Spoiler On Line Ed. 251

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I PRIMI PASSI DELLA VACCINAZIONE In seguito alla pandemia da Covid-19 e dell’individuazione di adeguate contromisure si fa un gran parlare dei vaccini. Questo scritto è di carattere puramente divulgativo, e rappresenta un sintetico sunto della storia dell’immunizzazione, aldilà di qualsivoglia posizione pro o contro i vaccini. Fin dai tempi degli antichi greci, lo storico Tucidide, in occasione della peste che aveva colpito gli ateniesi nel 429 a.C., osservò che le persone guarite raramente si ammalavano una seconda volta, e mai in maniera grave. Intorno all’anno 1000 in Cina e in India era stato sviluppato un metodo di prevenzione del vaiolo chiamato variolizzazione. La pratica consisteva nell’estrazione di materiale infetto proveniente dalle pustole di un malato in via di guarigione, e nel suo innesto sotto pelle alle persone sane affinché esse si contagiassero, dopo che l’infezione era stata superata i soggetti che avevano ricevuto tale tipo di trattamento risultavano immuni dalle forme più gravi della malattia. Solo nel 1700 questa pratica raggiunse l’Inghilterra, pare grazie a Lady Mary Montagu, una scrittrice famosa dell’epoca il cui marito era ambasciatore in Turchia. La variolizzazione, anche se risultava una pratica efficace per combattere il vaiolo, era spesso pericolosa a causa dell’utilizzo del virus umano vivo.

La scoperta della vaccinazione come tecnica per sconfiggere le malattie infettive risale al 1796 per opera del medico di campagna britannico Edward Jenner. Era noto all’epoca che i contadini che avevano contratto il vaiolo bovino una volta superata la malattia, non si ammalavano della variante umana del vaiolo di gran lunga più grave. Jenner seppe cogliere l’utilità pratica che tale situazione poteva offrire, e nel 1796 iniettò del materiale preso da una pustola di vaiolo bovino al figlio di otto anni. Dopo alcuni mesi il bambino venne nuovamente inoculato quest’ultima volta con il vaiolo umano, ma come ci si aspettava non successe nulla. Jenner giunse alla conclusione che qualcosa di allora non identificabile preservasse il bambino dal contagio. Le ricerche di Jenner sulla vaccinazione come tecnica di prevenzione del vaiolo, posero le basi agli studi sulla natura delle malattie infettive e allo sviluppo dell’immunologia. La scoperta fu talmente importante che in Inghilterra a partire dal 1840 la vaccinazione divenne obbligatoria. All’inizio del 1900 lo scoppio di notevoli pandemie legate alla poliomelite favorirono la diffusione della pratica della vaccinazione, fintanto che nel 1952 venne sviluppato il primo vaccino contro questa malattia costituito da virus disattivi.


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