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L’importanza del metodo

L’attività del laboratorio di restauro si pone dunque come incubatore di approcci conoscitivi ma soprattutto metodologici che possano e debbano fornire la “cassetta degli attrezzi” mentali ed operativi per addivenire al quadro di riferimento dove operare le analisi e individuare, tramite la mappatura dei fenomeni e dei colori, le azioni da intraprendere per la conservazione e la valorizzazione dei valori attraverso la materia. Il rilievo, operazione sempre finalizzata ad uno sbocco conoscitivo ed operativo, riveste il ruolo fondamentale di creazione delle conoscenze attraverso un atto piuttosto semplice, la levata delle misure in via diretta o indiretta, ma in grado di creare e definire il documento più importante nello studio della storia degli edifici: l’edificio stesso. La mole di elaborazioni prodotte, restituire dagli studenti e consegnate in formato digitale universale (.pdf,.tiff,.dwg), costituiscono un fronte documentato di grande importanza perché ci consegna uno sguardo aggiornato sul patrimonio costruito della città di Firenze nei seguenti aspetti: a. lettura dei fronti stradali per vie e quartieri; b.mappatura cromatica con indicazione delle tendenze in atto e stato di conservazione del tessuto minore; c. evoluzione e rapporti compositivi del disegno delle architetture civili tra antico e moderno, d.analisi dei nuovi fronti urbani sull’Arno e valore panoramico delle loro cortine.

L’importanza del metodo

A chiusura di questo capitolo occorre riassumere i capisaldi che si sono affermati fino a questo punto delle esperienze di restauro: •

In primis si ribadisce la validità di un metodo che debba procedere per gestione delle informazioni per discretizzazione e sintesi e che, attraverso un rilievo nel quale si ricerca il disegno dell’architettura, possa permettere di raccontare la formazione e la trasformazione del manufatto da restaurare ottenendo le informazioni con strumentazione corrente a disposizione di tutti gli operatori del settore.

In secundis l’importanza della gestione delle informazioni ottenute dall’indagine attraverso mappe sia planimetriche, sia in elevato (le facciate) e nelle quali il rilievo comunichi la localizzazione e la quantificazione dei fenomeni.

Lo studio e la ricerca architettonica così condotta permette la gestione del patrimonio costruito e del suo genius Loci. l’approccio conoscitivo e i percorsi di indagine sono finalizzati alla loro utilizzazione in campo scientifico e professionale al fine di formare una maggiore coscienza e conoscenza del patrimonio costruito ove operare attraverso il colore e la valorizzazione degli elementi costruiti una forma di conservazione adeguata alle dinamiche in atto12. (Tav. 5.31).

12 Cfr. Il Chiostro Grande di Santa Maria Novella. Tre secoli di trasformazione per la conservazione e la valorizzazione del complesso, Tesi Magistrale di Architettura di Niccolò Capua (rel., G.A. Centauro, corr. A. Bacci, A.A. 2019-2020).

•Figg. 5.10, 5.11, 5.12

Tecnica e realizzazione fotopiano-acquisizione dati

•Tav. 5.1

Le aree urbane e i monumenti oggetto degli studi nei laboratori didattici.

Legenda

A: Chiostro Grande e Monastero Nuovo di Santa Maria Novella.

Laboratorio Magistrale A.A.2016/2017

B: Seminario Arcivescovile Maggiore e san Francesco di Sales. Laboratorio Magistrale A.A.2017/2018.

C-D: Chiesa di Santa Felicita in Piazza e San Giorgio alla Costa.Laboratorio Ciclo Unico A.A.2017/2018A.A.2018/2019.

E: Forte Belvedere e le vie di accesso limitrofe.Laboratorio Magistrale A.A.2017/2018.

F: Le mura e le torri di Firenze Laboratorio Ciclo Magistrale A.A.2015/2016. G: Le mura ai confini di Firenze: tesi di Laurea di Benvenuti Chiara, Bianchini Gaia, Caccialupi Alessandra. A.A. 2015/2016

H: Ponte Vecchio: lo studio e il rilievo per la sua conservazione. Tesi di Laurea Triennale di Irene Cicchino. A.A. 2016/2017

I: Lungarno Soderini e Vespucci. La città a specchio. Analisi della vulnerabilità visiva per il recupero dell’identità urbana. Tesi di Eleonora Santi A.A. 2017/2018 Aree assegnate ai corsi di Restauro magistrale e Laboratorio di Restauro I ciclo unico negli AA 2017/2018 e 2018/2019.In questi laboratori sono state rilevati ed analizzati tutti i fronti di via. Con questa catalogazione si è portato a compimento lo studio di tutta l’areaurbana dell’Oltrarno

Fronti panoramici, viali lungarni, Mura.

Base Cartografica: Edifici catalogati e analizzati fino al 2017 (fonte: progetto HECO)

Inquadramento urbano

1469. Chiese di Firenze, Piero del Massaio

Miniatura a colori della Cosmografia di Tolomeo, Città del vaticano, Biblioteca Apostolica.

1472. Veduta della Catena, Francesco e Raffaello Petrini

Palazzo Vecchio, Firenze

Ricostruzione delle fasi evolutive del complesso 1584. Veduta della Città di Firenze, veduta di San Giorgio dello Spirito Santo, acquaforte di Stefano Buonsignori

Palazzo Vecchio, Firenze

1731. Pianta della Città di Firenze, Ferdinando Ruggeri

Firenze

1783. Pianta della Città di Firenze, Francesco Magnelli, Cosimo Zocchi

Museo storico topografico di Firenze

1843. Pianta geometrica della Città di Firenze, Federico Fantozzi

Museo storico topografico di Firenze

2018. Ortofoto del comune di Firenze, tratto da www. comune.fi.it

Museo storico topografico di Firenze

•Tavv. 5.2, 5.3

Analisi storica di San Giorgio alla Costa. Dalle fonti all’anamnesi remota e recente con rappresentazione delle aggregazioni edilizie.

•Tav. 5.4

Forte Belvedere. Analisi storica urbana e sezioni ambientali del territorio.

1 Porta Romana 2 Istituto statale d’arte (Ex scuderie reali) 3 Giardino di Boboli 4 Torre del Mascherino 5 Baluardo del Cavaliere 6 Forte Belvedere 7 Porta di San Giorgio 8 Baluardo di San Giorgio 9 Giardino Bardini 10 Porta San Miniato

Cinta muraria esistente

Cinta muraria distrutta

Viale di Colli

•Tav. 5.5

Analisi urbana eseguita sugli edifici oggetto della ricostruzione post-bellica intorno a via Guicciardini, evidenziate dal rilievo cromatico delle facciate (parte prima)

•Tav. 5.6

Analisi urbana dell’area oggetto della ricostruzione post-bellica intorno a via Guicciardini, in evidenza il rilievo cromatico delle facciate (parte seconda)

•Tav. 5.7

Rilievo fotografico dell’area interessata dalla ricostruzione post-bellica

•Tav. 5.8

Rilievo di fronti dei lungarni Soderini e Vespucci con analisi cromatica

•Tav. 5.9

Restituzione fronti dei Lungarni Soderini e Vespucci con individuazione delle patologie rilevate di degrado delle superfici

•Tav. 5.10

Fotopiano ed analisi cromatica e conservativa su eidotipi delle cortine edilizie di via de’ Serragli, angolo via del Campuccio e via delle Caldaie

Tav. 5.11

Analisi cromatica dei fronti edilizi di via de Serragli e via Sant'Agostino, con rappresentazione dei degradi cromatici

•Tav. 5.12

Fotopiano e analisi conservativa di via Sant'Agostino con legenda dei materiali

•Tav. 5.13

Fotopiano e analisi conservativa di via Sant'Agostino

•Tav. 5.14

Rilievo altimetrico per coltellazione del Ponte Vecchio

•Tav. 5.15

Schema dei rilievi fotografici per l’esecuzione di fotopiani dei fronti del Ponte Vecchio e strumenti utilizzati

•Tav. 5.16

Restituzioni in fotopiano dei prospetti del Ponte Vecchio con analisi cromatica

•Tav. 5.17

Analisi dello stato di conservazione dei fronti esterni ed interni del Ponte Vecchio con legenda allegata (Fig.5.6)

Alterazione cromatica Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore

Dilavamento / Disgregazione colatura Azione erosiva delle acque meteoriche sugli strati superficiali delle rocce e degli intonaci

Colatura Traccia o andamento verticale; frequentemente se ne riscontrano numerose ad andamento verticale

Deposito superficiale Accumulo di materiali estranei di varia natura ad esempio polvere o terriccio

Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco spesso seguito da caduta di uno o più strati superficiali (sfoglie)

Disgregazione/ erosione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto sollecitazioni meccaniche

Distacco / Mancanza Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale sia tra loro che rispetto al substrato

Macchia Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale o localizzata della superficie

Rigonfiamento Sollevamento superficiale e localizzato del materiale che assume forma e consistenza variabili

Vegetazione o muffe Locuzione impiegata quando ci sono licheni, muschi, piante o muffe Elementi incongrui da sostituire Elementi precari che necessitano di essere sostituiti

Rappezzi incongrui Riparazioni inadeguate o eseguite in maniera errata.

Alterazione lignea Alterazione o anomalie presenti sulle pareti lignee

Degrado antropico Forma di alterazione e/o di modificazione dello stato di conservazione indotta dall’uso improprio

Coloritura non conforme Colori applicati alle superfici non conformi ai colori del centro storico di Firenze

La superficie del ponte sulla quale è stato possibile effettuare un’analisi del degrado è pari a circa 4301 mq. Sulla base di questo dato è stato possibile approfondire l’entità delle principali patologie ed in quale modo esse influiscono sulla percezione totale del ponte:

Alterazione cromatica Dilavamento Deposito superficiale Coloritura non conforme colatura Disgregazione 1372 mq 276 mq 144 mq 119 mq 114 mq 69 mq 31.9 % 6.41 % 3.35 % 2.78 % 2.65% 1.60 %

•Fig. 5.6

Legenda delle patologie rilevate e graficizzate in Tav. 5.17

•Tavv. 5.18, 5.19

Fotopiani delle principali porte medioevali sopravvissute alle demolizioni della cinta muraria di Firenze

•Tavv. 5.20, 5.21

Fotopiani e analisi stratigrafiche di Porta San Frediano e (sotto) delle mura di Santa Rosa.

•Tav. 5.22

Santa Maria Novella. Mappatura del degrado su prospetti e sezioni di tavola

Tav. 5.23

Seminario arcivescovile maggiore. Sezione del chiostro di San Bernardo. Sullo sfondo la chiesa di San Frediano in Cestello

•Tav. 5.24

Lato nord del chiostro grande di Santa Maria Novella. Rilievo e (sopra) restituzione in fotopiano

I colori dell’Oltrarno

Il colore è emozione, sensazione, percezione visiva e immagine di una città. Cosa percepiamo quando camminiamo per Firenze? È proprio il colore che ha il compito di costituire quell’unicum urbano che, solitamente, ci rassicura. Ma cos'è che può spezzarlo? Contrasti troppo marcati tra fondo e basamento di un edificio o tra palazzi adiacenti, le sgrammaticatura tra colore e materiale ma, soprattutto, le atipicità cromatiche, cioè quei colori che si pongono in contrasto o in distonia con gli altri, per saturazione, luminosità o tonalità. I colori di Firenze ne definiscono quindi le forme, l’architettura, la percezione e l'ambiente, in un’evoluzione dovuta alla sua storia e alle sue trasformazioni. Sono stati scelti i colori matrice per il restauro delle facciate fra le cromie della tradizione di Firenze e, nello specifico, dell'Oltrarno. Infatti, allo stato attuale, è forte l’alterazione visiva creata da questi edifici, che affacciano direttamente sull’Arno in adiacenza al Ponte Vecchio. L'intento è quindi quello di recuperare anche per l’aggregato edilizio moderno una “maschera cromatica” fiorentina, riducendo così l'impatto visivo in una zona di pregio paesaggistico.

•Tav. 5.26

Riordino cromatico del costruito moderno: l'edificio a causa dall'uniformità dei 2 colori attuali perde la sua caratterizzazione volumetrica dovuta all'avanzamento di alcuni fronti che il progettista intendeva evidenziare per recuperare il senso compositivo dei lotti medioevali perduti. Il progetto cromatico proposto tende a ridare la percezione di tale disegno

•Tav. 5.27

Confronto tra cortine di antica formazione e edifici moderni (assemblaggio di fotopiani)

•Tavv. 5.28, 5.29

Forte Belvedere. Disegno materico e di progetto della piattaforma, trattamento conservativo e di restauro

•Tav. 5.30

Forte Belvedere. Planimetria e sezione ambientale da elaborazione SAPR

•Tav. 5.31

Riqualificazione e progetto conservativo degli ambienti intorno al Chiostro Grande di Santa Maria Novella

Dallo studio al progetto di restauro

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