Il fisciù come quadro pubblico Renato Stasi
struite, delle profonde riflessioni più che delle linee di sviluppo di queste interfacce formali create dalle figure. Da qui, nasce questo dialogo con un’arte fatta di imprimatur, circoscritta ad un artigianato di altissimo livello e ad una perfezione tramandata. Gli studenti hanno quindi elaborato le loro sensazioni e riflessioni nelle più svariate forme grafiche e rappresentative; il pretesto progettuale è stato quello di sviluppare, all’interno di questa visione tradizionale concetti sinottici che rappresentassero appunto il contemporaneo. Le tecniche definite per questo variopinto percorso vanno ad attingere a quella che è la tradizione della stampa serica a “retino”: la composizione delle immagini è stata quindi ragionata su i molteplici livelli di colore impiegati. È un lavoro dedicato alla tradizione reinterpretata in concetti compositivi. Lo sviluppo dei progetti è stato eseguito con supporto digitale, con forte e personale interpretazione del tema, parafrasando attraverso la tecnologia i densi colori, spalmandone le sfumature. In questo caso il fisciù ha preso la forma di quello spazio, nella nostra mente, che tra linguaggi evocativi fissa concetti e codici espressivi, che indossati, diventeranno oggetti identitari.
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