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L'ARTE IN TAZZA Intevista a Chiara Bergonzi
L’ARTE IN TAZZA Intervista a Chiara Bergonzi
Scambiare qualche parola con Chiara Bergonzi ha proprio l’effetto di una tazzina di buon caffè; ti carica, ti motiva, ti corrobora e ti mette di buon'umore.
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DI CLARA MENNELLA
La sua carriera è degna degli atleti più famosi; giovanissima aveva già vinto tutto, grazie ad un carattere determinato e a una volontà ferrea poi, si è permessa di sospendere le competizioni per continuare a lavorare nel settore, mantenendo però un legame con le gare come coach e come giudice. Stiamo parlando di Chiara Bergonzi, piacentina ma con una fama planetaria nel mondo dei bartender, del caffè, del beverage e della Latteart. In particolare in questa disciplina artistica Chiara è stata campionessa italiana per tre anni consecutivi; nel 2012, nel 2013 e nel 2014 e proprio in quest’ultimo anno è arrivata seconda nella World Latte Art Championship di Melbourne in Australia! Poi ha smesso di gareggiare ma ha incontrato Manuela Fensore, altro orgoglio nazionale, che ha allenato con piglio e dedizione accompagnandola fino alla vittoria di quest’anno durante i mondiali dove Manuela, altra grandissima fuoriclasse, ha sbaragliato i rivali portando per la prima volta il titolo nel nostro paese.
Come è nata questa passione? L’occasione è arrivata per caso ma mi ha fatto scoprire una vena artistica e una passione potente che avevo dentro. Dico questo perché si deve trovare una spinta forte per affrontare le gare di alto livello. Gli allenamenti richiedono davvero tante, tante ore e tanta concentrazione.
N°1 Dicembre 2019 / Febbraio 2020 L'INTERVISTA
SPECIALITY COFFEE
Artigianale e di qualità superiore, è coltivato, raccolto e tostato in particolari condizioni. Diversi i modi di estrazione: caffè filtro, cold brew, syphon o aeropress. L’obiettivo è portare un prodotto di eccellenza nel mondo della caffetteria, nel rispetto di materia prima e piantagione da cui proviene.
Tu hai trovato questo motore da giovanissima. Ho aperto il mio primo bar all’età di 18 anni, in seguito ho conosciuto un imprenditore che ha creduto nelle mie capacità e mi ha affidato la gestione del suo locale di Piacenza dove, poco più che ventenne, gestivo 28 dipendenti. In quel periodo si cominciava a parlare di Latteart e mi sono incuriosita, al punto da frequentare un corso di formazione dove ho fatto l’incontro più importante che
Ph. Luca Sonzogni (Pixel Cherry) Ph. Jeff Hann per WCE
è stato quello con Luigi Lupi, inventore e guru della Latteart nel mondo. Per dedicarmi a tempo pieno ho deciso di licenziarmi e di partire per il Giappone.
Oggi di cosa ti occupi? Di formazione e di consulenza. La prima la faccio su richiesta a tutti quelli che sono interessati, mentre la seconda la riservo solo a chi lavora ad alti livelli, siano piccole o grosse imprese. Supporto nella scelta delle materie prime, dei macchinari, della tostatura ecc. Sono conoscitrice degli Speciality Coffee e sono Giudice di Gara abilitata nazionale e internazionale, nei Campionati del Mondo sono Capo Giudice.
La Latteart è una disciplina faticosa fisicamente? Quando facevo competizioni il dolore alle braccia era un compagno di vita, adesso che ho smesso mi ritrovo a fare centinaia di chilometri ogni giorno, veramente tanti, ma la fatica non è mai sata un ostacolo per me.
Quanti caffè beve al giorno Chiara Bergonzi? Dipende; 7, 8, anche 9 tazzine al giorno se è buono… sennò non ne bevo nemmeno uno!
UNA DISCIPLINA DUE SPECIALITÀ
La Latteart prevede due tipi di tecnica molto differenti fra di loro; quella con il PENNINO che consiste nel versare in tazza una schiuma di latte omogenea per poi creare le decorazioni utilizzando un apposito pennino e il VERSAGGIO A LATTE LIBERO dove il disegno si crea direttamente con l'atto del versare, con mano ferma e movimenti di polso. In quest'ultima influiscono l'inclinazione e il peso della lattiera. Per entrambe le tecniche si deve essere capaci di montare una schiuma compatta con la macchina espresso.