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Passero del Giappone x Padda: la storia di Ringo

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testo e foto di SIMONEOLGIATI

L’idea di realizzare questo Ibrido risale ormai a otto anni fa. Essendo ancora alle prime armi, non volevo tentare un incrocio troppo difficile però nemmeno “banale”, anche se in ibridazione non si può dare nulla per scontato. Vagliando diverse ipotesi, ritenni stimolante l’incrocio tra il Passero del Giappone e il Padda usando soggetti mutati. Questo accoppiamento è stato proposto in diverse varianti cromatiche grazie alle mutazioni in comune tra le due specie: sono stati visti ibridi nero bruni, rosso bruni (phaeo), moka bruni (topazio), agata, ino, bianchi e pezzati. Le prime tre combinazioni, all’epoca dei fatti, si erano già viste alle esposizioni in più occasioni. La scelta della coppia ibrida da assortire ricadde su Passero del Giappone bianco x Padda bianca o pezzata, nella speranza di ottenere

Ringo e suo fratello in fase di impiumo Ringo in tutto il suo splendore

un Ibrido completamente lipocromico, candido come la neve. La femmina prescelta fu una Padda leggermente pezzata portatrice di bianco, d’un anno d’età, acquistata presso un amico allevatore della mia zona nel gennaio del 2014. Il maschio era un Passero del Giappone completamente bianco, di ottimo livello, comprato da un altro amico nel varesotto. Dopo il necessario periodo di quarantena, la coppia ibrida venne unita in una gabbia a pagoda abbastanza grande (a quel periodo avevo, purtroppo, anche quelle!) in modo tale

La scelta della coppia ibrida da assortire ricadde su Passero del Giappone bianco x Padda bianca o pezzata

da favorire l’affiatamento tra i due. Nei primi tempi il P.d.G. era intimorito dalla grossa compagna e le sfuggiva

Coppia balia inusuale, mamma Padda, figlio F1 e P.d.G. moka bruno giovane

ogni volta che lei gli si avvicinava, ma col passare dei mesi le paure si affievolirono e la coppia si consolidò. Una deposizione avvenne nei primi d’agosto con la nascita di un solo pullo, che purtroppo non venne alimentato e morì nei primi giorni di vita. Nei mesi successivi dovetti ridurre drasticamente la mole dei soggetti in allevamento e cambiare il locale dove detenevo gli animali, passando da un porticato chiuso da pannelli in plexiglass ad una stanza di casa, una volta deputata a sgabuzzino, dotata di finestra per garantire il giusto ricambio d’aria. Fortunatamente gli uccellini si adattarono repentinamente al nuovo ambiente e alla stabulazione in una batteria di gabbie “all’inglese” di cm 60 x 40 x 40. Dopo un certo periodo di assestamento, ricomposi la coppia per consentirne ancora la riproduzione. La cassetta-nido fornita era la stessa della cova precedente, orizzontale, per pappagallini, con foro tondo. Allo scopo di favorire la costruzione del nido, misi un cestino in vimini per accogliere meglio le uova; il materiale fornito era composto da fibre di juta e di sisal. La deposizione della prima covata iniziò il 20 ottobre del 2014 e fu di ben sette uova tutte feconde. Se ne schiusero solo quattro e i due primi nati morirono quasi subito. Da segnalare la durata dell’incubazione, che fu di ben 20 giorni, ben di più dei canonici 14 tipici degli Estrildidi. Avendo in contemporanea una coppia di Passeri del Giappone con cinque pulli nati negli stessi giorni, ne scambiai due con gli Ibridi superstiti. La strategia funzionò: i due P. del G. x Padda vennero anellati verso i nove giorni d’età e si involarono dopo circa due settimane, poco dopo i fratellastri. Lo svezzamento avvenne verso il 50° giorno di vita. L’alimentazione riservata alle due coppie era la stessa: parti uguali di miscela di semi per esotici e ondulati; pastoncino semi-morbido arricchito con proteine animali ed integratori vitaminico-minerali naturali e di sintesi, con un valore medio proteico del 20% e lipidico dell’8%. La seconda deposizione, sempre di sette uova e tutte feconde, avvenne negli ultimi giorni dell’anno, con la nascita di quattro pulli intorno alla metà di gennaio 2015. Purtroppo sopravvissero solo due piccoli, i quali vennero brillantemente allevati dai genitori naturali. La terza covata seguì il decorso delle due precedenti e iniziò negli ultimi giorni di febbraio; la femmina depose nove uova, di cui però solo quattro feconde. Sempre due furono i piccoli portati allo svezzamento. La muta dei novelli iniziò a circa tre mesi d’età, quando il colore del becco passò da un grigio scuro ad un rosa pelle simile a quello delle zampe; il cambio delle piume si concluse in tarda primavera. In tutto questo periodo i soggetti mantennero un piumaggio sericeo e brillante, sempre composto e in ordine. Cinque dei sei ibridi erano praticamente identici tra loro: petto, dorso e schiena di color marrone cioccolato

Uno degli Ibridi della prima covata appena ingabbiato a Zebra's

La terza covata seguì il decorso delle due precedenti e iniziò negli ultimi giorni di febbraio; la femmina depose nove uova, di cui però solo quattro feconde

L’unico diverso dagli altri, invece, aveva le pezzature molto più estese dei fratelli: ventre, ali, petto e cervice erano completamente bianchi

molto intenso; ventre e groppone caffelatte caldo; timoniere nere. Per quanto riguarda i disegni, era evidente la maschera nera ereditata dalla mamma Padda, con le guance di una tinta appena più chiara di quella del petto; ben visibile una linea nera leggermente frastagliata che divide il petto dal ventre. Un leggero disegno era presente anche sul codione, tratto ereditato dal Passero del Giappone. Assente, purtroppo, la “lisca di pesce” sul ventre, la quale avrebbe donato un tocco in più agli Ibridi. L’unico diverso dagli altri, invece, aveva le pezzature molto più estese dei fratelli: ventre, ali, petto e cervice erano completamente bianchi; le parti melanizzate erano la barra pettorale, gli “occhiali”, le redini, il groppone e lo scudo sul dorso (quest’ultimo tratto sicuramente ereditato dal padre, essendo questo proveniente da un ceppo di bianchi e di scudati); becco e zampe erano interamente carnicini. Dato l’aspetto unico ed il contrasto tra le parti superiori più scure e quelle inferiori più chiare, gli venne affibbiato il soprannome di “Ringo”, per analogia coi colori di un famoso biscotto. Alla fine dello sviluppo, gli ibridi si rivelarono quattro maschi e due femmine. La distinzione tra i due sessi è stata resa possibile non solo dal canto dei maschietti, ma anche perché le sorelle erano evidentemente più piccole rispetto ai fratelli; infatti, queste avevano la taglia del padre, mentre i maschi avevano una taglia intermedia rispetto a quella dei due genitori. Terminata la muta, venne il momento di decidere a quali mostre presentare i giovani Ibridi. La scelta per la loro prima “uscita in pubblico” ricadde sulla mostra internazionale di Zebra’s, esposizione che si svolge a settembre, dedicata al Diamante mandarino e, più in generale, a tutti gli Estrildidi. Scelsi di esporre solamente i maschi, presentandoli come elementi singoli, e decisi di portare solo loro perché avevano una taglia maggiore e più accattivante. nate. Tornato a casa la sera tardi, passai la notte e la giornata del sabato in trepidante attesa dei risultati della classifica, che avrei scoperto la domenica. Il 20 settembre eravamo in mostra già alle sette del mattino, dopo aver scaricato i trasportini sotto un forte temporale che copriva esattamente l’area della fiera. Una volta entrati nel padiglione e sistemata l’attrezzatura sui tavoli, corsi ad accertami della buona

In questo scatto viene messa in mostra l'imponenza di questi Ibridi

Gentilmente “scarrozzato” da un amico (avevo 16 anni all’epoca, la patente era ancora un miraggio), nel tardo pomeriggio del 18 settembre 2015 giungemmo ai rinomati padiglioni della fiera di Reggio Emilia. Lì, una confusione di suoni, canti e di voci mi avvolse: un clima festoso invadeva ogni angolo del locale espositivo. Presentata la scheda di ingabbio a chi di dovere, andai a porre i soggetti nelle gabbie a loro desticondizione dei miei beniamini. Con mia somma gioia, scoprii di essermi aggiudicato il primo premio nella categoria “Ibridi pezzati tra Estrildidi” con 90 punti! La felicità e l’entusiasmo erano a mille e passai tutta la giornata col sorriso stampato sulle labbra. Quell’edizione di Zebra’s fu la prima di una lunga serie di esposizioni alle quali partecipai. Ringo, l’ibrido maggiormente pezzato, si affermò primo in classifica alla M.I.O.S. di Lonate Poz-

zolo con 91 punti, mentre nel 2016 non lo portai a nessuna mostra, concentrandomi maggiormente sugli ibridi di Donacola petto castano x Passero del Giappone. Nel 2017 partecipai ancora a Zebra’s, dove Ringo ottenne ben 92 punti e concorse per essere eletto il Miglior Ibrido della manifestazione, ma venne battuto da un superbo ibrido rosso bruno sempre di Passero del Giappone x Padda. All’esposizione organizzata dalla Società Ornitologica Genovese, purtroppo, Ringo non venne apprezzato e tornò a casa con 89 punti. Stesso punteggio al Campionato Mondiale di Cesena, a causa del piumaggio non ottimale, e quindi si piazzò fuori podio, al quarto posto. Purtroppo, nei mesi successivi la sua salute peggiorò a causa di una malattia intestinale che lo condusse alla morte nel mese di maggio 2018.

Nel 2017 partecipai ancora a Zebra’s, dove Ringo ottenne ben 92 punti

Vista la sua natura di “animale da palcoscenico”, di Ringo non venne mai testata la fertilità, però accoppiai il fratello di nido con la madre, al puro scopo di vedere cosa sarebbe accaduto. Anche a causa dell'età avanzata, la Padda fece due covate di due e cinque uova rispettivamente e, come nelle previsioni, tutte infeconde. In ogni caso la coppia si rivelò un’ottima balia per una nidiata di Passeri del Giappone moka bruni. In buona sostanza, l’ibridazione tra il Passero del Giappone ed il Padda non presenta eccessive difficoltà: l’affiatamento, dopo i primi timori iniziali da parte del maschio, procede speditamente senza intoppi; l’accoppiamento, se viene scelto un P. del G. di buona taglia, non presenta eccessive difficoltà. Curioso il fatto che, nonostante l’elevatissimo numero di uova

I genitori coi pulli della terza covata

feconde (17 su 23, col calo fisiologico comprensibile nell’ultima covata), i nati furono solo una decina e gli svezzati sei: ciò indica che, tra le due specie, sussiste un certo grado di disgenia; lo svezzamento e la muta procedono tranquillamente, sebbene questa non sia tra le più rapide. Il mio più grande rammarico è quello di non essere riuscito a realizzare un Ibrido completamente lipocromico, candido come la neve, col becco e le zampe carnicine, di taglia imponente e fiera. Chissà se in futuro, con una coppia composta da entrambi i partner bianchi, riuscirò a coronare il mio sogno.

I NOSTRI LUTTI

Ciao Attilio

Un grave lutto ha colpito l’Associazione Ornitologica Siracusana: il 6 maggio scorso, a soli 36 anni ci ha lasciati il giovane allevatore Attilio Bruno. Un ragazzo che nonostante i suoi problemi di salute ha sempre manifestato una smisurata passione per i canarini, e un grande attaccamento alla nostra Associazione. Era sempre il primo ad arrivare alle riunioni e ad augurare il buongiorno nel gruppo WhatsApp dei soci. Tutta l’Associazione Ornitologica Siracusana si stringe intorno alla famiglia di Attilio. Ciao ragazzo dagli occhi azzurri, ci mancherai.

I Soci dell’A.O.S.

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