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Farina di grillo. Uno spunto per parlare dei “nuovi alimenti” nella UE

Inaspettatamente, il mese di gennaio 2023 verrà ricordato non soltanto per la classica dieta di inizio anno e neppure per la preparazione al Festival di San Remo, ma anche per aver offerto ai consumatori dell’Unione Europea una nuova opportunità di svago in cucina: la farina di grillo. Per essere precisi, la “polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)” passata alla cronaca come “farina di grillo” ha avuto la sua epifania nell’Unione Europea dal 3 gennaio 2023, con una apposita autorizzazione della Commissione Europea (il Regolamento di Esecuzione 2023/5) all’impresa che ha fatto richiesta di introdurlo nel territorio dell’Unione, come è necessario per tutti i “nuovi alimenti”.

A cosa fa riferimento l’espressione “nuovi alimenti”? Il Regolamento UE 2015/2283 li definisce così: “qualunque alimento non utilizzato in misura significativa per il consumo umano nell’Unione prima del 15 maggio 1997”. Con una semplificazione, quindi, si può dire che si tratta di tutto quanto non siamo abituati a mangiare già da diversi anni. La normativa europea, infatti, prevede che tutti questi nuovi alimenti debbano essere autorizzati dalla Commissione e inseriti in un apposito elenco.

L’autorizzazione viene concessa dopo uno studio dei dati scientifici sull’alimento e solo a seguito di un parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Per ottenere tale autorizzazione, già nel 2019 l’impresa richiedente ha presentato alla Commissione l’apposita domanda per l’immissione sul mercato dell’Unione della farina di grillo quale nuovo alimento, richiedendone l’uso nel pane e in molti altri elementi.

La richiedente ha inoltre dovuto presentare alla Commissione studi e dati scientifici a sostegno della domanda, ossia una descrizione dettagliata del processo di produzione e di altri dati, anche a sostegno della sicurezza del prodotto: tutte queste informazioni saranno protette per 5 anni dalla data di autorizzazione del prodotto. A seguito della ricezione di questi dati l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha analizzato quanto ricevuto e adottato un parere scientifico volto, anche, a rassicurare tutti sulla sicurezza del prodotto.

Da quest’anno, quindi, i nuovi prodotti che conterranno questo alimento dovranno indicare sull’etichetta la denominazione “polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)” e, inoltre, dovrà essere indicato che tale ingrediente può provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere.

Va segnalato che, benché il percorso per introdurre un “nuovo alimento” all’interno dell’Unione Europea sia abbastanza lungo, il vantaggio per le aziende innovative, che si fanno carico di presentare una richiesta di autorizzazione di un “nuovo alimento” è sostanziale: la facoltà esclusiva di introdurre il prodotto all’interno dell’Unione per un termine di 5 anni, salvo che qualcun altro ne faccia richiesta e produca studi scientifici adeguati (diversi da quella della prima richiedente). Nel caso di specie, tuttavia, da notizie di stampa risulta che altre aziende abbiano già presentato domanda di autorizzazione alla Commissione.

Da quello che riportano i produttori, si tratta di un altro passo nella direzione della sostenibilità, infatti, la farina di grillo non vuole sostituirsi alle farine di cereali, ma affiancarsi a queste con l’obiettivo di dare un apporto proteico importante, paragonabile a quello delle carni rosse, avendo un impatto ambientale dichiaratamente inferiore.

Sarà interessante vedere nei prossimi anni come brand e consumatori accoglieranno questo “nuovo alimento” – e altri con caratteristiche simili - all’interno dell’Unione: la sostenibilità avrà la meglio sul naturale timore verso gli ingredienti che non siamo abituati ad utilizzare? Quello su cui possiamo fare affidamento, viste le analisi e le verifiche delle autorità è la sicurezza del prodotto, circostanza che ci può permettere di provare tutti i “nuovi alimenti” con fiducia.

Pizzium e Crocca: piano per 15 aperture nel corso dell’anno

Dopo le dodici pizzerie a marchio Pizzium inaugurate nel corso del 2022, il gruppo annuncio un nuovo piano di espansione per l’anno in corso. Pizzium, progetto nato nel 2017 dalla collaborazione tra Stefano Saturnino e Nanni Arbellini, oggi conta 35 punti vendita in Italia. L’anno scorso sono arrivate le prime location al Sud, come Salerno e Napoli, più altri punti strategici, al di là di Milano che rappresenta ancora lo zoccolo duro della rete. Il 2023 prevede un’ulteriore espansione, con 15 punti vendita, tra cui La Spezia e il consolidamento in altre città come Genova, Roma, Verona e Milano. La strategia include anche il brand Crocca, acquisito lo scorso anno, per il quale si prevedono almeno 5 nuove pizzerie. Le prime saranno a Gallarate, Brescia e la seconda su Torino.

Arcaplanet, 50 negozi e nuovi formati in arrivo nel 2023

Arcaplanet ha chiuso il 2022 con 600 milioni di euro di fatturato (+50% sul 2021) e accelera nel piano di nuove aperture. La società ligure, lo scorso anno, ha assorbito Maxi Zoo Italia. Ma in una nota, afferma che la crescita dei ricavi sarebbe stata a doppia cifra anche a perimetro costante. Ora, per il 2023, l’obiettivo è di procedere con un ulteriore allargamento della rete retail. Arcaplanet, guidata dal Ceo Nicolò Galante, punta a 50 nuove aperture specialmente nel Sud Italia. Accanto a questo, verranno destinati nuovi investimenti per potenziare il canale eCommerce, che a regime dovrebbe apportare un quinto dei ricavi totali (oggi è sotto il 10%).

Arcaplanet sta lavorando anche per offrire ai consumatori format inediti di negozio. Un primo passo, sarà l’estensione del servizio “Pet Wash” (toelettatura e lavanderia), per ora disponibili solo in una cinquantina di punti vendita.

Torna Cibus 2023

Il 29 e il 30 marzo 2023 alle Fiere di Parma torna Cibus. Il Salone internazionale del Food&Beverage made in Italy si presenta nella sua tipica veste degli anni dispari, “Cibus Connecting Italy”, format di fiera compatto, che in due giorni sviluppa un programma mirato di eventi, panel e cooking show. In esposizione oltre 1.000 brand e circa 500 nuovi prodotti. Sono attesi 20.000 professionisti.

Cosmetica Italia, volano GDO e profumerie

Il Centro Studi di Cosmetica Italia ha presentato la nuova Indagine congiunturale. Con 13,2 miliardi di euro il settore cosmetico nazionale supera i livelli pre-Covid. La grande distribuzione resta il canale più rappresentativo (42,5% dei consumi) con un incremento dell’8,2% nel 2022 e una previsione di +5,1% per i primi sei mesi del 2023. Seguono la profumeria (+16,5% nel 2022 e +11% per il 2023) e la farmacia (+4,8% nel 2022, +3,2% nel primo semestre 2023).

Ovs rinuncia all’acquisto di Coin

Dopo 6 mesi di trattativa, le due aziende hanno annunciato lo stop. Ovs conferma “la valenza commerciale del brand e del network” ma per il momento preferisce “proseguire nell’azione di deleverage che, in questo contesto di mercato e alla luce delle attuali quotazioni, appare rappresentare il miglior interesse per i suoi azionisti”. L’acquisizione di Coin, inoltre, è stata giudicata “troppo onerosa”.

Vestopazzo

chiude l’anno a +27%

Il brand italiano di bigiotteria e accessori moda Vestopazzo chiude il 2022 con un fatturato di oltre 21 milioni di euro, con un incremento del 27% rispetto al 2021. Aumentati anche il numero dei negozi tra Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, per un totale di oltre 100 punti vendita, con gli store monomarca raddoppiati tra il 2020 e il 2021 tra Italia ed Europa.

Nuovo hub fiorentino per Just Eat

Just Eat ha inaugurato un nuovo hub a Firenze. Si tratta del secondo polo logistico del mercato food delivery in Italia, dopo quello di Roma inaugurato nel 2022. L’Hub, di oltre 500 metri quadrati è disposto su due livelli e si trova in zona Piazza della Libertà. Con una flotta di 50 biciclette fornite dall’azienda, opererà con oltre 30 rider dipendenti e 3 impiegati con mansioni di coordinamento.

Coop Alleanza 3.0 ha affidato a Svicom “Ambasciatori”, il suo asset del Quadrilatero bolognese. Nato nel 2008 da un innovativo progetto di ristrutturazione funzionale, Ambasciatori si qualifica come “urban food district”, dove convergono le proposte più complete di Librerie.coop ed Eataly nei format più rappresentativi. Con questo nuovo incarico, si amplia il portfolio degli asset mixed-use gestiti da Svicom.

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