2 minute read

GENUINO: È PRONTO IL PIANO DI SVILUPPO

Il marchio triestino è stato tra i pionieri della proposta veloce, ma di qualità, salutare e sostenibile. Il Covid ha bloccato le aperture, ora si riparte. Già pianificato il bis a Milano

“Dieci anni fa, ci davano dei pionieri. Ma la ristorazione è andata proprio in quella direzione. Ci avevamo visto giusto”. A parlare è Stefano Lonza, imprenditore triestino, che insieme ad alcuni soci, dieci anni fa, aveva aperto il primo ristorante a marchio Genuino. Oggi il brand ha due punti vendita, quello originario di Trieste più uno a Milano, in via Turati, e nei prossimi mesi farà il bis nel capoluogo lombardo. L’ambizione, con un piano a medio termine, è di trasformare Genuino in una vera e propria catena. Il risultato doveva essere raggiunto ben prima. Ma quando le aperture iniziavano ad essere in rampa di lancio, la pandemia aveva spezzato tutto. Com’è andata?

Menu schematico: subito un successo

“A raccontarlo oggi, sembra quasi di voler scoprire l’acqua calda. E pure, io e i miei soci, desiderosi di iniziare un’attività imprenditoriale, siamo partiti da un esame concreto e quotidiano del nostro modo di mangiare” racconta Stefano Lonza, oggi amministratore della società. “In breve, mangiavamo bene a casa, male fuori. O troppo pesante, o con tempi di attesa lunghi. Il popolo del pranzo fuori stava cambiando: il classico ristorante aveva stufato, così come il triste petto di pollo con piselli scaldato al microonde. E iniziava ad esserci attenzione al naturale. Non tanto per una moda vegetariana, che ancora era una nicchia, ma semplicemente per il desiderio di alzarsi da tavola e sentirsi bene. Così, invece di importare dall’estero qualche format già esistente, abbiamo provato a partorire un’idea nostra”. Ne è nato quello che, ancora oggi, è il cuore di Genuino. Un menu semplice, suddiviso per categorie ben riconoscibili: carne, pesce o vegetale, nel formato panino, insalata o piatto combinato. Il tutto impreziosito da salse e verdure di stagione con ingredienti di qualità, come il riso integrale che arriva da un piccolo produttore piemontese. E con, già da subito, l’attenzione all’ambiente, con materiali riciclati e compostabili e una trasparenza maniacale sulla presenza di allergeni.

“Quasi senza pubblicità, il primo giorno di apertura, a Trieste, avevamo la fila fuori. E per fortuna, anche se negli anni successivi sono sorte decina di altre proposte gastronomiche, siamo sempre cresciuti”.

Occhi puntati su high street e travel

Poi è arrivata la prima apertura milanese, in via Turati, dove il menu si è arricchito e diversificato, per esempio, con un capitolo specifico sui cereali e con la parte “bambini”, perché l’intenzione è di coprire tutte le fasce di clientela. Il tassello milanese doveva essere l’inizio di un piano di espansione da 3 o 4 aperture l’anno, ma poi è arrivato il Covid che ha portato un vero tsunami sulla ristorazione. Adesso, si può ripartire, grazie ai capitali ancora disponibili e a qualche buona relazione, che non guasta. Lo staff di Genuino, per fare un esempio, nel 2022 ha curato tutta la parte ristorativa dell’evento Homo Faber di Venezia, organizzato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, diretta da Alberto Cavalli. La seconda bandierina milanese di Genuino è già definita: sarà all’interno del neonato Vetra Building, nei prossimi mesi, il tempo di concludere i lavori. Il punto vendita esistente, intanto, si aprirà anche alla fascia della colazione del mattino. Mentre i manager stanno mettendo a punto un piano di crescita che nei prossimi mesi prenderà una forma dettagliata e dovrebbe considerare la presenza in tanti canali di vendita, dalle zone a vocazione direzionale, fino ad high street e travel.

This article is from: