legnoarchitettura 42

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legnoarchitettura progetti Fabio Giovanelli Domenico Mazza Paul Andersen & Paul Preissner David Benedetti; Claudio Lastrucci Perathoner Architects SeArch Giorgio Motta Well Tech Engineering Riccardo Ramberti; Studio Preger

EdicomEdizioni

ISSN 2039-0858

Trimestrale anno XII n° 42 agosto 2021 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD


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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno XII – n. 42, agosto 2021 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147

04 progetti

direttore responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO) redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone – Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com progetto grafico Lara Bassi stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate

Sporthotel Obereggen Fabio Giovanelli 4 Hotel Des Alpes Domenico Mazza 14 Padiglione USA Biennale 2021 24 Paul Andersen & Paul Preissner

prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro – Estero: 100,00 euro

Orlando in Chianti Glamping Resort 34

Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno

David Benedetti; Claudio Lastrucci

copertina Padiglione America – Biennale 2021 Foto: AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner) È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

Foto: Oliver Jaist

Foto: Croce & Wir

04 14

Foto: Tiberio Sorvillo

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Linder Cycling Hotel Perathoner Architects 44 Innovation Square Center SeArch

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Foto: Fabrizio Tait; STP

74

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Grocery Store Giorgio Motta 64 Scuola Media E. Chini Well Tech Engineering 74 Scuola dell’infanzia P. Sambi Riccardo Ramberti; Studio Preger

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64 Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto

Foto: FP4 ASSOCIATI

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Foto: Oliver Jaist


Fabio Giovanelli

Sporthotel Obereggen Nova Ponente


Foto: Oliver Jaist

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progetti


Foto: Oliver Jaist

Ubicazione: Nova Ponente (BZ) Progetto: arch. Fabio Giovanelli, Egna (BZ) Committente: Nuwa Hotels GmbH, Montagna (BZ) Costruttore struttura legno: Wolfhaus, Campo di Trens (BZ) Strutture: Wolfhaus Impianti: Wolfhaus Fine lavori: dicembre 2020 Superficie lorda: 1.470,80 m2 + 348,90 m2 balconi Superficie utile: 320 m2

Relax, sport e ... legno Ai piedi del massiccio del Latemar, nella località di Obereggen molto conosciuta da sciatori ed escursionisti, un hotel è stato sopraelevato in soli tre mesi con una struttura prefabbricata in legno a telaio e metallo. Si tratta dello Sporthotel Obereggen che, costruito alla fine degli anni ‘70, sorge in una posizione splendida, al centro di un autentico paradiso naturale, e strategica, collocandosi in prossimità delle piste di sci. Condividendo la necessità comune a molti albergatori dell’Alto Adige che negli ultimi anni hanno scelto di investire nell’architettura per interpretare e rappresentare in tal modo una rinnovata identità locale, la proprietà dell’hotel ha deciso di rinnovare la struttura originaria che non era più consona agli standard turistici contemporanei. Il progetto di riqualificazione ha previsto pertanto il rifacimento dell’intero ultimo piano, reso possibile grazie alla rimozione delle vecchie camere, sviluppando allo stesso tempo un intervento di restyling complessivo delle facciate in grado di creare, come desiderato dalla committenza, un’immagine nuova della struttura da promuovere verso i clienti. Sono state realizzate 27 suite, dallo stile elegante, caldo e accogliente, dotate di ampie logge esterne aperte verso il paesaggio, uno spazio dove soffermarsi per godere di un panorama unico. All’esterno il grande volume dell’albergo appare ordinato, suddiviso in più corpi edilizi incorniciati, delineati da ritti lignei verticali e inclinati rievocanti le strutture a vista dei fienili della Val d’Ega. I lavori sono stati completati da un tetto verde che ha consentito un apprezzabile inserimento dell’edificio nel paesaggio naturale circostante, riducendone l’impatto ambientale e contribuendo anche all’isolamento e al drenaggio delle acque meteoriche della copertura.

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progetti

Foto: Oliver Jaist

Foto: Oliver Jaist


I volumi sfalsati del corpo di fabbrica vengono valorizzati dalla nuova geometria dei parapetti, i cui pilastri in legno ricordano gli antichi fienili della val d’Ega. Dall’interno delle suite gli elementi lignei fanno da cornice al panorama e ne aumentano la percezione prospettica.

Pianta terzo piano

Prospetto sud

_la struttura________ La riqualificazione e la sopraelevazione è stata effettuata in meno di tre mesi, utilizzando un sistema prefabbricato in legno, supportato da elementi in acciaio, del tipo a telaio con elementi strutturali e di tamponamento realizzati in azienda, trasportati e assemblati in cantiere. I maestosi pilastri in legno che definiscono geometricamente la facciata conferiscono ritmo ai volumi e fungono da struttura portante per i parapetti dei balconi; l’ancoraggio di questi ultimi alla struttura in cemento armato si è rivelato un aspetto interessante, risolto grazie all’utilizzo di piastre in acciaio saldate su misura in funzione del punto dell’edificio in cui sono stati installati. Il collegamento al solaio del tetto piano con copertura verde è avvenuto mediante piastre, fissate alla trave in acciaio HEA 240 con chiodi di 19 mm sparati sul filo esterno inferiore delle ali, mentre quello con il solaio intermedio, vista la presenza delle solette preesistenti in cemento armato, ha richiesto piastre con tasselli appositi per il calcestruzzo; sopra la soletta è stato realizzato un isolamento in pendenza in polistirene espanso sinterizzato e un pavimento galleggiante. Alla base il pilastro si ancora nuovamente alle solette preesistenti attraverso tasselli per calcestruzzo. Per esigenze compositive è stata ricreata una piccola parete con anima in CLT alla quale è stato possibile applicare uno strato di cappotto intonacabile e restituire un notevole effetto visivo; in questo modo le facciate risultano incorniciate da una fascia continua intervallata dal ritmo degli imponenti pilastri in legno.

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Foto: Klaus Peterlin | photostudio

_due parole con i costruttori________ Wolf Haus Italia fa parte del gruppo Internazionale Wolf System, fondato nel 1962 in Austria. Il gruppo, che oggi conta 30 sedi in tutto il mondo, è specializzato nella realizzazione di edifici prefabbricati in legno con certificazione antisismica e ad alto risparmio energetico. Che tipo di intervento è stato realizzato, in relazione alla struttura esistente? L’intervento realizzato per Sporthotel Obereggen ha riguardato la soprelevazione, per un totale di 1.800 m2 su un unico piano, di un edificio esistente in c.a. costruito negli anni Settanta. Del fabbricato originale, inizialmente di 4 piani, sono stati demoliti completamente la copertura e l’ultimo piano; il rifacimento di quest’ultimo ha portato alla realizzazione di ventisette nuove suite per gli ospiti. Contestualmente sono stati costruiti i ballatoi, che ridisegnano i prospetti, raccordando nuova e vecchia struttura in un restyling generale della facciata. Il legno è stato una scelta obbligata poiché la struttura esistente non era in grado di sopportare un nuovo piano in c.a. e la richiesta del committente era quella di un cantiere rapido e a basso impatto, che limitasse al minimo gli interventi ai piani sottostanti. Grazie all’esperienza e alla competenza nella progettazione di strutture miste legno-acciaio interna a Wolf Haus e alle caratteristiche del sistema costruttivo abbiamo risolto la statica con un intervento su misura. Quali sono state le difficoltà incontrate in fase di progettazione strutturale e nella gestione del cantiere? In fase progettuale la difficoltà è stata quella di trasferire i carichi del nuovo edificio in corrispondenza con la statica dell’esistente, di cui avevamo solamente i progetti degli anni Settanta, senza disporre di un rilievo completo, vista l’impossibilità di rimuovere preventivamente la copertura. Abbiamo quindi distribuito i carichi utilizzando travi d’acciaio, poi inserite nel pacchetto di finitura, progettato gli elementi verticali in Platform Frame, solaio a elementi e vani ascensore in X-lam. Sporthotel Obereggen è stato realizzato da Wolf Haus “chiavi in mano” e i lavori hanno richiesto due mesi e mezzo durante i quali abbiamo prefabbricato ed effettuato il montaggio a settori. Abbiamo posato pareti e solai a zone, facendo intervenire in sequenza le squadre per l’installazione di impianti e finiture così da evitare sovrapposizioni, garantire il distanziamento e rendere possibile la consegna in tempi record di questo bellissimo progetto.

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progetti


_due parole con il progettista________ Coadiuvato da due collaboratori, l’arch. Fabio Giovanelli si occupa prevalentemente di edilizia residenziale sia nell’ambito della nuova costruzione che della ristrutturazione. Da circa un decennio lavora con il legno che utilizza molto nelle riqualificazioni, addizioni e ampliamenti. Quali sono state le motivazioni che hanno portato a scegliere una struttura in legno per questo progetto? La scelta del materiale legno per questo tipo di intervento è dovuta in primis alla stringente tempistica: il cliente richiedeva che i lavori fossero eseguiti tra una stagione turistica e la seguente e quindi terminati in 3 mesi. In seconda battuta il presupposto importante era quello di non gravare staticamente sui piani sottostanti della struttura esistente e, infine, la volontà di creare ambienti accoglienti con un elevato comfort abitativo ed efficienti dal punto di vista energetico.

Foto: Klaus Peterlin | photostudio

Da circa 10 anni lavora con il legno: cosa pensa di questo materiale e come vede le sue future applicazioni? Il legno ha la capacità di integrarsi con il paesaggio circostante e nello stesso tempo ripercorrere una storia antica fatta di strutture lignee centenarie realizzate dalla gente del luogo; ciò ci ricorda quanto questo materiale faccia parte della nostra vita, diventando quasi un “materiale quotidiano”. Negli ultimi tempi inoltre mi capita spesso, in particolare nella zona in cui opero dove è rimasto poco terreno edificabile, che mi vengano richiesti ampliamenti e addizioni di abitazioni esistenti. Con il passaggio generazionale infatti la casa dei genitori a uno o due piani viene sopraelevata, smantellando il sottotetto o il primo livello così da creare nuove abitazioni per i figli e chiudendo poi l’involucro con un tipico tetto a due falde o con una copertura piana e verde o a una sola falda. E tutto ciò è possibile, come già accennato in precedenza, grazie alla leggerezza del legno che non sovraccarica la struttura sottostante e agli elementi prefabbricati, che si realizzano con questo materiale, i quali consentono di ridurre i tempi di cantiere.

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Foto: Oliver Jaist

Balconi aggettanti si affacciano sulle piste da sci e sul panorama montano, diventando estensione delle stesse suite. I pilastri in legno fanno da cornice all’ambiente naturale e ne aumentano la percezione prospettica.

50 cm bordo di ghiaia 16/35 Cappotto esterno 80 cm

1 2 3 4 5 7

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Profilo a “L” per fissaggio pilastro in legno Montante in legno 70/100 (balcone) 12 legnoarchitettura_42

progetti

Tetto Verde – Sezione zona balcone, dall’estradosso 1 substrato estensivo/bordo ghiaia 16/32 e telo di filtrazione (8 cm) 2 strato drenante sfuso, telo protezione manto impermeabile antiradice, strato separatore (4 cm) 3 coibentazione in pendenza (20 cm), barriera vapore bituminosa 4 pannello OSB (1,8 cm) 5 struttura portante lignea (20 cm) 6 cappotto (4 cm) 7 intonaco (1 cm)


Dopo la demolizione dell’ultimo piano sono state disposte travi d’acciaio per la distribuzione dei carichi del nuovo livello. La prefabbricazione ha portato in cantiere elementi completi di infissi e cappotto.

Il montaggio è stato completato a settori, sia per permettere il rapido intervento delle squadre di impiantisti e ridurre i tempi di cantiere, sia per proteggere gli elementi posati dall’esposizione alle intemperie.

Preparazione di 1721 m2 di tetto verde estensivo.

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Foto: Croce & Wir


Domenico Mazza

Hotel Des Alpes Courmayeur


Foto: Croce & Wir

Le linee morbide del rivestimento in alluminio bianco che scende dalle coperture dell’hotel richiamano per colore e forma la neve che si scioglie dai tetti e scivola verso terra, alleggerendo al contempo i massicci volumi.

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progetti


Ubicazione: Courmayeur (AO) Progetto: arch. Domenico Mazza, Courmayeur (AO) Strutture: V.I.C.O. srl, Hone (AO) Costruttore struttura legno: Wood Beton Spa, Iseo (BS) Impianti: Actis Alesina, Caluso (TO); Peaquin, Saint Vincent (AO) Lavori: 2016-2019 Superficie lorda: 11.500 m2 Superficie utile: 8.500 m2

Foto: Croce & Wir

Le diverse altezze dei blocchi dell’hotel simulano lo skyline dei monti alle spalle della struttura ricettiva che diventa loro proscenio.

Tradizione innovativa La tradizione e le radici di un territorio sono fondamentali per progettare edifici coerenti con le condizioni ambientali e climatiche. Tuttavia, l’architettura vernacolare non può riprodurre meramente un’immagine o una forma senza essere congruente, in particolar modo quando l’oggetto del design non può richiamarsi al costruito tipico di un’area a causa, ad esempio, di volumetrie importanti. Questo è il caso dell’Hotel Des Alpes la cui progettazione ha richiesto fin da subito l’abbandono dell’architettura tradizionale, perché poco credibile, vista la mancanza di esempi simili nella storia e l’impossibilità di replicare strutture di tale imponenza con tecnologie costruttive usuali. Eppure il legame con il territorio e il paesaggio è presente nell’Hotel che sorge ai piedi del Monte Bianco, di cui diventa proscenio e trampolino per lo stupendo paesaggio naturale che funge da scenografia. La ricerca volta ad ammorbidire il più possibile le linee della struttura ha trovato ispirazione nelle curve morbide della neve accumulata sui tetti che, sciogliendosi, scivola verso il basso in un gioco di dolci linee, riprese nello sviluppo del manufatto, pensato su più corpi e non come unico fabbricato. Il risultato è un complesso di cinque volumi di differente altezza (130 camere dislocate su 8 piani), a richiamare lo skyline montano, che si ispirano all’architettura del luogo rileggendo in chiave contemporanea l’uso dei materiali tipici, in primis il legno, impiegato nella struttura e nei rivestimenti, e la pietra, quest’ultima utilizzata anche nella forma più inusuale ma presente nel paesaggio come massi ciclopici. Il materiale che tuttavia contraddistingue l’hotel è l’alluminio che, moderno, malleabile, adattabile e bianco come la neve, trasmette l’idea di leggerezza al volume complessivo così massiccio. Non secondaria è inoltre l’organizzazione del verde con le alberature che fanno risaltare e incorniciano il candore delle superfici delle facciate.

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Foto: Croce & Wir

Foto: Croce & Wir

I cinque blocchi che danno vita all’hotel rievocano a scala maggiore le forme degli chalets dei villaggi montani e sono inseriti in zone verdi, distribuite in piccole colline e arricchite da alberature di alto fusto e massi ciclopici, così da movimentare l’area circostante.

Grande attenzione è stata posta allo studio della luce naturale e artificiale, quest’ultima pensata per integrare l’hotel nel paesaggio, pur facendo emergere i dettagli dell’architettura della struttura.

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progetti


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43

44

45

4

2,00 2,59

12.1

17

16

15

7

6 5 4 3 2

1

Balcone 4,4 mq

4,1 mq

6.98

4.52

0.80 2.10

0.80 2.10

1.20 2.10

0,80 2,59

Camera 125 24,26 mq

19.65

0.80 2.10

0.80 2.10

0,80 2,59

Disimp. 124 7,03 mq

2.49

3.84 0.80 2.10

Bagno 5,53 mq

Camera 124 21,11 mq

0,80 2,59

4.33

Camera 123 22,80mq

0.75 2.10

4.03

0,80 2,59

4.92

4.41

4.52

2,00 2,50

2,00 2,50

Balcone 4,4 mq

Balcone 4,1 mq

Balcone 4,4 mq

2,00 2,50

Camera 117 23,10 mq

0,80 2,59

5.3

0.80 2.10

2.08

Camera 122 23,05 mq

Bagno 4,90 mq 0.75 2.10

2.51

REI 120 U.S.

0.75 2.10

0.80 2.10

Bagno 0.75 2.10 5,32 mq

Bagno 5,31 mq

4.03

4.84

Camera 116 22,13 mq

2.13

2.5

4.84

16.38 4.11

2,00 2,50

Camera 115 22,64 mq

0.80 2.10

I 120 RE . U.S

1.45

Bagno 4,93 mq

2.43

2.5

0.75 2.10

Disimp. 126 4,43 mq

2.03

0.75 2.10

0.80 2.10

Bagno 4,80 mq

Bagno 0.75 2.10 4,80 mq

0.75 2.10

Disimpegno H 240 cm 16,43 mq

0.80 2.10

1.20 2.10

4.02

2.49 1.33

I 120. U.S

RE

Disimpegno H 240 cm 5,01 mq

Bagno 5,32 mq

Bagno 0.75 5,31 2.10 mq

3.16

Camera 126 21,67 mq

Camera 127 23,95 mq

3.83

2,00 2,50

2,00 2,50

H Da

av . 11 0 D

31 mq

cm

Terrazzo Terrazzo

H

cm

1.20 2.10

4.04

1.82

1.20 2.10 I 120 RE . U.S

Balcone

2,00 2,50

2,00 2,50

2,00 2,50

8 9 10 11

2.5

v. 110

1.20 2.10

I 120

1.54

3.94

11.8

Disimpegno H 240 cm 6,09 mq

0.80 2.10

4.84

cm

0.80 2.10

1,00 2,50

1,00 2,50

1,00 2,50

H Da

v. 110

RE

0.75 2.10

2.14

Bagno 4,10 mq

Terrazzo 32,5 mq

Balcone 4,70 mq

1.5

1.54

Bagno 4,86 mq

3.8

1,20 2,50

17.92

0.75 2.10

Vano Scala

2.5

4.38

3.05

Camera 114 25,12 mq

0.75 2.10

0.80 2.10

1.49

3.05

Copertura vetrata ingresso al piano terra

1,00 2,50

3.22

0.79

4.35

3.22

3.41

Balcone 7,80 mq

Disimpegno H 240 cm 33,88 mq

2.42

0.75 2.10

Bagno 4,87 mq

Camera 113 23,47 mq

0.80 2.10

0.80 2.10

0.80 2.10

1

3,5 mq

0.80 2.10

2.53

2.78

5

Balcone

2,20 2,50

2,20 2,50

.

0.80 2.59

Office 3,34 mq

11.1

3,5 mq

2,84 2,59

2,90 2,59

2,68 2,59

Balcone

Bagno 4,94 0.75 Disimp.2.10 mq 119 2,89 mq

3,50 2,59

4.22

Balcone 3,4 mq

8.05

U.S

2.45 2.59

1,48 2,59

v. 110

H Da

cm

1.20 2.10

Disimpegno 7,24 mq

1.20 2.10

0.80 2.10

. U.S 0 I 12 RE

0.80 2.59

Piove

Balcone 13,1 mq

Bagno 4,80 mq

7.26

1.69

Pas pian saggio 10,9 i supe ai 5 m riori q

Camera 119 23,51 mq

0.80 2.10

2.3

5 3.83

Camera 120 28,75 mq

0.75 2.10

Piove 6 7 8

Camera 121 23,29 mq

Bagno 4,97 mq

cm

H Da

1.20 2.10

Camera 118 23,42 mq

4.25

v. 110

1 2 3 4 5

Camera 128 22,77 mq 7 6 5 4 3 2 1

12 13 14 15 16 17 18

5.75

Balcone 5,2 mq

3.83

1.70 2.50

0,8 2,50

1.70 2.50

RE

0 I 12 RE . U.S

0.80 2.59

0,80 2,59

0,80 0.92

0.75 2.10

4.64

9

1,48 2,59

Camera 104 26.56 mq

Bagno 4,00 mq

3.63

5,8 mq

15.3

Terrazzo 33,4 mq

Balcone

17 16 15 14 13 12 11 10

Balcone 4,4 mq

4.5

0,80 2,00

0.80 2.10

5.23

4.5

Camera 103 23,70 mq

Balcone 2,3 mq

11

1.20 2.10

3.2

3.51

5.08

5.08

5.08

0,80 2,59

Camera 102 23,60 mq

Camera 101 26,40 mq

5.51

2.19

Bagno 8,40 mq

0.75 2.10

2.22

0.80 2.10

Bagno 4,00 mq

.08

0,80 2,59

Vano Scala

Camera 108 20,83 mq

Terrazzo 34,7 mq

cm

1.5

I 120

2.49

1.20 2.10

REI 120

2.49

Bagno 4,00 mq

0.75 2.10

Bagno 5,60 mq

Camera 109 23,00 mq

Terrazzo 25 mq

4.44

.

0.75 2.10

1.12

1.82

2.5

2.5

0.75 2.10

0.80 2.10

0.80 2.10 1.82

1.20 2.10

0.80 2.10

0.80 2.10 0.80 2.10 2.15

Bagno 0.75 4,00 2.10 mq

Disimpegno H 240 cm 15,92 mq

Disimpegno H 240 cm 8,35 mq

v. 110

H Da

U.S

Bagno 4,80 mq

REI 120

1.04

1.3

1.20 2.10

22

2.10

Bagno 4,800.75 2.10 mq

Bagno 4,80 mq

0.75 2.10

2.7

0.80 2.10

1.20 2.10

Office 2,57 mq0.80

0.80 2.10

0.80 2.10

0.80 2.10

0.75 2.10

U.S. REI 120

0,80 2,59

0.80 2.10

1.78

2.5

REI 120 U.S.

Dis. 2,01 mq

0.75 2.10

Disimpegno H 240 cm 35,78 mq

1.73 1.4

1.05

2.5

Vano Scala

17.13

2.5

0.75 2.10

2.5

Bagno 5,00 mq

0.75 2.10

5.38

Camera 105 22,05 mq

4.21

Camera 106 22,36 mq

5.38

10 11 12 13 14 15 16 17

8 7 6 5 4 3 2 1 0,80 2,59

Camera 107 22,09 mq

8

cm

H Da

0,80 2,59

2.58

9

Bagno 4.54 mq

9

cm

8 16.8

5.23

2,20 2,59

4.36

v. 110

H Da

v. 110

Bagno 4,87 mq

Bagno 4,64 0.75 2.10 mq

3.44

3.54

14

5.15

2,20 2,59

2,20 2,59

Camera 112 22,13 mq

Camera 110 23,17 mq

5.23

16.09 Balcone 11,4 mq

18

1,00 2,59

10

Camera 111 23,21 mq

3.56

Balcone 3 mq

11

0,80 2,59

3.73

2,5 mq

Balcone 8,5 mq

12

3.76

13

1,00 2,59

Balcone 2,5 mq

Balcone 3,8 mq

2,00 2,59

Balcone

43 mq H

D

av . 11

0

cm

Pianta primo piano

Prospetto nord

_la struttura________ L’edificio, concepito con le più moderne tecniche di bioedilizia, è stato realizzato con pareti intelaiate di legno, caratterizzate da ottimi valori di isolamento, e rivestite con elementi in legno massiccio di larice già in stabilimento, cosicché ogni pannello è giunto in cantiere già completo e pronto per essere posato in opera. Anche per la copertura è stato scelto un sistema in legno prefabbricato, il Preconnect®, un prodotto brevettato e certificato Wood Beton, utilizzato per realizzare coperture ventilate, senza getto, che mantiene le caratteristiche di un tetto tradizionale, avendo però un peso proprio non superiore ai 60 kg/m2. Questa tecnologia, inoltre, presenta una maggiore resistenza ai carichi verticali ed elimina l’inflessione verso il basso, tipica degli elementi lignei. Per i balconi dell’hotel è stata effettuata una progettazione puntuale dell’elemento in legno, successivamente prefabbricato e, infine, installato in loco in maniera molto semplice e veloce. I sistemi costruttivi altamente industrializzati hanno permesso di ottenere un’elevata qualità dei manufatti, realizzati secondo un programma di produzione dettagliato e soggetto a controllo diretto e continuo. L’Hotel Des Alpes è un significativo esempio di edilizia industrializzata tailor-made ed è la testimonianza di come sia possibile la collaborazione e la sinergia tra imprese edili tradizionali e aziende innovative. Il risultato dei lavori è una costruzione ben inserita nell’ambiente circostante, caratterizzata da un corretto uso dei materiali e dalla rilettura, in chiave moderna, di alcuni caratteri costruttivi legati alla tradizione, ma realizzati attraverso sistemi innovativi.

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Foto: Croce & Wir

Uno dei salotti nell’area comune. I materiali di finitura delle pareti e delle pavimentazioni, legno e pietra, sono una citazione del contesto montano in cui sorge l’hotel.

_due parole con il costruttore________ Wood Beton, azienda leader nella progettazione e produzione di sistemi costruttivi innovativi, nasce nel 1989 e si afferma sul mercato sia nell’ambito residenziale che in quello delle grandi strutture. La sua volontà di superarsi continuamente si è tradotta nella realizzazione di sistemi industrializzati che hanno cambiato il modo di fare edilizia. Quali sono stati i vantaggi dell’utilizzo di sistema prefabbricati in una struttura come l’Hotel Des Alpes? Per la realizzazione dell’Hotel Des Alpes sono stati impiegati sistemi costruttivi industrializzati che hanno permesso di ottenere un’ottima qualità del costruito, passando in poco tempo dalla fase progettuale alla consegna dell’edificio, con un perfetto controllo dei tempi di cantiere e con la certezza dei costi preventivati. Inoltre, la prefabbricazione ha reso possibile la realizzazione di elementi caratterizzati da isolamenti importanti ma, al tempo stesso, con spessori contenuti e ha garantito agli operatori di lavorare in condizioni sicure. Come si sono integrate la prefabbricazione dei componenti strutturali in legno e gli elementi necessari alla costruzione dell’involucro, in particolare in questo progetto? La scelta del legno ha permesso di realizzare una struttura leggera ed ecosostenibile. I nostri sistemi costruttivi si sono sposati perfettamente con il concept architettonico del progettista e hanno consentito di costruire un edificio dal quale emerge la flessibilità della prefabbricazione, ottenendo una struttura versatile e di design. Qualità ingegneristica, affidabilità, puntualità nel rispetto delle tempistiche, sicurezza in cantiere ed eccellente capacità costruttiva integrata: poche ma importanti parole per riassumere i risultati raggiunti attraverso l’off-site.

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progetti


_due parole con il progettista________ Dopo il diploma di geometra, Domenico Mazza inizia sua attività professionale, che non interrompe neanche quando decide di implementare la sua formazione, laureandosi in Architettura al Politecnico di Torino e proseguendo poi il proprio lavoro come architetto. La passione per l’architettura di montagna si ritrova oggi nei suoi progetti, di piccole e grandi dimensioni, per committenti privati che vogliono una creazione personale e originale. Perché è stato deciso di realizzare questo Hotel, uno dei più grandi della Valle d’Aosta, in legno? Prima della ristrutturazione del Hotel Des Alpes, a Courmayeur non esisteva un albergo di grandi dimensioni tale da ospitare 350-400 persone. Proprio per questo motivo e sulla scorta degli ultimi sviluppi inerenti le attività ricettive e delle continue richieste di strutture di notevoli dimensioni da parte delle grandi aziende alberghiere, la committenza ha voluto ristrutturare l’albergo esistente, ampliandolo per accogliere almeno 140 camere a letto e soddisfare una carenza importante nell’ambito dell’accoglienza. Uno degli obiettivi richiesti dai committenti era la consegna del fabbricato in un anno e mezzo e quindi è stato naturale scegliere il legno che, oltre a essere un ottimo materiale, ha permesso di ridurre i tempi di cantiere grazie alla prefabbricazione di gran parte della struttura.

Nelle camere è sempre il legno il materiale che connota arredamenti e finiture, creando l’atmosfera calda, tipica delle case montane.

Foto: Croce & Wir

Come è stato ridotto l’impatto delle altezze dell’hotel nell’ambiente circostante? L’ambito paesaggistico unico, ai piedi del Monte Bianco, ha rappresentato una sfida importante, che è stata risolta richiamando il contesto e inserendo una struttura – inevitabilmente di grande impatto – che fungesse però quasi da proscenio allo stupendo scenario naturale che fa da coronamento, ma senza invaderlo. L’idea che ha guidato il progetto è stata l’ammorbidire quanto più possibile le linee della struttura evocando le curve morbide della neve accumulata sui tetti, che, sciogliendosi, scivola verso il basso. Anche lo sviluppo del volume su più corpi ha seguito lo stesso principio e si è ispirato all’organizzazione planimetrica dei villaggi montani. Non secondaria è stata infine la cura delle aree verdi, distribuite in piccole colline e arricchite da alberature di alto fusto, che movimentano l’area circostante e incorniciano il bianco del rivestimento per farlo risaltare.

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Copertura, dall’esterno - rivestimento in lamiera - pannello OSB (25 mm) - telo traspirante

- travetti in legno lamellare di abete GL24Hi (h, 240 mm) con interposto doppio strato di lana di roccia (120+80 mm, 40 kg/m3)

- lana di roccia (40 mm, 100 kg/m3) - barriera al vapore - pannello OSB (18 mm)

Parete (sezione orizzontale) rivestimento in larice, dall’esterno - rivestimento in assito maschio-femmina a vista di larice spazzolato (20 mm) - listone in legno massiccio di abete per fissaggio rivestimento (50x40 mm) - listone in legno massiccio di abete per fissaggio rivestimento (40x50 mm) - membrana traspirante per giunti aperti - pannello OSB (18 mm) - lana di roccia (120 mm, 100 kg/m3) - lana di roccia (80 mm, 100 kg/m3) tra travetto in legno lamellare di abete GL24Hi (80x80 m - barriera al vapore - pannello OSB (18 mm) - controparete isolata - doppia lastra in cartongesso

1 2 3 4 5 6 7 8

tasselli a vite in acciaio zincato angolare (120x80 mm, sp. 8 mm) guaina impermeabilizzante travetto in legno lamellare (160x 200 mm) rivestimento in assito maschio-femmina a vista di larice spazzolato (24 mm) coprilfilo a chiusura parapetto parapetto pannelli tamponamento del parapetto

8

8 7

3 1

4

2

5

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progetti

6


A sinistra, prefabbricazione in stabilimento della parete in legno a telaio; a destra, la parete prefabbricata in cantiere.

Qui accanto, assemblaggio in cantiere delle pareti prefabbricate.

A sinistra, il pannello di copertura prefabbricato in legno Preconnect® A destra, la posa in opera della copertura prefabbricata.

A sinistra, la parete prefabbricata in legno a telaio completa del rivestimento in legno, mentre, a lato il rivestimento di facciata in lamiera.

Due momenti dello stato avanzamento lavori.

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Paul Andersen & Paul Preissner

Padiglione USA Biennale 2021

Venezia

AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)



Vista laterale dell’opera architettonica.

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progetti

AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)


AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)

L’installazione architettonica dall’interno.

Ubicazione: Giardini Biennale, Venezia Progetto: arch. Paul Andersen – Independent Architecture, Denver – Colorado (USA); arch. Paul Preissner – Paul Preissner Architects, Oak Park – Illinois (USA) Strutture e costruttore struttura legno: Grosso srl, Meolo (VE) Opere edili: Minto Francesco srl, Venezia (VE) Consulenti: The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York (USA) Direttore Lavori: arch. Giacomo Thiene, Th&Ma architettura, Venezia Lavori: 2021, 19 aprile – 10 maggio Superficie utile: 237,72 m2

American framing Per la 17. Mostra Internazionale di Architettura a La Biennale di Venezia gli Stati Uniti d’America hanno presentato una esposizione che esplora l’ubiquità e il potere estetico della costruzione in telaio ligneo nell’architettura americana. Organizzata dalla University of Illinois Chicago (UIC) con il supporto del Bureau of Educational and Cultural Affairs del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, “American Framing” – questo il nome della mostra – è stata commissionata da Paul Preissner, Associate Professor alla UIC, e co-curata dallo stesso Preissner e da Paul Andersen, Clinical Associate Professor alla UIC. I due architetti (Preissner e Andersen) hanno vinto la open call per il padiglione proponendo un’installazione che riproduce una sezione parziale della struttura delle wood frame houses a grandezza reale è appoggiata alla facciata del padiglione neoclassico, fungendo a sua volta da spazio espositivo e introducendo il tema ai visitatori prima ancora dell’entrata nel padiglione. La struttura è a cielo aperto e chiude il cortile del padiglione statunitense creando una barriera permeabile che consente di intravedere l’edificio classico e di accedere alla mostra attraverso la stessa installazione, la quale è interamente percorribile sui quattro piani, invitando i visitatori a conoscere personalmente le forme e le tecniche del telaio in legno e a osservarne lo scheletro grezzo, toccando le travi lamellari e respirando l’odore del legno mentre si spostano tra i diversi livelli. “American Framing” vuole rappresentare l’architettura del telaio ligneo, il sistema costruttivo più comune negli Stati Uniti e uno dei più importanti contributi del paese alla pratica edilizia, mettendo in primo piano questo elemento architettonico largamente trascurato dal dibattito storico e contemporaneo proprio grazie all’installazione monumentale che enfatizza l’accesso al Padiglione neoclassico degli Stati Uniti d’America e focalizzando l’attenzione su una serie di fotografie, modelli architettonici e arredi commissionati e progettati per l’occasione.

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AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)

L’ingresso alla struttura.

Dettagli in legno lamellare dell’architettura.

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progetti

AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)


AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)

Modelli 3D del progetto.

Il telaio visto dal cortile del Padiglione.

_Timber Frame Exibition________ La mostra proposta dagli USA per La Biennale 2021 riflette sulla costruzione in telaio ligneo, dalla sua storia e cultura alla sua utilità e potenziale progettuale. Sviluppatosi a partire dai primi anni del XIX secolo durante la rapida espansione degli Stati Uniti verso ovest, la costruzione in telaio ligneo è stata introdotta come soluzione pragmatica per sopperire alle necessità infrastrutturali. Grazie alla grande disponibilità di legname, alla semplicità e rapidità di costruzione, il telaio ligneo è diventato simbolo di convenienza nell’architettura americana, ridimensionandone le distinzioni tipologiche e di classe. Allo stesso tempo, l’implicita adattabilità del sistema costruttivo ha offerto un ampio potenziale progettuale la cui rilevanza persiste ancora oggi. Adottando un approccio multi-disciplinare al materiale, la mostra esplora il telaio ligneo attraverso strutture costruite, modelli, fotografie e arredi, oltre alla grande installazione a grandezza reale di accesso al Padiglione che è intervallata da una serie di arredi pensati appositamente per il sito, tra cui sedie, sedie a dondolo e panchine. Questi ultimi elementi sono stati progettati dagli studenti della UIC in collaborazione con Thomas Kelley, Assistant Professor alla UIC e co-fondatore di Norman Kelley con la sua partner Carrie Norman, mentre il cortile del Padiglione degli Stati Uniti d’America è intervallato da panchine ideate dagli studenti della UIC e dalla Clinical Assistant Professor Ania Jaworska. Traendo inspirazione da design americani caratteristici, come gli arredi Shaker e i mobili Crate di Gerrit Rietveld, queste opere rivisitano e reimmaginano gli arredi storici in comune legname dimensionale. All’interno due serie fotografiche, commissionate per l’occasione, esplorano la cultura della costruzione in legno, stabilendo un dialogo con vari modelli architettonici in scala; Daniel Shea, fotografo ed ex-alunno alla UIC, ha documentato fotograficamente le foreste di abete e pino, dall’Alaska al Texas, dove crescono gli alberi da cui si ricava il legname per il telaio ligneo, mentre le immagini di Chris Strong mostrano l’intero spettro della produzione del telaio ligneo, dalla raccolta e preparazione del legname al processo di costruzione, catturando volti e ambienti che rendono questa industria contemporanea una realtà. Alcuni modelli architettonici in scala progettati e realizzati dagli studenti della UIC durante i seminari diretti da Preissner e Andersen completano le fotografie. Nove modelli tracciano la storia del Timber Frame dai primi sviluppi attraverso vari momenti socioculturali del XX secolo. Tra le strutture importanti replicate nei modelli esposti si annoverano la Sears Hillsboro House, una casa mobile degli anni cinquanta, le abitazioni per gli sfollati del terremoto di San Francisco del 1906.

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AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)

In queste pagine due interni del padiglione con gli arredi e alcuni modelli 3D in legno di edifici in Timber Frame.

_due parole con il costruttore________ Grosso Legnoarchitetture è da più di 50 anni protagonista nel settore del legno per l’edilizia, specializzandosi nel corso degli anni nella costruzione di strutture civili e industriali. Opera nell’ambito della bioedilizia, progettando e realizzando case in legno dall’alto valore tecnologico e qualitativo e assicurando rapidità di costruzione, durata, gestione e risparmio energetico. Come siete stati coinvolti nella realizzazione dell’installazione di ingresso al Padiglione degli stati Uniti d’America? Grazie alla lunga esperienza nel settore e alla vicinanza alla città di Venezia, l’azienda negli anni ha eseguito opere di grande prestigio in questo capoluogo che l’hanno portata a essere un punto di riferimento per le strutture in legno in città. Tra le varie realizzazioni, oltre all Molino Stucky, nel 2018 ha partecipato per la terza volta alla ricostruzione del ponte dell’Accademia che, opera molto complessa dal punto di vista architettonico e del giusto utilizzo e durabilità della materia prima, ha confermato il ruolo da protagonista dell’azienda con conseguenti contatti da parte di varie altre realtà del settore. Durante l’esecuzione dell’opera architettonica, Grosso Legnoarchitetture ha avuto un ruolo attivo nella progettazione esecutiva, elemento fondamentale per la buona riuscita della struttura e la grande e scrupolosa attenzione ai dettagli costruttivi, che ci ha permesso di pretagliare tutti gli elementi lignei nei nostri stabilimenti, con il risultato di una brevissima ed estremamente precisa installazione. Questa metodologia costruttiva è stata molto apprezzata dalla controparte statunitense perché, a differenza nostra, la loro tecnica operativa non prevede progettazione esecutiva risultando così molto meno precisa e pratica dal punto di vista logistico.

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progetti


_due parole con i curatori________ Paul Andersen è direttore dello studio Independent Architecture di Denver, i cui progetti speculano sui ruoli che la forma, la ripetizione e la cultura pop giocano in architettura. I suoi progetti hanno vinto numerosi concorsi e premi, tra cui diversi AIA Awards e il Progressive Architecture (P/A) Award. Clinical Associate Professor alla UIC e autore di diversi libri, Andersen è stato docente alla Harvard University e alla Cornell University. Qual è l’obiettivo di questa installazione? Vogliamo lavorare su un tema prettamente americano e aprire nuove possibilità per la progettazione. La mostra guarda alla storia del telaio ligneo ipotizzando come gli edifici possano essere differenti se riducessimo o esagerassimo il sistema costruttivo stesso. Siamo incredibilmente onorati di rappresentare il nostro paese alla Biennale di Architettura. Come architetti e docenti, ci capita spesso di esplorare come l’architettura ordinaria possa essere una piattaforma per idee e discorsi nuovi. Paul Preissner è il fondatore di Paul Preissner Architects con sede a Chicago. Il suo lavoro è stato esposto negli USA e all’estero e il suo progetto per il Ring of Hope a Chicago è stato insignito del Progressive Architecture (P/A) 2019. Ha anche contribuito con saggi sull’architettura per varie pubblicazioni. Associate Professor alla UIC, ha insegnato alla Columbia University GSAPP, alla Syracuse University, all’University of Pennsylvania, all’University of Nebraska, alla School of the Art Institute di Chicago e al Southern California Institute of Architecture.

AMERICAN FRAMING, Pavilion of the United States, 2021 (photographs: Paul Preissner)

Perché un’installazione dedicata al telaio in legno? Dedicando un’intera mostra al telaio in legno – il fondamento dimenticato dell’architettura americana – il nostro intervento alla Biennale di quest’anno nobilita un sistema costruttivo spesso tralasciato o ignorato. Nel 2000, sia io che Paul abbiamo partecipato al Padiglione degli Stati Uniti da studenti per le nostre rispettive università e siamo felici di poter condividere questa stessa opportunità con gli attuali studenti della UIC, orgogliosi di mostrare il loro lavoro al mondo.

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Dall’alto: collocazione del Padiglione degli Stati Uniti all’interno dei Giardini delle Esposizioni d’Arte della Biennale; la pianta e la sezione del Padiglione neoclassico con l’installazione a scala reale dedicata all’American Timber Frame.

LEGENDA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25

Svizzera Venezuela Russia Giappone Germania Canada Gran Bretagna Francia Cecoslovacchia Svezia - Norvegia Danimarca Bookshop Spagna Belgio Olanda Italia Finlandia Ungheria Israele Stati Uniti d'America Uruguay Australia Grecia Brasile Austria

2.10 25 1.99 1.84

.76

.86

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2.19 1.02

24 2.12

1.78

3.02

16 1.50

18

1.54 1.75

2.35

1.54 1.65

15

17

1.88

19

23 21 22

20

4.40

1.85

9

10

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11

1.90

1.90

3.70

14

8

2.02

5.24

5.05 5.63

2.00

1.83

2.35

2

1

1.70 1.79

7

1.80

2.02

1.53

5.90

6.50

5.27

3

6 5

6.20

1.66

2.23

4

1.64

5.43 1.71

2.04 1.56

1.53 1.50

1.28

SVEZIA - NOR

RAELE 1.25 pendenza 8%

3.25

pendenza 8%

-1.12

1.52

3.30

3.36

1.37

1.52 -1.25

0

4.0

2.96

ramp

-1.16

-1.16

-1.17 to fill with ground

heigh lower branch (pavilion side) = 6,10 m

heigh lower branch (pavilion side) = 9,00 m

4

3.45

1.44

0.18

0.08

0.15

1.44

4.84 4.43

4.93

1.93

2.60 2.92

1.53

0.00

4.80

2.96

0.67

-1.25 terreno

0.15

-1.25 terreno

-1.15

0.41 0.14

1.42

ramp

1

heigh lower branch (pavilion side) = 3,32 m

heigh lower branch (pavilion side) = 5,20 m

2

3

26.68

3.31

siepe

12.31

2.74

0.26

1.05

0.26

2.18 0.31

2.74

0.10

0.27

2.96

2.73

0.41

0.10

0.12

massetto

0.25

4.79

0.15

1.42 ramp

0.13

0.39

2.92

0.15 soletta

5.69

32 legnoarchitettura_42

progetti

to fill with ground 1.37

1.03 ramp

ground level


Le foto selezionate in questa pagina riportano la fase di costruzione del secondo e terzo piano e dell’opera ultimata.

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David Benedetti; Claudio Lastrucci

Orlando in Chianti Glamping Resort Cavriglia


Il complesso dell’Orlando in Chianti Glamping Resort.

Il bar della struttura.

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progetti


La terrazza, sala-ristorante esterna.

Ubicazione: Cavriglia (AR) Progetto: arch. David Benedetti, San Giovanni Valdarno (AR); arch. Claudio Lastrucci, Terranuova Bracciolini (AR) Strutture: ing. Michele Gabiccini, ing. Stefano Gargiani – Arredoline Costruzioni Srl, Bibbiena (AR) Costruttore struttura legno: Arredoline Costruzioni Srl, Bibbiena (AR) Lavori: aprile – giugno 2012; novembre 2019 – giugno 2020 Superficie utile: ca. 600 m2 (bar, ristorante, cucine)

Glamour camping A 800 m s.l.m. in Toscana, al centro di un triangolo che ha per vertici le città di Arezzo, Firenze e Siena, sorge l’Orlando in Chianti Glamping Resort, un luogo dove il campeggio trova una nuova dimensione, una fusione tra glamour e camping accompagnata da servizi da resort. Sulla sommità del complesso, in posizione dominante e in una delle poche radure del sito, caratterizzato dalla presenza di boschi di querce e castagni, è collocato il fabbricato che ospita il ristorante a servizio dell’attività ricettiva, realizzato in legno e in bioedilizia su scelta della committenza per soddisfare i tempi di esecuzione molto rapidi. In soli tre mesi, infatti, la struttura è stata costruita con un sistema platform frame per il bar e il ristorante e in travi e pilastri con copertura in capriate di legno per la sala esterna. L’edificio, posto in una zona baricentrica del sito a dominare dall’alto tutto il resort, si sviluppa su un unico livello, pur presentando diverse altezze che hanno permesso la realizzazione di una terrazza panoramica alla quale si accede sia dall’interno sia dall’esterno. La tipologia architettonica trova ispirazione nella tradizione rurale della zona del Chianti, con i suoi edifici a torre rivestiti in pietra dalle piccole aperture o intonacati con tetto a capanna, elementi che si ritrovano – rielaborati – nel nuovo fabbricato. Dopo alcuni anni, nel 2019 per l’esattezza, la necessità di ampliare i locali dei servizi, la cucina e la terrazza-sala ristorante ha portato la proprietà, ancora una volta, a scegliere il legno come sistema costruttivo, anche se la rapidità esecutiva questa volta è stata messa alla prova dal lockdown dello scorso anno, consentendo quindi l’inaugurazione dell’ampliamento solo a giugno 2020. In questo secondo intervento è stata prevista anche la realizzazione di un accesso esterno alla terrazza panoramica sul tetto piano dell’immobile con una scala che, essendo esterna, costituiva una potenziale criticità; tuttavia, in fase progettuale, con l’adozione di una struttura in acciaio sovrastante la parte in legno e da questa separata, il problema è stato risolto così da non interferire con l’impermeabilizzazione e la durabilità dell’opera.

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In alto, una vista notturna dall’alto del Glamping Resort. A lato, un dettaglio delle facciate rivestiste con pannelli in pietra ricostruita.

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progetti


Pianta piano terra

Prospetto sud-ovest

Prospetto est

Prospetto sud

Prospetto nord-ovest

_la struttura________ In un complesso ricettivo come l’Orlando in Chianti Glamping Resort, uno dei requisiti imposti dalla normativa è la resistenza al fuoco della struttura; in questo specifico caso era richiesta una compartimentazione con un REI120 dei locali delle cucine e un R60 per la parte in legno della sala esterna. Per soddisfare tali esigenze, il costruttore della struttura in legno ha valutato idonea la compartimentazione con pannelli in calcio silicato tra la zona cucina e l’area bar-ristorante, mentre per la sala ristorante esterna è stata adottata una soluzione basata sul calcolo della velocità di carbonatazione del legno e si è inoltre previsto, per le componenti strutturali in acciaio la cui resistenza al fuoco è determinata dalle “temperature” (componente difficilmente prevedibile), l’utilizzo di protezioni in legno, realizzate anche attraverso artifici architettonici. Visto che il committente desiderava un edificio che formalmente richiamasse l’architettura vernacolare del Chianti, l’intera ossatura portante è stata rivestita con pannelli in pietra ricostruita, valutandone le caratteristiche di idoneità alle peculiarità dell’ambiente di posa, come, ad esempio, resistenza meccanica, qualità degli ancoraggi, resistenza del colore al dilavamento, ecc. L’adeguato comfort abitativo è stato raggiunto mediante coibentazioni interne alle pareti, prestando particolare cura alla zona del solaio della terrazza che è stata isolata e protetta con barriera a vapore e controsoffitto interno. A difesa di questo “pacchetto” sulla superficie della terrazza è stata posata una doppia impermeabilizzazione con guaine bituminose e, dal momento che la superficie esterna della terrazza presentava una doppia pendenza verso i lati esterni per garantire adeguato deflusso meteorico, si è predisposto un pavimento galleggiante con piastrelle in cemento a piedini plastici registrabili consentono all’acqua di scorrere sopra e sotto, sulle guaine impermeabili, e defluire fino ai boccagnoli posti sulla facciata. Per assicurare la durabilità dell’opera, tra la parete esterna e il rivestimento in pietra ricostruita, che non garantisce l’impermeabilità, è stato inserito un telo traspirante impermeabile.

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Uno scorcio della sala interna con lo slogan del Glamping – “Vacanze col cuore!” – evidenziato sulla lavagna-menù.

_due parole con il costruttore________ Arredoline Costruzioni è specializzata nella costruzione di edifici in bioedilizia, strutture esclusive, “pezzi unici” esattamente attinenti al dettato architettonico della committenza. L’ufficio tecnico, interno all’azienda, accompagna il cliente in ogni fase della realizzazione dell’edificio; dalle pratiche edilizie ed urbanistiche, fino alla cura degli interni. Quali accorgimenti sono stati presi per garantire la durabilità dell’opera sia a livello dell’attacco delle pareti alla fondazione che del solaio ligneo della terrazza al piano primo? Le pareti sono state staccate dal livello del finito interno ed esterno mediante un cordolo in c.a. opportunamente impermeabilizzato esternamente e sul quale è stata posta una guaina tagliamuro, prima della posa delle pareti lignee; tale guaina evita la risalita capillare dell’umidità nel legno e assicura un’eccellente impermeabilità all’aria. Per quanto riguarda il solaio della terrazza, invece, la durabilità dello stesso è stata assicurata da uno strato di regoli di aerazione e pannelli lignei in pendenza e da una successiva doppia impermeabilizzazione con guaine bituminose. Inoltre, si è predisposto un pavimento galleggiante con piastrelle in cemento a piedini plastici registrabili per il terrazzo; l’acqua quindi, oltre che scorrere “sopra” poteva anche scorre “sotto”, sulle guaine impermeabili, e defluire fino ai boccagnoli posti sulla facciata. Come sono state progettate e valutate le azioni sui parapetti lignei della terrazza panoramica, vista la grande possibilità di affollamento di tale area? Per sopperire alla possibilità di affollamento della zona terrazza e quindi alle azioni di spinta sul parapetto ligneo, si è pensato di far proseguire le pareti del piano inferiore fin sopra al piano terrazza in modo da creare con le stesse anche la balaustra in legno. Tale parapetto presentava un cordolo ligneo continuo in sommità la cui necessità strutturale di una sezione maggiore dei montanti di parete lo portava a sporgere rispetto al filo interno del parapetto; tale configurazione è stata mascherata da un’opportuna impermeabilizzazione e da scossaline, oltre che da un sistema di illuminazione sottostante al corrimano stesso.

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progetti


_due parole con il progettista________ L’architetto David Benedetti, uno dei due progettisti del Glamping Resort, ha lavorato soprattutto nel pubblico, realizzando scuole, centri polivalenti, parcheggi e piazze, non tralasciando tuttavia anche edilizia residenziale e turistico ricettiva private. Avendo realizzato diversi progetti in legno anche in collaborazione con altri studi, l’architetto conosce bene questo materiale in cui crede fortemente. Da quest’anno ha assunto la direzione tecnica di una società di sviluppo immobiliare, occupandosi dei progetti residenziali. Cosa ha comportato la progettazione di un edificio in legno con questa destinazione d’uso? A mio parere, una struttura in legno porta con sé dei vantaggi soprattutto in fase realizzativa in quanto, è ormai risaputo, permette di accorciare i tempi di cantiere e la stiamo anche rivalutando nei confronti dell’acciaio per l’antincendio, poiché il legno, pur richiedendo un maggiore sforzo in fase di progettazione con analisi più approfondite rispetto ad altri sistemi, garantisce prestazioni migliori. Quando si tratta di effettuare varianti o interventi successivi, una struttura in legno potrebbe offrire qualche resistenza in più, ma è un’ottima tecnologia strutturale e la propongo spesso ai miei clienti. A suo parere, quale futuro può avere il legno come materiale costruttivo in edifici destinati ad attività ricettive? Credo che avrà un buon sviluppo e spero che ce l’abbia perché è un ottimo materiale secondo molti punti di vista: è leggero e mantiene quasi inalterate le sue caratteristiche nel tempo se confrontato, ad esempio, col cemento armato. L’acciaio potrebbe essere un’alternativa valida al legno ma presenta problematiche maggiori sull’antincendio che, invece, con una struttura in legno si risolvono in maniera più facile. Spero veramente che si continui a investire su questa tecnologia. Quale sarà il futuro del legno? Basta pensare ai palazzi cinquecenteschi e ai loro solai in legno che danno meno problemi delle tecnologie utilizzate nel Novecento!

La sala-ristorante interna con le capriate in legno che accompagnano lo sguardo fino all’area esterna.

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1

7

2 2

3

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Dettaglio capriata grande, sala ristorante esterna 1 puntone: sez. 240X320 mm in legno lamellare GL24 2 nr. 4 viti: ∅ 8x200 mm con rondella 3 monaco: sez. 240X320 mm in legno lamellare GL24 4 nr. 2 viti: ∅ 10x200 mm su bassofondo diametro 20x50 mm 5 catena: sez. 240X320 mm in legno lamellare GL24 6 sostegno catena 7 trave di colmo: sez. 240X480 mm in legno lamellare GL24 8 capitello in legno lamellare GL24 di protezione R60 della piastra

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Le fotografie di cantiere di questa pagina mostrano le varie fasi costruttive della struttura in legno a telaio.

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Perathoner Architects

Linder Cycling Hotel

Foto: Tiberio Sorvillo

Selva di Val Gardena



Foto: Tiberio Sorvillo

La zona ristorante. Il legno presente sulla facciata esterna entra nell’edificio, rivestendo gli ambienti interni.

Foto: Tiberio Sorvillo

Un salottino nella lounge area dell’hotel con una delle tende metalliche fotostampate alle spalle.

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Ubicazione: Selva di Val Gardena (BZ) Progetto: Perathoner Architects, Selva di Val Gardena (BZ) Strutture: Holzner & Bertagnolli Engineering srl, Lana (BZ) Costruttore struttura legno: Aster srl, San Genesio (BZ) Consulente: Studio Delazer, Ortisei (BZ) Impianto elettrico: Elektro Bergmeister, Ortisei (BZ) Impianto idraulico/aerazione: Dejori Ewald, Ortisei (BZ) Lavori: aprile 2020 – Dicembre 2020 Superficie utile: 250 m2 Superficie utile: 4.700 m2

Foto: Tiberio Sorvillo

Uno scorcio delle facciate lignee dell’hotel.

Wood is the new black! Nel centro di Selva di Val Gardena, proprio nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, si trova il Linder Cycling Hotel, circondato da paesaggi mozzafiato che, con viste spettacolari sulle maestose montagne, tra cui il Sassolungo e il massiccio del Sella, hanno reso il pittoresco paese altoatesino un luogo di villeggiatura ideale per chi ama fare escursioni in estate, chi è in cerca di relax e per chi in inverno si cimenta fin dagli anni Sessanta con le innumerevoli piste di discesa e i tracciati per lo sci di fondo. Proprio in quel periodo, infatti, inizia la storia dell’Hotel, costruito nel 1964 e guidato con successo per oltre 5 decenni dalla famiglia Linder. Dopo varie ristrutturazioni, riconversioni, un cambio generazionale nella gestione alberghiera e l’acquisto di una proprietà confinante, nel 2015 nasce l’idea di ampliare il fabbricato dall’architettura tradizionale e cambiare l’immagine della struttura per far fronte ai continui sviluppi del turismo e alle elevate esigenze degli ospiti in vacanza. Affidato allo studio Perathoner Architects, il progetto di riqualificazione ha previsto l’ampia conservazione del tessuto edilizio esistente e la sua estensione sulla proprietà di nuova acquisizione, il tutto racchiuso in una scultorea facciata in legno, contemporanea e architettonicamente uniforme la quale è diventata il biglietto da visita dell’hotel. Al piano terra dell’edificio ampliato sono stati realizzati la nuova reception, due back office, una sala eventi separata e diverse aree lounge, che costituiscono anche il passaggio al volume esistente nell’area bar e al ristorante, quest’ultimo completamente ristrutturato. I livelli superiori accolgono un totale di 42 camere e suite, alcune delle quali di nuova creazione – costruite in legno lamellare – o completamente rinnovate per non lasciare nulla a desiderare in termini di comfort e design. Soluzioni innovative ed equilibrate hanno assemblato dunque in modo sapiente ogni elemento costruttivo, uniformando coerentemente il vecchio e il nuovo e donando al Linder Cycling Hotel una veste elegantemente moderna e allo stesso tempo fedele alla tradizione.

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Foto: Tiberio Sorvillo

Il prospetto principale della struttura ricettiva con il particolare pattern geometrico.

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Rendering del progetto verso il giardino interno.

Rendering del progetto con gli affacci sulla strada di accesso.

_la facciata e l’ampliamento________ Lo stile architettonico desiderato per la facciata era particolare, moderno, ma allo stesso tempo dal design discreto, in grado di inserirsi armoniosamente nel contesto paesaggistico di un tipico paese di montagna ed è stato concretizzato grazie a una geometria dalle linee contemporanee, resa con materiale scuro, unita alla calda retroilluminazione, a creare un suggestivo gioco di luci e ombre che esalta la tridimensionalità della facciata e la rende davvero unica nel suo genere. L’esterno del Linder Cycling Hotel, infatti, è caratterizzato da listelli in legno massiccio di larice locale, fresati su misura con macchine CNC e intrecciati a formare un motivo geometrico. Per minimizzare il lavoro di montaggio in loco, l’azienda produttrice, unendo i listelli e realizzando anche le forature per l’installazione delle luci, ha prefabbricato dei pannelli di legno i quali sono stati fissati in cantiere tra i balconi e l’ampia vetrata della sky pool, integrandoli perfettamente. Oltre al restyling dell’intera facciata, la stessa ditta si è occupata anche della costruzione della nuova ala. Tutti gli ampliamenti dell’edifico preesistente sono stati eseguiti completamente in legno: per il solaio e le pareti sono stati utilizzati pannelli in X-lam. Anche il tetto – di quasi 700 m2 – è stato rifatto interamente in legno e rivestito integrando l’isolamento termoacustico e riducendo così il consumo energetico e il passaggio di rumore al fine di garantire agli ospiti il massimo comfort.

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Foto: Tiberio Sorvillo

La zona relax all’ultimo piano della nuova ala dell’edificio.

_due parole con i costruttori________ L’impresa di maestro artigiano ASTER è nata nel 2001 dalla fusione di tre falegnamerie. Nel 2008, ai lavori di carpenteria si aggiunge la produzione di porte di qualità in legno. Con oltre 80 collaboratori, ASTER è oggi una delle imprese più importanti in Alto Adige nel settore ed è il partner ideale per realizzare case in legno, alberghi, capannoni ed edifici commerciali, sopraelevazioni e ampliamenti, ristrutturazioni, tetti e facciate, porte e portoncini. Potete definire numericamente il lavoro che è stato eseguito per la facciata? Per realizzare l’intera facciata di 3600 m2 sono stati impiegati circa 50.000 listelli di larice locale massiccio. I tre pannelli fresati CNC con il motivo geometrico tridimensionale, rivestono i 55 m2 sopra all’insegna dell’hotel. Questi sono stati assemblati, verniciati e spazzolati a mano dai nostri artigiani in azienda per poi installare la retroilluminazione ed essere montati sulla facciata finita. Come è avvenuta la trasposizione del progetto che l’architetto ha predisposto per la facciata alle macchine di produzione e cosa ha significato effettuare questa particolare lavorazione? Ogni interpretazione architettonica viene sviluppata insieme all’architetto stesso per condurlo verso una realizzazione fattibile, duratura ed esteticamente appagante. Hubert Gruber, CEO di Aster e responsabile del progetto, collabora ormai da anni con Perathoner Architects e con Rudi Perathoner, questo grazie alla sua capacità di interpretare il pensiero dell’architetto e trasporlo su legno più fedelmente possibile. Nel caso del Linder Cycling Hotel, insieme ai proprietari, è stato sviluppato un campione 1:1 della facciata decorativa a partire da un disegno dell’architetto. Questo campione in legno è stato verniciato e spazzolato e esposto alle intemperie per testarne l’evoluzione del materiale e del colore. Una volta confermato, il motivo geometrico è stato tradotto in linguaggio CAD/CAM per realizzare fedelmente con le macchine CNC i pannelli decorativi definitivi della facciata.

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_due parole con il progettista________ Architettura, urbanistica e interior design: questi sono i campi in cui spazia lo studio dell’arch. Rudi Perathoner che con i suoi collaboratori accompagna i committenti con passione e competenza durante l’intera evoluzione e gestione del progetto. Quali sono state le motivazioni che hanno portato a scegliere questa particolare facciata per l’Hotel Linder? I proprietari dell’albergo Linder avevano l’obiettivo di ampliare la loro clientela, attirando anche un pubblico giovane che predilige un’architettura più contemporanea. Questo ci ha portato, soprattutto nella parte riqualificata che presenta una struttura in laterizio, a progettare una facciata in legno molto particolare che mostrasse un’espressione un po’ più azzardata. Il pattern geometrico che si è venuto a creare accostando gli elementi in legno di larice porta infatti lo storico hotel a pieno diritto nel XXI secolo.

Foto: Tiberio Sorvillo

Oltre a quanto già illustrato, quali sono state le altre richieste progettuali per l’Hotel Linder? In aggiunta al collegamento esteticamente proporzionato tra l’edificio vecchio e quello nuovo, ci sono state numerose sfide da affrontare in fase di progettazione, in particolare quella inerente la disposizione del terreno edificabile e, più precisamente, la necessità di accogliere nell’ampliamento non solo lo spazio richiesto ma anche 35 posti auto previsti dalla normativa urbanistica. Ciò è stato ottenuto in quattro piani interrati, richiedendo uno scavo profondo più di 12 metri che, data l’immediata ubicazione sulla strada e dell’edificio esistente, è stato tecnicamente impegnativo.

La sky pool riscaldata.

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Disegni e lavorazioni di dettaglio della facciata lignea.

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Fasi di realizzazione dell’ampliamento in X-lam e di posa della facciata sulla struttura esistente.

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Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto


SeArch

Innovation Square Center Torino


Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto

Vista complessiva del nuovo nucleo in legno dell’Innovation Square Center che, con le sue forme curvilinee, emerge dalle linee rette e dalla precisa geometria dell’edificio esistente.

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Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto

Con l’obiettivo di creare spazi dove sia piacevole lavorare, riunirsi, incontrarsi e quindi favorire creatività e produzione, le forme e dimensioni sono flessibili, con diverse sistemazioni informali, per agevolare meeting brevi, spontanei e incoraggiare lo scambio di idee.

Ubicazione: Torino Progetto: Collettivo seArch, Torino Capogruppo: arch. Francesco Vaj – studiovaj, Chivasso (TO) Team di progetto: arch. Claudio Fluttero; arch. Chiara Gea; arch. Federico Degioanni; arch. Luca Fabbian; arch. Rocco Creazzo Strutture, impianti e DL: ing. Giacomo Occhilupo, ing. Francesco Cardone, ing. Fabio Simeone, ing. Giovanni Cassano – Ferplant srl, Torino Costruttore struttura legno: Abitare Legno, Castiglione Torinese (TO) Esecutivo struttura legno: Fabrizio Carosso, ing. Luca Borello – Abitare Legno, Castiglione Torinese (TO) Lavori: 2020 Superficie generale intervento: ca. 5.000 m2 Superficie coperta struttura legno: ca. 250 m2 Superficie utile struttura legno: ca. 600 m2

Legno smart Nel 2018 la società dell’automotive Sigit Spa bandì un concorso di progettazione riservato a progettisti under 40, finalizzato alla riqualificazione dell’edificio Mario Gros di Corso Orbassano a Torino e con lo scopo di dare vita all’Innovation Square Center della città sabauda, centro che avrebbe ospitato la nuova sede di R&S di Sigit. Un progetto ambizioso, che voleva snodarsi sulle linee guida del recupero edilizio, dell’efficienza energetica e della sostenibilità degli spazi. Il concorso venne vinto dal collettivo SeArch, con capogruppo l’arch. Francesco Vaj, la cui proposta progettuale è scaturita dagli spunti inseriti nel documento preliminare alla progettazione dove si faceva cenno a un edificio nell’edificio con previsione di spazi per startup, co e smart working. Il concept si è quindi ispirato a un uovo che con il guscio rigido e l’albume – metafora della società consolidata – protegge il tuorlo (in questo caso le nuove idee) permettendo lo sviluppo della vita all’interno. Tutto ciò si è tradotto nell’inserimento all’interno dell’involucro esistente di una nuova struttura nastriforme in legno formalmente molto diversa, riconoscibile e stimolante, la quale è volutamente scollegata dalla preesistenza poiché porta in sé logiche diverse, ospitando oggi le parti più creative e dinamiche dell’intero fabbricato. Il nuovo nucleo di legno si appoggia infatti delicatamente all’interno del volume e la sua costruzione è mutabile e reversibile, in quanto la sua struttura e i suoi impianti sono indipendenti da quelli dell’edificio principale; in questo modo, se nel tempo dovessero cambiare le esigenze, si potranno modificare gli spazi e convertire le sale riunioni in postazioni di lavoro o viceversa con pochi interventi. Flessibilità e leggerezza dunque per una completa reversibilità dell’intervento. L’accentuare, infine, la diversità delle forme e dei materiali tra il vecchio “guscio”, seppur riqualificato e recuperato, e il nuovo “tuorlo” vuole rimarcare consapevolmente il contrasto tra le funzioni ospitate e il resto dell’edificio.

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Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto

Al fine di assicurare la giusta quantità e qualità di luce naturale all’interno degli spazi lavorativi del corpo in legno, le “coperture” sono vetrate, creando così spazi luminosi, trasparenti dove è sempre percepibile il rapporto con il contesto.

Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto

L’edificio esistente è stato completamente ristrutturato conservando il disegno originario della struttura che ha assunto un’importanza architettonica fondamentale fin dai primi concept di concorso.

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_la struttura e la sostenibilità________ Il tema dominante dei nuovi volumi è il legno, anch’esso un materiale vivo, di ornamento a se stesso grazie alle trame delle sue venature. Le linee sinuose del volume di nuova costruzione sono state ingegnerizzate con pareti a telaio centinate, prefabbricate in stabilimento allo stadio grezzo e rivestite in abete una volta posate in opera. Sono stati utilizzati abete per l’anima e le facce a vista degli elementi prefabbricati, gessofibra e OSB3 per i controventi e isolanti fibrosi a media densità per il riempimento dei telai tra i montanti portanti. I solai sono stati realizzati con pannelli pieni in lamellare sdraiato di abete, una scelta allo stesso tempo estetica e funzionale, che ha garantito un piacevole e moderno effetto estetico e la possibilità di ridurre le sezioni dei solai anche con luci importanti. Alla scelta attenta dei materiali è stato affiancato un accurato studio degli aspetti energetici senza trascurare il comfort dell’ambiente di lavoro. Al fine di conseguire la classificazione nZEB dell’edificio esistente si sono adottati i più efficienti sistemi di produzione e utilizzazione dell’energia elettrica, termica e frigorifera, quali fotovoltaico, pompa di calore geotermica, LED, sistemi di recupero attivi e molto altro ancora.

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Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto

Il nastro continuo della struttura lignea si trasforma da collegamento tra le varie aree a chiusura degli ambienti di lavoro che hanno più bisogno di privacy, quali le sale riunioni, le aree di preparazione prototipi e gli uffici di startup e coworking. Qui uno degli spazi di aggregazione. L’intera ristrutturazione dell’immobile e lo studio del sistema edificio-impianto per conseguire la classificazione nZEB sono stati effettuati da Ferplant srl, società rivolta alle tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili, all’innovazione e allo sviluppo di nuovi progetti attraverso una continua ricerca, anche in campi ancora poco esplorati.

_due parole con il costruttore________ Abitare Legno è specializzata nell’ingegnerizzazione e nella realizzazione di edifici e soprelevazioni in legno con elevate prestazioni energetiche e di coperture civili e industriali con elementi in legno massiccio e lamellare in abete e larice, pannelli in legno multistrato e X-lam. Grazie al sistema di tracciabilità del materiale in stabilimento, viene garantita la certificazione di qualità, un percorso che permette all’azienda di essere riconosciuta come parte della catena di custodia del legname secondo gli standard PEFC. Cosa ha comportato, dal punto di vista logistico, costruire una struttura in legno all’interno di un edificio esistente? La costruzione di un edificio “built-in” è sicuramente una sfida singolare ma molto avvincente. Per il numero e la particolarità delle problematiche, non è assimilabile alla realizzazione di un edificio in alta quota (N.d.R. legnoarchitettura 38, pagg. 97-103) ma a suo modo richiede specifiche programmazioni e ingegnerizzazioni. In questo caso, sebbene gli spazi interni fossero ampi, non è stato possibile organizzare trasporti con mezzi troppo grandi, vista la mancanza di spazio di manovra sufficiente. Inoltre, abbiamo dovuto optare per un mezzo telescopico gommato in grado di muoversi agevolmente all’interno e di trasferire i materiali dall’area esterna di scarico all’area di posa in opera, oltre a movimentarli in altezza per la posa. Le finiture interne ed esterne sono state invece realizzate in opera, in quanto una prefabbricazione più spinta avrebbe potuto danneggiare i componenti delle pareti in occasione del loro handling. Come è avvenuta l’ingegnerizzazione del progetto? È stato un percorso interessante! Le strutture portanti delle pareti e dei solai sono state tutte dimensionate in funzione non solo dei calcoli strutturali, ma anche degli spazi di manovra del mezzo telescopico, per evitare tempi lunghi di movimentazione del singolo pezzo sul cantiere, e delle portate di carico del mezzo che lo avrebbe movimentato e posizionato nella sua sede di posa, anche in quota. Grande attenzione è stata posta anche agli elementi curvilinei: in questo caso ci si è dovuti concentrare in particolare sul perfetto allineamento degli elementi e sul rispetto maniacale delle quote di progetto. Un oggetto bellissimo ma molto complesso, che ha costituito una sfida di tutto rispetto!

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_due parole con il progettista________ seArch è un collettivo di giovani architetti con base a Torino che si occupa di architettura, urbanistica e design con particolare interesse rivolto alla partecipazione a concorsi di progettazione architettonica, dove le diverse esperienze maturate dai singoli vengono messe in campo al fine di sviluppare un approccio multidisciplinare in ogni intervento. Collettivo seArch è composto da: Francesco Vaj, Federico Degioanni, Luca Fabbian, Chiara Gea, Claudio Fluttero, Rocco Creazzo. Dalle richieste del bando di realizzare un edificio nell’edificio come si è giunti alla scelta di una struttura in legno per il progetto? L’idea generatrice è quella di un uovo, con il suo guscio rigido (l’edificio esistente) che protegge il tuorlo (il nuovo volume) permettendo lo sviluppo della vita all’interno. Il nuovo volume centrale ha caratteristiche formali e materiche molto diverse dall’esistente, con l’intenzione di renderlo fortemente riconoscibile anche dall’esterno. La scelta del legno è stata dettata dall’esigenza di avere una certa leggerezza strutturale e cantierabilità pur lavorando con le forme curve che caratterizzano il nuovo fabbricato. I ridotti spazi di manovra hanno portato a una soluzione con parti prefabbricate a telaio e parti assemblate in opera, pur mantenendo la totale reversibilità della struttura.

Un dettaglio del nuovo corpo in legno. Spazi di distribuzione verticali e orizzontali si fondono e divergono mettendo in evidenza la precisione e l’accuratezza delle lavorazioni.

Foto: Francesco Vaj; Matteo Brusaschetto

Quali sono state le strategie energetiche – passive e attive – adottate nella riqualificazione dell’intero complesso? L’obiettivo è stato quello di realizzare un edifico a “energia quasi zero” (nZEB), lavorando sull’involucro e sull’efficienza del sistema impiantistico. Dovendo intervenire su una preesistenza, sono stati realizzati cappotti termici in lana minerale. La componente trasparente ha sistemi a finestra e sistemi a facciata continua con triplo vetro e gas Argon, con elementi oscuranti integrati. Il sistema di generazione dell’impianto di riscaldamento/raffrescamento è a pompa di calore acqua-acqua (geotermica), collegata con travi fredde sospese a soffitto, con una VMC con recuperatore di calore. È inoltre presente un impianto fotovoltaico da 60 kW in copertura che copre il 75% del fabbisogno di energia elettrica mentre l’impianto geotermico copre l’80% del fabbisogno di energia termica.

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La sequenza 3D dell’edificio in cui i vari colori identificano i differenti elementi che compongono la struttura. Questo permette di sottolineare come nuove forme di architettura, nuove idee creative non subiscono i materiali, ma li plasmano affinché si adeguino a forme e concetti innovativi. La lavorabilità del legno, in questo caso e non solo, è massima; superata infatti l’idea che il legno sia disponibile solo nella sua forma “massiccia” – oggi che i lamellari, i multistrati, i compositi sono entrati nel know-how quotidiano di un’azienda –, ci si accorge che realizzare forme nuove e complesse è possibile.

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Alcune immagini della realizzazione della struttura in legno. È interessante notare come il legno costituisca un sistema costruttivo tutt’altro che chiuso, molto aperto invece alla cooperazione con altri elementi costruttivi quali il vetro e l’acciaio, con i quali condivide la prefabbricazione di dettaglio, l’utilizzo di sistemi costruttivi a secco, la modularità e la customizzazione. Tutti elementi che sussistono in questo progetto e che sono stati inseriti per motivi estetici (le coperture in cristallo pedonabili e non) o strutturali. Alcuni elementi portanti dei solai sono infatti realizzati in acciaio per consentire di ridurre le sezioni, rispettando le quote di progetto vincolanti, e realizzare luci particolarmente ampie senza appoggi.

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Giorgio Motta

Grocery Store

Foto: TP4 ASSOCIATI

Como



Foto: TP4 ASSOCIATI

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Foto: TP4 ASSOCIATI

Ubicazione: Como Progetto: arch. Giorgio Motta – TP4 Associati, Cantù (CO) Strutture: ing. Silverio Tettamanti, Cermenate (CO) Costruttore struttura legno: Rubner Holzbau srl, Bressanone (BZ) Costruttore struttura c.a.: Magnetti spa, Carvico (BG) Impianti meccanici: ing. Marco Fortis, Como Impianto elettrico e illuminotecnico: p.i.e. Stefano Colombini – Studio CS Progetti, Cornaredo (MI) Lavori: Lotto 1, dicembre 2017-novembre 2019; Lotto 2, gennaio 2020-aprile 2021 Superficie verde: ca. 3.200 m2 Superficie utile: ca. 5.250 m2 (Lotto 1); 4.035 m2 (Lotto 2)

Comprare sostenibilmente Nel Codice Etico di COOP Lombardia “… la sostenibilità, intesa come responsabilità economica, sociale e ambientale...” è il fondamento del governo della stessa Cooperativa e del Gruppo e, coerentemente con quanto espresso, anche nel nuovo Grocery Store di via Cecilio a Como l’idea di sostenibilità è il fulcro da cui si sviluppa tutto il progetto. A partire dal sito scelto per l’intervento, l’area dismessa della ex Mercedes acquistata e riqualificata senza consumo di suolo; e ancora: il vecchio fabbricato, degradato ed energivoro, è stato sostituito da un nuovo edificio dalle alte prestazioni energetiche senza aumentare la superficie coperta, quella lorda di pavimento e il volume rispetto alla preesistenza. Discostandosi dall’immagine tradizionale del supermercato, il progetto elaborato propone quale elemento identificativo un lungo fronte-galleria, realizzato in legno lamellare a moduli quadrati, all’interno dei quali sono stati inseriti – sia all’esterno che all’interno – oltre 1.000 m2 di piante e verde verticale. L’uso del legno e del verde cambia in modo favorevole l’impatto visivo e la qualità del costruito, assicurando al contempo un miglioramento dei livelli di CO2 dei dintorni. Anche internamente il progetto è di nuova concezione e si allontana dall’impostazione tradizionale del supermercato, aprendosi verso l’esterno con le ampie vetrate presenti nella facciata principale e facendo entrare la luce naturale anche dall’alto grazie ai lucernari a shed in legno che coprono buona parte della copertura. Questa importante scelta progettuale ha consentito di ridurre il fabbisogno di illuminamento con un conseguente notevole risparmio dei consumi energetici. Il fabbricato è articolato su due livelli, il piano terra destinato a supermercato e ai relativi spazi di servizio e il piano interrato con il parcheggio. La zona magazzini, lavorazioni, carico/scarico e servizi è collocata a ovest come pure gli impianti che, al fine di ridurne l’impatto sia acustico che visivo, sono racchiusi al piano primo in un volume dalla copertura inclinata che integra il fotovoltaico, necessario a garantire la sostenibilità energetica dell’intervento.

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Foto: TP4 ASSOCIATI

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_la galleria e la facciata________ La galleria di accesso è stata realizzata interamente in legno con una struttura portante in lamellare di larice, mentre il tetto e le pareti presentano pannelli prefabbricati a telaio. Il legno è pertanto visibile sia all’interno sia all’esterno, ma grazie alla sua particolare soluzione strutturale e tecnologica, la galleria sfida qualsiasi condizione meteorologica e climatica, resistendo così a lungo alle insidie del tempo. Gli architetti incaricati e l’azienda appaltatrice della struttura lignea hanno voluto riportare in città un pezzo di bosco progettando e costruendo una facciata in legno ricoperta con 1.000 m2 di licheni, erba e muschio disposti verticalmente. Per il tetto sono stati utilizzati 1300 m2 di legno in elementi di dimensioni 2,5x12 m e resistenza al fuoco R60; 1500 sono invece i m2 dei componenti in legno delle pareti e delle facciate le cui misure sono 2,0x8,2 m, anch’essi con una resistenza al fuoco R60. Le quantità di lamellare usate sono 200 m3 di essenza di abete qualità a vista e 200 m3 di larice siberiano.

Rendering di progetto e, nella pagina a fianco, vista della galleria.

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Foto: TP4 ASSOCIATI

_due parole con i costruttori________ Costruzioni in legno lamellare, elementi per tetti e per pareti, facciate in legno e vetro: solo poche parole per definire il campo di azione di Rubner Holzbau, specializzata nelle grandi strutture in legno che realizza mediante soluzioni pratiche e di elevata qualità. La dimestichezza con la materia prima legno, che l’Azienda ha acquisito negli oltre 90 anni di attività, ha permesso di costruire fabbricati industriali e infrastrutture, centri sportivi o edifici scolastici, distribuiti in tutto il mondo. Come è avvenuto il vostro coinvolgimento nel progetto? Fin da subito l’idea del progettista si era indirizzata nel realizzare la galleria di ingresso al supermercato interamente in legno. Rubner è stata coinvolta attraverso il partner prefabbricatore e da quel momento il concept è stato rivisitato, migliorato e, anzi, è stato dotato di un’impronta architettonica più importante rispetto a quella che era stata pensata dall’architetto. Ciò è stato possibile grazie alle nostre competenze e know how, acquisite nel corso degli anni a seguito di conoscenza approfondita del materiale, della qualità dei processi di produzione, di ricerche specifiche e di collaborazioni con partner, fornitori, istituti che ci hanno portato a lavorare in tutto il mondo. Cosa significa progettare una struttura in legno destinata a ospitare 1000 m2 di verde verticale? L’aspetto saliente, la peculiarità di questo progetto, sta proprio nella gestione della parete verde verticale, dove il verde è naturale e non sintetico e questo significa che deve essere manutenuto e, soprattutto, costantemente irrigato. Quindi è stata determinante la gestione dell’acqua, che cola dall’alto sulle pareti verticali in maniera regolare per tutto l’anno, ovviamente in misura minore in inverno e maggiore nella stagione estiva, più calda. E proprio a partire da questa caratteristica abbiamo sviluppato l’impostazione strutturale dell’intervento, andando a progettare un’ossatura portante in legno completamente impermeabilizzata, rivestita da una pelle in legno e verde, che pertanto è indipendente dalla struttura lignea sottostante. La sfida è stata sicuramente la gestione dell’acqua, perché sappiamo bene che uno degli aspetti più importanti e di cui tener conto quando si progetta una struttura in legno è l’acqua e come evitare eventuali ristagni sul materiale.

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_due parole con il progettista________ L’arch. Giorgio Motta è uno dei tre soci di TP4 Associati di Cantù, studio che negli ultimi anni ha maturato una particolare esperienza nel recupero di aree dismesse e degradate, anche di dimensioni significative, e nella progettazione di interventi biosostenibili ed ecocompatibili con particolare attenzione agli aspetti estetico – percettivi. Lo studio vanta un’articolata esperienza nella progettazione urbanistica su scala territoriale ed è specializzato nella predisposizione di strumenti urbanistici di varia complessità e destinazione, sia per privati che pubblici. Perché è stata scelta una struttura in legno per la galleria di ingresso al supermercato? Per realizzare l’idea progettuale era necessario poter contare su una certa libertà costruttiva e la struttura in legno riesce a rispondere a tutte le esigenze, relazionandosi al tempo stesso alla perfezione con gli elementi verdi inseriti in facciata e nelle pareti interne della galleria. Gli elementi biologici si intrecciano con quelli strutturali formando un unico organismo “vivente”.

Foto: TP4 ASSOCIATI

Quali sono, secondo lei, le caratteristiche vincenti del legno come materiale strutturale? Il legno è elastico, resistente a urti, trazioni, compressioni e flessioni, anche di elevata entità. È un materiale versatile e modellabile; tra i materiali da costruzione è uno di quelli con le migliori caratteristiche di resistenza meccanica, ideale anche per costruzioni antisismiche. Il legno è “vivo”, il suo aspetto elegante muta nel tempo e ogni pezzo è unico e irripetibile. È largamente utilizzato in bioedilizia con l’obiettivo di realizzare edifici efficienti ed ecosostenibili, con un basso impatto sull’ambiente. Infine, il legno è riciclabile e, anche quando non viene riutilizzato, non inquina.

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Dettagli esecutivi della galleria in legno.

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Alcune fasi di cantiere della realizzazione della galleria e della copertura in legno del Grocery Store di Como.

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Foto: Fabrizio Tait; STP


Well Tech Engineering

Scuola Media E. Chini Mezzocorona


Foto: Well Tech Engineering

Foto: Well Tech Engineering

Uno dei corpi delle aule, parzialmente finito in doghe di legno. Tra i blocchi sono inseriti dei piccoli giardini.

La scuola si completa con l’auditorium colorato a tinta pastello, anch’esso destinato a creare interrelazione tra la città e gli alunni.

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Foto: Well Tech Engineering

La facciata di uno dei due corpi aula con le caratteristiche tubazioni impiantistiche colorate.

Ubicazione: Mezzocorona (TN) Appaltatore – Committente: Comune di Mezzocorona (TN) Progetto: Well Tech Engineering, Agrigento Direttore tecnico: arch. Calo Baldo – Well Tech Engineering, Agrigento Strutture e impianti: ing. Salvatore Lombardo, Agrigento Strutture e CAM: arch. Domenico Brucculeri – Well Tech Engineering, Agrigento Computista e ispettore di cantiere: gom. Giuseppe Arnone – Well Tech Engineering, Agrigento Costruttore struttura legno: STP srl, Predaia (TN) Lavori: 2017-2020 Superficie: 5.047 m2

Una scuola d’ORO Inaugurata ufficialmente per l’anno scolastico 2019-2020, la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo E. Chini sorge ai piedi del Monte di Mezzocorona, in un verde triangolo delimitato dal torrente Noce e dal fiume Adige. Le forme e le sistemazioni esterne sono state ideate tenendo conto del contesto territoriale e sviluppate secondo una tipologia a pettine, dando origine a 7 corpi di fabbrica che ospitano gli ambienti educativi; tutte le funzioni sono state organizzate su due livelli cosicché l’utente possa percepire facilmente gli spazi. Solo il manufatto destinato alla mensa e alla palestra è stato ristrutturato, adeguandolo alle norme sugli impianti e a quelle antisismiche. I volumi della scuola, realizzati in X-lam, sono ben orientati rispetto ai punti cardinali e presentano ampie superfici finestrate sul lato sud-est e un po’ più modeste verso nord e ovest, affinché dagli spazi verticali vetrati e da qualsiasi altezza tipica convenzionale l’alunno e l’adulto possano avere una visione diretta dell’esterno. Elementi frangisole esterni orientabili consentono di sfruttare al meglio gli apporti solari nel periodo invernale. Pannelli movibili fonoisolanti sono stati installati all’interno degli ambienti per definire superfici necessarie a specifiche attività didattiche da svolgere. L’intero manufatto è protetto dall’acqua e dall’umidità capillare da una canaletta che percorre il perimetro dell’intero edificio e che raccoglie l’acqua, convogliata poi nelle riserve per essere riutilizzata nei servizi igienici e per l’irrigazione del verde. I materiali utilizzati per le finiture si caratterizzano per bassi valori di VOC (Componenti Organici Volatili) e le qualità estetiche e tattili, aspetti importanti in un edificio dove i bambini sviluppano i contatti con il mondo esterno. La scuola ha conseguito la certificazione congiunta LEED for K-12 Schools e ARCA, livelli Oro e Gold, certificazioni applicate contemporaneamente per la prima volta in Italia in edificio scolastico.

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Foto: Well Tech Engineering Foto: Fabrizio Tait; STP

L’aula professori.

La palestra con la grande copertura in legno lamellare.

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Esploso assonometrico dell’edificio scolastico con in evidenza anche la struttura della copertura. Sotto, sezione prospettica lungo i corpi con le aule.

_la struttura e gli impianti________ La struttura del polo scolastico è in pannelli X-lam di abete rosso, classe C24 – S10, su fondazioni a travi rovesce in c.a. Gli spessori delle pareti in pannelli a cinque strati variano fra 100 e 153 mm; quelli delle solette a sette strati hanno spessore 231 mm e 297 mm quelli a nove strati. La copertura è formata da pannelli spessi 153 mm. Gli elementi in X-lam forniscono un’ottima protezione antincendio, hanno una velocità di carbonizzazione di 0,67 mm/min e un’ottima trasmittanza termica che cambia a seconda dello spessore del pannello. Sono state usate travi e pilastri in acciaio in alcune parti della scuola a supporto della struttura lignea. Il legno utilizzato proviene da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali ed economici ed è certificato FSC con Catena di Custodia (COC). La palestra si distingue rispetto alla struttura principale della scuola in quanto la tipologia strutturale adottata è del tipo a telai tridimensionali con tamponamenti in blocchi di laterizio forato; la copertura è in travi di legno lamellare. L’impiego di 3000 m3 di legno, insieme ai materiali basso emissivi utilizzati per le finiture (con valori di VOC minimi), ha assicurato elevati livelli di benessere e di comfort termico e acustico all’interno delle aule. A questo si aggiungono lungimiranti scelte tecnologiche: impianto fotovoltaico in abbinamento alla pompa di calore per il riscaldamento, impianto di ventilazione meccanica controllata per una purificazione costante dell’aria, il tutto connesso a un sistema di controllo e gestione centralizzato pensato per monitorare e ottimizzare i consumi dell’intero complesso. Il risultato è un polo scolastico d’eccellenza in termini costruttivi, che si propone di supportare il progetto educativo dell’istituto garantendo ai ragazzi un ambiente salubre e accogliente nel quale crescere e apprendere in totale sicurezza, sperimentando un quotidiano benessere.

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Foto: Fabrizio Tait; STP

Corridoio di distribuzione degli spazi educativi delle aule. L’uso del colore nella scuola, sia all’interno sia all’esterno, è stato studiato con particolare attenzione.

_due parole con i costruttori________ Grazie all’esperienza acquisita nella realizzazione di questo e di molti altri edifici dalla differente destinazione d’uso, STP ha consolidato uno standard di progettazione e costruzione ben definito, dove convergono elementi di innovazione brevettati, approccio alla progettazione specifico e una forte motivazione orientata alla sostenibilità del lavoro. Per tale ragione, ALPENOS è il marchio che da ora in avanti identificherà gli edifici realizzati da STP, sintetizzando in un nome semplice la complessità di fattori che definiscono l’alto standard delle costruzioni in legno dell’azienda. Cosa ha significato realizzare questa scuola e quale è stato il ruolo di STP nel progetto? La scuola a Mezzocorona è stata per noi un lavoro estremamente interessante perché ci ha permesso di esprimere la nostra idea di futuro, dove le costruzioni in legno entrano a far parte del tessuto urbanistico partendo proprio dagli edifici la cui destinazione d’uso è più sensibile al benessere che essi promuovono, ovvero le scuole. All’interno del cantiere, STP si è occupata della realizzazione della struttura in legno dei fabbricati ospitanti le aule, della copertura dei corpi di fabbrica destinati a spazi d’aggregazione (con campate da 32 m) e ha seguito il percorso di certificazione ARCA, della quale l’azienda è partner fondatore, che ha portato all’acquisizione del livello GOLD, mentre per la certificazione LEED è stato assegnato il livello ORO. Come si è svolto l’iter progettuale e realizzativo? Collaborare a un progetto così impegnativo, in termini di dimensioni del cantiere e di esigenze della committenza, necessitava, come pre-requisito, di un profilo aziendale solido e strutturato in grado di gestire con competenza il processo di gara per l’assegnazione del lavoro. Poiché secondo il progetto architettonico la struttura avrebbe dovuto essere in legno, abbiamo preso parte alla gara con la partecipazione di MAK Costruzioni facendo valere la certificazione OS32 di elevato livello di cui la nostra azienda dispone. L’assegnazione della gara a offerta migliorativa, che partiva da uno standard già avanzato in termini di visione green, ci ha spinto a mettere in campo una gamma di proposte assolutamente avanguardistiche per creare un complesso scolastico ancora più performante sia dal punto di vista energetico che della manutenzione.

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_due parole con il progettista________ Laureatosi a Palermo, l’arch. Calo Baldo ha fatto parte del Comitato Regionale Urbanistica presso l’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia, ha lavorato presso la Soprintendenza Archeologica di Agrigento, dove ha progettato e diretto interventi all’interno della Valle dei Templi, ed è stato Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Agrigento e Vice Presidente Regionale. Con all’attivo interventi di edilizia scolastica, giudiziaria, residenziale, sportiva e di restauro, oggi è Direttore Tecnico della Well Tech Engineering s.r.l., di cui coordina quotidianamente il team e i rapporti con i differenti stakeholders di progetto. Come sono state definite le linee d’azione per la progettazione della scuola Chini? Dopo la valutazione, da parte del nostro team del concept progettuale, si è definito il raggio d’azione del progetto, considerando i risultati che si volevano ottenere, e sono state identificate le figure professionali presenti nello studio che garantissero la massima qualificazione specialistica, al fine di produrre una documentazione di qualità completa e accurata. L’elaborazione progettuale sviluppata in Building Information Modeling ha favorito notevolmente l’esecuzione dell’opera, evitando riserve da parte dell’impresa esecutrice e sono stati utilizzati software di calcolo, capaci di rispondere alle esigenze di tipo strutturale e impiantistico richieste dalle procedure LEED® e ARCA.

Una delle aule, pensate per essere flessibili e adattabili alle esigenze scolastiche.

Foto: Well Tech Engineering

Cosa ha significato progettare un edificio in legno come questo? Sono diverse le esperienze che la nostra società d’ingegneria ha maturato nel corso degli anni nel campo delle costruzioni in legno. L’affidabilità del legno ormai è assodata, la straordinaria robustezza e flessibilità permettono di progettare le più diverse soluzioni strutturali antisismiche pur realizzando strutture in legno di grande valore architettonico. A questo è da aggiungere una elevata resistenza al fuoco, senza trascurare la riciclabilità del materiale, e le sue doti di isolamento termico che evocano il risparmio di denaro in termini di riscaldamento invernale e raffrescamento estivo per tutto il ciclo di vita dell’edificio. Infine, la facilità di assemblaggio riduce di ben il 30% il tempo di realizzazione delle strutture, se paragonate a quelle in c.a.

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12

185cm

3

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TERRAZZO

8,20

Parete, dall’esterno (B) - intonaco silossanico su rasatura armata - pannelli in fibra di legno (80+80 mm) - parete in X-lam (135 mm) - vano tecnico coibentato con lana di vetro (60 mm) - doppia lastra in gesso rivestita (12,5+12,5 mm) - intonaco di finitura in gesso

6 7

185cm

Copertura terrazzo, dall’esterno (A) - pietrisco (80 mm) - guaina impermeabilizzante (2x4 mm) - massetto armato con fibre sintetiche (50 mm) - isolamento schiuma PIR (100 mm) - granulato alleggerito per pendenze (150 mm) - barriera al vapore - solaio in X-lam (297 mm)

A TERRAZZO

8,20

B manto di copertura in lamiera di alluminio preverniciato guaina PP antivento solaio in X-lam (153 mm) trave in lamellare (200x440 mm) sistema di schermatura in ferro zincato colorato rete parauccelli setto in X-lam (135 mm) controsoffitto in acciaio coibentato cassonetto coibentato con veneziana pannello termoisolante nanoporoso (14 mm) rasatura cementizia armata polistirene (80+80 mm) guaina bituminosa contro risalita capillare

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AULA

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AULA

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PIANO PRIMO

C PIANO PRIMO

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PIANO TERRA

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Solaio controterra, dall’estradosso (D) - pavimento in linoleum - massetto armato con fibre sintetiche (50mm) - pannello preformato con piastra radiante (30 mm) - isolante in schiuma PIR (70/80 mm) - granulato naturale a secco (120 mm) - membrana bituminosa (4 mm) - solaio latero-cementizio - vespaio ventilato - fondazioni in calcestruzzo armato - magrone di livellamento - sottofondazione (100 mm medio) 75cm

Tubo di scarico in pvc ø 120

AULA

11

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AULA

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190cm

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Solaio interpiano, dall’estradosso (C) - pavimento in linoleum - massetto armato con fibre sintetiche (50 mm) - pannello preformato con piastra radiante (30 mm) - pannello isolante in schiuma PIR (70/80 mm) - granulato naturale a secco (120 mm) - guaina anticalpestio (3 mm) - membrana di protezione in PVC - solaio in X-lam (297 mm)

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Tubo di scarico in pvc ø 120

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SEZIONE PARTICOLARE "A" PARETE ESTERNA AULE R.1/10

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PIANO TERRA

4,10


Posa in opera della struttura portante in pannelli X-lam.

Gli spessori della coibentazione e un esempio della tipologia di serramenti utilizzati.

L’orditura primaria e secondaria della copertura e il sistema radiante a pavimento.

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Foto: Riccardo Ramberti


Riccardo Ramberti; Studio Preger

Scuola dell’infanzia P. Sambi Sogliano al Rubicone


Foto: Riccardo Ramberti

Foto: Riccardo Ramberti

Il prospetto sud-est è caratterizzato da un profondo portico, scelta derivante dalle considerazioni sull’esposizione solare, e dalla presenza di grandi finestre nelle aule.

Foto: Riccardo Ramberti

Foto: Riccardo Ramberti

A nord-est la vetrata a tutt’altezza del grande spazio collettivo rafforza la connessione fra la zona comune interna e l’area degli orti didattici.

La copertura con l’impianto fotovoltaico, costituito da 68 moduli, e le finestre zenitali che enfatizzano l’illuminazione naturale degli spazi educativi.

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Foto: Riccardo Ramberti

Il grande sbalzo della falda del tetto protegge la struttura e crea aree riparate e fruibili anche all’esterno. Le finestre ad altezza di bambino consentono la vista anche ai più piccoli.

Ubicazione: Sogliano al Rubicone (FC) Appaltatore – Committente: Comune di Sogliano al Rubicone (FC) Studio di fattibilità-preliminare: Studio Associato Preger, Cesena (FC) Progetto definitivo, esecutivo, interni, D.L.: arch. Riccardo Ramberti – RRA Architecture & interior design, Sant’Arcangelo di Romagna (RN) Consulente CasaClima: arch. Christian Tramonti – Studio Associato Preger, Cesena (FC) Consulente e impianti meccanici: p.i. Gabriele Caroli, Forlì (FC) Impianti elettrici: Alessandro Lazzarini – Gruppo EGA, Forlì (FC) Costruttore struttura legno: CANDUCCI Group, Pesaro (PU) Lavori: 2018-2021 Superficie: 750 m2

Infanzia dorata La nuova scuola dell’infanzia di Sogliano sul Rubicone è l’ultimo degli edifici realizzati per il polo scolastico della cittadina romagnola, nato dalla volontà dell’Amministrazione comunale di accorpare tutti i servizi educativi in un unico luogo, attuando anche una nuova viabilità per facilitare l’accesso al complesso. L’edificio, con struttura in pannelli X-lam, è articolato in quattro grandi volumi a un unico piano con una forma molto compatta così da ridurre la superficie impermeabile e la dimensione delle fondazioni e dell’involucro, diminuendo così i costi dell’intervento e guadagnando efficienza dal punto di vista energetico. Poste a quote diverse e prolungate per creare spazi esterni protetti e fruibili, le falde inclinate della copertura chiudono ciascun corpo della scuola, originando un effetto di fluidità che richiama il paesaggio collinare circostante; tale dinamismo si ritrova anche nel prospetto nord dove il rivestimento in alluminio del tetto rigira e scende sino a terra. Un’alternanza di pieni e vuoti articola le facciate e l’arretramento del volume e l’accentuazione degli sporti delle falde proteggono l’ingresso dagli agenti atmosferici. Gli interni sono caratterizzati da altezze diverse, plasmando effetti volumetrici dinamici e articolati, cosicché gli alunni possano chiaramente percepire la versatilità spaziale dell’architettura. Le finiture permettono la traspirabilità e permeabilità al vapore e, insieme al legno della struttura, garantiscono un equilibrio igrotermico ideale. Tutti i materiali sono certificati a bassa emissione di sostanze volatili, che possono compromettere la qualità dell’aria interna, e assicurano ambienti sani e puliti e un’eventuale riciclabilità e smaltimento a fine vita senza problemi per l’ambiente. La decisione del Comune di ottenere la certificazione CasaClima – la classe raggiunta è la Gold – e il suo protocollo School ha portato numerosi benefici tra cui un’efficace illuminazione degli ambienti, un’elevata efficienza energetica e una corretta acustica.

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Foto: Riccardo Ramberti

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_struttura, involucro e impianti ________ La scuola poggia su una platea in c.a., sostenuta da pali di fondazione trivellati che raggiungono il substrato stabile del terreno. La parte in elevazione è stata realizzata con struttura portante in pannelli di X-lam, fissati alla platea di fondazione attraverso un cordolo in c.a., isolato in XPS, e idonee staffe metalliche; le pareti, coibentate con 20 cm di fibra di legno, materiale naturale privo di colla e riciclabile, finito e rasato come un intonaco tradizionale, sono state ordite nelle due direzioni in modo tale da garantire un comportamento scatolare. Una controparete interna in fibrogesso, con un’intercapedine variabile da 75 o 50 mm isolata con lana di roccia, ospita una parte degli impianti interni. Il pacchetto di copertura presenta una struttura di travi in lamellare, un isolamento di 24 cm (12+12) di fibra di legno ad alta densità, ventilata e finita con l’alluminio aggraffato. Essendo la superficie disperdente più ampia, l’isolamento del tetto ha richiesto maggiori spessori rispetto ad altri componenti. Tubolari di acciaio zincato verniciato sostengono gli sporti della copertura e il porticato. Le elevate prestazioni dell’involucro hanno offerto la possibilità di avere impianti minimali e i carichi termici estremamente bassi vengono gestiti totalmente dall’impianto di ventilazione meccanica e ricambio aria. L’impianto di climatizzazione opera con una pompa di calore aria/aria a espansione diretta e a flusso di refrigerante variabile con recupero del calore. Illuminazione con apparecchi a LED, riscaldamento, condizionamento, spegnimento totale dell’illuminazione da un solo punto, creazione di scenari, abilitazione o disabilitazione di comandi in punti di accesso al pubblico, ecc. sono gestiti in modo programmato da un sistema domotico. In copertura un impianto fotovoltaico da 19,72 kWp contribuisce all’autonomia energetica della scuola.

Nella pagina accanto, un interno con le finestre ad altezza bambino fra il nido e la materna e il soffitto caratterizzato dai corpi sospesi per l’illuminazione e la correzione acustica. I materiali per le finiture interne sono stati scelti per avere un ambiente sano e pulito. Le vernici utilizzate per le tinteggiature sono prive di benzene, formaldeide e a bassissima emissione di VOC; i pavimenti e i rivestimenti degli ambienti dell’area servizi sono stati posati con colle prive di sostanze nocive.

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Foto: Riccardo Ramberti

Nel salone centrale, in fondo a sinistra, si scorge parte dell’opera “I Have a Dream”, ispirata dalla celebre frase di Martin Luther King Jr. e realizzata con vernici spray, in cui gruppi misti di volatili di specie diverse sono distribuiti in ordine sparso sulle pareti dei vari ambienti dell’edificio: come se questi volatili fossero entrati dalle finestre per esplorare l’interno della scuola.

_due parole con i costruttori________ Canducci Group srl è un’azienda familiare giunta alla quarta generazione. La nostra è una lunga tradizione nel settore del legno. Oggi ci riteniamo dei veri e propri specialisti del legno, con una profonda conoscenza di questo materiale, dei suoi processi di ingegnerizzazione e di operatività. Progettiamo, forniamo e installiamo qualsiasi tipo di struttura ed edificio ligneo. Abbiamo un nostro ufficio tecnico composto da geometri e ingegneri, per offrire un servizio tecnico di supporto a progettisti e imprese. Risponde ad alcune domande l’ing. Andrea Canducci, Project manager e ingegnere strutturale di Canducci. Come siete stati coinvolti nel progetto della scuola dell’infanzia di Sogliano sul Rubicone? Essendo un’opera pubblica, noi ci siamo occupati solo dell’ingegnerizzazione del progetto, che in questo caso era assolutamente ben fatto, e abbiamo trasformato il progetto strutturale affinché ogni elemento in legno fosse facilmente producibile, trasportabile e installabile. Come è nostra prassi, e quindi anche in questo cantiere, attraverso software specifici abbiamo simulato le fasi di montaggio e di installazione, disegnato e realizzato i componenti che in cantiere non devono essere modificati, e abbiamo fatto tutte le sagomature e fresature per gli incastri lignei e gli alloggiamenti di connessioni metalliche, spinotti, bulloni. Grazie al BIM, che usiamo da parecchi anni, riusciamo infatti a vedere e risolvere le possibili problematiche in tre dimensioni, avendo così il controllo completo dell’opera, fino all’ultima vite installata. Parliamo di legno e fuoco; lei fa parte di un gruppo di lavoro UNI che si sta occupando del rilascio di nuove metodologie progettuali per la resistenza al fuoco delle strutture in legno: qual è lo stato dell’arte a oggi? Quello che posso anticipare è che, mentre fino a oggi si è proposto il legno come un materiale capace di resistere in caso di incendio, e perciò si parlava di requisito strutturale del legno, nei prossimi anni avremo delle linee guida che daranno la possibilità di calcolare la compartimentazione degli ambienti in legno. Questo caso significa che quando si stabilisce un requisito in un progetto, ad esempio REI 60 o REI 90, non si calcolerà solo la stabilità della parete (R) ma avremo anche l’opportunità di chiudere calore e fumo, compartimentati da un ambiente all’altro. Stiamo quindi valutando dei metodi di calcolo che permetteranno alla nuda parete di legno di funzionare per la parte E (tenuta al fumo) e I (riduzione della trasmissione del calore) che oggi è solitamente affidata a un elemento di partizione.

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_due parole con i progettisti________ Laureato a Cesena (FC), l’arch. Riccardo Ramberti ha operato in differenti campi (progettazione architettonica residenziale privata, real estate, studio dell’immagine coordinata per aziende, disegno industriale di arredi e complementi). Con il suo studio RRA Architecture & interior design ha approfondito negli anni la progettazione sostenibile, con un’attenzione particolare alle strutture prefabbricate in legno e acciaio. Perché è stato scelto il legno per costruire questa scuola? La scelta di utilizzare questo antico quanto innovativo materiale è il risultato di un pensiero, condiviso fra progettisti e committenza, che si è focalizzato sulla volontà di offrire alla comunità un edificio che potesse essere un’occasione di formazione per i suoi fruitori, che fosse performante dal punto di vista sismico ed energetico e che trasmettesse un’idea forte di relazione con la natura e il paesaggio circostante. Credo che il legno per sua natura – e la tecnologia con il quale si applica nel panorama architettonico – si possa ritenere il materiale che meglio abbraccia questa filosofia. Pertanto questo materiale ha permesso ai progettisti di immaginare un edificio articolato, spazialmente dinamico, rigoroso nei dettagli costruttivi, con consumi energetici estremamente ridotti oltreché un organismo edilizio con un’eccellente risposta in caso di sisma. In questo progetto il materiale rappresenta il vero e proprio trait d’union tra la scala architettonica/urbana e l’arredo degli interni, progettati specificatamente per questo edificio. Laureato a Firenze e con un Master INBAR, l’arch. Christian Tramonti ha approfondito il campo della progettazione ecosostenibile di edifici ad alta efficienza energetica, diventando certificatore energetico, Consulente Energetico CasaClima, socio Anit e socio Zephir, Passivhaus Institut. Dettaglio della vetrata del salone centrale. Il legno, che costituisce la struttura portante del fabbricato, diventa materiale didattico e ludico mediante gli arredi, offrendo esperienze tattili e olfattive ai piccoli alunni che frequentano la scuola.

Foto: Riccardo Ramberti

Due fattori importanti e innovativi di questo progetto sono stati l’illuminazione e l’acustica: quali strategie sono state messe in atto? I parametri progettuali riferiti a illuminazione e acustica raramente trovano un controllo strumentale dopo la realizzazione, ma nel protocollo CasaClima School queste verifiche sono obbligatorie. Per garantire il rispetto dei parametri illuminotecnici, abbiamo previsto sistemi naturali di illuminazione dall’alto, in copertura, che contribuiscono positivamente al raggiungimento di questi standard elevati, oltre all’uso di apparecchi a LED. Per ottimizzare l’acustica e ridurre il riverbero interno invece, nota dolente degli ambienti scolastici, sono state installate delle “nuvole acustiche”, ovvero pannelli circolari in lana di roccia rivestiti da un velo acustico che riducono i valori delle onde riflesse dalle superfici, ottenendo così meno riverbero e più facilità di apprendimento e di concentrazione per i bambini.

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rete antinsetto lattoneria in alluminio di chiusura e di protezione superiore della facciata canale di gronda doppia guaina impermeabilizzante risvoltata per 400 mm nel canale di ventilazione guaina ardesiata trave di banchina in legno lamellare (200x 400 mm) sistema fermaneve orditura incrociata di listelli in abete massiccio (120x 60 mm)

Stratigrafia parete esterna, dall’esterno - finitura in alluminio con doppia aggraffatura - feltro di microventilazione (8 mm) - pannelli OSB / tavolato grezzo in abete (25 mm) - camera di ventilazione con listelli di abete massello (50x50 mm) - telo di tenuta all’aria con sormonti, nastrato e sigillato - pannello in fibra di legno (200 mm) - pannello X-lam a 5 strati (120 mm) con nastrature con bande adesive su tutti i giunti - controparete per passaggio impianti e finitura

Stratigrafia copertura, dall’esterno - manto di copertura in alluminio con doppia aggraffatura - feltro di microventilazione (8 mm) - pannelli OSB / tavolato grezzo in abete (25 mm) - camera di ventilazione con listelli di abete massello (50x80 mm) - guaina impermeabilizzante traspirante - pannello fenolico (9 mm) - doppio strato di pannelli in fibra di legno (120x120 mm) - telo di tenuta all’aria con sormonti, nastrato e sigillato - struttura secondaria in pannelli X-lam (60 mm) - struttura primaria in travi di legno lamellare

INTERNO

Stratigrafia parete esterna, dall’interno - controparete per passaggio impianti e finitura - pannello X-lam a 5 strati (120 mm) con nastrature con bande adesive su tutti i giunti - pannello in fibra di legno (200 mm) - rasatura di intonaco cementizio con rete di rinforzo

ESTERNO

Stratigrafia su pavimentazione esterna, dall’esterno - pavimento in grès - guaina impermeabilizzante - soletta in cls con pendenza - riempimento in sabbiella compattata

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fissaggio meccanico parete pannello in EPS idrofobizzato guaina di impermeabilizzazione dei cordoli in cls isolante in XPS (100 mm)

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Nelle immagini alcune fasi della realizzazione dell’involucro in legno certificato CasaClima Gold + School (ecosostenibile).

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next Charmant Petit Lac Ecohotel Spa & Park BLADIDEA Casa Acadia Studioscaramucci Museo delle Palafitte del Lago di Ledro Luca Oss Emer, Massimo Scartezzini

Foto: Miriam Tinto

Polo Meccatronica Michele Ferrari, Michele Pellegrini


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