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La tortora dal collare domestica
(Streptopelia roseogrisea - risoria)
di FRANCESCOFAGGIANO, foto GRÈGORYEVRARD(Belgio)
Piccolo di pochi giorni della varietà ino Piccolo di Tortora dal collare domestica
Quanti di noi, da bambini, non hanno ricevuto in regalo una coppia di tortore dal collare come uccelli da compagnia per la propria voliera in giardino? Specie mansueta, confidente e discretamente prolifica, ci riporta a ricordi di un passato non tanto lontano, dove il piacere dell’allevamento generalmente si sovrapponeva con disinvoltura all’auto-sostentamento garantito da poche o pochissime risorse. Oggi un tale pensiero è considerato dalla maggior parte di noi occidentali abominevole, quando non criminoso, pur rimanendo noi tra le società a più alto consumo di carne al mondo; però nella nostra società dei controsensi mangiare del petto di pollo o una bistecca pare essere meno criminoso… Era quello, di contro, un sistema tanto semplice ed efficace quanto realmente ecocompatibile, strutturato nelle semplici regole dell’allevamento famigliare per l’autoconsumo, che po-
trebbe essere oggi forse la vera soluzione a molti grossi problemi che in modo trasversale interessano tanto le società tecnologiche, afflitte da malattie legate alla cattiva qualità dei cibi industriali, quanto le società del terzo mondo sono afflitte dalla fame. Ma tornando alla tortora dal collare domestica, oggi non possiamo che evidenziare che questa specie purtroppo è sempre più dimenticata anche da un’ornicoltura ultramoderna che ha da tempo abbandonato le ragioni zootecniche dell’allevamento, per orientarsi verso la selezione esclusiva delle “bellezza fenotipica”, spesso dimenticando anche i presupposti generali del benessere animale legati alla morfologia stessa delle razze domestiche. Ma questo è un altro argomento.
Identità e denominazione scientifica All’inizio del secolo scorso ci furono diverse diatribe sulla giusta identificazione del progenitore selvatico dell’ancora attuale razza di Tortora dal collare domestica che, per un “equivoco”, nella prima classificazione Linneo sostenne essere la tortora occupante i territori indiani, pur de scrivendo esattamente un fenotipo e un’etologia riferibili alla tortora africana, che lui classificò inizialmente come Columba risoria, proprio in virtù di uno dei segni più caratteristici della specie selvatica e ancora della razza domestica: la “risata”, verso unico della specie in questione. La discussione, durata decadi, si è conclusa chiarendo l’equivoco tra la presunta attribuzione delle origini della razza domestica, evidentemente diversa sia fenotipicamente che etologicamente dalla Streptopelia decaocto, ovvero dalla tortora dal collare orientale, che inizialmente aveva descritto, sbagliando, Linneo, riconoscendo di contro nella Streptopelia roseogrisea-risoria, ovvero la tortora dal collare africana, il vero progenitore della razza domestica, la quale presenta tutt’oggi un fenotipo sovrapponibile al progenitore selvatico africano e soprattutto la caratteristica “risata” da cui Linneo si ispirò per la prima denominazione di risoria.
Differenze tra decaocto e risoria La prima e più appariscente differenza tra la tortora dal collare africana, aliastortora dal collare domestica, e la tortora dal collare orientale è la struttura che in quest’ultima è notevolmente maggiore, pesante e squadrata, accompagnata da una postura più orizzontale al posatoio. Mentre la risoria, leggi tortora domestica, presenta testa tondeggiante, collo stretto e petto arrotondato, la decaocto presenta testa squadrata, con vertice piatto, collo largo e petto trapezoidale. Anche la colorazione è differente, con tono beige nocciola delicati e sfumanti nellarisoria, dove sul petto si apprezza una delicata tonalità feomelanica rosata, da cui il nome, che come vedremo caratterizza poi l’espressione di alcuni fenotipi mutanti. Nella decaocto, di contro, apprezziamo un fondo bruno grigiastro cupo, con petto violaceo, come violacee sono le zampe, che nella risoria sono invece rosso corallo. Struttura e colorazione abbinate a patterncomportamentali e soprattutto emissioni vocali distinte differenziano le due specie simili, ma in realtà molto differenti tra loro e chiaramente distinguibili.
Tortora dal collare domestica nella varietà “mascherato” La Tortora dal collare domestica in ornicoltura Specie resistente e frugale, si adatta a vivere anche in aviari di limitata dimensione, anche se è ideale predisporre voliere ornamentali nei giardini dove sarebbe possibile rivalorizzare la specie, potendone ammirare la delicata bellezza e il comportamento docile e confidente. Le coppie sono abbastanza fedeli; per questo, una volta formate, è possibile farle convivere in colonia, senza correre seri rischi che vi siano infedeltà, a garanzia della purezza della figliolanza. La specie in ambiente controllato si riproduce tutto l’anno, con picchi primaverili ed autunnali; per questo è opportuno predisporre il nido tutto l’anno, per non rischiare di perdere covate. Come portanido possono essere usati cesti in vimini o meglio contenitori in plastica che possono essere lavati e disinfettati regolarmente. Gli scolapasta di media dimensione sono ideali perché evitano drammatiche cadute dei piccoli dai nidi stretti o con bordi bassi. Nel portanido si predisporrà del fieno morbido, o del faggino, che serviranno a tenere le uova vicine, a isolare le stesse dal freddo e ad assorbire i liquami durante la crescita dei piccoli. Un buon misto di semi piccoli è l’ideale per questi colombiformi, che apprez-
zano scagliola, miglio, panico, poca canapa, niger e ravizzone, ma hanno bisogno di mangiare anche soya azuki, pisello proteico, riso, frumento e mais spezzato.Necessario il grit per garantire una buona digestione dei semi più duri. Gli allevatori più attenti possono somministrare un mix di grani composto da una parte di miscela per canarini, una parte di misto per esotici e una parte di misto colombi piccolo. Questo garantisce il mantenimento dei soggetti in perfetta salute e una buona crescita dei piccoli. Nell’acqua da bere si può aggiungere regolarmente aceto, lievito di birra, vitamine e calcio, come si è solito fare per l’allevamento di altri uccelli domestici. Utile l’uso di grit anticoccidi.
Mutazioni e selezione La tortora dal collare domestica è una razza che, come il canarino e l’ondu-
La tortora dal collare domestica è una razza che, come il canarino e l’ondulato, ha una lontanissima storia di addomesticamento, che ne ha determinato un gradevole ingentilimento morfologico
lato, ha una lontanissima storia di addomesticamento, che ne ha determinato, grazie a pochi ma attenti appassionati, un gradevole ingentilimento morfologico, ma che soprattutto ha permesso di fissare numerose varietà di colore che hanno impreziosito la livrea classica, semplice ed essenziale della specie. A queste mutazioni del pigmento, come vedremo, vanno oggi associate anche curiose e simpatiche mutazioni della struttura del piumaggio. Ad oggi possiamo in primisricordare la serie allelica dell’agata, recessivo sessolegato, dove in ordine di diluizione del pigmento ritroviamo per l’appunto l’“agata”, che si presenta rispetto ai toni classici molto schiarita con fondo di tonalità beige chiarissimo, perdita delle sfumature rosee del petto e collare nero. Abbiamo poi la “mascherato”, con fondo biancastro, ali e coda leggermente pigmentate di beige chiaro e collare eumelanico di colore bruno testa di moro, ed infine la “ino”, di un colore bianco avorio su cui si ammira il collarino bianco puro. Sono varietà che vanno selezionate tra di loro, o meglio con il tipo classico, per evitare schiarimenti eccessivi. Abbiamo poi la topa-
Tortora dal collare tipo classico
zio, con testa e petto violacea, dorso castano e ali e coda grigio, allelica alla feomelanica con testa e petto viola chiaro, dorso orlato di ruggine e ali e coda bianche leggermente orlate di ruggine. Infine, tra le varietà stabilizzate abbiamo l’opale, che realizza un bellissimo fondo grigio perla su cui spicca deciso il collare nero, e il bianco ad occhio nero proveniente
Tortora dal collare domestica nella varietà "opale". dalle pezzate.A queste varietà di colore si associano tre mutazioni della struttura del piumaggio che vanno a caratterizzare ulteriormente questa tortora domestica: piumaggio arricciato, piumaggio serico e ciuffata. La varietà a piumaggio arricciato si determina per effetto di una mutazione autosomica dominante che deforma il follicolo e determina una crescita asimmetrica del calamo che “ritorce” la piuma, soprattutto nella porzione apicale. Questa mutazione va selezionata regolarmente con soggetti a piuma normale per evitare che la deformazione del rachide sia troppo marcata e determini la rottura della stessa. La varietà serica è data da una mutazione autosomica recessiva che determina un’anomalia nella formazione degli uncini che tengono assembrate le barbe della piuma, la
quale assume un aspetto sfibrato, molto particolare; anche questa mutazione, pur essendo recessiva, va sempre selezionata passando per i classici portatori. Da ultimo abbiamo il ciuffo, che a differenza dei ciuffi più diffusi è più un’arricciatura alla base della nuca che ricorda molto il ciuffo del picchio americano.
Conclusioni Nelle mostre ornitologiche, oggi questa specie è davvero scarsa e quasi occasionale; pochi gli allevatori ad essa dedicati perché specie “povera” e pochi i giudici che la apprezzano, anche se negli ultimi anni un piccolo gruppo di tecnici FOI si è specializzato in merito, nella speranza che ottimi giudizi possano stimolare ottimi allevatori a riprendere questa tranquilla selezione d’altri tempi...