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Accade nel mondo: Cina-Taiwan

Accade nel mondo

di Guido Tommasini

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APPUNTI SULLA CRISI CINA-TAIWAN

Gli ultimi atti di aperta ostilità della Cina Popolare contro Taiwan a seguito della visita della speaker americana Nancy Pelosi in quella repubblica costituiscono un cambio della politica cinese non solo localizzato dentro il Mar della Cina ma anche nei confronti di tutto il Sud Est asiatico e quindi ogni considerazione deve essere rapportata anche a quel più ampio scenario. Per citare una frase paradigmatica, fin dall’Agosto 1965 l’allora presidente Mao Tse Tung aveva già definito le linee guida per quell’area con un celebre discorso tenuto all’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito che qui si estrapola come segue: “Dobbiamo ad ogni costo mettere le mani sul Sud Est asiatico, così ricco in minerali che merita vi si metta la taglia per conquistarlo... “ Un’affermazione pesante come una macigno per la stabilità di quell’area che denotava un chiaro atteggiamento di sciovinismo e di espansionismo da grande potenza. Rebus sic stantibus, la Repubblica di Cina(Taiwan ) è sempre stata considerata fin dal 1949 da Pechino parte integrante della Cina continentale. La recente visita di Nancy Pelosi ha perciò varcato la border - line e la contraddizione latente si è resa palese con la reazione di Pechino non solo come minaccia per Taiwan, ma anche come avvertimento agli altri Stati di quell’area(Vietnam, Malesia, Brunei, Giappone) che hanno già dovuto subire in questi ultimi anni le prevaricazioni cinesi. Ci sono stati anche scontri navali come il cosiddetto Johnson South Reef(Isole Spratly) del 1988 fra cinesi e vietnamiti, mentre con le Filippine la Cina ha un buon rapporto, nonostante abbia perso un arbitrato sui confini marittimi.. Facendo un breve passo indietro, nell’Ottobre 1971 Taiwan venne espulsa dall’ONU ed il suo posto assegnato alla Repubblica Popolare Cinese(RPC) e poi nel 1979 gli USA siglarono il – Taiwan Relations Act – dove si stabiliva che avrebbero mantenuto la capacità di difendere quello Stato, ma non specificando che cosa sarebbe successo se la Cina l’avesse effettivamente attaccato. Nell’interpretazione dell’accordo si deduce di massima che la difesa con-

Repubblica Popolare Cinese

Taiwan

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Il Presidente della Cina Xi Jinping

creta di Taiwan non era un preciso impegno americano ma solo una base per una decisione ultimativa che spettava solo al Presidente USA. Con questa ambiguità strategica gli americani si erano così garantiti la possibilità di mantenere in piedi parecchi legami ufficiosi con Taiwan nonostante i rapporti diplomatici interrotti, esibendo la capacità di poter reprimere un eventuale attacco di Pechino attraverso lo stretto, ma anche diffidando implicitamente la stessa Taiwan dal pensare di avere carta bianca per dichiarare la propria indipendenza, cosa che avrebbe portato ad uno scontro diretto Cina -USA. Recentemente sull’argomento si è espresso anche l’analista della NATO Chris Parry:”Non devi mai dire al tuo potenziale nemico ciò che hai in mente di fare. Qualsiasi cosa venga migliorata per dissuadere in primo luogo la Cina e per frustrare le sue intenzioni di impadronirsi di Taiwan non dovrebbe essere solo militare, ma qualcosa di multidimensionale che includa focalizzazioni commerciali, finanziarie ed informative”. Due parole sulla Porcospine Strategy che sarebbe la risposta asimmetrica da parte di Taiwan ad un’eventuale invasione cinese. Tale teoria si basa sul presupposto che lo squilibrio delle forze sulla carta fra una potenza maggiore ed una minore (come nel caso di specie Cina- Taiwan ) non si sviluppi necessariamente nello stesso senso a livello delle operazioni sul terreno, ma possa evolvere a favore del più debole. Come il porcospino dissuade il predatore con i propri aculei, Taiwan “Deve resistere al nemico sulla sponda opposta, attaccarlo nel mare, distruggerlo nella zona litoranea, annichilirlo nella prima area di sbarco” (quella base indispensabile per gli sbarchi successivi) infliggendo così innumerevoli piccole perdite, dissuadendo l’aggressore attraverso l’uso di altre armi di difesa mobili ed occultate come missili antiaerei ed antinave. Una teoria creativa che si basa anche su condizioni favorevoli, come il fatto che Taiwan presenta scarsi siti adatti agli sbarchi. Al di là delle tattiche e delle ideologie, su queste tematiche è fondamentale pensare in funzione del principio dei diritti dei popoli. La Cina (RPC) ha delle argomentazioni valide per giustificare l’annessione di Taiwan che storicamente deriva dal regime del Kuomitang sconfitto nella guerra civile, ma è anche vero che nei 72 anni successivi Taiwan ha sviluppato un proprio sistema nazione libero e indipendente con istituzioni democratiche di tipo occidentale, per cui le sue ragioni di continuare ad esistere come unità politica differente dalla Cina continentale sono da questo punto di vista legittime. Tutto ciò premesso, per riallacciarsi alla storia asiatica in un contesto più ampio del confronto USA – Cina, sia a livello geografico che militare, si fa presente che nei primi Anni Cinquanta c’era stata la famosa teoria della formazione di una “Cintura di cobalto” atomica in Corea da parte di Mac Arthur contro la minaccia cinese, però le amministrazioni americane che si erano succedute avevano poi considerato la Cina da trattare come un “Santuario privilegiato”con il quale non avere conflitti diretti, ma le eventualità peggiori sono sempre state studiate a fondo. A puro livello accademico si rammenta anche che in seguito, alla fine degli Anni Sessanta l’ Hudson Institute, in un modello di previsione per una guerra nucleare fra USA e Cina (in quel caso era simulata come un’espansione della guerra del Vietnam), aveva stimato, fra le altre iniziative, che, al fine di contrastare la pressione di Pechino, sarebbe stato razionale lanciare un attacco atomico all’isola cinese di Hainan

La Presidente di Taiwn Tsai Ing-wen

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