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Errori capitali e non

testo di GIOVANNICANALI, foto F.O.I. ed E. DELPOZZO

Scrivo pensando ai novizi ma non solo e intendo segnalare gli errori maggiori o più comuni che si possono commettere allevando canarini di colore. Nella selezione dei canarini di colore ci sono linee selettive diverse e spesso divergenti, vale a dire opposte.

In passato si sono fatte concessioni all’incrocio fra lipocromici e melanici

Nero intenso giallo (con presenza di feomelanina) Per prima cosac’è l’aspetto dei canarini lipocromici e dei melanici. Ebbene è noto che non si devono accoppiare lipocromici e melanici; infatti da questo accoppiamento nascono pezzati non espositivi, poiché nei canarini di colore non è prevista una categoria a concorso che li preveda. Un tempo c’erano i pezzati simmetrici ma ora non sono più previsti. Diverso il caso dei canarini di forma e posizione, sia arricciati che lisci, ove spesso sono previsti anche i pezzati, fra l’altro da molti (me compreso) ritenuti utili e belli. In passato si sono fatte concessioni all’incrocio fra lipocromici e melanici, quando si è trattato di trasferire la mutazione avorio dai lipocromici ai melanici, o gli occhi rossi dai melanici ai lipocromici, fossero i melanici prima phaeo e poi satiné. Per la verità la presenza di lipocromici ad occhi rossi era già nota in passato, ma poi perduta. Si consideri che fra i lipocromici le macchie melaniche sono considerate motivo di squalifica, come pure penne o unghie lipocromiche nei melanici. Quindi due linee selettive opposte. Nella selezione si escludono i lipocromici macchiati ed i melanici con penne o unghie lipocromiche. Tuttavia, si sa di casi di soggetti con zone anomale che accoppiati con puri hanno dato ottimi risultati. È bene non fidarsi ma, di fronte ad un soggetto che se non avesse qualche penna spuria farebbe un punteggio da 92 o più, il tentativo si può fare. Personalmente ricordo un agata giallo intenso con penne lipocromiche che mi diede una femmina isabella pastello mosaico gialla strepitosa (era una delle prime mosaico melaniche a fattori gialli), con la quale vinsi a Reggio Emilia, l’ultimo successo prima del servizio militare, andiamo

indietro di decenni. In linea di massima però è meglio non fare eccezioni, che non siano davvero eccezionali. Specialmente nei lipocromici, le macchie si trasmettono moltissimo. Per seconda cosac’è la divisione fra fattori rossi e gialli (caratteri poligenici) da non mescolare. Nei gialli, tracce di arancio sono gravissimo difetto. I canarini a fattori gialli devono essere puri, mentre nei fattori rossi si cerca il massimo dell’apporto di fattori rossi, ereditati dal cardinalino del Venezuela. Non ho detto puri nei fattori rossi, poiché non si pretende una situazione identica al cardinalino (molto difficile da realizzare, ammesso che sia possibile), ma molto elevata vicinanza si. Uno degli errori capitali è l’incrocio fra soggetti a fattori rossi e non. Si badi che a volte si sentono strani discorsi su buoni risultati ottenuti unendo fattori rossi e non. Ebbene può anche capitare, ma in casi particolarissimi, non certo da considerare normali e tantomeno frequenti. Qualcosa può accadere quando si unisce un soggetto a fattori gialli con uno a fattori rossi a modestissimo livello; può succedere che, essendo alcuni fattori rossi (cioè geni codificanti per il rosso) posti sulla stessa coppia cromosomica (circostanza da me da tempo ipotizzata e recentemente accertata, attraverso studi di genetisti, riportati sull’importantissimo articolo “La base genetica del colore rosso negli uccelli” di Marco Baldanzi - I. O. n°2 del 2017) non essendo ricombinati dal crossingover, rimangano assieme in qualche soggetto che apparirà arancio, ma assenti in altri che quindi possono conservare un buon giallo. Un lontanissimo ricordo di questo fatto ce l’ho risalendo ai miei primi approcci. Avendo accoppiato un nero leggermente arancio con una nera ad ottimo giallo limone, essendo portatori di opale, ottenni un nero opale pessimo come lipocromo, essendo giallo arancio, ed uno con un ottimo limone, più altri che non ricordo, ma certo non così evidenti nella diversità. Secondo me è pure probabile che anche alcuni geni che codificano per la tonalità limone (strutturale) siano posti sullo stesso cromosoma, ma ciò non è stato ancora accertato. Questo non significa certo che si possano fare anche accoppiamenti misti fidando in una ben poco probabile fortuna. Le due linee devono essere sempre separate. Attenzione ai bianchi, specialmente recessivi. Un bianco recessivo nasconde sempre una varietà inibita, la quale può essere: giallo oro, giallo limone, arancio, avorio o qualunque altra cosa. Il bianco recessivo non distrugge i carotenoidi, ma solo li inibisce, cioè non consente loro di manifestarsi ma rimangono e rimangono all’infinito. Ho sentito vari allevatori, anche qualcuno che avrebbe dovuto essere esperto, dire che i suoi bianchi recessivi melanici, spesso agata, satiné, phaeo ed altro ancora, erano puri, non potevano nascondere nulla in quanto accoppiati da diverse generazioni in purezza fra bianchi recessivi. Ebbene questo è gravemente errato: anche se fossero cento generazioni in purezza, i carotenoidi inibiti, ma non distrutti, permarrebbero. Non a caso talora ci sono sorprese che non dovrebbero essere tali, conoscendo la realtà. Ho visto qualcosa in un ceppo di phaeo gialli bellissimi dopo l’introduzione di un phaeo bianco recessivo stupendo come tipo. Purtroppo nascondeva del rosso e la varietà dei suoi figli era pessima, pur in presenza di ottimo tipo. C’è da rovinare un ceppo inserendo dei bianchi recessivi d’ignota varietà occulta. Circostanze del genere sono frequenti in vari casi come negli agata bianchi, che talora sono stati ottenuti usando agata mosaico rosso per sfruttare caratteristiche di tipo, ma anche in altri diversi tipi può accadere. Con il bianco dominante i rischi sono

Ricordo un’agata giallo intenso con penne lipocromiche che mi diede una femmina isabella pastello mosaico gialla strepitosa

Nero mosaico rosso maschio, foto: E. del Pozzo

minori e le soffusioni sono indicative, però possono anche ingannare; nei rossi non colorati le ali sono comunque gialle o biancastre e questo accade anche nei bianchi dominanti. Comunque, i rischi sono minori per le minori mescolanze effettuate. Nei bianchi, sia dominanti che recessivi, i coniugi dovrebbero essere giallo limone, specialmente nei bianchi dominanti ove si richiedono soffusioni giallo limone. Purtroppo questa circostanza è diventata perfino utopistica nei bianchi recessivi lipocromici, ove si guarda solo alla morfologia; del resto il bianco recessivo inibisce i lipocromi, che sono carotenoidi e la morfologia si trasmette indipendentemente. Come terzacosaci sono le linee selettive di ossidati e di diluiti, vale a dire neri e bruni ossidati ed agata ed isabella diluiti, da non mescolare. Ricordiamo che l’isabella è l’interazione di agata + bruno e segue la linea selettiva dell’agata. È quindi la mutazione agata a creare la linea dei diluiti, l’isabella la segue come derivato dell’agata. L’accoppiamento misto è errore capitale, vediamo il perché. Nei neri e nei brunisi seleziona un disegno lungo e largo che nei neri è determinato dall’eumelanina nera, con presenze non avvertibili di eumelanina bruna, mentre nei bruni è determinato da eumelanina bruna, frutto di mutazione. Nei bruni si ricerca anche la massima espressione di feomelanina bruna in periferia della penna. Becco e zampe si ricercano il più possibile nere nei neri e brunastre nei bruni. Un tempo, molto correttamente, si voleva anche la massima espressione della feomelanina nei neri, che venivano denominati nero-bruni, in linea con il canarino selvatico e secondo logica. Poi ha prevalso la moda ed il desiderio di uniformarsi all’estero e si è deciso di considerare difetto la feomelanina nei nero-bruni, cui si è cambiato nome in neri, semplicemente. Comunque negli ossidati, almeno come disegno, si desidera la massima espressione della melanina. L’agataè una mutazione recessiva e legata al sesso che riduce le melanine dando l’impressione di una diluizione. Si esprime riducendo il disegno che diventa spezzato e sottile, in sostanza si riducono le striature che, invece, negli ossidati si cerca di accentuare creando l’impressione di continuità nel disegno, apparentemente raggiunta nei soggetti migliori. Comunque le striature sono sempre separate poiché attengono ad una singola penna; l’impressione di continuità è data anche dalla posizione delle penne, tipo tegole di un tetto. La feomelanina è fortemente ridotta, creando un alone che, in unione con il disegno ridotto, appare completo ed è detto “mandorla”. Becco e zampe nei migliori sono carnicini. Nell’agata vi sono diverse espressioni prodotte dall’effetto additivo di geni modificatori. I vari soggetti, a seconda della tipicità, variano dall’ottimo come descritto ad un pessimo che li rende simili a pessimi neri. Nei soggetti difettosi, il disegno si allunga e si allarga, appare feomelanina poco ridotta, inoltre becco e zampe presentano tracce di eumelanina nera, più o meno elevata, specialmente su unghie e punta del becco, talora anche alla base del becco, difetto ancor più grave. La particolarità dell’agata è che non solo subisce danni se accoppiata con ossidati, ma arreca danni agli ossidati stessi. In altri termini, il danno mescolando ossidati e diluiti è reciproco: diluiti poco diluiti ed ossidati poco ossidati, cioè a minore espressione di melanine. Il fenomeno è, secondo me, molto particolare e non facile da spiegare; infatti, le altre mutazioni riduttive delle melanine non arrecano danno ai classici ossidati. La ragione è difficile da inquadrare; ho tentato di spiegarla col fatto che i geni modificatori dell’agata,

Ricordiamo che l’isabella è l’interazione di agata + bruno e segue la linea selettiva dell’agata

Bruno intenso rosso (con striature poco evidenti)

Agata brinato rosso maschio, foto: E. del Pozzo

nei confronti della quale hanno effetto utile per arrivare alla massima tipicità, agirebbero in senso negativo nei confronti della forma ossidata. Un caso davvero raro, mai descritto in letteratura scientifica, di conseguenza da valutare con spirito critico. In passato mi sono permesso di parlare di “geni modificatori forti”, in grado cioè di agire anche in assenza del gene maggiore. Non ho avuto critiche, tuttavia essendo io molto autocritico mi pongo sempre dei dubbi sull’esattezza di questa valutazione, che comunque ad onor del vero spiega bene il tutto. Comunque sia, da escludere accoppiamenti fra ossidati e diluiti, quale che sia la ragione genetica, in considerazione delle evidenze lampanti degli accoppiamenti, vale a dire la cattiva o pessima qualità dei risultati. Si badi che quando parlo di agata ed isabella o di neri e bruni, non alludo solo ai tipi classici ma anche alle interazioni con i vari tipi aggiunti: pastello, opale, topazio, ecc. Anche in presenza di tipi aggiunti, la linea dei diluiti cioè a base agata e di conseguenza isabella, non è mescolabile con la linea degli ossidati neri e bruni, anche se presentano tipi aggiunti in interazione. Esemplificando: isabella x bruno è gravemente sbagliato, ma parimenti sbagliato è isabella pastello x bruno pastello. Sono possibili eccezioni? Direi di no, magari forse con l’isabella opale che, avendo oggi uno standard errato che prevede il disegnino, essendo così meno diluito, potrebbe accettare incroci con ossidati poco ossidati. Altrimenti le eccezioni possibili si possono fare quando arriva una nuova mutazione per trasferirla da ossidati a diluiti o viceversa. Questo però solo lo stretto necessario. Come quarta cosasegnalo di non accoppiare brinati e mosaico e qui la spiegazione è ovvia: il brinato si ricerca a brinatura uniforme e fine, mentre nel mosaico si cerca il contrasto fra le zone di elezione intense ed il resto, carena e scudetto a parte, bianco gessoso per accentuazione della brinatura (senza esagerare nei maschi). Attenzione semmai ad eventuali intensi di dubbia origine. Mescolanze di brinato e mosaico comportano confusioni rilevantissime, con pessimi brinati e pessimi mosaico. Come quinta cosa, anche se non è proprio un errore capitale, segnalo l’opportunità di non mescolare i vari tipi aggiunti. Pastello, opale, topazio, ecc. Quando in un ceppo si mescolano vari tipi aggiunti, prima o poi si finisce con l’avere qualche soggetto che sovrappone le varie mutazioni, come: pastello + opale, opale + topazio, pastello + onice ecc., che non sono espositive. All’estero è accettato l’onice + cobalto, detto conix, poiché interessante per la sommatoria delle diffusioni che lo rendono particolarmente scuro, una voglia di canarino nero, comunque esteticamente non disprezzabile. Quando poi i tipi aggiunti sono allelici (prodotti dallo stesso gene) si hanno degli intermedi, come: opale-onice, phaeo-topazio, opale-mogano, anche in questi casi non espositivi. Non considero errore capitale la me-

Si badi che quando parlo di agata ed isabella o di neri e bruni, non alludo solo ai tipi classici ma anche alle interazioni con i vari tipi aggiunti

scolanza di tipi aggiunti perché, se latenti, non incidono sul fenotipo dei portatori, satiné a parte. Inoltre, non è escluso che accoppiando due soggetti di tipo aggiunto diverso si possano avere ottimi classici, quando si seguono le linee fondamentali. Ad esempio: accoppiando un ottimo bruno topazio con un ottimo bruno cobalto, si potrebbero avere ottimi classici per complementazione. Certo, poi, usando questi classici si trascinano dietro le mutazioni suddette, che rimangono latenti e prima o poi nascerebbe qualche bruno topazio + cobalto non espositivo. Bene quindi non fare mescolanze e tenere si classici portatori, ma di un solo tipo aggiunto da accoppiare con lo stesso tipo aggiunto, ad esempio: nero classico/opale x nero opale, oppure bruno classico/cobalto x bruno cobalto. Non inficia invece la latenza di un altro tipo base compatibile, ad esempio va bene nero classico/bruno e opale x bruno opale, oppure agata classico/isabella e topazio x isabella topazio. Ricordo che diversi lustri fa costituii un ceppo di melanici diluiti a fattori gialli, intensi e mosaico, che furono frutto di fondamentali esperienze; ebbene, le disponibilità all’epoca erano scarsissime e dovetti mescolare ad agata ed isabella classici anche opale e pastello, poi uscirono anche rubini diluiti, come si diceva allora (phaeo diluiti). Ebbene, ebbi qualche soggetto opale-pastello non espositivo, ma anche ottimi soggetti opale e pastello, oltre che classici e rubini diluiti. Il fatto è che, essendo molto buoni i tipi base agata ed isabella, quando non c’erano interazioni sgradite i risultati potevano essere anche ottimi; inoltre, ho avuto una certa fortuna coi pastello, che richiedono o meno geni modificatori propri del pastello. L’agata pastello non vuole geni modificatori, l’isabella pastello si, e quindi sarebbe utile non mescolare i due tipi, cosa che non sempre potevo fare, del resto privilegiavo l’opale. Ribadisco pertanto l’opportunità di non mescolare i vari tipi aggiunti, anche se farlo non è errore capitale ma veniale. Si badi semmai che in certi tipi aggiunti si seguono linee selettive errate. Negli agata, sia pastello, che opale, che topazio, si gradiscono disegni piuttosto duri, per renderli più evidenti. Questo comporta che i portatori siano pure a disegno pesante, ben inteso non perché portatori ma perché provenienti da selezioni non corrette. Ne consegue che un’eventuale unione fra agata dei tipi aggiunti suddetti produrrebbe agata classici per complementazione ma a disegno pesante, ribadisco non perché portatori plurimi, ma per la derivazione da linee selettive non ortodosse. Lo stesso discorso vale anche per altri tipi aggiunti, come il phaeo ove si seleziona moltissimo per la feomelanina ma si trascura il disegno. Appare quindi evidente che classici derivati da phaeo ben difficilmente potrebbero avere un buon tipo a livello di disegno. Spero che queste puntualizzazioni a beneficio soprattutto degli allevatori novizi, siano sufficientemente chiare.

Isabella brinato rosso, foto: E. del Pozzo

Accoppiando un ottimo bruno topazio con un ottimo bruno cobalto, si potrebbero avere ottimi classici per complementazione

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