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Gennaro Iannuccilli

Editoriale

Esotici, ma familiari

di GENNARO IANNUCCILLI

Gli ultimi tempi sono stati (e lo sono ancora per certi versi) concitati, soprattutto per l’allarme più che giustificato destato dalla paventata applicazione dei divieti proposti nell’ambito della famigerata Legge di delegazione europea 53/2021, alla quale si è tentato di agganciare una più ampia limitazione relativa alla detenzione, commercio, conservazione e finanche allevamento di specie esotiche, senza fare la necessaria distinzione con le specie selvatiche. Le reazioni che abbiamo registrato nel nostro mondo, e non solo, sono state molteplici: dagli atteggiamenti più attendisti a quelli più allarmistici, passando per una serie di argomentazioni tutte valevoli di considerazione, tranne quelle più improponibili e ingiustificate. Ma si sa che, nei momenti di maggiore pericolo, è difficile mantenere livelli di ragionamento equilibrati e si cede spesso alla preoccupazione per sfociare anche in manifestazioni di ansia e perfino rabbia. Evitando di affrontare il tema legislativo, di cui e su cui si è scritto e pubblicato in maniera esaustiva un po’ ovunque, includendo i nostri canali di comunicazione web/social, ci piace constatare e prendere atto di quanto velocemente si sia potuto generare un movimento di opinione e azione con lo scopo principale di opporsi alle proposte ideologiche avanzate da chi vorrebbe negare la possibilità di adottare un animale esotico, tra quelli consentiti e considerati alla stregua di altri animali domestici convenzionali. Abbiamo così assistito alla nascita di un coordinamento tra le associazioni di allevatori e appassionati di animali esotici, denominato per l’appunto “Esotici, ma Familiari”, che in breve tempo è diventato la voce di chi accetta le regole ma non vuole divieti discriminatori e, soprattutto, non fondati su basi scientifiche. Non a caso, hanno aderito a questo innovativo coordinamento anche le associazioni di medici veterinari e di categoria del settore merceologico, anche perché non è assolutamente da considerare in secondo piano l’aspetto occupazionale che riguarda tutti coloro che lavorano nelle aziende di mangimistica, accessoristica e più in generale nell’industria che ruota attorno ai prodotti per animali. Abbiamo avuto modo di partecipare ad alcuni incontri con esponenti della politica, presenziando anche a conferenze stampa nelle quali abbiamo sottolineato ed evidenziato che, per quanto riguarda il mondo dell’ornicoltura amatoriale e sportiva, le nostre attività di allevamento non hanno minimamente a che fare con i traffici e la detenzione di animali selvatici, in quanto gli uccelli presenti nei nostri allevamenti nascono, crescono e si riproducono in ambienti controllati e protetti. Ciò per ribadire anche la completa estraneità dal rischio di introdurre nuove malattie trasmissibili all’uomo attraverso gli animali dei nostri allevamenti. Possiamo ben dire che l’emergenza, talvolta, fa aprire spiragli improvvisi anche verso zone d’ombra apparentemente inaccessibili, nonostante i tentativi praticati negli anni per far valere le nostre ragioni e motivazioni, anche in occasione di contenziosi o situazioni problematiche sorte nei confronti di qualche malcapitato allevatore. Non bisognerà però abbassare la guardia difronte ai tentativi (perché ce ne saranno) di vietare o quantomeno limitare l’allevamento amatoriale degli uccelli, oltreché di altri animali sebbene autorizzati. Dovremo essere sempre pronti a dimostrare la legittimità del nostro movimento, la positività di tutto ciò che comporta l’associazionismo ornitologico, il volontariato offerto per l’organizzazione degli eventi espositivi con particolare riferimento anche agli interventi di pet-therapy svolti con passione da alcuni nostri allevatori. Superando l’orizzonte ornitologico, sarà vitale fare gruppo con tutte le altre associazioni ed entità del nostro settore che operano correttamente nell’ambito delle rispettive attività. Solo così potremo far valere meglio le nostre ragioni e farci considerare come un vero ed effettivo comparto, da rispettare senza pregiudizi e da consultare per qualsiasi tema o argomento possa trattare gli animali domestici non convenzionali, nel nostro caso gli uccelli. Il motore di questa “forza” è e potrà essere il Coordinamento “Esotici, ma Familiari”, al quale la FOI ha aderito con convinzione perché consapevole di poter dare un apporto in ambito tecnico, scientifico e giuridico, grazie alla pluriennale esperienza maturata come unica federazione italiana che ha raccolto, e raccoglie ancora,

Editoriale

i migliori allevatori ornitologici presenti sul territorio nazionale. Il fine ultimo sarà quello di riuscire a far promulgare una legge definitiva che possa regolamentare una volta per tutte le pratiche e gli aspetti inerenti l’allevamento di specie animali diverse, in particolar modo le specie di uccelli che noi da sempre alleviamo con cura e passione vera a scopo amatoriale e sportivo.

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