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Meeting leaders - Re-board
from Italia Publishers 03/2019
by Density
Il pioniere svedese degli alveolari punta su cultura, qualità e sostenibilità
Il brand Re-board resta fissato nell’immaginario collettivo come l’inventore dei pannelli in cartone alveolare, al punto da esserne divenuto un sinonimo
di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
Esploso come fenomeno destinato a cambiare la comunicazione visiva, quello dei pannelli in cartone alveolare è un mercato che non ha mai smesso di crescere, sebbene a ritmi meno sostenuti di quanto ci si aspettasse. Ai pochi brand globali, per lo più espressione di grandi cartiere, si affiancano piccoli produttori nazionali, che servono i converter locali con materiali molto diversi per qualità, caratteristiche tecniche e aspetto estetico. Uno scenario vivace ma deregolamentato, che rende difficile per stampatori, allestitori, designer e brand owner districarsi tra le varie offerte, al punto che alcuni committenti si limitano spesso a dire: «Facciamolo in Re-board». Sebbene pochi ne conoscano le origini, il brand svedese resta infatti scolpito nella memoria degli addetti ai lavori come il primo, e in un certo senso l’originale. Per questo, abbiamo deciso di raccontarvi cosa c’è di unico dietro il Re-board. Non è un caso che tale materiale sia nato in Svezia (dove il 60% del territorio nazionale è ricoperto da foreste), a Norrköping, una cittadina 160 km a sudovest di Stoccolma, in cui hanno sede numerose cartiere e converter dell’ondulato. Qui, Re-board Technology ha il suo quartier generale dal 2003, nonostante la proprietà dell’azienda sia rimasta nelle mani del suo fondatore solo fino al 2011. In seguito, l’azienda è stata acquisita da Stora Enso che, dopo averne seguito lo sviluppo per circa un lustro, l’ha ceduta, nel 2017, all’attuale proprietà.
Oggi il titolare e CEO di Re-board Technology è Gustaf Redin, che prima di abbracciare l’industria cartaria ha avviato startup di successo nei servizi, nelle telecomunicazioni, e nella formazione. È lui che ci accoglie in azienda, pronto a raccontarci tutto di Re-board.
Una sfida tecnologica, trasformata in prodotto
L’idea di creare un materiale composito in carta, ma con caratteristiche tecniche e strutturali estreme, è stata incoraggiata da un progetto di R&D destinato all’industria aeronautica locale. Il fatto che Re-board si sia poi affermato in tutt’altri contesti – come quello della pubblicità, dell’allestimento e degli espositori – è la diretta conseguenza della sua straordinaria resistenza e durevolezza. Ideato dai fondatori di Design Force (questo il primo nome dell’azienda), l’innovativo pannello è realizzato con una tecnologia brevettata, che un team di esperti di produzione cartaria ha continuamente perfezionato. Tra le caratteristiche che da sempre rendono unico Re-board c’è la sua ecosostenibilità, resa possibile dall’impiego di sola fibra di celluosa vergine, di colle a base acqua, e di tecniche produttive rispettose dell’ambiente. «Oggi la sostenibilità è un tema centrale per qualsiasi business, ma nel 2003 non era in cima alla lista delle priorità. Gli inventori di Re-board sono stati dei pionieri della green economy», commenta Redin. Sebbene la Design Force di allora, fosse molto diversa dalla Re-board Technology di oggi, molti di coloro che vi lavoravano sono ancora qui, a testimonianza della bontà di un’idea che ha saputo imporsi nel mercato globale della comunicazione. Se nei primi anni di attività, dal piccolo stabilimento uscivano singoli bancali di materiale destinati a progetti da sogno, oggi la rete di distributori è estesa a tutto il mondo e l’ordine minimo è pari a un intero camion.
Eccellenza produttiva e obiettivo zero scarti
Re-board Technology è un’azienda compatta, che il management ha scelto di mantenere tale nonostante la crescita. La produzione si articola su reparti adiacenti, a partire dal magazzino materie prime, dove sono stoccate le bobine provenienti dalle cartiere. Le operazioni di ondulazione, incollatura, taglio e laminazione sono eseguite in modo sequenziale, per produrre i singoli fogli che vengono infine sovrapposti secondo il particolare schema “angolato” che rende unico Re-board. Tra i miglioramenti introdotti nell’ultimo biennio, l’azienda ha investito in un nuovo sistema di gestione integrato Siemens, che ha comportato il rifacimento completo di cablaggi e sistemi di segnalazione sui macchinari, aumentandone la precisione e la produttività. A margine della produzione trovano spazio alcuni reparti ausiliari. Tra questi, attira la nostra attenzione quello dedicato al recupero delle polveri di produzione e alla loro trasformazione, grazie a un compattatore, in cilindri di fibra di alta qualità. Attraverso la collaborazione con un gruppo di ricerca universitario, Re-board trasforma poi questi cilindri in pellet idrofilo e biodegradabile, utilizzabile in agricoltura per la messa a dimora delle sementi. Una delle tante accortezze che rientrano nella politica ambientale dell’azienda, il cui obiettivo è ridurre al minimo scarti di produzione ed emissioni. L’accresciuta efficienza degli impianti ne ha aumentato l’uptime, consentendo a Re-board Technology di gestire gli attuali volumi produttivi su due turni per quattro giorni alla settimana, che consentiranno di raddoppiare la produzione senza installare nuovi macchinari.
Non un alveolare qualsiasi
Chi si chiede cosa renda Re-board inimitabile potrebbe cercare risposta nei brevetti che sono alla base della sua costruzione. Ma non basterebbe. La ricetta del noto materiale è infatti un mix di scelte tecnologiche legate alla carta, alle colle utilizzate per assemblarlo, ai trattamenti superficiali, ai macchinari utilizzati per la produzione e, non ultimo, alle straordinarie competenze che risiedono nelle risorse umane dell’azienda. «È una combinazione di questi e altri fattori», spiega Redin. «Ci sono un processo e una serie di elementi specifici che sono brevettati. Ma, in definitiva, è il prodotto finito in sé a essere unico. Basta lavorarlo con un plotter da taglio e osservare il risultato per capire». La produzione non è eseguita in modo seriale su formati e colori standard, ma è un mix di prodotti ad alta rotazione e produzioni completamente tailor-made. Molti materiali sono infatti realizzati su specifiche del cliente e sono completamente personalizzati per spessore, accostamenti cromatici e dimensione.
Ricerca, sviluppo e innovazione distribuite
Quello che si svolge in Re-board Technology è un grande lavoro di squadra, che riguarda produzione, controllo di qualità, ricerca e sviluppo, product development. Ogni giorno, designer e brand owner di tutto il mondo esprimono infatti esigenze complesse di materiali fire-retardant, dotati di particolari caratteristiche costruttive e di stampabilità, capaci di resistere a condizioni estreme di temperatura e umidità, talvolta addirittura utilizzabili in esterno. Il tutto, senza derogare a requisiti di ecosostenibilità e riciclabilità. Questo ha portato il costruttore svedese a intessere collaborazioni strette con università, istituti tecnici e cartiere, nonché altri fornitori e terze parti. «Siamo troppo piccoli per avere un grande reparto di R&D, per questo sfruttiamo il nostro network», spiega Redin. «Se lavori con partner esterni commetti forse più errori e impieghi più tempo, ma hai un modello di innovazione distribuita, sei più libero mentalmente e non hai costrizioni date dalla tua ricerca». Assunto a fine 2018, Fredrik Hoff è il primo dipendente di Re-board Technology con una formazione puramente cartaria, oltre che il suo nuovo Production Manager dell’azienda. Grazie alla sua esperienza nel product development e nel supporto tecnico ai clienti, lavora a stretto contatto con i converter per comprendere come utilizzano i materiali Re-board, contribuire a migliorare la qualità dell’applicazione e ridurre gli sprechi. «La cultura del “trial and error” è positiva, ma richiede tempo», spiega Hoff. «Per questo ci sforziamo di effettuare test con parametri molto precisi e ottenere risultati che possiamo interpretare velocemente, migliorando il tasso di successo». Re-board Technology investe ingenti risorse per eseguire test chimici, strutturali e di solidità presso laboratori partner. L’obiettivo è non limitarsi a un fisiologico miglioramento incrementale, ma perseguire un miglioramento radicale ad ogni generazione del prodotto.
L’importanza delle partnership e il ruolo dei designer
L’impiego di Re-board nella nostra industria implica un’interazione del materiale con tecnologie di stampa e di converting in costante evoluzione. Anche qui Re-board è un apripista. Sin dagli esordi collabora con i più importanti costruttori, a partire da Esko e HP. La partnership con questi e altri brand della tecnologia consente al produttore svedese non solo di promuovere il prodotto, ma di effettuare una validazione puntuale e raccogliere feedback. Uno dei fattori cruciali è poi il dialogo con i designer. Una community affascinante e ispirata, che in molti casi non possiede però competenze specifiche di progettazione su tre dimensioni. Per questo, Re-board Technology ha scelto di introdurre in azienda un application designer, che dalla primavera 2019 supporterà agenzie e brand owner nella definizione delle loro esigenze, nello sviluppo del design e nell’utilizzo di prodotti e tecniche di lavorazione.
Alleati dei brand per una comunicazione sostenibile
La riduzione dell’impiego di plastica è un tema caro ai brand owner. Non solo in Europa, dove le direttive comunitarie imporranno una stretta alle plastiche monouso, ma in tutte le economie evolute. Grazie alle sue caratteristiche, Re-board è già il supporto d’elezione per applicazioni decorative e strutturali all’interno di punti vendita, fiere e location. Ma l’obiettivo è trasformarsi sempre più in un’alternativa a lastre acriliche, truciolati e altri materiali rigidi. «In Svezia la principale catena di supermercati ha smesso di installare strutture in plastica, e sta scegliendo il cartone anche per rimpiazzare elementi in legno», spiega Redin. «Grazie a Re-board hanno già convertito quasi il 25% dei punti vendita, realizzando intere pareti». Un altro vantaggio tangibile dell’utilizzo di materiali cartacei è la loro leggerezza, che ne semplifica la costruzione, il trasporto e la completa riciclabilità, con enormi riduzioni nei consumi di derivati del petrolio, e di CO₂ emesso.
Verso mercati nuovi e globali
Uno dei temi cruciali di ogni business o prodotto di successo, è la sua scalabilità. Nel caso di Re-board, abbiamo già citato i numerosi prodotti “alternativi”. Qual è dunque il suo reale spazio di crescita? Il mercato di Re-board è solo all’inizio, e a dimostrarlo ci sono le numerose aree su cui Re-board Technology sta investigando e investendo. Non solo comunicazione visiva e allestimenti, ma progetti correlati all’arredamento, ai materiali da costruzione, alla produzione di stampi. Per arrivare al possibile impiego nella produzione di casse mortuarie, più leggere, economiche, resistenti e biodegradabili. Al pari di altre innovazioni, quella introdotta da Re-board ha finora scalfito solo la superficie, e lascia intravedere mille nuovi business nell’industria, che potranno implicare modifiche nella finitura superficiale, resistenza agli agenti atmosferici e chimici, capacità di trattenere e rilasciare liquidi. Una sfida entusiasmante, che ci parla di un’invenzione e di un prodotto tutt’altro che "commoditizzato". Che in futuro potrà entrare nelle nostre vite e nelle nostre case per rimpiazzare efficacemente materiali che utilizziamo da decenni. Con una strategia di sviluppo graduale, seria e ambiziosa, Re-board sta poi mettendo a segno una continua crescita della propria presenza globale. L’Europa rappresenta oggi il 70% delle esportazioni, con UK, Germania, Francia e Benelux tra i mercati trainanti. Le crescite più importanti si registrano però in Australia, Giappone e USA. Tra i fanalini di coda anche mercati del printing grandi ed evoluti, come Italia e Polonia, dove Re-board Technology ha intenzione di crescere e investire.