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Fatti e Misfatti: tra informazione e banche
A parere mio
di Cesare Scotoni
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FATTI & MISFATTI
tra informazione e banche
I“tormentoni” degli ultimi due anni e mezzo han distrutto l’Autorevolezza dell’Informazione Pubblica offerta da una TV di Stato che sembra aver rinunciato al pluralismo, non meno degli scandali e dei disastri nelle banche che nel decennio precedente han distrutto la Fiducia dell’utenza in un Sistema Bancario che, in riferimento ai grandi players, è ormai quasi completamente passato in mani straniere. Vien da chiedersi ogni giorno di più il senso di un Consumismo che ha progressivamente permeato la forma del Giornalismo d’Informazione e tradito le Grandi Narrazioni. Abbandonando l’azione sui Miti Fondativi, in favore di uno Storytelling basato sul pressappoco e pensato solo come un Prodotto di Consumo. Questo approccio, che ogni giorno necessita di nuove tematiche necessarie solo a tenere elevata la curva di attenzione ed a fare ascolto, rinuncia al difficile lavoro di Ricerca ed Approfondimento, all’esercizio di analizzare le Contraddizioni, alla pratica della coerenza ed in fondo al rispetto per l’utente, visto solo come oggetto da dirigere nelle scelte. Tradendo quella funzione critica e di controllo delle azioni della Politica che giustifica gli articoli sulla Libertà di Espressione posti a tutela di quella nella nostra Costituzione. Gli stessi autori che, solo nel 2016, inneggiavano alla Costituzione più Bella del Mondo, baluardo dei Diritti ed intoccabile monumento alla scelta repubblicana nata dalla Resistenza di pochi al Fascismo, si sono cimentati nel classificare quei Diritti. Il vivere in Salute è divenuto più importante del vivere Liberi, la distinzione tra i Poteri dello Stato un vezzo conservatore, il rispetto della Libertà di Espressione delle Minoranze una pretesa trascurabile. L’idea che un Governo Tecnico, ovvero privo di una maggioranza politica, nato come governo di scopo per predisporre un PNRR e sottoporlo a Bruxelles nel mentre che si usciva dal semestre bianco, potesse poi assecondare un repentino cambio nelle Relazioni Internazionali tra NATO ed
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A parere mio
Unione Europea subito dopo l’aver detto no alla partecipazione del nostro Paese alla Forza d’Intervento Multilaterale dell’Unione senza che un Parlamento silente nella sua agonia affrontasse un serio dibattito è passato sulla stampa come fosse un evento ordinario. Sul pretesto dell’acuirsi di quella crisi del Donbass cui gli accordi di Minsk, 8 anni fa, avevano offerto un percorso di garanzie internazionali mai implementate, stiamo fornendo copertura a chi di quella mancata implementazione si è reso responsabile ed il senso stesso di un Dibattito teso ad evitare un progressivo scivolare verso il disastro è tradotto come tifo tra squadre o in volgare caciara. Tradendo quel tipo di Servizio Pubblico la Responsabilità che la Costituzione affida alla Stampa con la parte relativa alla Libertà di Espressione ed alla Diffusione delle Diverse Opinioni. Forse invece di perdersi in improbabili dibattiti sulla trascurabile influenza dei cromosomi nel definire la sessualità di ciascuno, si dovrebbe tornare a distribuire nella scuola dell’obbligo, a ciascun allievo, una copia della Costituzione Repubblicana del 1948 ed a riservare le ore di Educazione Civica (se ancora si offrono) ad un serio approfondimento, almeno dei primi 54 articoli. Avremmo cittadini più formati e giornalisti più prudenti. Altrimenti va a finire che “l’Era di Wikipedia” divenga lo standard formativo e si possa far passare sotto silenzio quando il sito dell’OMS (WHO), ad evento pandemico in corso, cambia magari la definizione di Immunità o di Vaccino, solo per seguire le cattive prestazione di singoli prodotti. Oppure si plauda quando un Governo amico arresta i Deputati dell’Opposizione o l’Unione Europea calibra i propri interventi normativi in funzione di singoli eventi elettorali nei Paesi Membri. E soprattutto si discuta dello spazio che tali eventi debbano o NON debbano trovare nei palinsesti televisivi della TV di Stato e sui giornali. Come se il sindacare gli Spazi di Libertà di Informazione fosse compito di chi, grazie a quelli spazi e quelli articoli a tutela, può esercitare, anche male, il proprio compito. Il Mito Fondativo della Costituzione Repubblicana è stato nella Resistenza al Fascismo e nell’Importanza del garantire spazio alle Opposizioni in Parlamento e sulla Stampa. Sul tema della Corruzione e sul fatto che fosse della Politica e non della Società si è voluto minarlo. Prima di distruggerlo sarebbe il caso di proporne un altro agli italiani.