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L’A.P.E. celebra il suo 5° congresso, per festeggiare i suoi 50 anni di attività

Si è svolto a Casale Monferrato (AL), il 20 e 21 aprile 2023, presso l’Hotel Candiani, il 5° congresso dell’A.P.E. (Associazione Economi Provveditori Piemonte – Valle d’Aosta) che ha trattato il tema sugli scenari delineati dal “nuovo” codice degli appalti.

Il precedente congresso dell’A.P.E. si era svolto nel 2016 sul Lago d’Orta (NO), poi la pandemia aveva stoppato tali eventi. Essendo anche convegno di tipo celebrativo, nel segno di toccare i vari territori piemontesi e valdostani, su proposta di Andrea Franzo, Presidente, e Alberto Riccio, socio A.P.E., si è deciso di organizzare l’evento nel Monferrato e precisamente a Casale Monferrato, che, a suo tempo (metà millequattrocento/metà millecinquecento), è stata capitale del Monferrato marchesato paleologo, successivamente trasferita a Mantova nel granducato gonzaghesco.

Nella giornata inaugurale Andrea Franzo Presidente A.P.E. e Salvatore Torrisi presidente F.A.R.E hanno portato i saluti istituzionali, e Adriano Leli, vice presidente F.A.R.E. ha presentato il Congresso. Salvatore Torrisi ha evidenziato l’attuale ruolo della Federazione, in questo delicato momento di grandi cambiamenti normativi e organizzativi.

Alberto Riccio, presidente del collegio sindacale della F.A.R.E, avendo l’evento anche natura celebrativa, ha illustrato gli oltre cinquant’anni della storia dell’associazione, dalla sua costituzione nel 1971, con gli eventi più significativi, dalle pre trattative regionali di fine anni 70, alla organizzazione a San Vincent nel 1978 del 6° congresso nazionale della F.A.R.E., fino alla nascita dell’ Azienda Zero, proponendo anche fotografie e album dei ricordi, comprendendo anche una breve storia della F.A.R.E., con l’elenco di tutti i congressi nazionali e i presidenti che si sono avvicendati alla guida della Federazione. Si sono succedute le quattro tavole rotonde, brillantemente moderate dalla giornalista Arabella Biscaro, con i seguenti relatori e tematiche.

1° sessione – “il codice della nuova versione, innovazione e criticità” – relatori: avv. Vittorio Miniero, Franca Dall’Occo (direttore generale ASL TO 3), Maurizio Greco (presidente A.L.P.E.) e Nadia Beccati (responsabile SS Logistica ASL TO 5)

2° sessione – “il nuovo Regolamento Dispositivi Medici” – relatori: Fernanda Gellona (DG Confindustria Dispositivi Medici, che ha trattato il pay back, tema di grande attualità per le aziende fornitrici), Carlo Brunetti (dirigente farmacia ASL CN 1, Savigliano), Roberta Marcoaldi (direttore Organismo Notificato ISS), Laura Sguazzini Viscontini (direttore responsabile SC A.O.U. Maggiore della Carità di Novara)

3° sessione – “la costituita Azienda ZERO Piemonte, esperienze a confronto” – relatori: Sandra Zuzzi (direttore di UOC Azienda Zero Veneto), Federica Riccio (responsabile f.f. S.C. Reti di patologia e medicina territoriale, Azienda Zero Piemonte), Simona Carignola (dirigente amm.vo resp. Temp. S.C. Acquisti dell’Azienda Sanitaria Zero), Gian Luca Miglietta (dirigente amm.vo presso A.O. Alessandria)

4° sessione – “procurement strategico, digitalizzazione, consultazioni preliminari, acquisti green e non solo” – avv. Michele Leonardi, Umberto Cout (direttore SC Provveditorato Economato AUSL Valle d’Aosta), Adriano Leli (vice presidente FARE), Valentina Orsini.

Ha chiuso i lavori Andrea Franzo, Presidente A.P.E ringraziando tutti i partecipanti e in particolare Andrea Risi e i suoi collaboratori della EDICOM srl, per l’ottima organizzazione del congresso.

Con l’occasione sono stati conferiti attestati di benemerenza nei confronti di Dario Ribotto (uno dei tre soci fondatori dell’A.P.E.) e Alberto Riccio (uno dei soci più anziani e collaboratore fin dalle origini))

Ha fatto da cornice, la cena conviviale nello splendido settecentesco Palazzo Gozzani Treville, sede dell’accademia Filarmonica, Casale Monferrato, che ha ospitato i circa 130 partecipanti.

OOrmai il Dlgs 36/2023 è entrato in vigore il 1.04.2023, ma fino al 1.07.2023 non sarà efficace, quindi abbiamo ancora il tempo per approfondire i tanti cambiamenti che caratterizzano questo “nuovo recepimento” delle Direttive comunitarie del 2014, in tema di appalti.

Perché questo nuovo Codice più lo si legge e più si capisce la qualità del lavoro fatto dai suoi estensori.

Un lavoro certamente non esente da pecche, frutto del compromesso dettato dal poco tempo concesso al gruppo di lavoro per una revisione normativa, che, tuttavia si dimostrata ambiziosa e, in molti casi, migliorativa rispetto al Dlgs 50/2016.

Una cosa l’ha dimostrata: la stessa Direttiva comunitaria può essere interpretata con sfumature di pensiero diverse, che cambiano profondamente il senso degli istituti giuridici.

Un ottimo esempio sono i motivi di esclusione, previsti all’art. 57 della Direttiva 2014/24/UE, per quanto concerne gli appalti pubblici. La scelta operata dall’attuale Dlgs 50/2016 è quello di contenere tutti i motivi di esclusione all’articolo 80, optando per uno schema molto simile a quello previsto dal legislatore comunitario e aggiungendo solo alcuni motivi di esclusione di tipo “nazionale” (evenienza prevista e consentita dalla Direttiva).

Quindi si tratta di un articolo di facile lettura e che trova una corrispondenza abbastanza alta, a livello schematico, con quanto previsto nel Documento di Gara

Unico Europeo (o DGUE), che rende la partecipazione all’appalto più immediata per l’operatore economico. Qual è la scelta effettuata dal Dlgs 36/2023?

Nel segno della continuità o del cambiamento? Nel segno della semplificazione o della maggiore burocratizzazione?

Per poter esaminare attentamente il nuovo testo normativo in tutte le sue sfaccettature, sarebbe necessario scrivere un saggio ovvero fare una piccola pubblicazione specialistica, che per ragioni di spazio non è possibile scrivere in questa sede. E allora ho pensato di condensare in 5 brevi spunti, alcuni aspetti più significativi in cui i motivi di esclusione cambiano dal 1.07.2023, con lo scopo di dare una sorta di guida operativa a chi dovrà applicare la nuova normativa.

Cominciamo!

Semplificare significa... aumentare il numero degli articoli Il titolo è provocatorio, ne sono conscio, ma è pensato per non scoraggiare coloro che si approcciano al nuovo Codice a considerare il testo come più complesso, basandosi solo sulla corposità di certi articoli.

Ricalcando un antico insegnamento dei tempi della facoltà di giurisprudenza si potrebbe dire che la semplificazione normativa si fa diminuendo il numero di leggi/articoli/regolamenti e mai aumentandoli. Nulla è di più vero, ma non è conferente se si considera la nuova organizzazione delle cause di esclusione. Perchè anche il lettore distratto ha notato che i motivi di esclusione nel Dlgs 50/2016 sono racchiusi in un

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