TECNOLOGIE E PROCESSI STRUMENTI DI ANALISI INCHIESTA MATERIE PRIME
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • Luglio/Agosto 2022
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SOMMARIO
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it
Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Grafica e impaginazione Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Grafiche Arrara Grafiche Arrara s.r.l. – Abbiategrasso (MI) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
ANNO 65 - LUGLIO/AGOSTO
Abbiamo letto
RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA
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Mondogomma
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SETTECENTO VOLTE INSIEME A VOI
L’Industria della Gomma arriva al traguardo dei 700 numeri. Un record in un mondo, come quello dell’editoria, in cui tante iniziative si bruciano nel volgere di pochi mesi. Siamo andati a rivedere i nostri archivi, a partire dal numero uno, dell’aprile 1957. E ci siamo accorti che la storia del nostro settore è fatta di corsi e ricorsi e di tante situazioni che abbiamo già vissuto. Ripercorrerle non è soltanto fare un tuffo nel passato, ma rivivere un’epopea ricca di difficoltà e di successi
20 LE NOSTRE IMPRESSIONI DAL DKT Nel classico appuntamento fieristico di Norimberga, slittato a causa del Covid-19 dalla data originaria del 2021 allo scorso giugno, sembrava di stare in Italia. Non solo per il numero elevato di espositori, ma anche per la folta presenza di visitatori italiani. Noi ci siamo stati nei primi due giorni della manifestazione. Ecco che cosa abbiamo visto
Rassegna Stampi
26 LEZIONI DA UN MONDO IN SUBBUGLIO Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg.EU 679/2016 l'Editore garantisce la massima riservatezza nell'utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell'art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Srl - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.
L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.r.l. Viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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I distributori di materie prime sono da sempre gli osservatori più attenti del mercato, specialmente in situazioni complesse a livello internazionale, perché hanno subito il polso della disponibilità di commodities e di prodotti necessari per l'industria europea. Anche in questo momento storico, segnato dalla guerra in Ucraina e dalle difficoltà di approvvigionamento, il loro punto di vista può rivelarsi prezioso non soltanto per capire l'andamento specifico del settore ma anche per valutare come potrebbe evolvere la situazione economica nei prossimi mesi. Ecco le aziende che hanno risposto alle nostre domande.
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Lagorio & Dufour RDC u Reschem u Resinex u Rogitex u S.Int.A u Torchiani u Zeon Europe
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
SOMMARIO ANNO 65 - LUGLIO/AGOSTO
Dalle aziende
44 LA PASSIONE NEL MOTORE JP-TECH è un’azienda agile, dinamica e creativa, che progetta e realizza macchine per il settore gomma, nuove o revisionate, basandosi su una profonda conoscenza della meccanica, dell’elettronica e delle nuove tecnologie digitali. Il risultato sono soluzioni innovative, capaci di aggiornare processi o concetti consolidati con le nuove esigenze di sostenibilità, sicurezza, facilità di manutenzione e riduzione dei consumi. Un piccolo gioiello high-tech che ha sede ad Abbiategrasso, nell’hinterland sud di Milano
52 LA QUALITÀ È UNA QUESTIONE DI CALORE
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Le analisi termogravimetriche, o TGA, consistono nel riscaldare i campioni di una mescola o di un articolo tecnico per determinarne in modo ultrapreciso la composizione e determinare conformità o difetti. TA Instruments, divisione del gruppo Waters, è il principale produttore mondiale degli strumenti che effettuano questo tipo di test. Ora il suo obiettivo è farsi conoscere sempre di più dalle aziende della filiera della gomma. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Casassa, direttore vendite per l’Italia e per il Sud Europa
Normative
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MATERIE PRIME TROPPO CARE O INTROVABILI. COME TUTELARSI?
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La materia prima fondamentale per evadere un ordine può non trovarsi più sul mercato oppure è aumentata di prezzo in modo spropositato. Eventualità all’ordine del giorno dopo il Covid-19 e la guerra in Ucraina. C’è un modo per le industrie della gomma di tutelarsi difronte a impegni divenuti insostenibili? La normativa prevede alcuni rimedi, ma gli strumenti più efficaci sono le clausole inserite nei contratti
News
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Mercato dell auto. I numeri non migliorano nel primo semestre
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GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012
INTERVIEWS
Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK
EXPO REVIE
Letter of I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche the law internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y
Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets
ELASTOMERI E APPLICAZIONI ELASTOMERI HT-ACM: UN’ALTERNATIVA DI ALTA PRESTAZIONE AD ELASTOMERI ETILENE/ACRILICI M. Nevitt, Zeon Chemicals L.P., Shepherdsville, Kentucky (USA) - RubberWorld, aprile 2022, pag. 33-40 a pandemia Covid-19 continua a causare la chiusura di molte aziende, con mancanza di materiali e strozzature nella logistica. Anche se non pubblicizzata come la mancanza di chip per computer, di sicuro la fornitura di materiali nell’industria della gomma deve affrontare le sue sfide. Il polimero Vamac AEM (Ethylene Acrylic Elastomer) di DuPont, utilizzato in applicazioni di propulsione e trasmissione dell’automobile, ha una sola fonte di approvvigionamento e un solo sito produttivo: questo ha causato, durante la pandemia, molti problemi di fornitura, che hanno spinto i produttori di manufatti in gomma per l’automobile e gli OEM (Original Equipment Manufacturer) a valutare il polimero ACM (polyacrylate rubber) in sostituzione dell’AEM. Zeon Chemicals produce ACM col nome commerciale HyTemp e in questo articolo vengono esaminati i gradi HyTemp HT in confronto ai gradi Ul-
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PICTURE-PERFECT
THE NEXT TOP MODEL
UNIVERSITY FOCUS
Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers
We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?
Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain
tra HT AEM. Prima di entrare nel vivo della comparazione fra ACM ed AEM, l’articolo evidenzia il fatto che entrambi i polimeri resistono a calore ed olio e trovano applicazione in sistemi di propulsione e trasmissione auto (guarnizioni coperchio valvole, guarnizioni dell’albero rotore etc.). Nonostante la similarità delle applicazioni, i due polimeri sono nettamente diversi ed è per questo che ACM non può sostituire AEM quando le specifiche sono confezionate per AEM, e tutte le sezioni dell’articolo identificano molte differenze chiave fra i due polimeri, in funzione dell’utilizzo di ACM come alternativa ad AEM. Dopo avere illustrato le differenze chimiche strutturali fra ACM ed AEM, l’articolo si sviluppa nei paragrafi seguenti. Proprietà fisiche: anche se quelle di AEM sono nettamente più elevate a temperatura ambiente (22 °C), la situazione cambia quando si verificano carico e allungamento a rottura a 150 °C, temperatura di esercizio dei manufatti, alla quale AEM mostra una perdita causata dalla componente etilene, che non contribuisce più alla resistenza del materiale come a temperature più basse. Questo dimostra che in ambienti ad alta temperatura le proprietà meccaniche di entrambi i materiali dipendono dalle
stesse chimiche di reticolazione, che sono identiche per tutti gli scopi pratici, per cui la loro prestazione funzionale risulta spesso molto simile. Prestazione all’invecchiamento a calore: utilizzando la norma SAE J2236, che è il metodo per determinare la più alta temperatura di esercizio di un elastomero in aria calda per un prolungato periodo di tempo (almeno il 51 % di carico e allungamento a rottura deve essere mantenuto dopo invecchiamento a calore per sei settimane), HTACM e Ultra HT AEM risultano entrambi idonei all’utilizzo in tubi per motori turbocompressi, ma solo il campione di tubo realizzato in HT-ACM mantiene la flessibilità al termine della prova. Prestazione a bassa temperatura: le specifiche di AEM per bassa temperatura si basano sul punto di infragilimento, indubbiamente utile per stabilire l’idoneità di un materiale in applicazioni soggette a forti impatti, come soffietti per giunti omocinetici o guarnizioni di tenuta, ma che può non essere il metodo migliore per componenti sotto cofano, dal momento che non coincide con la flessibilità a bassa temperatura. Anche in questo caso, utilizzando metodi specifici per misurare la flessibilità a bassa temperatura, mescole di ACM ed AEM risultano essere piuttosto simili, con la con-
ABBIAMO LETTO PER VOI
siderazione che ACM mantiene una migliore capacità di esercizio a bassa temperatura dopo invecchiamento a calore. Resistenza a fluidi e alla tenuta a fluidi: ACM ed AEM resistono entrambi ad oli motore e fluidi di trasmissione, con ACM che mostra in qualche caso migliori valori di rigonfiamento. I metodi di prova, utilizzati per misurare la prestazione di tenuta a lungo termine, sono compression set e rilassamento di compression set. In merito al rilassamento di compression set, AEM offre valori migliori per il mantenimento delle forza di tenuta ma, nonostante questa differenza, anche ACM soddisfa le richieste di molte specifiche OEM e, in particolare, mantiene una buona prestazione di tenuta per la totalità della prova a 125 °C per 8.000 ore. In definitiva, il bilanciamento di buone proprietà di tenuta a lungo termine, il mantenimento delle proprietà fisiche e la prestazione a bassa temperatura do-
po invecchiamento fanno di ACM un eccellente materiale per applicazioni di tenuta sia statiche che dinamiche, non solo nel caso di oli sintetici a bassa viscosità, ma anche di fluidi di trasmissione ed oli del cambio, usati nei motori a combustione ed elettrici. Dopo un ultimo paragrafo, dedicato a mescolazione e processo di ACM ed AEM in formulazione con durezza 70 Sh A, l’articolo si conclude con l’informazione che HyTemp ACM è prodotto in quattro siti (USA, Giappone e Tailandia), che garantiscono un servizio di fornitura globale. L’ar ticolo è molto interessante, senz’altro per la trattazione e i risultati ottenuti, ma soprattutto per l’espressione del concetto che la prestazione funzionale di un elastomero è più importante delle specifiche adottate dalle norme che ne prevedono l’utilizzo (questo supportato dagli esempi citati di applicazioni pratiche ben conosciute).
MATERIE PRIME E APPLICAZIONI INFLUENZE DI CARICA IBRIDA NANOTUBI DI CARBONIO E GRAFITE SULLE PROPRIETÀ DI NANOCOMPOSITI DI GOMMA NATURALE W. Kitisavetjita , Y. Nakaramontrib, S.Pichaiyuta , S. Wisunthorna , C. Nakasona , S. Kiatkamjornwongc,d,a Faculty of Science and Industrial Technology, Prince of Songkla University, Surat Thani (Thailand)b Department of Chemistry, Kink of Mongkut’s Univeristy of Technology Thonburi, Bangkok (Thailand) c Office of research Affairs, Chulalongkorn University, Bangkok (Thailand)d Academy of Science, The Office of Royal Society, Bangkok (Thailand), charoen.nakason@gmail.com Polymer Testing (2021), pag. 1-11 incorporazione di una carica secondaria è ormai una procedura assodata per preparare compositi ad alte prestazioni, in modo da soddisfare le esigenze produttive e industriali. La carica secondaria può diminuire il costo di quella primaria, riducendo l’energia di processo della me-
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scola e migliorando sensibilmente le proprietà desiderate del materiale, in termini di proprietà di vulcanizzazione e meccaniche, conduttività elettrica e stabilità termica. Le cariche primarie più costose per la gomma naturale sono grafene, ossido di grafene, silice e nanotubi di carbonio (CNT), spesso usate insieme a carbon black (CB), carbon black conduttivo (CCB), nanocaolino (NC), ossido di zinco o grafite (GP) come cariche secondarie per rinforzare sinergisticamente la matrice gomma naturale per la produzione di dispositivi elettrici, come attuatori, condensatori, sensori, membrane conduttive e fotoconduttori. Dal punto di vista industriale il ricorso a carbon black in compositi NR/CNT sembra la scelta più allettante per la formazione di un reticolo CNT/CB, che rinforza bene la matrice gomma naturale, influenzando le proprietà elettriche, meccaniche e dinamiche dei compositi. Tuttavia le particelle sferiche del carbon black, che sono grafite termostatica, tendono ad ammassarsi e non forniscono molto trasferimento di elettroni, ossia conduttività elettrica, nella matrice gomma naturale: poiché la grafite possiede una conduttività molto alta, la sua scelta come carica secondaria viene presa in esame, come ricerca non ancora condotta né presente in letteratura. Si preparano quindi compositi NR-CNT/GP, che vengono poi comparati con compositi gomma naturale, caricati solo con CNT o GP, studiando il giusto rapporto fra CNT e GP con la valutazione delle caratteristiche di vulcanizzazione e della bagnabilità, delle proprietà termomeccaniche con l’utilizzo della nuova tecnica TSSR (Temperature Scanning Stress Relaxation), della morfologia, della conduttività elettrica e della costante dielettrica. Il rapporto idoneo dovrebbe dar luogo a omogenee dispersione e distribuzione delle particelle di entrambe le cariche, ipotizzando che le buone caratteristiche della grafite potrebbero fornire proprietà superiori in abbinamento con CNT. Nella sezione risultati e discussione sono interessanti il paragrafo relativo alla dispersione della carica (proprietà dinamiche e morfologiche) e quello dedicato alla TSSR e contenuto totale della 12
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gomma legata, tecnica che permette di valutare le proprietà termomeccaniche dei vulcanizzati di gomma naturale dopo incorporazione di CNTR, GP e carica ibrida CNT/GP. La conclusione dello studio evidenzia che una combinazione 3 phr di CNT e 30 phr di GP offre più alte proprietà ai vulcanizzati di gomma naturale, con il modulo iniziale di rilassamento e la stabilità termica dei compositi di gomma naturale migliorati efficacemente in confronto ai compositi con solo CNT o GP. Questo grazie all’azione del reticolo, formato da CNT, che non consente a GP di riagglomerarsi dopo la mescolazione, e alla migliorata dispersione e distribuzione delle cariche CNT e GP nella matrice gomma naturale. Inoltre, i vulcanizzati NR-CNT/GP offrono alta conduttività e bassa costante dielettrica, così che i relativi compositi conduttivi possono essere potenziali candidati per applicazioni in dispositivi elettronici con alte proprietà meccaniche. PROVE E MISURAZIONI DETERMINAZIONE DELLA VITA DI SERVIZIO DI O-RING UTILIZZATI IN UN SISTEMA DI IMPIANTO ANTINCENDIO AD ACQUA D. Wyse, Canadian Coast Guard, N. Li, R.J. Pazur, Canada Department of National Defense, Ottawa, Ontario (Canada) - RubberWorld, aprile 2022, pag. 50-58 installazione di un sistema di tubazioni con giunzione a pressione per applicazioni navali elimina l’utilizzo di saldature e facilita la connessione dei tubi in spazi ristretti. Il connettore contiene un elemento di tenuta di gomma con la forma di O-ring, che viene compresso durante la piegatura al fine di assicurare la tenuta e prevenire perdite fra i due connettori metallici. Posizionato fra i due connettori, l’Oring è al di fuori del flusso dei liquidi e risulta così protetto contro la degradazione. La Candian Coast Guard considera gli O-ring in EPDM come componenti critici del sistema di tubazioni idriche antincendio, con l’aspettativa che essi durino almeno i 40 anni della vita prevista per la nave, durante i quali
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essi sono esposti ad acqua potabile, salmastra e di mare e funzionano alla pressione massima di 1,6 MPa. Gli O-ring sono realizzati in EPDM, gomma ideale per resistere agli agenti atmosferici e al calore in esercizio continuo fino a 150 °C, con punte intermittenti a 175 °C. Per compiere indagine sulla vita di servizio degli Oring, occorre comprendere la resistenza termica e chimica dell’EPDM in fluidi acquosi, argomento di cui si occupa l’introduzione dell’articolo, sezione che si conclude con la considerazione che la presenza di additivi nell’acqua può avere un effetto importante sul mantenimento di proprietà dell’EPDM, per cui occorre verificare la sua resistenza in ambienti di acqua marina. Questa indagine mira a determinare la vita in servizio di O-ring utilizzati in sistemi di impianto antincendio ad acqua, usando l’acqua marina come fluido di invecchiamento, dal momento che essa costituisce l’ambiente più aggressivo della sua vita in esercizio una volta installato. Vengono esaminati il cambiamento di peso, la durezza, la rigidità (50 % di carico di rottura), le proprietà tensili e il compression set. Le prove sono effettuate su 130 Oring in EPDM, invecchiati in acqua marina a cinque diverse temperature (23, 40, 55, 70 e 85 °C) per periodi che vanno da 5 a 40 settimane in rapporto alla specifica temperatura. Illustrati materiali e metodologie, l’articolo si sviluppa nei seguenti paragrafi: • proprietà originali; • cambiamento di peso; • spettroscopia ATR-FTIR, essenziale per comprendere la natura della degradazione dell’EPDM in acqua marina; • analisi degli elementi con SEM-EDS, che conferma la natura altamente non polare della mescola originale degli O-ring, la presenza di caolino e la vulcanizzazione a perossido, composizione che non cambia sostanzialmente dopo l’immersione per l’invecchiamento se non per la presenza, in superficie, di molti elementi dell’acqua marina e della con-
ABBIAMO LETTO PER VOI
figurazione sperimentale; • microdurezza e carico di rottura al 50 %; • proprietà tensili finali; • compression set; • diagramma di Arrhenius; • determinazione della vita di servizio. In conclusione, com’è logico, l’invecchiamento per immersione in acqua marina causa assorbimento di acqua, la durezza superficiale aumenta e il carico di rottura diminuisce nel tempo. Inoltre, la superficie sviluppa uno strato ossidato, che causa una limitata ossidazione per diffusione, che comunque influisce sulle proprietà degli O-ring, ma con minor effetto sui risultati finali. Come previsione sulla vita di servizio, carico e allungamento a rottura perdono il 30 e il 50 % dopo 35 e 75 anni rispettivamente, mentre il compression set è inferiore al 50 % dopo 40 anni, per cui la raccomandazione per la vita di servizio degli Oring è di 40 anni.
MATERIE PRIME E APPLICAZIONI SVILUPPO DI UN METODO DI POLVERIZZAZIONE DI NANOFIBRE DI CELLULOSA CON OSSIDO DI ZINCO PER MESCOLARE UN COMPOSITO DI GOMMA NATURALE RINFORZATO R Hirase a,b, A.Nagatani a, Y. Yuguchi b, a Hyogo Prefectural Institute of Technology, Kobe, Hyogo (Japan), b Graduate School of Engineering, Osaka Electro-Communication University, Osaka (Japan) - email: hirase@ hyogo-kg.jp - Current Research in Green and Sustainable Chemistry (2020), pag. 1-7 a cellulosa è il principale componente della parete delle cellule vegetali e costituisce il biopolimero più abbondante e rinnovabile. La cellulosa della parete di una pianta contiene un aggregato di microfibrille di cellulosa largo all’incirca 4 nm: le nanofibre di cellulosa CNF (Cellulose NanoFiber) sono una sostanza fibrosa ad elevato allungamento, in cui la parete della cellulosa è fibrillata in mi-
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crofibrille o aggregati di parecchie decine di nanometri o più piccole. Dotate di eccellente robustezza e stabilità dimensionale, grazie alle catene molecolari cristallizzate nella dimensione della lunghezza, esse sono considerate un importante materiale, come agente di rinforzo, per lo sviluppo di applicazioni sostenibili. Questo vale, nello specifico, per il Giappone, la cui superficie è ricoperta per il 70 % da foreste, per cui le risorse di legname sono abbondanti, con l’ulteriore considerazione che esse rimangono in gran parte inutilizzate e che la quantità di scarto annuale è di circa 7 milioni di tonnellate. Le CNF sono idrofile e possono quindi disperdersi uniformemente in un mezzo acquoso come polimeri solubili in acqua (ad esempio quelli disponibili come emulsioni), ma per essere utilizzate in gomma naturale solida devono essere polverizzate per consentire la produzione di compositi con un processo a secco,
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più efficiente e con maggiori vantaggi iniziali, per le CNF, di movimentazione, trasporto e stoccaggio. Nonostante siano stati fatti molti studi sulla polverizzazione delle CNF, non ci sono esempi di sviluppo di CNF in polvere per mescole di gomma: questo studio si occupa della messa a punto di un metodo efficace per preparare polvere di CNF, prendendo in esame due metodi, uno con e uno senza solvente (una tabella schematizza i due metodi, insieme alle due procedure per ottenere composit di NR/CNF con processo a umido e a secco, ma entrambi con ossido di zinco). Nella preparazione dei compositi NR/CNF vengono utilizzate CNF di cinque diverse lunghezze, che determinano valori di viscosità crescenti della dispersione acquosa di partenza, passando da ultra-corta a ultra-lunga. La trattazione dello studio è semplice e lineare, corredata da numerose immagini SEM, che mostrano l’aspetto delle CNF iniziali, degli impasti solidi ottenuti con i due metodi citati, delle polveri ottenute dalla macinazione degli impasti etc. La conclusione dello studio ribadisce l’importanza del ruolo svolto da ossido di zinco, acido stearico ed etanolo nei metodi di polverizzazione delle CNF, evidenzia come i compositi ottenuti con il processo a secco siano meno robusti per la peggior dispersione delle CNF nella matrice gomma ed infine annuncia uno studio futuro su di un metodo di polverizzazione alternativo, che non richieda l’utilizzo di etanolo, prodotto costoso e infiammabile. ELASTOMERI E APPLICAZIONI COME LE TEORIE DI ADESIONE POSSONO ESSERE APPLICATE A COMPOSITI IN GOMMA EPDM F. Messaggi, S. Balestrieri, P. Piancastelli, N. Latorraca, Versalis, Ravenna (Italia) RubberWorld, aprile 2022, pag. 43-48 on è cosa di poco conto trovare il modo di ottenere un forte legame tra fibre e gomma apolare come l’EPDM, essenziale per la produzione di materiali compositi (membrane, nastri trasportatori, tubi etc.). Per questo motivo le fibre sono pretrattate per migliorare l’adesione
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alla gomma, ad esempio con lattice resorcinolo formaldeide (RFL), che tuttavia presenta problemi per la salute e per l’ambiente. Trovare una soluzione, che eviti il pretrattamento, implica prendere in esame i principi dell’adesione gomma-fibre: questo costituisce lo scopo dell’articolo, che traspone i concetti fondamentali degli adesivi alle applicazioni delle gomme, partendo dall’assunto che la soluzione sia un adesivo liquido spalmato su di una superficie solida e che le forze all’interfaccia siano simili a quelle fra uno strato di gomma (adesivo) e le fibre (substrato). L’articolo espone innanzitutto le teorie di contatto interfacciale, assorbimento, adesione e coesione ed effetti della vulcanizzazione della gomma, da leggere accuratamente per ben comprendere lo svolgimento pratico successivo. Vengono utilizzati due gradi di EPDM, Dutral CO 033 semicristallino e Dutral CO 043 amorfo, entrambi a basso peso molecolare, con otto formulazioni (quattro per tipo), in cui vengono inseriti ed esaminati due diversi promotori di adesione (zinco dimetacrilato e polibutadiene liquido funzionalizzato con anidride maleica). Le mescole sono vulcanizzate sia con dicumilperossido che con bisperossido e la fibra utilizzata è la poliestere EP 100. La caratterizzazione delle mescole viene eseguita sulla base di viscosità Mooney, proprietà tensili e adesione al substrato flessibile con un campione idoneo alla prova dinamica di distacco. Interessante, nella sezione risultati e discussione, la spiegazione di come le caratteristiche grado e velocità di vulcanizzazione influenzino la forza del legame gomma-fibra e i risultati della prova di pelatura rispettivamente, anche se i risultati delle prove indicano che la viscosità gioca un ruolo preponderante rispetto alla velocità di vulcanizzazione. Conclusione dell’articolo è che risulta possibile ottenere alti valori di adesione tra fibra non trattata ed EPDM, anche se questo richiede un’accurata regolazione di parametri di formulazione della mescola. Il compoundatore può farlo con
successo sulla base dei concetti fondamentali degli adesivi, dal momento che prima di tutto le caratteristiche della mescola cruda devono facilitare lo stretto contatto tra fibra e gomma e, in secondo luogo, il grado di vulcanizzazione influenza fortemente l’adesione del composito. RICICLO DELLA GOMMA EFFICACE DEVULCANIZZAZIONE TERMOMECCANICA DI GOMMA PNEUMATICO MACINATA PER MEZZO DI UN ESTRUSORE BIVITE COROTANTE D. Á. Simon, T. Bárány, Department of Polymer Engineering Faculty of Mechanical Engineering, Budapest University of Technology and Economics, Budapest (Hungary) - email: barany@pt.bme.hu Polymer Degradation and Stability 190 (2021), pag. 1-12 utti sono ormai consapevoli che il riciclo dei pneumatici fuori uso (PFU) è un problema globale e rappresenta una grande sfida per i ricercatori. Nel 2019 la produzione globale di gomma naturale e sintetica è stata di quasi 33 milioni di tonnellate, di cui il 75 % è stato utilizzato dall’industria automobilistica: da questi numeri si comprende che la stragrande maggioranza degli scarti di gomma è costituita proprio dal pneumatico. Ancora oggi una parte considerevole di PFU finisce in discarica con seri problemi ambientali ma, per risolvere il problema, negli ultimi anni sono stati sviluppati molti processi di riciclo, tra i quali il preferito è la macinazione, che permette di ottenere polvere macinata GTR (Ground Tire Rubber). La GTR e altre forme di scarti possono essere utilizzati come combustibile per la produzione di cementi, negli asfalti e nella pavimentazione di campi sportivi, ma queste applicazioni non possono essere la soluzione alla continua crescita della quantità di scarti. L’unica forma di riciclo primario che può avere successo è la devulcanizzazione, in quanto permette di ottenere un materiale non reticolato, le cui molecole sono in grado di formare nuovi legami durante una nuova vulcanizzazione. Finora sono stati
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ABBIAMO LETTO PER VOI
sviluppati molti processi, a microonde, termomeccanico, termochimico, meccanochimico e microbico. La devulcanizzazione termomeccanica si realizza principalmente in estrusori bivite, con un processo in continuo ad alto potenziale produttivo: la qualità del prodotto finale può essere facilmente controllata con la temperatura del cilindro e la velocità della vite, che si può configurare in accordo con la regolazione della forza di taglio. L’introduzione dello studio si dilunga opportunamente sulla spiegazione del funzionamento di questo metodo, citando risultati pratici ottenuti da diversi ricercatori, anche in riferimento allo specifico elastomero trattato. In questo studio la GTR viene devulcanizzata con un estrusore bivite corotante e il materiale ottenuto (dGTR) è caratterizzato con estrazione Soxhlet, prova di rigonfiamento e analisi di Horikx. Vengono esaminati gli effetti di differenti temperature del cilindro e velocità della vite e successivamente, per ulteriori valutazioni, due campioni di dGTR sono scelti e introdotti in mescole di gomma naturale in rapporto 50/50 wt%, utilizzando un processo a due fasi e una formulazione opportunamente sviluppata per migliorare le proprietà meccaniche. Una volta valutate le proprietà fisiche e meccaniche dei campioni, vengono esaminate l’accuratezza e la utilizzabilità dell’analisi di Horikx, mostrando anche il limite teorico della devulcanizzazione. La gomma di scarto scelta per le prove è una gomma naturale di impiego generale, sotto forma di polvere ottenuta con getti d’acqua da battistrada pneumatico autocarro, sottoposta a devulcanizzazione termodinamica con temperatura, velocità della vite e velocità di alimentazione dell’estrusore definite nella sezione sperimentale. Con il materiale devulcanizzato si confeziona una mescola generica per pneumatico autocarro. Dopo la caratterizzazione di GTR e dGTR, della mescola e dei relativi vulcanizzati, lo studio illustra l’analisi TGA di GTR e dGTR, la devulcanizzazione di GTR con attenzione all’analisi di Horikx,
e si arriva alla parte più interessante dello studio, relativa alla mescola ottenuta con gomma devulcanizzata e gomma vergine, in cui si definiscono le caratteristiche dei campioni preparati e le loro proprietà meccaniche. La conclusione dello studio riassume dapprima quanto fatto durante il processo di devulcanizazione, il cui punto focale riscontrato è la temperatura locale della GTR trattata, che costituisce il risultato del riscaldamento esterno e del calore generato dalla forza di taglio, tanto maggiore quanto più alta è la velocità della vite. Quello che viene poi evidenziato rappresenta l’interessante risultato pratico dello studio: • quando si introduce dGTR nella mescola con gomma naturale vergine, le proprietà fisiche e meccaniche diminuiscono sensibilmente in rapporto alla quantità di dGTR usata; tuttavia entrambe le proprietà migliorano quando si adotta una mescolazione a due fasi e si modifica la formulazione aggiungendo acceleranti direttamente a dGTR e la miscela che ne deriva viene introdotta nella mescola di riferimento, così che si generano nuovi legami e migliora l’adesione fra particelle dGTR e matrice gomma; • con aggiunta di carbon black N550 o N330 alla mescola di riferimento, le proprietà meccaniche migliorano e la riduzione di carico di rottura dei campioni può essere calcolata, dal momento che è approssimativamente una percentuale fissa, così che l’obiettivo di uno specifico carico di rottura si può raggiungere con ulteriori miglioramenti della mescola di riferimento. ELASTOMERI E APPLICAZIONI FLUOROELASTOMERI TIPO FEPM MIGLIORANO LA PRESTAZIONE DI CAVI BATTERIA AUTOMOBILE AD ALTA TENSIONE D.J. Lavanga, K. Yagi, AGC Chemicals Americas, Exton, Pennsylvania (USA) RubberWorld, aprile 2022, pag. 14-17 a richiesta di veicoli elettrici ricaricabili PEV (Plug-in Electric Vehicles), sia completamente elettrici che ibridi, sta aumentando
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in tutto il mondo grazie al risparmio di energia e ai benefici in termini di emissioni di CO2 e di ambiente. Con l’aumento della loro produzione, le case automobilistiche stanno cercando materiali isolanti avanzati, per garantire che i cavi di carica ad alta tensione offrano prestazioni sicure e affidabili. I cavi PEV devono essere leggeri per compensare il carico dei sistemi di energia, quali batterie e motori elettrici, e per migliorare l’efficienza di tutti i veicoli elettrici. Circa 50 anni fa AGC sviluppò una speciale famiglia di fluoroelastomeri completamente saturi, a nome commerciale AFLAS, costituiti da unità alternate di tetrafluoroetilene (TFE) e propilene, classificati come elastomeri FEPM e caratterizzati da eccellente resistenza chimica e termica, con temperature di servizio in continuo a 200 °C. I gradi AFLAS 150E e 400E sono progettati per isolamento di cavi energia alta tensione per PEV, con conduttori di alluminio e di rame, al fine di produrre sistemi che superino le prestazioni dei tradizionali sistemi con isolamento in gomma siliconica o polietilene reticolato (XLPE). Con una minore quantità dell’isolamento in AFLAS, i relativi cavi hanno uno spessore inferiore, sono più leggeri e più flessibili dei cavi in XLPE e, in più, offrono eccellente resistività elettrica e prestazione affidabile fino a 200 e 230 °C, sono non infiammabili e resistono a vibrazioni, acidi, basi, solventi, ozono e vapore. Tutto questo è evidenziato nella breve trattazione dell’articolo, che confronta le caratteristiche dei gradi AFLAS con quelle di altri elastomeri (FKM, EPDM, silicone e XLPE). Questo articolo, corto e di facile lettura, è consigliato anche a chi non ha esperienza tecnica di cavi elettrici, grazie al preponderante spazio (tre pagine su quattro) riservato a figure e tabelle (particolarmente interessante ed autoesplicativa la figura che illustra la riduzione di peso del cavo con isolante XLPE utilizzando isolante AFLAS). L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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MONDOGOMMA
di Riccardo Oldani
Settecento volte insieme a voi L’Industria della Gomma arriva al traguardo dei 700 numeri. Un record in un mondo, come quello dell’editoria, in cui tante iniziative si bruciano nel volgere di pochi mesi. Siamo andati a rivedere i nostri archivi, a partire dal numero uno, dell’aprile 1957. E ci siamo accorti che la storia del nostro settore è fatta di corsi e ricorsi e di tante situazioni che abbiamo già vissuto. Ripercorrerle non è soltanto fare un tuffo nel passato, ma rivivere un’epopea ricca di difficoltà e di successi
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ra di un bel blu intenso la prima copertina de L’Industria della Gomma. Era l’aprile del 1957 quando nasceva la nostra rivista che allora, in verità, si chiamava “Notizie per l’Industria della Gomma”. Ora, nel luglio 2022, siamo arrivati al sessantacinquesimo anno di pubblicazioni e al numero 700. Non siamo abituati a celebrare quello che facciamo, istruiti dalla concretezza e dal profilo basso degli imprenditori per cui realizziamo da sempre questa rivista, quelli della gomma. Gente concreta, che senz’altro è cambiata in tutti questi lustri, ma che ha saputo conservare un suo imprinting inconfondibile: poche parole, tanti fatti. UN ARCHIVIO SCONFINATO Non siamo abituati a celebrare, ma in tutti questi anni abbiamo costruito una raccolta e un archivio della storia della rivista. Lo consultiamo raramente, ma un’occasione come questa è perfetta per andare a spulciare i tomi polverosi, rilegati a mano e protetti da rustiche copertine in canapa. In tutto questo tempo non sono cambiati soltanto materiali e tecnologie dell’industria della gomma, ma anche le tecniche di stampa e i processi di produzione di una rivista. Il nostro è un viaggio nel passato, dunque, ma istruttivo. Nel 1957 “Notizie per l’Industria della Gomma” nasceva sotto l’impulso di Assogomma, che sentiva l’esigenza di 16
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
La copertina del primo numero de L’Industria della Gomma, dell’aprile 1957.
LA NOSTRA STORIA
dare una periodicità più incalzante alle sue informazioni sul settore, affidate fino ad allora a un bimestrale dal titolo asciutto e semplice di “Notiziario Economico”. L’editoriale del numero inaugurale si chiudeva con un augurio: «Nella speranza che alle attese di una più viva presenza dell’Associazione nel campo informativo questa iniziativa risponda sempre più puntualmente, la redazione rivolge ai lettori il suo cordiale saluto». UN RAPPORTO PROFONDO Non sta a noi dire se ci siamo riusciti in passato e se continuiamo a esserne capaci ora, che il legame originario con l’associazione è stato sciolto. Ma il solo fatto che questo organo d’informazione abbia raggiunto una tale longevità, fatto più unico che raro nel mondo editoriale, è già di per sé una mezza risposta positiva. All’ultima fiera DKT di Norimberga, dove eravamo presenti (vedere più avanti il nostro reportage), tutti gli incontri con le numerose aziende italiane presenti sono stati all’insegna della più calda cordialità. Percepiamo ancora adesso di svolgere un servizio utile per lo straordinario comparto italiano della gomma, fatto di realtà industriali uniche e di successo. UN DOCUMENTO STORICO Siamo i soli a potere ripercorrerne passo dopo passo tutto il cammino. Oggi viviamo un momento anomalo, in cui il business sembra procedere ancora spedito pur in una situazione di estrema difficoltà internazionale. I costi energetici sono alle stelle, la conflittualità internazionale è arrivata a un punto come non accadeva da anni. Minacciose nubi di protezionismo, sanzioni e dazi oscurano un cielo che per decenni era stato limpido. Per curiosità siamo andati a ritroso a leggere nei numeri del 1974, quando la crisi petrolifera ci costringeva a usare le auto a targhe alterne, per vedere come avevamo affrontato il problema. ASCOLTARE LE VOSTRE VOCI Lo facemmo esattamente come abbiamo fatto anche in questo numero e,
L’editoriale del primo numero, con il benvenuto ai lettori.
cioè, ascoltando le voci dei protagonisti. In questo numero pubblichiamo l’intervista ai principali protagonisti nella distribuzione delle materie prime. Nel 1974 per una serie di numeri facemmo altrettanto. E rileggendo quelle pagine scopriamo quanto i problemi fossero simili. Piero Chiesa, allora consigliere delegato di Esso Chimica Spa, nel numero di febbraio del 1974 commentava così la situazione: «Quanto successo alla fine del 1973 sul mercato petrolifero internazionale ha senza dubbio avuto un riflesso anche sulla disponibilità e sui prezzi di alcune materie prime destinate all’industria petrolchimica». E poi aggiungeva; «A mio avviso, la disponibilità di materie prime destinate alla produzione di gomma sintetica continuerà ad avere limitazioni per qualche anno, diciamo sino al 1977/1978. In Europa, il solo prodotto
in cui l’offerta supera la domanda è il butadiene… Etilene, propilene e butileni scarseggiano, ma la situazione più critica è quella del benzolo e quindi dello stirolo. È evidente che i prezzi, nel prevedibile futuro, rifletteranno questa situazione. Tuttavia i livelli speculativi di qualche mese addietro stanno già scomparendo». Insomma, crisi petrolifera, carenza di materie prime, indisponibilità di prodotti derivati in Europa, aumento dei prezzi. Una catena che vediamo riproporsi tale e quale anche oggi. Viene da chiedersi se ce la ricordiamo la storia, visto che tendiamo a ripetere con allarmante ostinazione gli errori del passato. Oggi la chimica, che l’Europa ha allegramente decentralizzato altrove per non dover gestire produzioni scomode, pensa a riportare tutto a casa con il reshoring. Le difficoltà del 1974 ritornano, quasi 50 anni dopo, forse L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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MONDOGOMMA Una copertina della rivista nel 1967.
ancora più acute. Rileggere le pagine de “L’Industria della Gomma” è istruttivo in tal senso. E trasmette l’idea che la storia del settore sia quasi un lunghissimo percorso da una crisi all’altra. PROBLEMI CICLICI Nell’agosto del 1967, per esempio, il problema riguardava i dazi tariffari. La realizzazione concreta dell’Unione Europea ha semplificato enormemente le difficoltà di allora, così come l’unificazione della moneta ha reso estremamente più semplice il lavoro di oggi rispetto a un’epoca in cui dovevamo confrontarci continuamente con l’inflazione, con la perdita di valore della lira e con il cambio sfavorevole rispetto al dollaro. Per un’industria che doveva importare materie prime dall’estero erano dolori, per quanto poi l’export ne traesse giovamento. Oggi quelle situazioni sono state in parte eliminate,
Problemi di un’altra epoca. Nel 1967 l’industria di settore era angustiata dall’intrico dei dazi doganali e dei cambi delle divise.
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LA NOSTRA STORIA
eppure vediamo affacciarsi minacciosamente il rischio di andare a ripercorre le strade complicate dei nazionalismi, delle guerre commerciali e di altre situazioni che pensavamo di esserci lasciati alle spalle. UNA LUNGA CATENA DI SUCCESSI Sembra dunque una lunga sequenza di crisi inanellate l’una nell’altra quella che ha scandito le vicende dell’industria della gomma e, più in generale, della nostra economia. In realtà questi momenti difficili si sono sempre trasformati in trampolini di lancio verso il successo. Il settore è cresciuto progressivamente e in modo irrefrenabile nei decenni. E così la storia raccontata da “L’Industria della Gomma” va invece letta come l’epopea dell’inventiva e della capacità di primeggiare di una categoria di imprenditori italiani che ha trovato sempre la chiave per uscirne vincente. La nostra è una lunga catena di vittorie, non di sconfitte. Esserne testimoni è stato un onore per L’Industria della Gomma. L’obiettivo è continuare a farlo ancora molto, ma molto a lungo. u
La copertina del numero di luglio/agosto 1972, esattamente 50 anni fa.
Una delle interviste ai distributori di materie prime realizzate dalla rivista durante la crisi petrolifera del 1973/74. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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di Gianpaolo Brembati e Riccardo Oldani
Le nostre impressioni dal DKT Nel classico appuntamento fieristico di Norimberga, slittato a causa del Covid-19 dalla data originaria del 2021 allo scorso giugno, sembrava di stare in Italia. Non solo per il numero elevato di espositori, ma anche per la folta presenza di visitatori dalla Penisola. Noi ci siamo stati nei primi due giorni della manifestazione. Ecco che cosa abbiamo visto
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utti sanno che la gomma è elastica e resiliente: ebbene, due anni e mezzo di pandemia Covid, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, le tensioni globali fra blocchi di potenze antitetiche, tutto questo non è bastato a fermare l’industria del settore. Nemmeno la scarsa o nulla disponibilità di molte materie prime, gli assurdi aumenti dei loro prezzi e dei relativi costi di trasporto, noli marittimi in particolare, hanno finora impedito alle aziende del settore di continuare a lavorare effica-
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cemente e di ottenere risultati eccellenti anche in questi ultimi anni di sofferenza e di preoccupazione per il futuro. NUMERI E ALLESTIMENTO Ecco allora che il DKT di Norimberga, la fiera di riferimento per il mondo della gomma tenutasi dal 27 al 30 giugno scorsi, diventa il simbolo della ripartenza internazionale di un settore capace di affrontare le sfide di grandi eventi negativi globali, con la consapevolezza della criticità del momento ma anche
con l’impegno e la volontà di superarli. Celebratasi con un anno di ritardo, dal momento che originariamente era programmata nel 2021, la fiera è stata un’occasione per ritrovarsi, dopo oltre due anni di contatti soltanto a distanza, soprattutto con i clienti internazionali. Un’opportunità per proiettarsi nel futuro apprezzando le innovazioni tecnologiche dei produttori e le loro strategie di sostenibilità. Al tradizionale padiglione 9, ristrutturato per questa edizione con una pla-
EVENTI
nimetria più simmetrica rispetto al passato, si è aggiunto il nuovo padiglione 8, che ha consentito la presenza di altri 22 espositori. Notevole la rappresentanza italiana, almeno il 10% dei circa 260 espositori, ma costituita anche da tanti visitatori. L’impressione tangibile è stata comunque anche di una minore affluenza di visitatori dall’India e dalla Cina, a parte i russi, completamente esclusi per le note questioni di politica internazionale. Ridotta anche la partecipazione di americani e di arabi.
me fiera specifica per la gomma, senza l’ingombrante presenza delle materie plastiche, che al Plast di Milano e al K di Düsseldorf relegano la gomma al ruolo di Cenerentola dell’esibizione. Si può quasi dire che il DKT sia una fiera di famiglia, in cui tutti si conoscono e si riconoscono di volta in volta. Soprattutto i visitatori che quest’anno, dopo tre anni senza fiere, si sono ritrovati con gli espositori a discutere, a scambiarsi opinioni e a confrontarsi sulla situazione attuale.
UN’OCCASIONE DI CONFRONTO A causa forse di un iniziale atteggiamento di incertezza da parte dei visitatori, la fiera è partita in sordina il primo giorno di apertura, affollandosi però ai consueti livelli del passato il secondo giorno, con soddisfazione degli espositori, in qualche caso in difficoltà nell’esaudire le richieste di tutti gli ospiti. Nutrita anche la presenza dei produttori di mescole italiani, con la prima volta di Sigea, che si è aggiunta a CM Manzoni Group, Comet, Der-Gom, Eurorubber, Marconi Gomma, PMG, Tovo Gomma e TSF Ligom, frequentatori abituali della kermesse tedesca. In generale tutte le aziende citate hanno riconosciuto la validità del DKT co-
OTTIMISTI CON CAUTELA Tutte le aziende contattate hanno dichiarato di aver lavorato, nei due anni passati e quest’anno, in maniera soddisfacente, spesso al di là delle previsioni, ma restano caute alla luce delle difficoltà di un mercato sconvolto da Covid, guerra e quant’altro, con la considerazione che al momento attuale il lavoro procede con più calma rispetto alla primavera e che, sia pure in pochi casi isolati, si sta notando qualche diminuzione di prezzo per le materie prime. Rimane, comunque, la propensione a nuovi investimenti per macchine di produzione o per apparecchiature di controllo e di laboratorio, ulteriore indice dell’ottimismo che, a parte pochi
pareri negativi, ha caratterizzato questa edizione del DKT. PRODUTTORI DI MATERIE PRIME Nel confronto diretto con gli espositori abbiamo raccolto punti di vista interessanti. Riccardo Musci di Zeon Europe, per esempio, ci ha fornito come d’abitudine le sue acute valutazioni sul mercato che si riflettono poi sulla produzione e la filosofia del gruppo con sede in Giappone. «I temi del futuro», ci dice, «sono la sostenibilità, il carbon neutral e la green economy, su cui tutti i principali gruppi automotive hanno già avviato una svolta produttiva irreversibile che richiederà però una fase intermedia in cui anche le auto tradizionali dovranno migliorare molto le loro performance ambientali. Il percorso verso l’elettrificazione è una realtà a cui non ci si può sottrarre. Zeon è già attivamente impegnata in questa direzione, con nuovi prodotti per l’automotive. I paesi più avanti nello sviluppo dell’economia circolare avranno un grande vantaggio strategico. Noi, per esempio, stiamo lavorando con Stellantis per mettere a punto gomme speciali in grado di rendere le vetture riciclabili al 100%». Grande e ben visibile anche lo stand di Eigenmann & Veronelli, dove abbiamo L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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incontrato Cinzia Gottero, Manager della Business Line dedicata alla gomma. «La nostra attività», ci dice, «è trainata dal mercato tire e da quello dei ricambi, oltre ai veicoli commerciali e agricoli. Noi puntiamo molto sull’aspetto green, con lo sviluppo di prodotti a base di olio di palma da colture sostenibili. E&V ormai è diventata una realtà globale, che vende in tutto il mondo, esclusa l’Oceania, e che cresce di continuo. Oggi abbiamo 380 addetti, cresciuti di 40 unità nel 2021, e destinati ad aumentare di altre 15 persone nel 2022. Essere qui è importante per rafforzare i contatti con i clienti esteri e anche per mostrare la nostra nuova immagine». L’azienda ha infatti di recente ristilizzato lo storico logo e si è dotata di una comunicazione visual molto aggressiva, che richiama i temi della natura abbinati alle performance dei prodotti. Un altro importante produttore di materie prime italiano, Vibiplast, come ci spiega Davide Latina, Sales Director, era presente in DKT «essenzialmente per due motivi: rivedere i nostri partner esteri come distributori e clienti diretti e spingere nella comunicazione delle caratteristiche di sostenibilità della no22
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stra linea Deltagran di acceleranti, ritardanti, antiossidanti e altri additivi, sui quali abbiamo fatto condurre test da laboratori terzi che attestano la totale assenza di rilascio di sostanze dannose per l’ambiente. Gli additivi Deltagran si presentano in granuli, che possono anche essere colorati per aiutare gli addetti nel riconoscimento durante il dosaggio delle ricette, e sono realizzati con un processo che unisce il prodotto a una matrice polimerica stabile». Ivano Liguori di Novachem, infine, conferma l’importanza del DKT «come manifestazione ideale per il nostro settore, perché totalmente focalizzata sulla gomma. Per noi è un’opportunità per far conoscere la nostra attività e per incontrare vecchi amici. Il valore è soprattutto nelle relazioni, non mi attendo di fare business qui né un’affluenza elevata, ma esserci è fondamentale». SUL FRONTE DELLE MESCOLE Gabriele Ferro ed Enrico Parietti di TSF, il produttore di mescole di Adro (Brescia), hanno segnalato l’importanza della presenza in fiera per la loro azienda: «Stiamo cercando di allargare sempre di più la nostra presenza in-
ternazionale, grazie anche alle mescole speciali che produciamo, in FFKM, per la safety e certificate autoestinguenti e antifiamma. Ci siamo appena dotati di tre clean room che, novità assoluta per il panorama italiano, non hanno la funzione di condurre test ma servono alla produzione di lotti speciali e limitati fino a 10 kg. Secondo noi è importante sviluppare in Europa capacità di produzione per prodotti speciali, come sta dimostrando del resto la crisi dei semiconduttori, per la quale siamo completamente dipendenti dall’estero». Daniela Marchese, della svizzera Compounds, al di là delle mescole speciali di cui l’azienda è produttrice, con attenzione particolare al contatto con acqua e alle prestazioni antifiamma per impieghi su treni e altri mezzi di trasporto, si è dilungata nel raccontare un interessantissimo progetto condotto in collaborazione con il colosso finlandese dell’industria del legno UPM. Il quale ha sviluppato un processo per produrre filler speciali, denominati RFF (renewable functional filler), da colture forestali. In particolare, ottiene dal faggio un’alternativa rinnovabile ed ecosostenibile al carbon black, che Compounds ha testato e caratterizzato all’interno di mescole in gomma «con risultati estremamente incoraggianti», ci ha detto Marchese. Angelo Iobetti, di Marconigomma, si dichiara ottimista anche sul settore automotive, nonostante l’attuale rallentamento della produzione di nuovi modelli. «Ci sono difficoltà da parte dei grandi gruppi in Germania», dice Iobetti, che ha una profonda conoscenza del mercato tedesco, «ma non per la mancanza di ordini, bensì per la carenza di materiali e componenti elettroniche. Finora il settore ha retto molto bene grazie all’after-market e alla ricambistica, ma sono sicuro che presto si sbloccherà anche la produzione tradizionale, e quando questo accadrà dovremo essere in grado di soddisfare gli ordini». Anche per questo l’azienda ha potenziato la propria capacità produttiva. «Ci siamo dotati di un nuovo impianto con una linea da 160 litri», dice Riccardo Margutta, Rubber Compounder Specialist dell’azienda di Sasso Marconi, «che ha già iniziato a produrre mescole per applicazioni nel settore cavi».
EVENTI
Renato Cerchiaro, manager di un altro importante produttore di mescole, DerGom, sottolinea invece l’importanza del DKT come «occasione per ritornare ai contatti di persona, dopo un lungo periodo in cui abbiamo demandato tutti i rapporti a call online e internet. Noi ne approfittiamo per presentare il nuovo logo e la nostra nuova immagine, affidata anche al nuovo sito. Anche questo aspetto diventa importante per aziende, come la nostra, che mirano sempre di più al mercato internazionale, e a quello tedesco in particolare. Essere qui è importante anche per captare le sensazioni del settore, parlare con clienti e competitor, confrontarci con i visitatori per cogliere i venti del mercato». IL COMPARTO MACCHINE Folta anche la rappresentanza di produttori italiani di macchine. IMG ha portato una nuova pressa verticale, con un sistema di chiusura innovativo ed esposto una pressa orizzontale. «Saremo qui e al K2022 di Düsseldorf», ha commentato la presidente del Board di IMG Barbara Ulcelli, «dove saremo pronti con la nostra pressa tutta elettrica, frutto di uno sviluppo di molti anni che ora è arrivato allo sviluppo di una versione pronta per la commercializzazione. La difficoltà attualmente è nel reperire componenti, soprattutto i PLC, ma gli ordinativi ci sono e anche le opportunità di business, perché soprattutto in Italia il parco di macchine installato è obsoleto». Nello stand di REP incontriamo Marco Inverardi di RPM, l’azienda da poco entrata nella compagine del gruppo francese. È a fianco di una pressa orizzontale di sua produzione che porta però il marchio REP. «L’effetto è un po’ strano», ammette, «sappiamo di avere piena libertà operativa anche dopo l’operazione. L’accordo con REP è nato proprio per la nostra esperienza unica nelle presse orizzontali, che completa la loro gamma di verticali». Paolo Moscatelli di G3, nome importante nel retrofitting di macchine usate, era presente al DKT in cui il nome dell’azienda era affiancato anche dai brand Promera e Mabolution, «aziende tedesche con cui abbiamo costituito un network. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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Mabolution è stata creata da Maurice Biegale, nome molto noto nel settore gomma, e propone soluzioni per sale mescole complete, mentre Promera ha messo a punto un sistema innovativo di gestione dell’olio nei mescolatori per il settore tire». Proprio per questo comparto G3ha portato in fiera una tramoggia speciale. «Siamo un nome di riferimento nella ricostruzione di macchine usate, tema attuale in funzione dell’economia circolare», ha detto Moscatelli, «ma ora questa collaborazione ci consente di essere sempre più attivi anche nella produzione di macchinari nuovi, in particolare mixer tangenziali e compenetranti». Mauro Belloni, vicepresidente di Gibitre, era anch’egli presente alla fiera di Norimberga, come del resto fa regolarmente per tutte le manifestazioni internazionali, nelle quali vediamon regolarmente impegnata la sua azienda. Gibitre vanta un florido mercato all’estero grazie alla specificità dei suoi strumenti da analisi e laboratorio. Abbiamo parlato con Belloni proprio in avvio di fiera, quindi nell’impossibilità di tracciare un bilancio. «Ho aspettative positive», ci ha detto, «e sono convinto che questa sia l’occasione ideale per il rilancio delle aziende italiane. Noi siamo qui con tutta la nostra gamma, ma in particolare con il nuovo flessometro, che abbiamo aggiornato ulteriormente dal punto di vista del software. Si tratta di una macchina che compie un altissimo numero di cicli, per cui è impor24
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tante individuare quelli in cui il campione comincia a deteriorarsi e si rompe. La macchina produce un rapporto con questa informazione, utilizzando l’intelligenza artificiale, ma l’abbiamo anche dotata di una videocamera, per consentire all’utilizzatore di controllare con i propri occhi l’esattezza del risultato fornito dall’algoritmo». Nonostante le nubi internazionali, secondo Belloni «non stiamo attraversando un cattivo momento dal punto di vista del business. Il trend per noi si mantiene in linea con i risultati del 2021. Soprattutto riscontriamo una grande domanda di strumentazione sul mercato italiano, che testimonia una grande vivacità delle nostre imprese, secondo me superiore a quella estera». Affollato lo stand di ForLab che ha esposto i suoi forni per il post-curing, «una soluzione», spiega il titolare Dario Locatelli, «che interessa perché noi l’abbiamo sviluppata con un occhio specifico alle esigenze del settore gomma e perché, in un momento in cui si tende ad accorciare sempre di più i tempi ciclo dello stampaggio, diventa fondamentale per completare la vulcanizzazione degli articoli stampati. Riscontriamo un forte interesse da parte di clienti esteri, come tedeschi, polacchi, turchi. Sono interessati molto al nostro sistema di recupero dell’energia termica, che consente risparmi sui consumi di almeno il 30%. Sempre impegnato nel suo stand è stato anche Giovanni Colombo, di Colmec,
che si dichiara ottimista sull’andamento del settore, «nonostante la difficoltà di approvvigionamento delle parti elettroniche. Stiamo ampliando lo stabilimento di Busto Arsizio e stiamo lavorando per ottimizzare la produzione, in modo da avere macchinari semipronti e abbreviare i tempi di consegna, che i clienti chiedono sempre più di ridurre». Tra i presenti anche i produttori di sistemi per il dosaggio Color Service e Lawer, aziende italiane che hanno saputo costruirsi un nome importante nel settore gomma e che abbiamo visto attivamente impegnate con visitatori e clienti nei nostri giorni di permanenza in fiera. Non sono mancati i produttori di soluzioni per la visione artificiale. UTP Vision ha presentato la X2 (X Square), che utilizza una tecnologia a raggi X per controllare la composizione delle mescole e individuare eventuali contaminazioni di sostanze non volute. Jenny Puglisi, la Marketing & Communication Manager, ha spiegato come il DKT sia «importante per noi per mantenere il contatto con i clienti tedeschi. Ma tutta la nostra attività alle fiere è ripartita con grande intensità. Abbiamo in programma di partecipare a ben otto manifestazioni». Doss Visual, l’altro grande nome italiano del settore, era invece presente con un suo prodotto nello stand di IMG. Eleonora Colosio, Sales Manager per l’Europa, ci ha spiegato che «noi volevamo uno stand tutto nostro, ma non è stato possibile trovare uno spazio adatto alle nostre esigenze. La stretta collaborazione con IMG ci ha consentito comunque di partecipare». TANTI STAMPISTI Folta, infine, la rappresentanza di produttori di stampi, altro ambito in cui le aziende italiane davvero eccellono. Riportiamo brevemente le loro impressioni seguendo rigorosamente l’ordine della nostra visita alla fiera. Emanuela Salogni di OCS, del Sales department estero dell’azienda, parla del valore strategico di DKT, «fondamentale per incontrare i clienti stranieri dopo tanto tempo di rapporti a distanza. Il mercato internazionale per noi è molto importante e interessante, in forte crescita e molto della
EVENTI
nostra attività si basa sul servizio, che è fatto dalle persone. Ecco perché i contatti umani diventano molto importanti». Sulla stessa lunghezza d’onda Clara Bresciani, Export & Marketing Manager di Alfa Stampi. «Per noi è la prima volta qui in qualità di espositori», ci segnala. «La fiera è piccola ma molto focalizzata e ci consente di incontrare clienti tedeschi ed esteri. Ci fanno domande soprattutto sui tempi di consegna e sui formati che siamo in grado di produrre e vengono da noi anche per il fatto che siamo italiani. Il made in Italy è un valore altamente riconosciuto». Valentino Bonardi di Franciacorta Stampi spiega come «abbiamo incentrato la comunicazione sull’importanza del rapporto con il produttore di stampi, che per il trasformatore, a nostro modo di vedere, deve diventare un valore da evidenziare. Gli stampi nascono da rapporti esclusivi di fiducia e di collaborazione, per cui noi vogliamo sempre di più proporci come partner e non semplici fornitori del
cliente. Una vetrina come il DKT diventa importante per far passare questo messaggio anche al mercato tedesco e internazionale». Chiudiamo il nostro giro di visite con Aurelio Brevi, di ORP Stampi, il cui stand era sempre pieno di visitatori. Lo incontriamo subito dopo che ha salutato due clienti che si erano presentati allo stand con una guarnizione di grandi dimensioni. «Il valore di una fiera come il DKT», ci dice Brevi, «sta proprio nella possibilità di toccare insieme con mano il prodotto, discutere su come realizzarlo, su quali soluzioni prendere per ottenere il risultato migliore. A volte ci chiedono cose che a prima vista sembrano impossibili, ma noi accettiamo sempre la sfida, perché è il sale del nostro mestiere. Anche per questo facciamo continuamente ricerca e innovazione, sui materiali, sugli acciai, sui canali di iniezione. Nel 2024 entreranno in vigore nuove regole sui polimeri e sulla loro composizione e
cambieranno le condizioni di stampaggio. Serviranno soprattutto nuove soluzioni per il distacco del pezzo e noi siamo intensamente al lavoro su questo tema, anche studiando nuovi tipi di finiture meccaniche». UNA FIERA IDEALE Insomma, con i suoi 260 espositori il DKT si è confermata anche questa volta fiera di eccellenza per la gomma, offrendo ai visitatori un panorama completo di materie prime, macchinari di produzione, apparecchiature di controllo e di laboratorio. Il successo della manifestazione è legato anche alla sede, Norimberga, città antica, che mantiene l’incantevole atmosfera del suo centro storico e si raggiunge in auto con facilità (purtroppo non esistono più voli diretti dall’Italia). Offre inoltre hotel a prezzi non speculativi rispetto ad altre fiere e costituisce quindi una piacevole esperienza turistica, soprattutto se si allunga la presenza in fiera di una giornata. u
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FOCUS
Le nostre domande 1.
Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate?
2.
Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione?
3.
A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista?
4.
Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito?
5.
La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
MATERIE PRIME
Lezioni da un mondo in subbuglio Mai come in questi ultimi tre anni si sono concentrate situazioni anomale, dal Covid-19, con tutti i suoi problemi di gestione, all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E se c’è un settore che ha dovuto reagire subito e far fronte con decisione a queste situazioni impreviste è proprio quello dei produttori e distributori di materie prime, che rappresentano senz’altro il punto di osservazione in prima linea e più attento all’evoluzione della crisi. Per chi cerca strumenti su come interpretare una situazione economica complessa e ipotizzare gli sviluppi futuri, i pareri degli esperti che abbiamo interpellato sono preziosi come l’oro. Quali, in sintesi, le principali indicazioni? Le difficoltà su trasporti e approvvigionamenti continueranno, ma il tema non è tanto legato alla carenza di materie prime e prodotti, che pure è un fatto reale, bensì agli errori e al mancato coordinamento internazionale nella gestione della pandemia. Una catena di eventi, come i lockdown differiti, l’incapacità di prevedere la fortissima ripresa nel 2021, una logistica troppo polarizzata sulla Cina, le delocalizzazioni improvvide degli anni scorsi, ha contribuito a generare le difficoltà di oggi. Speriamo solo che questa lezione, appresa a caro prezzo, renda l’Europa e l’Occidente più avveduti per il futuro
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FOCUS
Le risposte degli esperti “L’inconsistenza dell’Europa, che esiste solo come consumatore, e la fallimentare supply chain sono le cause della crisi”
“Molti produttori si sono trovati impreparati di front all’incremento inaspettato della domanda”
Azienda Chimica Milanese
Caldic
Giovanni Arnò Amministratore
1.
Le cause della crisi sono le nostre colpe. La situazione connessa al Covid ha solamente portato in evidenza alcune verità scomode: l’incapacità europea di gestire la pandemia e la fallimentare supply chain globale. L’Europa esiste in quanto consumatore. Non mi è parso di sentire nessuno che proponesse modelli più prudenti ed eurocentrici.
2.
Forse qualche materia prima sta iniziando ad assestarsi. È questione di tempo, ma con una onda lunga tutto ricadrà sul consumatore. Nel frattempo cerchiamo di barcamenarsi tra ritardi, aumenti di quotazione repentini e shortage.
3.
Direi che si è tenuto botta, soprattutto guardando al rallentamento del 2020.
4.
Le guerre si fanno per interesse economico, altra ghiotta occasione per i grandi speculatori.
5.
La triste verità è che si vuole un prodotto lo si deve pagare. Le produzioni sono strozzate per i costi delle materie prime ed energetici e purtroppo i mercati sono così interconnessi che la resilienza è scarsa. Essenzialmente mi occupo di cariche ed ausiliari, però se viene a mancare il polimero i problemi riguardano anche noi. La chiave in questa fase è la velocità nel coprire le richieste. Lo sviluppo che mi aspetto è il perdurare della situazione, accompagnato da un green washing galoppante. Siamo green, social, iperconnessi e sostenibili, poi si torna subito alla realtà non appena ti si appiccica la mescola. u
Giada Zappalà Product Manager Industrial
1.
Concordiamo su quanto affermato. Oltre all’aumento dei noli e allo shortage delle materie prime di base abbiamo assistito durante il 2021 anche alla congestione del traffico marittimo, legata non solo all’incidente di Suez, ma anche alla scarsità di navi frutto della politica di blank sailing attuata dalle compagnie di navigazione, decise a recuperare le perdite accumulate nel 2020. In aggiunta, i produttori stessi si sono trovati spesso impreparati davanti all’incremento significativo e inaspettato della domanda, che ha dato anche il via a iniziative speculative basate su un trend di incremento dei prezzi già in corso.
2.
In molti casi anche noi, in qualità di distributori, ci siamo trovati costretti a subire l’incremento dei prezzi e la mancanza di disponibilità di prodotti. Tuttavia abbiamo avuto la fortuna di interfacciarci con un parco clienti che ha compreso le difficoltà legate alla congiuntura sfavorevole del mercato e hanno forzatamente accettato gli aumenti. Grazie a un continuo e costante dialogo con la nostra clientela, abbiamo fatto del nostro meglio per anticipare gli aumenti e gli shortage, cercando nuovi fornitori o fonti alternative di approvvigionamento per supportarli. Nei casi in cui ciò non è stato possibile, a causa dei cambiamenti repentini del mercato e della domanda in forte crescita durante tutto lo scorso anno, abbiamo mantenuto comunque informati i clienti che hanno apprezzato la nostra disponibilità, onestà e apertura al confronto.
3.
Anche per quanto ci riguarda, il 2021, nonostante le difficoltà elencate poc’anzi, è stato un anno fortemente positivo, in cui abbiamo ottenuto risultati soddisfacenti nella gomma.
4.
Anche noi da inizio anno abbiamo riscontrato un aumento costante e generalizzato dei prezzi da parte dei produttori europei come conseguenza dell’incremento dei costi energetici che impattano sui costi di produzione, soprattutto per alcune materie prime a basso costo la cui produzione è particolarmente energivora. Inoltre, l’instabilità e l’incertezza della situazione geopolitica già dalla fine del primo trimestre ha impattato negativamente sulla 28
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MATERIE PRIME disponibilità dei clienti a prendere impegni di acquisto a lungo termine, con una maggiore attenzione agli acquisti e ai costi. Molti hanno privilegiato una politica di acquisto spot, volta a mantenere basse le giacenze di magazzino per il timore del crollo dei consumi e della bolla speculativa dei prezzi conseguente a un temuto calo della domanda a livello industriale globale.
5.
Il 2022 è sicuramente caratterizzato da una forte instabilità. Le materie prime di origine russa a cui i clienti e i distributori hanno dovuto rinunciare hanno causato una nuova ondata di shortage e di nervosismo sui mercati, con conseguente aumento dei prezzi, che per alcuni prodotti, quali ad esempio gomme sintetiche e carbon black, sono stati particolarmente significativi. Anche noi in Caldic abbiamo purtroppo dovuto rinunciare ad alcuni business recentemente sviluppati con partner e prodotti di origine russa, con un impatto inevitabilmente negativo, che però i clienti hanno compreso e accettato. u “La carenza di alcune materie prime sembra più legata a questioni logistiche che al blocco di alcuni prodotti russi”
Eico Novachem
Daniele Girelli Technical Sales Manager
1.
Il perdurare della pandemia durante l’anno 2021 ha complicato e influenzato il mercato incidendo però più sull’operatività e la logistica che sulla produzione di beni. La disponibilità di materie prime è stata influenzata dall’incertezza sulla stabilità delle forniture (causa indiretta del Covid), dall’accaparramento da parte del mercato cinese e dalla situazione man mano creatasi nell’ambito dei trasporti in generale e di quelli marittimi in particolare. Per quest’ultimo aspetto vi è stata sicuramente una speculazione, ancora in parte in atto, che ha poi generato un circolo vizioso dei prezzi.
2.
La reazione del mercato è stata di porre man mano da parte il prezzo, considerandolo come variabile “impazzita” indipendente, e di concentrarsi soprattutto sulla disponibilità dei prodotti, in modo da evitare fermi di produzione che avrebbero coinvolto man mano tutta la catena produttiva. In generale, grazie al continuo monitoraggio del mercato finale da parte di Eico Novachem e delle attente strategie di acquisto delle materie prime fatta dalle case mandanti, abbiamo affrontato poche criticità e siamo stati in grado di mantenere le forniture ai nostri clienti, anche se in taluni casi con un contingentamento.
3.
Il 2021 per Eico Novachem è stato un anno di soddisfazioni; per quanto riguarda nello specifico il settore gomma abbiamo registrato elevato fatturato supportato da un mantenimento e
Le nostre domande 1. Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate? 2. Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione? 3. A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista? 4. Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito? 5. La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
in alcuni casi una crescita dei volumi anno su anno. La crescita del fatturato è stata viziata dall’andamento prezzi, ma comunque confermiamo che gli incrementi di volumi hanno evidenziato come la filiera della gomma abbia retto bene la situazione.
4.
Le previsioni per il 2022 erano di un sperabile e graduale ritorno alla normalità, pur dovendosi registrare ancora l’onda lunga dei problemi del trasporto marittimo e le incertezze dovute alla politica di gestione del Covid in Cina, con chiusure di media lunga durata. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha bloccato questa tendenza sul nascere e ha incrementato le cause di tensione nella disponibilità di alcune materie prime per non parlare dell’enorme impatto, frutto di speculazione incontrollata, nell’incremento dei prezzi dell’energia e dei combustibili.
5.
Non siamo direttamente coinvolti nel mercato degli elastomeri e del carbon black e seguiamo l’evolversi della situazione da spettatori, registrando gli effetti negativi sui nostri clienti, anche se l’impatto è stato minore dell’iniziale previsione. Sembra in generale che i problemi siano più di natura logistica che di effettiva mancanza dei prodotti russi. In generale è l’incertezza che domina sovrana e la tendenza può essere solo di un rallentamento del mercato gomma nella seconda metà dell’anno. Questo in corrispondenza del generale rallentamento di tutta l’economia dato il perdurare ed il sovrapporsi di tutte le criticità vecchie e nuove: Covid; trasporti, guerra in Ucraina, inflazione, questione climatica ed energetica che complicano molto lo scenario generale. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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FOCUS
“Nel 2020 abbiamo avuto una crescita formidabile della business line Rubber, trainata soprattutto dal settore tire”
Eigenmann & Veronalli Cinzia Gottero Rubber Department Manager
abbiamo dovuto riprogrammare attentamente le quantità e la disponibilità mensile. Sicuramente i clienti non si aspettavano una situazione di mancanza di materie prime di fondamentale importanza come polimeri e cariche. I polimeri ed il carbon black non sono facilmente sostituibili. E questo ha portato i clienti ad investire in acquisti per scorte di sicurezza. Altre materie prime stanno continuando a salire, e in particolare quelle di origine naturale, per le quali gli impieghi finali sono di molteplice utilizzo e strategici per prodotti innovativi. u
1.
Il 2021 è stato un anno di crescita, addirittura superiore al 2019, sia per il mercato domestico che per quelli internazionali dove siamo attivi. Nonostante l’emergenza sanitaria abbia colpito il mercato e condizionato le aspettative di investimenti, possiamo ritenerci soddisfatti su tutti i punti ed in particolare grazie al settore tire. Le materie prime e i noli hanno causato dei rallentamenti ma non hanno danneggiato i progetti costruiti in questi ultimi anni.
2.
Alcuni settori, come quelli delle costruzioni, arredamento, elettrodomestici ed elettrotecnica, hanno superato i livelli pre-crisi, registrando un boom della domanda, in parte sostenuta dagli incentivi statali, mentre i settori manifatturieri legati alla filiera della moda (tessile, abbigliamento, pelle) e dell’alimentare sono stati penalizzati dalla pandemia e non sono ancora riusciti a ritornare ai livelli del 2019. Rispetto al 2020, si evidenzia una crescita formidabile delle business unit legate ai mercati industriali, come la business line Rubber in particolare, nella quale si è registrato un forte dinamismo per la produzione dei prodotti legati al settore tire.
3.
Il 2021 è stato sicuramente un anno positivo in termini di fatturato ma anche in termini di volumi, e questo per tutti i prodotti che rappresentiamo sia della distribuzione che della produzione. Grazie anche a nuove partnership con clienti internazionali e ai nuovi sviluppi della nostra R&D. Stesso trend anche per le nostre filiali estere che hanno avuto un anno straordinario.
4.
Da febbraio, e con la crisi in Ucraina, alcune supply chain sono state a vero rischio e la domanda si è alzata in modo smisurato. In particolare i metalli hanno subito shortage, dovuto a richieste più che raddoppiate dal Far East e le attuali risorse non possono e non potranno soddisfare l’attuale necessità. La chiusura di alcuni porti ha scatenato una contromisura di approvvigionamento compulsivo, e per di più con un rialzo dei prezzi nel giro di pochi giorni. Lo abbiamo visto con i driver dei polimeri, che da ormai più di un anno ogni mese acquistano decine di €/ton.
5.
Eigenmann & Veronelli distribuisce sia polimeri sintetici della Versalis che mero di carbonio della Orion Carbons. Anche noi 30
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“La domanda di silicone è in crescita, trainata da decarbonizzazione, digitalizzazione ed elettrificazione”
Elkem Siliconi Italia
Alessandro Strappazzon Sales Manager Italy Rubber and Electrical Insulation
1.
Durante la pandemia di Covid-19, moltissime industrie hanno improvvisamente interrotto o ridotto drasticamente le loro attività, e sono state quindi consumate le scorte di materiali esistenti. Le attività sono riprese in modo piuttosto brusco e, inoltre, le industrie hanno generalmente ordinato più dello stretto necessario, quindi la domanda complessiva è stata superiore alle reali necessità. Pertanto i produttori di materie prime non sono stati in grado di soddisfare appieno la domanda. Di conseguenza i prezzi sono saliti in modo incredibile. Inoltre per molte ragioni, come la guerra tra Ucraina e Russia, il costo dell’energia e altre ancora, ci sono stati diversi stop & go a livello di produzione delle materie prime. Infine, l’orientamento di acquisto dei clienti finali sta cambiando, il che ovviamente incide sui nostri clienti e mercati.
2.
Gli eventi recenti hanno mostrato una nuova realtà, in cui l’offerta è diventa la priorità numero uno, molto di più del prezzo, ma intanto la transizione ecologica sta scalando le classifiche nelle priorità. Elkem è un fornitore integrato perché abbiamo accesso completo alle materie prime chiave, attraverso la nostra consociata, e siamo stati quindi in grado di far fronte alla domanda. Inoltre, abbiamo due principali strutture di produzione upstream, una in Europa e l’altra in Cina. Questa regionalizzazione ci dà una certa stabilità che è stata fondamentale per supportare i nostri clienti.
3.
La domanda di silicone è in aumento. Decarbonizzazione, digitalizzazione ed elettrificazione ne accelereranno ulteriormente i consumi in tutti i settori. Anche se il Covid ha avuto un impatto drastico su tutti i settori, il 2021 è sta-
MATERIE PRIME to comunque un buon anno, con incrementi in mercati dinamici come healtcare, consumer e personal care (spinti dall’e-commerce) e, infine, l’automotive in particolare per i veicoli elettrici. Infatti il silicone è un materiale chiave per tutti questi mercati.
4.
La situazione in Ucraina ha sconvolto il mercato europeo creando interruzioni nell’approvvigionamento, incertezza geopolitica e incremento improvviso del costo dell’energia. Parallelamente, l’accesso alle materie prime a livello mondiale è ancora complicato. Inoltre, la Cina ha affrontato una nuova ondata di Covid, per cui l’attività e le spedizioni da alcune zone del paese sono state completamente interrotte. Il mercato è continuato e continuerà ad essere sotto pressione ed i prezzi non sono diminuiti. In questa difficile situazione, è fondamentale essere resilienti e robusti.
5.
L’impatto di questa situazione su di noi è limitato poiché, come già detto in precedenza, Elkem è un player integrato, e stiamo lavorando per migliorare il “dual sourcing” di tutti i nostri materiali chiave. Siamo in grado di affrontare questa crisi al nostro livello, ma a volte dobbiamo riadattarci alle esigenze dei nostri clienti, che potrebbero dover fronteggiare diversi scenari nel futuro. u
Le nostre domande 1. Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate? 2. Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione? 3. A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista? 4. Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito? 5. La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
MATERIE PRIME
FOCUS
“La guerra sta creando un grosso problema di disponibilità di materie prime per le sanzioni e i problemi logistici”
Epichem
Katia Pillepich Chief Operating Officer
1.
Noi abbiamo cercato di sopperire a queste mancanze attraverso l’approvvigionamento da altri Paesi produttori, con risultati positivi sul mercato. Purtroppo però le sanzioni imposte alla Russia hanno penalizzato tutti e un rallentamento nella produzione era inevitabile. Situazione, dal nostro punto di vista, destinata a peggiorare.
2.
Siamo assolutamente d’accordo. In effetti i noli marittimi sono aumentati in maniera spropositata (anche del 1.000%) e non solo dal Far East ma anche da USA e da/per Sud America, condizionando in maniera sostanziale il commercio internazionale e la globalizzazione. Dall’inizio del 2021 si sono verificate scarsità di materie prime e aumento dei costi energetici.
3.
Come trader non è stato facile comunicare ai nostri clienti i forti aumenti di prezzi, ma fortunatamente il mercato finale è riuscito ad assorbirli senza penalizzare i volumi di prodotti finiti. L’unica conseguenza negativa è stato l’inizio di un’inversione di tendenza dell’inflazione, tendenza all’aumento che poi si è consolidata nel corso dei primi mesi del 2021.
4.
Siamo d’accordo, il 2022 non è iniziato sotto i migliori auspici.
5.
In effetti la guerra sta creando un grosso peggioramento della disponibilità di materie prime, soprattutto a causa delle sanzioni e dei problemi logistici. Se consideriamo ad esempio, che il carbon black (elemento fondamentale nella produzione di gomma) proveniente dalla Russia rappresentava un volume annuo in Europa di più di mezzo milione di tonnellate, ed è stato quasi azzerato, possiamo immaginare le problematiche che ne sono derivate. Inoltre, il fatto che gomme sintetiche tipo poliisoprene, per quanto non sanzionato, sia difficile da trasportare per problemi di logistica ha scatenato un forte aumento dei prezzi. u
Le nostre domande 1. Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate? 2. Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione? 3. A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista? 4. Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito? 5. La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
“Tra le cause della crisi anche la delocalizzazione della produzione di materie prime in Asia degli ultimi anni”
Gamma Chimica Alberto Tebaldi Business Manager
1.
Sono d’accordo sulle cause indicate, a cui aggiungerei la delocalizzazione della produzione di materie prime in Asia di questi ultimi anni, unitamente al forte orientamento di matrice finanziaria.
2.
All’inizio ci sono state lamentele sull’aumento dei prezzi. Successivamente i clienti hanno fatto buon viso a cattiva sorte: la priorità era di avere i materiali.
3.
Confermo il buon andamento dei volumi e del fatturato nel 2021, trainato dagli elevati costi delle materie prime.
4.
L’attuale crisi energetica sta creando problemi. Al momento, purtroppo, non vedo delle tendenze alla riduzione dei prezzi e mag32
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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FOCUS giore disponibilità delle materie prime. La Cina sta rallentando, da verificare tra un paio di mesi l’impatto in Europa.
5.
Probabile che l’attuale situazione si protrarrà anche nel corso dell’anno. Molto dipenderà dalla volontà di risolvere la questione Ucraina. Quello che noto in questo periodo è una maggiore propensione a cercare alternative a base più sostenibile (tempi medio-lunghi). u
“Abbiamo avuto un’impennata di richieste per il nostro Thermax, carbon black MT canadese, diretto concorrente di quello russo”
IMCD
Stefano Corna Sales, Product & Market Manager Advanced Materials, Rubber & PUR
1.
Sicuramente il perdurare della pandemia ha condizionato tutto il 2021, ma in modo sostanzialmente differente rispetto all’anno precedente. Il 2021 ha infatti presentato un conto salato delle conseguenze indirette della pandemia e un rimbalzo di consumi e produzioni da molti inaspettato. È anche assolutamente vero che la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East hanno condizionato molto l’andamento dell’anno scorso.
2.
L’aumento dei costi delle materie prime si è verificato a più riprese e durante tutto il 2021. Inizialmente vi sono stati vari tentativi da parte degli acquisitori di evitarlo, rimandarlo oppure negoziarlo, tuttavia con pochi risultati. Abbiamo assistito a trattative di acquisti e vendite veramente surreali dove la variabile “prezzo al chilogrammo” non veniva nemmeno presa in considerazione. Ogni funzione aziendale ha dovuto necessariamente reinventarsi priorità e necessità all’interno delle proprie attività, e tutti siamo diventati “esperti” di logistica e supply chain.
3.
Aspetto i dati ufficiali, magari pubblicati da questa rivista. Non stento a credere che siano saliti i fatturati ma non grazie ad aumenti di volume, quanto piuttosto come conseguenza di aumenti dei costi e dei prezzi. L’anno di riferimento delle quantità deve essere il 2019, non il 2020. In alcuni settori, a causa della carenza di materie prime sul mercato, abbiamo riscontrato un calo di volumi. In alcuni casi abbiamo venduto una minore quantità a causa della carenza di altre materie prime parte della formulazione.
4.
Devo ammettere che l’inizio del 2022 è stato un periodo particolarmente difficile dal punto di vista lavorativo. La tendenza positiva sulla disponibilità delle materie prime, avvertita fino a gennaio, ha di fatto amplificato la percezione del peggioramento reale della situazione dovuto alla guerra. Sono aumentate la paura e 34
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
l’incertezza ed in alcuni casi si sono trasformate in una riduzione di richiesta di materie prime. A questo punto, come evolverà la situazione? Quando cambierà? Non mi azzardo a fare previsioni ma mi auguro solamente che avvenga tutto in modo graduale e che non vi siano cambiamenti repentini come tracolli o impennate di prezzi e di consumi.
5.
La principale conseguenza sta nel fatto di rendere quasi impossibile fare previsioni sui consumi. Come sostengono alcuni clienti “inutile acquistare chemicals se non abbiamo disponibile il polimero per la mescola”. Per questa ragione c’è incertezza nello stabilire i volumi di stock di alcune materie prime. All’opposto, come conseguenza diretta delle sanzioni alla Russia, abbiamo un’impennata di richieste del nostro Thermax (Carbon Black MT 990 Canadese - Cancarb) in quanto è un prodotto direttamente concorrente del MT russo. In questo caso abbiamo incrementato al massimo gli stock con l’obiettivo di soddisfare le richieste di prodotto sia di clienti storici che di aziende utilizzatrici di prodotto Gazprom. u “L’aumento dei costi e i disservizi dei noli marittimi dal Far East confermano l’importanza di magazzini locali ben assortiti”
Lagorio & Dufour
Ambrogio Dufour Amministratore delegato
1.
Confermiamo la tendenza, già iniziata a dire la verità a fine 2020, dei noli marittimi dal Far East. I costi sono aumentati a dismisura, ma sembrano aver raggiunto una quota su cui si sono stabilizzati. Oltre all’aumento dei costi, abbiamo anche notato un progressivo peggioramento del servizio, con un tempo di percorrenza più che raddoppiato e continui ritardi che hanno reso praticamente impossibile la corretta pianificazione degli imbarchi. Questa situazione ha confermato l’importanza di magazzini locali ben assortiti. Per quel che riguarda le materie prime, dal nostro punto di osservazione non possiamo lamentare carenza di materiale, a parte alcuni momenti specifici legati a cause estemporanee, legate più a motivi logistici che strettamente produttivi.
2.
Quasi tutte le materie prime hanno subito forti aumenti, ma per il momento il mercato a cui ci rivolgiamo è riuscito, non senza difficoltà, a farne fronte. Nella prima metà del 2022 confermiamo questa tendenza, ma resta il sospetto che presto o tardi questi aumenti di costi avranno un impatto negativo sui consumatori finali, con una contrazione della domanda e quindi dei consumi.
3.
Anche Lagorio & Dufour, come tante altre aziende del settore,
MATERIE PRIME ha vissuto un 2021 particolarmente positivo dal punto di vista commerciale. In termini di volumi, nonostante le difficoltà logistiche, abbiamo sicuramente visto un mercato vivace ed in forte crescita. Di conseguenza, riferendosi a materiali che hanno subito anche il 40% di incremento di prezzo, abbiamo riportato un forte aumento anche in termini di fatturato.
4.
Le materie prime di cui ci occupiamo hanno subito forti auLo scoppio della guerra in Ucraina ha sicuramente sorpreso tutto il mercato. Tuttavia, non possiamo dire con certezza che ci sia un rapporto diretto tra l’andamento dei prezzi e la crisi Ucraina, almeno per le materie prime da noi commercializzate, che stanno procedendo con la stessa tendenza precrisi.
5.
Sia Russia che Ucraina rappresentano un importante sbocco di mercato per molte aziende europee, sia per i fornitori di materie prime che per i loro clienti. Notiamo difficoltà sia nel reperire che nell’inviare merce e ricevere relativi pagamenti. Il blocco generato dalla guerra ha comportato un aggravamento della già difficile situazione, sia dal punto di vista delle forniture che dal punto di vista dell’accesso al credito. Molte realtà europee stanno tuttavia beneficiando della situazione, con un ritorno alla domanda sul mercato domestico e locale. È una situazione estremamente complessa, le cui conseguenze, crediamo, avranno effetti per lunghi anni. u
Le nostre domande 1. Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate? 2. Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione? 3. A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista? 4. Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito? 5. La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
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MATERIE PRIME
FOCUS
“La ricerca di nuovi fornitori per sostituire quelli russi non è semplice, anche per le procedure di omologazione”
RDC
Giorgio Marzari Sales Director
1.
Siamo pienamente d’accordo e crediamo che le cause siano da ricercare appunto nelle conseguenze generate dei vari lockdown a tutte le latitudini per oltre due anni.
2.
Crediamo che, alla fine, il mercato di cui anche noi facciamo parte non ha potuto che farsi una ragione di ciò che stava succedendo, cercando di minimizzare il più possibile le difficoltà che puntualmente e quotidianamente si presentavano come fossero ormai diventate parte di un sistema chiaramente malato e difficile da curare. Come credo tutti, anche RDC ha cercato di mantenere, con estrema attenzione, livelli di stock di materie prime che consentissero una costante fornitura di prodotti alla clientela. Esercizio che in diversi casi è costato parecchio in termini di investimento finanziario.
3.
Sì possiamo confermare un buon andamento del 2021. Ma, come detto precedentemente, non è stato assolutamente facile gestire tutte le difficoltà incontrate.
Le nostre domande 1. Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate? 2. Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione? 3. A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista? 4. Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito? 5. La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
comunque non facili da inserire nel sistema, dovendo necessariamente seguire una procedura di omologazione a garanzia della qualità e nel rispetto delle norme di certificazione ISO. u
4.
L’apparente esaurimento della pandemia ci aveva illuso di essere finalmente fuori dal momento forse più difficile di questo nuovo millennio. Purtroppo il conflitto russo-ucraino ci ha invece catapultati in una realtà per certi versi peggiore di quella precedente. Costi energetici alle stelle, nuove difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime e perdite di fatturato causati dal sanzionamento russo imposto dall’Unione Europea hanno fatto emergere problematiche accentuate dalla globalizzazione di questi ultimi anni. Ci sarà ancora da penare, nella speranza che questo incubo finisca presto, per contenere una nuova probabile crisi economica globale. Basti solo pensare a una Cina che per decenni viaggiava stabilmente con un pil a due cifre e che ora si ritrova nella enorme difficoltà di confrontarsi con una nuova e forse inaspettata situazione economico-finanziaria, che con molte probabilità la vedrà chiudere questo 2022 con una crescita inferiore al 5%. Risultato clamorosamente negativo, che potrà avere anche conseguenze a livello europeo.
5.
Tutto vero. Anche RDC ha dovuto fare i conti con materie prime sistematicamente acquistate in Russia e che ora, come conseguenza del conflitto in essere, non sono più disponibili o reperibili. Non potendo immaginare una soluzione a breve termine non abbiamo potuto fare altro che attivare una ricerca di fornitori alternativi, 36
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
“La pandemia ci indica la necessità di nuovi strumenti per prevedere e coordinare le situazioni di crisi”
Reschem
Christian Pedone Sales Manager Plastics and Rubber
1.
La diffusione della pandemia a livello globale ha colpito in simultanea il lato della domanda e il lato dell’offerta. Al sopraggiungere del Covid-19 e delle relative misure di contenimento, il crollo dell’attività e della domanda unitamente al calo dell’occupazione e del reddito disponibile hanno amplificato le vulnerabilità preesistenti. La crisi in atto consegna alcune lezioni fondamentali. La prima concerne la necessità di affinare e sviluppare strumenti di indagine che possano soddisfare le esigenze conoscitive dei policy maker in modo efficace. La seconda importante lezione riguarda la necessità di coordinamento a livello internazionale per la definizione e
FOCUS l’attuazione di misure di contrasto alla crisi. Nei primi mesi del 2021 l’allentamento delle misure connesse all’emergenza ha fatto prevalere nel sistema dei prezzi gli effetti inflazionistici connessi, in particolare, alla forte spinta al rialzo delle quotazioni del petrolio e delle materie prime, determinando una risalita dell’inflazione. L’aumento dei prezzi delle materie prime continua la sua corsa, tra un’offerta tuttora contratta a causa della pandemia e la crescita esponenziale della domanda causata dalle ripartenze non uniformi dei mercati. Inoltre, un ostinato e persistente controllo dell’offerta di trasporto da parte delle compagnie di navigazione, attraverso riprogrammazioni che hanno privilegiando l’export cinese verso gli Usa, ha generato congestioni nei porti. Le movimentazioni sono state rallentate dall’emergenza sanitaria e da una diffusa carenza dovuta alla dislocazione squilibrata dei container, che ha portato i costi dei noli a quintuplicarsi nell’arco di un solo anno.
2.
La crescita dei prezzi e l’irreperibilità stanno mettendo in difficoltà le industrie di trasformazione di tutti i comparti. Questa situazione la stiamo vivendo anche noi in termini organizzativi, di programmazione dell’ approvvigionamento e di rapporti con il mercato. Siamo costretti a comunicare ai fornito ri previsioni relative ai nostri fabbisogni con largo anticipo, avendo poi conferme dell’effettiva disponibilità di materiale in tempi che non ci rendono difficile un’efficiente pianificazione. Le conseguenze sono: impossibilità di ottimizzare l’impiego delle risorse con il derivante aggravio di costi, estrema difficoltà nel gestire gli stock a magazzino e concreto rischio di abbassare sensibilmente la qualità del servizio al mercato. Come sempre ci rivogliamo al mercato con sforzi enormi, sia a livello economico sia organizzativo, cercando di mantenere i nostri standard.
3.
Il 2021 si è concluso in maniera positiva per il gruppo Reschem come per molti altre aziende di settore. Non sono mancate le criticità: la forte difficoltà nel reperimento delle materie prime, l’aumento del loro costo e ritardi nelle consegne sono state sfide davvero impegnative. Ci siamo trovati a operare in una situazione oltremodo complessa ma anche paradossale: a fronte dello scenario generale, la raccolta ordini è risultata piuttosto sostenuta, aumentando la complessità di gestione.
4.
I fattori che stanno frenando lo slancio iniziato lo scorso anno sono diversi: il rallentamento dell’attività economica globale, il persistere delle difficoltà di approvvigionamento, la comparsa di nuove varianti del Covid-19, l’inflazione elevata e i crescenti rischi finanziari dovuti ai livelli di indebitamento elevati e sempre più preoccupanti. Per i mesi a venire, alla perdurante carenza di materie prime e all’aumento del loro costo, si aggiunge il forte incremento dei costi energetici, i cui prezzi rimarranno elevati per un periodo più lungo di quello stimato nelle previsioni, esercitando così un maggiore effetto frenante sull’economia e un aumento delle pressioni inflazionistiche. 38
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
5.
Il conflitto russo-ucraino ha sicuramente aggiunto un ulteriore criticità a una situazione già di per sé complessa nel settore delle materie prime. Dall’Est Europa, come dalla Cina, arriva una buona parte di carbon black, soprattutto i gradi “commodities” che, data la situazione contingente, diventano difficilmente reperibili. Reschem, con l’acquisizione di KPI, è entrata nel mondo della gomma con fornitori premium, tra cui possiamo annoverare Cabot, leader nella produzione di carbon black di alta qualità. Pur essendo un prodotto con un forte shortage, grazie alla nostra logistica e alla pianificazione del nostro ufficio acquisti riusciamo a soddisfare le esigenze dei nostri clienti e a cogliere alcune opportunità che si vengono a creare. Le previsioni ci portano a dire che la situazione attuale si protrarrà almeno fino a fine anno. u
“I costi energetici e la mancanza di alcuni materiali di provenienza russa stanno impattando sulla produzione dei nostri clienti”
Resinex
Alberto Pancani Sales Manager Elastomers
1.
Tutto il 2021 è stato caratterizzato da una scarsa disponibilità di polimeri da parte dei produttori principali a causa delle difficoltà negli approvvigionamenti dei feed-stock e chiusure temporanee di impianti di produzione, specialmente per le gomme sintetiche, mentre le gomme naturali hanno subito un forte impatto sui costi per gli aumenti dei noli dal Far East verso l’Europa. Questa situazione è stata causata dalla scarsità di container e dall’insufficiente spazio sulle navi a seguito della domanda sempre in ascesa per tutto l’anno.
2.
Resinex è un distributore pan-europeo ed è stato il primo a dover combattere con questi aumenti, trovandosi nel mezzo tra produttori e clienti. Ma la nostra strategia di mercato e rete vendita è riuscita a superare brillantemente questa difficile situazione, arginando i forti aumenti di alcuni materiali e soddisfacendo la clientela con i volumi richiesti e prezzi più competitivi.
3.
Il 2021 è stato un buon anno per tutto il settore gomma che ha recuperato il gap di volumi e fatturato persi durante il 2020. Questo vale anche per la nostra azienda.
4.
Il 2022 era partito bene, con una buona prospettiva di crescita ulteriore durante l’anno. Il conflitto in Ucraina ha colpito relativamente il nostro business, ma ha causato un forte malessere in tutta l’economia europea che stava “risorgendo”. In primis con i costi energetici, che stanno impattando pesantemente sui costi
MATERIE PRIME di produzione dei nostri clienti, e poi con la mancanza di alcuni materiali di provenienza russa, che determina nuovi aumenti importanti su tutti i materiali.
5.
Al momento la nostra disponibilità di polimeri e gomma non ha subito forti impatti di fornitura a causa del conflitto ucraino, anche perché la maggior parte delle gomme sintetiche erano già in allocazione dal 2021, mentre le forniture di gomma naturale dal Far-East/Africa sono regolari, problemi logistici a parte. Il rallentamento si sente a livello globale, perché la domanda è scesa a causa delle difficoltà in alcuni settori industriali, a partire dall’ automotive, che stenta a ripartire. Altri comparti come W&C e B&C continuano bene le loro performance. Stiamo monitorando costantemente la situazione industriale in modo da essere proattivi con tutta la clientela nel momento di un’inversione del trend. u
Le nostre domande 1. Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate? 2. Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione? 3. A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista? 4. Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito? 5. La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
P
A
C
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MATERIE PRIME
FOCUS
“Va ricordato che le materie prime per la gomma prodotte in Russia sono libere da qualsiasi embargo”
Rogitex
Massimiliano Petris Sales Director
1.
Il 2021 è stato un anno positivo con una domanda di mercato importante e con un trend in crescita. Ne hanno beneficiato volumi e fatturato. Ci sono stati frangenti con picchi di domanda non completamente soddisfatti; le cause hanno origine nel 2020, con i pesanti cali produttivi dovuti agli stop per il Covid. Con la repentina ripresa dei consumi, l’industria petrolchimica ha dovuto improvvisamente resettare la capacità produttiva e la propria “supply chain”, cercando in poco tempo di riportare al massimo le produzioni; le aziende, però, hanno incontrato ostacoli legati al reperimento di alcune materie prime, provocando così situazioni di forte shortage.
1. Un commento comune sul 2021 è che, a parte il perdurare della pandemia di Covid-19, sono state altre le situazioni critiche che hanno condizionato il mercato, spesso anche pesantemente, come la scarsa disponibilità di molte materie prime e gli aumenti sconsiderati dei noli marittimi dal Far East. Siete d’accordo su questa affermazione e quali sono state, a vostro avviso, le cause che le hanno determinate? 2. Alla luce dei conseguenti aumenti di prezzo di pressoché tutte le materie prime a livello globale, quali sono state le reazioni del mercato? Siete riusciti ad affrontare e superare le difficoltà connesse a questa situazione? 3. A conti fatti il 2021 sembra comunque essere stato un anno positivo, in termini di volume e fatturato, per quasi tutte le aziende della gomma. Lo potete confermare anche dal vostro punto di vista? 4. Non si può dire che il 2022 sia incominciato sotto i migliori auspici: dopo un ultimo trimestre del 2021, che faceva sperare in una diminuzione dei prezzi e in una migliorata disponibilità delle materie prime, in realtà da febbraio entrambe le situazioni sono peggiorate a causa della guerra in Ucraina. Qual è il vostro commento in merito?
2.
5. La situazione ucraina ha contribuito a peggiorare ulteriormente lo scenario, perlomeno europeo, delle materie prime per molti settori di mercato, in particolare per alcune molto usate dall'industria della gomma come carbon black ed elastomeri. Quali sono le conseguenze dirette o indirette sul vostro business e quali potrebbero essere secondo voi gli sviluppi nel corso di quest’anno?
3.
“Il Covid ha pesato perché molti settori produttivi non sono riusciti a dare una risposta alla ripresa dopo i lockdown”
4.
S.Int.A
I rincari sono stati sensibili e ripetuti. Il mercato, sostenuto da importanti investimenti governativi, ha continuato ad accettare tale trend e i costi sono stati praticamente trasferiti al consumatore. Dicesi inflazione.
L’anno 2021 è stato positivo da tutti i punti di vista. L’offerta non sempre è stata capace di seguire la domanda.
L’acuirsi delle difficoltà logistiche, disponibilità e costi, insieme allo scoppio della guerra, hanno messo il mercato di fronte ad un bivio. Gli alti costi delle materie prime, soprattutto dei combustibili, porta a nostro parere uno scenario più pessimistico, prossimo alla stagflazione. L’industria incontra scarsità di materiali, insieme a costi produttivi sempre più insostenibili. Il mercato finale si contrae, spinto anche dall’incertezza socio-economica. In ultimo i mercati finanziari stanno subendo forti perdite, per la forte sfiducia a medio termine.
5.
Il secondo trimestre ha certamente incontrato difficoltà di approvvigionamento dalla Russia. Ciò è stato causato da un forte rallentamento nella logistica, per le limitazioni imposte dalle due parti sui trasporti, e anche alla parte più strettamente legata ai pagamenti, da e verso quel Paese. Con l’occasione, vale la pena rimarcare che le materie prime legate al nostro settore (gomma sintetica e ausiliari) sono invece libere da qualsiasi forma di embargo. Per quanto ci riguarda, grazie al nostro ufficio logistico sito in Russia e alla diretta collaborazione con l’industria petrolchimica russa, che dura ormai da 30 anni, siamo riusciti a limitare queste problematiche. Ora, dopo un primo riassetto generale, il flusso dei trasporti sta riequilibrandosi e i tempi e i costi dovrebbero man mano normalizzarsi. u 40
Le nostre domande
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
Federico Doveri Sales Manager
1.
È assolutamente così, anche se in realtà in qualche modo il Covid-19 ha influito nel senso opposto a quello che si può immaginare: soprattutto nella seconda metà dell'anno si è assistito a una impennata degli ordinativi in tutti i settori a seguito dell’uscita dalla fase più dura del Covid e dei conseguenti lockdown. A questa situazione, moltissimi settori produttivi non sono stati in grado di dare una risposta pronta, avendo nel frattempo ridotto la loro capacità produttiva e di organici (o di trasporto, nel caso delle Compagnie di Navigazione) per bilanciare il calo di domanda del periodo precedente. Si è provocato così uno sbilanciamento anche importante tra domanda ed offerta, e il conseguente aumento dei prezzi, la cui onda lunga ancora stiamo sperimentando.
2.
Gli utilizzatori di materie prime hanno reagito cercando fonti di approvvigionamento alternative, anche se in un
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FOCUS mercato totalmente globalizzato, e con prezzi tendenzialmente allineati, questi tentativi non hanno sortito grossi effetti. Inoltre, si è tentato di ribaltare il più possibile gli aumenti sui clienti finali, e da qui gli aumenti diffusi in tutti i settori dei prezzi al dettaglio degli ultimi mesi. In ultimo, laddove tali aumenti non fossero stati accettati, si è in taluni casi preferito rifiutare gli ordini ricevuti, piuttosto che produrre per margini irrisori od addirittura in perdita.
3.
Possiamo confermare la valutazione di un 2021 positivo anche se, ovviamente, il dato del fatturato ha una valenza minore rispetto a quello del volume di affari, in quanto influenzata almeno in parte dagli aumenti dei costi di materie prime, trasporti e altro, già iniziatisi a verificare nell’ultimo trimestre del 2021.
4.
L’ultimo trimestre 2021 e l’inizio del 2022 apparivano promettenti, nel segno di una ripartenza dopo due anni di pandemia, ma purtroppo la guerra in Ucraina ha spento sul nascere le nostre speranze di un anno finalmente positivo. Infatti molti dei nostri clienti, ben posizionati sui mercati russi della pelletteria e della moda, hanno visto le loro attività colpite duramente dalle sanzioni imposte alla Russia e, questo, insieme alla aumentata difficoltà di approvvigionamento di materie prime e al permanere in alto delle quotazioni, ci porta giocoforza ad essere di nuovo pessimisti sull’andamento dell’attività per tutto il corrente anno.
5.
Per quanto ci riguarda non ci sono state conseguenze dirette sulla nostra capacità di approvvigionamento, in quanto lattice e gomma naturali sono prodotti in paesi e viaggiano su rotte che non sono stati in alcun modo influenzati dalla attuale situazione bellica. Ciò nondimeno, ci sono state conseguenze indirette nella misura in cui alcuni clienti hanno dovuto rallentare il consumo dei nostri prodotti, in quanto non dispongono della quantità sufficiente di altri materiali per far fronte al totale degli ordinativi ricevuti di prodotto finito. u
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“La disponibilità delle materie prime potrebbe migliorare entro fino anno, ma il riassetto dei trasporti marittimi richiederà più tempo”
Torchiani
Ermes Veneri Responsabile settore gomma
1.
Checché se ne dica, la pandemia ha condizionato ancora il mercato nel 2021, con i connotati che ormai conosciamo bene: mascherine, igienizzanti, smart working, videoconferenze e green pass hanno imperversato per tutto l’anno con i condizionamenti già sperimentati nel 2020, compresa la chiusura quasi totale a personale esterno da parte di alcune aziende. Tuttavia non si può che essere d’accordo sul fatto che, per quanto riguarda le materie prime, il mercato è stato letteralmente sconvolto dalla scarsa o addirittura inesistente disponibilità di parecchi materiali, nonché dai folli aumenti di prezzo dei noli marittimi. Che virus e lockdown abbiano causato una forte interruzione del traffico merci globale è evidente, che si potessero verificare le due situazioni in termini così drammatici era senz’altro difficile prevederlo, così come ancora oggi è difficile individuarne le precise cause scatenanti. Sia pure dando per scontato che in Cina manchino i container, che i porti abbiano una scarsa capacità di stoccaggio e che siano rimasti congestionati dal boom del post-lockdown e dalle dimensioni sempre maggiori delle navi, che i controlli legati alla pandemia rallentino le operazioni di carico e scarico, che a conti fatti sia allo stremo un sistema logistico, già provato dal forte squilibrio dei valori di scambio molto elevati dalla Cina verso Usa ed Europa, tutto questo ha davvero compromesso e continua a compromettere la disponibilità di gran parte delle materie prime.
2.
Gli utilizzatori sono rimasti scioccati sia dagli aumenti di prezzo delle materie prime che dalla impossibilità di forniture costanti per molti prodotti, in mancanza di precisi contratti coi fornitori o perlomeno di consolidate situazioni commerciali. Si possono citare, per esempio, i perossidi, con la criticità di bisperossido e di alcuni gradi particolari, del plastificante DINP e dell’olio paraffinico. Di fronte a queste situazioni i clienti hanno cercato di tutelarsi omologando nuovi prodotti e fornitori ed emettendo ordini a programma, ma sono stati comunque costretti ad accettare tutti gli aumenti di prezzo per non fermare le produzioni. Da parte nostra abbiamo dovuto rinunciare a trattare alcune materie prime provenienti dalla Cina, anche a causa dei lunghi tempi di consegna (fino a tre mesi e più dalla data dell’ordine), concentrandoci su prodotti sulla cui disponibilità potevamo contare, e aiutando i clienti a formulare ragionevoli previsioni di consumo ed acquisto, garantendo
MATERIE PRIME così che i prodotti di loro interesse continuassero ad essere disponibili.
3.
Il 2021 è stato effettivamente un anno positivo, in merito a volume e fatturato, sia per noi che per i nostri clienti, la maggior parte dei quali ha sempre lavorato a pieno ritmo nonostante tutte le difficoltà menzionate, che si sono parzialmente smorzate solo nell’ultimo trimestre dell’anno.
4.
All’inizio del 2022 le previsioni o, meglio, le speranze di un assestamento di prezzi e disponibilità delle materie prime si sono rapidamente spente con lo scoppio della guerra in Ucraina. Pandemia e guerra rischiano fortemente di bloccare la globalizzazione, prova ne è che la filiera produttiva, ormai sconvolta da due anni di situazioni negative e problematiche, sembra avvicinarsi sempre più al punto di rottura in una o più delle sue fasi.
5.
Considerando le materie prime provenienti dalla Russia, il panorama è a dir poco sconfortante: carbon black ed elastomeri sono ancora disponibili, sia pure a volumi ridotti, a prezzi allucinanti e spesso senza garanzie di consegna nei tempi teorici previsti. Anche la scarsità di tir e di autisti, per la presa in carico di prodotti sdoganati in Polonia o in Lituania, rappresenta un grosso problema, che ha già determinato un aumento dei costi di trasporto fino al 200% rispetto all’inizio dell’anno. Esiste d’altro canto anche la situazione per cui alcune aziende della gomma hanno deciso di non acquistare più materie prime di origine russa. Per il momento il nostro business non sta subendo particolari contraccolpi, ma sicuramente la situazione è destinata a peggiorare se, come qualcuno sta sostenendo, le sanzioni sul petrolio russo colpiranno anche i derivati. In generale c’è poco da stare allegri, considerando anche che, a livello globale, la disponibilità delle materie prime potrebbe migliorare entro la fine dell’anno, ma che il riassetto della filiera dei trasporti marittimi richiederà molto più tempo. Non possiamo infine ignorare i consistenti aumenti dei costi energetici: le energie rinnovabili stanno facendo passi notevoli, superiori alle previsioni, auguriamoci che questo sia sufficiente a migliorare almeno questo aspetto dell’attuale situazione di crisi. u
“Le aziende ritenute energivore, come quelle del settore della gomma, dovranno operare in un clima di continuo aumento dei costi”
Zeon Europe
Riccardo Musci Branch Manager di Zeon Europe Gmbh in Italia
1.
Zeon Europe ha evidenziato nel corso del 2021 la scarsa disponibilità di materie prime ed in particolare dei feedstock. I noli marittimi nel Far East sono cresciuti e la situazione rimane tuttora critica sia per i ritardi che per le ripercussioni dei costi che continuano a salire.
2.
L’aumento dei costi delle materie prime, la loro scarsa disponibilità e l’aumento dei costi generali e dei trasporti a fatto sì che anche Zeon Europe abbia incrementato i prezzi, e il mercato si è adeguato di conseguenza.
3.
Il risultato del 2021 è stato molto positivo sia in termini di volumi che di fatturato, ed è stato trascinato dall’enorme domanda del mercato dopo una crisi pandemica che aveva provocato nel 2020 la fermata dello stesso.
4.
Il 2022 è iniziato bene, ma la crisi geopolitica internazionale tra Usa, Cina, Russia ed Unione Europea provocata dal conflitto Russia-Ucraina ha ulteriormente acuito la crescita dei costi dell’energia. Le società ritenute “energivore” come le aziende del nostro settore dell’industria della gomma dovranno quindi operare per tutto il 2022 in un clima di continuo aumento di costi.
5.
Zeon Europe non produce in Unione Europea e non usa carbon black nei suoi prodotti. Pensiamo che per tutto il 2022 ci saranno effetti indiretti sul business degli elastomeri dovuti alla crisi Russia-Ucraina. u
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DALLE AZIENDE
di Riccardo Oldani
La passione nel motore JP-TECH è un’azienda agile, dinamica e creativa, che progetta e realizza macchine per il settore gomma, nuove o revisionate, basandosi su una profonda conoscenza della meccanica, dell’elettronica e delle nuove tecnologie digitali. Il risultato sono soluzioni innovative, capaci di aggiornare processi o concetti consolidati con le nuove esigenze di sostenibilità, sicurezza, facilità di manutenzione e riduzione dei consumi. Un piccolo gioiello high-tech che ha sede ad Abbiategrasso, nell’hinterland sud di Milano
Un’immagine che unisce due grandi passioni dell’attività di JP-TECH: il Rugby Parabiago, di cui l’azienda di Abbiategrasso è main sponsor, e la tecnologia, rappresentata da un mescolatore aperto dotato di soluzioni brevettate.
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e aree industriali della pianura lombarda forse non saranno il massimo in quanto a valore paesaggistico. Ma se si va oltre l’apparenza, se non ci si limita a guardare i capannoni dal di fuori e si prova invece a 44
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scoprire che cosa succede al loro interno, si conoscono realtà incredibili. Storie d’impresa su cui si fonda lo zoccolo duro dell’economia italiana. La periferia di Abbiategrasso, nell’hinterland sud di Milano, non fa ecce-
zione. Qui ancora si estendono quasi a perdita d’occhio le strutture in cui avveniva MiVar, azienda storica, produceva i suoi televisori, sfidando con successo e creatività i colossi orientali dell’elettronica. Fino a quando gli alti
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I tre principali protagonisti di JP-TECH. Da sinistra, Gianluca Parini, Project Manager, e Arcangelo Langone e Giorgio Parini, fondatori dell’azienda.
volumi e il costo stracciato della manodopera dei competitor dell’Estremo Oriente resero il mercato impraticabile. FONDATORI, SOCI E AMICI Noi però siamo venuti qui per conoscere da vicino un’altra azienda, che da qualche anno si è affacciata sul mercato dei macchinari e delle strumentazioni per l’industria della gomma. Si chiama JP-TECH ed è nata nel 2016 per iniziativa di due soci, Arcangelo Langone e Giorgio Parini, uniti da una lunghissima storia di lavoro e di amicizia in vari settori e in vari paesi, ma sempre comunque nella progettazione e realizzazione di macchinari speciali. Ai due fondatori si è aggiunto più di recente, in qualità di project manager, il figlio di Giorgio, Gianluca Parini. Appena varcata la soglia del capannone in cui ha sede JP-TECH, si apre un ampio spazio diviso in due grandi ambienti da una lunga parete centrale.
Nell’ala a sinistra, un cubo di pareti vetrati isola la zona destinata agli uffici. CREATIVITÀ E VOGLIA DI FARE Distribuite in modo apparentemente casuale si notano all’interno del capannone originali sculture metalliche, realizzate grazie a sapienti competenze di saldatura. Negli uffici spiccano le maglie delle squadre maschile e femminile del Rugby Parabiago, i cui colori rossoblù sono sponsorizzati da JPTECH da anni perché, spiegano i fondatori, «non solo abbiamo una grande passione sportiva, ma in questo modo realizziamo qualcosa di concreto per la nostra comunità. L’attività dei team coinvolge centinaia di soci e si traduce anche in iniziative come scuole rugby per i più giovani, feste, eventi, manifestazioni musicali come il Rugby Sound Festival di Legnano, quest’anno va in scena dal 30 giugno al 10 luglio con ospiti del calibro dei Lacuna Coil, Litfiba, Subsonica, Fabri Fibra».
Può sembrare strano iniziare a descrivere un’azienda tecnologica partendo dalle iniziative culturali promosse dai suoi creatori, ma appena si inizia a conoscere Langone e i due Parini appare chiaro subito in concetto: a muoverli, nell’attività professionale così come nella vita privata, è la passione. Una grande voglia di fare caratterizzata da eclettismo, multidisciplinarità e inventiva. TRASFORMARE L’USATO IN UN GIOIELLO Prendiamo un caffè al distributore automatico dell’azienda, posizionato di fronte a un mescolatore aperto a cilindri di proporzioni mastodontiche, che sicuramente ha visto giorni migliori. Una delle attività di JP-TECH è il retrofitting di macchinari usati, effettuato su commissione diretta dei clienti oppure acquisendo vecchie apparecchiature non più utilizzate che vanno ad arricchire una sorta di archivio, da cui L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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DALLE AZIENDE
Una macchina revisionata da JP-TECH e installata come nuova nello stabilimento del committente. L’azienda sviluppa soluzioni ex-novo oppure fa un retrofitting completo di macchinari usati, rendendoli perfettamente compatibili con le più stringenti norme di sicurezza e le necessità della digitalizzazione.
poi si ricavano pezzi di ricambio oppure si realizzano macchine aggiornate con tutte le più recenti tecnologie. «Noi», dice Giorgio Parini, «trasformiamo l’usato su cui lavoriamo in qualcosa di completamente nuovo, sia nell’elettronica che nella meccanica. Smontiamo le macchine vecchie pezzo per pezzo, sulla base di un progetto definito con un lavoro di squadra, valutiamo attentamente che cosa può essere recuperato e che cosa va sostituito anche per dar vita a strumenti in linea con tutte le normative più attuali in fatto di sicurezza, prestazioni, consumi e industry 4.0. Curiamo ogni dettaglio, perfino la parte inferiore delle macchine, che non si vedono, perché poggiano sul pavimento, ma che in realtà sono le prime ad essere notate dai committenti quando le scarichiamo dai camion con la gru o con il carro-ponte». PROGETTI OGNI VOLTA UNICI Quasi sempre quelli condotti da JPTECH sono progetti unici, che vanno 46
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studiati dall’inizio, sulla base di una lunga esperienza acquisita, ma che ogni volta richiedono soluzioni adhoc, uniche e diverse. Parlando con Lagone e Parini si capisce che è soprattutto questo aspetto del loro lavoro ad appassionarli, il fatto cioè di aprire ogni volta un’avventura nuova, diversa dalle precedenti, per il desiderio di non cadere nella routine della ripetitività e creare ogni volta qualcosa che abbia in sé un aspetto di originalità. «Alla fine di questo percorso», dice Parini, «accompagniamo il prodotto finale con un certificato di macchina nuova. Siamo sempre alla ricerca di nuove tecnologie e soluzioni innovative per agevolare i clienti e aiutarli a risolvere i loro problemi. È un’attività che ci appassiona e che ci piace moltissimo». SOLUZIONI DA INTENDITORI Il mescolatore aperto che stiamo guardando, per esempio, «verrà completamente stravolto», spiega Parini. «Adotta infatti un vecchio sistema di aper-
tura del cilindro che non risponde alle nuove normative, secondo le quali, per ragioni di sicurezza l’apertura del cilindro deve avvenire anche nel caso in cui venga a mancare la corrente elettrica. L’unica soluzione che consente di farlo è un sistema oleodinamico con un accumulatore riempito di gas che, in caso di necessità, possa essere utilizzato per esercitare pressione sull’olio del circuito e spostare quindi i cilindri. Un sistema di questo genere non soltanto deve essere dotato di centraline in grado di attivarlo e gestirlo, ma deve usare un grande quantitativo di olio idraulico». E qui arriva l’innovazione, perché per risolvere il problema JP-TECH adotta un soluzione sviluppata in passato per un altro cliente, nientemeno che la Vibram, con cui ha lavorato nel rinnovamento dei mescolatori aperti e chiusi da cui escono le mescole usate per le suole in gomma più famose del mondo. «Stavamo ragionando su un sistema di apertura rapida dei cilindri per i
TECNOLOGIE
mescolatori aperti di Vibram», spiega Parini, «insieme con un nostro fornitore di tecnologia, la Moog, multinazionale tedesca dell’automazione. E tra le loro soluzioni abbiamo individuato una pompa elettro-idrostatica impiegata di solito sugli aerei per movimentare i flap e i timoni. Ci siamo resi conto che applicandola al nostro caso era possibile ottenere il risultato voluto utilizzando appena 4 kg di olio anziché diverse centinaia. Abbiamo quindi studiato il modo per applicarla sul mescolatore».
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DALL’IDEA AL BREVETTO «Il sistema», aggiunge Langone, «consente anche di controllare in tempo reale un’ampia serie di parametri di funzionamento della macchina, come per esempio eventuali sovrapressioni, e consente quindi di intervenire in via preventiva nel caso in cui si registri qualche valore anomalo, evitando PaginaPubblicitaria Corretta MAGGIO 2016.pdf quindi eventuali rotture e interruzioni
di produzione. Il tutto è stato anche completato con una batteria tampone, utile in caso di emergenza perché ha una durata di gran lunga superiore rispetto al ciclo di lavorazione della macchina. Siamo anche molto attenti ai consumi e per questo utilizziamo motori brushless. Tutto questo sistema non esisteva sul mercato e quindi lo abbiamo brevettato riscontrando tra l’altro l’immediato interesse di importanti produttori del settore». SVILUPPO DI NUOVI PROCESSI Mentre ci spostiamo all’interno del capannone ci imbattiamo in una serie di scatole da cui fuoriescono prodotti che, ci spiegano in JP-TECH, sono fallati per un problema di processo del produttore. «Si tratta di un nostro cliente», racconta Giorgio Parini, «una multinazionale che ha una sede di produzione qui in Italia, e che si è 1 27/05/16 15:42 accorta del difetto solo dopo avere
realizzato una grande quantità di materiale, per molte centinaia di migliaia di euro. Prima di buttare via tutto, con un danno economico non indifferente, ci hanno chiesto se potevamo escogitare qualcosa. Ci siamo fatti spiegare nel dettaglio le fasi di lavorazione e i macchinari impiegati. Uno di questi, tra l’altro, si trovava inutilizzato in azienda, quindi su di esso abbiamo impostato un processo inverso che ci ha consentito di recuperare i materiali utilizzati e di realizzare il prodotto in modo corretto». In questo caso, pertanto, JP-TECH ha sviluppato insieme con il cliente un nuovo processo di lavorazione. Nella fattspecie per ovviare a un problema di produzione con una soluzione unica e irripetibile. Ma in altre situazioni il suo intervento può introdurre migliorie in processi già consolidati, soprattutto con la finalità di un approccio più green e di un minor utilizzo di energia e di consumabili.
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DALLE AZIENDE
Uno dei mescolatori aperti rinnovati da JP-TECH per Vibram e (sotto) il suo pannello di controllo. L’azienda di Abbiategrasso non cura soltanto lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche ma anche del software di gestione dei macchinari, con interfacce di utilizzo improntate alla massima semplicità e comprensione.
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TECNOLOGIE ORIENTATI AL RISPARMIO E AL GREEN Torniamo al caso del mescolatore aperto. «Con questo retrofitting», dice ancora Langone, «riusciamo quindi a impiegare un circuito oleodinamico con solo 4 litri di olio anziché 250 litri. Che cosa significhi un risultato del genere è di immediata comprensione per un imprenditore. L’olio idraulico costa almeno 12 euro al litro e andrebbe cambiato una volta ogni anno e mezzo. La tecnologia Moog utilizzata, inoltre, è garantita per almeno 20 milioni di cicli. Insomma, parlamo di un grande risparmio in termini di materiali e di manutenzione. Adottando un’elettronica evoluta, inoltre, la macchina si rende immediatamente conto della mancanza di carico e, dopo un tempo che si può preimpostare in fase di settaggio, va in stand-by, con un ulteriore risparmio sui consumi energetici,
restando comunque pronta a ripartire immediatamente in caso di necessità. Spesso visitando le aziende ci accorgiamo che le macchine lavorano a vuoto per decine di minuti, generando costi inutili. E questo nonostante la continua formazione del personale da parte delle aziende, che non riesce però ad eliminare del tutto distrazioni o dimenticanze. Ora però l’elettronica ci fornisce gli strumenti per introdurre semplici automatismi nelle macchine che, a fine anno, possono portare a sostanziali risparmi sulle bollette energetiche». Inutile dire che, con il costo attuale dell’energia, soluzioni di questo tipo, che sono il pane quotidiano di JPTECH, si rivelano quanto mai utili. Con dispositivi di questo è anche possibile calcolare con precisione i tempi effettivi di lavoro della macchina, a beneficio di una manutenzione più precisa e meglio programmata.
IL NODO DELLA SICUREZZA Un altro tema è quello della sicurezza. «Cerchiamo», dice Parini, «non soltanto di rispettare tutte le normative ma anche di andare oltre. Tra i nostri consulenti ci avvaliamo di un ingegnere che ci segue nella fase di certificazione ed è un esperto di infortuni nel settore gomma. Conosce quindi a menadito tutte le casistiche possibili per ogni tipo di macchinario. Oggi si adottano tutte le cautele e le soluzioni per rendere le macchine per la gomma il più possibile sicure, ma nessun produttore di macchinari sarà mai in grado di dare al cliente la certezza assoluta che sulle sue linee non si verificherà mai una situazione di pericolo. Noi lo sappiamo bene, non possiamo promettere l’impossibile. Ma ci siamo prefissi un obiettivo: nel caso malaugurato di un incidente su una nostra macchina vogliamo arrivare al punto di sentirci di-
La schermata principale dell’interfaccia di gestione e controllo delle macchine costruite o revisionate da JP-TECH. In questo caso si tratta di un mescolatore aperto.
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DALLE AZIENDE
spiaciuti ma mai responsabili, perché certi di avere fatto il massimo possibile per la sicurezza delle persone». Secondo i titolari di JP-TECH non tutti i loro concorrenti presenti sul mercato delle macchine ricostruite sono altrettanto scrupolosi. Troppo spesso vediamo, ancora adesso, macchine contrassegnate con la targhetta CE che non rispettano le normative. Questo succede perché i controlli nel settore spesso non vengono fatti, e questo apre la strada al proliferare di aziende poco serie che arrivano al punto di trascurare aspetti importanti della sicurezza per essere più competitive sui costi. Noi non accettiamo questo modo di fare. Sulle nostre macchine, anche quelle che usiamo internamente per le nostre lavorazioni sui metalli, adottiamo le misure più rigide per la sicurezza».
AGILITÀ INNANZI TUTTO JP-TECH è una struttura agile, composta da sei persone, ma è comunque attrezzata con macchine e personale per realizzare internamente tutto quanto serve per sviluppare i suoi progetti. Solo alcune lavorazioni molto particolari sono affidate a fornitori esterni di fiducia. Anche i quadri elettrici sono realizzati all’esterno su precise specifiche. Del resto, non è facile trovare personale per un struttura che lavora al servizio dei clienti, e che quindi spesso deve fare le manutenzioni il sabato o installare le macchine in agosto e in dicembre per installare, cioè quando si interferisce di meno con la produzione dei committenti. Ora Langone e Parini stanno lavorando a un accordo con un fornitore estero di macchine che poi verranno “vestite” nel sito di Abbiategrasso con le
tecnologie più avanzate per il rispetto delle normative, per la sicurezza e per le esigenze 4.0. ALTRE MACCHINE SPECIALI Un altro processo sviluppato da JPTECH per il settore della gomma, e di cui si può vedere un bel video direttamente sul sito dell’azienda (jp-tech.it), consente di lavorare panetti cilindrici di mescola in gomma, filtrarli, additivarli con talco e trasformarli in granuli più semplici da confezionare e lavorare. Il granulo esce dalla macchina a temperatura ambiente pronto per il confezionamento. Tutte le macchine prodotte dall’azienda, nuove o revisionate, sono gestite a livello software con programmi sviluppati ad hoc. MANUALI PER L’USO E LA SICUREZZA Una parte importante dell’impegno
Il sistema di gestione è in grado di raccogliere un’ampia e interessante serie di dati di lavorazione e di modificare parametri di impostazione.
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TECNOLOGIE
Comoda e immediata anche la gestione della manutenzione, per cui si possono impostare settaggi predefiniti, con passaggi che obbligano l’utilizzatore a effettuare tutti i controlli necessari a un corretto funzionamento della macchina, con grandi vantaggi per la longevità operativa e per la sicurezza degli operatori.
profuso da JP-TECH nella progettazione delle sue macchine riguarda la sicurezza e trova un riscontro nei dettagliatissimi manuali che l’azienda produce per ogni sua realizzazione. Questo anche quando si tratta di una macchina revisionata. È Gianluca Parini, Project manager dell’azienda, a spiegarci il lavoro fatto in questa direzione. «Raramente le macchine revisionate sono accompagnate da un manuale d’uso e manutenzione, come invece facciamo noi. Questa manualistica è prevista dalla normativa ed è fondamentale, perché dal momento in cui si tocca anche un singolo cavo di un macchinario s’impone anche una revisione e un controllo completo per quanto riguarda tutti gli aspetti della sicurezza». Il manuale descrive tutte le tipologie di segnalazione, l’uso della macchina,
le operazioni di manutenzione oltre identificare di tutte le eventuali zone di pericolo con l’indicazione delle sicurezze installate. Sono anche descritte le targhette e la cartellonistica apposta con le indicazioni per gli operatori. Ogni dispositivo di sicurezza viene descritto nel dettaglio per spiegare a che cosa serve, come si utilizza e come funziona. AREE DI INGOMBRO E AGGIORNAMENTI In media ogni manuale prodotto da JPTECH, comprensivo di tutti gli allegati, può variare dalle 5.000 alle 7.000 pagine, a seconda degli accessori impiegati. Oltre ad esso sono forniti anche tutti gli allegati, cioè tutti i manuali relativi alle componenti installate. Questa documentazione è sempre redatta nella lingua del paese di destinazione
del prodotto. «Dopo l’installazione e la consegna del manuale», dice ancora Gianluca Parini, «facciamo un sopralluogo, per verificare per esempio che nell’area intorno alla macchina in cui si muovono gli operatori non si trovino ingombri che potrebbero essere di pericolo per le persone, oppure per controllare i dati fonometrici e controllare che il rumore prodotto nel punto di utilizzo corrisponda a quello misurato durante il collaudo. Se riscontriamo situazioni particolari realizziamo un aggiornamento del manuale per il cliente». In questo modo le aziende utilizzatrici si trovano in possesso di una documentazione preziosa con tutti i dettagli della strumentazione acquisita, mentre JP-TECH può dimostrare tutto il capillare lavoro fatto per la sicurezza del personale. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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DALLE AZIENDE
di Riccardo Oldani
La qualità è una questione di calore Le analisi termogravimetriche, o TGA, consistono nel riscaldare i campioni di una mescola o di un articolo tecnico per determinarne in modo ultrapreciso la composizione e individuarne conformità o difetti. TA Instruments, divisione del gruppo Waters, è il principale produttore mondiale degli strumenti che effettuano questo tipo di test. Ora il suo obiettivo è farsi conoscere sempre di più dalle aziende della filiera della gomma. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Casassa, direttore vendite per l’Italia e per il Sud Europa
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l calore è una grandezza fisica che indica l’energia scambiata tra due mezzi che si trovano a temperature diverse. È presente in ogni momento nelle nostre vite quotidiane e la sua importanza si estende a ogni tipo di attività. Quelle legate alla trasformazione della gomma non ne sono certo escluse. Mescole e articoli tecnici, negli ultimi decenni, sono per esempio stati chiamati a impieghi sempre più sfidanti, a temperature di esercizio sempre più elevate. Capire il loro comportamento in certe condizioni è fondamentale. Ma potare progressivamente un campione ad alte temperature non è soltanto indicativo della sua capacità di affrontare determinate condizioni operative. È anche un metodo per capire l’esatta composizione di una mescola o che cosa ci sia esattamente in un determinato prodotto. LE BASI DELLA TERMOGRAVIMETRIA Una delle tecniche che consentono questa analisi fine degli elastomeri è la termogravimetria, un’analisi sempre più popolare nelle imprese della gomma, sia quelle che producono mescole sia i trasformatori e produttori di articoli tecnici. Come funzionano gli strumenti che consentono di realizzarla? A spiegarcelo è Giuseppe Casassa, Southern Europe Sales Director
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Giuseppe Casassa, Southern Europe Sales Director di TA Instruments.
STRUMENTAZIONE
Il Discovery TGA 550 è il modello intermedio nella gamma di analizzatori termogravimetrici di TA Instruments. Raggiunge una temperatura massima di 1.000 °C e una capacità massima di peso del campione di 1.000 mg.
di TA Instruments, Divisione del gruppo Waters, multinazionale con sede negli Stati Uniti e filiali in tutto il mondo, Italia compresa. «Semplificando molto», dice Casassa, «possiamo immaginare uno strumento per termogravimetria come una bilancia collegata a un fornetto. Vi si scalda un campione controllandone contestualmente il peso. All’inizio osserveremo dei fenomeni di evaporazione, innescati dalle componenti più volatili, che portano a una corrispondente perdita di peso. Poi, mano a mano che la temperatura cresce, se il campione è in gomma, si decompongono le catene polimeriche, con ulteriori perdite di peso. Cambiando la composizione dell’atmosfera in cui viene condotta l’analisi, per esempio passando da condizioni pro-
tettive, in azoto, ad altre ossidanti, in aria, si brucia poi il carbon black presente fino ad avere alla fine un residuo composto dai filler inorganici, come per esempio caolini o simili». DA SEMPRE LEGATI AI MATERIALI Casassa è la persona più adatta a cui chiedere che cosa sia la termogravimetria. TA Instruments è il più grande produttore del mondo, come confermano dati di marketing indipendenti, nel settore della strumentazione per l’analisi termica. «La nostra azienda», ci racconta, «si è sempre occupata di strumenti per la caratterizzazione dei materiali, polimeri ed elastomeri. Siamo nati come gruppo interno alla DuPont e per parecchio tempo, fino agli inizi degli anni Novanta, ne abbiamo
fatto parte. Poi, come hanno fatto altre grandi aziende, l’attività è stata costituita in una società a sé stante, che è uscita dal gruppo e ha preso il nome di TA Instruments. In seguito il gruppo Waters ha acquisito TA Instruments». Waters e TA Instruments conducono attività diverse e parallele. La prima ha forti competenze nel campo della cromatografia liquida e della spettrografia di massa, tecnologie che guardano relativamente poco al mercato dei polimeri e dei materiali e sono più rivolte ai settori della farmaceutica, della ricerca biologica e biochimica e alle analisi ambientali. UNA CRESCITA COSTANTE Dall’inizio degli anni Duemila in avanti il gruppo Waters ha iniziato una forL’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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DALLE AZIENDE
Il Discovery TGA 550 dispone di un sistema automatico di caricamento che può alloggiare fino a 25 campioni.
te attività espansiva, basata su acquisizioni di aziende mirate, spiega Casassa, «a integrare la nostra offerta di prodotto, che inizialmente si basava soprattutto su calorimetri differenziali e analizzatori termogravimetrici. Il manager di allora si era reso conto che occorreva espandere la gamma per aumentare il business, pur restando nel campo degli strumenti che utilizzano il calore per sollecitare il campione e poi ne misurano la risposta. Produzione e offerta si sono così arricchite con strumenti per analizzare la conducibilità termica dei materiali e, quindi, il loro grado di isolamento, apparecchi per condurre prove meccaniche o per misurare la dilatazione termica dei materiali». L’INTERESSE PER LA GOMMA Il settore della gomma è tra quelli più 54
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interessati a questi strumenti, per la necessità di misurare il comportamento dei materiali in relazione alla temperatura o di studiarne la composizione, grazie alla termogravimetria, in termini di quantità di polimero, plastificanti, carbon black e altre componenti. «Da qualche tempo», commenta Casassa, «TA Instruments sta cercando di avere un focus più specifico e dedicato al settore della gomma. Il distretto della Rubber Valley, tra Brescia e Bergamo, è in particolare il nostro obiettivo, per il quale abbiamo pensato a una serie di strategie orientate a farci conoscere sempre di più e meglio». La sede italiana di TA Instruments si trova, del resto, a pochi chilometri dalla zona del Sebino. L’intervista a Giuseppe Casassa è anche un’occasione, per noi de L’Industria della Gom-
ma, di visitarne gli uffici, in un moderno complesso a Sesto San Giovanni nell’area dove un tempo si trovavano le storiche acciaierie della Falck. Ma perché, chiediamo a Casassa, questo rinnovato interesse per le aziende del nostro settore? «Perché TA Instruments», ci risponde il manager, «può vantare prodotti con una serie di caratteristiche uniche, spesso anche coperte da brevetto, che sicuramente possono essere di interesse per tutte le aziende del comparto, a partire da quelle che realizzano e caratterizzano le mescole per arrivare a quelle impegnato nella trasformazione e nello stampaggio». CRESCITA DELLA RICHIESTA In realtà molte aziende della gomma già usano prodotti TA Instruments, «anche se», ci dice ancora Casassa,
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«non raggiungiamo in questo ambito il market share dominante che abbiamo, per esempio, nel settore dei compositi per l’industria aerospaziale, dove siamo davvero il punto di riferimento riconosciuto. Nel Sebino ci confrontiamo con competitor distribuiti da aziende presenti sul territorio, e quindi molto ben introdotte nel mercato locale. Ora però notiamo che le aziende del settore, richiedono con maggior frequenza strumenti tecnologici e di analisi che sono sempre di più un viatico indispensabile per lavorare con i grandi gruppi committenti, per esempio nel settore dell’automotive o dell’aerospaziale. Per le aziende della gomma, insomma, è sempre più necessario dimostrare di essere in grado di effettuare determinati controlli». Chi fa le mescole, ci fa notare il direttore vendite di TA Instruments, deve essere certo che, dopo i vari passaggi di produzione le percentuali delle varie componenti rientrino in precise tolleranze. Chi, a sua volta, utilizza queste mescole per trasformarle in articoli tecnici deve verificare che i materiali che utilizza abbiano le caratteristiche richieste, al di là dei certificati esibiti dal fornitore, e poi deve effettuare controlli sui prodotti finiti.
DIMOSTRAZIONI PRATICHE Gli strumenti per condurre analisi di questo tipo non si comprano, ovviamente, a scatola chiusa. Anche per questo, nella sede di Sesto San Giovanni, Waters ha anche allestito due laboratori, di cui uno interamente dedicato ai prodotti TA Instruments. «Non vi conduciamo analisi per conto terzi», spiega Casassa, «ma ci serve come supporto alla vendita, per dimostrare ai clienti le potenzialità degli strumenti. Con i quali, quindi, effettuiamo abitualmente prove reali su materiali o prodotti, con le quali il cliente può apprezzare non soltanto la precisione delle misurazioni ma anche il funzionamento degli strumenti e del software e le loro potenzialità in situazioni operative. Spesso chi ci interpella ci propone problemi concreti e specifici legati ai comportamenti delle mescole che hanno prodotto o che utilizzano. Hanno già in molti casi le idee chiare sui passi da compiere per risolverli, che generalmente riguardano l’individuazione di problemi specifici nel processo produttivo o nella composizione dei materiali, ma noi siamo in grado di aiutarli a trovare la risposta corretta».
PERSONE PREPARATE Per essere di supporto ad aziende che hanno problemi molto specifici da risolvere occorre conoscere le esigenze del settore e i processi produttivi della gomma. Per questo TA Instruments può contare su persone specificamente preparate. «Abbiamo due responsabili di vendita interni, per il Nord e per il Centro Sud, e poi abbiamo costruito una rete di agenti per essere presenti in modo capillare sul territorio. In più abbiamo un responsabile del supporto analitico che è in grado di dialogare con i nostri clienti conoscendo nel dettaglio le loro esigenze e le caratteristiche dei nostri prodotti. Abbiamo quindi una persona interna in grado di interloquire sugli aspetti applicativi e di fornire addestramento e formazione sull’utilizzo degli strumenti dopo che sono stati installati nella sede del cliente». Dopo che i tecnici hanno installato lo strumento, lo hanno collegato alle varie utenze e verificato il corretto funzionamento, questa figura fornisce il supporto tecnico applicativo. «Si tratta di un intervento fondamentale nel nostro settore, senza il quale il cliente corre il rischio di non sfruttare appieno le potenzialità e le capacità dei prodotti che ha acquistato». LA FORMAZIONE ISTITUZIONALE Alla formazione post-vendita si aggiunge poi un ricco programma di corsi di formazione “istituzionali” che, spiega Casassa, «tendiamo a organizzare in due sessioni, una primaverile e una autunnale, con incontri su te-
Il display touch screen del TGA 5500. L’azienda sviluppa autonomamente anche tutta la parte software dei suoi strumenti.
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Il Discovery DMA 850 è invece un analizzatore dinamico-meccanico, in grado di misurare le proprietà meccaniche di un campione, anche in gomma, in un’ampia gamma di temperature.
mi generali che possono essere rivolti a chi già utilizza i nostri strumenti, e vuole rinfrescare qualche nozione per rimanere aggiornato, oppure a clienti che ancora non hanno deciso come attrezzare il laboratorio e vogliono saperne di più sulle metodiche di analisi termica, per capire quali informazioni e vantaggi potrebbero ricavarne». Altre attività divulgative vengono condotte utilizzando soprattutto lo strumento dei webinar. «Inoltre, in collaborazione con l’Università di Brescia, con cui abbiamo uno stretto rapporto di collaborazione, organizziamo incontri in cui intervengono nostri tecnici insieme con docenti dell’ateneo, sempre incentrati sulle tecniche dell’analisi termica». Tra l’altro, le apparecchiature propo56
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ste sul mercato da TA Instruments possono essere utilizzate per caratterizzare anche i nuovi materiali che si stanno affacciando sempre di più nel mercato della mescolazione e della trasformazione, come i fluoroelastomeri, i siliconi e gli elastomeri termoplastici, o TPE. DALLA MESCOLA ALLA FORMULA «La richiesta più frequente che ci fanno i clienti», dice Casassa, «è di aiutarli a capire perché materiali che si sono sempre comportati nel modo atteso e secondo le specifiche iniziano ad avere problemi di qualità. Adesso sta diventando un po’ più frequente anche la richiesta di definire quantitativamente la composizione di un polimero formulato, che sappiamo essere
una miscela di uno o più elastomeri a cui si aggiungono l’olio plastificante, il carbon black e la carica inorganica». A parte altri additivi, come acceleranti o simili, che entrano in quantitativi minimi nella formulazione e non possono quindi essere evidenziati, le analisi termiche consentono infatti di avere informazioni sulla composizione di una mescola, per verificarne la corrispondenza alla ricetta ma anche per realizzare una sorta di “reverse engineering”. «Tra l’altro», ci dice l’esperto, «abbiamo messo a punto una soluzione specifica che permette di riscaldare i campioni in maniera “dinamica” e di capire meglio quali sono le varie sottofrazioni di questi componenti. Negli ultimi tempi questa caratteristica è partico-
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larmente apprezzata, probabilmente perché le formulazioni sono talmente spinte che basta uno scostamento minimo nella percentuale di un componente per alterare le prestazioni di un prodotto». UNA GAMMA COMPLETA TA Instruments ha nella propria gamma diversi modelli di TGA, Thermal Gravimetric Analyzer, tutti appartenenti alla linea Discovery. Il TGA 55 è il più piccolo e differisce da quello intermedio, il TGA550, essenzialmente nel software e nella possibilità di quest’ultimo di lavorare non soltanto in modalità manuale, ma anche con un campionatore automatico, un carosello in cui si possono caricare i vari campioni. Lo strumento top di gamma, il TGA 5500, invece vanta una tecnologia completamente diversa. Non riscalda con resistenze ma con lampade a infrarossi, ottenendo quindi
temperature più elevate, fino a 1.200 °C, e in tempi più ridotti rispetto agli altri due modelli. La gamma viene sempre rinnovata dall’azienda. Il 2021, in particolare, è stato un anno molto ricco di prodotti nuovi o di aggiornamenti, che hanno portato a conclusione una serie di progetti avviati da tempo. «Altri si concluderanno nel 2023», preannuncia Casassa, «anno in cui ci attendiamo altre interessanti novità di prodotto. Ma TA Instruments segue anche la politica di mantenere per lungo tempo le sue gamme di prodotto. La Serie Q, per esempio, introdotta agli inizi degli anni Duemila, è stata a lungo uno dei nostri cavalli di battaglia. Oggi non è più prodotta, ma continuiamo comunque a fornire assistenza e manutenzione. Il nostro obiettivo, quindi, è proporre strumenti in grado di durare nel tempo, anche in un settore tecnologico in
cui il turnover e il tasso di innovazione dei prodotti è più elevato rispetto ad altri». RICERCA E TRANSIZIONE 4.0 Il software è parte fondamentale di questi strumenti, sviluppata da TA Instruments in modo autonomo. Tutta la ricerca e sviluppo del gruppo viene condotta negli Stati Uniti, nella sede di Newcastle, in Delaware, dove si trova il nucleo storico della società, collocato ancora di fronte agli stabilimenti DuPont. Un sito produttivo e un centro di ricerca si trova anche in Germania, eredità di un’azienda, la Scarabaeus, acquisita da TA Instruments nel 2013. La conformità alle certificazioni internazionali e le funzioni digitali e in connettività introdotte sugli ultimi modelli hanno accresciuto, negli anni più recenti, l’interesse delle aziende della gomma agli strumenti di anali-
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si, che rientrano anche nelle possibilità di agevolazione fiscale del Piano Transizione 4.0. «Una parte del nostro software», spiega Casassa, «consente di importare liste di campioni create esternamente e anche di esportare i risultati nel software centrale di gestione aziendale, rispondendo a uno dei requisiti cardine per ottenere le agevolazioni della transizione 4.0».
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ASSISTENZA DA REMOTO Tutti gli strumenti TA Instruments sono connessi con protocollo di rete. «Se quindi il cliente ci consente di accedere da remoto», conclude il manager, «siamo anche in grado di effettuare manutenzione e assistenza a distanza sui nostri prodotti. Ovviamente tutto dipende dalla disponibilità delle aziende di accordarci l’accesso dall’esterno alla loro
rete. Si tratta di un servizio incluso nella vendita del prodotto, quindi fornito gratuitamente. In alternativa possiamo suggerire ai clienti di condurre test e di inviarci i risultati per consentirci una nostra valutazione. Questo è uno schema che seguiamo soprattutto con le industrie farmaceutiche, che spesso per policy non sono inclini a fornire a terzi l’accesso dall’esterno alle loro gateway».u
Sempre nel campo delle analisi termiche, TA Instruments ha lanciato di recente il nuovo DSC X3, calorimetro a scansione differenziale che identifica transizioni di fase come la fusione e la transizione vetrosa. La macchina può testare simultaneamente tre campioni in condizioni identiche.
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NORMATIVE
di Davide Guardamagna e Paolo Santoro, avvocati
Materie prime troppo care o introvabili. Come tutelarsi? La materia prima fondamentale per evadere un ordine può non trovarsi più sul mercato oppure è aumentata di prezzo in modo spropositato. Eventualità all’ordine del giorno dopo il Covid-19 e la guerra in Ucraina. C’è un modo per le industrie della gomma di tutelarsi difronte a impegni divenuti insostenibili? La normativa prevede alcuni rimedi, ma gli strumenti più efficaci sono le clausole inserite nei contratti
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a pandemia e la guerra hanno acuito la difficoltà nel reperire le materie prime, sia per una difficoltà oggettiva di produzione sia per l’innalzamento dei costi, con ripercussioni sui contratti già in essere o sulle trattative in corso di definizione. Si pensi al caso in cui un imprenditore non riesca a reperire le materie prime per
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dare esecuzione, nei tempi e termini convenuti, al contratto sottoscritto con terzi. Quali strumenti il fornitore ha a disposizione per far fronte a tale situazione, quando cioè la regolare esecuzione degli ordini sia divenuta impossibile non per fatto proprio? In linea di principio, il Codice Civile individua due istituti
IL CONSIGLIO LEGALE
Un nuovo appuntamento fisso Da questo numero inizia la collaborazione de L’Industria della Gomma con lo studio GeALex - Guardamagna e associati, su temi legali che possono interessare l’attività delle imprese manifatturiere, e di quelle della gomma in particolare. Lo Studio Legale “GeALex - Guardamagna e associati” nasce nell’anno 1950, allorché due stimati giuristi fondarono uno dei primi studi legali associati del dopoguerra. Nel tempo, lo studio ha ampliato la sfera di competenze e attività per soddisfare le esigenze della clientela, che comprende istituti di credito, piccole e medie imprese, multinazionali attive in diversi settori quali quello produttivo, dell’industria manufatturiera, della finanza, del retail, dello sport, della ristorazione e dell’arte. L’articolata esperienza e le diverse competenze dei suoi professionisti permettono un’accurata assistenza in tutte le aree del diritto. L’avvocato Davide Guardamagna è il managing partner dello studio, esperto di diritto commerciale e societario. L’avvocato Paolo Santoro vanta una consolidata esperienza in materia di diritto del lavoro e di contenzioso in materia gius-lavoristica (assistendo in prevalenza aziende e società) e collabora con lo studio in qualità di Of Counsel.
astrattamente applicabili: la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta (art. 1467 e ss. cod.civ.) o per impossibilità sopravvenuta (art. 1463 e ss. cod.civ.). ECCESSIVA ONEROSITÀ SOPRAVVENUTA Il primo istituto è previsto per i contratti a esecuzione successiva rispetto alla conclusione dell’affare o per quelli con esecuzione continuata. Quando una delle prestazioni sia divenuta troppo onerosa per la parte che deve eseguirla, a causa di evento “straordinario e imprevedibile”, il vincolo contrattuale può essere sciolto dal giudice su istanza della parte la cui prestazione sia divenuta onerosa, solo per le prestazioni ancora da eseguire (non quindi per quelle già eseguite). Il requisito essenziale di questo rimedio giuridico è la straordinarietà e imprevedibilità dell’evento, circostanza difficilmente invocabile per i contratti sottoscritti dopo l’inizio della pandemia (31 gennaio 2020) o l’invasione dell’Ucraina (24 febbraio 2022), ma che potrebbe essere fatta valere per i contratti stipulati prima (cioè con ordine perfezionato e accordo concluso). L’eccessiva onerosità sopravvenuta deve, dunque, essere verificata caso per caso, tenuto conto anche del recente sviluppo della giurisprudenza. IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA Il secondo istituto è invocabile quando la prestazione sia divenuta oggettivamente impossibile: finché questa condizione perdura il debitore non è responsabile dei danni causati dal proprio inadempimento. Il contratto si scioglie se l’impossibilità permane oltre il termine di esecuzione oppure se il destinatario perde interesse. Diverso è invece l’effetto dell’impossibilità sopravvenuta quando sia solo parziale o temporanea. Anche questo secondo rimedio quindi, il rimedio, seppur astrattamente invocabile per la carenza di materie prime o il loro eccessivo rincaro, non garantisce una tutela “senza rischi” all’imprenditore, poiché è l’autorità giudiziaria che deve valutare la sussistenza dei relativi requisiti.
CLAUSOLE DA INSERIRE IN CONTRATTO Data la difficoltà di far operare le soluzioni previste dal Legislatore, sarebbe più prudente inserire in ogni ordine o contratto concluso in questo periodo una serie di previsioni (clausole), per disciplinare le possibili difficoltà in sede di esecuzione o prevederne gli effetti. Diverse sono le formule da utilizzare nella pratica, precisazioni che variano a seconda degli interessi da tutelare: prezzo, termini di consegna, capitolato tecnico, qualifiche o specifiche di prodotto, etc. La clausola va quindi adattata (come un vestito) alle singole esigenze aziendali. CONTRATTI DI AUTOTRASPORTO È infine utile segnalare che il 21 maggio 2022 è entrata in vigore la Legge n. 51 del 2022 di conversione del Decreto-Legge 21 marzo 2022 n. 51, legge che introduce alcune novità in materia di autotrasporto di cose per conto di terzi. In particolare, è stata prevista la clausola di “fuel surcharge”. Il provvedimento prevede di inserire nei contratti di trasporto conclusi per iscritto un meccanismo di adeguamento del corrispettivo al costo del carburante «sulla base delle variazioni intervenute nel prezzo del gasolio da autotrazione» come rilevate dal Ministero qualora queste superino del 2% il valore di riferimento al momento della conclusione dell’accordo. È stato inoltre introdotto un nuovo comma (“6-bis” al D.Lgs 286/2005) secondo cui: «[…] il corrispettivo nei contratti conclusi in forma non scritta si determina in base ai valori indicativi di riferimento» pubblicati e aggiornati dal Ministero. Tale misura che introduce quindi il rischio, per i contratti definiti non per iscritto (orali o privi dei requisiti di legge), che il vettore invochi la disposizione per “recuperare” la differenza tariffaria. Anche in questo caso il consiglio è di disciplinare i rapporti commerciali con clausole volte a tutelare le esigenze della propria attività. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA LUGLIO/AGOSTO 2022
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NEWS
Mercato dell'auto. I numeri non migliorano nel primo semestre
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empre col segno meno le statistiche relative alle immatricolazioni delle auto nel primo semestre. I dati pubblicati dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili e elaborati dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) mostrano un calo delle vendite sia a giugno che nei primi sei mesi dell’anno rispetto agli stessi periodi del 2021: -15% nel mese (lo stesso calo registrato a maggio), con 127.209 immatricolazioni di vetture nuove contro 149.670 di giugno dell’anno scorso, e -22,7% nel semestre, con 684.228 unità vendute a fronte delle 885.090 del gennaio-giugno 2021. Secondo il Centro Studi Promotor (CSP), da questo dato si ricaverebbe la previsione di una chiusura del 2022 con 1.179.703 immatricolazioni: un livello di vendite confrontabile con quello della fine degli anni ’60 del secolo scorso. Il mercato stenta a riprendersi, quindi. Molteplici, in questo periodo particolare, le cause, essenzialmente di natura economica, dovute alla pandemia e riconducibili, sostanzialmente, alla crisi della catena di approvvigionamento che ha interessato materie prime e dispositivi, con conseguenti rincari, cali della produzione, ritardi delle forniture. Paradossalmente, si verifica che il forte aumento della domanda di materie prime e dispositivi generato dalla ripresa economica post-covid non possa essere soddisfatto proprio per le difficoltà che si riscontrano nel reperire buona parte dei materiali necessari. È il caso, per esempio, dei microchip. Di quei dispositivi elettronici, cioè, che rendono possibile il funzionamento delle centraline delle auto, degli smartphone, dei computer e di tanti altri apparecchi di ultima generazione. Secondo la società multinazionale di consulenza Deloitte (sedi principali Londra e New York), i tempi di fornitura di semiconduttori dovrebbero attestarsi, nel 2022, tra le 10 e le 20 settimane. Nel 2021 erano 62
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20-52, e nel 2023 lo squilibrio tra la ripresa della domanda e la scarsità dell’offerta dovrebbe annullarsi. Resta comunque il fatto, secondo il CSP, che le prospettive di uno sviluppo positivo del mercato automobilistico italiano non sono rosee. Dall’inchiesta congiunturale condotta a fine giugno da questo Centro Studi risulta che il clima di fiducia dei concessionari è crollato a 18 nella scala da zero a cento e che il 49% degli operatori del settore auto prevede un peggioramento della situazione. A maggio questa percentuale era del 39%. Sulla stessa lunghezza d’onda i dati Istat di giugno dai quali si rileva, secondo quanto riferisce Anfia, un calo dell’indice di fiducia dei consumatori da 102,7 a 98,3 (base 2010=100) che ha un riflesso anche nel calo dell’indice della propensione all’acquisto dei beni durevoli, tra i quali l’automobile, che compie un notevole balzo all’indietro rispetto a maggio, passando da -63,8 a -87,3. L’indice del clima di fiducia delle imprese (Iesi – Istat economic sentiment indicator) è salito, invece, da 111,0 a 113,6. Per quanto riguarda le immatricolazioni, ricordiamo ancora che fino al 2020 quelle delle marche nazionali (Alfa Romeo, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Fiat Professional, Abarth) erano elaborate nel Gruppo FCA
(Fiat Chrysler Automobiles, sorto nel 2014 dalla fusione della Fiat col Chrysler Group, al quale appartenevano i marchi Chrysler, Dodge, Ram Trucks, Mopar e SRT); oggi rientrano in quelle conteggiate dal Gruppo Stellantis, nato il 16 gennaio 2021 dalla fusione di FCA e PSA, proprietaria, quest’ultima, dei marchi Citroen, DS Automobiles, Opel, Peugeot e Vauxhall. Le immatricolazioni del Gruppo Stellantis hanno registrato una flessione nel mese e nel semestre. A giugno sono state complessivamente 48.701 contro 56.615 dello stesso mese del 2021 (-14,0%) con la quota di mercato salita, tuttavia, al 38,3% dal 37,8% dell’anno prima; nel periodo gennaio-giugno ne sono state registrate 255.073 a fronte di 352.053 (-27,5%), con una quota di mercato scesa dal 39,8% dello stesso semestre del 2021 al 37,3%. Le marche nazionali presentano a giugno tutte il segno meno, ad eccezione dell’Alfa Romeo e della Maserati (nella foto la linea di produzione della Cielo); nel semestre, invece, questa eccezione sparisce, e le marche hanno tutte il segno meno. Questi i dettagli tra gennaio-giugno del 2022 e del 2021: - Fiat: -24,3% a giugno (16.812/22.197 le vendite di auto nuove; 13,2% e 14,8% le quote di mercato) e -28,9% nel semestre (98.653/138.730 le vendite; 14,4% e
TACCUINO
15,7% le quote) - Jeep: -21,3% a giugno (5.125/6.514 le vendite; 4,0% e 4,4% le quote) e -23,6% nel semestre (28.585/37.404 le vendite; 4,2% la quota, identica nello stesso periodo dei due anni a confronto) - Lancia: -14,3% a giugno (3.716/4.335 le vendite; 2,9% la quota, invariata nei due periodi) e -20,7% in gennaio-giugno (21.483/27.106 le vendite; 3,1% la quota, uguale nei due periodi) - Alfa Romeo: +27,7% a giugno (1.435/1.124 le vendite; 1,1% e 0,8% le quote) e -9,3% nei sei mesi (5.683/6.263 le vendite; 0,8% e 0,7% le quote) - Maserati: +59,3% a giugno (274/172 le vendite; 0,2% e 0,1% le quote) e -1,7% nel semestre (880/895 le vendite; invariata nei due periodi la quota dello 0,1%). Nel settore dei veicoli commerciali leggeri (VCL, con peso totale a terra, ptt, fino a 3,5 t), i dati elaborati dal Centro Studi e Statistiche di Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) su dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili si riferiscono al mese di maggio e mostrano, a confronto col 2021, una flessione sia nel mese che nel progressivo dei primi cinque mesi dell’anno. A maggio il mercato ha registrato il quarto calo consecutivo con 15.835 immatricolazioni di veicoli a fronte delle 17.847 dello stesso mese del 2021 (-11,3%). Nel periodo gennaio-maggio si sono totalizzate 74.076 immatricolazioni contro 80.925 dello stesso periodo dello scorso anno (-8,5%). Anche i dati del settore dei veicoli industriali medi e pesanti (medi, con ptt maggiore di 3,5 t e minore di 16,0 t; pesanti, con ptt uguale o superiore a 16,0 t), elaborati dall’Anfia, sono relativi a maggio e al periodo gennaio-maggio. Le immatricolazioni di nuovi autocarri mostrano un incremento complessivo nel mese e una contrazione nel cumulato. A maggio sono stati rilasciati, in totale, 2.440 libretti di circolazione, con un aumento del 10,7% rispetto a maggio 2021, quando i libretti rilasciati sono stati 2.204; i nuovi documenti rilasciati nei cinque mesi, invece, sono diminuiti del 2,2%, con 11.079 rilasci a fronte degli 11.328 dello stesso periodo 2021. Il settore dei rimorchi e semirimorchi pe-
santi (ptt di questa categoria maggiore di 3,5 t) ha messo a segno un incremento sia nel mese che nel cumulato: +45,4% a maggio, con 1.791 libretti rispetto ai 1.232 di maggio 2021, e +12,2% in gennaio-maggio, con 7.341 nuovi documenti su 6.545. Nel comparto trasporto passeggeri – autobus con ptt superiore a 3,5 t – il mercato ha subito a maggio una contrazione del 23,6%, con 214 nuove vendite su 280 di maggio 2021. Tutti i settori all’interno di questo comparto hanno registrato un calo nel quinto mese dell’anno ad eccezione dei minibus, che sono aumentati del 52%, con 38 vendite di veicoli nuovi su 25. Gli autobus adibiti al TPL (Trasporto Pubblico Locale) hanno avuto una flessione del 34,7% (124/190 il rapporto vendite), gli autobus e midibus turistici del 12,5% (rapporto vendite 35/40) e gli scuolabus del 32%, con 17 vendite su 25. Nei primi cinque mesi dell’anno tutti i settori, compreso quello dei minibus che aveva chiuso maggio col segno più, hanno subito una contrazione: gli au-
tobus adibiti al TPL hanno accusato un calo a doppia cifra del 20,1% (726/909 il rapporto vendite del periodo negli anni 2022 e 2021), gli autobus e midibus turistici sono scesi del 6,5% (144/154 il rapporto delle vendite), i minibus hanno fatto registrare anch’essi una flessione a due cifre (-13,0% col rapporto vendite 161/185), gli scuolabus sono diminuiti del 5,3% con 180 vendite su 190. Nel suo complesso, il comparto trasporto passeggeri ha totalizzato, nel periodo gennaio-maggio 2022, 1.211 vendite di veicoli nuovi a fronte dei 1.438 dello stesso periodo del 2021 (flessione del 15,8%). Secondo Giovanni De Filippis, presidente della Sezione Autobus di Anfia, l’andamento negativo di questo comparto risente particolarmente degli effetti combinati della pandemia e del conflitto bellico che aggravano ulteriormente la catena degli approvvigionamenti, sulla quale pesa, per di più, il forte aumento della richiesta di materie prime conseguente alla ripresa economica post-covid. (g.c.) u
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GLI INSERZIONISTI
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PEZZATO
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INDIAN/INT’L RUBBER JOURNAL
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