meeting leaders Il brand Re-board resta fissato nell’immaginario collettivo come l’inventore dei pannelli in cartone alveolare, al punto da esserne divenuto un sinonimo
Il pioniere svedese degli alveolari punta su cultura, qualità e sostenibilità di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
E
sploso come fenomeno destinato a cambiare la comunicazione visiva, quello dei pannelli in cartone alveolare è un mercato che non ha mai smesso di crescere, sebbene a ritmi meno sostenuti di quanto ci si aspettasse. Ai pochi brand globali, per lo più espressione di grandi cartiere, si affiancano piccoli produttori nazionali, che servono i converter locali con materiali molto diversi per qualità,
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caratteristiche tecniche e aspetto estetico. Uno scenario vivace ma deregolamentato, che rende difficile per stampatori, allestitori, designer e brand owner districarsi tra le varie offerte, al punto che alcuni committenti si limitano spesso a dire: «Facciamolo in Re-board». Sebbene pochi ne conoscano le origini, il brand svedese resta infatti scolpito nella memoria degli addetti ai lavori come il primo, e in un certo senso l’originale. Per questo, abbiamo
deciso di raccontarvi cosa c’è di unico dietro il Re-board. Non è un caso che tale materiale sia nato in Svezia (dove il 60% del territorio nazionale è ricoperto da foreste), a Norrköping, una cittadina 160 km a sudovest di Stoccolma, in cui hanno sede numerose cartiere e converter dell’ondulato. Qui, Re-board Technology ha il suo quartier generale dal 2003, nonostante la proprietà dell’azienda sia rimasta nelle mani del suo fondatore
solo fino al 2011. In seguito, l’azienda è stata acquisita da Stora Enso che, dopo averne seguito lo sviluppo per circa un lustro, l’ha ceduta, nel 2017, all’attuale proprietà. Oggi il titolare e CEO di Re-board Technology è Gustaf Redin, che prima di abbracciare l’industria cartaria ha avviato startup di successo nei servizi, nelle telecomunicazioni, e nella formazione. È lui che ci accoglie in azienda, pronto a raccontarci tutto di Re-board.