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Speciale Belgio Focus su politiche europee dell’agrifood e benessere animale Elena Benedetti

Contributi a fondo perduto

Regione Emilia-Romagna

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Finanziamento a fondo perduto del 40% settore agroindustriale/ agroalimentare

Reg. UE 1305/2013 Transizione PSR 2021/2022 Misura 4.2.01

Investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli (ortofrutticoli, lattiero caseario, carni “bovini, suini, avicoli, cunicoli, ecc.” uova, vitivinicolo, cerealicolo e riso, sementiero, olio d’oliva, miele, aceto, ecc…)

È stato approvato dalla Commissione europea il piano Regione

Emilia-Romagna di transizione

PSR 2021/2022 che prevede fondi complessivi per oltre 400 milioni di euro. A breve saranno operativi i bandi di fi nanziamento tra cui la Misura 4.2.01 per gli investimenti in aziende agroalimentari che consentirà di richiedere contributi a fondo perduto del 40% su investimenti da realizzarsi negli anni 2022-2023, presumibilmente per: 1. costruzione/ristrutturazione di immobili produttivi anche per fi ni di miglioramento energetico; 2. acquisto di macchine, attrezzature ed impianti tecnologici funzionali alla lavorazione, trasformazione, confezionamento, conservazione dei prodotti, ecc…; 3. acquisto di mezzi specialistici in grado di mantenere la catena del freddo nel trasporto della

materia prima; 4. acquisto di hardware e software specialistici per i processi produttivi; 5. investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ad esclusivo uso aziendale; 6. spese generali.

Per approfondimenti, siamo a disposizione per visite. Contattateci.

FABO S.I. Srl

Telefono: 0545 84488 335 6060351 Giacomo 338 8918366 Marco Fax: 0545 84555 E-mail: info@fabosi.it Web: www.fabosi.it

Focus su politiche europee dell’agrifood e benessere animale

Ritorno fi nalmente in presenza per la Round Table del Belgian Meat Offi ce, giunta quest’anno alla sua 16a edizione. Un appuntamento immancabile di fi ne estate che chiama a raccolta a Bruxelles la stampa specializzata della fi liera delle carni, Eurocarni compresa. In discussione politiche comunitarie, nuove visioni e strategie e cambi di direzione

di Elena Benedetti

Era arrivato nel mese di giugno ed era stato uno di quei segnali che testimoniano un tanto agognato cambio di rotta, un quasi ritorno alla normalità. Il Belgian Meat Offi ce, ente che rappresenta la fi liera delle carni belghe diretto da JORIS COENEN, mi invitava alla tradizionale Round Table a Bruxelles, fi nalmente in presenza! E così è stato. La 16a edizione di questo appuntamento unico per formula e organizzazione, che chiama a raccolta una selezione di giornalisti europei della fi liera delle carni — tra cui noi di EUROCARNI — si è svolta lo scorso 25 e 26 agosto. Il Belgio è un player strategico nell’offerta di carni bovine e suine a livello europeo e mondiale ed è il quarto esportatore di carne bovina in Italia e quinto esportatore netto di carne suina in Europa.

La discussione dell’edizione 2021 della Round Table del Belgian Meat Offi ce si è incentrata sulle politiche europee in materia di benessere animale e Green Deal in corso di sviluppo con la nuova Commissione europea e sulla conseguente necessità da parte dell’industria di reagire ad esse in modo fl essibile e veloce. Temi assai complessi che sono stati approfonditi da due speaker di elevato livello per esperienza e competenza: TOM VANDENKENDELAERE, europarlamentare con presenza presso la NATO Parliamentary Assembly per le materie legate al mercato interno, protezione del consumatore, affari esteri, agricoltura, solo per citarne alcuni, e PIET VANTHEMSCHE, precedente CEO della Belgian Agency for the Safety of the Food Chain e del sindacato belga degli allevatori Boerenbond, oggi a capo di un progetto di centralizzazione dell’etichettatura del benessere animale nelle Fiandre. «Dal nostro ultimo incontro qui a Bruxelles nel 2019 il mondo è profondamente cambiato» ha esordito Joris Coenen nel dare il benvenuto a partecipanti e relatori. «Il pieno impatto che la pandemia ha esercitato sulle nostre economie e anche sulla e all’interno della nostra industria deve ancora essere scritto, ma siamo consapevoli che le crisi spesso accelerano le tendenze già abbozzate o in essere, mentre altre vengono mitigate o annullate con altrettanta velocità» ha detto Coenen.

«C’è in corso un acceso di-

battito pubblico sul consumo di

carne, con un trend che vira verso prodotti percepiti dal consumatore come più sostenibili e legati a rasA pagina 76: Joris Coenen, direttore del Belgian Meat Offi ce, all’apertura della 16a edizione della Round Table che chiama a raccolta una selezione di giornalisti europei delle principali testate della fi liera delle carni. In alto: a sinistra, l’europarlamentare Tom Vandenkendelaere. A destra, Piet Vanthemsche, a capo di un progetto di centralizzazione dell’etichettatura del benessere animale nelle Fiandre.

Relatori e partecipanti alla 16a Tavola rotonda del Belgian Meat Offi ce.

sicurarlo in materia di benessere animale».

Il direttore del Belgian Meat Offi ce ha poi ricordato che il mercato europeo delle proteine animali gode degli standard su sicurezza alimentare e sanitaria più elevati, con un’offerta di prodotti sicuri a prezzi modici. «Il nostro settore ha verifi cato che il mercato globale è animato da dinamiche abbastanza “brutali”; per tale motivo, avere un mercato europeo stabile è per noi ancora più fondamentale, sempre ovviamente in un contesto che non può prescindere da una buona fl essibilità e capacità di reazione da parte degli allevatori, operatori e industriali delle carni».

Politiche del Green Deal sui cambiamenti in atto nell’UE e sulle sfi de del Mercato Unico Europeo

Tom Vandenkenelaere, nell’esprimere la propria visione personale sui cambiamenti che si sono registrati nell’ultimo decennio, ha sottolineato che se nei palazzi delle istituzioni di Bruxelles l’attenzione prima era tutta incentrata sui temi della crescita, degli investimenti strategici e dell’occupazione, oggi si discute di Green Deal, grande ambizione di questa Commissione europea. «Oggi è la Commissione Ambiente che governa e che fa da pivot a tutti i lavori; la stessa Commissione UE non segue più il suo tradizionale modus operandi nel fare proposte legislative» ha rimarcato Vandenkendelaere, precisando che quest’ultima traccia gli obiettivi, ergendosi a leader del cambiamento in un processo che richiede molta più politica per trovare compromessi e sostegno ai programmi, ovviamente tra nuovi pesi in Parlamento (come ad esempio quello esercitato dai Verdi, che spingono verso l’area più progressista).

Se poi consideriamo il comparto agricolo, l’europarlamentare cita dati che attestano a livello previsionale che nel 2050 ci troveremo a dover sfamare 10 miliardi di cittadini del mondo con l’aspettativa di dover incrementare la produzione alimentare del 50%. «Ciò signifi ca aumentare la produzione di latte, carne, prodotti agroalimentari, mettendo necessariamente al centro della discussione l’agricoltura. E invece? Nella visione politica attuale questa attenzione verso la produzione agroalimentare si è ridotta!» sottolinea Vandenkendelaere. «Oggi la tendenza va verso una produzione circolare, con il sostegno del commercio locale, e verso i temi della sostenibilità in cui cibo e agricoltura hanno lo stesso impatto».

Per quanto concerne il commercio con l’extra-UE? «Gli standard applicati a livello europeo devono essere i medesimi fi ssati nei Paesi che commercializzano con l’UE», precisa Vandenkendelaere, sottolineando che «da una parte, c’è la perenne discussione sull’aumento della produzione di cibo a livello globale, mentre, dall’altra, gli stessi Europei sono sempre più critici sulle modalità e restrizioni all’interno del mercato UE. Il settore agrifood europeo potrebbe essere perfettamente funzionante, ma stanno aumentando le tendenze nazionaliste, oltre a leggi e normative che ostaco-

La carne belga e il Belgian Meat Offi ce

Il settore della carne belga è specializzato in suini e bovini. Da decenni queste carni sono esportate in molti Paesi del mondo. Generazione dopo generazione, i produttori di carne belgi sono divenuti dei veri specialisti nell’esportazione, soddisfacendo le esigenze di clienti in oltre 60 Paesi. Il Belgian Meat Offi ce coordina le attività di esportazione delle carni suine e bovine. Questa agenzia è stata fondata nel 2003 sotto l’egida ente di agro-marketing delle Fiandre belghe (VLAM). Il Belgio non solo fi gura tra i principali esportatori di carne d’Europa, ma è anche un punto di riferimento in tema di sicurezza alimentare. Il sistema di gestione del rischio attuato dalle aziende belghe vanta infatti una solida reputazione in tutto il continente. Caso unico in Europa, in Belgio la sicurezza dell’intera catena alimentare è di competenza di un’unica agenzia indipendente: l’agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare (FASFC). La FASFC integra tutti i servizi di controllo in materia di salute pubblica e agricoltura, vigilando sull’autocontrollo obbligatorio per gli operatori e la corretta tracciabilità dei loro prodotti (In foto splendido bue di razza Blu Belga; photo © DWP – stock.adobe.com).

>> Link: www.belgianmeat.com

La razza suina belga è famosa per il suo elevato rendimento: combina un’alta porzione di carne magra con un peso elevato della carcassa. Gli agricoltori belgi off rono un suino magro con una percentuale di carne di oltre il 60% e un peso morto di più di 96 kg. In altri termini, il taglio effi ciente del suino di razza belga garantisce una quantità di carne maggiore a pezzo. Per i propri clienti, signifi ca ottenere il massimo valore aggiunto. L’approccio alla rifi nitura, al taglio e al confezionamento è estremamente fl essibile. Gli operatori si conformano alle esigenze del cliente. La grande forza delle imprese belghe consiste, infatti, nel lavoro su misura off erto. Proprio per questo, spesso i Belgi si distinguono dalla concorrenza. Le possibilità sono quasi infi nite. La diversità di imprese e la concorrenza reciproca determinano un’elevata professionalità, nel rispetto delle peculiarità individuali delle singole aziende. lano il corretto funzionamento del Mercato Unico Europeo». E questo è un problema oggettivo che mina l’effi cienza stessa del Mercato.

Benessere animale al centro dei programmi della Commissione europea

Piet Vanthemsche conosce bene il mondo allevatoriale e le dinamiche delle istituzioni europee. In materia di benessere animale, essendo oggi a capo di un progetto di lavoro su un sistema di etichettatura dell’animal welfare nelle Fiandre, Vanthemsche ha sottolineato la posizione centrale che riveste il tema del benessere animale per la nuova Commissione europea, con un profondo cambiamento anche nel linguaggio utilizzato. «Si è passati dal parlare di politica agricola orientata agli allevatori a una politica pensata e indirizzata alla catena alimentare. L’industria agroalimentare e il retail sono oggi per la Commissione gli “infl uencer” più importanti attraverso i quali si può arrivare a modifi care le scelte dei consumatori».

Date queste premesse, Vanthemsche ha sottolineato che la Commissione sta sviluppando una serie di misure per supportare

Il Belgio è un Paese piccolo. I numeri parlano chiaro: ha una superfi cie di appena 30.588 km² e 11.431.406 abitanti. La confi nante Germania è quasi 12 volte più grande. Eppure, con una produzione di 216.000 tonnellate di carne bovina, il Belgio è un attore di spicco dell’industria europea

della carne. Il suo segreto? L’amore per un prodotto di qualità. Grazie alla specializzazione, ai servizi su misura e al lavoro pionieristico

nell’ambito della sicurezza alimentare, i fornitori di carne belgi hanno trasformato la loro attività su scala ridotta in notevoli benefi ci. Il Belgio ha fatto una scelta: produce più carne di quanta ne consumi. Generazione dopo generazione, una solida rete di piccole e medie imprese — spesso a conduzione familiare — si è andata specializzando nelle esportazioni di carne bovina. I limitrofi Paesi Bassi rappresentano il mercato più vasto, seguiti da altri Paesi europei, come Francia, Germania e Italia. La carne belga deve la sua eccezionale reputazione alle persone che la producono. Produttore, trasformatore e fornitore: ogni attore della fi liera è considerato un professionista a livello mondiale.

La storia della carne belga riguarda le persone, persone alle quali stanno a cuore gli animali, la qualità e la sicurezza, le persone che acquistano e consumano la carne. L’export è una scelta consapevole del fornitore di carne belga, un fi ne in sé. Concentrandosi su di esso, il Belgio è riuscito a diventare un attore importante in Europa e nel mondo. Alla base di tale successo si trovano la tradizione e l’expertise. Le imprese belghe esaudiscono i desideri dei propri clienti in modo fl essibile, creando valore aggiunto in termini di qualità, rendimento e servizi. Il dominio della razza Bianca e Blu belga rappresenta una situazione unica in Europa. La produzione di carne bovina si è specializzata enormemente ed è scarsamente associata all’industria lattiero-casearia. Quindi, oltre il 70% dei bovini macellati rientra nella classe di conformazione S o E. La maggior parte degli animali è destinata all’ingrasso, fi no a un peso a caldo compreso tra 450 e 600 kg (rispettivamente mucche e tori). Data la scarsità di grasso, la massa muscolare è molto soda.

>> Link: www.belgianmeat.com

l’industria agroalimentare e i suoi retailer nell’informare e guidare il consumatore europeo verso prodotti più sani e sostenibili, accessibili al giusto prezzo.

Con la pubblicazione della Strategia From Farm to Fork del 20/05/2020 [COM (2020) 381], l’Unione Europea ha profondamente cambiato il suo approccio: la Commissione ha in programma la creazione di un marchio euro-

peo di benessere animale rivolto ai

consumatori, così da incrementare la trasparenza del mercato e proteggere i produttori che saranno in grado di applicare gli standard previsti.

Il tema del benessere animale è infatti un concetto ampio, che abbraccia la qualità dell’alimentazione, l’impiego di una ridotta quantità di medicinali in allevamento e la tutela della biodiversità.

A livello europeo — ha sottolineato Vanthemsche — sono attivi numerosi sistemi volontari di etichettatura del benessere animale nei Paesi dell’UE, molti dei quali variegati e fl essibili. «Nelle Fiandre siamo stati dei precursori per quanto concerne l’accreditamento e la certifi cazione del benessere animale, con la garanzia che questi standard sono reali e presenti in ogni fase della fi liera» ha affermato Vanthemsche. Il passaggio veramente complesso in tutto questo? «Calcolare la creazione di valore del benessere animale, ovvero quel differenziale di valore percepito dal consumatore».

Al termine delle due presentazioni è seguito un lungo dibattito moderato da Joris Coenen che ha visto la partecipazione attiva dei giornalisti presenti in rappresentanza delle testate europee di settore. Tanti i temi trattati e numerose le domande di approfondimento rivolte agli speaker. Si è discusso di attività di etichettatura volontaria in materia di animal welfare, decisamente non armonizzata a livello europeo, di attività di lobbying spesso e volentieri dannose per i produttori del settore delle carni, di ritardi da parte della Commissione europea nell’intervenire per tutelare il settore agricolo ed europeo.

Infi ne, la parola è tornata al padrone di casa, il direttore del Belgian Meat Offi ce. «Stiamo vivendo una fase di profondi cambiamenti in Europa e nel mondo. Possiamo percepirli come una minaccia ma non dimentichiamo che il cambiamento può anche essere vissuto come un’opportunità!».

Elena Benedetti

Nota

Per un approfondimento: • ec.europa.eu/food/system/fi les/2021-06/aw_platform_platconc_awl-subgroup-conclusion. pdf

Il passato, il presente e il futuro de Les Abattoirs di Anderlecht

Per gli appassionati di calcio l’Anderlecht è una famosa squadra che compete nei Campionati europei, ma forse non tutti sanno che prende in nome da un comune all’interno di Bruxelles che conta quasi 120.000 abitanti e che, alla fi ne dell’Ottocento, ospitava un enorme centro di macellazione e lavorazione delle carni. La tavola rotonda 2021 organizzata dal Belgian Meat Offi ce a fi ne agosto 2021 è stata l’occasione perfetta per farci conoscere il passato di un luogo che oggi a fatica sta cercando una nuova identità e progettualità. L’abbiamo visitato con Paul Thielemans, che da trent’anni vi lavora seguendone le attività e le pubbliche relazioni. «Gli edifi ci strutturali degli Abattoirs d’Anderlecht sono un esempio straordinario di architettura industriale del XIX secolo, inaugurati nel 1890, sopravvissuti a due guerre e oggi considerati patrimonio di interesse storico» esordisce Thielemans mentre ci accompagna a fare un giro esplorativo. «Se a fi ne Ottocento ogni quartiere gestiva in autonomia il proprio mercato del bestiame vivo e relativo macello, seguì la decisione di centralizzare le attività delle aree circostanti proprio in questo sito, dotato di una struttura ed estensione notevoli. La struttura principale ospitava il bestiame vivo, il macello, gli impianti di macellazione e disosso, la vendita diretta e il mercato, oltre a bar, pub e punti di ristoro». Oggi cosa resta di tutto ciò? Ci sono ancora sale di disosso delle carni, con accessi di carico e scarico, ma stanno via via diminuendo poiché la zona è abbastanza centrale (siamo infatti ad una quindicina di minuti a piedi dalla stazione dei treni Gare Midi) e la logistica è complicata.

L’attività oggi prevalente è il Foodmet, un grande mercato agroalimentare inaugurato nel maggio del 2015 che attrae ogni fi ne settimana 50.000 persone sotto la struttura originale e altre 150.000 nelle parti esterne. «Questo non è un luogo di grande interesse turistico — sottolinea Paul Thielemans — bensì un mercato fondamentale per gli abitanti del quartiere che qui possono acquistare ogni sorta di generali alimentari, carni incluse grazie alla presenza di 19 macellerie».

La riqualifi cazione delle aree industriali dismesse è un tema complesso che interessa molti paesi europei. Da una parte c’è la necessità di ripensare gli spazi in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale, dall’altra c’è quella di preservare gli equilibri per le comunità e attività che li hanno utilizzati. La società privata che oggi gestisce l’intero spazio di 42.000 metri quadrati si chiama Abattoir, nome che richiama all’origine e all’identità del sito, e Abattoir Development Project è un progetto di lavoro iniziato nel 2008 e che dovrebbe estendersi fi no al 2030. L’obiettivo è quello di sviluppare attività di agricoltura e sviluppo urbano, focalizzate a incentivare la creazione di posti di lavoro.

Un esempio su tutti è Urban Agriculture (bigh.farm), un progetto sviluppato sul tetto del Foodmet che combina agricoltura urbana e acquaponica con numeri di tutto rispetto: ogni anno sono infatti prodotte 20 tonnellate di trote salmonate e dal ricircolo delle acque delle vasche di allevamento sono coltivati ortaggi, tra cui insalata, pomodori, piante aromatiche, in grandi serre verticali. La copertura è fatta di pannelli solari e l’energia circolare è garantita dal corretto utilizzo di acqua e luce.

Anche altri due esempi di start-up innovative meritano un approfondimento: la prima è un’attività in essere all’interno della struttura dell’ex macello di Anderlecht, l’Atelier enVie (envieatelier.be) lanciato nel 2018 da NAOMI SMITH. Si estende su una superfi cie di 500 m2 ed è focalizzato nella produzione di zuppe di ortaggi provenienti da surplus di produzioni delle aziende agricole della zona.

L’altro è Le Champignon de Bru-

xelles (lechampignondebruxelles.

be), che nei suggestivi locali sotterranei alla struttura principale, caratterizzati da una temperatura e umidità ideali per la funghicoltura, produce funghi shiitake anche bio, funghi disidratati e box di prodotto acquistabili anche on-line.

>> Link: abattoir.be

Les Abattoirs di Anderlecht è l’antico mattatoio di Bruxelles (di cui Anderlecht è uno dei comuni all’interno della municipalità), intorno al quale è andato è andato formandosi in maniera quasi spontanea il più grande mercato pubblico del Belgio. In foto, Paul Thielemans.

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