N.7 LUGLIO 2016
INDUSTRIE
&GDO
MENSILE DI GESTIONE, PULIZIA, DISINFESTAZIONE TERZA PAGINA etichette nutrizionali pellicola eco pest control alimentare
GESTIONE richiamo alimenti videosorveglianza stress da lavoro
SCENARI forum pulire 2016 protocollo intesa novel food robot in gdo
TECNOLOGIE
interclean innovation award lavaggio mani dispenser asciugatura mani
www.gsanews.it
&GDO
ANNO XX NUMERO 7
INDUSTRIE
TERZA PAGINA
13 16 18
Calorie, grassi, carboidrati: da dicembre obbligatori in etichetta [di Simone Finotti] Protegge i cibi e si può anche mangiare: è la “seconda pelle” degli alimenti [di Umberto Marchi] Pest management alimentare, arriva l’“auto-controllore” [di Simone Finotti]
GESTIONE
22 24 26
Dalla Salute le procedure per i richiami alimentari [di Giuseppe Fusto] Videosorveglianza illecita, pesanti sanzioni [di Carlo Ortega] Lavorare in GDO, che stress! [di Antonio Bagnati]
SCENARI
28 30 32 34
GSA il giornale dei servizi ambientali è un mensile inviato tutti i numeri agli abbonati e ai rivenditori del settore. Con sei numeri all’anno raggiunge imprese di pulizia e disinfestazione (gennaio-marzo maggio-giugno-agosto-novembre), con due numeri hotel e società di catering (febbraio-ottobre), aziende sanitarie e comunità (aprile-settembre), industria e grande distribuzione (luglio-dicembre).
Forum Pulire, a Milano il mondo del pulito [dalla redazione]
Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Certificazione B2B - Per il periodo 1/1/2015-31/12/2015 Periodicità: MENSILE • Tiratura media: 5.536 • Diffusione media: 5.412 Certificato CSST n. 2015-2554 del 25/2/2016 • Società di Revisione: FAUSTO VITTUCCI
Verso l’agricoltura sostenibile: il protocollo d’intesa Conad-Legambiente [di Laura Guidi] Menu stuzzicanti a base di… insetti [di Umberto Marchi]
“Ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Via Alfonso Corti, 28 - Milano. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati sig.ra Barbara Amoruso presso la sede di Milano, Via Alfonso Corti, 28 per esercitare i diritti previsti dal D. Lgs 196/2003”
Quei robot dell’“ultimo miglio” [dalla redazione]
TECNOLOGIE
36 38 41 45
L’innovazione non ha confini [di Antonio Bagnati] Pulizia a portata di... mani Distributori… di igiene Tra tessuto, carta e aria calda: asciugatura a regola d’arte [dalla redazione]
ATTUALITÀ AFFARI E CARRIERE
7 49
Carnet ORIZZONTI
50 51
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ATTUALITÀ
“Quick and Easy” di Werner & Mertz premiato all’Innovation Award & Easy: detergente di manutenzione per superfici e vetri; GREASE off Quick & Easy: detergente sgrassante per cucine
Tutti i vantaggi del sistema
Werner & Mertz Professional si dimostra una volta di più un’azienda brillante, innovativa e amica del verde. All’ultima edizione della fiera ISSA Interclean di Amsterdam, svoltasi lo scorso maggio, l’azienda della rana coronata ha vinto l’Innovation Award 2016 con un’importante innovazione che amplia la linea green care: “Quick & Easy”, un pratico sistema che combina un trigger schiumogeno ed ergonomico a due flaconi da 325 ml, il concentrato di detergente e la cartuccia dell’acqua da riempire ovunque.
Un sistema premiato
Il sistema si è aggiudicato il primo posto nella categoria “Attrezzature/strumenti per la pulizia, la cura e la sicurezza”. In particolare la giuria è stata colpita dalla massima portabilità, semplicità e praticità di Quick & Easy. L’operatore indossa il sistema su una cintura e può spostarsi da una stanza all’altra con cinque diverse sostanze chimiche, che possono essere scambiate rapidamente e facilmente. Non è necessaria alcuna installazione e l’operatore non entra in contatto con le sostanze chimiche, rendendo così il suo lavoro completamente sicuro.
Pratico ed economico
Il sistema, in sintesi, è la perfetta combinazione fra la praticità di un detergente pronto all’uso ed i vantaggi ambientali e di risparmio di un concentrato. La gamma completa consente la pulizia di tutti i tipi di superfici: SANET daily Quick & Easy: detergente per i sanitari; SANET power Quick & Easy: detergente extra forte per i sanitari; TANEX performa Quick & Easy: detergente ad alta efficacia per le superfici; TANET interior Quick
I vantaggi del sistema sono molti e riguardano alcuni aspetti strategici per chi si occupa di pulizia professionale. Eccoli, uno per uno, con le relative motivazioni. Iniziamo dalla riduzione dei costi: il primo fattore è determinato dall’erogatore schiumogeno, che garantisce una grande resa. Inoltre la facilità d’uso rende più piacevoli e meno costose le operazioni, perché non vi sono sprechi di tempo di approvvigionamento per gli operatori. A ciò si aggiungono la diluizione automatica senza necessità di complicate installazioni, e il piccolo ingombro per una riduzione dei costi logistici e degli spazi in magazzino.
Sicurezza, produttività e ambiente
Veniamo al capitolo sicurezza, garantita da: flaconi sempre sigillati e nessuna esalazione durante l’erogazione; nessuna contaminazione tra un cambio di prodotto e l’altro; riduzione del rischio di furti. Ma non basta: a garanzia del risultato ci sono la nuova applicazione a schiuma per una pulizia più facile e veloce, le elevate prestazioni e l’ottima profumazione, e le cinque diverse formulazioni per ogni tipologia di ambiente. A proposito di ambiente, qui si parla anche di “green”, perché il sistema è certificato Ecolabel per un facile accesso a tutte le gare d’appalto pubbliche, e la certificazione Cradle to Cradle assicura zero rischi per l’ambiente e l’utilizzatore. [wmprof.com/it]
7 luglio 2016
ATTUALITÀ
Sepca: quei dettagli che portano alla perfezione Ben 50 anni di attività proiettano la Sepca fra le realtà storiche del settore della detergenza. Eppure l’azienda di Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia) non ha perso per niente la voglia di misurarsi con un mercato sempre più competitivo. “E lo facciamo a colpi di innovazione”, sottolinea il direttore commerciale Giulio Gianferrari, scommettendo su nuovi prodotti ancora più performanti e sicuri, nuovi imballi e soluzioni sempre più intelligenti.
8 luglio 2016
Un flacone? No, una… cisterna!
“Stiamo uscendo con un nuovo catalogo, rinnovato in modo significativo nei contenuti e nell’offerta merceologica”. E se Sepca si è sempre distinta per l’ampiezza di gamma, oggi lo fa ancor di più grazie, ad esempio, alla nuova linea di superconcentrati 5C². “Già
15-20 anni fa -commenta Gianferrari- Sepca fu pioniera a credere nei superconcentrati, e già allora introducemmo il flacone a un solo tappo, che allora era da 20 ml. Oggi, in un momento in cui tutti i competitors, per ragioni ecologiche ed economiche, hanno capito il valore dei superconcentrati, usciamo con una gamma ancora più concentrata della precedente 5C, con misurino da 10 ml per un totale di 100 dosi e imballo intelligente per evitare gli errori degli operatori. Insomma, un prodotto performante in un imballo corretto: un flacone equivale a una cisterna da 1000 litri!
La perfezione non è un dettaglio
Non solo: siccome –dice Gianferrari“i dettagli portano alla perfezione, e la perfezione non è un dettaglio”, Sepca ha investito molto anche sui prodotti cosiddetti “di nicchia”, utili a risolvere problemi molto particolari ma piuttosto frequenti nel lavoro di pulizia: è il caso, ad esempio, degli smacchiatori per il marmo Go1 e Go2, prodotti performanti e apprezzatissimi, o delle linee lavanderia e cosmetica, che annoverano nuovi prodotti. Un altro importante fronte su cui Sepca si è impegnata molto è quello dei contenitori e degli imballi. Anche questo risponde a un preciso criterio, quello della circular economy. “In quest’ottica abbiamo deciso di offrire in “bag in box” anche i prodotti per lavanderia e cucina. In questo modo, oltre a offrire una soluzione sicura per gli operatori, riduciamo gli sprechi e le possibilità di errore. In più, naturalmente, anche il consumo di plastica.
Tante altre novità, anche per l’industria
Prosegue Gianferrari: “Per l’industria, abbiamo studiato due taniche nuove e, a settembre, è prevista l’uscita di un lavamani innovativo
adatto per vernici e inchiostri pesanti. Del resto la Sepca, si sa, è specializzata anche nei lavamani, con soluzioni per tutte le necessità che vanno dai saponi per i bagni ad alta frequentazione alle creme, dai gel alle paste, fino ad arrivare ai prodotti granulosi pensati per gli impieghi industriali. Sempre a proposito di contenitori, per tutti i prodotti abbiamo realizzato un misurino da 200 ml per le taniche. A proposito di taniche, abbiamo deciso di omologare per il trasporto Adr anche le nostre taniche da 5 litri, cosa che normalmente non si fa.”
La sicurezza è importante… almeno quanto il potere pulente
“Queste ultime sono realizzate su stampi nostri, in colore bianco per proteggerle dalla luce e dal calore e con riga di livello. Riteniamo infatti che la sicurezza sia importante almeno quanto il potere pulente e il vantaggio economico. Non che questi manchino, naturalmente, visto che i nostri sono i prodotti lavanderia al minor costo-kg biancheria del mercato…”. E come se non bastasse, Sepca oltre al catalogo sta… allargando anche la sede, con 1.000 metri quadrati di magazzino in più che saranno ultimati in autunno, che porteranno la superficie della sede a 4.200 metri quadrati. [www.sepca.it]
ATTUALITÀ
Skill e Fine Foods: storia di una best practice
L’informatizzazione nel settore delle pulizie è un trend in costante diffusione, e le evoluzioni tecnologiche in questo senso sono continue. Ci sono contesti in cui non si può più lavorare “carta e penna”, e il settore dell’industria alimentare e farmaceutica è uno di questi. Cerchiamo di capire perché raccontando una storia che ha per protagonisti due soggetti: il gruppo Fine Foods & Pharmaceuticals N.T.M. S.p.A., importante società italiana nel settore degli integratori e dei prodotti farmaceutici, e l’azienda Skill, prestatore del servizio di igiene e sanificazione.
Un gruppo leader
Andiamo quindi a Zingonia (Bergamo), dove c’è il quartier generale di Fine Foods, e conosciamo meglio questo gruppo con l’aiuto di Cesare Dognini, Quality Unit Director: “La nostra azienda lavora come contract manufacturer per importanti gruppi europei e italiani che trattano integratori e prodotti farmaceutici, leader di mercato. Oltre allo stabilimento di Zingonia, dedicato alla fabbricazione di integratori, ne abbiamo altri nei quali produciamo esclusivamente medicinali. Visto il campo in cui operiamo, si capisce molto bene quanto sia importante per noi l’aspetto della qualità, che significa anche massima igiene in tutti i reparti: come produttori di farmaci dobbiamo attenerci alle regole GMP, norme assai prescrittive, e ai controlli rigorosi dell’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco. E’ quindi importante disporre di un efficace sistema di controllo delle contaminazioni crociate, cioè fra farmaci diversi, che possono rivelarsi molto pericolose. Come produttori alimentari, e in parti-
colare di integratori solidi-orali, seguiamo la metodologia di autocontrollo HACCP, siamo certificati ISO 22000 e riceviamo regolari ispezioni dell’Asl e del Ministero della Salute. E’ dunque obbligatorio per noi avere procedure rigorose di pulizia, sanitizzazione e bonifica degli impianti, e oltre ad avere un nostro sistema interno di “cleaning” e “housekeeping”, ci rivolgiamo ai professionisti di Skill.
Tracciabilità e rendicontabilità del servizio
Oltre alla qualità del servizio sia nella parte civile sia in quella industriale, Skill ci assicura un plus per noi fondamentale: la rendicontazione del lavoro svolto, indispensabile visto che noi, oltre ai controlli prima ricordati da parte degli enti istituzionali, riceviamo di continuo anche le ispezioni dei nostri clienti, che sono molto esigenti, senza contare gli audit dei vari enti di certificazione. E se prima si lavorava tra fogli, foglietti e faldoni, oggi questo approccio non è più concepibile: quando arriva il controllo o l’ispezione, devi avere a portata di mano tutti i dati che servono, organizzati in modo ordinato e facilmente fruibile. E questo Skill ce lo assicura grazie all’utilizzo di una app decisamente all’avanguardia.
Un software avanzato
Si tratta di un gestionale per i servizi di pulizia e manutenzione: in particolare un Computerized Maintenance Management System (CMMS) che aiuta coloro che lavorano in ambito manutentivo ad effettuare il loro lavoro con più efficacia e più rapidità e a disporre di informazioni dettagliate: ad esempio conoscere il costo di manutenzione di ogni asset o parti dell’organizzazione. Informazioni che, appunto, possono essere fondamentali in caso di esternalizzazione.
Un software-servizio
La cosa interessante è che il software offre tutte le applicazioni on-line attraverso internet, ed è attivabile senza i tradizionali costi di avviamento: infatti, fornendo gli accessi tramite un browser standard, sono stati eliminati la necessità di dotarsi di hardware e reti. Il che significa, in poche parole, che l’architettura e il design responsivo del software, che prevede un’interfaccia impresa e un’interfaccia cliente, sono studiati in modo tale da permettere un utilizzo semplice e flessibile con qualsiasi device: per l’impresa è possibile registrare gli interventi, mentre per il cliente visualizzare ciò che è stato fatto. “Inoltre -aggiunge Dognini- è possibile richiedere anche interventi straordinari ottenendo subito un preventivo. Skill, dal canto suo, ci viene incontro inserendo questo tipo di interventi nel protocollo di igiene ordinario quando le attività impreviste acquistano carattere continuativo, permettendo in tal modo di ridurne i costi. A ciò si aggiunge il grande impegno profuso da Skill per la formazione del proprio personale che viene messo a disposizione anche per incontri di training con i responsabili di Fine Foods. Un ulteriore miglioramento del servizio offerto da Skill è consistito nella messa a disposizione di risorse fisse in campo che agiscono come presidio per mantenere alto e costante il livello del servizio, soprattutto nelle aree ad uso più intensivo e quindi più critiche”. [www.skillservice.it]
9 luglio 2016
ATTUALITÀ
Tovaglioli SCA e Tork: una pioggia di colori a tavola! “Il progetto The Color Experience nasce da un esperimento condotto da SCA in un ristorante in Svezia” - ha spiegato Riccardo May, Product Manager Away from Home Italia di SCA. L’esperimento svedese, condotto alla fine del 2015, ha coinvolto 16 partecipanti, che hanno assaggiato 8 macarons di colori diversi ma con lo stesso sapore, in 8 ambienti differenti arredati secondo 8 tonalità di colore: blu, verde, rosso, giallo, bianco, nero, marrone e arancione.”
10 luglio 2016
Il 6 luglio una pioggia di colori ha invaso Milano! Merito di “The Color Experience”, l’evento con cui SCA e Tork hanno lanciato, nel capoluogo lombardo, i nuovi tovaglioli “Made in Italy”, una gamma completa che ha per protagonisti proprio i colori: una tavolozza di ben 20 colori per tutti i gusti e le esigenze.
Un ristorante esclusivo, sette piatti monocromatici, venti splendidi colori
Quale miglior palcoscenico di un ristorante esclusivo per presentare una linea destinata proprio al settore dell’Horeca? L’evento infatti si è svolto al Contraste di Milano, dove gli invitati hanno potuto sperimentare il grado di coinvolgimento emotivo che i colori possono generare durante un pranzo, degustando piatti monocromatici, ideati e realizzati per l’occasione dallo chef uruguaiano Matias Perdomo.
Il progetto The Color Experience: l’umore è (anche) questione di colori
“Ogni location è stata progettata ricostruendo un arredamento tipico di un ristorante e, in seguito, rivestendolo completamente in un unico colore - dalle pareti al pavimento, dai mobili agli articoli per la tavola. Grazie a una tecnologia in grado di rilevare le onde cerebrali, è stato possibile misurare le emozioni dei partecipanti: i risultati hanno evidenziato sentimenti molto diversi tra di loro nel momento dell’assaggio, nonostante il sapore del cibo fosse lo stesso. Ciò significa che l’ambiente gioca un ruolo fondamentale nel momento della degustazione. Grazie a questo risultato, Tork e SCA hanno identificato dei modelli ricorrenti degli stati d’animo e delle emozioni provocate da colori diversi: ogni colore evoca una particolare situazione, suggerisce un’interazione diversa con le persone a tavola e si riflette in una determinata condizione emotiva.” E vista la proverbiale attenzione degli italiani per il cibo, la scelta è stata quella di replicare l’evento nel nostro paese: “Il menù composto da sette portate monocromatiche proposto dallo chef Perdomo -ha proseguito May- ci ha permesso di riscontrare quanto emerso dall’esperimento svedese, ossia la profonda relazione tra colori, esperienza di degustazione e grado di coinvolgimento emotivo degli ospiti”.
Il valore dell’ospitalità
Ospitalità significa prendersi cura dei propri ospiti nel miglior modo possibile e i tovaglioli sono determinanti per stabilire lo stile di un ambiente: quelli di Tork aiutano a valorizzare il livello di ospitalità. Tork, infatti, offre al mondo dell’ospitalità tovaglioli di alta qualità in un’ampia gamma di dimensioni e colori che si armonizzano con quelli del ristorante, del bar, della sala per le prime colazioni e del coffee break, e possono essere personalizzati. Singoli e dispensati, dai piccoli a un velo ai tovaglioli di lusso di grandi dimensioni che al tatto ricordano il lino, sempre freschi, semplici da piegare, ideali per un ristorante elegante che ha l’esigenza di mantenere un alto profilo. Tutti i prodotti Tork sono inoltre ideati per ridurre l’impatto ambientale nell’arco di tutto il loro ciclo di vita, dal reperimento delle materie prime fino allo smaltimento. Dall’aumento della capacità di assorbenza a una maggiore sensazione di morbidezza, Tork usa la propria esperienza in materia di igiene e sostenibilità per produrre la migliore soluzione in ogni occasione. Scegliere Tork significa diventare parte attiva in materia di sostenibilità.
Tutto made in Italy
Un ruolo importante nel lancio della nuova gamma è stato ricoperto dallo stabilimento SCA di Collodi, in provincia di Pistoia, che ha contribuito allo studio e alla realizzazione della nuova cartella colore. L’impianto, riconosciuto come Centro di Eccellenza della Carta Colorata, produce circa 40.000 tonnellate l’anno di bobine in 50 colori differenti, fornisce per il 70% il mercato italiano e per il 30% clienti a livello mondiale, confermando così l’eccellenza della produzione italiana del gruppo in tutto il mondo. [www.tork.it]
LUGLIO
INDUSTRIE
2016
&GDO INSERTO
il giornale dei servizi ambientali
TERZA PAGINA etichette nutrizionali pellicola eco 13
pest control alimentare
GESTIONE richiamo alimenti videosorveglianza 22 stress da lavoro
SCENARI forum pulire 2016 protocollo intesa 28 novel food robot in gdo
TECNOLOGIE interclean innovation award lavaggio mani 36 dispenser asciugatura mani
ETICHETTE NUTRIZIONALI TERZA PAGINA
calorie, grassi, carboidrati: da dicembre obbligatori in etichetta di Simone Finotti
Nuovo step del Regolamento UE 1169/2011, che riforma le etichettature alimentari nei paesi dell’Unione: dal prossimo 13 dicembre entra in vigore l’obbligo di indicare i valori nutrizionali dei prodotti preimballati. Ecco quanto prevede la legge. Si studiano intanto sistemi semplificati per migliorare la gestione delle informazioni da parte dei produttori e dei consumatori. Torniamo a parlare di nuove regole per l’etichettatura alimentare, il prossimo 13 dicembre entrano in vigore le disposizioni sulle informazioni nutrizionali delle etichettature dei prodotti alimentari previsto dal nuovo Regolamento UE n. 1169/2011, del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Ricordiamo che l’entrata in vigore delle complesse disposizioni del Regolamento, pubblicato in data 22 novembre 2011 è iniziata il 13 di-
13 luglio 2016
cembre 2011 ed è graduale: il Regolamento infatti ha trovato applicazione a decorrere dal 13 dicembre 2014 per le disposizioni in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti, mentre troverà applicazione dal 13 dicembre 2016, per quanto riguarda le disposizioni sull’etichettatura nutrizionale.
calorico (energia), i grassi, i grassi saturi, i carboidrati con specifico riferimento agli zuccheri e il sale, espressi come quantità per 100g o per 100 ml o per porzione nel campo visivo principale (parte anteriore dell’imballaggio) mentre gli elementi nutritivi di un elenco determinato possono essere dichiarati volontariamente.
Dal 13 dicembre obbligatoria l’etichetta nutrizionale
Gli articoli del Regolamento
Per ciò che concerne l’etichetta nutrizionale, essa dunque sarà obbligatoria a partire dal 13 dicembre 2016, anche se, come sappiamo, può essere anticipata volontariamente. La dichiarazione obbligatoria riguarda il contenuto
Gli articoli di riferimento sono il n. 30-35 del Regolamento del 2011. In particolare, all’art. 30 si prevede che la dichiarazione nutrizionale obbligatoria rechi le indicazioni seguenti: il valore energetico; la quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidra-
TERZA PAGINA ETICHETTE NUTRIZIONALI
14 luglio 2016
ti, zuccheri, proteine e sale. Una dicitura indicante che il contenuto di sale è dovuto esclusivamente al sodio naturalmente presente può figurare, ove opportuno, immediatamente accanto alla dichiarazione nutrizionale. Il contenuto della dichiarazione nutrizionale obbligatoria di cui al paragrafo 1 può essere integrato con l’indicazione delle quantità di uno o più dei seguenti elementi: acidi grassi monoinsaturi; acidi grassi polinsaturi; polioli; amido; fibre; i sali minerali o le vitamine elencati all’allegato XIII, parte A, punto 1, e presenti in quantità significativa.
Alimenti preimballati
Quando l’etichettatura di un alimento preimballato contiene la dichiarazione nutrizionale obbligatoria di cui al paragrafo 1, vi possono essere ripetute le seguenti informazioni: il valo-
re energetico; oppure il valore energetico accompagnato dalla quantità di grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale. Seguono poi alcune possibili deroghe e casi in cui l’indicazione può limitarsi al solo valore energetico. L’allegato XIV contiene i coefficienti di conversione utili per il calcolo del valore energetico, e l’allegato XV le apposite unità di misura.
Dichiarati i valori nutrizionali medi
Il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive si riferiscono all’alimento così com’è venduto. Se del caso, tali informazioni possono riguardare l’alimento dopo la preparazione, a condizione che le modalità di preparazione siano descritte in modo sufficientemente particolareggiato e le informazioni riguardino l’alimento pronto per il consumo. I valori di-
chiarati sono valori medi stabiliti, a seconda dei casi, sulla base: dell’analisi dell’alimento effettuata dal fabbricante; del calcolo effettuato a partire dai valori medi noti o effettivi relativi agli ingredienti utilizzati; oppure del calcolo effettuato a partire da dati generalmente stabiliti e accettati. La Commissione può adottare atti di esecuzione che definiscono norme dettagliate per l’attuazione uniforme per quanto riguarda la precisione dei valori dichiarati, ad esempio gli scarti tra i valori dichiarati e quelli constatati in occasione di controlli ufficiali. Vi sono poi casi in cui il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive possono essere espressi per porzione e/o per unità di consumo, facilmente riconoscibile dal consumatore, a condizione che siano quantificate sull’etichetta la porzione o l’unità utilizzate e sia indicato il numero di porzioni o unità contenute nell’imballaggio.
Come deve presentarsi l’etichetta
L’articolo 34 fornisce indicazioni relative al “layout” dell’etichetta, prevedendo ad esempio che il valore energetico; la quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, gli acidi grassi monoinsaturi, gli acidi grassi polinsaturi, i polioli; l’amido, le fibre, i sali minerali o le vitamine figurino nello stesso campo visivo, presentate insieme in un formato chiaro. Le stesse indicazioni devono essere presentate in formato tabulare, se lo spazio lo consente, con allineamento delle cifre. In mancanza di spazio, la dichiarazione è presentata in formato lineare. Ulteriori indicazioni vanno rappresentate nel campo visivo principale, con dimensioni e tipologia del carattere chiare e leggibili. Molto chiari devono essere anche i simboli e le diciture accessorie. La chiarezza è un aspetto importantissimo, perché non è affatto cosa scontata: anzi, stando a quanto emerge da una recente indagine in-
ETICHETTE NUTRIZIONALI TERZA PAGINA
ternazionale Nielsen, circa il 60% dei consumatori ha difficoltà a comprendere le informazioni nutrizionali sulle confezioni degli alimenti. Un’esigenza di chiarezza sacrosanta, dunque, ma che si scontra con un’altra necessità comprensibile, questa volta sul fronte dei produttori, per i quali non è sempre semplice gestire una quantità crescente di informazioni su uno spazio ridotto. Un’idea che sta facendo scuola è quella inglese dei “semafori”: per ogni valore è previsto un codice colore semaforico, dal rosso (per i meno salutari) al verde (ok), passando per il giallo che indica il livello di guardia. In questo caso il riferimento è la dose giornaliera raccomandata dal Ministero della salute inglese, ma il modello è esportabile ovunque e rappresenta una notevole semplificazione per i produttori e i consumatori.
Una sintesi
In sintesi: dal 13 dicembre entra in vigore l’obbligo dell’etichetta nutrizionale, ossia di indicare i principali valori nutrizionali sull’etichetta dei cibi. In particolare, il valore energetico e le sostanze nutritive sono espresse su 100 g o 100 ml, in modo da facilitare la comparabilità tra prodotti simili o contenuti in imballaggi di dimensioni diverse. Oltre alle sostanze nutritive citate in precedenza, possono essere inseriti altri elementi nutritivi come gli acidi grassi mono o polinsaturi, i polioli, l’amido, le fibre, i sali minerali e le vitamine. I valori dichiarati in etichetta sono valori medi e possono essere ottenuti sulla base di analisi di laboratorio effettuate dal produttore sull’alimento oppure calcolati tramite un software (valori medi di letteratura) Per alcune categorie di prodotti il Reg. UE 1169/11 prevede che non sia obbligatorio fornire le informazioni nutrizionali, salvo eventuali disposizioni specifiche. Le categorie più rilevanti escluse da tale obbligo sono: bevande con contenuto alcoli-
co superiore all’1,2 % in volume; prodotti non trasformati con un solo ingrediente o una sola categoria di ingredienti; prodotti trasformati sottoposti unicamente a maturazione con un solo ingrediente o una sola categoria di ingredienti; acque destinate al
consumo umano; alimenti confezionati in imballaggi o contenitori la cui superficie maggiore misura meno di 25 cm2; alimenti di piccole quantità, anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante al consumatore finale.
15 luglio 2016
TERZA PAGINA PELLICOLA ECO
protegge i cibi e si può anche mangiare: è la “seconda pelle” degli alimenti di Umberto Marchi
16 luglio 2016
Dalla Sicilia arriva un esempio virtuoso di economia circolare applicato al food: ecco le pellicole – eco studiate dal Cnr, e prodotte dagli scarti di agrumi, funghi e gamberetti. Aumentano la shelf life degli alimenti e sono perfettamente commestibili, senza alterare le proprietà organolettiche dei cibi. Non sostituiscono il normale packaging dei cibi, ma avvolgono gli alimenti in una pellicola protettiva commestibile, totalmente inodore e insapore, che li protegge e ne aumenta considerevolmente la shelf life. Fino a oltre una settimana in più, mantenendone perfettamente le caratteristiche, e scusate se è poco.
Biopellicole dagli scarti degli agrumi
Stiamo parlando delle “biopellicole” a base di pectina e chitosano messe a punto dall’Isafom (Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo) del Cnr Catania nell’ambito del progetto Pon Pectine coordinato dal Dipartimento bio agroalimentare (Disba) del Cnr, e già sperimentate in questi mesi su alcuni quintali di alimenti, dai carciofi ai fichi d’india. Ma facciamo un passo indietro e ascoltiamo Salvatore Raccuia, uno dei responsabili del progetto. “Nell’ambito di una serie di ricerche, partite anni fa, sulle nuove prospettive dell’economia circolare – spiega-, ci siamo occupati della valorizzazione di alcune tipologie di scarti.
Tra questi, quelli provenienti dagli agrumi, di cui la Sicilia è ricchissima, e quelli dei carapaci dei gamberetti, anch’essi molto abbondanti nei nostri mari. Da questi ultimi, oltre che dai funghi, si può estrarre il chitosano, mentre dalle bucce degli agrumi si ricava la pectina, nella cui produzione la Sicilia è tra i leader mondiali.”
Un biofilm tutto naturale
La cosa interessante è che si tratta di due sostanze, già utilizzate nell’industria alimentare e quindi già registrate e indicabili in etichetta, con cui si può ottenere una soluzione, insieme ad acqua e acido citrico, in grado di “rivestire” alimenti come frutta e verdura. “Il procedimento è semplice” illustra Raccuia. “Basta immergere l’alimento in un “bagno” con la soluzione, ed esso ne emerge lette-
ralmente rivestito dalla pellicola. Un po’ come mettere una mela nell’olio, insomma: solo che in questo caso si crea un biofilm che protegge il cibo perché crea, tra l’alimento e l’esterno, una barriera fisica e, in parte, chimica capace di contrastare spore o batteri. “Non per sempre –precisa il ricercatore-, perché trattandosi di prodotti naturali a un certo punto si crea una breccia da cui i microrganismi entrano. Ma quanto basta per aumentare anche considerevolmente la shelf life dell’alimento: protetti dalla nuova pellicola, i cuori di carciofo durano tra i 24 e i 28 giorni contro un massimo di 12 garantiti dalle pellicole di plastica, mentre i fichi d’India durano fino a 12 giorni, contro i 7 normali. Gli alimenti, comunque, devono essere conservati in frigorifero a 4 gradi centigradi, e venduti dentro le tradizionali vaschette.”
PELLICOLA ECO TERZA PAGINA
cosa. Inoltre anche la stessa produzione delle materie prime potrebbe cambiare. Ad esempio stiamo pensando a creare, con scarti organici (e in questo caso si parla di tutti gli scarti organici, dai filtri del caffè a tutti i tipi di resti alimentari), un substrato dove coltivare funghi che, opportunamente sterilizzati, potrebbero fornire chitosano a minor costo. Nel breve periodo sappiamo bene che l’economia circolare comporta costi superiori rispetto a un’economia lineare. Ma sappiamo anche che i vantaggi a medio e lungo termine non tardano a farsi sentire.”
La sperimentazione
“Finora – prosegue Raccuia – abbiamo lavorato con fichi d’India pre-lavorati, che contenendo una grande quantità di zuccheri sono facilmente e rapidamente attaccabili dalle muffe, e cuori di carciofo già ripuliti e pronti al consumo, che contiene molti antiossidanti e tende ad indurirsi e annerirsi in fretta. Si tratta di due prodotti di nicchia che rappresentano molto bene il nostro territorio e richiedono una certa lavorazione per poter essere consumati, elemento che li ha resi particolarmente adatti a sperimentare le pellicole. E sinora ci siamo limitati a quantità relativamente basse, qualche quintale, grazie alla collaborazione di un’azienda locale. Nulla vieta però di pensare ad altre applicazioni, come frutti sbucciati o altro ancora, adatti per un certo tipo di consumatori, ad esempio quelli allergici alle bucce.”
Il costo: un limite che si può superare
Tra i limiti della soluzione c’è quello dei costi: “Abbiamo calcolato che i prodotti lavorati con il nostro biofilm possono arrivare a costare, al consumatore, anche il 20-25% in più rispet-
to al prezzo medio normale, perché il biofilm non si sostituisce al tradizionale packaging, ma si aggiunge ad esso incrementando i costi finali. Per ora, dunque, si potrebbe pensare ad alcuni prodotti di nicchia, ad esempio alcuni dell’agricoltura “bio”, su cui si spuntano prezzi più alti. Ma non dobbiamo scoraggiarci: “Finora abbiamo lavorato poche quantità di cibo, mentre con economie più di scala senza dubbio si potrebbe risparmiare qual-
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pest management alimentare, arriva l’“auto-controllore” di Simone Finotti
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“Evoluzione del pest control nella filiera alimentare” è il titolo del nuovo libro di Davide Di Domenico, biologo entomologo e consulente di pest management per importanti aziende del food. Un intero capitolo illustra il caso di tre piccole strutture di San Marino coinvolte direttamente in un progetto di autocontrollo. Un caso-scuola.
luglio 2016
Filiera alimentare e pest control: un binomio che, specie negli ultimi anni, si sta evolvendo e professionalizzando sempre di più. Ultimamente, infatti, un’attenzione via via crescente è rivolta alla sicurezza alimentare, con una sensibilizzazione sempre più accentuata in proposito sia da parte degli operatori, sia da parte dei fruitori finali dei prodotti, che poi siamo tutti noi. E siccome, per dirla con Feuerbach, “siamo quello che mangiamo”, ne va, in ultima analisi, della qualità della nostra vita.
Un settore molto complesso
Si tratta di un settore complesso sia dal punto di vista tecnico, sia da quello legislativo, con diverse norme, regole, standard e non poche criticità, come sottolinea il biologo-entomologo Davide Di Domenico, esperto di ecologia urbana e consulente Pest Management e Sicurezza alimentare, nel suo approfondito libro “Evoluzione del pest control nella filiera alimentare. Monitoraggio ed analisi di sistemi in cui l’igiene e la qualità
degli alimenti sono scarsamente sviluppati o compromessi”, uscito per EAI-Edizioni Accademiche Italiane. “In questo lavoro ho focalizzato la mia attenzione su sistemi in cui l’igiene e la qualità degli alimenti erano scarsamente sviluppati o compromessi. In particolare, mi sono concentrato sullo studio delle problematiche legate ai parassiti nelle piccole strutture ristorative della Repubblica di San Marino e nelle zone colpite dal terremoto del maggio 2012 in provincia di Modena. Nel primo caso è stato sviluppato un progetto finalizzato a coinvolgere direttamente i gestori, creando la figura dell’auto-controllore. Nel secondo caso la creazione di un gruppo tecnico, del quale ho fatto parte, ha permesso lo sviluppo di una sinergia d’azione in grado di intervenire a sostegno delle criticità individuate durante le fasi più acute dell’emergenza.”
Il caso San Marino
L’intero terzo capitolo del volume è dedicato al “caso” S. Marino: il Decreto 32/2005 della Repubblica sanmarinese, all’ articolo 4 prevede che che ogni azienda alimentare deve sviluppare, applicare e mantenere un programma scritto contente le procedure di igiene secondo lo schema delle SSOP americane. L’U.O.S. Sanità Veterinaria e igiene Alimentare del Dipartimento Prevenzione dell’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) della Repubblica di San Marino, nel corso di una analisi consuntiva dei report prodotti fino all’anno 2011, relativi alle ispezioni svolte sugli esercizi alimentari, ha evidenziato l’esistenza
di una scarsa attenzione da parte delle piccole aziende nei confronti del pest control. Sono per lo più ristoranti a gestione familiare, nei quali, per motivi economico – culturali, non vengono affrontati autonomamente gli aspetti relativi alla conduzione di un monitoraggio sistematico o al controllo della qualità del servizio fornito dalla ditta di disinfestazione.
Il progetto sperimentale
Di conseguenza, al fine di incentivare l’attuazione del Decreto 32/2005, che definisce la gestione del pest control come una SSOP, è stato avviato un progetto sperimentale mirato ad indurre la corretta procedura di controllo nelle piccole aziende alimentari, attraverso il loro coinvolgimento diretto in uno specifico programma di monitoraggio. Un’importante novità, in questo caso, sta nel fatto che la relazione tra controllore ed opera-
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tore non si è basata sul metodo della sanzione come strumento coercitivo, ma prefigura la collaborazione attiva per raggiungere un obiettivo comune. La prevenzione dei rischi di natura alimentare parte dal presupposto che la sicurezza dei prodotti deve essere una qualità intrinseca all’azienda stessa, un prerequisito basato sull’applicazione di una metodica di autocontrollo che costituisce parte integrante del sistema produttivo e del modus operandi del gestore stesso. “In molti casi devo confessare –dice l’autore – di essermi trovato di fronte a situazioni non semplici. L’urgenza era quella di stringere i tempi sul recepimento delle direttive in termini di sicurezza alimentare, e per farlo non si potevano certo mettere in atto procedure standard, che avrebbero allungato i tempi.” L’idea, semplice e geniale, è stata quella di coinvolgere ciascun piccolo esercente nel progetto. “Del resto, chi meglio di loro conosce le proprie criticità e può farvi fronte? Ecco perché ho studiato un form di check list di autovalutazione, attraverso il quale ciascun esercente poteva prendersi l’impegno di intervenire sulle proprie criticità.”
Il protocollo di autovalutazione
Nell’ambito di questo progetto sperimentale è stato approntato un “protocollo di autovalutazione del piano di controllo degli infestanti nella piccola ristorazione collettiva”, la cui principale prerogativa consiste nella creazione della figura dell’auto-controllore, rappresentata dal gestore e dallo staff interno alla realtà produttiva, il cui coinvolgimento è fondamentale per razionalizzare le operazioni di pest control e pest management. In sostanza l’auto-controllore è un osservatore attento e scrupoloso, in grado di rilevare, meglio di chiunque altro, le criticità più occulte nell’ambito di una realtà a lui molto familiare, definendo di conseguenza, nel modo più ragionevole ed efficiente, le azio-
ni da intraprendere a livello strutturale e comportamentale.
Il ristorante, la cucina scolastica e quella ospedaliera
A partire dalla primavera 2011 sono state coinvolte tre aziende interessate a collaborare per la realizzazione del progetto sperimentale: un ristorante del centro storico, una cucina scolastica ed una cucina ospedaliera. La collaborazione con queste strutture si è protratta per più di un anno, consentendo la sperimentazione e la raccolta dei dati necessari per la validazione del sistema di autocontrollo approntato da parte delle autorità sanmarinesi, portando a termine il training necessario per permettere ai gestori delle piccole strutture ristorative di condurre autonomamente un protocollo di monitoraggio, valutando in modo oggettivo la necessità di azioni correttive e migliorie strutturali. Nella realizzazione del progetto sono stati svolti diversi incontri con i responsabili ed il personale delle strutture scelte come modello, sviluppando attività sia in aula che in azienda.
Le fasi operative
Dopo un primo confronto di carattere teorico sono state progressivamente illustrate le fasi operative: accreditamento delle varie strutture all’Organo di controllo (l’ISS), attraverso la compilazione di una “check list di analisi strutturale” finalizzata a rilevare le eventuali criticità, definendo le tempistiche per il perfezionamento; attuazione guidata di uno specifico programma di monitoraggio ed analisi dei dati raccolti, con applica-
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zione di azioni correttive idonee al tipo di problematica riscontrata; analisi dei risultati ottenuti attraverso una “check list di autovalutazione”.
La check list
La struttura interessata ad essere coinvolta nel programma di autocontrollo deve per prima cosa accreditarsi all’I.S.S. di San Marino attraverso una procedura guidata (risolvibile anche online) che prevede la compilazione di una check list d’ingresso, descrivendo, nell’ambito di un tour virtuale dei vari locali dell’azienda, i dettagli della propria attività, analizzando i principali requisiti strutturali degli ambienti di lavoro e richiedendo di autocertificarne la corrispondenza con gli standard normativi e con le buone pratiche gestionali. “Ad esempio: quante finestre hai? E di queste, quante hanno la zanzariera? Se non tutte, in quanto tempo prevedi di metterti a norma? e così via. In questo modo, facendo emergere le criticità della propria struttura produttiva e stabilendo le tempistiche previste per lo sviluppo di azioni migliorative, si realizza il primo approccio al progetto di autocontrollo.”
Il programma di monitoraggio
Una volta accreditata all’organo ufficiale di controllo, la struttura ristorativa deve avviare uno specifico programma di monitoraggio secondo le linee guida descritte nel manuale operativo che viene consegnato in questa fase: in pratica il gestore della struttura è messo nella condizione di impostare un sistema di monitoraggio dei principali infestanti (blatte, roditori,
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TERZA PAGINA PEST CONTROL ALIMENTARE controllo possono figurare, in particolare, analisi dei dati forniti e sopralluoghi specifici per verificare l’effettiva applicazione delle linee guida.
Le verifiche
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insetti delle derrate, mosche ed altri animali indesiderati), acquisendo tutte le informazioni necessarie per l’installazione delle postazioni (trappole con esche alimentari, trappole a feromoni, trappole luminose e distributori di esca per roditori) e per la loro verifica periodica. Le linee guida necessarie ad attivare il programma di autocontrollo vengono rese disponibili online, alle aziende accreditate, nell’area riservata di uno specifico sito controllato dall’ISS, e permettono alla struttura ristorativa di sviluppare, scaricandola in formato pdf, la procedura SSOP per l’autocontrollo degli agenti infestanti, le procedure operative per il monitoraggio ed una indicazione sulle azioni correttive da intraprendere nel caso di infestazioni. I risultati dell’attività svolta, che devono essere riportati di volta in volta su apposite schede all’interno del manuale, vengono riferiti a precise soglie di tolleranza. Il superamento di tali limiti porta all’attivazione di uno specifico intervento di disinfestazione, svolto da personale specializzato, oltre alle necessarie azioni di analisi e bonifica strutturale condotte dall’azienda (pest proofing).
Azioni correttive
L’esecuzione delle azioni correttive viene quindi demandata, nel momento in cui si rileva la presenza di un’infestazione, ad un’azienda specializzata, sotto la supervisione dei consulenti tecnici e degli entomologi resi disponibili dall’ISS, in grado di riconoscere a livello di specie gli organismi infestanti e di valutarne la rile-
vanza dal punto di vista igienico-sanitario. Questa strategia operativa comporta essenzialmente due vantaggi: perfezionamento della selettività di tutte le azioni di disinfestazione poiché basate sulle caratteristiche biologiche e le abitudini comportamentali dell’infestante che si intende combattere; capacità di ottenere una precisa valutazione del rischio sanitario nelle diverse situazioni, rassicurando o allarmando nella giusta proporzione il personale preposto.
Analisi dei risultati
Annualmente la struttura accreditata deve sviluppare, e spedire all’ISS, una relazione di auto-valutazione, strutturata in modo da consentire la stima oggettiva delle attività svolte e quindi l’analisi delle problematiche riscontrate e delle strategie correttive adottate. Nella relazione l’azienda deve specificare, sulla base dei dati di monitoraggio raccolti durante l’anno ed in relazione alle criticità segnalate, quali sono state le problematiche rilevate e come sono state affrontate. D’altra parte l’organo di controllo preposto, l’ISS, deve determinare se il sistema di autocontrollo funziona correttamente o meno. Tra i metodi di
Le procedure di verifica comprendono: un audit operativo; la verifica della correttezza delle registrazioni; la verifica delle misure correttive adottate. Una volta verificata la relazione di auto analisi, l’azienda coinvolta viene dotata di un certificato comprovante l’impegno nella partecipazione al progetto, in merito all’interazione costruttiva sviluppata con l’organismo di controllo al fine di garantire un buon livello qualitativo.
La formazione
Nelle aule dell’ISS vengono programmate giornate periodiche di incontro e formazione specifica gratuita rivolta agli operatori delle aziende coinvolte nel progetto. Questo per creare un momento di confronto e di condivisione delle problematiche riscontrate durante le operazioni di autocontrollo. Vengono inoltre approfondite le tematiche del pest control e quelle relative ai pericoli e punti critici presenti nei vari processi produttivi, dello stoccaggio, del trasporto e/o distribuzione, delle misure correttive, delle misure preventive e delle procedure di documentazione applicabili ad una piccola azienda alimentare.
L’importanza di essere ben formati
Dice Di Domenico: “Quando si opera all’interno di strutture sensibili come
PEST CONTROL ALIMENTARE
quelle di preparazione degli alimenti, gli operatori che si occupano del pest control debbono essere più formati nella capacità critica e nell’osservazione dei luoghi che possono divenire focolaio d’infestazione, piuttosto che applicatori di presidi medico chirurgici. Questo perché ogni fabbricato presenta moltissime nicchie protettive in grado di favorire lo sviluppo di biocenosi capaci di espandersi direttamente ed in modo repentino compromettendo la qualità del prodotto. Il trattamento insetticida spesso diventa inopportuno e inefficace poiché non raggiunge le cause delle infestazioni e non può essere praticato all’interno delle aree di lavorazione. Di conseguenza una procedura razionale può sostituire il concetto di intervento effettuato a calendario, con quello di intervento basato sull’analisi dei dati ottenuti tramite un accurato monitoraggio e sull’osservazione e la gestione delle aree a rischio. Il progetto sperimentale svolto nella Repubblica di San Marino evidenzia come nelle piccole aziende alimentari sia possibile realizzare l’attuazione di efficaci tecniche di lotta integrata, intese fondamentalmente come un approccio alla gestione in autocontrollo delle strategie di prevenzione, in grado di fornire soluzioni durature ai problemi. È pertanto possibile sostituire la pura azione di disinfestazione con una strategia di monitoraggio in autocontrollo e riconoscimento delle condizioni ambientali che favoriscono lo sviluppo degli agenti infestanti, mettendo in atto adeguate opere di prevenzione.”
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Le conclusioni
Dai risultati emersi si può evidenziare, in termini generali, come anche una piccola attività ristorativa può essere indotta, con approccio collaborativo, a sviluppare un valido sistema di autocontrollo, prendendo in esame le molteplici situazioni che possono favorire lo sviluppo
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degli infestanti. L’auto-controllore è un osservatore attento e scrupoloso, in grado di rilevare meglio di chiunque altro le criticità più occulte nell’ambito di una realtà a lui familiare, definendo di conseguenza, nel modo più ragionevole ed effi-
ciente, le azioni da intraprendere e le migliorie da applicare sia a livello strutturale sia comportamentale.
GESTIONE RICHIAMO ALIMENTI
dalla salute le procedure per i richiami alimentari di Giuseppe Fusto
22 luglio 2016
Il 31 maggio scorso il Ministero della Salute ha pubblicato sul proprio sito il documento 54999 contenente le “Procedure per il richiamo, da parte degli OSA, di prodotti non conformi, ai sensi del Regolamento (CE) 178/2002 e successiva pubblicazione dei dati inerenti i prodotti richiamati per una corretta tutela del consumatore.” Il Regolamento (CE) 178/2002, che istituisce un sistema di allerta rapido per la notifica di un rischio diretto o indiretto per la salute umana, dovuto all’uso di alimenti o mangimi, prevede procedure, non solo per la rintracciabilità ed il ritiro dell’alimento non considerato sicuro, ma anche per il richiamo dello stesso (recall), nel caso in cui l’alimento non conforme ai requisiti di sicurezza, così come definiti nell’articolo 14 del Regolamento (CE) 178/2002, sia stato già esitato al consumo. A questo proposito, lo scorso 31 maggio, il Ministero della Salute ha pubblicato il documento n. 54999 che contiene le linee guida per le operazioni, appunto, di richiamo, indirizzate agli operatori del Settore Alimentare.
L’OSA responsabile della sicurezza
La normativa europea in materia di sicurezza alimentare individua, dunque, l’operatore del settore alimentare (OSA) quale responsabile della sicurezza dei prodotti immessi sul mercato e precisa che ciascuno Stato membro deve comunicare alla Commissione, attraverso il sistema rapido di allerta, ogni misura che è stata adottata per limitare i rischi per il
consumatore, comprese le eventuali ipotesi di ritiro o di richiamo del prodotto messe in atto dall’OSA, conformemente a quanto stabilito dagli articoli 18, 19 e 20 del Regolamento (CE) 178/2002.
Le definizioni
Le linee guida contengono le definizioni, a partire dal termine richiamo, con il quale si intende la procedura obbligatoria a carico dell’OSA, conformemente a quanto previsto dall’art. 19 paragrafo 1 “Se il prodotto può essere arrivato al consumatore, l’operatore informa i consumatori in maniera efficace e accurata del motivo del ritiro e, se necessario, richiama i prodotti già forniti al consumatore, quando altre misure non siano sufficienti a conseguire un livello elevato di tutela della salute.” Quanto sopra si applica anche agli operatori economici, di cui all’articolo 2 del Regolamento (CE) 1935/2004, responsabili della sicurezza di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti.
Le indicazioni obbligatorie
Per rendere agevole per il consumatore l’individuazione del prodotto oggetto di richiamo, questo deve contenere almeno le seguenti indicazioni: denominazione di vendita; marchio del prodotto; nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato; lotto di produzione; marchio di identificazione dello stabilimento, ove applicabile; nome del produttore e sede dello stabilimento; data di scadenza o termine minimo di conservazione; descrizione peso/volume unità di vendita;
motivo del richiamo: descrizione precisa del pericolo che ha determinato il richiamo del prodotto. Si ritiene infatti che un’indicazione generica, del tipo “prodotto non conforme”, non sia sufficiente a soddisfare il requisito di accuratezza dell’informazione dettato dall’articolo 19 del Regolamento (CE) 178/2002; le istruzioni al consumatore per la gestione del prodotto acquistato, nonché ulteriori eventuali avvertenze, incluse le modalità per contattare l’assistenza clienti (numero verde, indirizzo e-mail, ecc.); fotografia del prodotto, così come si presenta al consumatore all’atto dell’acquisto.
L’avviso di sicurezza
Si tratta di una forma di comunicazione, diversa rispetto al richiamo dell’OSA, utilizzata dal Ministero della Salute recante informazioni basate su fonti ufficiali, divulgata a scopo precauzionale e a fini di tutela della salute pubblica. L’avviso di sicurezza, in termini generali, è diramato sotto forma di pagina web e/o di comunicato stampa. Con il termine “fonte ufficiale” si fa riferimento anche
RICHIAMO ALIMENTI GESTIONE
ai seguenti soggetti che possono fornire informazioni alle Autorità competenti: o Sistemi informativi: RASFF, EWRS, INFOSAN; o Autorità: Comando Carabinieri per la tutela della salute, Aziende sanitarie locali, Regioni, AIFA. Altri soggetti che possono essere fonti di informazione comprendono: le Forze di Polizia e le Istituzioni che, a vario titolo, partecipano al Piano nazionale integrato dei controlli; laboratori ufficiali: Istituto superiore di sanità, Istituti Zooprofilattici sperimentali, ARPA/APPA, laboratori di prevenzione/sanità pubblica. In ogni caso l’avviso di sicurezza non è da intendersi come sostitutivo del richiamo e, pertanto, non assolve l’OSA dall’obbligo di effettuarlo.
Le modalità operative
Vengono poi le modalità operative per soddisfare i requisiti di efficacia ed accuratezza delle informazioni fornite al consumatore in caso di richiamo di un prodotto. L’OSA, inteso come titolare del marchio del prodotto o distributore/importatore di prodotto extranazionale, o in qualità di responsabile primario della sicurezza alimentare, predispone una comunicazione di richiamo rivolta ai consumatori, contenente le informazioni minime. In un apposito allegato alle linee guida vengono descritte le procedure da seguire a seconda che sia stata appurata la sussistenza di un grave rischio per la salute umana o sia necessaria una valutazione del rischio, per decidere se adottare o no misure rapide a tutela della salute, conformemente a quanto già riportato nell’allegato D della linea guida per la gestione operativa del sistema d’allerta per alimenti destinati al consumo umano, approvata in Conferenza Stato-Regioni il 13 novembre 2008.
I casi di grave rischio
Sempre in questo allegato vengono specificati i casi in cui si identifica un grave rischio per la salute umana, che sono stati suddivisi sulla base degli effetti acuti o cronici e la tossicità a breve o
lungo termine. Per effetto immediato si intende quando la comparsa di gravi effetti nocivi per la salute umana a seguito dell’assunzione di un alimento contaminato si manifesta immediatamente o dopo un breve periodo di tempo o su specifiche categorie di popolazione. In altri casi l’assunzione di un alimento può comportare probabili effetti a lungo termine, effetti tossici cumulativi sulla salute di chi lo consuma o dei suoi discendenti.
La divulgazione della comunicazione
La divulgazione, da parte dei distributori e dei dettaglianti, della comunicazione di richiamo deve avvenire mediante apposizione di cartellonistica presso i punti vendita interessati. Inoltre, nel caso di rischio di tossicità acuta, al fine di assicurare una più efficace informazione del consumatore potenzialmente interessato, l’OSA deve anche utilizzare la forma di comunicazione che preveda la pubblicazione del richiamo a mezzo stampa, dispacci ANSA, radio, TV tenendo conto del livello di distribuzione raggiunto (locale, regionale, nazionale), ed almeno una delle seguenti modalità di comunicazione: pubblicazione del richiamo sul proprio sito; pubblicazione del richiamo su social network. Nel caso di rischio di tossicità cronica, l’OSA oltre al messaggio di richiamo mediante apposizione di cartellonistica presso i punti vendita interessati deve utilizzare almeno una delle seguenti modalità di comunicazione: pubblicazione del richiamo sul proprio sito; pubblicazione del richiamo su social network. Nel caso di eventuale mancanza di un sito internet o di una pagina nei social media dell’OSA, sarà sufficiente, ed obbligatorio, il comunicato di richiamo pubblicato sull’apposita pagina del portale del Ministero.
Le procedure di richiamo
Nel caso sia necessaria una valutazione scientifica per accertare la sussistenza di un grave rischio occorrerà seguire i cri-
teri riportati sul documento EFSA “Risk communication Guidelines” per determinare il livello di rischio. Nel caso in cui si evidenzi, a seguito della suddetta valutazione, la sussistenza di un rischio alto l’OSA dovrà effettuare il ritiro del prodotto dal mercato e, per quanto riguarda il richiamo dovrà procedere ad informare il consumatore attraverso l’apposizione di una cartellonistica presso i punti di vendita, la pubblicazione del richiamo sul sito web, e, a seconda del livello di distribuzione (locale, regionale, nazionale), effettuare comunicati mezzo stampa, radio, TV. In caso di rischio sconosciuto, a titolo precauzionale, e al fine di adottare misure a tutela della salute se il prodotto è andato al consumatore finale, l’OSA dovrà effettuare il ritiro del prodotto dal mercato e, per quanto riguarda il richiamo, procedere almeno con l’apposizione di una cartellonistica presso i punti di vendita. Al fine di garantire un più ampio e tempestivo accesso alle informazioni ai consumatori è stato implementato un sistema che consente la pubblicazione dei richiami sul sito web del Ministero direttamente da parte delle Regioni o, su disposizione regionale, da parte delle AASSLL. Pertanto, in tutti i casi in cui venga disposto il richiamo, gli OSA devono scaricare dal sito del Ministero l’apposito modello e trasmetterlo alla ASL competente per territorio. La ASL a sua volta, valutata l’appropriatezza, provvederà, se delegata dalla Regione, a pubblicare sul sito del Ministero il modello, utilizzando la sezione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) creata allo scopo. Diversamente sarà la Regione a provvedere direttamente alla pubblicazione sul sito del Ministero. Il Ministero della Salute valuta altresì l’opportunità di pubblicare avvisi di sicurezza in caso di rischi derivanti da prodotti extranazionali, in attesa di poter acquisire informazioni dettagliate in merito all’elenco dei distributori sul territorio nazionale. Questi ultimi, una volta individuati, saranno tenuti alla divulgazione del richiamo secondo le modalità descritte.
23 luglio 2016
GESTIONE VIDEOSORVEGLIANZA
videosorveglianza illecita, pesanti sanzioni di Carlo Ortega
No alla videosorveglianza non autorizzata dei dipendenti sul lavoro: si rischiano sanzioni molto pesanti, come chiarito dal parere emesso il 1° giugno scorso dal Ministero del Lavoro (ammenda da € 154 a € 1.549 o arresto da 15 giorni ad un anno). 24 luglio 2016
Torniamo sulla spinosa questione del controllo dei dipendenti sul luogo di lavoro (molto sentita dall’industria e in GDO), perché in data 1 giugno 2016 il Ministero del Lavoro – Direzione generale per l’attività ispettiva, ha emesso un parere molto importante che ribadisce il “no” alla sorveglianza non autorizzata e ricorda le sanzioni in cui si incorre in caso di violazione della legge.
I cambiamenti allo Statuto dei lavoratori
La diatriba nasce dal fatto che il Decreto legislativo 151 del 14 settembre 2015 (uno degli attuativi del Jobs Act, come si ricorderà), aveva abolito il divieto assoluto di utilizzo degli impian-
ti audiovisivi prima previsto dallo Statuto dei lavoratori del 1970. Infatti, se prima la l. 300/70, all’ art. 4, recitava: “È vietato l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori”, dopo le modifiche introdotte dall’ art. 23, co. 1, del d.lgs. n. 151/2015, il testo suona così: “Gli impianti di audiovisione e gli altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere impiegati esclusivamente per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale e possono essere installati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali. In alternativa, nel caso di imprese con unità produttive ubicate in diverse province della stessa regione ovvero in più regioni, tale accordo può essere stipulato dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. In mancanza di accordo gli impianti e gli
strumenti di cui al periodo precedente possono essere installati previa autorizzazione della Direzione territoriale del lavoro o, in alternativa, nel caso di imprese con unità produttive dislocate negli ambiti di competenza di più Direzioni territoriali del lavoro, del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali”.
Anche se l’impianto non è in funzione
Tutto ciò vale anche se l’impianto non è in funzione: in tal senso il Ministero del Lavoro, con Parere in nota 11241 del 1 giugno scorso, ha chiarito che non è possibile in alcun modo effettuare una sorveglianza non autorizzata, e ha ricordato le pesanti sanzioni in cui si incorre in caso contrario. “Anche nella sua nuova formulazione –ricorda il Ministero – l’articolo 4 della legge citata prevede che l’installazione di un impianto di videosorveglianza non possa avvenire antecedentemente a (e quindi in assenza di) uno specifico accordo con le organizzazioni sindacali o, in mancanza di esso, alla intervenuta autorizzazione rilasciata da
VIDEOSORVEGLIANZA
GESTIONE
parte della Direzione del Lavoro territorialmente competente.” E attenzione: non importa se le apparecchiature siano solo istallate e non ancora funzionanti. Il testo prosegue infatti: “La violazione della previsione dell’art. 4 non è esclusa dalla circostanza che tali apparecchiature siano solo installate ma non ancora funzionanti, né dall’eventuale preavviso dato ai lavoratori, né infine dal fatto che il controllo sia discontinuo perché esercitato in locali dove i lavoratori possono trovarsi solo saltuariamente (Cass. 6 marzo 1986, n. 1490, in Not. Giur. Lav., 1986, 155; Cass. 921/97).
Le sentenze
In tal senso, nel corso degli ultimi anni, si registrano diverse sentenze che confermano il divieto di installazione di tali impianti in difetto dei presupposti previsti dall’art. 4 della legge n. 300/1970, anche nel caso di telecamere “finte” montate a scopo esclusivamente dissuasivo. La condotta criminosa è rappresentata dalla mera installazione non autorizzata dell’impianto, a prescindere dal suo effettivo utilizzo (Cass. Penale n. 4331/2014; “l’idoneità degli impianti a ledere il bene giuridico protetto, cioè il diritto alla riservatezza dei lavoratori, necessaria affinché il reato sussista... è sufficiente anche se l’impianto non è messo in funzione, poiché, configurandosi come un reato di pericolo, la norma sanziona a priori l’installazione, prescindendo dal suo utilizzo o meno”). La stessa Autorità Garante della Privacy ha ribadito più volte che non è legittimo provvedere all’installazione di un impianto di video-sorveglianza senza che sia intervenuto il relativo accordo con le rappresentanze sindacali o, in subordine, senza l’autorizzazione rilasciata dalla Direzione Territoriale del Lavoro.
E le sanzioni
Il legislatore ha previsto in maniera chiara che il mancato rispetto della
25 luglio 2016
norma in materia di video-sorveglianza è punito con ammenda da € 154 a € 1.549 o arresto da 15 giorni ad un anno (art. 38 della legge n. 300/1970), salvo che il fatto non costituisca reato più grave. Pertanto, qualora nel corso dell’attività ispettiva, l’ispettore riscontri l’installazione di impianti audiovisivi in assenza di uno specifico accordo con le organizzazioni sindacali ovvero in assenza dell’autorizzazione rilasciata da parte della Direzione del Lavoro territorialmente competente, deve impartire una prescrizione, ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n. 758/1994, al fine di porre rimedio all’irregolarità riscontrata mediante l’immediata cessazione della condotta libera illecita e la rimozione materiale degli impianti audiovisivi, essendo tale adempimento l’unico idoneo ad “eliminare la contravvenzione accertata”. Per eliminare la contravvenzione accertata, l’organo di vigilanza, nel verbale di prescrizione, deve fissare per la regolarizzazione un termine
non eccedente il periodo di tempo tecnicamente necessario. Pertanto, trattandosi di apparecchiature per la cui rimozione è necessario l’intervento di personale specializzato, si evidenzia che il tempo da assegnare dovrà essere congruo. Qualora nel periodo di tempo fissato dall’organo di vigilanza venga siglato l’accordo sindacale ovvero venga rilasciata l’autorizzazione della competente Direzione Territoriale del Lavoro, venendo meno i presupposti oggettivi dell’illecito, l’ispettore può ammettere “il contravventore a pagare in sede amministrativa, nel termine di trenta giorni, una somma pari al quarto del massimo dell’ammenda stabilità per la contravvenzione commessa” (art. 21 d.lgs. n. 758/1994).
GESTIONE STRESS DA LAVORO
lavorare in gdo, che stress! di Antonio Bagnati
Regione Lombardia e Inail hanno pubblicato in giugno una scheda sullo stress lavoro-correlato e sui rischi psico-sociali nel settore commercio e Grande Distribuzione Organizzata, suggerendo le possibili soluzioni. 26 luglio 2016
Si parla spesso dello stress da lavoro nel settore della GDO, acronimo che sta per Grande Distribuzione Organizzata e con cui si indica quel segmento del comparto “commercio” che comprende il moderno sistema di vendita effettuato attraverso una rete di supermercati ed ipermercati e centri commerciali. A questo proposito, in giugno, la regione Lombardia in collaborazione con INAIL nell’ambito del progetto CCM 2013 del Ministero della Salute ha prodotto una scheda sul tema dello Stress lavoro-correlato e dei rischi psico-sociali nel settore commercio e Grande Distribuzione Organizzata. I testi sono stati realizzati da operatori della U.O. Medicina del Lavoro, A.O. San Gerardo di Monza.
Un settore molto particolare
Si tratta di un settore molto particolare per età media dei lavoratori, per tipologie contrattuali e soprattutto per gli orari di lavoro, che ormai in moltissimi casi sono prolungati per per-
mettere aperture 7 giorni alla settimana. La popolazione lavorativa presente in questi settori, infatti, è composta in prevalenza da donne e giovani lavoratori impiegati molto spesso con contratti occasionali o a tempo determinato. L’apertura dei punti vendita 7 giorni su 7, il prolungamento degli orari di lavoro, l’interazione continua con i clienti e gli elevati ritmi di lavoro rendono i lavoratori del settore commercio/GDO particolarmente esposti al rischio da stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali.
La sintesi dei fattori di rischio
Ci sono diversi di fattori di rischio organizzativo potenzialmente presenti in questo settore e la scheda cerca di farne una sintesi indicando, per ognuno di essi, alcune misure correttive di carattere generale utili alla prevenzione e/o riduzione del rischio da stress lavoro-correlato. Ad esempio, un fattore che comporta rischi è l’elevato carico emotivo dato dalla continua interazione con i clienti (eventuale conflittualità, aggressione verbale e/o fisica, molestie, ecc. ). In tal caso un intervento suggerito potrebbe essere quello di migliorare la sicurezza dei lavoratori a contatto con l’utenza con l’attivazione di percorsi formativi volti a rafforzare nei lavoratori le competenze relazionali/comunicative e la capacità di problem solving. E se per spezzare i ritmi di lavoro troppo stressanti si possono introdurre pause adeguate per durata e frequenza, per risolvere il problema dei turni basta spesso una pianificazione adeguata, predisponendo calendari di lavoro sul lungo periodo.
Agevolare l’interfaccia casa-lavoro
Un altro aspetto lamentato è la difficile interfaccia casa-lavoro, determinata in particolare dall’apertura dei punti vendita 7 giorni su 7 e dal prolungamento degli orari di lavoro: anche in questo caso la programmazione razionale e sul lungo periodo dei turni può fare molto, soprattutto se effettuata con la consultazione dei lavoratori; inoltre bisogna limitare il ricorso a turni spezzati con intervalli molto lunghi, potenziare il sistema di welfare aziendale (es. asili nido aziendali, spazi gioco per i figli dei dipendenti, ecc.), limitare il ricorso al lavoro straordinario, soprattutto al termine del turno serale e/o festivo e, compatibilmente con le esigenze aziendali, prevedere una programmazione annuale dei turni di lavoro domenicali e festivi.
La tecnologia: croce e delizia…
Anche in questo caso (ormai è un leitmotiv in tanti settori) l’introduzione di innovazioni tecnologiche rappresenta la croce e la delizia dei lavoratori. La croce perché modifica le procedure di lavoro e provoca una necessaria ridefinizione dei compiti degli operatori della barriera casse (supporto ai clien-
STRESS DA LAVORO GESTIONE
voratori, alla luce del cambiamento della relazione con il cliente; garantire l’adeguatezza e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei dispositivi.
Dalla sicurezza al coinvolgimento
ti, gestione di eventuali malfunzionamenti dei dispositivi, gestione di più clienti contemporaneamente, supervisione della corretta contabilizzazione degli articoli e dei pagamenti da parte dei clienti, supporto a colleghi meno esperti, ecc). Delizia perché effettivamente può aiutare. A patto di: garantire l’accesso a corsi di formazione tecnica volti a sviluppare nei lavoratori adeguate competenze per l’uso dei nuovi dispositivi introdotti; prevedere idonei percorsi formativi al fine di rafforzare le competenze relazionali/comunicative e la capacità di problem solving dei la-
Il lavoro è troppo ripetitivo? Niente paura: è possibile prevedere l’alternanza di mansioni tramite pause attive (casse, allestimento e/o riassortimento merce, magazzino, eccetera), e introdurre un numero adeguato di brevi pause. Un’altra cosa che gli operatori lamentano sono i frequenti furti, che possono essere ridotti aumentando le misure di sicurezza. Per quanto concerne poi lo scarso coinvolgimento dei lavoratori e scarso senso di appartenenza all’organizzazione, è importante garantire la presenza di un sistema di comunicazione aziendale; ascoltare i suggerimenti e le proposte fornite dai lavoratori e programmare momenti di comunicazione dell’azienda a tutto il personale; favorire il dialogo fra lavoratori e/o RLS e il sistema di sicurezza interna (RSPP e/o Medico Competente), in particolare in relazione a suggerimenti e criticità circa le postazioni di lavoro, le attrezzature, le modalità di lavoro, ecc., e prevedere periodici incontri all’interno dei vari reparti.
27 luglio 2016
SCENARI FORUM PULIRE 2016
forum pulire, a milano il mondo del pulito dalla redazione
Si avvicina l’appuntamento con Forum Pulire, in calendario appena dopo la pausa estiva: le date sono quelle del 14 e 15 settembre, e la splendida location è l’Unicredit Pavilion di Milano, fra i grattacieli del nuovissimo quartiere di Porta Nuova. Ecco le ultime novità del programma. 28 luglio 2016
E’ ormai prossimo il “save the date” di Forum Pulire, il congresso dei servizi integrati, giunto alla terza edizione, in programma il 14 e 15 settembre presso l’Unicredit Pavilion di Milano, nel cuore del rinnovato quartiere di Porta Nuova (piazza Gae Aulenti 10), simbolo di una città che cambia pelle e guarda al futuro. Chiara Calati e Lorenzo Di Vita di Afidamp
Un evento internazionale
Una location di enorme prestigio, fortemente voluta da Afidamp (Associazione Fabbricanti Italiani di Macchine, Attrezzi e Prodotti per la pulizia professionale) che ha premuto sull’acceleratore dell’internazionalizzazione dell’evento, tanto da ottenere il patrocinio, tra gli altri, di FENI (European Federation of Cleaning Industries), FIDEN (Federazione Internazionale delle Imprese di Pulizia) e di ISSA (The Worldwide Cleaning Industry Association).
Il programma
Future of work, E-learning and training, Industry 4.0, New logistic criteria sono, sottolinea Chiara Calati, responsabile relazioni esterne di Afidamp, i quattro i temi al centro dell’edizione di quest’anno, a cui si attendono almeno 500 persone. Calati ricapitola l’agenda dell’inten-
sa due giorni: l’apertura, il 14 settembre, dal titolo “Industry 4.0: l’era della collaborazione”, analizzerà il nuovo modo di fare impresa per lo sviluppo dell’industria; mentre l’approfondimento sulla “Formazione a distanza”, chiuderà l’evento nel pomeriggio di giovedì 15 settembre. Ma proseguiamo con il programma: dopo il focus sull’industria del futuro, seguirà un approfondimento su “‘E-commerce e sistemi integrati di logistica: nuove logiche di fornitura per i servizi”, per capire la trasformazione del canale distributivo. Le nuove regole per il futuro dei servizi integrati apriranno la seconda giornata di lavori, il 15 settembre, con il dibattito sui temi del cambiamento: il nuovo codice appalti, il Green Act, la costruzione dell’identità del settore.
Gli ospiti confermati
Prevista la presenza di rappresentanti istituzionali, del Governo, dei vertici di ANAC, del Parlamento Europeo e del mondo delle imprese. “Fra gli altri – dice Chiara Calati – il viceministro delle Infrastrutture e trasporti Riccardo Nencini, il senatore Stefano Esposito, relatore del Ddl appalti, il presidente 8va commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, il presidente Anip-Confindustria Lorenzo Mattioli in rappresentanza delle associazioni firmatarie del manifesto dei buoni appalti. Dall’estero arriveranno il DG Feni Andreas Lill, il managing director di Kärcher Markus Asch, la presidente di Diversey Care Division di Sealed Air Ilham Kadri. Inoltre ci saranno l’economista Giulio Sapelli e il
FORUM PULIRE 2016 SCENARI
sociologo Francesco Alberoni. E sono tantissimi i relatori invitati in attesa di conferma. Chiude i lavori il capitolo della formazione, per la riqualificazione del lavoro e delle competenze, la valorizzazione della dignità della figura degli operatori, la necessità di professionalità qualificate. Il tutto accompagnato da momenti relazionali per gli sponsor. La sessione ospiterà case history internazionali, dalla fondazione brasiliana FACOP a ISSA. Due saranno le lezioni magistrali: la prima a cura di Vittorio Sgarbi che presenterà la figura di Giotto come grande innovatore (nel tardo pomeriggio del 14, dalle 17 alle 18) e la seconda di Jacques Attali, economista e antropologo, dal titolo “Breve storia del futuro (15 settembre, 12.30-13.30).”
I valori-cardine
Quattro, come ormai da tradizione, i valori-cardine intorno ai quali si articoleranno le attività dei due giorni: Libertà, perché è la condizione primaria che permette a tutti noi di organizzare il nostro progetto di vita nel rispetto assoluto delle autonomie degli altri; Dignità perché è il valore sociale più importante ed è il presidio più efficace all’offesa derivante dall’ignoranza, dal pregiudizio e dalla umiliazione; Solidarietà perché il processo di integrazione sociale che si celebra quotidianamen-
te in ogni paese civile e che apre l’accesso a condizioni di vita migliori abbia continuità e sostegno; Felicità perché è il diritto che una società matura e consapevole si pone come condizione necessaria e lo garantisce a tutti come prerogativa alle sue azioni di governo.
Dal futuro dall’e-commerce all’internet delle cose
Ampio spazio sarà dato alla professionalizzazione del settore e a tutti quegli strumenti che contribuiscono (e contribuiranno sempre di più) all’evoluzione del settore: e-commerce, internet of things, e-learning, e-training, tutti aspetti fondamentali anche in tutti i nuovi mercati: pensiamo a realtà vastissime e complesse come la Cina, in cui i collegamenti non sono sempre semplici e ciononostante i contatti sono fondamentali. “Tra le novità dell’ultim’ora va segnalata la presentazione, in apertura della sessione dedicata agli appalti, di un’indagine ONBSI-Fondazione per la Sussidiarietà sulle regole del mercato del settore”, ricorda sempre Chiara Calati.
L’opinione di Lill: “Una buona occasione per la crescita del comparto in Italia”
Per Andreas Lill, Direttore Generale della FENI, “Forum Pulire è un’occa-
sione importante per far incontrare intorno allo stesso tavolo i tanti attori di una filiera estremamente frammentata e costituita da una pluralità di soggetti che spesso non dialogano a sufficienza a discapito dell’intero sistema. Credo che il cleaning italiano, in particolare, abbia bisogno di occasioni come questa per trovarsi, ragionare insieme, scambiare idee, esperienze, informazioni, e sono convinto che tutto questo, come in parte sta già avvenendo, rappresenti la premessa necessaria per trasmettere più efficacemente i messaggi del settore verso il mondo della politica e delle istituzioni.”
Diventare sponsor
Una manifestazione di questo calibro è anche una preziosa occasione di sponsorizzazione. Proprio per questo la responsabile coordinamento fiere di Afidamp Servizi Marilisa Latella ricorda le modalità operative per diventare sponsor dell’evento, sottolineando che, come nelle passate occasione, è possibile, in base all’investimento e all’impegno, accedere a diversi livelli di sponsorizzazione contraddistinti dai colori delle medaglie di un “podio” virtuale: “Gold, Silver and Bronze”.
29 luglio 2016
SCENARI PROTOCOLLO INTESA
verso l’agricoltura sostenibile: il protocollo d’intesa conad-legambiente di Laura Guidi
Conad e Legambiente hanno presentato i contenuti di un recente protocollo d’intesa per un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e per la responsabilizzazione di tutti gli attori delle filiere alimentari.
30 luglio 2016
Il 27 maggio scorso, a Bologna, l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese e la presidente di Legambiente Rossella Muroni hanno reso pubblici i contenuti di un protocollo d’intesa sottoscritto da Conad e Legambiente onlus per sostenere di comune accordo l’agricoltura sostenibile. Il protocollo prevede di condividere e contribuire a implementare le filiere ad alto valore ambientale e, dunque, la qualità delle produzioni.
tolati di fornitura, che, oltre a “disciplinare” le produzioni nella direzione richiesta, hanno un peso positivo nella lotta ai cambiamenti climatici, nella riduzione del ricorso alla chimica, nello sviluppo di un’economia rispettosa del ruolo di tutti gli attori delle diverse filiere.
Conad: un impegno costante per la sostenibilità
Realtà da sempre molto sensibile alla sostenibilità ambientale, Conad ha deciso di avvalersi della collaborazione di Legambiente per dare ulteriore impulso alle proprie iniziative in materia di sostenibilità e sviluppare, di concerto, una strategia improntata alla crescente attenzione a tale tema. La sostenibilità ambientale, infatti, è un valore a cui il consumatore guarda con sempre maggiore attenzione, orientando le proprie scelte e dando la preferenza a insegne che, come Conad, esprimono un impegno concreto. Da anni Conad è impegnato sui temi della sostenibilità delle filiere al punto di fare della valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano una parte fondante della propria missione aziendale. Missione che trova ap-
Il ruolo di Legambiente plicazione nella linea di eccellenze tipiche regionali Sapori&Dintorni, nella provenienza nazionale del 100 per cento del latte e derivati, del pomodoro, di altri vegetali in scatola e del 95 per cento dell’ortofrutta. Come pure nell’attenzione al risparmio energetico – ad esempio, l’adesione ai progetti Energia a km 0 e Fonti rinnovabili e efficienza energetica – e al riciclo degli imballaggi – con l’iniziativa “Riciclare conviene” promossa assieme a Tetra Pak –, nel nuovo assetto della logistica per i prodotti a marchio Conad e nell’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia nei centri distributivi. Un impegno forte anche nei capi-
Legambiente onlus, da parte sua, si è impegnata a segnalare le filiere che ritiene più interessanti per rafforzare l’offerta di prodotti a forte valenza ambientale e etica e a sostenere, ad esempio, il lancio della nuova marca Conad Verso Natura, in programma dopo l’estate. “Nelle persone sta crescendo una forte sensibilità ai temi ambientali e sociali; perciò dobbiamo essere pronti a soddisfare questa nuova domanda valorizzando e dando forza all’agroalimentare sostenibile”, ha sottolineato Francesco Pugliese. “Il nostro paese ha filiere ad alto valore, ma occorre che tutti gli attori – dalla produzione alla trasformazione e alla distribuzione – si assumano la responsabilità di essere imprese che fanno della sostenibilità una ragio-
PROTOCOLLO INTESA SCENARI
ne di sviluppo, ma anche un vantaggio per le comunità e il sistema Italia. L’accordo con Legambiente non mancherà di contribuire allo sviluppo di un modello di economia rispettoso dell’ambiente e per valorizzare le produzioni locali di qualità”. Per Rossella Muroni questo protocollo d’intesa “è un importante progetto di sostenibilità e realizzarlo con la più grande organizzazione di cooperative di imprenditori della grande distribuzione è per noi un segnale molto positivo, perché potrà contribuire ad indirizzare le politiche di produzione di ampia parte del mercato. Investire in qualità sociale e ambientale significa, infatti, investire sul futuro mirando anche ad un ritorno economico diretto, per esempio adottando misure di risparmio energetico, ottenendo anche il rafforzamento in azienda della cultura della responsabilità e trasmettendo ai clienti il valore aggiunto dell’impegno civico e ambientale. In tal senso, particolare attenzione verrà data al tema dell’economia circolare, settore in crescita in Italia, grazie al quale, i “rifiuti” di qualcuno possono diventare “risorse” per qualcun altro”.
Un settore che “pesa” per oltre il 2% del Pil Il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca rappresenta in Italia il 2,2 per cento del Pil (31,6 miliardi di euro). In particolare, il settore dell’industria alimentare pesa per l’1,8 per cento, vale a dire 25,8 miliardi di euro. Agricoltura e industria contribuiscono, dunque, alla ricchezza del Paese per il 4 per cento, mentre in termini di produzione la percentuale sale al 6 per cento (fonte: Istat 2015). Numeri importanti che, affiancati alla richiesta di prodotti di qualità, autenticamente italiani, da parte dei consumatori, fanno dell’agroalimentare una delle eccellenze del Paese, con una capacità di primeggiare sui mercati legata alla qualità delle produzioni ma anche alla generazione di valore aggiunto. Sono oltre 70 i prodotti su cui l’Italia ha una quota di mercato che la posiziona tra i primi tre Paesi al mondo: tra questi, la pasta, i pomodori, l’aceto, l’olio, i fagioli. Occorre, però, investire in innovazione e in ricerca, finalizzandole ad una sostenibilità ambientale – e economica – che dia risposte concrete alla domanda di qualità, sicurezza alimentare e eco compatibilità che viene da un numero crescente di persone. Persone che “premiano” il biologico, gli alimenti vegani, quelli ecosolidali, oltre ai prodotti delle tradizioni locali e a marca del distributore.
31 luglio 2016
Rossella Muroni e Francesco Pugliese
Gli obiettivi condivisi
Conad e Legambiente hanno condiviso alcuni obiettivi prioritari e le strategie per raggiungerli. Sulla marca Conad la collaborazione verterà sugli indirizzi produttivi, sulla responsabilità sociale e sulla lotta ai cambiamenti climatici. Le aree di lavoro condivise riguardano l’utilizzo di energia verde e l’autonomia energetica, l’utilizzo dell’acqua nelle coltivazioni, la collaborazione nell’ottimizzazione dell’uso degli imballaggi e nell’uso di materiali a basso impatto ambientale. Altri ambiti riguardano, in materia di allevamenti, il rispetto delle normative, il benessere animale, il divieto dell’uso di ormoni, la certificazione del processo produttivo e il sostegno alle filiere ad alto va-
lore, ad esempio Percorso Qualità e Sapori&Dintorni.
La strategia per i punti vendita
Per quanto riguarda i punti di vendita, sarà sviluppata una strategia comune per migliorare l’efficienza energetica, organizzare sessioni di formazione sulla direttiva Etichetta Energetica, confrontarsi sulle modalità per rendere sostenibile la mobilità dei clienti verso i punti di vendita, promuovere e valorizzare l’uso di bio-shopper e shopper di plastica riciclata, ma anche collaborare allo sviluppo di una strategia per la sostenibilità degli altri materiali di consumo. La collaborazione tra Conad e Legambiente ver-
terà, infine, anche su alcuni eventi di valorizzazione delle produzioni locali di qualità, tra cui “Ambasciatori del territorio” e “Orti in festa”. Si tratta di campagne di comunicazione e progetti territoriali che hanno l’obiettivo di valorizzare le piccole economie locali, sensibilizzare i cittadini a scelte di consumo sostenibili e promuovere le piccole aziende e le economie locali.
SCENARI NOVEL FOOD
menu stuzzicanti a base di… insetti di Umberto Marchi
32 luglio 2016
Il Regolamento UE 2283/2015, entrato in vigore quest’anno, semplifica l’accesso al mercato europeo degli alimenti del “novel food” appartenenti alla tradizione dei paesi extraeuropei: in gran parte si tratta di insetti, che la Fao considera una soluzione alla scarsità di proteine e ai problemi ecologici legati alla produzione di cibo. Avete presente le avventure “al limite” di Bear Grylls, l’ “iron man” televisivo che va alla scoperta dei posti più inospitali del pianeta improvvisando accampamenti estremi e nutrendosi di insetti vivi? Quante volte abbiamo pensato con ribrezzo a quegli esoscheletri spezzati con i denti, alla viscida bava delle lumache, alla fastidiosa consistenza dei vermi e al disgustoso dibattersi delle zampe dei ragni e dei millepiedi mentre lui, in tutta tranquillità, se ne ciba senza fare una piega? Inutile negarlo: la nostra sensibilità alimentare fa a pugni con l’idea di ingerire insetti, anche se non è un mistero che in diversi posti del mondo essi siano comunemente mangiati e, anzi, in alcuni casi considerati delle prelibatezze.
Il nuovo Regolamento sul “Novel food”
Qualcosa, però, anche alle nostre latitudini sta cambiando, e non si tratta solo di gusto e globalizzazione gastronomica: il fatto è che in un pianeta ormai occupato da sette miliardi e mezzo di anime (si stima che saranno quasi 10 nel 2050) i cibi proteici, di cui abbiamo tanto bisogno, iniziano a scarseggiare. In questo quadro gli insetti possono fornire una soluzione a portata di mano. Secondo la Fao attualmente essi integrano la dieta di almeno due miliardi di persone al mondo, e ben presto il problema della scarsità di cibi proteici potrebbe arrivare molto più vicino a noi di quanto possiamo immaginare. Non è un caso che, lo scorso dicembre, sia stato pubblicato il Regolamento 2015/2283/UE, in vigore da gennaio, che facilita l’accesso ai mercati europei per diversi alimenti delle tradizioni alimentari extraeuropee, insetti in testa. Insomma, il nuovo Regolamento sul “novel food” (nuovi alimenti, appunto) prevede che sulle nostre tavole possano arrivare anche lepidotteri, imenotteri, celiferi, uova, larve e compagnia bella in modo molto più semplice rispetto a ieri. Limitiamoci a un primo esempio, rimandando a più sotto gli approfondimenti del ca-
so: per garantire a un alimento “esotico” un accesso facilitato al mercato europeo, basterà una semplice notifica che dimostri un comprovato consumo, per 25 anni almeno, di un numero significativo di persone in un paese terzo. Il che, nel caso degli insetti, è una circostanza abbastanza frequente, anche perché si tratta di alimenti che, oltre ad essere ricchissimi di proteine, lo sono anche di altri importanti elementi come vitamine, fibre e sali minerali. Un bruco, ad esempio, fornisce più di 30 milligrammi di ferro per 100 grammi di materia secca, a fronte del milligrammo o poco più della carne bovina.
Gli insetti più mangiati
Poco meno di 2mila, secondo i dati Fao, sono le specie di insetti che già oggi sono consumate nel mondo: per il 31% coleotteri, per il 18% bruchi (lepidotteri), per il 14% api – vespe e formiche (imenotteri), per il 13% cavallette – locuste e grilli (ortotteri), per il 10% cicale – cicaline – cocciniglie e cimici (emitteri), per il 3% termiti (isotteri), per il 3% libellule (odonati), per il 2% mosche (ditteri), per il 5% insetti appartenenti ad altri ordini. La Fao, ormai da tempo, li considera il cibo del futuro, un futuro che ormai è già in gran parte arrivato: anche perché gli insetti hanno un contenuto nutrizionale e proteico paragonabile a quello della carne e del pesce, e hanno un impatto ambientale (in termini soprattutto di consumo di acqua, disponibilità di terreni ed emissione di gas serra) notevolmente inferiore rispetto agli allevamenti del bestiame convenzionale.
Un cibo sostenibile
Un altro aspetto da considerare, infat-
NOVEL FOOD SCENARI
ti, è quello della sostenibilità: a parità di quantità, e di potere nutritivo, gli insetti impattano enormemente di meno rispetto agli alimenti “proteici” tradizionali. Basti solo pensare al cosiddetto “coefficiente di conversione nutrizionale”: in media, mentre per far crescere di 1 kg un bovino ci vogliono 8 chili di mangime, con gli insetti ne bastano 2 (dati Istituto zooprofilattico delle Venezie). Inoltre, assicurano gli esperti, il superamento del tabù psicologico non è così difficile. Lo possono confermare molti studenti di entomologia, che alla fine dei corsi si dichiarano pronti ad inserire gli insetti nei loro menu quotidiani. E anche molti chef, che all’estero fanno uso abituale degli insetti, che conferiscono ai piatti un sapore particolare (alcune cimici sanno di avocado, ci sono vermi che hanno il sapore di agave, e altri insetti sanno di cannella, mela, anice). E se in molte parti del mondo gli insetti vengono cacciati, ma non ancora allevati, l’Europa si sta muovendo verso la creazione di un vero e proprio sistema di allevamento di insetti destinati al consumo. In Francia e Olanda ci sono locali stellati che propongono insetti, e dal 2016 anche la vicina Svizzera vende tarli della farina (in larva), locuste migratorie e grilli domestici.
In Italia c’è ancora diffidenza
E in Italia? Da sempre l’Italia è, fra gli stati europei, il meno tollerante in questo senso. Nel 1997, quando in Europa uscì il primo regolamento sul Novel food, l’Italia ne diede un’interpretazione restrittiva, di fatto vietando la vendita di insetti per il consumo umano. Ora, però, qualcosa inizierà a cambiare, anche perché se così non fosse si rischierebbe di restare fuori da un mercato molto interessante, anche volendo limitarsi a un ragionamento squisitamente economico. In questo quadro si colloca il Regolamento 2015/2283, che modifica il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1852/2001 della Com-
E in Italia nasce il primo magazine per “entomofagi”
missione. Fra gli aspetti più rilevanti c’è la semplificazione delle procedure per l’autorizzazione di un nuovo alimento (capo III, articoli 10 e seguenti), che avrà senza dubbio un effetto anche sulla situazione italiana.
Il regolamento: una decisa semplificazione
In particolare la procedura per autorizzare l’immissione sul mercato dell’Unione di un nuovo alimento e per aggiornare l’elenco dell’Unione di cui all’articolo 9 è avviata su iniziativa della Commissione o a seguito di una domanda presentata alla Commissione da un richiedente. La Commissione mette tale domanda a disposizione degli Stati membri senza ritardo. La domanda di autorizzazione dovrà contenere: il nome e il domicilio del richiedente; il nome e la descrizione del nuovo alimento; la descrizione del processo di produzione; la composizione dettagliata del nuovo alimento; prove scientifiche attestanti che il nuovo alimento non presenta rischi associati alla sicurezza per la salute umana; se del caso, il metodo di analisi; una proposta relativa alle condizioni d’uso previsto e ai requisiti specifici di etichettatura per non indurre in errore i consumatori o una motivazione verificabile che illustri le ragioni per cui tali elementi non sono necessari. Su richiesta della Commissione, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare emette il suo parere se l’aggiornamento sia responsabile di avere un effetto sulla salute umana. La procedura per autorizzare l’immissione sul mercato dell’Unione di un nuovo prodotto alimentare e per aggiornare l’elenco dell’Unione si conclude con l’adozione di un atto di esecuzione. In particolare, entro sette me-
Che l’Italia sia il paese europeo meno aperto al consumo di insetti è un dato di fatto. Ciò non toglie, però, che proprio nel nostro paese sia nata, ad opera dei veneti Lorenzo Pezzato, giornalista, e Pierluigi Mozzato, medico, il primo magazine online dedicato all’entomofagia: si chiama “entemofogo. eu” ed ha già ottenuto migliaia di visualizzazioni grazie ai suoi contenuti originali (ultimo in ordine di tempo: l’esclusiva intervista a Cedric Auriol, CEO di Micronutris), mentre la pagina www.facebook.com/Entomofago sta attirando l’interesse di molti curiosi. Ma non di sola curiosità si tratta, come abbiamo dimostrato: tutto fa pensare che, anche nostro paese, il consumo di insetti tenderà ad aumentare. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri= CELEX:32015R2283&from=LT
si dalla data di pubblicazione del parere dell’Autorità, la Commissione aggiorna l’elenco dell’Unione tenendo conto di tutti i fattori pertinenti alla questione.
Però attenzione ai rischi
Semplificazione sì, ma senza cedere di un millimetro in fatto di serietà delle procedure e rigore nei controlli: infatti quando si parla di insetti, soprattutto da mangiare, bisogna sempre tenere presenti i rischi potenziali: se possono rappresentare un’importante risorsa per il futuro del pianeta, gli insetti sono anche molto spesso – lo abbiamo più volte ribadito – portatori di agenti patogeni. Proprio per valutare e prevenire rischi di questo tipo l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) richiama la necessità di un controllo stringente delle condizioni di allevamento e della tipologia di substrato in cui gli insetti sono allevati. Un’attenzione che viene ribadita dallo stesso Regolamento 2283/15.
33 luglio 2016
SCENARI ROBOT IN GDO
quei robot dell’“ultimo miglio” dalla redazione
Una sperimentazione di Metro Group in Germania svela le incredibili potenzialità dei robot in Gdo: non solo fattorini 2.0 per le consegne a domicilio, ma veri e propri “consulenti” della spesa. Non solo pulizie, dunque: ora i nostri “amici” automi ci riempiono anche il carrello! 34 luglio 2016
Lo avevamo anticipato un anno fa in occasione di Expo Milano 2015, dove un intero padiglione Coop era dedicato appunto al domani della Grande distribuzione organizzata.
La robotica e la Gdo
Con un comune denominatore: i supermercati del futuro funzioneranno
grazie anche, e si potrebbe dire soprattutto, ai robot, che seguiranno la tua spesa dalla scelta e impacchettamento del prodotto fino alle casse. Adesso però c’è chi è pronto ad andare addirittura oltre, spingendo l’automazione fino all’uscio delle nostre case. Insomma, quello della pulizia non è certo l’unico settore in cui si sta assistendo a una prepotente avanzata della robotica: anche la Gdo è coinvolta in questa… marcia verso il futuro, dove le macchine semplificheranno sempre di più la vita dell’uomo, anche nella quotidianità, riempiendoci il carrello e suonando al nostro campanello per consegnarci i prodotti acquistati.
La sperimentazione Metro Group a Düsseldorf
A dimostrarcelo, una volta di più, è un colosso del retail come Metro Group, che sta scommettendo sui robot in tutte le fasi dell’acquisto, fino addirittura alla consegna a domicilio. Dall’e-commerce fino all’assistenza dei clienti in-store, e addirittura la consegna a casa senza intervento umano, la nuova frontiera è già segnata: per toccarla con mano basta dare un’occhiata ai robot per le consegne a domicilio che Metro Group sta testando nel suo campus di Düsseldorf dedicato all’innovazione, nonché all’interno di un punto vendita della stessa città tedesca.
Ideati dal “papà” di Skype
I prototipi, destinati probabilmente a rivoluzionare il nostro modo di fare acquisti, hanno una certa parentela con Skype, la piattaforma che a suo tempo ha radicalmente cambiato il nostro modo di comunicare. Infatti sono sta-
ti ideati dall’azienda estone Starship Technologies, creatura del co-fondatore di Skype Janus Friis. Ma come fanno, ci potremmo chiedere, ad aggirarsi con sicurezza per le strade piene di auto, pedoni e ostacoli imprevisti?
Navigazione intelligente
Il principio è quello della navigazione intelligente, già studiato per le futuristiche “Google cars” e, stando con i piedi per terra, per le nuove macchine lavapavimenti completamente automatizzate. I robot testati da Metro sono in grado di arrivare fino alle nostre case muovendosi autonomamente nel traffico grazie a nove telecamere e un sistema Gps di ultima generazione. Nemmeno superare dislivelli, marcia-
ROBOT IN GDO SCENARI
impiegati per accompagnare i clienti nei supermercati già mentre effettuano gli acquisti, seguendoli poi fino a casa. Niente più carrelli, insomma, con un miglioramento radicale della shopping experience soprattutto per gli anziani. Questo tipo di servizio ri-
piedi e ostacoli è un problema: infatti dispongono di ruote motrici progettate in modo da consentire il superamento di ostacoli e cordoli che si possono incontrare lungo il percorso.
I fattorini dell’ultimo miglio (fino a 15 kg di spesa)
E non si tratta solo di consegnarci la spesa a domicilio. Infatti sono due le applicazioni finora pensate per questa tecnologia. Il primo riguarda, come dicevamo, la consegna della spesa a domicilio nelle aree urbane: il cosiddetto ultimo miglio. Il robot, infatti, può trasportare nel suo portapacchi fino a tre buste, per un peso massimo di circa 15 chilogrammi. Una volta arrivato a destinazione, poi, è facilmente apribile tramite l’inserimento di un codice che viene inviato allo smartphone del cliente. Insomma, un fattorino 2.0 pronto ad ogni tipo di consegna, che si muove in tutta autonomia e ci aiuta nei nostri acquisti.
Veri e propri consulenti della spesa
Una seconda, forse ancora più interessante idea di Metro Group è poi quella di assegnare ai robot una funzione addirittura, per così dire, consulenziale. In quest’ottica i robot sarebbero
sulterebbe davvero molto utile, considerando l’innalzamento progressivo dell’età media della popolazione nei paesi avanzati. In quest’ottica i robot diventerebbero veri e propri consulenti della nostra spesa, chiudendo il cerchio della Gdo del futuro.
35 luglio 2016
TECNOLOGIE INTERCLEAN INNOVATION AWARD
l’innovazione non ha confini di Antonio Bagnati
36 luglio 2016
Interclean Innovation Award 2016, report dal mondo dell’Innovazione: fra tecnologie all’avanguardia, intelligenze artificiali, prodotti e sistemi “smart”, ecco i vincitori.
tuto e ancora più ambito del solito, visti i 110 prodotti partecipanti, provenienti da 66 costruttori di ben 20 paesi del mondo. Alla fine il titolo di vincitore assoluto è andato al Suma Revoflow con Realtà Aumentata presentato da Diversey Care.
Come sempre la fiera Issa Interclean di Amsterdam, conclusasi venerdì 13 maggio presso il quartiere espositivo della capitale olandese, è stata ricchissima di spunti utili sul futuro della pulizia professionale e sulle novità offerte da una tecnologia in continua evoluzione. In questo senso si può dire che le parole d’ordine siano state “robotica”, “smart technology” e “sostenibilità”, ingredienti di un modo di concepire il cleaning sempre più automatizzato, intelligente e meno impattante.
Una tecnologia ricca di potenzialità
Un premio combattutissimo
Il non plus ultra sotto il profilo tecnologico, naturalmente, si è visto tra i premiati dell’Innovation Award, quest’anno particolarmente combatQuick & Easy di Werner & Mertz Professional
Si tratta di una tecnologia entusiasmante e ricca d’ispirazione, mai vista prima nel settore della pulizia professionale, che porta con sé molte opportunità e possibilità. Con la realtà aumentata, i manager di un impianto possono riuscire ad affrontare alcuni dei problemi associati a un elevato rendimento del personale, per esempio la formazione, il trasferimento delle conoscenze, lo sviluppo di capacità professionali e la riduzione del numero di errori.
E all’orizzonte c’è l’autoapprendimento
La tecnologia realtà aumentata può essere utilizzata su telefoni cellula-
ri e tablet per l’autoapprendimento, la ricerca e risoluzione di errori, e la richiesta di assistenza direttamente presso Diversey Care. Tutto questo comporta numerosi vantaggi in termini di riduzione dei tempi di inattività, maggiore professionalità dei collaboratori, e un migliore rapporto costo-efficacia. La tecnologia offre anche numerose altre potenziali applicazioni per il futuro.
I vincitori, categoria per categoria
Ecco tutti i vincitori del premio Amsterdam Innovation Award 2016, categoria per categoria: Macchine, accessori e componenti Vincitore della categoria – Robot RA 660 NAVI di Cleanfix “Un robot pronto per il mondo reale” La giuria ha dichiarato il robot Cleanfix il vincitore di questa categoria, perché l’azienda ha lavorato a stretto contatto con gli utenti nel corso di molti anni per sviluppare una macchina che è ora in uso in tutta Europa, dove sono state vendute molte unità. La giuria è stata particolarmente impressionata dal sistema di navigazione, che fa uso di un laser, e dalla sua efficienza nella mappatura degli ambienti attraverso pareti virtuali, oltre alla facilità d’uso per l’operatore.
INTERCLEAN INNOVATION AWARD TECNOLOGIE
Suma Revoflow di Diversey Care
Il sistema può anche pulire gli angoli più difficili. In sintesi, si tratta di un robot per la pulizia pronto per il mondo reale. Attrezzature/strumenti per la pulizia, la cura e la sicurezza Vincitore della categoria: Quick & Easy System di Werner & Mertz Professional, “Un sistema pratico, semplice e sicuro” La giuria è rimasta colpita dalla massima portabilità, semplicità e praticità di Quick & Easy. L’operatore indossa il sistema su una cintura e può spostarsi da una stanza all’altra con cinque diverse sostanze chimiche, che
possono essere scambiate rapidamente e facilmente. Non è necessaria alcuna installazione e l’operatore non entra in contatto con le sostanze chimiche, rendendo così il suo lavoro completamente sicuro. Gestione della pulizia e soluzioni di formazione professionale Vincitore della categoria – Realtà aumentata: Suma Revoflow di Sealed Air Diversey Care La realtà aumentata è una tecnologia interessante e di vasta portata, che viene ora introdotta per la prima volta nel settore delle pulizie da Diversey Care con il suo sistema Suma Revoflow. Il piano è quello di espandere l’utilizzo della realtà aumentata in molti altri settori: la mobilità e il crescente utilizzo di dispositivi mobili sono i fattori chiave. Questa tecnologia consente la riqualificazione degli operatori attraverso l’utilizzo di dispositivi elettronici e facilita il trasferimento delle conoscenze. Kärcher vince il premio del pubblico Visitor’s Choice Award Il premio del pubblico è stato assegnato al candidato che ha ricevuto dai partecipanti alla fiera ISSA/INTERCLEAN Amsterdam il maggior numero di voti come prodotto più innovativo. Con una percentuale di 45 voti, BRC 40/22 C di Kärcher è il vinci-
BRC 40/22 C di Kärcher
tore del Visitor’s Choice Award 2016. La nuova BRC 40/22 C è una battitappeto automatica particolarmente agile, grazie ad un angolo di sterzata di oltre 200° che evita la necessità per l’operatore di pulire esclusivamente in linea retta, consentendogli al contrario di seguire percorsi articolati, raggiungere gli angoli difficili e risparmiare così oltre il 30% del tempo. Un’innovazione particolare ed assolutamente unica nell’attuale panorama di mercato.
37 luglio 2016
RA 660 NAVI di Cleanfix
TECNOLOGIE LAVAGGIO MANI
pulizia a portata di... mani dalla redazione
Il lavaggio delle mani è un momento importante nella vita quotidiana. Ecco come orientarsi fra saponi liquidi, creme, schiume e paste. Tutti prodotti ottimi nei rispettivi settori di riferimento.
38 luglio 2016
Che si provi la sensazione vellutata e morbida di un lavamani delicato e studiato per lasciarci addosso un gradevole profumo e una sensazione (non invadente) di pulito, che si abbia a che fare con un prodotto più “da battaglia”, adatto per i contesti ad alta frequentazione o che si opti per l’azione energica di formulazioni più dense, la morale è sempre quella: con il sapone non si scherza, perché è un elemento essenziale per la nostra igiene quotidiana.
Un universo complesso in cui orientarsi non è semplice
Quello dei saponi, però, è un universo complesso in cui orientarsi non è sempre facile. Le aziende più importanti, ormai, sono in grado di offrire formulati efficacissimi, le cui funzioni vanno dalla semplice pulizia alla disinfezione delle mani. Ed esistono, naturalmente, linee appositamente pensate per determinati contesti. Si tratta oltretutto di prodotti sempre meno impattanti dal punto di vista ecologico. Cerchiamo di fornire un paio di “dritte”, come sempre senza alcuna pretesa di esaustività.
lità cutanea e rendendolo perciò adatto all’uso quotidiano. Grazie all’alto grado di concentrazione degli ingredienti, elimina tutti i tipi di sporco: lubrificanti, grasso meccanico, ma anche vernice e pittura fresca, che sono come si sa tra gli sporchi più ostinati, persistenti e difficili da rimuovere.
Prodotti concentrati per le applicazioni dure Unica di Sepca
so di officina, unto, calce, gessi e così via, all’azione chimica si deve aggiungere quella meccanica, vale a dire abrasiva. Ecco perché produttori come Sepca o Nettuno scommettono sulle paste o creme lavamani e sulla formulazioni granulari. Prendiamo ad esempio Macrofluid, uno dei prodotti di punta della gamma Nettuno: si tratta di una crema concentrata di saponi naturali, senza solventi o altri agenti irritanti, contenente finissime microsfere di plastica. L’azione protettiva naturale degli estratti d’oliva preserva l’epidermide dalla secchezza e dall’arrossamento e previene l’alterazione dei valori naturali della pelle, dando al prodotto un’ottima tollerabi-
Dalla pasta al gel, tutto contro gli sporchi più “hard”
In linea generale si può dire che quando il gioco si fa duro, la consistenza del sapone aumenta. Fuor di metafora: se parliamo di sporchi pesanti, come gras-
Manipulite Cremagel di Nettuno
Ci sono poi prodotti altamente concentrati, come le paste lavamani indicate per carrozzieri e meccanici in generale. Per incontrarne alcuni è sufficiente scorrere l’offerta Sepca, che oltre a una completa gamma di creme e paste per gli sporchi hard, ha anche il “piano B”: eliminare dolcemente gli sporchi pesanti con prodotti come Savon 2001, il sapone liquido lavamani a pH7 formulato con saponi naturali. Senza contare le soluzioni in gel come Starman, che si caratterizza per la presenza di microgranuli sintetici, solventi e non forti in grado di eliminare grasso, morchie e altri sporchi pesanti. E le schiume, che hanno il vantaggio di essere altamente efficaci ma soprattutto non si sprecano perché sono ben dosate. Fra le creme lavamani di Sepca si segnala Unica, priva di solventi e rispettosa sulla pelle. Fra i saponi a consistenza cremosa c’è anche Manipulite Cremagel di Nettuno, un lavamani universale. Nel suo complesso compound sono presenti gli estratti delle bucce degli agrumi, i quali danno maggior forza sgrassante mantenendo il pH neutro di questo prodotto. E’ presente nei suoi ingredienti anche una leggera e impalpabile pietra pomice in grado di aggredire ogni tipo di sporco resistente pur rispettando la salute della pelle.
LAVAGGIO MANI TECNOLOGIE
Una linea premiata dal mercato
Una linea particolarmente apprezzata dal mercato è Sanitec di Italchimica: la crema di sapone Luxor 1000ml con dispenser è adatta in tutti gli ambienti. Si tratta di un sapone liquido profumato con agenti idratanti e antibatterico naturale, dermatologicamente testato. E’ a pH 5,5 con agenti idratanti, glicerina e antibatterico naturale. Idratanti e antibatterico naturale sono contenuti anche in Muschio Bianco, una crema di sapone dermatologicamente testata. Piacevole e profumato è l’effetto della crema Essenza di Argan, mentre per chi cerca il pH neutro c’è il sapone liquido profumato ottimo per la pulizia quotidiana delle mani. Securgerm, invece, è un sapone liquido con antibatterico non profumato con triclosan e acido lattico indicato nei settori ove sia importante associare la detergenza ad una completa igiene. Proprio come nell’alimentare, farmaceutico o sanitario, come vedremo fra pochissimo.
Per il settore alimentare
Se parliamo di industria alimentare o farmaceutica, infatti, dobbiamo cambiare completamente tipo di approccio: innanzitutto perché qui, anche se non ci si pensa spesso, il lavaggio delle mani avviene prima del lavoro e proprio per garantire la sicurezza del prodotto, e non dopo per questioni più legate all’igiene personale. Tant’è vero, come abbiamo letto poco sopra, che ci sono diverse industrie in cui l’operatore non può accedere se prima non si è lavato le mani. Senza dimenticare, comunque, che l’uso dei guanti (rigorosamente blu per la massima visibilità) è d’obbligo. In questo caso ci sono diverse aziende che offrono prodotti adatti a pulire e igienizzare a fondo ad azione emolliente e ammorbidente, ovviamente senza alterare l’equilibrio della cute. Questo è un altro aspetto da non sottova-
lutare, infatti: il sapone, per quanto efficace, non dovrà mai essere aggressivo, e dovrà rispettare il pH della pelle senza contenere elementi irritanti. Sempre restando in casa Sepca c’è Sanaman, un sapone liquido incolore e inodore a pH7.
Bagni pubblici, ad alta frequentazione ed esclusivi
Ci sono poi i bagni di uffici, ristoranti, scuole, comunità e luoghi pubblici in generale. Qui il distinguo da farsi riguarda la frequentazione: per i bagni ad alta e altissima frequentazione, o di uso comune e quotidiano (senza che siano richiesti Securgem di Sanitec particolari standard d’eccellenza), si può optare per un prodotto di consumo o “da battaglia”: attenzione però a non fraintendere. Lavarsi le mani è importante in area di servizio come è importante a casa o in ufficio, quindi l’occhio al prezzo (doveroso quando si parla di grandi volumi) non dovrà andare a discapito della qualità. E qui diventa importante affidarsi a veri professionisti, in grado di venire incontro alle esigenze economiche senza perderci in qualità, con il massimo rispetto della cute: Puliman di Nettuno, per esempio, è un sapone liquido madreperlato ideale per uffici, ristoranti e comunità in genere, che deterge delicatamente la cute, ne preserva l’equilibrio idrolipidico lasciando le mani delicatamente profumate. In più, per il rispetto dell’ambiente, questo detergente è
Dus di Sutter Professional
disponibile anche nella versione Ecolabel. Per gli sporchi leggeri, ottimo è anche Sendy, sempre di Nettuno, disponibile in formato tradizionale, in schiuma e in versione spray. Per l’uso quotidiano l’azienda offre anche Flor Soap e Macrosoap. Se restiamo nell’ambito dei lavaggi frequenti ci sono diverse altre aziende con in gamma saponi lavamani, come la Sutter Professional con il profumato “Dus”, ideale per ambienti ad alta frequentazione.
Una linea per l’alberghiero
La divisione Diversey Care di Sealed Air ha lavorato nello specifico per il settore alberghiero: da poco, infatti, ha annunciato l’estensione di SURE™, la gamma di prodotti a base di materie prime ricavate da fonti vegetali e biodegradabili al 100%, la soluzione professionale ideale per la pulizia e l’igiene nel mondo dell’ospitalità alberghiera. Recentemente è stato introdotto un formato in cartuccia da 800ml per i prodotti ecologici della SURE per l’igiene della mani, prodotti ideali per il settore alberghiero. Scegliere sistemi ecologici rappresenta anche una soluzione economicamente sostenibile per il lungo termine, infatti investire in prodotti eco-sostenibili consente di risparmiare nel consumo di rifiuti, di acqua ed energia elettrica. Per gli operatori professionali i risultati di igiene sono comparabili a quelli ottenibili dai prodotti standard, senza compromessi. Ecco il dettaglio dei prodotti: SURE™ Antibac Hand Wash Free – detergente lavamani antibatterico pri-
39 luglio 2016
Sure di Diversey Care
TECNOLOGIE LAVAGGIO MANI vo di profumo e colorante, questo prodotto viene usato nelle aree di preparazione degli alimenti e ovunque l’igiene delle mani sia fondamentale, garantendo al contempo i più alti standard disinfettanti; SURE™ Antibac Hand Wash – detergente lavamani antibatterico con
una profumazione neutra, testato intensamente nel settore della ristorazione per assicurare che la qualità degli alimenti sia mantenuta, fornendo allo stesso tempo i più elevati standard disinfettanti; SURE™ Hand Wash Free – detergente lavamani delicato privo di profumo, effica-
Gel X-Germ di Amuchina
ce per detergere la pelle; SURE™ Hand Wash – detergente lavamani profumato, anch’esso efficace per detergere la pelle.
Per gli ambienti sanitari
40 luglio 2016
Se poi ci si sposta in ambito ospedaliero, sono necessari Presidi Medico Chirurgici con antibatterico ad alte performance, come Nexan, sapone lavamani battericida di Nettuno, Presidio Medico Chirurgico secondo le norme: EN 1040 CEN/ TC 216 EN 1499, CEN pr EN 12054, consigliato per Ospedali, Ambulatori medici e Veterinari, Dentisti. Tra le aziende storicamente più impegnate sul versante sanitario c’è Amuchina, che ha in gamma molti dei disinfettanti più noti per l’igiene delle mani: basti citare Amuchina Gel X-Germ un gel antisettico, studiato per disinfettare a fondo la pelle delle mani. La sua particolare formula è in grado di ridurre efficacemente in pochi secondi germi e batteri presenti sulla cute. Amuchina Gel X-Germ Disinfettante Mani è attivo su virus (influenzali, HIV, HBV, HCV), funghi e batteri GRAM+ e Gram – (inclusi Candida albicans, Mycobacterium tubercolosis, Staphylococcus aureus, Escherichia coli). Come molti altri disinfettanti Amuchina, è pratico in ogni situazione in cui è necessario disinfettare le mani: fuori casa, quando non ci si può lavare le mani, nel settore ospedaliero e professionale. Ci sono poi il gel igienizzante mani, lo spray disinfettante, il sapone Amusoap e le soluzioni cutanee Amukine Med 0.05%, spray e soluzione.
DISPENSER TECNOLOGIE
distributori… di igiene dalla redazione
Ogni bagno ha i suoi dispenser: dai saponi alla carta igienica, dagli asciugamani ai sacchetti igienici per gli assorbenti femminili, i distributori di prodotti di consumo sono dispositivi fondamentali nell’ambiente toilette. Dispenser di asciugamani, contenitori di carta igienica, dosatori di saponi, distributori di sacchetti igienici per assorbenti femminili. Il filo conduttore è sempre quello: ogni bagno ha bisogno di contenitori o dosatori, che svolgono un ruolo essenziale per mantenere buono il livello igienico della toilette.
Non c’è bagno senza dispenser
Tra i prodotti di consumo il primato va alla carta e ai lavamani, che vengono erogati da appositi dispenser, solitamente in plastica o in acciaio. Il mercato dei dosatori è quanto mai attivo, e ce n’è davvero di tutti i tipi: dai dosatori eleganti, pensati per ambienti raffinati, a quelli più essenziali (ma altrettanto efficaci), fino ad arrivare, per i più esigenti, agli elettronici no-touch, che si adattano perfettamente ad ogni tipo di ambiente. Una caratteristica essenziale è la facile pulibilità, che assicura un buon mantenimento delle condizioni igieniche della toilette. Questa varietà vale anche per la carta: tantissimi sono i tipi di carta che possono essere inseriti nei dispenser: igienica o da mani di varie dimensioni, a rotoli o a bobine (di diverse lunghezze), a salviette, a strappo, interfogliata, piegata a z, piegata a c, piegata a c intercalata, fascettata, più o meno resistente, dop-
pio e triplo velo, fino ad arrivare addirittura alla carta profumata.
La carta resta un elementochiave del bagno
Insomma, nel bagno la carta resta un elemento fondamentale non solo per uso… strettamente igienico, ma anche per asciugarsi le mani. E qui si apre un capitolo molto ampio, perché di dispenser di asciugamani in carta ce ne sono innumerevoli tipologie, ciascuna con le proprie caratteristiche da valutare con attenzione in relazione all’ambiente in cui si devono inserire. Lucart, è un’eccellenza a partire dal processo produttivo: il segreto sta nell’utilizzare una tecnologia d’avanguardia per il trattamento della carta da macero, che permetta alle carte ecologiche dell’azienda toscana di avere, a seconda del prodotto cui sono destinate, qualità, morbidezza, assorbenza, macchinabilità e grado di bianco pari a quelle prodotte con fibre di cellulosa vergine. Il processo di rigenerazione delle fibre riciclate avviene sottoponendo la carta da macero a successive fasi di trattamento finalizzate alla separazione fisica di tutte le impurità (inchiostri, colle, patine, plastiche, punti metallici ecc.). Il processo non prevede l’utilizzo di sostanze inquinanti, come ad esempio il cloro. Tutto ciò avviene senza perdere mai di vista la necessità di controllare e ridurre l’impatto sull’ambiente: le acque di lavo-
razione vengono riutilizzate più volte e prima di essere scaricate sono depurate con autonomi impianti di trattamento, la maggior parte dell’energia elettrica e tutto il vapore utilizzati nelle varie fasi di trattamento sono autoprodotti con centrali di cogenerazione alimentate a gas metano.
La carta ecologica è importante
L’uso di carta ecologica è molto importante in tutti gli ambienti, ma soprattutto in quelli ad alta e altissima frequentazione, dove passano molti utenti con abitudini comportamentali ed igieniche anche piuttosto diverse. Questa osservazione sposta la nostra attenzione su un problema molto sentito non solo per la carta, ma anche quando si parla di dispenser: il vandalismo, o i comportamenti scorretti in bagno, possono andare dalla “semplice” appropriazione compulsiva di prodotti (tipico è il caso degli asciugama-
Econatural di Lucart
41 luglio 2016
TECNOLOGIE DISPENSER
Ascigamani a V Celtex
42 luglio 2016
ni in carta, che la gente si mette in tasca a quintali con la massima nonchalance) ai più gravi episodi di colpi, urti e danneggiamenti, fino ad arrivare in molti casi (più di quel che si pensi) al distacco o al furto dell’apparecchio. Tutti i produttori hanno in gamma apparecchiature anti danneggiamento proprio per evitare questo genere di inconvenienti. Un’azienda da sempre impegnata sul versante carta e dispenser è la Celtex, che ha in gamma carta per tutte le applicazioni (asciugamani in rotolo, asciugamani piegati, veline, ecc.) e i relativi dispenser: automatici, per asciugamani interfogliati piegati a V e a C, M, Z e V Time, dispenser per carta igienica interfogliata e Jumbo, oltre a dosasapone e a tutti gli altri accessori. Un’altra azienda impegnata su questo fronte è Elis: per i luoghi a forte frequentazione, Elis raccomanda il modello PH400, la cui grande capacità permette di utilizzare un rotolo di 380 metri. La variante del PH
PH400R di Elis
Materia di QTS
400, il distributore di carta igienica PH400R è dotato di una riserva che garantisce una autonomia massima e zero rotture di stock. Per i luoghi a frequentazione meno intensa, si può invece optare per una versione di distributore di carta igienica PH Duo, distributore di piccoli rotoli. Il suo sistema con riserva permette di stoccare un secondo rotolo per evitare le rotture di stock.
Anche un oggetto di design
Non è finita: un buon dispenser è anche questione di design, perché ovviamente in questi casi l’occhio vuole la propria parte e in effetti il distributore è anche un elemento di arredo. Si lavora anche sull’eleganza e sulla robustezza degli accessori: la principale linea di demarcazione, quando si parla di accessori per la toilette pubblica, è quella tra la plastica (ma parliamo, ovviamente, di compositi di alta qualità, resistenti alle deformazioni, facilmente lavabili e pulibili, che non temono colpi né bruciature di sigaretta) e il metallo, quasi sempre in acciaio inox. Per ciò che riguarda il design, ci si sta orientando verso l’essenzialità sposata all’eleganza. Sono molto apprezzate dal mercato, per ciò che riguarda dosatori e distributori di carta igienica, le cover intercambiabili, così come gli apparecchi che garantiscono la presenza di un rotolo di riserva che resta sempre asciutto e pulito ed entra in funzione una volta terminato il primo. Ci sono poi intere linee in acciaio inox, con finiture lucide o satinate: distributori di carta igienica (in rotolo o salviette), distributori di sapone, distributori di veline copri wc, di sacchetti igienici, porta scopino e getta carta. Un’azienda italiana che ha sempre investito molto sul design è Qts. Un esempio di eccellenza è Materia, dal design lineare e volumetrico, combinazione di elementi strutturali abbinabili. Essenza decorativa e base possono essere accosta-
ti per creare uno stile unico: contemporaneo, tradizionale, eccentrico o classico. Elettronico o manuale, entrambe le opzioni sono sintesi di tecnica e praticità. L’innovativa soluzione Tris, sistema di cambio bocche di erogazione per rotoli o foglietti, trasforma la medesima scocca in tre differenti dispenser: per carta asciugamani in foglietti, per rotolo jumbo carta igienica o doppio carta igienica interfogliata. Da ricordare anche Vela, Milano e le altre soluzioni di dispensazione pratiche ed eleganti.
Da non tralasciare la discrezione…
Non si deve dimenticare poi, trattandosi di bagni, la discrezione: questo spiega il grande successo della “sempreverde” bocca di lupo a chiusura dei contenitori per assorbenti femminili. I bagni, quindi, dovranno essere dotati di prodotti e dosatori affidabili… ma senza sprechi! Un altro aspetto particolarmente considerato, proprio per questo, è quello dell’ottimizzazione del rilascio delle dosi di sapone nei dispenser di liquido igienizzante (grande problema nei bagni pubblici in cui molti utenti esagerano un po’ con le dosi…): ormai ci sono distributori iper-razionali in grado di assicurare ben 2.000 dosi di sapone da una quantità di soli 1.000 ml, utilizzando una tecnologia completamente ecocompatibile e ad alta sostenibilità.
DISPENSER TECNOLOGIE
Massima razionalità per ridurre gli sprechi e mantenere il pulito in bagno
Ma non parliamo soltanto di igiene delle mani: molto importante è anche, per ridurre gli sprechi aumentando la sicurezza, l’ottimizzazione delle dosi di sanitizzante negli urinatoi e nei wc pubblici. Al termine di ogni scarico viene rilasciata una dose predeterminata di una speciale sostanza chimica, che ammorbidisce ed elimina gli elementi di contaminazione già esistenti, creando le condizioni per impedire la formazione di nuovi depositi. Centralizzati o montati in ogni singolo punto wc, questi sistemi rappresentano una grande garanzia di igiene nei bagni pubblici.
Funzionalità, semplicità di impiego, manutenzione rapida ed essenziale
Funzionalità e semplicità di utilizzo, ma anche di manutenzione sono altre parole d’ordine irrinunciabili: in luoghi frequentati continuamente anche da persone con abitudini igieniche molto diverse, infatti, non ci si possono permettere né sprechi, né operazioni di manutenzione e ripristino particolarmente complicate. Nel caso dei dispenser, ad esempio, una buona soluzione per mantenere sempre visibile il livello dei prodotti di consumo è la finestra di controllo (solitamente semitrasparente, o colorata) che consente di verificare in ogni momento il livello del materiale consumabile; la struttura robusta, poi, garantisce la longevità dei prodotti: e qui torniamo sulla questione dei materiali. Tutto questo senza contare sistemi innovativi, come le “pompe modulari”, o tutta la ricerca sulla compattezza e sulle dimensioni d’ingombro: molti bagni infatti, soprattutto quelli dei locali collocati negli edifici storici o all’interno di strutture preesistenti, sono angusti e l’impiego di spazio dev’essere ottimizzato.
Paredis di Paredes
Alcune aziende di riferimento
Tra le aziende di riferimento nel comparto c’è da anni la francese Paredes, che con il distributore Paredis è diventata un riferimento del mercato. Il taglio automatico dell’ovatta due veli ha spinto in avanti le frontiere dell’igiene, verso un maggiore risparmio di materiali e di risorse. Fra le caratteristiche più apprezzate, specie in questi tempi di “ristrettezze” economiche, c’è la riduzione degli sprechi. Oltre al design, sempre attuale. Ma non di sola carta si sta parlando, perché Paredes è un’azienda che ha fatto dell’ambiente bagno la propria vocazione in senso lato: la Linea 3, ad esempio, offre una gamma di di-
stributori di sapone differenti tra loro, per adattarsi a ogni vostra necessità, ma simili in quanto a caratteristiche di base: igienici, resistenti ed economici. Tutti i prodotti della Linea 3 garantiscono: cartucce collassabili e intercambiabili (il che significa riduzione dei rifiuti), tettarelle monouso, doppia valvola anti reflusso e anti goccia brevettata, zero possibilità di contaminazione del sapone e zero spreco di sapone. A questo proposito, una precisazione è doverosa: i dispenser di sapone non devono spandere causando perdita di prodotto che compromette anche le operazioni di pulizia. Fra i principali innovatori deve senz’altro annoverarsi la divisione Diversey Care di Sealed Air, che ha recentemente annunciato l’estensione di SURE™, la gamma di prodotti a base di materie prime ricavate da fonti vegetali e biodegradabili al 100%, la soluzione professionale ideale per la pulizia e l’igiene, soprattutto nel mondo dell’ospitalità alberghiera. Recentemente è stato introdotto un formato in cartuccia da 800ml per i prodotti ecologici della SURE per l’igiene della mani. Questi nuovi prodotti appena introdotti sono utilizzabili con il dispenser Soft Care Line di Diversey Care, un dispenser igienico e dal design elegante
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Fra gli italiani…
Soft Care Line di Diversey Care
Fra le eccellenze italiane c’è la Medial International (che ha mosso i primi passi nel 1985 in seno ad una realtà francese), un’impresa, dinamica ed in continua espansione. Forte di una consolidata esperienza nel campo dell’horeca, opera da più di vent’anni sul mercato nazionale ed internazionale, realizzando e commercializzando prodotti di qualità e dal design raffinatamente italiano. L’ampia gamma di prodotti offerta comprende oltre 500 arti-
Brinox 500F di Medial International
TECNOLOGIE DISPENSER Soluzioni complete e personalizzate
Paradise Line di CWS
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coli sempre disponibili, pensati per accontentare i gusti e le diverse esigenze della nostra clientela. Ad arricchire ulteriormente il già vasto assortimento di articoli disponibili, si aggiunge la possibilità di soddisfare eventuali richieste di personalizzazione. In particolare la linea “igiene della persona” comprende tutte le attrezzature che servono in un bagno: oltre ai dispenser di ogni tipo, spiccano anche scopini e portascopini e cestini, accessori fondamentali nell’ambiente bagno. A ciò si aggiungono tutti i sistemi che sono necessari in bagno, compresi diffusori, contenitori e accessori davvero di ogni tipo e per ogni ambiente (la gamma è ricchissima).
Come non ricordare, poi, la Cws, che propone soluzioni personalizzate e complete per l’ambiente bagno? Oltre all’asciugamano “a rotolo di cotone”, da sempre un punto forte dell’azienda (oggi anche in versione “eco”), spicca la gamma Paradise Line, composta di dispenser di tutti i tipi: da quello per gli asciugamani di carta agli eroga sapone, dai diffusori di fragranze (Aircontrol) a quelli di prodotti antibatterici, a tutti i tipi di no-touch, anche per schiuma igienizzante.
Sempre pronti all’innovazione
Tornando alla carta, non si può non citare il gruppo SCA, il maggiore proprietario europeo di foreste private, una multinazionale leader nel settore dei prodotti forestali e per l’igiene personale. Il gruppo progetta e realizza prodotti sostenibili per i settori forestale, tissue (prodotti in carta per uso igienico e sanitario) e dell’igiene personale, arrivando in una decina di paesi con marchi prestigiosi tra cui Tork. E dopo il leggendario SmartOne, l’azienda ha
TorkSmartOne di Tork
da poco presentato TorkSmartOne, i dispenser per carta igienica di nuova generazione che garantiscono meno rifiuti, migliore igiene, maggior risparmio, design robusto e durevole. Poi ci sono i “dettagli”, davvero importanti anch’essi: ad esempio la dispensazione singola evita che la carta tocchi terra durante il servizio (difetto tipico dei sistemi a rotolo tradizionale), e le ricariche originali Tork con caratteristica goffratura a foglia hanno un tempo di dispersione in acqua inferiore agli 8 secondi, il che scongiura eventuali problemi di intasamento alle tubature. In questo senso, un’azienda italiana attivissima nel presentare novità è la Mar Plast, che proprio in questi ultimi tempi ha aggiunto al catalogo Advan 884, con un nuovo meccanismo e 875, un dispenser elettronico avanzato per asciugamani. Non mancano naturalmente soluzioni per il sapone, a riempimento o a ricarica automatica.
Advan 884 di Mar Plast
ASCIUGATURA MANI TECNOLOGIE
tra tessuto, carta e aria calda: asciugatura a regola d’arte dalla redazione
L’asciugatura delle mani è un momento critico nell’ambiente bagno: i tre sistemi tradizionali continuano a coesistere fra polemiche ed evoluzioni tecnologiche. Le soluzioni del mercato non mancano, per i bagni di tutti gli ambienti. Ti sei lavato correttamente le mani. E adesso? Arriva l’asciugatura. E le polemiche. Sì, perché la “diatriba” fra i produttori dei diversi sistemi non si è mai del tutto placata. Finito di lavarci le mani, solitamente ci troviamo a che fare con tre alternative.
Il cotone
La prima, più tradizionale (e, diciamolo, più “domestica”), è quella del cotone. Escludendo i bagni degli ambienti più raffinati, con le salviettine posate accanto al lavabo che una volta utilizzate si gettano in eleganti ceste di vimini o altro, generalmente il cotone, arrotolato in bobine di differente lunghezza è sistemato in appositi dispenser che ne lasciano uscire solo un certo tratto (sufficiente, appunto, per un’asciugatura). Pro: la familiarità e l’efficacia; contro: la necessità di frequenti rilavaggi e ricondizionamenti, con un impatto ambientale non certo azzerato. E poi bisogna fare molta attenzione alla manutenzione del dispenser, che a volte si inceppa con un effetto non certo bello… Come dicevamo, si tratta di uno dei sistemi più naturali e familiari. Senza dubbio è un sistema molto igienico, portato avanti da diverse aziende: una di queste è la Cws, che ha costruito
Paradise Dry Slim di CWS
a chiave che impedisce sprechi e furti; 3 cover intercambiabili tra cui scegliere; possibilità di personalizzazione cover con immagini, loghi, scritte.
Carta tissue
un “impero” e un brand riconoscibile a tutte le latitudini. Paradise Dry Slim, nella versione touch e no touch, è un distributore di asciugamani a rotolo in cotone NT con scocca in ABS bianca riciclabile. Ha la cover intercambiabile colorata o personalizzata, indicatore di consumo e chiusura a chiva antivandalismo. La porzione di asciugamano viene erogata avvicinando le mani all’apparecchio, senza contatto. Intervallo di riavvolgimento programmabile. Un fiore all’occhiello è il sistema di caricamento brevettato Easy-Loading. Tra i vantaggi: garanzia di igiene grazie alla separazione della parte pulita del rotolo da quella sporca; sistema di ritrazione che assicura un lembo di cotone pulito e pronto all’utilizzo ed esclude la vista della porzione di rotolo precedentemente utilizzata; bagni sempre in perfette condizioni, puliti e ospitali; nessun costo di gestione del materiale di consumo, smaltimento dei rifiuti, acquisto di cestini gettacarte; indicatore di consumo per il rilevamento del livello di utilizzo del rotolo e la necessità di sostituirlo; il sistema di caricamento brevettato semplifica e accelera la sostituzione del rotolo; chiusura
Su un altro fronte si schiera la carta tissue, anche questo molto amato. Tantissimi sono i tipi di carta che possono essere inseriti nei dispenser: igienica o da mani di varie dimensioni, a rotoli o a bobine (di diverse lunghezze), a salviette, a strappo, interfogliata, piegata a z, piegata a c, piegata a c intercalata, fascettata, più o meno resistente, doppio e triplo velo, fino ad arrivare addirittura alla carta profumata. Se poi passiamo (ne parliamo più diffusamente in altro articolo) al capitolo dispenser, di dispenser di asciugamani in carta ce ne sono innumerevoli tipologie, ciascuna con le proprie caratteristiche da valutare con attenzione in relazione all’ambiente in cui si devono inserire. Si tratta senza ombra di dubbio di uno fra i sistemi più apprezzati, per comodità ed efficacia, ma i detratto-
EcopapeR di Elis
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TECNOLOGIE ASCIUGATURA MANI
46 luglio 2016
ri (e non mancano) chiamano in causa l’impatto ambientale e, purtroppo, l’uso sconsiderato che diversi utenti fanno di queste attrezzature. Un dato su tutti: mentre molte aziende assicurano (ed è vero) che un solo strappo è sufficiente per una completa asciugatura, le statistiche ci dicono che, in media, un utente (corretto) della toilette ne utilizza almeno tre. Perfezionismo nell’asciugatura o semplice deresponsabilizzazione? E’ forse più pensabile la seconda ipotesi, tant’è vero che non sono pochi i gestori che lamentano furti di carta e intasamenti di tubature e wc dovuti a un chiaro abuso di asciugamani in carta. Qui giova ricordare, giusto a titolo di esempio, un’azienda come Elis, che annovera tutti i tipi di soluzione per il bagno: cotone, carta e lama d’aria. Forte di esperienze di igienizzazione a tutto tondo, l’azienda offre al mercato una vasta gamma di soluzioni, fra cui tre efficienti linee di distributori di asciugamani in carta: EcopapeR, Easyroll (completamente trasparente per il massimo controllo) e P2F, che garantisce il monouso.
Un soffio di aria calda…
E il bello è che non è finita: c’è l’aria calda contro entrambi gli altri sistemi. Le ragioni, da una parte e dall’altra, sono molteplici. A favore dell’aria calda, come si ricorderà, c’era l’argomento dell’ “installi e usi”, senza bisogni di “fidelizzazione” con il fornitore delle ricariche: inoltre sono molto semplici da utilizzare e disponibili in diverse versioni a seconda del bagno dove vengono installati. Insomma, l’asciugamani ad aria calda è un prodotto singolo, non vive di continui “refill” e non necessitano nemmeno di molta manutenzione. Se usato correttamente, un buon asciugamano ad aria calda è eterno. Quanto agli utilizzatori, si trovano molto bene, anche se qualcuno lamenta la difficoltà di una completa asciugatura rispetto a sistemi più tradizionali (in realtà in molti casi basterebbe strofinare bene le mani sotto il getto caldo…). Aggiungiamo che, come vi sarete accorti, da alcuni anni a questa parte in questo segmento di mercato c’è sta-
Airblade di Dyson
ta una vera e propria “rivoluzione”. Che ci ha portato, ad esempio, a non dare per scontato che le nostre mani, durante il processo di asciugatura, debbano posizionarsi orizzontalmente sotto il getto di aria a 60° o giù di lì. Dai “vecchi” asciugamani a pulsantone, insomma, se ne è fatta di strada, nonostante in certi ambienti restino ancora una delle soluzioni preferibili. Prima sono arrivati i sistemi no-touch, che eliminavano anche il passaggio (ritenuto a rischio) del tocco della mano sul pulsante di azionamento del dispositivo. Prodotti come Dyson Airblade ci hanno spinto a rivolgere le dita verso il basso e a sentire il massaggio di un getto d’aria proveniente da entrambi
Time Power 10 di Fumagalli Componenti
ASCIUGATURA MANI TESTATINA
i lati dell’apparecchio, come in una sorta di “scanner” asciugatore. L’evoluzione è poi continuata e dai primi apparecchi, che apparivano chiusi (suscitando le resistenze di non pochi utenti, restii a mettere le mani nei “buchi”) il sistema si è poi evoluto e ora comprende anche modelli completamente scoperti, fra l’altro esteticamente molto gradevoli. La stessa Fumagalli Componenti, una delle aziende più note in questo campo per via dell’ormai mitico marchio “Magnum”, ha realizzato il recente “Time Power”, che asciuga le mani in 10 secondi netti con tanto di filmati che lo dimostrano. Ma c’è anche di più: chi si contrappone all’aria calda ha, tra i suoi “cavalli di battaglia”, anche quello dell’igiene e della sicurezza: in fondo –sostengono – l’asciugamano di questo tipo non fa altro che riprendere l’aria in circolazione nel bagno (che come è immaginabile non è certo delle più asettiche) e spararla ad alta velocità sulla nostre mani. Anche a questo i produttori sono pronti a replicare, dati alla mano: la rapidità, ad esempio: gli ultimi sistemi sono talmente veloci (si parla di una manciata di secondi) che non permettono il trasferimento di batteri sulle mani bagnate. Sono queste ultime, infatti, stando al protocollo P335 di NSF, ad avere le maggiori probabilità (si parla di mille volte
Eco Stream SF di Vama
maggiori!) di raccogliere e trasmettere i batteri rispetto alle mani asciutte. Va da sé che il tempo gioca un ruolo fondamentale. E dove anche il fattore tempo non basta, ad esempio nel settore sanitario, entrano in gioco i filtri Hepa in grado di trattenere ol-
tre il 99,9% di batteri e impurità, e i sistemi dotati di raggi ultravioletti. Fra queste aziende va citata anche la Vama, nata nel 1950. Tra le principali caratteristiche, l’ottimo rapporto qualità-prezzo, il basso costo d’esercizio e la lunga durata.
47 luglio 2016
TESTATINA OCCHIELLO
48 luglio 2016
AFFARI E CARRIERE
Nasce il Gruppo cooperativo Camst Proges: 17.000 soci Le Assemblee dei soci di Camst e di Gesin hanno dato il via libera, lo scorso 27 giugno, al processo di integrazione della cooperativa parmense, specializzata nella gestione dei servizi integrati, in Camst, cooperativa di ristorazione presente sul mercato da oltre 70 anni.L’obiettivo per Camst è di raggiungere nel facility un fatturato di oltre 60 milioni di euro entro il 2017, garantendo un servizio completo ai propri clienti
Markas nella top 10: l’azienda di servizi è fra i migliori datori di lavoro in tutta Europa Markas, azienda a conduzione familiare e leader nei servizi di pulizia e ristorazione collettiva, è uno dei primi dieci datori di lavoro in Europa. Questo titolo le è stato assegnato nell’ambito della cerimonia di premiazione degli European Business Awards che si è tenuta a Milano venerdì 17 giugno. Grazie al suo straordinario impegno a favore dei collaboratori, Markas ha ottenuto durante questo evento il prestigioso “Ruban d’Honneur” nella categoria “Datore di lavoro dell’anno”. Markas è stata premiata da una giuria composta da personalità di spicco, fra cui esponenti politici, accademici e dell’imprenditoria di tutta Europa. Con più di 32.000 aziende partecipanti, provenienti da 33 Paesi, quest’anno il progetto – giunto alla sua nona edizione - ha raggiunto il massimo dei partecipanti, innescando una sostenuta concorrenza. Complessivamente, sono 110 le aziende europee ad aver ricevuto il “Ruban d’Honneur”, 10 aziende per ciascuna delle 11 categorie in concorso. I vincitori hanno ottenuto questo riconoscimento a seguito di un articolato processo di selezione che si è
che spazierà dalla ristorazione ad attività come la sanificazione industriale, la costruzione e la manutenzione degli impianti, dalla gestione del calore al waste management. All’orizzonte anche la nascita del gruppo paritetico cooperativo con Proges, la cooperativa sociale di servizi alla persona che lavora nel settore educativo e socio-sanitario da oltre venti anni. L’obiettivo è presidiare anche questo mercato che avrà un’importante evoluzione nei prossimi anni e sviluppare in questa area un fatturato di 100 milioni di euro. Il nuovo Gruppo Cooperativo Camst Proges svisnodato in tre fasi ed è culminato nella serata di premiazione a Milano. In occasione dell’assegnazione dei Ruban d’Honneur, Adrian Tripp, Amministratore Delegato di European Business Awards, aveva affermato: “Per un’azienda sopravvivere a questa contingenza economica è già una conquista, ma raggiungere un risultato di successo come hanno fatto i vincitori del Ruban d’Honneur è veramente qualcosa di straordinario. L’Europa ha bisogno di aziende come queste”. La Direttrice Generale Markas, Dott. ssa Evelyn Kirchmaier, commenta in maniera entusiasta il risultato ottenuto: “La qualità dei servizi che Markas offre ogni giorno passa attraverso la soddisfazione dei nostri collaborato-
lupperà un’occupazione di oltre 17.000 unità, a tutela del primo dei valori condivisi da entrambe le cooperative: le persone. Le sedi operative delle aziende resteranno a Parma per Gesin e Proges, e a Bologna per Camst. ri. Come azienda a conduzione familiare, ci teniamo particolarmente alla cura dei nostri collaboratori e a creare un ambiente di lavoro piacevole, motivante ed equo. Essere rientrati fra i migliori datori di lavoro in Europa ci dà la dimostrazione di essere sulla strada giusta, ci incentiva ad aumentare ulteriormente i nostri sforzi e a fare ancora di meglio per il futuro”. Negli ultimi due anni, nel 2014 e nel 2015, Markas è rientrata nella prestigiosa classifica di Great Place to Work, risultando fra le eccellenze dei datori di lavoro nel panorama italiano. Il premio ottenuto agli European Business Awards conferma che Markas è una delle migliori aziende anche a livello europeo.
49 LUGLIO 2016
[www.markas.it] I dieci migliori datori di lavoro in Europa, premiati agli “European Business Awards”. Al centro, la Direttrice Generale Evelyn Kirchmaier con il Ruban d’Honneur conferito all’azienda Markas
CARNET
Appuntamento a Istanbul
50 LUGLIO 2016
Una delle economie in più rapida crescita al mondo, la Turchia ospiterà la seconda edizione di ISSA/INTERCLEAN Istanbul dal 7 al 9 settembre 2016. Unendo Est e Ovest, Istanbul è il luogo ideale per avere un quadro generale di questo mercato emergente che, secondo le previsioni, sarà il secondo mercato a livello mondiale per rapida crescita entro il 2020.
gica ottenuta dal riciclo dei cartoni per bevande tipo Tetra Pak®, che ha contribuito a risanare 45 ettari di terreno aiutando il FAI - Fondo Ambiente Italiano a recuperare l’area naturalistica alle porte delle Cinque Terre. Sono stati 2.863 i commenti online dei fan e non di Grazie Natural, postati sulla relativa pagina Facebook da luglio 2015 a giugno 2016 contribuendo a riqualificare Punta Mesco: i commenti positivi sono stati trasformati in semi da piantare, i rimanenti commenti negativi concime, per fare crescere nuovi pini domestici e alberi da frutta. I consumatori sono stati costantemente aggiornati sull’andamento dell’iniziativa e sui risultati
raggiunti tramite il sito www.grazieforcomments.it, oltre che attraverso i canali social di Grazie Natural Facebook e Youtube. Afferma Massimo Gai, Direttore Commerciale e Marketing Consumer di Lucart: “Siamo davvero lieti di aver contribuito a riqualificare Punta Mesco rimboscando 45 ettari di terreno: l’iniziativa del FAI, in linea con i valori di Grazie Natural, ha avuto un ottimo riscontro sulle piattaforme social da parte dei nostri utenti. Gli oltre 2.860 commenti hanno dimostrato una forte sensibilità dei nostri fan verso la tematica ambientale: un Grazie a ciascuno di loro”. [www.lucartgroup.com]
[www.issainterclean.com]
Iniziativa di Grazie Natural per il Fai – Fondo Ambiente Italiano
Si è inaugurata ufficialmente il 23 giugno l’area naturalistica di Punta Mesco a Levanto (SP) anche grazie al supporto di Grazie Natural, la carta 100% ecolo-
Diversey Care amplia la gamma di prodotti ecologici SURE™ La divisione Diversey Care di Sealed Air ha annunciato l’estensione di SURE™, la gamma di prodotti a base di materie prime ricavate da fonti vegetali e biodegradabili al 100%, la soluzione professionale ideale per la pulizia e l’igiene nel mondo dell’ospitalità alberghiera. Recentemente è stato introdotto un formato in cartuccia da 800ml per i prodotti ecologici della SURE per l’igiene della
mani, prodotti ideali per il settore alberghiero. Questi nuovi prodotti SURE appena introdotti sono utilizzabili con il dispenser Soft Care Line di Diversey Care, un dispenser igienico e dal design elegante.I prodotti sono i seguenti: - SURE™ Antibac Hand Wash Free – detergente lavamani antibatterico privo di profumo e colorante, questo prodotto viene usato nelle aree di preparazione degli alimenti - SURE™ Antibac Hand Wash - detergente lavamani antibatterico con una profumazione neutra, testato intensamente nel settore della ristorazione - SURE™ Hand Wash Free e SURE™ Hand Wash - detergenti lavamani efficaci per detergere la pelle [www.diversey.com]
ORIZZONTI
Res Nova e SAMSIC: serviamo l’Europa con passione e professionalità Res Nova S.p.A. svolge la propria attività nel panorama dei servizi di Facility & Energy Management, offrendo la gestione completa di tutti i servizi necessari al funzionamento di un’azienda, a qualsiasi settore appartenga, integrandosi nei processi produttivi e nel core business dei propri Clienti. Nell’azienda sono presenti 3 divisioni: i servizi generali, le manutenzioni impiantistiche e l’efficienza energetica. Tutte le attività erogate sono gestite con personale diretto; l’azien-
da impiega attualmente 650 dipendenti (57% donne e 43% uomini, con il 93% di contratti a tempo indeterminato ed un’età media di 41 anni). Le novità principali dell’azienda sono l’ottenimento della certificazione etica SA 8000 e l’ingresso, nella compagine societaria, di SAMSIC, gruppo multinazionale francese presente in 17 paesi in Europa con 80.000 collaboratori, 25.000 clienti ed un volume d’affari previsto per il 2017 di 2 miliardi di euro. Res Nova sarà il riferimento unico di SAMSIC su tutto il territorio nazionale italiano. Quest’importante passo, mosso nell’ottica di dare una prospettiva all’azienda, consente di intercettare
Medusa, flessibilità e ampia gamma di referenze L’ azienda specializzata nella produzione di detergenti professionali ed industriali ha recentemente realizzato la nuova LINEA RACE, una linea essenziale ma completa, in grado di soddisfare le principali esigenze nei settori Horeca e lavanderia. I formulati sono caratterizzati da un ottimo rapporto qualità-prezzo. La linea è composta da 18 prodotti, vediamoli in breve. RACE MULTIUSO: pulitore multiuso per superfici lisce RACE MULTIGIENE: detergente igienizzante RACE VETRI: detergente per vetri e specchi RACE BAGNO: anticalcare profumato pronto all’uso RACE KAL: detergente disincrostate per superfici RACE WC: detergente anticalcare per WC
la domanda di aziende internazionali e gruppi multinazionali presenti sul territorio europeo che richiedono di avere un unico interlocutore. In tema di efficienza energetica Res Nova S.p.A. ha inoltre deciso di dare il proprio supporto, attraverso la copertura economica di una borsa di studio, al master di II livello in “Efficienza Energetica e Sostenibilità nell’Industria” organizzato dal Politecnico di Torino in collaborazione con EDF Fenice. Il Master si pone l’obiettivo di formare dei professionisti dell’Energy Management, attraverso insegnamenti interdisciplinari e tirocini in aziende del settore. [www.resnovaspa.com]
RACE SGRASSATORE: sgrassante universale RACE FORNI: detergente alcalino per forni e piastre RACE INOX: pulitore specifico per acciaio RACE PAVIMENTI: detergente per pavimenti, profumato RACE PULIFORMIO: detergente igienizzante per superfici RACE BICOMPONENTE: sgrassante bifasico alcalino RACE WASH: detergente per lavastoviglie RACE BRILL: brillantante per lavastoviglie RACE PIATTI: detergente per lavaggio manuale stoviglie RACE LAVATRICE: detergente liquido per lavatrice RACE AMMORBIDENTE: ammorbidente profumato per bucato RACE POLVERE: Detergente in polvere semi-atomizzato. Medusa concede i propri prodotti in esclusiva a distributori specializzati, operanti nel settore professional, offrendo la possibilità di differenziarsi attraverso la personalizzazione di packaging ed etichettatura. [www.medusasrl.com]
51 LUGLIO 2016
ORIZZONTI
Kiehl: l’Ecolabel è realtà
52 luglio 2016
Kiehl ha deciso di intraprendere il percorso atto a sviluppare nuovi prodotti a certificato Ecolabel. Questo sia per rispondere alle esigenze di mercato, sia per una particolare attenzione a quanto ci circonda, ma anche perché crede alle possibilità ancora nascoste da poter sviluppare in tale ambito. Kiehl ad oggi ha sviluppato 24 prodotti a certificato Ecolabel, riuscendo a garantire una efficace copertura delle operazioni di pulizia ordinaria necessarie quotidianamente. Ma sono riusciti in diversi casi ad andare oltre pensando che in un breve futuro si riesca a soddisfare ogni tipo di esigenza, come nel caso di un ultimo prodotto sviluppato “Rivamat” . Kiehl Rivamat è un detergente “uni-
Socaf ci porta alla scoperta di i-mop Socaf spa è un’azienda commerciale con quartier generale a Osio Sotto (BG) e due filiali a Castenedolo (BS) e Mazzo di Rho (MI). Fondata nel 1982 con la vocazione delle mac-
versale” privo di tensioattivi ma di alta efficacia ed elevata forza pulente ed economico in uso. Rivamat è particolarmente indicato per la pulizia a macchina. La sua efficacia non è dovuta all’uso di enzimi, fosfati o tensioattivi. In questo modo si evita la formazione di sporco (effetto anti-soil) per esempio su superfici tessili. Utilizzabile su tutte le superfici resistenti all’acqua ed agli alcali. Particolarmente adatto per pavimenti in pietra micro porosi e tappeti in fibra sintetica. Recentemente sono stati svolti diversi test in differenti applicazioni, da ambienti industriali a civili ed utilizzati abbinati ad attrezzature manuali e meccaniche. In ogni situazione la sua risposta è stata sorprendente. Rivamat diventerà un altro importanchine per la pulizia professionale, come lavapavimenti, spazzatrici, idropulitrici e aspiratori industriali, nel tempo ha saputo differenziarsi allargando i propri confini territoriali e di prodotto. Da azienda che operava principalmente in Lombardia con la propria rete di trenta agenti e un’assistenza puntuale sulle macchine, da alcuni anni ha inserito anche il settore della detergenza, ha creato la divisione Aquarial (raffrescamento evaporativo) e di recente sta sviluppando il progetto i-mop con il quale Socaf spa è diventata a tutti gli effetti un player nazionale. La scelta di distribuire i-mop va anche nella direzione di guardare con grande interesse al mondo della Grande Distribuzione Organizzata. Questo è infatti uno dei target di riferimento della rivoluzionaria lavasciuga compatta i-mop, una “46 centimetri” (con 22 kg di peso sulle spazzole e 350 giri/minuto) che si propone come incredibile alternativa alla pulizia manuale delle superfici. La vera domanda è: i-mop è so-
te punto di riferimento per la produzione. Il servizio tecnico di vendita resta a disposizione per effettuare test di valutazione. [www.kiehl-group.com - www.kiehl-App.com]
lo una nuova macchina per le pulizie o una invenzione in grado di rivoluzionare in positivo il modo di realizzare un certo tipo di lavoro? Immaginate un prodotto nuovo che è facile da usare, da risultati sempre brillanti, non richiede formazione ed è immediatamente apprezzato da chi lo utilizza. Immaginate tutto questo con un prodotto che paga e non costa. Insomma, la vita è troppo breve per permettersi di non provare i-mop! [www.imop.it]
ORIZZONTI
IdroEletrika: idropulitrici e macchine a vapore industriali per pulizia e sanificazione Dall’esperienza quarantennale dei suoi soci nel settore della pulizia industriale, nasce IdroEletrika, azienda specializzata nella produzione di ecoidropulitrici e generatori di vapore ecologici con una vera impronta green e sostenibile, eliminando l’utilizzo dei combustibili e riducendo sensibilmente il consumo di acqua. La linea di ecoidropulitrici Idroelectric System vanta un brevetto esclusivo che sfrutta il riscaldamento elettrico post-pompa in alta pressione (150 bar). Il potente effetto disperdente meccanico e le basse portate d’acqua consentono di eliminare tutti i residui organici, salini, oli e grassi di difficile rimozione. Questa tecnologia brevettata consente un utilizzo costante e continuo del getto e combina la semplicità d’utilizzo e la riduzione di tempi e costi di gestione, integrandosi agevolmente con i protocolli HACCP. Inoltre la linea IKA-Ex – IdroEletrika ATEX System, ad acqua calda+fredda, è studiata per le industrie “oil & gas”, farmaceutica, chimica e in ogni ambito in cui occorre la garanzia di macchinari certificati per atmosfere in cui c’è pericolo di esplosione. IdroEletrika in questi anni ha saputo collocare, nei settori alimentare ed industriale di Europa e dei mercati mondiali più importanti e dinamici, macchine ideate e costruite interamente in Italia che si sono affermate come soluzione ideale per il ripristino quotidiano delle condizioni igienico-sanitarie (pulizia, sanificazione e disinfezione) grazie alla loro estrema precisione, facilità d’uso e non invasività. [www.idroeletrika.it]
Rubino chem: alta qualità e tecnologia avanzata ecco le chiavi del successo Rubino Chem, specializzata nella fabbricazione di prodotti chimici per una vasta gamma di settori, convoglia l’alta qualità e la Hi-Tech nei settori della detergenza ed estrattivo. Sul versante della detergenza professionale e consumer realizza profumatori ambientali e detergenti di altissima qualità prodotti in 25 profumazioni, appositamente studiate per intensificare l’effetto igienizzante. Per l’industria estrattiva, un’amplia gamma di Polimeri e Schiumogeni, progettati da uno staff altamente specializzato, soddisfa ogni esigenza del settore. Le punte di diamante riguardano la produzione di Polimeri e Schiumogeni, per il mercato nazionale ed estero. Rubino Chem, punto di riferimento irrinunciabile della industria chimica Italiana ed estera, mira all’innovazione e al perfezionamento costante, in modo da garantire l’eccellenza del marchio. [www.rubinochem.it]
53 luglio 2016
ORIZZONTI
Nuova linea di detergenti superprofumati ad effetto lucidante
54 luglio 2016
Dianos, da sempre all’avanguardia nell’innovazione di prodotto, lancia una nuova linea di prodotti che combina un’igiene profonda con un intenso e persistente profumo. Si tratta di una gamma completa di de-
tergenti superprofumati ad effetto lucido per la pulizia di ogni superficie di un singolo ambiente con la medesima connotazione di profumo, ma con proprietà pulenti e igienizzanti specifiche per le diverse tipologie di superfici. I detergenti di questa gamma, oltre ad essere caratterizzati da un profumo intenso e persistente, hanno una formulazione particolarmente innovativa in quanto contengono una speciale resina che lascia un velo protettivo sulla superficie trattata, rendendola lucida e riducendo l’assorbimento dello sporco e l’accumulo di polvere. I prodotti hanno pertanto anche proprietà antistatiche. Per quanto riguarda la profumazione, il concetto adottato è quello di utilizzare un’unica fragranza per la pulizia degli arredi con Deoclean Multiuso, dei pavimenti con Deoclean Pavimenti, inoltre per deodorare l’aria con Breeze. Il tutto in un unico profumo.
Reflexx: il guanto è servito La nuova Linea di guanti Food Handling di Reflexx è una linea completa di guanti per l’industria alimentare, il catering e la ristorazione. La maggior parte dei guanti in commercio, sottoposti a rigorosi test di legge, evidenziano restrizioni di utilizzo nei confronti di diverse tipologie di alimenti. Quanto sopra vale anche per i guanti in nitrile e lattice che, regolamentati in Italia dal D.M. 21.03.1973, in vari casi, non passano i test con simulanti Acidi e/o Alcolici e/o Grassi. I controlli sul corretto utilizzo dei MOCA (Materiali ed Oggetti a Contatto con Alimenti) stanno diventando sempre più frequenti e parimenti cresce la consapevolezza degli utilizzatori finali per un uso corretto del guanto. Per questi motivi l’azienda era da tempo alla ricerca di prodotti con una formulazione che potesse essere utilizzata senza alcuna limitazione. Dopo anni di studi e test, Reflexx ha individuato una
Le profumazioni disponibili per tutte le tipologie di prodotto sono: Seychelles, Peonia e Flower Dream. La linea comprende: Deoclean Multiuso: Detergente pronto all’uso superprofumato per l’igiene quotidiana di arredi e superfici, disponibile in flacone da 750 ml; Deoclean Pavimenti: Detergente concentrato superprofumato per l’igiene quotidiana dei pavimenti, disponibile in flaconi da kg 1 o in taniche da kg 5 e kg 10; Breeze: Essenza profumata concentrata per deodorare e profumare l’ambiente, disponibile in flaconi da 500 ml con trigger. Le nuove profumazioni vanno ad aggiungersi alle diverse fragranze già disponibili per la linea Breeze. [www.dianos.net]
gamma di prodotti con una formulazione stabile ed idonea a coprire diverse esigenze di utilizzo. Si tratta di tre i prodotti: Reflexx 95 FH per lavori dove è richiesto un guanto riutilizzabile; Reflexx 72FH per ogni lavoro dove è richiesto un guanto monouso; Reflexx 20 B per la massima igiene al miglior costo possibile. Sono stati condotti test completi sulle migrazioni globali verso i diversi simulanti, e accurati test per controllare l’eventuale migrazione di coloranti, di Ditiocarbammati, Tiourami e Xanogenati, di migrazioni specifiche dell’Acrilonitrile e la determinazione di eventuali migrazioni specifiche di Mercabenziotiazolo, composto presente in molti guanti in nitrile considerato pericoloso per la salute umana dal DM 21.03.1973 e sul quale si devono effettuare prove per 24 ore, nonostante i prodotti siano consigliati anche brevi. [www.reflexx.com]
ORIZZONTI
55 luglio 2016
ORIZZONTI
56 luglio 2016