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Giovanni Canali
Editoriale
Aiuti ai novizi
di GIOVANNI CANALI
Nel libricino “L’ABC del Canarino” reperibile in F. O. I., ove fornisco le nozioni di base, prendo in considerazione diversi aspetti dei rapporti con i bambini e con gli aspiranti allevatori anche adulti, magari attempati. Il tutto più dalla parte del canarino che non dell’allevatore, come ritengo giusto. Del resto, bisogna anche dire che, quando il rapporto è corretto, non c’è contrasto fra i due aspetti, anzi meglio sta il canarino e migliori sono le soddisfazioni dell’allevatore. Non a caso la parte delle malattie, del testo suddetto, è a cura di un provetto veterinario ricercatore universitario, quale Tiziano Iemmi. Del resto io non ho mai dato farmaci senza il parere del veterinario e lo considero doveroso. A questo proposito, è bene che l’allevatore esperto si esprima solo quando è sicuro di quello che dice, a livello di allevamento, ed in nessun caso si atteggi a terapeuta senza essere veterinario. Molti di noi cercano di fare proselitismo diffondendo il nostro bellissimo, impegnativo e creativo hobby; personalmente non condanno questo aspetto, anzi per certi versi lo apprezzo, tuttavia io preferisco non fare proselitismo, non me la sento. Sono certo, molto volentieri, a disposizione dei novizi cui elargisco pareri ed aiuti, talora ho anche donato soggetti. Però non faccio pressioni per indurre ad allevare; infatti desidero che la motivazione sia forte. Dato che l’impegno che comporta la cura di un allevamento, anche piccolo, è elevato, temo che qualcuno si stanchi. Ebbene, se qualcuno si stancasse e cedesse i suoi soggetti, non vi sarebbe nulla di male, solo un numero di allevatore in meno, ma se taluno trascurasse i suoi soggetti sarebbe grave. Valuto sempre le cose dalla parte degli uccellini, che devono essere trattati sempre al meglio. A questo proposito io dono volentieri qualche soggetto a persone meritevoli, esordienti ed amici, ma solo se sono sicurissimo che il dono sia gradito, più che altro quando il soggetto è richiesto. L’uccellino comprato, quindi sicuramente desiderato, ha più probabilità di finire bene rispetto a quello donato, non molto gradito o quasi imposto. Consiglio quindi di non insistere con i doni o farne di inaspettati, quando non sicuramente graditi. Questo anche perché, talora, il soggetto non pagato bene appare meno bello, è un fatto psicologico. Quando il novizio è un bambino, bisogna che i famigliari adulti lo seguano. Sarebbe diseducativo se venissero tollerate trascuratezze e profondamente ingiusto verso gli uccellini. Inoltre, se capitasse qualcosa di male, il bimbo potrebbe avere anche un senso di colpa. Quindi l’adulto controlli e ove sia il caso intervenga. Ricordo che da bambino ero molto motivato verso i miei uccellini di varia specie, ma se talora mi distraevo, una zia, mai sufficientemente ringraziata, interveniva anche con qualche sollecitazione. Il bambino deve anche avere il massimo rispetto per tutti gli animali, non deve mai considerarli balocchi. L’adulto è bene che non lasci accarezzare un gatto contro pelo, si rischia anche un graffio. Se il bambino volesse accarezzare con il ditino il capo di un canarino o di un pappagallino, lo si conceda una sola volta, magari appena arrivato, tenendo il soggetto in mano, ma non una volta di più; il piccolo pennuto non deve essere stressato, e se pappagallino c’è il rischio che becchi pure. Quando il novizio è un adulto la cosa è più semplice, data la diversa maturità. Accade anche che adulti i quali avevano avuto uccellini da piccoli, li riscoprano al momento della pensione. In ogni caso, l’allevatore navigato ritengo abbia quasi il dovere di collaborare con il nuovo venuto. È bello come comportamento lodevole in sé, ma può essere anche utile per chi aiuta. Un socio in più in un’associazione è sempre un supporto in più, inoltre un domani potrebbe essere il socio navigato a poter avere un aiuto. I casi possono essere tanti: una mano durante le vacanze o una indisposizione, la cessione di un soggetto ecc... Uno dei comportamenti peggiori per un esperto è quello di buggerare il novizio con la cessione di soggetti scadenti o peggio in non perfette condizioni di salute. Trattasi di un comportamento di per sé riprovevole e scoraggiante per chi lo subisce, ma che potrebbe ritorcersi contro chi lo ha commesso, visto che certe “furbate” si vengono sempre a sapere. Inoltre chi è stato maltrattato se ne ricorderà a lungo, o peggio, deluso potrebbe rinunciare. Inutile ricordare che i soci per le associazioni sono vitali e la vita moderna non favorisce certo l’allevamento amatoriale. Difficile avere il luogo adatto, non facile trovare il tempo necessario, per non parlare degli interessi diversi che hanno spesso i giovani, così informatici, forse troppo informatici.
Editoriale
Utile fornire agli incerti che sarebbero motivati argomenti a favore dell’allevamento. Argomenti eventualmente efficaci da contrapporre a chi contestasse l’allevamento in quanto tale, oggi accade abbastanza spesso. Gli argomenti a favore dell’allevamento sono come armi dialettiche da usare in certe conversazioni o dibattiti, ed è bene che anche il novizio li conosca. Un argomento principe è che l’allevamento protegge dall’estinzione. Del resto un motto della FOI è che “allevare è proteggere”. In effetti si rende inutile il prelievo in natura, si mantiene una popolazione domestica, in qualche caso utilizzabile per una re-immissione in natura. Si possono effettuare studi impossibili in natura, già i nidi artificiali ne consentono alcuni altrimenti impossibili. C’è poi l’aspetto della pet therapy, non trascurabile. Ci potrebbe essere perfino un lato artistico, attinente alla bellezza di certe razze selezionate, sul quale però non è il caso di soffermarsi poiché non tutti l’apprezzano. Sulla protezione si può anche dire che ci sono esempi storici sulla difesa della specie e con il loro salvataggio dall’estinzione. Si può citare il Condor della California (Gymnogyps californianus) e, più vicino a noi allevatori amatoriali, l’oca delle Hawaii detta “nene” dai nativi con una onomatopeia (Branta sandvincesis), che spesso cito. Esistono anche specie purtroppo estinte in natura, ma presenti allo stato domestico, come l’ara di Spix (Cyanopsitta spixii), c’è mancato poco che si riuscisse a salvarla anche in natura. È bene sottolineare che allevare è cosa ben diversa dal cacciare, visto che non si uccide ma si fa nascere, differenza certo non piccola. Ovviamente è perentorio esprimersi con adeguata severità contro chi commettesse maltrattamenti o abusi. Talora vengono fatti discorsi contro le specie esotiche. Ebbene, in effetti ci sono grossi rischi nell’immissione in natura di specie alloctone e ben lo vediamo. Tuttavia vi sono specie alloctone o esotiche che dir si voglia, che sono diventate domestiche e non comportano rischi, bisogna saper valutare caso per caso. A questo proposito si può ricordare che in origine il Gallo (Gallus gallus) è asiatico, il Tacchino (Meleagris gallopavo) americano, la Gallina faraona (Numidia meleagris) africana ed altro ancora. Questi concetti è bene che vengano recepiti anche dai novizi, anche perché qualcuno potrebbe essere incerto, per dubbi infondati sulla liceità morale dell’allevamento. Bisogna però informare molto bene i neofiti sulle leggi ed i regolamenti. Le specie che richiedono registri o comunque documentazioni devono essere segnalate come tali. Sarebbe grave se il neofita subisse sanzioni per ignoranza. Certo l’ignoranza della legge non è ammessa, ma non tutti sono informati e quindi a rischio. Spetta in primo luogo a chi cede i soggetti rendere edotto l’acquirente sulle incombenze che ci sono, tuttavia tutti possono farlo rendendosi utili. Questi aspetti di informazione sono particolarmente necessari oggi che l’allevamento amatoriale è nel mirino di alcuni che non lo considerano accettabile. Insomma ritengo che i novizi vadano aiutati a tutto campo. Certo consigli su come condurre un allevamento, ma anche fornendo loro un supporto filosofico, pratico e “politico” in senso lato, sull’utilità dell’allevamento stesso.
Alcuni dei soggetti all’interno della voliera della Federazione