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Leonardo Soleo
Le caratteristiche del Nero opale per esprimere al meglio lo standard
Possibile evidenziarle mediante alcune fotografie?
testo, foto e allevamento LEONARDOSOLEO
Spesso mi è stato chiesto quale caratteristiche deve avere un Nero opale mosaico per avvicinarsi il più possibile allo standard, e che consigli poter dare. Spero con questo articolo di dare un contributo a tutte quelle persone che si stanno avvicinando solo ora al nostro hobby, anche grazie a “Italia Ornitologica”, la più importante rivista nel settore, che a me è stata molto di aiuto quando mi sono avvicinato per la prima volta al mondo ornitologico e che ancora oggi leggo molto volentieri (non si smette mai di imparare). Iniziamo nel dire che essendo di base un Nero, molte delle caratteristiche che ora andrò ad elencare in questa prima parte si possono applicare in tutti i neri a prescindere che sia un opale oppure no, ad eccezione di alcuni che si differenziano solo nell’ossidazione delle parti cornee. Con l’aiuto delle foto iniziamo a descrivere i particolari evidenziati nei cerchi. Come già accennato prima parlando di mosaico, sono rilevanti le zone di elezione quali maschera (foto1), è molto importante che la maschera facciale abbia un bordo netto e chiuda dietro l’occhio a forma triangolare senza prolungamento ciliare, un buon sottogola, fronte alta e senza spaccatura, lipocromo brillante privo di brinature; fondamentale lo stacco tra la maschera del sottogola e la soffusione lipocromica del petto (foto 2) quando si parla di maschi, nel caso delle femmine linea femminile si deve notare un leggero accenno di lipocromo ciliare (foto 3). Le spalline (foto 4) devono mantenere un corretto allineamento delle grandi copritrici secondarie e copritrici primarie superiori, problematica molto fre-
Foto 1 - Maschera facciale Foto 2 - Stacco tra maschera facciale e soffusione lipocromica del petto Foto 3 - Accenno di lipocromo ciliare
Foto 4 - Spallina
Foto 5 -Codione
Foto 6 - Striature dorsali quente in questa mutazione, codione (foto 5). Fondamentale che la livrea di un Nero debba sempre presentare su tutto il dorso (foto 6), testa e senza interruzione sul collo (foto 7), un disegno continuo con striature lunghe, larghe e nette che si vanno ad assottigliare sulla testa; le striature devono essere ben visibili anche sui fianchi (foto 8). Disegno sulle guance (foto 9) e i mustacchi, che in molti uccelli si presentano come dei veri baffi, mentre nei canarini sono delle marcature più scure alle due estremità del becco (foto 10). L’ossidazione delle parti cornee - becco, zampe e unghie (foto 11), devono avere un surplus di melanina per apparire più nero possibile. E per ultimo, cosa che aiuta a raggruppare e apprezzare il tutto, una buona forma e taglia non guastano mai, anche se spesso vengono sottovalutate (foto 12). Bisogna però fare sempre molta attenzione al piumaggio, che deve rimanere ben aderente sui fianchi. Parliamo ora dell’accoppiamento, nota dolente. Io sono sempre stato un promotore dell’accoppiamento in purezza anche se la maggioranza non la pensa così. Senza contraddire nessuno, io penso che si riesca ad ottenere un buon risultato anche con questo tipo di accoppiamento, l’importante è fare una selezione programmata. Mi spiego meglio; sapendo che si dovrà lavorare in purezza, l’errore che non andrebbe fatto quando si selezionano le coppie è quello di non pensare solamente ad una prole espositiva, in quanto si tenderà inevitabilmente a selezionare di volta in volta soggetti sempre più carichi di melanina, perdendo quel rangedi tolleranza, chiaro-scuro, indispensabile per l’accoppiamento in purezza. Quindi è bene programmare coppie con lo scopo di ottenere anche soggetti da lavoro con diluizione melanica del piumaggio più accentuata, che si avvicina di molto al tipo Agata opale, ma comunque con una buona ossidazione cornea (foto 13). Questi soggetti accoppiati con il giusto partner ci aiuteranno a mantenere la giusta tonalità e rifrazione desiderata, senza andare per forza verso il tipo Mogano. Ora diventa un po’ più complicato: mentre a tutto quello che ho descritto sopra è possibile dare una descrizione e valutazione guardando una semplice foto, spiegare ed esprimere invece un giudizio sulla qualità dell’opalescenza mediante una foto è molto più complicato, questo perché sono molteplici le varianti che possono influenzare tale espressione: tipo di luce, naturale o artificiale, angolo di incidenza della stessa, ecc. Come già descritto più dettagliatamente su un altro articolo presente sulla rivista I.O. n°11/2021, il rischio di dare un giudizio non veritiero è molto alto. Quello che possiamo dire è che sicuramente la migliore espressione si ha in quei soggetti con tonalità di Nero non troppo marcati, dove la quantità di melanina è sufficentemente ridotta, assorbendo così solo in parte il passaggio della luce e restituendo quella perce-
Foto 7 - Continuita striature dorso, collo, testa Foto 8 -Striature dei fianchi
Foto 9 - Guance
zione del colore azzurro tipico dell’opale. Per far capire e apprezzare al meglio questa mutazione, il modo migliore resta sempre quello pratico, cioè di fare un confronto dal vivo con due soggetti, metterli separatamente in due gabbie espositive, con luce solare non diretta, uno con tonalità di grigio corretta e un altro con tonalità di grigio fuori standard. Le prime volte è indispensabile la presenza di un allevatore che ha buona conoscenza di questa mutazione, per indirizzare al meglio chi si sta approcciando solo adesso a questa affascinante mutazione. È bene che i canarini vengano lasciati nelle gabbiette qualche minuto in modo tale che si ricompongano per poter apprezzare al meglio le varie voci sopra elencate, in particolar modo le striature. Si consiglia poi di prendere in mano le gabbie con i soggetti e farle roteare per far sì che vengano colpiti dalla luce con angolazioni diverse; in tale modo il soggetto di buona qualità mostrerà un repentino cambio di tonalità dall’azzurro al viola, mentre nel soggetto con tonalità fuori standard questo effetto si azzererà quasi del tutto. Da far notare anche la differenza di intensità di grigio, in particolare delle timoniere e remiganti più chiare nella pagina superiore della penna e più scure nella pagina inferiore; quando queste due parti si eguagliano vuole dire che ci stiamo allontanando dall’opale. Purtroppo, a mio avviso l’opale, qualunque sia il tipo, è la mutazione più penalizzata nella sua rappresentazione fotografica, per cui è più difficile apprezzarne la qualità ed esprimere un giudizio mediante una foto. Quando ci viene chiesto un giudizio di un soggetto tramite foto consiglio di non trarre conclusioni certe. È anche vero però che chi ha una buona conoscenza e si diletta un po’ a fotografare soggetti opale, avrà sicuramente un occhio più allenato e clinico per carpire particolari che ad altri possono sfuggire. La foto 14, per quanto ne possa esprimere il meglio, ci aiuta ad avere un’idea un po’ più chiara: mette a confronto un soggetto a sinistra di buona qualità, dove si percepisce con molta chiarezza la tonalità azzurro violacea, con un soggetto a destra che ha perso quasi del tutto l’opalescenza.
Foto 12 - Forma e taglia Foto 13 - Soggetto con diluzione melanica eccessiva nella livrea Foto 10 - Mustacchi
Foto 11 - Ossidazioni delle parti cornee
Foto 14 - Soggetti a confronto - a sx soggetto con buona opalescenza, a dx soggetto con scarsa opalescenza
Il contenuto dell’articolo di Leonardo Soleo sul Nero opale risulta decisamente apprezzabile e condivisibile sotto il profilo della descrizione delle caratteristiche che corrispondono a quelle individuate nello standard vigente pur riscontrando margini di soggettività laddove si parla della percezione di una tonalità violacea. Ancor più apprezzabile risulta l’esposizione chiara ed esaustiva delle tecniche selettive dallo stesso adottate. Siamo convinti che la divulgazione fondata sull’esperienza diretta costituisca un prezioso punto di riferimento per i neofiti e stimoli l’interesse verso l’ornitofilia. L’importanza dell’argomento (peraltro precedentemente trattato dallo stesso autore e da Giuseppe Passafiume) ci impone alcune considerazioni. Soleo fonda la sua selezione sull’accoppiamento in purezza senza ricorrere all’utilizzo di portatori. Altri allevatori, sia di Nero opale che di Bruno opale, riferiscono la stessa modalità di selezione pur registrando la presenza di un gruppo di sostenitori dell’importanza dell’accoppiamento puro x portatore. Premesso che a noi tecnici, come principio generale, interessa conoscere le caratteristiche fenotipiche del tipo base che genera quel determinato risultato nel tipo aggiunto, in questo caso abbiamo a che fare con una selezione basata sugli accoppiamenti compensativi, tecnica indubbiamente valida e che richiede perizia ed esperienza. Nel caso in cui l’allevatore prediliga l’accoppiamento puro x portatore occorre tener presente che non è semplice individuare il fenotipo del Nero base da utilizzare per generare il Nero opale conforme allo standard. A tal riguardo è utile riportare in estrema sintesi la lunga esperienza del nostro presidente che si è cimentato nella selezione di questo canarino sin da giovanissimo sul finire degli anni ‘70. A quei tempi il tipo base era il nero bruno che presentava la massima espressione della melanina bruna dell’interstria e dell’eumelanina nera del disegno. Ebbene, quel tipo base generava Nero opale con un’espressione dell’azzurro incredibile. Purtroppo, in misura proporzionale all’espressione della melanizzazione delle parti cornee, aumentavano i difetti di piumaggio che, partendo da semplici colpi di vento ai fianchi nei soggetti meno ossidati, arrivavano a sgradevoli arricciature più evidenti su petto e dorso insieme alla deformazione di timoniere e remiganti. A un certo punto abbiamo “cancellato” il Nero Bruno e, per farla breve, utilizzando i nuovi Neri che presentavano sia una conformazione tipica del disegno eumelaninico, sia il “difetto” di una leggera “fasciatura” di melanina bruna, sono stati generati i primi Neri opale tipici e con difetti di piumaggio meno importanti o addirittura assenti. Non vogliamo azzardare ipotesi né aggiungere teorie ad altre teorie: solo un esame delle penne potrà chiarire definitivamente il ruolo della melanina bruna (soprattutto dell’eumelanina bruna) nella manifestazione dell’azzurro e quello dell’eumelanina nera nell’alterazione della struttura della penna. Oggi le cose sono molto più complicate: i fattori di incremento delle melanine non codificati hanno generato una vasta, quanto complicata, gamma di fenotipi che si ripercuotono sui tipi aggiunti. Emblematica è per noi la testimonianza riportataci da un allevatore che, nel momento in cui ha riscontrato problemi di allevamento legati alla stretta consanguineità, ha pensato bene di produrre dei portatori introducendo un Nero di buona tipicità. Risultato: soggetti con chiara manifestazione di caratteristiche del Mogano! Ripetiamo un concetto, valido in generale, ma particolarmente importante per la selezione del Nero opale: occorre prestare la massima attenzione all’individuazione delle caratteristiche dei portatori! Per quanto concerne la questione della documentazione fotografica, ebbene sì: i canarini Opale sono maledettamente complicati da fotografare e spesso il risultato è un’immagine poco o per niente fedele. Ci sentiamo di dare qualche suggerimento: -utilizzare fotocamera reflex con ottica di buona qualità -evitare sfondi azzurri -prediligere la luce naturale diffusa -in caso di illuminazione led, utilizzare quelli con temperatura colore intorno ai 5500 Kelvin Ricordiamo, però, che la foto resta unicamente un ausilio, sicuramente importante e prezioso, ma non potrà mai sostituire l’osservazione diretta di un canarino. Concludiamo con un riferimento alle differenze tra lo standard italiano e quello OMJ. Riportiamo in tabella il testo originale in lingua francese e la traduzione in Italiano:
Introduzione
Caratteristiche dell’eccellente La mutation Opale est un facteur (…) qui, avec l’effet optique, donne un aspect gris-bleuté à l’oiseau chez les noirs et les agates
Manifestation maximale de l’eumélanine noire qui, avec la modification de la structure de la plume, assume une tonalité gris foncé bleuté. (…) La mutazione Opale è un fattore (…) che, con l’effetto ottico, da’ un aspetto grigio-bluastro all’uccello nei neri e negli agata (…)
Massima manifestazione dell’eumelanina nera che, con la modificazione della struttura della penna, assume una tonalità grigio scuro ossidata bluastra (…)
Avvertiamo subito che circola una vecchia traduzione che parla di “striature grigio nere su un fondo azzurrino” e che non corrisponde al testo vigente. Se coordiniamo la descrizione introduttiva e le caratteristiche del tipo eccellente, nonostante la discordanza che potremmo percepire tra aspetto grigio bluastro e melanina grigio scura ossidata, è evidente che quel “grigio bluastro” dell’aspetto non è affatto distante dalla descrizione da noi preferita e contenuta nello standard italiano “massima manifestazione dell’eumelanina nera che, anche se ridotta e modificata nella struttura, assume una tonalità grigioazzurrino.” Peraltro, dopo il riconoscimento ufficiale del Mogano, è più che mai opportuno operare una netta distinzione delle caratteristiche dell’uno e dell’altro fenotipo anche sotto il profilo descrittivo. La Commissione Tecnica Nazionale Canarini di Colore