Introduzione Elisabetta Cianfanelli
si impone e dilaga nel macro-cosmo multidimensionale della società, esprimendone tutte le sfaccettature: la moda intercetta le grandi trasformazioni e le restituisce sotto forma di abiti, quali media facili, veloci, ma efficaci nell’esprimere l’esprit du temps. Parlare di moda non vuol dire parlare di soli abiti, ma gli abiti costituiscono sicuramente un primo punto di contatto con una matrice di significati, a cui tutti possono partecipare, ma che nessuno può affermare. Roland Barthes lo racconta chiaramente: “gli abiti sono oggetti relativamente significanti, che entrano a far parte della moda nel momento in cui sono raccontati, se materializzati attraverso le immagini e le parole.” Ne consegue che l’abito stesso racchiuda valori molteplici in sé: è protezione, è intimità, è l’ornamento per farsi notare. Barthes però aggiunge: L’uomo si è vestito per esercitare la propria attività significante. Indossare un abito è un atto di significazione, dunque un atto profondamente sociale, istallato nel cuore stesso della dialettica della società.
La storia lo conferma: quanti simboli indossiamo? Dalla Giubba di Garibaldi, simbolo della rivoluzione, alla minigonna di Mary Quant, simbolo di ribellione: la moda partecipa da sempre all’e-
7