L'Architettura degli animali | Matteo Zambelli

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animal builders | animali costruttori

cavi, e il minuscolo foro del nido viene chiuso dalla testa di un membro di una casta che si è specializzata per svolgere il ruolo di portiere. Tale casta sviluppa teste piatte allargate che si adattano perfettamente al foro, e l’estremità appiattita del capo acquisisce la tessitura e il colore della corteccia dell’albero. Il portiere ammette esclusivamente i membri della propria comunità, che riconosce dall’odore. Se deve venire occluso un foro più grande, le formiche utilizzano del materiale tipo la cartapesta per adattare i bordi del buco alle dimensioni della testa del portiere, oppure diverse formiche portiere collaborano per chiudere l’apertura. Nella formica del deserto americano Myrmecocystus, alcune operaie si specializzano per diventare barattoli viventi di nettare vegetale. I loro corpi sono ricoperti di miele, e rimangono immobili e sospesi alla volta del nido per rifornire di cibo gli altri membri della comunità delle formiche. L’incubazione orale di alcune specie di pesci opistognati e la cova delle uova e la cura dei girini nella sacca orale della rana di Darwin (Rhinoderma darwini) sono altri esempi di architettura vivente. Il maschio del pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri), alto circa un metro quando è in posizione eretta, cova per due mesi un solo uovo in una tasca incubatrice ventrale, che è una profonda piega pendente dall’addome dell’uccello e che va a ricoprire dall’alto i suoi piedi palmati, i quali sono dotati di una fitta rete di vasi sanguigni capaci di mantenere l’uovo al caldo durante l’inverno antartico. Rifugi pronti all’uso Una soluzione che permette di risparmiare tempo ed energia al problema della tana è quella di approfittare di un rifugio già pronto costruito da un altro animale. Il granchio eremita (Paguridae) cerca conchiglie abbandonate di dimensioni adeguate, poi, man mano che cresce, trasloca in rifugi sempre più grandi. Il paguro ha vissuto nelle cavità delle spirali dei gusci delle chiocciole così a lungo che la parte posteriore del suo corpo ha perso il carapace duro tipico dei crostacei per assumere invece una pelle morbida, che ha perfino adattato alla forma a spirale del proprio rifugio. Il guscio di chiocciola abitato dal granchio come tana è spesso ulteriormente protetto da polipi di corallo attaccati alla sua superficie. L’ape muratrice (Osmia bicolor) utilizza un guscio di lumaca vuoto per proteggere la prole, e lì, nei giri più profondi, vi deposita del pane d’api, e su questo, che sarà il cibo della larva, depone l’uovo. Occlude il passaggio con un muro di foglie masticate, lasciando però spazio a sufficienza per la crescita della larva. L’ape procede a riempire le volute rimanenti con dei sassolini, poi chiude l’estremità del tubo con un’altra parete di polpa di foglie. Infine, raccoglie steli secchi, fili d’erba o aghi di pino che ammucchia per formare una copertura con la quale occultare il guscio.

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