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BRAND | Novità

ECCO TOSCA, LA “SCHIACCIATA” TOSCANA DI PIETRO NICASTRO

Il fondatore di Löwengrube lancia un nuovo format, ideale per il consumo veloce, ma di qualità. Si parte in periferia, a Lastra a Signa diAdriano Lovera

Pietro Nicastro raddoppia. E dopo la birreria bavarese di Löwengrube, mette in portafoglio un nuovo brand, Tosca - L’arte del gusto. Si chiama così il nuovo format, che ha debuttato da poco in Toscana, in provincia di Firenze, all’interno del palazzetto dello sport. Il prodotto di punta? La “schiacciata” toscana, farcita in due versioni. Da un lato, salumi e formaggi tipici regionali di alta qualità: salame, finocchiona, mortadella di Prato. Dall’altro, con ingredienti speciali, che vanno dal lampredotto alla trippa. E non mancheranno le “dolcischiacce”: una selezione di dolci a base di schiacciata studiati ad hoc, come quella con noci, nocciole e miele. “La schiacciata mancava, nell’ottica di un’offerta food rapida, di qualità, e replicabile” racconta Nicastro in questo colloquio con retail&food.

A piccoli passi, per rafforzare il brand

Il primo punto vendita ha aperto a Lastra a Signa. Un luogo simbolico per l’imprenditore, che in gioventù è stato pugile professionista e che proprio in quel palazzetto dello sport ha passato molte ore. “È il paese natale del mio maestro e amico Fernando Paradiso che, grazie alla boxe, è riuscito a farmi diventare l’uomo e l’imprenditore di oggi”, racconta Nicastro. Ma la partenza in periferia ha anche un preciso significato commerciale. “Lanciare un format in queste zone è una sfida, perché il pubblico si affeziona al prodotto solo se la qualità è buona e il prezzo è corretto. Sa vai bene qui, allora costruisci basi solide e puoi espanderti. Proprio come successo a Löwengrube, che era nato a Limite sull’Arno. Quando, invece, esordisci in centro città, dove c’è molto afflusso turistico, è più semplice vendere. Ma magari è solo merito del traffico, il brand rimane debole e non spicca il volo”, spiega l’imprenditore.

Ideale per il centro commerciale

Tosca nasce per essere complementare rispetto al brand in salsa bavarese. Quest’ultimo, infatti, prevede punti vendita di dimensioni almeno medie, se non ampie, vive di notte, ha bisogno di orari di apertura allungati. Tosca, invece, è un format snello: metratura intorno ai 70 mq interni, più eventuali spazi esterni. La progettazione prevede un bancone all’ingresso, dove si prelevano cibo e bevande. E si parte subito con un alto tasso di digitalizzazione, come richiede il mercato di oggi: sono previsti monitor (kiosk) per prenotare in autonomia e anche il self ordering tramite App&Go, con cui l’utente potrà ordinare a distanza e ritirare dal parcheggio, senza scendere dalla macchina. “In più, altro aspetto centrale,

sono tutti punti vendita che non hanno bisogno di canna fumaria. Sia per prodotto, sia per caratteristiche, è dunque un format perfetto per i centri commerciali, dove ci auguriamo di ottenere successo. Rispetto a Löwengrube, diversifichiamo sia il target di clientela sia il posizionamento geografico”, aggiunge Nicastro.

Franchising e gestione diretta

Le aperture avverranno sia in franchising sia a gestione diretta. Entro fine settembre verrà definita una pipeline precisa e poi, a ottobre, l’azienda incontrerà i partner in affiliazione durante la consueta convention annuale, che si terrà a Monaco di Baviera, in cui verrà presentata questa nuova opportunità. Un paio di nuove aperture dovrebbero avvenire antro l’anno. Certo, però, non mancano le difficoltà. L’idea di Tosca - L’arte del gusto è arrivata proprio in pandemia. Il contesto, però, resta a tinte chiaroscure. “Chi opera nel settore si scontra ovviamente con i problemi di oggi. Aumentano i costi delle materie prime, le spese di costruzione sono alle stelle. Con Löwengrube, avevamo pianificato dieci nuove aperture entro l’anno. Ma probabilmente arriveremo a cinque. Dunque, occorre fare passi ragionati”, ammette Nicastro. E poi, c’è il noto tema della ricerca del personale. Un tassello su cui, proprio l’esperienza di Löwengrube, ha già insegnato molto. “È essenziale coinvolgere lo staff, farlo sentire parte del progetto. Già da tempo, ci eravamo posti una domanda: perché i franchisee affiliati sono letteralmente innamorati del brand, mentre nel personale dei singoli punti vendita notavamo un continuo turnover? Allora abbiamo reagito, sviluppando corsi di formazione sotto forma di tutorial a distanza, ai quali i collaboratori devono iscriversi. Abbiamo subito raccolto riscontri positivi. Quando i ragazzi si immergono nella realtà del brand sposano un’idea e rendono di più. Non è solo questione di retribuire adeguatamente il personale, ma anche di creare un senso di appartenenza”.

Academy virtuale, il plus per coinvolgere e formare il personale

Ci sono voluti due anni per oliare la macchina, ma oggi è realtà la Academy Virtuale Löwengrube: una piattaforma di formazione a distanza (FAD), creata in collaborazione con Sinergie, per formare e connettere tutte le persone che lavorano nella catena di ristoranti e birrerie del brand. Un’esperienza positiva, che la società potrebbe replicare anche una volta “lievitata” la rete di Tosca. Dopo alcuni test iniziali nei punti vendita a gestione diretta, il progetto ha via via coinvolto store affiliati ad Ancona, Civitanova, Vicenza, poi quelli dell’Emilia Romagna e altri. La piattaforma propone corsi diversi a seconda dei livelli e delle attività da svolgere. Il sistema permette agli store manager di monitorare impegno e risultati e consente alla casa madre di creare corsi personalizzati e dialogare attraverso messaggi diretti con i membri della rete, anche per informarli su novità e progetti in corso. Questo fa risparmiare investimenti in formazione da parte degli affiliati e allo stesso tempo eroga contenuti standardizzati.

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