Con i Piedi per Terra | 36

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LO SGUARDO OLTRE LA SIEPE di Ada Sinigalia

L’AGRICOLTURA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS Il settore non ha conosciuto soste, il lavoro è continuato anche nelle settimane di massima allerta per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. I timori sono per il futuro, in quanto il Made in Italy è stato oggetto di discriminazioni a causa di timori ingiustificati sulla sua sicurezza

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ome la natura, così l’agricoltura non si ferma e al settore primario viene riconosciuto un ruolo chiave anche in questo momento di emergenza. E il momento non è sicuramente facile, visto che il comparto agricolo, oltre i problemi portati dell’emergenza coronavirus, da mesi subisce attacchi per motivi diversi: dalla Brexit, ai dazi Usa e a tutte le politiche nazionaliste che stanno caratterizzando molti stati anche in Europa. La più grave per l’agricoltura, tuttavia, rimane la situazione provocata dell’epidemia, in quanto oltre a rivoluzionare il settore primario, ha fermato il già flebile sviluppo dell’intera economia italiana e modificato le abitudini della popolazione. Per evitare il diffondersi del contagio la pratica più diffusa è stata quella dell’isolamento, della quarantena, dell’astensione dal lavoro, ma non per il mondo dell’agricoltura che invece ha continuato il suo quotidiano impegno, grazie al lavoro dei tre milioni di italiani impiegati nella filiera alimentare, che dalle campagne all’industria fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, si sono adoperati per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. Per mantenere gli scaffali dei punti vendita riforniti, anche nel pieno dell’epidemia Covid-19, è stato necessario che un intero gruppo di la-

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voratori continuasse a mantenere operative le aziende agricole e gli allevamenti, raggiungendo ogni giorno il posto di lavoro: sia nei campi che negli stabilimenti produttivi. Non è stato facile e non lo sarà da qui in poi, perché tra le conseguenze portate dal coronavirus va considerato anche che l’Italia è stata tra i primi paesi a imbattersi nell’epidemia e ricevere la discriminazione dei propri prodotti agricoli, da parte di altri Paesi a causa di timori ingiustificati sulla loro sicurezza. Sono stati atteggiamenti che hanno fatto male all’immagine del Made in Italy e che rischiano di comprometterne l’appeal nel mercato mondiale. Un problema tanto serio che dovrà essere affrontato con un serio piano salva export alimenIl lavoro dei tre milioni tare e con una di italiani impiegati campagna di comunicanella filiera alimentare zione rivolta non si è mai fermato a riabilitare il neanche nel momento settore agridi massima emergenza colo e la sua per garantire le scorte produzione, alimentari necessarie da sempre all’alimentazione di tutti riconosciuta


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