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dicibus Lisena, di Marina Caracciolo, pag

L’autore lo sente amico, nella nota introduttiva, infatti, specifica Saluto ad un amico e chiarisce: “So però che l’anima di un’esistenza tanto rara e inestimabile come la tua non si annulla col tempo”; suggestivo anche il disegno che illustra la poesia Nella magnolia di Spurio, dal quale traspare il tono passionale dei versi. Proprio Jorge Guillen, amico di Lorca dichiara: “Federico García Lorca fu una creatura straordinaria. Creatura questa volta significa più che uomo. Federico infatti ci metteva in contatto con la creazione, con questo tutto primordiale dove risiedono le fertili forze”, dall’introduzione di Claudio Rendina in Libro de Poemas. Edizione integrale, edito da Newton Compton, 1999 quinta edizione.

Nella magnolia vi è il punto d’unione tra Lorenzo e Federico, in cui il primo cerca di capire e sentire l’essenza del poeta, ma allo stesso tempo riporta alla luce fatti che si ripetono nella storia nonostante cambino gli scenari e i protagonisti.

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Manuela Mazzola

MARINA CARACCIOLO

IL PENSIERO SOGNANTE La poesia di Ada de Judicibus Lisena

BastogiLibri Editore, 2022, Pagg 94, € 10,00

Il saggio è diviso in dodici capitoli, in ognuno dei quali si esamina un’opera di Ada de Judicibus Lisena e nell’ultimo vi è una plaquette di poesie dedicate alla città di Milano.

“Di là dalla vetrata/un tramonto di porpora e d’oro/domina il cielo, /irradia una luce calda/ dietro lo schermo di palazzi austeri”. L’attenta e precisa indagine critica di Marina Caracciolo narra l’affascinante dimensione poetica della Lisena, composta dai suoi affetti, memorie, inquietudini, dolori, ansie e dall’amore per la sua terra natia, ma anche dal suo sentire il silenzio dell’universo, che essa avverte, riuscendo poi a trascriverli nei versi.

Il pensiero è la capacità di pensare, ossia l’attività con cui l’uomo e la donna esercita, sviluppando un processo mentale, meditando e riflettendo. Il termine sognante esprime, invece, un senso di rapito ed estatico abbandono, immerso in sogni o nell’irreale.

Dunque, è un pensiero che nasce dal senso di abbandono in un mondo fantastico che esce dalla realtà e che si perde, rigenerandosi nell’infinito orizzonte della fantasia artistica della poetessa. Concetto espresso perfettamente nel quadro in copertina di Will Barnet, Early Morning – A way to Blue, olio su tela, 1972. L’autrice sogna all’alba, alle prime luci del giorno; osserva, riflette, vive e si nutre dei suoi stessi versi come scrive la Caracciolo nell’introduzione: “E’ nel suo poetare una proiezione soggettiva e pittorica della realtà, una rifrazione prismatica colma di fantasia, di sentimento e anche di inquietudine, di ciò che di volta in volta ella osserva, considera o ricorda con vivo coinvolgimento. Un universo lirico che non si rinchiude mai in sé stesso ma si apre al mondo, seppur con una costante discrezione, una vellutata dolcezza, quasi un pudico timore”.

Sempre ricercato e accurato lo stile della Caracciolo: “Il senso di un mistero pudicamente non svelato eppure palpabile ad ogni pagina, una sorta di incanto, di sortilegio dal fascino suggestivo e imperituro, dove lo sguardo è portato non di rado a volgersi verso l’alto, rapito dalla bellezza incomparabile del firmamento”.

Il pensiero sognante della poetessa non sfocia in mera fantasticheria, non è un alibi di evasione e chiusura al mondo. Di fronte alla cruda realtà il “volo” lirico diviene deplorazione, l’anelito e lo struggimento si fanno accorata preghiera.

La Lisena, laureata in Lettere Classiche, ha insegnato nelle Scuole Superiori. Ha pubblicato numerose raccolte di poesie, ha collaborato con altrettante riviste letterarie. Sono stati scritti saggi, monografie e recensioni sulle sue opere poetiche. Quest’ultimo lavoro di Marina Caracciolo proietta il lettore in quella dimensione fantastica ed estatica di cui abbiamo parlato prima, lasciandolo nello stupore e portandolo in un secondo momento alla ricerca dei testi, per saziare le domande e le curiosità sorte durante la lettura dell’opera, ed è come un libero andare un trasognato vagare nei sentieri variegati dell’anima.

Manuela Mazzola

GLI ANGELI ALL’INFERNO

Come angeli all’inferno nel piano tremulo dell’edificio, sotto la croce di solai caduti i ragazzi recitavano lamenti di morte.

Non una carezza di madre né una lacrima pietosa sul flagello dei corpi.

Mani solerti sfidavano tremori e sussulti, scavavano nel tufo sollecite a liberare il remoto respiro,

ansimare estremo al filo di luce.

All’accenno del chiarore ferito, leste sirene fendevano l’alba al funesto farsi del giorno.

Graziano Giudetti

Da: Artisti a Confronto - 44° Edizione nell’uomo

Lucio Zaniboni

Como

V’ILLUDETE

V’illudete che frammenti di cielo si ricompongano nel mosaico della perduta fratellanza.

C’illudiamo che l’arco dei secoli raccolga in un unico fluire le menti sofferenti.

E non ci avvediamo che l’ipocrita armonia di queste note è un frastuono di fuoco, il declino di credere nel mistero della vita.

Graziano Giudetti

Da: Frammenti di un diario, E. System Graphic, 2016

deridere i nuovi vestiti facile come irridere ai sacchi di burri se non hai visione dell’arte pensi si tratti mettere parte del paesaggio su tela ché tutto non ci può stare allora meglio tracciare Il segno di giotto forse voleva dipingere il mondo oggi imbrogliato dal gioco dei polli dovrebbe ritrarre una mela meglio una pera forse soltanto il picciòlo

Più proprio un punto nel mezzo del qua-

dro concetto spaziale ma ancora è già troppo ritrarre allora il vuoto questo sarebbe un lavoro un capolavoro afferrare quel nulla spettro di ciò che rimane

IL SENTIERO

Ho camminato sull’orme dei passi di allora nel sentiero nel bosco verso il torrente.

Un ramo raccolto in parte levigato novello S. Cristoforo cercando fragoline

Ogni mio respiro col tuo ricordo

potessi vedere con i miei occhi il sentiero più selvaggio aggrovigliato per uno spazio!

Un raggio di sole tra erebi soffocanti, vaghe fragoline pervinche striscianti

Penso alla resilienza Del mondo vegetale: cardi, lische, piantaggine verbaschi, tarassachi, asfodeli sileni, borraggine clematidi rampicanti

Eppure ho visto porgere al cielo In uno spazio vitale la sassifraga Parnasia dai petali bianchi eretta come un erebo

Dove un nettare luccicante fa volare api, farfalle, calabroni

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