4 minute read

Feltre citta romana

Storie di casa nostra di Beatrice Mariech

FELTRE, CITTÀ ROMANA

Advertisement

Che la città di Feltre abbia vissuto un periodo florido in epoca romana non è di certo un mistero e sicuramente non deve stupirci. Ma quali furono i momenti salienti e quali sono le tracce che la grande Roma ha lasciato sul territorio? Innanzitutto non è completamente chiaro quando, e attraverso quale modalità Feltre, secondo Plinio il Vecchio città fondata dalla popolazione tirrenica dei Reti, divenne dominio romano, è però quasi sicuro che ciò avvenne nel 172 a.C. Feltre prese in principio il nome di oppidum, ed è interessante sottolineare il fatto che venisse chiamata forum oppidum, molto probabilmente perché grazie alla sua posizione strategica – un luogo di confine tra i territori germanici e quelli romani – era zona di scambi commerciali, dunque un vero e proprio forum, ovvero piazza di mercato. In età repubblicana, tra il 49 e il 42 a.C., la città divenne un municipium, che per i romani stava a indicare un centro cittadino legato a Roma che però poteva mantenere la sua autonomia giuridica e amministrativa; perché un centro potesse essere considerato municipium, i cittadini dovevano far parte di una delle tribù romane, così i feltrini vennero inscritti all’interno delle tribù Publicia e Menenia, come confermano alcune iscrizioni ritrovate in città e in seguito trasferite a Padova. Una leggenda vuole che Giulio Cesare, giunto a Feltre per controllare in prima persona l’operato all’interno del municipium, avesse lasciato la città dopo un soggiorno particolarmente breve a causa dell’inverno troppo rigido. Celebre è il distico che ne sarebbe derivato: “Feltria perpetuo niveum damnata rigore, atque mihi posthac haud adeunda, vale”, che potremmo semplicisticamente tradurre con “Ti saluto Feltre, condannata dalla neve al rigore perenne, in futuro non sarai più visitata nemmeno da me”. Sembra che queste parole fossero anche state riportate, come scrive Pietro Bembo nel suo libro “Storia Veneta”, su di una lastra in marmo che si trovava nei pressi di un’antica porta, andata distrutta durante l’incendio del 1509, che costituiva l’ingresso principale della città. Si narra inoltre che il fiume Cordevole debba il suo nome proprio al console romano: durante lo spostamento tra Feltre e Belluno, rimasto bloccato dal fiume ingrossatosi a causa delle forti piogge, per rispondere ai suoi che gli chiedevano se avesse intenzione di guadarlo, diceva: “Cor dubium habeo”, “Ho il cuore dubbioso”, attribuendo così al corso d’acqua il nome di “Cordubbio”, che con il tempo si trasformò proprio in Cordevole. La maggiore eredità di epoca romana che ad oggi possiamo ancora apprezzare sul suolo feltrino è l’area archeologica

situata al di sotto del Duomo. All’interno dell’area archeologica, un ambiente ipogeo di novecento metri quadrati, è possibile ammirare le tracce di un’antica strada romana provvista di marciapiedi che si snoda tra diverse strutture, tra le quali edifici residenziali, una bottega e uno stabile con funzione pubblica, molto probabilmente sede di associazioni professionali. Nel 1974 all’interno dell’area venne rinvenuta la celebre statua di Esculapio, il più grande esemplare del centro e del nord Italia a rappresentare la divinità greca della medicina. Databile al II secolo d.C., è priva della testa e dell’arto destro, con il quale molto probabilmente impugnava il bastone sacro che da tradizione iconografica identifica la divinità, sul quale è avvolto un serpente. Tuttavia l’apporto storicamente più influente durante la dominazione romana è sicuramente la via Claudia Augusta, strada romana che si estendeva per 518 chilometri e che doveva collegare i territori sotto il dominio di Roma alle zone germaniche e in particolare l’Adriatico al Danubio. Venne iniziata nel 15 a.C. da Druso Maggiore, generale di Augusto, che per primo definì l’itinerario e portata a termine nel 46 d.C. dal figlio, l’imperatore Claudio. La scoperta della via Claudia Augusta avvenne in seguito al ritrovamento di due cippi miliari identici, il primo a Merano nel 1552, mentre il secondo presso Cesiomaggiore nel 1786. Alcune discrepanze riguardo la località presso la quale la via doveva iniziare hanno fatto sì che si arrivasse alla conclusione che con ogni probabilità esistevano due strade omonime, la Claudia Augusta Altinate che da Altino passava per Trento e raggiungeva il Danubio e la Claudia Augusta Hostilia, la quale partendo a Ostiglia si congiungeva alla prima presso il capoluogo trentino per poi terminare in terra tedesca. Certo è che la città di Feltre costituiva un importante snodo viario e soprattutto ricopriva un evidente ruolo di mediatrice tra il mondo latino e quello germanico, ruolo che ha mantenuto e che continua a mantenere nel tempo.

di ROSSANA e SILVIA Regalati le Nostre Partecipazioni, Bomboniere e i deliziosi Sacchettini Portaconfetti per ogni occasione, dal Battesimo alle Nozze di Diamante! Perchè i Particolari sono Importanti!

Via Paradiso, 42 - Feltre (BL) - Tel e fax 0439 80477 www.cartoleriapossiedi.it - info@cartoleriapossiedi.it

This article is from: