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Editoriale/2
IMPARARE OSSERVANDO
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In uno dei miei primi podcast parlavo di quanto sia importante la formazione del Giardiniere, formazione che deve essere costante lungo tutta la carriera e non va vista solo come frequentazione di corsi e seminari, ma anche e soprattutto come osservazione. Un Giardiniere non può assolutamente prescindere dall’osservare quel che fa la natura in ogni momento della stagione, guidandolo nelle scelte di forme e colori, di integrazioni tra piante e delle loro corrette esposizioni. Quello che, invece, si vede spesso è la presunzione nel voler in ogni modo comandare e governare le piante e l’ambiente nel quale verranno collocate; a volte per arroganza, a volte per mancanza di conoscenza, a volte per vezzo.
Cominciando dai colori il gioco è abbastanza facile: prendiamoci il tempo per fare una bella passeggiata in primavera e guardiamoci intorno, vedremmo senza dubbio il giallo e il bianco, i primi viola dei fiori, le spighe tenere e il verde smeraldo dei prati, tutto inserito in contesti semplici, senza troppe strutture. Tutto quello che vediamo colpisce la nostra curiosità nella sua interezza, non stanca la vista, anzi, ci rilassa e tranquillizza. La stessa passeggiata in estate deve insegnarci come i colori cambiano, la costante presenza del giallo ma anche dell’arancio e del rosso, del giallo dei prati, delle spighe sempre presenti ma un po’ più rigide, la presenza dei primi frutti o degli abbozzi degli stessi. Anche in questo caso tutto è inserito con una semplicità spiazzante.
Cosa deve fare in questo caso il Giardiniere scrupoloso? Deve disegnare, fotografare, curiosare, chiedere se non conosce e provare a riprodurre copiando da una maestra gratuita, riportando come un “disonesto falsario” su una sua tavolozza, quello che lo circonda. Leggendo tra le righe e provando a interpretare quello che vede attorno a
L’uomo deve rendersi conto che occupa nel creato uno spazio infinitamente piccolo e che nessuna delle sue invenzioni estetiche può competere con un minerale, un insetto o un fiore. Un uccello, uno scarabeo o una farfalla meritano la stessa fervida attenzione di un quadro di Tiziano o del Tintoretto, ma noi abbiamo dimenticato come guardare.
sé. Non c’è libro migliore, ma la condizione perché tutto questo funzioni è senza dubbio la voglia di lasciarsi investire da ciò che si osserva. Certamente non è sufficiente, quello che osserviamo dobbiamo poi essere in grado di tradurlo e la “Stele di Rosetta” per un Giardiniere è senza dubbio lo studio di altri lavori, di Giardinieri e Giardini storici.
Non mi riesco proprio a spiegare come un Giardiniere possa non avere mai frequentato almeno un parco storico o non abbia mai provato a cercare un suo stile nella realizzazione del lavoro: anche in questo caso l’osservazione è un aspetto fondamentale. Quando si dispone degli elementi basilari – fiori, colori, strutture inserite naturalmente in un contesto (il software) – e della conoscenza di strutture storiche oppure di progetti di Giardinieri o architetti (l’hardware), il 50% del lavoro è realizzato. Spesso mi chiedono dove trovi il tempo per pubblicare foto di piante e giardini: è parte del mio lavoro, della mia quotidianità, ho di fatto tutto a portata di macchina fotografica. Questo è il consiglio che mi sento di dare a chi ha voglia di imparare: nel furgone o nel vostro zaino non dovrebbero mai mancare un taccuino, una macchina fotografica compatta (bene anche il cellulare) e magari qualche matita colorata. Solo facendo lo sforzo di rappresentare quello che ci circonda, impareremo veramente a utilizzare le piante, prenderemo coscienza degli accostamenti tra colori, dell’integrazione tra forme e dimensioni. testo e foto di Sandro Degni
Il cantiere
12 Il mestiere della pazienza di Daniela Stasi, foto Enrico Della Giovampaola 16 Impianto e cura del tappeto erboso residenziale di Valerio Pasi, foto di Fabrizio Ingegnoli 22 Poca acqua, alto impatto di Matteo Ragni
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SOMMARIO
N°028
SMART
28 Cinque in uno di Anita Cavalli 30 Semplificare il lavoro di Irene Nuvola 32 Una giornata tra professionisti di Viola Delfino 33 Simboli intramontabili di Anita Cavalli 36 La forza nei colori di Daniela Stasi 38 Metterci la faccia di Marta Meggiolaro 42 Nuovo look in un attimo di Viola Delfino
gestione
46 Per stare al passo di Silvia Vasconi 48 Il giardino botanico del parco di Peradeniya testo e foto di Stefano Gavin 52 L’importanza dell’identità di Daniela Stasi
54 Più valore al bosco di Daniela Stasi 56 Invito al cambiamento di Nora Adamsberg
sCOPERTE
58 Bombardamento... buono di Viola Delfino 60 Le vespe afrodisiache per i lieviti di Irene Nuvola 61 Tappeto colorato di Nora Adamsberg, foto iBulb 62 Piante per un giardino mediterraneo di Matteo Ragni
rubriche
05 Editoriale/1 di Francesco Tozzi 06 Editoriale/2 testo e foto di Sandro Degni 44 News 64 Prontuario di Lucio Brioschi 66 L’opinione di Anna Zottola
N˚ 028 MAGGIO / GIUGNO 2021
DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net RESPONSABILE EDITORIALE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa COLLABORATORI Nora Adamsberg, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Anita Cavalli, Sandro Degni, Viola Delfino, Stefano Gavin, Marta Meggiolaro, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Rachele Pozzato, Matteo Ragni, Silvia Vasconi, Anna Zottola GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
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JESSICA BERTONI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Sandro Degni
La sua formazione ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue nel 1998 la fondazione dell’azienda 100giardini. Lavora con diversi studi di architettura e garden center di Milano e provincia. Nel 2013 con il gruppo di professionisti Giga-G realizza il progetto “Locus genii”, vincitore del Festival Internazionale dei Giardini nel parco del Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia. Fonda poi lo studio di progettazione Verde Officina. CAMILLO DE BENI
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
VALERIO PASI
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
MATTEO RAGNI
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde. Anna Zottola
La passione per le piante e per le tematiche socio-educative si conciliano dopo la laurea in Scienze Agrarie con una lunga esperienza di ricerca, docenza e poi gestione della Scuola di Minoprio. Creando la filiera formativa completa, ha tessuto reti nei settori a indirizzo vegetale. Tra i premi: il “Memorial Fabio Rizzi”, il riconoscimento alla carriera in occasione di Myplant & Garden e da Regione Lombardia per l’eccellenza dei risultati raggiunti. Ora collabora con enti e organizzazioni per progetti di formazione e sviluppo del verde.