Introduzione tecnica La storia dell’arrampicata in Friuli Venezia Giulia è forse una delle più importanti d’Italia visto che nasce da celebri alpinisti come Comici e Carlesso, i quali avevano pensato bene di allenarsi sulle pareti di fondovalle come la Val Rosandra e Dardago già dai primi anni del secolo scorso, per poi spostarsi sulle maestose muraglie dolomitiche. Questa regione, come dice il nome, è divisa in tre aree ben distinte. La provincia di Udine (Friuli) con le innumerevoli piccole e incantevoli falesie della zona limitrofa a Tolmezzo, dove dimora il celebre “grado carnico”. In questa provincia e precisamente nell’Alta Carnia troviamo un gioiello naturale unico come Avostanis, che a pochi passi dall’Austria incanta per i suoi panorami alpini e le sue compatte placche. Sempre in Friuli, l’area del tarvisiano, affascina con i suoi fantastici boschi e le falesie che guardano verso le magnifiche pareti dove grandi alpinisti ancora oggi si allenano per le spedizioni extraeuropee ad alta quota. Il pordenonese (Venezia), dove i più forti climber d’Europa si sono cimentati con i temuti strapiombi di Erto facendola conoscere anche al di là dei confini regionali. In questa provincia le piccole falesie immerse nel Parco delle Dolomiti Friulane, all’interno del quale si trova il famosissimo e spettacolare Campanile di Val Montanaia, incredibile obelisco naturale che merita sicuramente la sua scalata o almeno una passeggiata per arrivarci alla base. L’area triestina (Giulia) ricchissima di falesie e di fortissimi arrampicatori, che possono godere dei panorami mozzafiato della Costiera e della Napoleonica, o andare a scalare in Val Rosandra dove il grande Comici metteva le basi della moderna arrampicata sportiva, introducendo l’uso delle scarpette morbide e l’idea di “volo”. Dietro l’angolo, a pochi chilometri da Trieste, in terra Slovena, e più precisamente nei dintorni del paesino di Ospo sorgono tre enormi falesie, templi della scalata europea, sulle cui pareti si cimentano i più forti arrampicatori del mondo. Insomma, scalare in questa regione significa avere a che fare con diversi stili, non solo d’arrampicata ma anche e soprattutto culturali e di pensiero. Il clima Il Friuli Venezia Giulia è una regione del Nord-Est Italiano compresa tra la Alpi Orientali e il mare Adriatico. Complessivamente il clima ha caratteristiche ibride tra il clima continentale e quello mediterraneo. In particolare lungo le coste del Friuli Venezia Giulia e le pianure limitrofe è sensibile l’azione dei venti meridionali che accentuano l’influenza marina. Le piogge sul Friuli variano in base alla quota e all’orientamento dei rilievi ma risultano abbondanti su tutta la Regione. Le aree meno piovose sono quelle litoranee dove le precipitazioni raggiungono comunque i 1000 mm annui. Procedendo verso la catena Alpina la piovosità cresce progressivamente. Il dislivello barico tra il Mediterraneo e l’Europa Centrale richiama veloci correnti da Nord-Est che trasportano aria molto fredda e prendono il nome di correnti di Bora. La Bora può soffiare a velocità maggiori di 100 Km/h e causa repentini crolli della temperatura, colpendo soprattutto l’area di Trieste. La complessità climatica del Friuli Venezia Giulia permette di scalare perfettamente in ogni periodo dell’anno. L’inverno sono ottime e ben assolate le zone di Tolmezzo, Trieste e la vicinissima Slovenia. D’estate si scala benissimo nelle fresche zone di Tarvisio, Paluzza e valli del pordenonese, stando sempre attenti ai frequenti temporali pomeridiani. Nelle mezze stagioni invece in Friuli Venezia Giulia c’è l’imbarazzo della scelta, si scala ottimamente ovunque. Siti internet Previsioni del tempo www.osmer.fvg.it Turismo www.turismofvg.it
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