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PRIMO PIANO
C’È SEMPRE QUALC OSA DI NUOVO
Ci interroghiamo su come essere sempre al passo coi tempi e innovativi. Ma cosa vuol dire innovazione e quanto vale ancora in un mercato estremante rapido che tutto macina e trita? Qui una breve definizione e nelle pagine che seguono alcuni esempi che faranno tendenza
di Lucio Brioschi
All’attualità, il canale del florovivaismo si sta agitando; l’effetto Covid ha velocizzato dinamiche già presenti, più o meno latenti e ha fatto risalire a galla dubbi, incertezze e domande. Ascoltando da più parti le
voci che si levano, sembrano trovare un denominatore comune: servono novità!
Dal latino novitas, derivante da novus, la novità è il nuovo, il mai visto prima, il modificato tale da apparire sostanzialmente diverso da tutto ciò che c’era prima. Peccato che sia sempre più difficile creare il nuovo e produttori/fornitori sono sempre più cauti nel proporre novità, sulle quali non hanno proiezioni concrete di vendita, perché la durata è troppo breve per poterne apprezzare i risultati. Anni di consumismo esasperato nei nei diversi canali distributivi - garden center e grande distribuzione compresi - hanno fatto sì che in tempi brevissimi tutto diventasse vecchio, un po’ già visto, superato. Inoltre, facendo un’analisi critica, anche il punto vendita ha sempre selezionato i propri fornitori anche in base alla loro capacità di presentare novità a catalogo, quasi a diventare una discriminante. MA QUANTO DURA? Molto spesso, tendiamo ad attribuire al concetto di novità una durante soggettiva, perché dipende dal livello pro-
babilistico che attribuiamo al ciclo di vita, al di là dei
fattori oggettivi. Naturalmente, ogni prodotto ha una sua scadenza tecnica e una durata tecnologica, che in diverse occasioni differiscono dal nostro modo di concepire una novità. Spesso, nei punti vendita garden, la novità deve durare tanto da vendersi bene, attrarre clienti e produrre risultati economici, ma… Ogni prodotto nuovo prima o poi subisce la legge dell’invecchiamento e le variabili che vanno a influenzare tale processo sono: - L’introduzione di prodotti sostitutivi (non necessariamente rispondenti per caratteristiche) - La presenza di prodotti simili a prezzi più contenuti (concorrenza) - La moda e le tendenze (determinata dalle pressioni fatte dai media, influencer e blogger sul consumatore finale) - Il pensiero del cliente finale stesso (sensibile a mutamenti, emergenze, priorità anche se spesso inconsce)
QUALC OSA DI NUOVO
FARE LA DIFFERENZA In linea teorica tutti: dall’azienda fornitrice al centro di giardinaggio, dal fiorista alla gds ognuno è responsabile di produrre novità. Se facciamo un piccolo sforzo, novità
non deve per forza essere solo “prodotto nuovo”, ma anche innovazione cambiamento, proposta differen-
ziata. Siamo noi che possiamo fare la differenza innovando prima noi stessi, approcciando in maniera differente gli assortimenti e le opportunità che una domanda sempre crescente ma personalizzata impone. Siamo noi che pos-
siamo produrre novità partendo dall’innovazione, dalla nuova genetica, ma anche semplicemente creando un concetto di collezione, di trend, favorendo un nuovo approccio tra clientela e punto vendita, tra prodotto
e consumatore. Certo se poi sul mercato appare una vera novità - non il cambio di vestito per un prodotto sostanzialmente uguale a quello del passato - ben venga! Sfruttiamola consapevoli che la durata di tale novità non dipende da essa stessa, ma dal modo in cui noi la concepiremo, la penseremo, la vedremo e sapremo proporla. In pratica, produttori e distributori devono osare, facendo sinergia, dando un nuovo significato alla novità, che non si limita a un semplice prodotto nuovo a catalogo o esposto sullo scaffale. Oggi la novità ha sempre più il sapore di un nuovo concetto di vendita, anche in relazione al singolo prodotto proposto.