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L’esperienza didattica

Francesco Masci

Abstract

In questo articolo vengono affrontate le tematiche relative al progetto del restauro, in prima analisi il restauro conservativo collegandolo poi al progetto per la riabilitazione funzionale. Il progetto di restauro conservativo, coadiuvato da una manutenzione continuativa, ha lo scopo di prevenire il naturale degrado del patrimonio storico. Occorre però garantire un utilizzo continuativo dello stesso, per questo quando non è possibile ricondursi alla funzione originaria occorrerà individuarne una compatibile. La riabilitazione funzionale, come la necessità di provvedere al miglioramento strutturale, rappresenta il miglior mezzo per la conservazione e valorizzazione del bene.

This essay examines the theme of conservative restoration. As first step, it approaches to the restoration itself and second, it analyses its combination to the functional redistribution. Conservative restoration, when combined to a constant maintenance, has the aim to preserve historical heritage, from natural deterioration. It’s important anyway, to assure a continuous use of the assets and when it’s not possible to use them as their original function, it will be necessary to identify a new compatible function. Functional redistribution, as well as the need of structural improvement, represents the best way for preserving and exploiting the historical heritage.

pagina a fronte

Chiesa di San Giorgio alla Costa, interno

Particolare del degrado delle superfici prima del restauro

L’esperienza didattica

In questo capitolo tratteremo le esperienze didattiche svolte negli ultimi anni nei laboratori di Restauro per rappresentare come costituiscano un percorso essenziale di studio. Di come attraverso il percorso didattico del corso si contribuisca a definire nel modo più completo e probabilmente più corretto la progettazione di interventi di conservazione, restauro e riabilitazione funzionale dei casi studio presi in esame. L’azione formativa, in virtù anche del suo misurarsi su progetti di ricerca e convenzioni, simula nella progettazione la realtà della prassi, anticipandone spesso i caratteri sperimentali propri della ricerca universitaria. Il più delle volte nell’esperienza didattica così come nella professione ci si trova di fronte a edifici storici molto connotati o con caratteristiche tali che è molto importante capire quale sia il limite progettuale per valorizzare e dare nuove funzioni (Fig. 6.1), restando nell’ambito della conservazione e del restauro. Queste problematiche di carattere generale sono state affrontate nell’ambito dei laboratori per definire un progetto e valorizzare il bene in oggetto.

Dati propedeutici

L’obiettivo è stato quello di fornire agli studenti un quadro generale delle metodologie, degli strumenti concettuali e tecnico-scientifici utili al rilievo ed alla conservazione, ma anche degli strumenti di analisi per poter operare sul patrimonio storico edilizio secondo i principi del restauro

•Fig. 6.1

Spaccato prospettico del Seminario Arcivescovile Maggiore, progetto delle funzioni e analisi del suono nel teatro musicale

e della rifunzionalizzazione architettonica. La fase più importante è senza dubbio quella del rilievo sul ‘campo’, dove gli studenti hanno operato sia con strumenti tradizionali, rilievo celerimetrico mediante strumentazione topografica classica, sia con la fotografia, questa oggi riserva un ruolo molto importante. Lo sviluppo di software dedicati al rilievo fotografico sta ampliando e snellendo la procedura tra la presa dei dati e il relativo risultato grafico. Il rilievo con le nuove tecnologie ad alta risoluzione ha consentito di acquisire il dato metrico con continuità alla terza dimensione ma soprattutto nella sua rappresentazione ci permette una migliore e più intuitiva comprensione dell’opera nella sua tridimensionalità. I software per la restituzione fotografica delle misurazioni sfrutta il principio dell’omografia1. Trasportando questo principio all’immagine fotografica di un prospetto è possibile effettuare il raddrizzamento di questa per rendere le linee nuovamente ortogonali tra loro. Il passo successivo è quello di rilevare una misura nota sul prospetto, inserirla nel programma di foto restituzione questo attraverso i calcoli con il principio dell’omografia restituirà le misure prese direttamente sul prospetto, pur essendo l’immagine distorta dalla fotografia. Sfruttando l’omografia la rappresentazione (foto) viene ‘messa in scala’ per ottenere la grandezza di riferimento nota nella scala desiderata, sarà possibile quindi rilevare misure direttamente dalla foto e ridisegnare l’immagine. I risultati ottenuti sono fortemente legati al fotopiano, saranno misurabili tutte le misure dell’oggetto ma non saranno rilevabile le porzioni in profondità o gli aggetti di questo sarà sempre necessario il rilievo diretto. (Figg. 6.2, 6.3) L’indagine condotta con attenzione alla ‘lettura’ e datazione dei tipi murari, delle pavimentazioni, delle porzioni tinteggiate e di quelle affrescate serve per dare una classificazione. Un altro intento, conseguente al primo, è stato quello di fornire un ‘riconoscimento’ critico dell’opera, che costituisce la più valida premessa ad ogni aspettativa di tutela e restauro.

1 L’omografia è una trasformazione fra due spazi governata da otto parametri, una relazione tra punti di due spazi tali per cui ogni punto di uno spazio corrisponde ad uno ed un solo punto del secondo spazio.

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