto Kerkoc, che ha guidato la società per quasi cinque anni e dal 2013 ha lavorato con entusiasmo e determinazione per raggiungere obiettivi sfidanti: dalle prime integrazioni dei consorzi energia, che hanno permesso a CEE di essere oggi tra i primi consorzi italiani per vo-
lumi di energia elettrica e di gas intermediati, fino agli importanti risultati ottenuti in tema di efficienza energetica, che hanno permesso di conferire nuovi servizi e offrire opportunità e soluzioni innovative alle imprese”, commenta il presidente di CEE, Gianmatteo Barbieri.
ADDIO NERIO “Nostro padre Irnerio (l’Ingegnere o Nerio come lo chiamavano in tanti) era un uomo intelligente, equilibrato e capace. Era capace di stare al mondo, espressione e caratteristica che lui stesso attribuiva alle persone che stimava: nel suo amabile modo di esprimersi, sia che fosse in famiglia o tra gli amici o con persone al lavoro, una persona “BON ED STEER AL MOND!” era per lui chiunque avesse buon senso, sapesse rispettare le opinioni degli altri e, prima di tutto, sapesse accontentarsi di ciò che la sorte o il Signore gli avesse donato. Appunto, una persona come lui… Era capace di farsi ben volere: nostro padre nella sua vita, non ha avuto detrattori o malevoli avversari, tanti entravano in sintonia con lui solo dopo pochi minuti e spesso dopo aver scambiato che poche parole. Era una persona trasparente, aveva un carattere aperto e positivo, non vedeva mai lati oscuri nelle altre persone: questo è perché non ne aveva lui… Era capace di ‘valutare’ e, conseguentemente, di usare il bastone o la carota sempre con equilibrio e consapevolezza. Non amava infatti esagerare (soprattutto con la carota…!!!) e questo equilibrio gli derivava dalla sua innata modestia e conoscenza dei propri limiti. Era infine capace di adoperare la testa, altra espressione a lui cara, invito che a noi figli in gioventù rivolgeva quasi come un mantra: l’applicazione della logica, nuda e cruda, veniva spesso per mio padre prima di sentimentalismi … o di qualsiasi slancio od azione impulsiva, che infatti, nella sua vita sono stati quanto mai rari. Nostro padre adorava essere impegnato per qualcosa, applicarsi per trovare soluzioni ai problemi… non amava tanto il
riposo o starsene a oziare. Insomma era capace di tante cose e tante gesta… Accanto a queste, ci piace ricordarlo per gli insegnamenti che ci ha lasciato: un enorme senso del dovere, la sobrietà nella vita di tutti i giorni e la fiducia nel prossimo. Sei stato tanto bravo con noi e con tutti a stare al mondo, goditi la vita eterna in Cielo”. Nicola Pizzoli, 15 novembre 2017
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“Ringrazio poi il Consiglio di Amministrazione per la fiducia accordatami e, come già anticipato loro, agirò con dedizione e passione, a supporto dei soci e della struttura interna, che è oggi forte e in grado di rispondere in maniera solerte alle richieste che ci pervengono, per continuare, assieme, a guardare con fiducia alle opportunità che il futuro ci presenterà, mantenendo tuttavia salda la nostra mission: essere al servizio delle imprese, che ci confermano costantemente la fiducia”, conclude il presidente Barbieri.
SOCIAL RECRUITING E PUBLIC SPEAKING: DUE CONVEGNI PER LE IMPRESE “The age of social recruiting; il web cambia le regole per la ricerca del personale” e “Public Speaking: l’arte della comunicazione e la capacità di parlare in pubblico”. Sono i titoli dei due appuntamenti che il servizio Unimpiego di Confindustria Emilia Area Centro ha organizzato nei mesi scorsi presso le sedi di Modena e Ferrara dell’Associazione, al fine di fornire ai partecipanti gli strumenti per un uso strategico e integrato delle nuove tecnologie e appropriate competenze di comunicazione, indispensabili nella vita lavorativa quotidiana. The age of social recruiting, che si è svolto a Modena e a Ferrara rispettivamente gli scorsi 10 e 20 ottobre, ha coinvolto complessivamente circa 90 partecipanti e ha proposto l’intervento di Francesco Pasotti, marketing executive presso Marketing Bologna. Tra i numerosi temi trattati, i canali di e-recruitment preferiti dal mondo delle imprese: analisi dei siti a disposizione delle aziende per fare recruiting; l’applicazione online; la gestione della reputazione online; web reputation: cosa cercare online sui candidati; il concetto di identità digitale; nuovi strumenti: Video CV, Face 4 Job; saper usare al meglio i social network attraverso il personal branding: come utilizzarli per fare scouting; le potenzialità dei blog; LinkedIn: strumento di social marketing per le aziende e per i professionisti;
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le diverse strategie di utilizzo di Facebook e Twitter come strumenti di personal branding. Nell’ambito del convegno è stato inoltre presentato il nuovo servizio a disposizione delle aziende associate, che prevede la consultazione e l’utilizzo gratuiti della banca dati di Unimpiego. Public Speaking, che si è tenuto a Modena e a Ferrara rispettivamente gli scorsi 17 ottobre e 16 novembre e ha coinvolto in totale circa 50 imprenditori, ha invece offerto ai partecipanti l’efficace testimonianza aziendale di Roberto Guizzardi, amministratore delegato di Felsinea Ristorazione, che ha proposto alcune indicazioni utili a potenziare l’incisività di una presentazione, e l’intervento di Elisabetta Zanarini, professional certified coach di ICF, che ha presentato al pubblico validi strumenti per esprimersi e comunicare al meglio riscoprendo alcune delle abilità innate del relatore: lo sguardo, le mani e la postura.
MARCO PALMIERI NOMINATO CONSIGLIERE DI BOLOGNAFIERE Marco Palmieri, presidente e amministratore delegato di Piquadro, da luglio scorso è il nuovo consigliere di BolognaFiere in rappresentanza di Confindustria
Emilia Area Centro. Palmieri ha fondato nel 1987 l’azienda che ha chiuso un altro anno di grande crescita grazie anche all’acquisizione di The Bridge portando entrambi i brand ad avere un tasso di riacquisto altissimo. Da tempo Piquadro lavora per applicare la filosofia dell’IoT ai propri prodotti, per trasformarli da semplici oggetti ad accessori funzionali e intelligenti e nel secondo semestre del 2018 lancerà una collezione con micro computer integrati direttamente nelle borse, grazie ai quali sarà possibile ricevere diversi dati, tra i quali ad esempio anche il tasso di smog dell’aria.
CINQUE INCONTRI SUL TERRITORIO PER PRESENTARE IL PIANO OPERATIVO 2017-2018 A poco piÚ di sei mesi dalla nascita di Confindustria Emilia Area Centro, nel riconfermarsi vicina ai territori l’Associazione ha organizzato cinque incontri per presentare le linee guida del piano operativo 2017/2018. Per agevolare la partecipazione di tutti gli associati, gli incontri sono stati distribuiti sul territorio emiliano e ospitati dalle imprese che hanno aperto le loro porte agli imprenditori, alla presenza del presidente di Confindustria Emilia Alberto Vacchi, dei vicepresidenti Valter Caiumi e Riccardo Maiarelli e del direttore generale Tiziana Ferrari. Lo scorso 14 novembre hanno ospitato gli imprenditori le sedi di Baltur e di Trw Automotive Italia, rispettivamente a Cento e a San Giovanni di Ostellato, in provincia di Ferrara, mentre la settimana seguente, il 21 novembre, ad accogliere gli associati sono stati gli stabilimenti di CPC a Modena, di Emmegi Group a Limidi di Soliera, in provincia di Modena, e di System Group, a Fiorano Modenese, alle porte di Modena.
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