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le interviste di TEME
from TEME n. 5-6/2023
by edicomsrl
Si dice che tutta questa rivoluzione del Codice degli Appalti sia stata richiesta dall’Europa, è vero?
E’ vero in parte, perché possiamo sicuramente dire che l’Europa ha dato l’impulso per mettere mano ad una riforma complessiva del Codice dei Contratti. Penso al primo atto di infrazione che vincolava l’Italia ad apportare un certo numero di modifiche al vecchio Codice. Non è invece vero che l’Europa ci abbia imposto di redigere un Codice totalmente nuovo. Noi sappiamo che una delle logiche tipiche dell’ordinamento europeo può essere quella di fissare un fine, un risultato, ma non obbliga mai a un determinato mezzo per ottenerlo.
Quindi l’Europa può chiedere dei chiarimenti su alcuni aspetti; può dire qual è l’obiettivo a cui si deve tendere, ma non dice mai qual è lo strumento che si deve utilizzare. La scelta di riscrivere il nuovo Codice è stata una scelta del tutto interna. L’occasione è stata un’occasione comunitaria ma la scelta è stata una scelta interna.
L’ANAC sembra avere un atteggiamento abbastanza critico verso il nuovo Codice, ma in realtà il nuovo Testo che posizione ha previsto per l’ANAC?
Si riconferma il ruolo di assoluta centralità dell’ANAC nel settore della contrattualistica pubblica dove ha svolto in questi ultimi anni una funzione preziosa, ed estremamente delicata e di questo dobbiamo dare pienamente atto a questa Autorità di settore. Sicuramente il Codice rafforza il ruolo di vigilanza dell’ANAC, che è tra i ruoli tipici che vengono demandati a questo tipo di autorità, ma il Codice rivede però in parte le funzioni di regolazione dell’Autorità. Non è vera invece l’affermazione che questo Codice andrebbe a depotenziare l’ANAC perché l’Autorità mantiene ancora un’importanza assoluta, come è giusto che sia, nel settore della contrattualistica.
Il nuovo Codice come riscrive il ruolo dei provveditori?
Il Codice prende atto della centralità della figura dei Provveditori, alla luce della consapevolezza che in sostanza anche la migliore delle riforme non va da nessuna parte se non cammina sulle gambe delle donne e degli uomini che debbono attuarla. I Provveditori ancora una volta dimostrano di essere il vero motore di questo sistema e l’avventura del nuovo Codice, se avrà successo o non lo avrà, sarà proprio grazie all’azione dei Provveditori.
Andrea Stefanelli - Foro Bologna