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Un libro che accarezza l’anima
Telve di Sopra in cronaca
di Massimo Dalledonne
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UN LIBRO
CHE ACCAREZZA L’ANIMA
Sulla copertina una frase. In tutto undici parole. La rappresentano appieno. Le ha scelto lei. “Quando la montagna diventa il tuo cuore, quando profumi di libertà”. Quello scritto da Sabrina Borgogno è un libro che, come ci ricorda la giovane autrice. “è stato scritto per tutti coloro che vogliono sognare o tornare alle proprie radici. Provare la sensazione di sentire l’odore dell’erba bagnata. Di un pascolo al mattino. Il suono dei campanelli che cullano l’anima. L’odore di un gregge che ti avvolge come un abbraccio”. Che dire di più? Tra le mani ci troviamo davvero un libro davvero singolare. Da leggere per sognare. Per assaporare attimi di libertà, pace, tradizioni di una vita vera, quella del pastore.
Un libro sano e genuino. Come è lei, Sabrina Borgogno, una valsuganotta doc, Tutta d’un pezzo, nata e cresciuta a Telve di Sopra, piccolo paese di mezza montagna della Bassa Valsugana. I suoi 28 anni li dimostra tutti, due occhioni che parlano da soli, Che sprizzano felicità, tranquillità e tanta, tanta serenità. È trascorso quasi un anno da quando ha finito di scrivere e pubblicato “Parte di lei”, un libro interamente ambientato sulle cime della catena del Lagorai, sui monti vicino a casa dove, ieri come oggi, l’anima respira. La sua, come quella delle tante persone che l’hanno ispirata. E delle sue amate, amatissime amiche a quattro zampe. Un libro scritto a pieni polmoni. Un libro ma, soprattutto, come ci suggerisce “un mezzo per raccontare il mondo a cui senti di appartenere”. Appassionata di storia e di scrittura, Sabrina crede nei sogni e nel loro realizzarsi. “Fin da piccola sono sempre vissuta a stretto contatto con la natura, nutrendo fin da subito amore per gli animali e la montagna; passioni che, con il passare degli anni, sono cresciute con me”. E in questo libro, come ricorda nella sua recensione anche Alberto Pattini “puoi sentire il cuore battere forte e reagire al semplice racconto di una vita vera da pastore. Una storia che sembra quasi autobiografica per la quantità di elementi e particolari così realistici come l’autrice ha saputo inserire”. Un vero e proprio diario di montagna. Appunti che Sabrina ha messo nero su bianco mentre girava per le cime con le sue pecore. Sempre con la penna e i fogli di carta a portata di mano. “Questo libro, per me, rappresenta una finestra che si affaccia verso quello che porto dentro, quello che da sempre, appunto, fa parte di me. Tutto è nato così, per gioco. Sentivo il bisogno di scrivere, non sapevo esattamente dove tutto questo mi portava, poi – ci racconta - ha capito che era un modo per raccontare la passione per il mondo a cui appartengo”. Ossigeno, libertà, tradizione, amore e pura magia per il cuore! Di questo parla il libro. Frasi che accarezzano l’anima, scritti da chi, fin da piccola, sognava di fare la pastorella. “Il libro parla di un sogno realizzato,
Telve di Sopra in cronaca
una promessa mantenuta. L’amore per il mondo della pastorizia e per la montagna, raccontato attraverso gli occhi del protagonista che decide di lasciare tutti per fare il pastore sulle cime”. Sabrina Borgogno lavora nel settore socio sanitario. Ma appena può si occupa delle sue pecore. A 28 anni, ieri come oggi, sono la sua grande passione. Fanno parte della sua vita, sono “parte di lei”. Quello che Sabrina racconta è basato su fatti accaduti a lei ed ai suoi familiari. “Ci sono anche quelle storie che fin da quando era piccola mi raccontavano, vicende che ho arricchito con un po’ di fantasia per farle indossare ad un ragazzo, il protagonista del libro. L’ho scritto – conclude Sabrina – anche perché voglio trasmettere a chi lo leggerà la forza di credere sempre nei propri sogni. Un libro dedicato al mio mondo, alle mie montagne ed alla mia gente”. Un libro che da “parte di lei”. Scritto con il cuore, dedicato alla sua valle, ai suoi monti che profumano di libertà. Quella libertà di cui si Sabrina si abbevera ogni giorno. Come l’amore, la tradizione e la passione per il mondo a cui appartiene. Il suo mondo che ora, con questo libro, è diventato un po’ anche nostro!
Le Pubblicità di una volta
Medicina & Salute
di Erica Zanghellini*
Mamma, papà, c’è la guerra... HO PAURA
Basta aprire la televisione, o ascoltare la radio o utilizzare la Rete e inevitabilmente ci imbatteremo in qualche notizia di cronaca nera, collegata alla guerra. Russia e Ucraina stanno combattendo già da circa due mesi e si sa, la guerra porta con se sangue, traumi e vittime. I nostri bambini sono molto attenti e anche se si cerca di proteggerli, di cambiare canale quando comincia il telegiornale o non parlare davanti a loro sicuramente ne hanno sentito proferire. E chissà che idea si sono fatti. Qualsiasi cosa sconosciuta, poco prevedibile e che comunque sappiamo essere pericolosa ci fa paura, ci fa rimuginare e ci mette in uno stato di allarme. E allora cosa possiamo fare? Come genitori, anche se può essere difficile dobbiamo accompagnarli a fare chiarezza, dobbiamo parlarne apertamente con loro stando attenti al modo. E’ importante anche perché inevitabilmente anche se noi cerchiamo di tutelarli, con gli altri bambini o giovani ne parleranno. La prima cosa da fare è cercare di capire che cosa sanno, le idee che si sono fatti. Fate domandi semplici e aperte, con un linguaggio adeguato all’età. Cogliete tutto quello che il bambino vi dice e cercate di capire dove hanno raccolto queste informazioni, questo per fornire una risposta più completa possibile. Ricordate che per noi adulti alcune affermazioni possono essere banali, ma dagli occhi di un bambino non è così, per cui attenti a non minimizzare o sminuire le loro preoccupazioni. Meglio fare questa chiacchierata lontano dall’ora della nanna e cercate di rassicurare il bambino, non inventando storie fantastiche ma, cercando di rimandare delle informazioni veritiere e di protezione da parte di noi adulti. Fate attenzione al livello emotivo che il bambino ha, soprattutto all’ansia e nello stesso tempo cercate di controllare anche il vostro. Già di per sé, anche per noi adulti questa situazione può essere destabilizzante, soprattutto per le persone più sensibili può essere una dura prova, per cui mentre parlate con i vostri bambini inevitabilmente il vostro stato emotivo e le vostre di paure si attiveranno. Ricordate che i bambini recepiscono gli stati emotivi, e che quest’ultimi “vincono” sulle parole, per cui anche se a livello verbale i termini possono essere rassicuranti se vengono accompagnate da uno stato emotivo di allerta vincerà l’emozione. Bisogna proprio fare allenamento oppure scegliete chi tra i due genitori riesce a gestire meglio l’emotività. Logicamente state attenti anche al linguaggio del corpo, la mimica del viso può anch’essa far trapelare le emozioni. Un’altra cosa che si può fare è fare emergere l’opportunità di aiutare chi ne ha bisogno. Abbiamo visto che molte associazioni, gruppi, volontari e chi più ne ha più ne metta, si sono attivate per raccogliere beni di prima necessità e/o farmaci, partecipiamo anche noi. Prepariamo assieme lo scatolone di cose che possiamo donare, pensate con i bambini che cosa potrebbe essere utile alla popolazione, potete anche aggiungere qualche disegno del bambino da dedicare ai bambini Ucraini. Oppure se gli impegni quotidiani, non lo permettono, in molti supermercati all’uscita si trova un carrello dedicato alla raccolta di beni da spedire in Ucraina. Durante la spesa provate a chiedere ai vostri bambini che cosa avrebbero piacere di donare e all’uscita fatelo riporre nel carrello. Sono piccoli gesti che però possono far capire al bambino che ci sono tante persone che stanno accorrendo in aiuto della popolazione che purtroppo si trova a fare i conti con la guerra. Ed infine l’ultimo consiglio che posso dare è quello di non abbassare mai la guardia. Non è detto che perché affrontate questo discorso una volta allora tutto è sistemato. Continuate ad osservare i vostri figli, prestate attenzione ai comportamenti, ai loro stati emotivi ma, anche ai loro silenzi. Qualsiasi cambiamento significativo potrebbe sottendere una difficoltà.
* Dott.ssa Erica Zanghellini Psicologa-Psicoterapeuta Riceve su appuntamento Tel- 3884828675
Salute & Benessere
A Pergine nasce MusicalMa
Il progetto MusicalMa nasce dal sogno di Mariella Micarelli di contribuire al ben-essere delle persone. L’idea è stata condivisa da un gruppo di professioniste e il sogno è diventato realtà. Dal momento che ogni persona ha un potenziale interiore da sviluppare, Mariella, Silvana, Sandra, Paola e Francesca, attraverso le diverse discipline, operano per aiutare le persone ad approfondire la conoscenza del sé, ad aumentare la propria energia e a sviluppare le proprie potenzialità. MusicalMa si pone come obiettivo quello di far suonare, vibrare, anima e corpo delle persone di ogni età, con particolare attenzione verso i soggetti fragili. Le discipline praticate intervengono a livello emotivo, cognitivo e corporeo attraverso la musicoterapia e la vocologia, il counseling e il coaching, trattamenti di Reiki, il massaggio craniosacrale e l’ipnosi regressiva.
Mariella Micarelli musicoterapeuta
Si è innamorata della musica da bambina. Ha iniziato a studiare flauto traverso e ben presto si è resa conto come la musica sia un linguaggio universale che parla le lingue dell’anima. Ha intrapreso la carriera di musicoterapeuta per portare benessere alle persone e per far vibrare la loro anima.
Silvana Poli coach e counselor
Da tempo ha scoperto il potere benefico della parola. Dopo una laurea in Lettere e una in Didattica della musica, ha approfondito le tecniche del counseling e del coaching. È professionista dell’ascolto e della comunicazione, aiuta le persone a vedere la realtà da nuove prospettive, a rinforzare le proprie motivazioni e a raggiungere i propri obiettivi.
Sandra Pontillo naturopata
Da sempre attratta dal mondo dell’invisibile, delle emozioni e delle sensazioni, ha condiviso i suoi passi con persone affette da demenze, sperimentando comunicazioni sottili. Ha studiato Naturopatia Psicosomatica e pratica il massaggio cranio-sacrale, la regressione alle vite passate e la riflessologia.
Paola Casagrande operatrice Reiki
Convinta che ogni giorno si possa imparare qualcosa, si definisce un’allieva in apprendimento continuo. Dopo un grave incidente stradale, che l’ha costretta a stare ferma molto tempo, si è avvicinata all’Iridologia e alla visione olistica della persona. Offre trattamenti Reiki per il riequilibrio energetico.
Francesca Micarelli vocologa
La sua vita è stata scandita dal suono della musica. Ha studiato violino e canto lirico e, dopo essersi esibita per vent’anni come cantante lirica sui palcoscenici di tutto il mondo, ha iniziato anche a dedicarsi alla cura e alla formazione della voce altrui. Aiuta le persone a preparare audizioni ed esami; lavora sia con bambini che con adulti. Assieme, per aiutare ogni persona ad aumentare il suo ben-essere le professioniste di MusicalMa operano in sinergia.
Chiama oppure scrivi un messaggio al numero 340 0755482 o a info@musicalma.it e richiedi un appuntamento. La prima seduta è gratuita. MusicalMa è a Pergine Valsugana, in Viale Dante 88.: www.musicalma.it https://www.facebook.com/mariellamicarelli (P.R)
Francesca Micarelli
Mariella Micarelli
Paola Casagrande
Sandra Pontillo
Salute & Benessere
Il fabbisogno giornaliero di acqua
di Enrico Coser
L’acqua, com’è da tutti risaputo, è il principale costituente del nostro corpo umano e rappresenta circa il 60/65% del peso corporeo nei maschi adulti, e circa il 50/ 55% nelle femmine, ciò è dovuto al fatto che le donne hanno una maggiore percentuale di grasso rispetto agli uomini. Nei bambini e neonati l’acqua è presente per circa il 75%. Ed è un elemento indispensabile per il mantenimento della nostra vita e per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e biologici che avvengono nel nostro organismo. La scienza medica suggerisce che per assicurare al nostro corpo e alla nostra mente la giusta e necessaria idratazione, occorre bere almeno 8 bicchieri (un litro e mezzo) di acqua ogni giorno. La presenza dell’acqua nel nostro organismo è indispensabile in quanto, questo prezioso liquido, partecipa a tutte le funzioni vitali, quali la digestione, il trasporto e l’impiego dei nutrienti, l’assorbimento ed è il mezzo principale attraverso cui vengono eliminate tutte le sostanze di scarto. Da qui la necessità di un indispensabile e giusto bilancio idrico, fondamentale per il mantenimento di un buono e funzionale stato di salute che si concretizza con l’ingerimento giornaliero di acqua. Ingerimento, però, che non deve avvenire quando si ha sete bensì nel corso di tutta la giornata indipendente dallo stimolo che ognuno di noi ha. Secondo le indicazioni degli esperti l’acqua deve essere bevuta a temperatura ambiente, quindi non fredda e consumata non come gli assetati, ma a piccoli sorsi e seconda una tabella indicativa: 1 bicchiere appena svegli, 1 o 2 durante la mattinata, 2 a pranzo, 1 o 2 nel pomeriggio, 2 a cena e possibilmente 1 prima di andare a letto. In definitiva si può documentare che il fabbisogno giornaliero è di circa 1,5/2 litri d’acqua. Ovviamente queste quantità possono essere aumentate secondo il clima, la pratica di eventuali sport e, non ultimo, dalla propria condizione fisica. Per la cronaca e per una corretta informazione è necessario, però, sfatare alcune “dicerie” sull’acqua. Per esempio non è vero che l’acqua fa ingrassare perché non solo non contiene calorie, ma le possibili variazioni di peso sono solo momentanee. E non è esatto affermare che l’acqua deve essere bevuta lontano dai pasti, ma una giusta quantità (circa 500/600 ml) aiuta i processi digestivi. Al massimo, in caso si dovesse eccedere, si possono ritardare i tempi della digestione perché avviene una certa diluizione dei succhi gastrici. E infine non corrisponde a verità l’affermazione che bevendo molta acqua si provoca una maggiore ritenzione idrica perché, di solito, ciò avviene solo e solamente dalla quantità di sale che ingeriamo e da altre sostanze contenute nei cibi che consumiamo e anche dalla quantità d’acqua che beviamo.
Il personaggio
di Massimo Dalledonne
IL RICORDO DI RENATO FRONZA
RONCEGNO – Renato Fronza si è spento nei mesi scorsi. All’età di 69 anni. Dopo una intera vita vissuta fra greggi e animali da stalla. Tra i pascoli e gli alpeggi del Lagorai, in estate, e le pianure del padovano nei mesi invernali. La sua storia è stata raccontata, da Fernanda Beozzo nell’ultimo numero del bollettino comunale di Roncegno Terme. Era nato a Roncegno il 16 giugno del 1952 ed a dodici anni lavorava già in malga. Faceva il pastore al passo Brocon “lassù ai confini del cielo a occuparsi degli animali. Una passione che, giorno dopo giorno, prendeva posto nella sua vita. Condivisa per tutta la vita con Sonia, una ragazza dai capelli biondi incontrata in alpeggio. “Dalla loro unione – scrive Fernanda Beozzo - nacquero tre figli maschi: Claudio, Luca e Andrea”. Per una quindicina di anni si divide tra i monti e la pianura. “La durezza del lavoro non ha mai scoraggiato Renato. Anzi. Più ostacoli incontrava, più si impegnava per superarli. Sotto neve o temporali o divieti di passaggio, infortuni degli animali o parti improvvisi, dove la prontezza e l’esperienza era fondamentale per la salvezza del nascituro ma anche per la salvaguardia di ogni singolo animale”. Verso la fine degli anni ’80 la sua vita cambia. Diventa custode e mungitore alla malga Conseria in Val Campelle, nel comune di Scurelle. Con lui, l’amico di sempre; Renato Costa, attuale presidente della Latte Trento. La malga diventerà la sua seconda casa. Vi lavora per circa vent’anni fino a quando viene colpito da una malattia invalidante che lo costringe, con grande sofferenza, a rinunciare al lavoro del pastore. “Un lavoro fatto di transumanze, erti pascoli, notti ventose, accudire e governare bestiame grosso e minuto. I figli subentreranno a questo mansione e passione dando così a papà Renato la sicurezza di una tradizione che continua”. Renato decide di restare in Val Campelle. A vivere ogni anno la malga Conseria inventandosi un hobby: ricavare dal legno di betulla piccole stelle alpine. Ancora Fernanda Beozzo. “Al passaggio dei turisti, a loro richiesta, le regalava; fra ringraziamenti e complimenti per la sua creatività. Lo sguardo attento e i sorrisi della nipotina Giada lo conforterà nei suoi giorni più difficili”. Dopo la passione per la pastorizia, quella dell’intaglio del legno. Ancora oggi, presso l’abitazione di famiglia a Roncegno, c’è la sua opera più importante: un capitello ligneo raffigurante S. Antonio abate e i suoi inseparabili animali. Renato Fronza muore nell’estate del 2021. “La stessa malga Conseria, in Val Campelle – ricorda Fernanda Beozzo - lo troverà anche nel suo ultimo respiro. Il luogo da lui tanto amato, nell’ultimo giorno di luglio, come in cuor suo ha sempre desiderato, lo abbraccerà per l’ultima volta consegnandolo alla volontà del Nostro Padre Eterno”.