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RECENSIONI di/per: Domenico Defelice (In zona rossa e oltre, di Antonio Crecchia, pag. 37); Domenico Defelice (Dio assoluto e Dio persona, di Aldo Sisto, pag. 38); Manuela Maz- zola (Era d’agosto – Era în august, di Lorenzo Spurio, pag. 40); Manuela Mazzola (Io cor- poreo, di Giorgio Mattei, pag. 40); Manuela Mazzola (I Savoia – Acaia, di Marcello Falletti di Villafalletto, pag. 41); Gianni Antonio Palumbo (Parole sospese, di Manuela Mazzola, pag. 42); Lucio Zaniboni (Camminare sull’acqua, di Julia Pikalova, pag
by Domenico
JULIA PIKALOVA
CAMMINARE SULL’ACQUA
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Poesie, Edizioni Giuseppe Laterza, 2021, € 30
Tanti oggi i libri che tentano di veicolare poesia senza ali a sostenere il volo, quindi una lieta sorpresa trovare un'autentica voce poetica. Ho tra le mani il volume di poesie: “Camminare sull'acqua” di Julia Pikalova (nativa di Mosca, laureata in lettere all'Università di San Pietroburgo) edito da Giuseppe Laterza di Bari.
L'opera, corposa, con una esaustiva prefazione di Stefano Garzonio che ne delinea progettualità, stile e singolarità (è docente di Letteratura Russa all'Università di Pisa) contiene le liriche (escluse alcune) edite in russo, a Mosca, dalla Casa Editrice Steklo Graf (2020).
Sono riprodotte in russo, con traduzione italiana di Paolo Statuti (poeta, prosatore e traduttore) nativo di Roma, residente in Polonia.
Il libro si avvale poi delle incisioni del pittore russo Alexander Kostin, suggestive acqueforti, aderenti ai testi, ad arricchire l'edizione nella Collana “Terzo Millennio”.
A questo punto si può tentare di entrare nel mondo lirico di Julia Pikalova. Questo perché, per quanto le traduzioni siano valide, sappiamo che il passaggio da una lingua all'altra fa perdere alla poesia parte della bellezza originale per difficoltà di aderenza significato-fonia (musicalità).
Tuttavia, e va a merito di Statuti, le poesie della Pikalova conservano una eccezionale felicità fonica e questo in poesia è fondamentale. Si tratta di poesia raffinata, dotta, di chi ha tessuto lirico reale pur nella varietà dei temi, dei richiami, dei rimandi. Troviamo il mondo delle arti (i grandi della musica, scultura, narrativa, poesia) la natura, la politica, la vita...
Qua e là sembra farsi strada una leggera malinconia, dettata forse dalla nostalgia della terra natia, ma la speranza e Dio tengono saldo il timone della navigazione poetica.
Entriamo nel suo mondo lirico suddiviso in Cicli.
Da Ciclo “Ritratti”: “Requiem: Voleva forse accomiatarsi?/ All'essenza togliere il velo?/ E quali neri uccelli/ Tagliavano il suo cielo?/ Come potevo bambina/ Sentendo la nera fine venire?/ Tutto nella esclamazione: Mozart, non morire?”.
Dal Ciclo “Geografia”: “Acropoli: Esaurire la disperazione, le lacrime/ lamenti. Sopravvivere. Fermarsi/ No, non smetteranno di turbare/ Gli Dei da tanto tempo scomparsi./ Vedrò a un tratto sui monti urbani/ un portale in cielo sfolgorare:/ L'Acropoli nei riflettori dorati,/ Come Atena non la poteva sognare.”
Dal Ciclo “Confidenziali” … tremando d'infinito P. Statuti
“Tu ricordi, ricordi, com'erano tenui/ prima dell'alba gli ultimi momenti?/ noi semisvegli ci tenevamo stretti/ e i fringuelli ci chiamavano insistenti/ e cinguettavano: “senti-senti, dell'alba è ancora fresco il manto,” e si dilatavano le nostre anime, d'infinito tremando.”
Dal Ciclo: “Camminare sull'acqua”:
“All'alba un luccicchio di ragnatele,/ Dall'aria lievemente cullate, / E il lago in una nebbia rosata/ E nella nebbia le isole velate/ E nella nebbia - la tua riva lontana,/ e nessuno intorno a remare,/
E sembra non si sappia come uscirne,/ Ma l'uscita c'è - sull'acqua camminare.”
Un iter poetico che sa unire alla capacità descrittiva profondità di pensiero e battito di cuore partecipe.
Come afferma Garzonio in prefazione “Vi è un delicato volgersi al passato, quello del mito, quello della fede, quello della storia della cultura, senza la materiale crudezza della attualizzazione, dello strazio “globalizzante”...”.
Un'autrice maiuscola di cui sentiremo parlare.