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Birmingham, una mostra d’altri tempi
Appunti di viaggio dall’album dei ricordi
di ANTONIODITILLIO, foto AUTORIVARI
Assembramento all’ingresso della mostra, prima dell’apertura, foto dell’autore
Sfogliando l’album dei ricordi, mi capita spesso di rievocare le variopinte immagini di una delle più grandi ed importanti mostre ornitologiche del passato, la National Cage and Aviary Birds Exhibitiondi Birmingham, che visitai molti anni fa spinto da vari motivi. Negli anni Novanta vivevo a Roma ed ero segretario dell’A.R.O. (Associazione Romana Ornicoltori). Una volta diventato giudice regionale FOI del Raggruppamento LazialeSardo per i CFPL, allevando soltanto Lizard, si poneva per me la necessità di introdurre in allevamento anche razze diverse, che sarei stato inevitabilmente chiamato a giudicare (non capitava quasi mai di dover giudicare solo Lizard, il cui numero alle mostre di livello regionale era sempre piuttosto esiguo), al fine di allenare l’occhio e non commettere grossolani errori nel giudizio. Considerati anche i prezzi e le difficoltà nel reperire soggetti di buon livello in Italia, decisi che era venuto il momento di ampliare i miei orizzonti e attingere direttamente alla fonte, recandomi in quella che era ed è la Una volta diventato giudice regionale per i CFPL, allevando soltanto Lizard, si poneva la necessità di introdurre in allevamento anche razze diverse
Walter Lumsden, creatore del Fife Fancy, foto per gentile concessione di W. Lumsden
Norwich maschio brinato Best alla National del 1996, foto Dennis Avon, all. Chrise Sam Goodall
patria di molte delle razze lisce di forma e posizione: l’Inghilterra. All’epoca veniva appunto organizzata, annualmente, la “National Cage and Aviary Birds Exhibition” a Birmingham e fu così che, nel 1995, mi aggregai ad un viaggio ben organizzato dall’allevatore genovese Bruno Doré. All’arrivo sull’isola, dopo un breve giro turistico, cenammo a Londra per poi ritrovarci sul treno per Birmingham, in compagnia di una coppia di Napoli e del professor De Baseggio, che si rivelò un gradevole compagno di viaggio, intrattenendoci con i suoi discorsi sulle razze ed i relativi standard, come quello del Border, che in quel momento tendeva verso forme più tonde e zampe più lunghe (conservo ancora un suo schizzo fatto durante il viaggio in treno). Avevamo ricevuto in anticipo il biglietto di ingresso alla grande mostra inglese, che attirava allevatori ed appassionati da tutto il mondo ed era organizzata in modo tale da favorire anche l’acquisto di esemplari esposti in una apposita sezione riservata alla vendita ed ugualmente giudicati, dal primo al settimo, al pari di quelli in gara. In tal modo, gli allevatori che riuscivano a conquistare le prime posizioni all’ingresso, avevano la possibilità di acquistare i primi classificati di ogni razza. Così mi appostai di buon mattino dinanzi all’entrata, prima che si formasse l’interminabile fila umana (sembra incredibile oggi, in tempo di pandemia, pensare all’assembramento di appassionati di tutte le nazionalità, che veniva a crearsi in quel frangente), riuscendo nell’intento di accaparrarmi alcuni discreti esemplari di Border, Fife e Norwich. Tutto era ben organizzato, a vantaggio sia dei venditori che dei compratori. Bastava annotare il numero di gabbia dei soggetti scelti, recarsi alla cassa e pagare. L’organizzazione pensava a tutto il resto. Sulla gabbia dei soggetti venduti era apposta una etichetta con su scritto “sold” (venduto). Qualora il compratore straniero avesse avuto l’esigenza di ripartire, il personale addetto provvedeva a sgabbiare i soggetti acquistati e a trasferirli nel trasportino (da aereo) che
Standard di Border disegnato dal prof. de Baseggio nel 1995
ognuno aveva portato con sé, non prima che un veterinario ne avesse certificato l’assenza di patologie evidenti. Personalmente, ho sempre ammirato il sistema espositivo inglese, sia per quanto concerne il giudizio, notoriamente “a confronto”, che considero più semplice ed efficace, sia per quanto riguarda l’alloggiamento dei soggetti, che vengono esposti nelle gabbie del proprio allevatore (ingabbiati quindi già in allevamento), senza subire lo stress del l’in gab -
bio/sgabbio durante la mostra. Tale sistema, tra l’altro, presenta l’ulteriore duplice vantaggio di evitare alle associazioni organizzatrici l’oneroso approvvigionamento di una enorme quantità di gabbie e, per l’allevatore, di offrire maggiori garanzie a livello igienico-sanitario. L’esperienza della National fu nel complesso positiva, al punto da indurmi a tornare in Inghilterra nei tre anni successivi; ormai conoscevo la strada ed ero in grado di giungere anche da solo a destinazione. Da Roma era molto semplice arrivare a Londra con voli Alitalia o British Airways e trasportare canarini in aereo non rappresentava un problema. Non ricordo di aver mai dovuto esibire all’aeroporto di Fiumicino il certificato del veterinario. A Birmingham ebbi modo di conoscere diversi personaggi, tra cui Walter Lumsden, creatore del Fife Fancy, un signore anziano, alto, distinto e cortese, sempre vestito con il tradizionale abito scozzese. I Lizard in vendita alla National erano pochi e di qualità non eccelsa. Fu così che Knighton, anche lui conosciuto alla National, mi fece avere alcuni buoni soggetti privatamente, da un suo amico allevatore di nome Draycott. Davanti alle gabbie dei Lizard conobbi anche Huw Evans, che si presentava agli allevatori stranieri con i suoi modi garbati e affabili, consegnando il proprio biglietto da visita. Svolgeva il suo ruolo di Chairman della LCA (Lizard Canary Association) in modo impeccabile. In quel periodo facevo parte, tra l’altro, del consiglio direttivo del LCCI (Lizard Canary Club Italiano) e penso che Evans fosse contento di conoscere sostenitori della razza di altre nazionalità. Fu sempre lui ad introdurmi, nel corso della mostra, nella stanza in cui Dennis Avon era intento a fotografare i soggetti risultati vincitori, nell’apposito box illuminato, con lo sfondo colorato. Visitai quindi la National di Birmingham per tre anni consecutivi, ovvero nel 1995, 96 e 97, rimpatriando sempre con trasportini pieni di canarini inglesi, soprattutto Border, Fife, Norwich e Gloster, mentre
Scotch Fancy esposti alla National del 1996, foto dell’autore
il 1998 lo dedicai prevalentemente ai Lizard. Ormai ero diventato quasi di casa ed Evans il quarto anno mi ospitò per un week endnella propria abitazione (una tipica “house” inglese) a Nottingham, per farmi assistere alla mostra specialistica più importante, ma questa è un’altra storia…
Trasportino inglese con gabbie da esposizione per Border, foto dell’autore