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Bevagna,tutto un altro film!

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Craco, rocca viva

Craco, rocca viva

Definire “Cinecittà umbra” un piccolo borgo potrebbe sembrare un azzardo, ma la lista di film, telefilm e fiction che hanno scelto Bevagna come set, non solo è chilometrica, ma è destinata anche ad allungarsi ulteriormente. Solo nell'ultimo paio d’anni, infatti, lo splendido centro medievale ha visto aggirarsi tra i suoi vicoli la troupe del regista olandese Paul Verhoeven – autore di film cult come “Basic Instinct”, per intenderci – che ha ambientato a Bevagna il suo “Blessed Virgin”, in uscita nelle sale italiane verso la fine del 2019 con il titolo di “Benedetta” e con Charlotte Rampling e Lambert Wilson come protagonisti; ma anche il giovanissimo cast del telefilm “Sara e Marti”, trasmesso da Disney Channel, si è trasferito a Bevagna per le riprese della seconda serie; e, recente, anche la fiction tv in otto puntate “Il Nome della Rosa”, andata in onda su Rai 1 in primavera, ha visto Bevagna protagonista di numerosi ciak, insieme a John Turturro e Rupert Everett. Ma il ruolo di set cinematografico, per Bevagna, non è una novità e tra i “precedenti” più illustri non si possono non citare le riprese di “Musica in Piazza” (1936), “Fratello Sole, Sorella Luna” (1972) e “Don Matteo 6” (2008).

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Monile di pietra

Se è vero che Bevagna è un set perfetto per qualsiasi pellicola ambientata nel Medioevo, è anche vero che il suo centro storico – intatto, raccolto e conservato perfettamente – regala scorci di raro fascino a chiunque voglia perdersi tra i suoi vicoli e le sue stradine lastricate per ammirarne i bei palazzi in pietra, i portoni cesellati, le monumentali porte d’accesso medievali, le belle chiese, le botteghe artigiane e le possenti mura di cinta. Il cuore del borgo è la scenografica Piazza Silvestri, considerata una delle più belle piazze medievali della regione, sulla quale si affacciano ben tre chiese – quella di San Silvestro, gioiello romanico incompiuto risalente al 1195; la chiesa di San Michele, dal robusto campanile e dagli affreschi seicenteschi; e quella di San Domenico e Giacomo, eretta nel 1291 e custode, al suo interno, di un ciclo pittorico di scuola giottesca – oltre al gotico Palazzo dei Consoli, ornato da eleganti bifore e da uno scalone che conduce all’ottocentesco Teatro Torti, ospitato al suo interno.

Echi antichi

Bevagna affascina già “da lontano”: il colpo d’occhio sul borgo quasi interamente cinto dalle mura è mozzafiato – imperdibile una passeggiata lungo il loro perimetro! – e, tra le vie d’accesso al cuore medievale, sicuramente quella di maggior impatto è attraverso il coreografico ponte sul fiume Clitunno, da dove si gode uno straordinario scorcio sull’antico lavatoio pubblico. Ma le testimonianze del passato portano ancora più lontano nel tempo e affondano le loro radici nell’origine romana di Bevagna, l’antica Mevania: tra le viuzze acciottolate, infatti, ci si imbatterà nei resti di un tempio romano del II secolo d.C. e in quelli di un teatro e delle antiche terme, che conservano ancora i pavimenti a mosaico, con le raffigurazioni dei tipici soggetti marini del repertorio ornamentale caro ai romani: tritoni, delfini e cavallucci. Infine, con un salto di qualche secolo, anche la chiesa e il monastero di Santa Margherita meritano una visita: per gli stupendi affreschi cinquecenteschi e per la suggestiva Scala Santa, così chiamata perché, percorrendola, si ottenevano le stesse indulgenze della sua omonima nella Città Eterna.

Le Gaite: ritorno al Medioevo

Il Medioevo non riecheggia solo negli edifici di Bevagna: durante l’ultima decade di giugno, il più misterioso dei periodi storici rivive letteralmente nel Mercato delle Gaite, il cui nome deriva dalla divisione – in epoca medievale – di Bevagna in quattro quartieri, le “gaite”, appunto. Si tratta di una scenografica manifestazione che cerca di riprodurre con quanta più dovizia di particolari possibile, la vita a Bevagna tra il 1250 e il 1350, ed ecco allora che vicoli e stradine del centro si popolano di personaggi in costume che ripropongono antichi mestieri, musica e spettacoli di giocoleria; palazzi e botteghe ricreano atmosfere e “set” medievali; mentre taverne e osterie propongono la degustazione degli antichi sapori umbri. I quattro rioni, durante l’evento, rivaleggiano tra loro nel tentativo di dare un’interpretazione il più possibile fedele del ruolo che rivestivano nel Medioevo e gli abitanti coinvolti si sfidano in quattro gare, legate a quattro ambiti della vita nel Medioevo: mercato, tiro con l’arco, mestieri e, ça va sans dire, gastronomia.

Enogastronomia: tra Sagrantino e tartufo

Non poteva mancare un’incursione nella ricca proposta gastronomica di Bevagna, che vanta un alleato enologico di primo piano: il borgo umbro si trova, infatti, sulla Strada del Sagrantino di Montefalco, il vivace rosso Docg perfetto per accompagnare i sapori forti della zona, dal tartufo ai porcini, dagli asparagi di bosco alle lumache – queste ultime cucinate in diversi modi, ma prelibate in umido –. Ancora Bacco protagonista degli imperdibili gnocchi al Sagrantino e del dolce tipico, i tozzetti col Vin Santo, mentre, restando in ambito “liquido”, il gustoso olio umbro accompagna i secondi di carne (cinghiale e agnello soprattutto) perlopiù alla brace e i crostini a base di fegatini e milza. Infine, per chi è alla ricerca di sapori antichi, la ricetta degli gnocchi con il ripieno di carne si perde nella notte dei tempi e la leggenda vuole che provenga direttamente dalla cucina del monastero delle suore benedettine di Santa Maria del Monte.

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