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Il conflitto ucraino-russo: la posizione USA
Il conflitto Ucraino-Russo
di Francesca Gottardi*
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LA POSIZIONE USA
La situazione al confine tra Russia ed Ucraina era tesa da mesi. Il 20 febbraio 2022, il presidente USA Joe Biden offre la sua disponibilità ad incontrare il presidente russo Vladimir Putin per discutere la crisi Ucraina, a patto che la Russia rinunci ai suoi piani di invasione. A nulla valgono i tentativi di intesa. Il 24 febbraio 2022 Putin dà di fatto il via all’invasione russa dell’Ucraina.
Gli antefatti
Le radici del conflitto Russo-Ucraino hanno radici lontane. I due Paesi sono da tempo in una crisi diplomatica e militare. Il politico e diplomatico tedesco-americano Henry Kissinger ritiene che la geografia della Russia, priva di veri e propri confini naturali ad ovest, abbia alimentato una già presente tendenza espansionistica su tutti i fronti. Sembra poi esserci sempre stata la volontà russa di recuperare la sfera di influenza sull’Ucraina persa con lo scioglimento dell’Unione Sovietica. A seguito di tale scioglimento, l’Ucraina aveva ottenuto l’indipendenza e l’inclusione nel suo territorio della penisola della Crimea. La Crimea è diventata un notevole punto d’attrito tra Ucraina e Russia, dovuto alla posizione strategica della Penisola sul Mar Nero. Lo scontro è culminato nel 2014, con l’occupazione Russa della Crimea in una mossa condannata dalla comunità internazionale e dagli USA. Gli Stati Uniti non hanno infatti mai riconosciuto la Crimea come territorio russo.
L’Escalation
Il 21 febbraio il presidente Putin riconosce l’indipendenza delle due repubbliche separatiste di Donetsk e di
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Il conflitto Ucraino-Russo
Joe Biden
Luhansk, che fanno parte dell’Ucraina ma che dal 2014 sono controllate dai simpatizzanti russi. Putin afferma che le truppe russe entreranno nell’est dell’Ucraina per “mantenere la pace.” Il 22 febbraio gli USA e l’Unione europea sostengono che Mosca stia invadendo l’Ucraina e dichiarano di imporre delle sanzioni economiche contro il Cremlino. Il 23 febbraio Putin annuncia di essere aperto al dialogo ma sottolinea che la sicurezza della Russia e gli interessi del Paese “non sono negoziabili.”
L’invasione Russa dell’Ucraina
Il 24 febbraio, in un discorso alla nazione, Putin accusa gli USA di far pressione sui confini russi tramite un’espansione aggressiva della NATO, tentando così di giustificare le avances russe sull’Ucraina con un la tesi della protezione territoriale. La mattina del 24 febbraio, Putin annuncia un’“operazione militare speciale” nell’Ucraina dell’est con il dichiarato scopo di garantire la sicurezza dei cittadini russi. Il presidente russo minaccia qualsiasi Paese che decida di intervenire dichiarando che avrebbero fronteggiato conseguenze mai viste prima. L’annuncio è immediatamente seguito da attacchi missilistici che colpiscono centri strategici e luoghi di frontiera in tutta l’Ucraina, inclusa la capitale Kiev. Poco dopo, le forze di terra russe entrano nel Paese. Il presidente Zelenskyj risponde promulgando la legge marziale e sospendendo i rapporti diplomatici con la Russia. Mobilita inoltre la popolazione e l’esercito. Poco dopo iniziano le operazioni militari. L’esercito russo avanza ulteriormente in Ucraina da nord, est, e sud.
Le conseguenze
Il numero delle vittime civili è incerto. Stando a dati delle Nazioni Uniti, a fine marzo già se ne registravano più di un migliaio, in aggiunta a quasi 2000 feriti. Tra le vittime vi è Yuri Illich Prylypko, sindaco ucciso mentre aiutava i suoi concittadini, e Rostyslav Dudarenko, un sacerdote disarmato che è stato colpito mortalmente mentre offriva conforto spirituale a dei civili che presidiavano un posto di blocco. Di vittime e di agghiaccianti storie che si intrecciano ve ne sono molte altre, come quella della madre morta insieme ai due figli, colpita mentre cercava di trovare riparo oltreconfine. Con più di due milioni di profughi, la guerra ha provocato la più grande crisi per l’accoglienza di rifugiati in Europa degli ultimi decenni. Gli USA, l’Unione europea e la comunità internazionale hanno sancito numerose sanzioni economiche e preso una posizione politica contro il Cremlino. Il pacchetto di sanzioni, che mira ad isolare il Paese, bloccando l’accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei e mondiali, hanno lo scopo di sfiancare rapidamente l’economia russa. A pagarne le spese sono i cittadini del Paese, che spesso nemmeno approvano questa guerra. In una guerra che nessuno par volere, ci si trova a riflettere sull’importanza che il potere non sia nelle mani di pochi. Ci si chiede inoltre chi veramente tragga beneficio da questi conflitti. Pare chiaro chi invece ne paghi le conseguenze tutta la popolazione civile.
* Francesca Gottardi, avvocato, docente universitario, è nostra corrispondente USA
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