Feltrino News n. 7/2022 Luglio

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Società oggi di Caterina Michieletto

Dolomiti aging:

la rete per il “buon invecchiamento”

Il progetto “Dolomiti aging: la rete per il buon invecchiamento” segna l’inizio di una stagione di collaborazione tra le amministrazioni comunali di Belluno, Feltre, Sedico e Cesiomaggiore e le rispettive aziende speciali (Ser.s.a. srl, gestore del servizio per il Comune di Belluno, Azienda Feltrina per i Servizi alla Persona e Azienda Speciale Sedico Servizi) con lo scopo di migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi di assistenza socio-sanitaria alle persone anziane nell’ambito di un disegno di gestione unitario tra le istituzioni locali. La spinta alla cooperazione tra i diversi attori istituzionali si è tradotta nella stipulazione di un contratto di rete avente ad oggetto una catena di interventi decisivi per il raggiungimento di un obiettivo comune: il buon invecchiamento. La vocazione sociale dell’iniziativa, costruita attorno al nodo cruciale della qualità della vita della persona anziana, è destinata ad avere un importante riflesso anche sul versante economico: la condivisione di programmi presuppone la condivisione del personale, degli strumenti e delle capacità economiche per realizzarli, dunque, dell’organizzazione strategica e della distribuzione razionale delle risorse umane e finanziarie all’interno della rete. L’intervista al Direttore dell’Azienda Feltrina illustra le coordinate di questo progetto innovativo con l’auspicio che questa virtuosa forma di intesa tra amministrazioni e aziende speciali possa fungere da “volano” per ulteriori percorsi di coordinamento interistituzionale su tematiche e finalità condivise.

Nostra Intervista al dott. Paolo Piazza, Direttore dell’Azienda Feltrina per i servizi alla persona Partiamo dal “buon invecchiamento”, concetto che evolve alla luce delle trasformazioni economiche, sociali, culturali, demografiche. La rete Dolomiti aging ha inserito ap-

positamente questo aggettivo “buon” accanto ad “invecchiamento” che può sembrare un paradosso se si considera la dimensione di cui si occupano le nostre aziende, cioè quella della non autosufficienza. In realtà proprio in questo ossimoro c’è la chiave di lettura del nostro obiettivo di assicurare una buona qualità della vita alla persona anziana. Cosa significa il buon invecchiamento per un anziano non autosufficiente in casa di riposto? Essenzialmente significa tre cose. In primo luogo, si manifesta nella auto-

nomia decisionale e nella capacità di autodeterminarsi dell’anziano. C’è uno stigma che circonda l’idea di casa di riposo talvolta rafforzato anche dai media: la casa di riposo come il luogo dove si perdono tutte le autonomie possibili, non solo fisiche, di salute, ma anche quelle etiche decisionali. Per noi invece, questo aspetto, pur nella non autosufficienza, è un elemento fondamentale. Per esempio, riteniamo che il familiare sia uno degli elementi dell’autodeterminazione, cioè il vivere con la mia famiglia e il fatto che la mia famiglia possa vivere con l’anziano è un elemento importante. In secondo luogo, si fa riferimento alla salute, aspetto estremamente variabile. Ci sono casi difficili e delicati da gestire per cui il fatto di avere strutture con competenze sanitarie (ed il covid l’ha 61


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