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Il fuoriclasse
di PIERCARLOROSSI, foto F. RIGAMONTI
Alcuni uccelli, grazie alla loro bellezza cromatica, alla loro leggiadria, sono in grado di conquistarci al primo sguardo; sicuramente il Phoenicurus leucocephalus, o codirosso dalla testa bianca, è uno di questi. Ascritto alla numerosissima famiglia dei Muscicapidi, che comprende passeriformi di piccole e medie dimensioni (da 10 a 35 cm di lunghezza), era conosciuto in passato con il nome di Chaimarrornisleucocephalus. Questi uccelli hanno una lunghezza di circa 19 cm e, quando si muovono, adottano posture caratteristiche: ad esempio, quando atterrano effettuano un piccolo inchino con il corpo, scuotono la coda che hanno precedentemente dispiegato e lasciano cadere le ali. Questa caratteristica del codirosso dalla testa bianca è unica tra tutti i codirossi. Conducono una vita solitaria, o per lo più di coppia; soltanto nel periodo della
Codirosso dalla testa bianca
migrazione formano piccoli gruppetti. Può essere considerato un uccello molto territoriale, caratteristica che si accentua maggiormente nel periodo riproduttivo. La specie è monotipica.
Descrizione Il codirosso dalla testa bianca è un uccello dai colori vivaci. Potremmo dire che il nero è il colore dominante, con una lucentezza metallica che, tuttavia, non è molto evidente se osservato da lontano. Il petto, il codione e la parte superiore della coda sono di colore rosso mattone brillante. Un’ampia striscia nera corre lungo il bordo della coda. Sulla testa è presente una calottina bianco candido. Non c’è un dimorfismo sessuale pronunciato ma, dopo un attento studio sulla colorazione, specialmente durante la stagione riproduttiva, si può notare una piccola differenza tra maschi e femmine; infatti, la calottina bianca risulta essere leggermente più grande nei maschi e una particolare lucentezza metallica delle piume del petto, del collo e della gola, si osserva solo nei maschi. Nel periodo riproduttivo queste piume nelle femmine sono alquanto più scure. I giovani sono simili agli adulti ma il bianco della calottina è meno lucente ed orlato da squame nerastre. Le parti inferiori sono più grigiastre e scendono più in basso sul ventre. L’addome inferiore è adornato da piccole macchioline grigie che formano una zona di transizione con il castano-arancio della zona anale. Quando è in fase di riposo, o di osservazione, su un rametto o su di un sasso, alza e abbassa spesso la coda, come fanno gli usignoli e i pettazzurro. Il canto, osservato solo durante la stagione degli amori, risulta essere discretamente melodioso. A differenza di altri codirossi, questa specie vive in simbiosi, in un territorio comprendente i fiumi di montagna a flusso rapido e nei loro affluenti.
Distribuzione Vive nella parte centrale dell’Asia, dall’Afghanistan all’Himalaya nordoccidentale, con un areale che raggiunge l’Indocina settentrionale. È presente nelle seguenti nazioni: Uzbekistan, Kirghizistan, Afghanistan, Tagikistan, nella Cina nord-orientale fino al Myanmar e all’Indocina fino ai piedi dell’Himalaya. In Kazakistan, il primo e unico avvistamento è avvenuto l’8 settembre 2008 nella gola di Almaarasan, nel parco nazionale di Ili-Alatau. Il codirosso dalla testa bianca, alla continua ricerca del cibo, intraprende migrazioni verticali in base alle stagioni. La migrazione autunnale comincia all’inizio di ottobre, quando i codirossi lasciano i loro habitat riproduttivi a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. In inverno il codirosso effettua una migrazione verso il basso e si attesta ad un’altitudine di 900-1100 m sul livello del mare. Durante lo svernamento, è possibile osservarlo da solo o in coppia. Con l’inizio della primavera, lascia le zone di svernamento. La migrazione primaverile avviene tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo e dipende dalle condizioni climatiche dei singoli anni. La migrazione verticale del codirosso avviene lungo le valli dei fiumi di montagna, tra gli 800 ed i 5000 m di altitudine, e può coprire una distanza piuttosto ampia; ad esempio, in Kashmir l’ampiezza di queste migrazioni verso l’alto non è molto pronunciata. In molte regioni, del Kashmir appunto, è presente lungo i corsi d’acqua alle stesse altitudini durante tutto l’anno.
Habitat Un caratteristico biotopo di nidificazione di questa specie è costituito dalle rive dei fiumi che scorrono veloci, lungo pendii rocciosi, e dei loro affluenti, con una vegetazione più o meno rigogliosa.
Uovo di Phoenicurus leucocephalus
Soggetto molto docile in bella mostra di sé
Di regola, evita valli fluviali molto aperte, preferendo strette fessure rocciose con vari tipi di massi. Lungo le ampie valli fluviali, questi uccelli possono essere individuati soltanto durante il periodo della migrazione invernale. Nel loro girovagare visitano scogliere umide ricoperte di muschio e pendii di montagne paludose. Sui monti dell’Himalaya svernano in mezzo a torrenti il cui fondo è ricoperto di ciottoli e nei canali che collegano le colline alle pianure. Nelle zone più alte nidificano nei prati alpini, ma sempre a breve distanza dai corsi d’acqua. Durante i freddi mesi invernali a volte entrano in costruzioni urbane, alla ricerca di cibo, anche distanti molti chilometri dal loro habitat abituale.
Il periodo riproduttivo Questa specie inizia a riprodursi relativamente tardi, verso la fine di maggio. Uno dei motivi principali sono le dure condizioni climatiche e le grandi ostruzioni, causate dalla neve, nei siti di nidificazione. La scelta del luogo di nidificazione è molto oculata: discretamente protetto, sia dalle intemperie che dai predatori, vengono scelte quindi fessure tra le rocce costiere o alla base di arbusti, sempre vicino al loro habitat simbiotico, quello lacustre. Il territorio di nidificazione non è necessariamente molto esteso; infatti, sono stati rilevati nidi con una distanza variabile, tra i 100 e i 200 metri, ma si è notato che meno l’habitat è favorevole più ampia è l’area di nidificazione. Il nido è una tazza voluminosa e profonda, composta da erbe, muschi e radici, rinforzata con fango, guarnita copiosamente con radichette, felci e peli di animali. Vengono deposte, generalmente, 3-5 uova di colore verdastro o verde-bluastro con piccole macchie bruno-rossastre o graffi grigio-violacei, incubate dalla sola femmina per circa due settimane; per lo stesso periodo di tempo, i pulcini rimangono nel nido. Come avviene per molti uccelli insettivori, i piccoli escono abbastanza velocemente dal nido, ma rimangono nei pressi dello stesso per essere imbeccati dai genitori.
Le prime nidiate nascono nella prima decade di luglio; vengono portate a termine un paio di covate annue (la regola non è ferrea, infatti possono influire le condizioni meteorologiche non adeguate e le eventuali predazioni). Quando i piccoli raggiungono l’indipendenza rimangono uniti ai genitori fino agli inizi della stagione migratoria. Questa specie effettua una muta molto particolare (così come per altri uccelli che vivono negli altopiani) che avviene in maniera molto intensa e in breve tempo. Durante la muta, gli uccelli adulti perdono quasi completamente la capacità di volare. Studi effettuati sul campo hanno dimostrato che questa specie è monogama e le coppie risultano essere unite nel corso degli anni.
Alimentazione in natura La dieta è molto legata alle stagioni; infatti, nel periodo estivo questa specie si nutre di formiche, locuste, piccoli ragni, ditteri, scarafaggi e altri insetti. In inverno, diventa parzialmente frugivora e vengono appetite bacche di biancospino, ciliegie selvatiche, rosa canina e altri frutti di alberi e arbusti (comprese le piante di Araceae e Berberis). Il loro “menu” include anche molluschi. I soggetti che effettuano migrazioni minimali possono essere considerati onnivori.
Posa particolare del Codirosso dalla testa bianca
Vista dorsale del Codirosso dalla testa bianca
Catturano le loro prede sulla superficie dell’acqua, su piccoli scogli affioranti, o gli insetti che si aggirano vicino a pozze poco profonde. Due sono le tecniche di approvvigionamento: inseguimenti aerei o piccoli appostamenti su di un sasso o su un arbusto. In base alle osservazioni in natura è stato stabilito che il cibo viene reperito con queste percentuali: 40% nelle rocce, 19% nelle uscite aeree e meno del 2% sui banchi di fango. Dopo la descrizione del comportamento di questa specie in natura, vorrei ora parlare dell’allevamento grazie a Felice Rigamonti, bravissimo allevatore che i lettori della nostra rivista hanno già avuto il piacere di conoscere con l’articolo, da me scritto, sull’allevamento del genere Niltava. “Passo” quindi la penna a Felice, per il racconto di questa interessante esperienza.
Allevamento in ambiente domestico Con il Phoenicurus leucocephalusè stato amore a prima vista e dopo mille peripezie sono riuscito, finalmente, a recuperare una coppia che mi ha permesso di apprezzare appieno questa fantastica specie… ed è stata la vera sfida della stagione cove 2020. Ho deciso di definirlo “Il Fuoriclasse” perché, nelle conversazioni telefoniche con l’amico Alfonso Dragani di Chieti, grandissimo appassionato di insettivori, abbiamo incominciato a chiamarlo così e secondo me rispecchia appieno questo appellativo, vista la splendida livrea e le sue particolari movenze. Alfonso era già in possesso di una coppia ed ogni volta che ci sentivamo mi spronava a cimentarmi nell’allevamento di questa specie. Con non poche difficoltà sono riuscito a recuperare la femmina in Inghilterra ed il maschio da un allevatore in Germania. Per mettere la coppia a proprio agio, ho deciso di collocare la stessa in una voliera esterna, piantumata, con una lunghezza di sei metri e un’altezza ed una larghezza di due, con una sola zona coperta, dove io pongo le mangiatoie. Dopo un periodo iniziale di ambientamento, la coppia si è adattata magnificamente al nuovo ambiente ed al nuovo regime alimentare. Grazie alle esperienze maturate con le altre specie insettivore, che comunemente allevo, ho deciso di fornire da agosto a marzo un mangime per insettivori a giorni alterni, a cui aggiungo Buffalo, Pinkies, grilli e camole del miele e della farina, tutti rigorosamente congelati, nella quantità giornaliera necessaria. Non effettuo nessun trattamento precova ma da inizio aprile aumento la percentuale di insetti; soprattutto, fornisco ai riproduttori grilli vivi 2 o 3 volte al giorno. Ho constatato che tutti i miei uccelli insettivori li trovano irresistibili e ciò li aiuta a raggiungere velocemente la fase d’estro e la successiva fase di costruzione del nido e deposizione. La stessa alimentazione viene fornita anche durante l’allevamento, e svezzamento, dei novelli. Ho deciso di collocare la cassetta nido semiaperta (visibile nella foto) nella parte coperta della voliera e, per invogliarli nella costruzione del nido, ho fornito un mix di sisal, juta e cocco con l’aggiunta di muschio ed alcune foglie. Ho notato che il compito della costruzione del nido spetta alla sola femmina e questo avviene generalmente nella prima decade di maggio. Quest’anno ho avuto ben 3 deposizioni con 4 uova ciascuna, ma per varie disavventure soltanto un piccolo è stato svezzato, il quale, dopo il sessaggio mole-
Due immagini di profilo del Codirosso dalla testa bianca
colare, è risultato essere una femmina. Nella terza covata ho perso 3 piccoli subito dopo l’involo, nonostante fossero cresciuti molto bene ed alimentati in maniera perfetta da entrambi i genitori. Il piccolo, alimentato in maniera egregia dalla coppia, si è reso indipendente in 25/30 giorni. Mi piacerebbe sapere se qualche altro allevatore, in Italia, si stia cimentando con questa specie, per poterci così scambiare consigli ed eventualmente soggetti, anche perché in questo momento io ho una bellissima femmina spaiata. Ho definito scherzosamente il 2020 come “l’anno delle femmine”, siccome gli 8 piccoli di Niltava grandische sono riuscito a portare all’indipendenza sono risultati essere tutte femmine. La passione per le specie alate è tantissima; infatti, per la prossima stagione cove ho deciso di cimentarmi con due nuove specie, più precisamente Luscinia pectoralis, conosciuta con il nome vol-
Codirosso dalla testa bianca in tutto il suo splendore
gare di Calliope dell’Himalaya, e Niltava sundarao Niltavaventre arancio, ma con un occhio di riguardo per i miei “fuoriclasse”.