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TORINO, ROMA, SICILIA: OUTLET ARCUS SULLA RAMPA DI “RI-LANCIO”
from retail&food 03 2023
by Edifis
È un buon momento per gli outlet gestiti da Arcus: il Sicilia torna a riempirsi di turisti e avvia la fase 3, parte il cantiere di Roma, mentre Torino “è un capitolo a parte” ci ha detto Luca Nasi in questa intervista, snocciolando numeri e nuove abitudini di consumo che il gruppo monitora e sorveglia con grande attenzione. E che fanno ben sperare di Paola Oriunno
L’aria che si respira in casa Arcus Real Estate profuma di entusiasmo e di ottimismo. Complici anche i numeri dei saldi invernali del 2022, che hanno confermato un trend positivo tra presenze, spesa media e fatturato in aumento, il gruppo della galassia Percassi affronta con rinnovata energia i prossimi mesi che si presentano ricchi di sfide e di nuovi progetti con l’avvio della Fase 3 di Sicilia Outlet Village (30.000 mq di Gla, 140 store di marchi italiani e internazionali, aperto nel 2010, in provincia di Enna) con l’apertura prevista per l’autunno 2023, l’inizio dei lavori per lo sviluppo della Fase 2 di Torino e i lavori di ristrutturazione di Roma Outlet Village (ex Soratte Outlet, nel comune di Sant’Oreste) già in fase avanzata di commercializzazione. I tre asset immobiliari, insieme al recente ampliamento di Oriocenter (Bergamo), dal 2019 fanno parte della joint venture tra Stilo Immobiliare Finanziaria (holding di Antonio Percassi) e il fondo Orion European Real Esta- te Fund V, gestito da Orion Capital Managers. Abbiamo fatto il punto sul 2022 e sui progetti in pipeline per il 2023 con Luca Nasi, General Manager di Arcus Real Estate. no medio è aumentato di circa il 4% e una conversion rate dell’8%. Questo dimostra che i clienti hanno un’alta motivazione all’acquisto. Lo shopping negli outlet è più consapevole del periodo pre-pandemia. Per quanto riguarda il footfall, in Sicilia abbiamo fatto un più 10% rispetto all’anno precedente: un dato che non è ancora tornato ai numeri del 2019, ma va detto che su questo outlet ha pesato soprattutto il fattore benzina.
Abbiamo chiuso con un +18% in termini di fatturato sul 2021. Rispetto al 2019 siamo a circa -8%, ma sono numeri in linea con la situazione di mercato. Lo scontri-
Il Sicilia è stato una delle mete più ambite. Abbiamo visto un aumento significativo dei turisti americani, ma tra le nostre principali nazionalità ci sono anche Malta, Germania, Francia, Gran Bretagna e Svizzera. Sono cresciuti anche i turisti europei e italiani. L’outlet è a metà strada tra Palermo e Catania, basta un’ora di auto per arrivare. Naturalmente, mancano ancora i clienti provenienti dall’area asiatica e, naturalmente, dalla Russia.
Cosa dicono i dati a proposito del tasso di ripetitività?
Sull’outlet siciliano abbiamo un tasso medio di ripetitività di circa 5 visite all’anno. Per Torino, che è un city outlet, è tra 8 e 9 volte. Un numero molto simile a quelli di un centro commerciale. Poi, naturalmente, bisogna fare valutazioni anche sul singolo cliente: lo statunitense viene una volta al Sicilia, ma per il maltese che è il nostro bacino principale di turismo abbiamo un tasso di ripetitività molto più alto.
Che ruolo ha il food nel percorso dei consumatori all’interno dei Village?
Il food nella shopping experience ha ancora un ruolo fondamentale. Il cliente è alla ricerca di qualità, nel cibo ma anche nel servizio, e di un buon rapporto qualità prezzo. Vuole sentirsi a casa. Tenendo conto di questi elementi facciamo scelte precise quando sottoscriviamo contratti nuovi. Le catene con questi standard sono sicuramente vincenti rispetto agli altri. A questo si aggiunge, per i brand da asporto, anche la ricerca da parte dei clienti del nome più conosciuto. Per quanto riguarda il food, in questo periodo sta emergendo molto forte il problema della reperibilità del personale. È uno dei grandi problemi che ci sentiamo ripetere spesso dai nostri brand partner.
È iniziata la fase 3 del Sicilia Outlet Village. Come procede?
Al netto delle difficoltà che abbiamo avuto nel sottoscrivere i contratti che permettessero di avere la garanzia dell’approvvigionamento delle materie prime, i lavori sono avanzati. Abbiamo già il 70% di pre-affittato. La fine dei lavori è prevista nell’ultimo trimestre dell’anno.
Cosa sta funzionando? C’è una fiducia ritrovata, le nuove modalità di acquisto phygital e la tecnologia hanno dato nuovo sprint al footfall?
Da quello che rileviamo, soprattutto grazie alle indagini del partner Doxa, dopo la pandemia c’è stata una maggiore attenzione nella scelta preventiva. I consumatori cercano prima, già a casa, il prodotto desiderato. Oltre a questo, c’è anche una maggiore fidelizzazione da parte dei brand. L’acquisto è mirato, è diminuito quello d’impulso e i marchi hanno implementato l’uso di nuovi strumenti digitali che hanno portato a una maggiore fidelizzazione dei clienti. L’insieme di tutto questo ha sicuramente aiutato ad attrarre e a ricostruire fiducia. Scelgo da casa quello che proverò o comprerò in negozio. Compro online per ritirare in presenza. Le dinamiche di acquisto sono cambiate e rapidamente. La permanenza nelle aree commerciali deve essere la più confortevole e integrata possibile, anche in termini di servizi.
E per quanto riguarda Torino?
Torino è un capitolo a parte. Rispetto al 2021, abbiamo chiuso il 2022 con un +15% di footfall e un -8% rispetto al 2019, numeri più o meno in linea con i dati di mercato. Per quanto riguarda il fatturato, abbiamo un + 24% rispetto al 2021, mentre rispetto al 19 abbiamo + 5%. Anche in questo caso lo scontrino medio è aumentato di circa il 3%. Negli ultimi anni Torino è diventata il centro di molte attività cul- turali e sportive. Abbiamo riscontrato un aumento importante dei turisti da Francia, Spagna, Nord Europa, Stati Uniti, UK, Svizzera. A questo bisogna aggiungere l’aumento del traffico di Caselle, soprattutto per i voli low cost. Quindi l’outlet segue il trend di crescita del turismo nella città piemontese. Partiremo nel 2023 con la fase 2 dell’ampliamento. Vogliamo raddoppiare la dimensione portando l’outlet a circa 150 negozi in totale.
Dopo qualche anno di inattività, ripartono i lavori di ristrutturazione dell’outlet alle porte della Capitale. A che punto è la commercializzazione?
Entro quest’anno battezziamo l’inizio dei lavori. Siamo contenti perché siamo oltre il 55% di pre-affittato. Questo ci premia molto: vuol dire che i nostri brand partnership credono nella nostra capacità di gestione. È un altro progetto che ci impegnerà molto e nel quale io credo tantissimo perché pur essendo un centro proveniente da una storia di chiusura, ha potenzialità incredibili per il turismo. Al momento non possiamo fare nomi, ma posso anticipare che la parte food avrà, oltre alla presenza di soliti noti anche un’attività ristorativa locale, legata al mondo della Sabina.
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