3 minute read

Leggende

Next Article
lo sapevate che...

lo sapevate che...

I misteri di Villa Clara

Advertisement

C’è una casa disabitata nella provincia di Bologna. Una casa dal lungo passato e dai tanti nomi. Una casa che gli abitanti della zona evitano. Voluta dal conte Carlo Cesare Malvasia ed edificata nel 1624, Villa Malvasia o Casino del Trebbo o Villa Alessandri o, come è conosciuta ai giorni nostri, Villa Clara (e lo si può leggere su una targhetta), oggi edificio abbandonato e fatiscente, è spesso avvolta da una nebbia fitta e non viene illuminata dall’illuminazione pubblica. Una casa maledetta. In passato, in questa casa viveva una bambina, Clara. Si dice che Clara avesse il potere di predire il futuro e questa sua abilità incuteva così tanta paura nel padre da spinger lo a murarla viva all’interno della casa stessa. In passato, in questa casa viveva una giovane donna, Clara. Si dice che Clara avesse una tresca con un sottoposto del casato e questo suo comportamento spinse il nobile della casa, suo padre, a murarla viva all’interno della casa stessa. Che sia stata una bambina innocente dotata di poteri strabilianti o una giovane donna dai facili costumi, Clara fu murata viva dal padre e ancora oggi il suo fantasma si aggira per l’omonima villa. Sono mol te le testimonianze che dicono di aver sentito urla, pianti o richieste d’aiuto venire dall’interno della casa. A volte si sente della musica di un pianoforte, altre si vedono delle luci accese anche se a Villa Clara non c’è corrente. Sembra che il fantasma di Clara si aggiri anche nel parco apparendo a figura intera e cercando di interagire con chi la vede. Sembra che vi siano stati degli inspie- gabili guasti ad apparecchiature elet- troniche di alcuni visitatori della villa. P are ci siano stati degli svenimenti, epi sodi di trance e anche morti inspiega- bili, come quella di due operai addetti al restauro... anche un bambino caduto in una botola segreta nel 1999. Villa Cla- ra, e i suoi orrori, continuano a far par- lare di sé nel film “Clara”, in uscita pros- simamente nel primo lungometraggio di Francesco Longo, esperto di effetti speciali, che con il suo attesissimo thril- ler soprannaturale rende omaggio alle leggende, ai misteri e alla paura di una delle più misteriose ville italiane. Se amate il genere, non perdete il teaser.

La leggenda della casa della Fata Turchina

Trattando di leggende mi trovo spesso davanti ad aneddoti incredibili che non hanno nulla di “leggendario” finché in questi aneddoti non trovo quel quid che trasforma una semplice bufala in una leggenda vera e propria. Si sa, le leggende hanno un fondo di verità, poi nascono dal passaparola e ognuno colora il “sentito dire” con propri pennelli e da una storia ne può nascere un’altra. Da una storia può nascere una leggenda. In questo caso sto parlando della casa della Fata Turchina, un’abitazione galleggiante, abbandonata sul filo del Mar Piccolo di Taranto. Stando alla “leggenda”, sembra che il regista Luigi Comencini scelse negli Anni ‘70 questa location come casa della fata interpretata da Gina Lollobrigida ne “Le avventure di Pinocchio”. Ma, ahimè, la notizia è falsa. Chi abbia dato il via a questa “leggenda” non si sa con esattezza. Sembra comunque che una puntata di “Linea Blu” del 2014 abbia permesso a questa notizia di arrivare in tutte le case del tarantino dandone un fondo di credibilità. Pur essendo so Gina Lollobrigida è la fata turchina ne ‘’Le avventure di Pinocchio’’ migliante alla vera casa della Fata della serie, che si trova presso il Lago di Martignano (Roma), la casa galleggiante tarantina non è mai stata visitata da Comencini o dalla bellissima attrice. Forse da altre fate? Ormai questo aneddoto è così radicato nella cultura popolare tarantina che diversi visitatori si avvicinano a questa casa e la guardano affascinati come bambini e, pur sapendo che non è nulla di che, vi attribuiscono comunque l’importanza desiderata, incuranti delle smentite, quasi a voler credere che sia proprio lei, la casa della fata. Una location sicuramente di grande fascino, la palafitta nel Mar Piccolo, avvolta nel silenzio del lago e sbiadita dai raggi solari. Un’atmosfera quasi fiabesca. Si dice che i gabbiani comincino a stridere quando qualcuno vi si avvicina, come per avvertire qualcuno al suo interno dell’arrivo di visitatori. Come se qualche visitatore stesse passando un confine immaginario. Come se davvero vi abitasse una fata o qualcosa del genere. Vero? Falso?... Ma poi che male c’è nel sognare?

This article is from: