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Indagini Le nostre carni bianche

La stima a livello mondiale per il consumo di carne cunicola è di 0,46 kg pro capite. La produzione vede il primato della Cina con 940.000 tonnellate, il 63% del totale planetario.

per chilo, in discesa del 6% sul 2018 che, va sottolineato, aveva visto una crescita molto pronunciata (+21%) rispetto al 2017.

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La differenza tra gli Stati è tuttavia notevole, coi Paesi Bassi a detenere il prezzo più elevato (8,4 euro al kg) mentre l’Italia si posiziona ai livelli più bassi con un prezzo medio della carne esportata di 4,4 euro al chilogrammo.

Il mercato della carne cunicola nel mondo: Cina principale polo di produzione e di consumo

Il valore stimato della carne di coniglio e di lepre a livello globale è di 6,7 miliardi di dollari statunitensi, per un volume che si aggira attorno a 1,6 milioni di tonnellate. Secondo Indexbox il valore ha avuto una crescita media annuale del 4% tra il 2007 ed il 2017, tasso annuale che la stessa organizzazione ritiene in calo al +2,3% nel periodo 20172025: per il 2025 si stima che il volume raggiunto sarà di 1,8 milioni di tonnellate. Anche in questo caso la Cina la fa da padrona, col 62% dei volumi consumati, equivalenti a circa 950.000 tonnellate.

Sempre nel continente asiatico si trova il secondo maggiore consumatore, la Repubblica di Corea, con 155.000 tonnellate, mentre il terzo posto è conquistato dall’Egitto, che con le sue 57.000 tonnellate precede di poco i principali Paesi dell’Europa continentale sopra elencati.

Anche la produzione vede il primato della Cina con 940.000 tonnellate, il 63% del totale planetario, che distanzia tanto la Repubblica di Corea con 155.000 tonnellate pari al consumo interno e ancor di più la Spagna, terza nel mondo con 54.000.

Il distacco del primo produttore europeo è ancora più signifi cativo se letto alla luce dei tassi di crescita nel decennio 2007-2017: se la Cina è cresciuta in media ogni anno del 4,3% e la Repubblica di Corea del 3,3%, la Spagna ha avuto all’opposto una contrazione media annuale del 2,6%.

Roberto Villa

Nota

1. www.indexbox.io/blog/rabbit-meat-market-in-the-eu-key-insights-2020

Le nostre carni bianche

Parte il secondo anno della campagna promozionale che racconta gli alti standard del settore su benessere animale, sostenibilità, sicurezza alimentare e benefi ci nutrizionali delle carni avicole europee

Questa iniziativa vede riunite le 5 organizzazioni nazionali di rappresentanza delle fi liere delle carni avicole di Italia, Francia, Germania, Polonia e Paesi Bassi e la loro associazione europea AVEC, con sede in Belgio, nell’ambito di un programma di 2 anni, sostenuto dalla Commissione europea (photo © voloshin311).

Lanciata con il claim “Le nostre carni bianche. Pollo e tacchino di alta qualità, dai nostri territori con le garanzie dell’Europa”, la nuova campagna di comunicazione e

promozione delle carni bianche

dell’Unione Europea, giunta al suo secondo anno di vita, si pone l’obiettivo di rafforzare la fi ducia dei consumatori sulla qualità delle stesse, concentrandosi sull’importanza dei loro elevati standard di produzione, tra i più rigorosi al mondo, che sono garanzia di benessere animale, sostenibilità e sicurezza alimentare. Una campagna che, in continuità con il primo anno, si caratterizza per il suo carattere social: tra le attività previste per il 2021 sono infatti in programma azioni di coinvolgimento e collaborazione con food infl uencer italiani, partecipazione ad eventi B2B e B2C, la partnership con l’ambassador della campagna Sonia Peronaci, fondatrice di Giallozafferano.it e autrice di molti libri di cucina, oltre che la veicolazione di contenuti ed informazioni tramite il sito dedicato eu-poultry.eu e sui canali social (FB e Twitter).

Questa iniziativa vede riunite le cinque organizzazioni nazionali di rappresentanza delle fi liere delle carni avicole di Italia, Francia, Germania, Polonia e Olanda e la loro associazione europea AVEC, con

Durante l’emergenza Covid i cittadini europei sono diventati ancor più consapevoli del ruolo essenziale svolto da agricoltura e industria agroalimentare. Nonostante le numerose sfi de logistiche, il settore avicolo europeo ha dimostrato la propria capacità di resistere alla crisi, garantendo costantemente la fornitura di carni bianche a tutti i cittadini dell’UE e operando nel rispetto delle norme di sicurezza, a garanzia di lavoratori e consumatori (photo © Yaroslav Astakhov). sede in Belgio. L’Italia è presente attraverso UNAItalia, l’associazione di categoria che rappresenta oltre il 90% della fi liera avicunicola nazionale, un comparto totalmente made in Italy e altamente strategico per l’industria agroalimentare italiana.

Le carni avicole nel mercato italiano: numeri e tendenze

Il Covid non ha fermato l’ascesa delle carni bianche nel nostro Paese. Per il presidente di UNAItalia, ANTONIO FORLINI, «Il settore delle carni avicole italiane nell’anno del Covid ha mostrato la sua forte resilienza confermandosi al quinto posto tra i produttori UE, con una produzione in crescita dell’1,8%, in controtendenza alla media europea (–0,1%). E, secondo le stime della Commissione UE, l’Italia nel 2021 sarà l’unico fra i primi cinque Paesi produttori UE a segno più (+0,1%), con una produzione sulle 1,39 milioni di tonnellate, in linea con l’anno precedente.

Il settore ha tenuto meglio degli altri grazie ad una fi liera nazionale

caratterizzata da forte integrazione verticale e autosuffi cienza

(107,5%), che ha permesso di adeguare in tempo reale la produzione alla domanda».

Col 35% delle quote di mercato a volume, le carni avicole rimangono quindi le più acquistate dagli Italiani, seguite dalle carni bovine (33%) e dalle suine (21%). Crescono anche gli acquisti domestici (+10% a valore e +7,7% a volume sul 2019) e i consumi pro capite arrivati a 21,5 kg (+1,93%). Il trend della spesa in aumento è confermato anche nel primo trimestre 2021: +1% sullo stesso periodo dell’anno precedente (dati: ISMEA). Merito della parziale conversione dei consumi fuori casa in consumi domestici, combinata al valore aggiunto dei prodotti. L’avicolo è infatti il set-

tore zootecnico che più di tutti ha sviluppato la linea degli elaborati

e dei confezionati, riuscendo nel 2020 quanto nel 2021 a dar maggior durabilità e fl essibilità a una buona parte della produzione.

Il fatturato 2020 del settore nazionale delle carni avicole e uova si è attestato a circa 5.700 milioni di euro

Dati chiave sulle carni avicole nell’UE

• Consumo pro capite 2019 25,2 kg (+23% dal 2020) • Volume di produzione 15,8 milioni di tonnellate (2019) UE (peso macellato) • Unione Europea Terzo produttore di carni avicole nel mondo dopo USA e Cina • Produzione carne pollo 13 milioni di tonnellate (82%) • Produzione carne tacchino 2,1 milioni di tonnellate (13%) • Produzione carne anatra 550.000 t (3,5%) • Volume export 2019 1,7 milioni di tonnellate (peso del prodotto)

• Principali mercati export Asia Orientale, Extra-UE, Africa • Dipendenti diretti > 370.000 • Imprese famigliari 25.000

UNAItalia, la voce della fi liera avicola italiana

Rappresentare, tutelare e promuovere le fi liere agroalimentari italiane delle carni e delle uova: è questa la mission di UNAItalia, l’associazione di categoria che rappresenta oltre il 90% dell’intera fi liera avicola italiana e una fetta molto cospicua di quella suinicola, cunicola e delle uova. L’associazione è nata a luglio del 2012 raccogliendo l’eredità sessantennale delle due precedenti realtà di rappresentanza dell’avicoltura italiana con l’obiettivo di unire le forze per fare sistema e raff orzare la rappresentanza istituzionale di un comparto altamente strategico dell’industria agroalimentare italiana. UNAItalia promuove con forza un modello di sviluppo nel quale le diverse componenti della fi liera sono integrate in un’ottica di sostenibilità ambientale, sicurezza e benessere animale, trasparenza verso i consumatori. Questo modello garantisce tutela e pari dignità a tutti i componenti della fi liera — dall’allevamento alla trasformazione — e costituisce un valore aggiunto irrinunciabile per accrescere forza e coesione del comparto.

Aderiscono a UNAItalia le imprese che esercitano la propria attività nei settori della zootecnia nazionale e delle fi liere agroalimentari delle carni e delle uova. In Europa, aderisce ad AVEC (Associazione europea dei produttori avicoli), ELPHA (Associazione dei riproduttori ed incubatoi), EFPRA (Associazione europea sottoprodotti di origine animale), ERPA (Associazione europea produzione rurale e biologica) e partecipa ai lavori del COPACOGECA per i settori avicolo e suino. UNAItalia è membro attivo dell’International Poultry Council (IPC) e dell’International Egg Commission (IEC), le associazioni che rappresentano rispettivamente l’industria mondiale dei produttori di pollame e di uova. Dal 2016 UNAItalia aderisce al progetto “Carni Sostenibili”, la piattaforma che la vede collaborare con le altre associazioni di rappresentanza del settore zootecnico (ASS.I.CA. ed ASSOCARNI), con un approccio formativo e informativo che vuole contribuire al dibattito su produzione e consumo di carne, attraverso un’informazione equilibrata su salute, alimentazione e sostenibilità. UNAItalia lavora a stretto contatto con le imprese associate e con tutti gli attori della fi liera: viene coadiuvata nelle diverse aree di competenza dai referenti delle aziende che, all’interno di specifi ci comitati e gruppi di lavoro, affi ancano la struttura operativa nell’approccio alle diverse problematiche, individuando insieme soluzioni.

>> Link: www.unaitalia.com

(+3,8% sul 2019), a conferma del ruolo di primissimo piano rivestito dalla fi liera avicola italiana nell’agroalimentare nazionale. Le carni bianche sono infatti un prodotto frutto di una fi liera integrata 100% made in Italy e di un settore estremamente dinamico e innovativo.

Le carni bianche europee: i punti chiave

La richiesta di carni bianche, una fonte di proteine che ha costi accessibili a tutti, è in crescita in tutto il mondo e le produzioni europee godono di ottima reputazione sui mercati. Tra tutte le carni bianche,

quella di pollo rappresenta la quota

maggiore della produzione UE, seguono a grande distanza la carne di tacchino e la carne di anatra.

Ma cosa rende così apprezzato questo prodotto in Europa e nel mondo? Tre sono gli asset su cui si basa questo successo: 1. un’attenta politica in tema di

salute e benessere degli animali

da parte degli attori italiani ed europei, impegnati nel mantenimento e nello sviluppo di elevati standard di benessere e di allevamento e produzione; 2. alti livelli di sicurezza e di qualità degli alimenti garantiti da rigorosi controlli e anche da una continua innovazione scientifi ca e tecnologica del settore; 3. una produzione sempre più sostenibile, volta a conciliare tutti i pilastri della politica ambientale, economica e sociale.

Standard di qualità

Negli ultimi dieci anni, il consumo dell’UE è aumentato del 23%, raggiungendo attualmente i 25,3 kg pro capite all’anno. E gli esperti prevedono un ulteriore leggero aumento nel prossimo decennio, anche della domanda mondiale. La domanda interna ed esterna è destinata pertanto ad un ulteriore aumento della produzione nell’UE negli anni a venire.

Un player globale

Il settore avicolo europeo è preparato sia a far fronte alla domanda crescente che a garantire gli elevati

La fi liera italiana delle carni avicole in cifre

• 5.700 mln euro ⇒ Fatturato settore nazionale carni avicole • 6.405 ⇒ Allevamenti professionali in Italia in funzione e con un numero di capi superiore a 250 • 64.000 ⇒ Addetti registrati nel 2020, di cui 38.500 allevatori e 25.500 addetti alla trasformazione. • Oltre 170 ⇒ Macelli attivi • Oltre 450 ⇒ Laboratori di sezionamento • 630 mln ⇒ Capi immessi in allevamento (tot. gen. avicoli) • 1.400.000 t ⇒ Carni avicole prodotte nel 2020 • 20,45 kg ⇒ Consumo pro capite carni avicole • 25-30% ⇒ Percentuale prodotto del comparto avicolo destinato all’HO.RE.CA. • 60% ⇒ Percentuale prodotto del comparto avicolo acquistato dai consumatori attraverso GDO e dettaglio tradizionale (pollerie e macellerie) • +9,6% ⇒ Aumento percentuale nel 2020 della spesa delle famiglie di carni avicole fresche grazie alla crescita dei volumi (+7,8%) associata a un lieve incremento dei prezzi • 5,5 milioni di euro ⇒ Fatturato del settore • 184.300 t ⇒ Export • 93.800 t ⇒ Import • 64.000 ⇒ Occupati nel settore • 38.500 ⇒ Allevatori • 25.500 ⇒ Addetti alla trasformazione • –87% ⇒ Riduzione uso antibiotici 2011-2019 (pollo) • 107,3% ⇒ Carni avicole consumate in Italia e prodotte dalla fi liera italiana • 6° posto ⇒ Italia tra i Paesi UE produttori di carni avicole dopo Polonia, Francia, UK, Germania e Spagna

requisiti in materia di sicurezza alimentare, benessere degli anima-

li e protezione dell’ambiente. Le autorità dell’UE e le associazioni europee e nazionali del settore lavorano fi anco a fi anco per garantire che questi standard siano uniformi ed elevati in tutta la fi liera di produzione. Qualunque sia il Paese di provenienza, i consumatori possono sempre essere certi di acquistare carne sicura e di alta qualità, prodotta secondo gli elevati standard europei.

Il settore avicolo europeo ha un ruolo rilevante sulla scena mondiale. Con un volume di pro-

duzione di 15,8 milioni di tonnel-

late1 nel 2019 (peso macellato), l’UE è il terzo2 produttore di carne avicola al mondo, dopo Stati Uniti e Cina. La stragrande maggioranza della produzione dell’UE è destinata al mercato europeo.

Grazie alle forti catene di autoapprovvigionamento comunitario, l’UE è autosuffi ciente e può coprire

la propria domanda di carni avicole interne senza dipendere dalle

importazioni dai Paesi Terzi. Circa

1,7 milioni di tonnellate di produzione di pollame nell’UE (peso del prodotto) vengono esportate ogni

anno, principalmente nel Sud-Est asiatico, in altri Paesi extra-UE e in Africa. La carne di pollo rappresen-

ta la quota maggiore(83%) della

produzione avicola nell’UE, con 13 milioni di tonnellate. Seguono a grande distanza la carne di tacchino (2,1 milioni di tonnellate, –13%) e quella di anatra (550.000 tonnellate –4%).

Il settore avicolo europeo svolge un ruolo importante anche come comparto economico trainante a livello occupazionale. Sono più di

370.000 le persone che lavorano direttamente nei diversi anelli

della fi liera, dall’allevamento alla trasformazione, la maggior parte di loro in una delle 25.000 aziende familiari del settore. Inoltre, il settore genera un vasto indotto, grazie al quale è possibile soddisfare la domanda di beni e servizi degli allevamenti avicoli e delle imprese di trasformazione: sono le imprese mangimistiche, spesso integrate con la fase di trasformazione, gli allevamenti di moltiplicazione, gli incubatoi, i laboratori di ricerca e analisi.

AVEC, la voce del settore avicolo europeo

Le istituzioni dell’UE non sono gli unici organismi a stabilire standard di qualità e di sicurezza per le carni avicole. Anche il settore stesso è ben organizzato al suo interno. A livello europeo, è AVEC (European

Association of Poultry Processors

Le carni bianche, oltre ad essere molto gustose, sono un elemento importante all’interno di una dieta equilibrata. La certezza di acquistare carni bianche di qualità e prodotte con attenzione al benessere animale, in modo sicuro ma anche sostenibile, arriva dall’origine europea, in quanto gli standard defi niti dall’UE in questo settore sono tra i più rigorosi al mondo (photo © Anton Dios – stock.adobe.com).

and Poultry Trade) l’associazione che riunisce saldamente i fi li di tutte le organizzazioni nazionali di rappresentanza del comparto. Con sede a Bruxelles, AVEC rappresenta circa il 95% dei produttori di carni avicole in Europa ed è in costante contatto con tutte le organizzazioni e le istituzioni e autorità europee e internazionali. Le organizzazioni associate ad AVEC sono impegnate ad assicurare il continuo miglioramento degli standard di produzione. I loro esperti si riuniscono in gruppi di lavoro, di cui i seguenti quattro sono tra i più importanti: 1. il gruppo di lavoro sulla salute

e il benessere degli animali

è attivamente impegnato nel mantenimento e nello sviluppo di elevati standard di benessere degli animali. Ciò include lo scambio continuo di strategie per ridurre l’uso di antibiotici; 2. il gruppo di lavoro per la sicu-

rezza e qualità degli alimenti

difende e migliora gli standard di sicurezza alimentare attraverso l’innovazione scientifi ca e tecnologica; 3. il gruppo di lavoro sulla produzione sostenibile lavora per conciliare tutti i pilastri della politica ambientale, economica e sociale. Concretamente, ciò signifi ca, ad esempio, affrontare le sfi de poste dai cambiamenti climatici, garantendo al contempo l’effi cienza delle produzioni; 4. attraverso il gruppo di lavoro

sul settore avicolo e il commer-

cio dell’UE, AVEC sostiene gli accordi commerciali multilaterali dell’OMC. In questo modo garantisce condizioni eque di concorrenza con i Paesi Terzi.

Una delle sfi de attuali è quella di negoziare un accordo post-

Brexit col Regno Unito, poiché mantenere aperto il mercato è fondamentale per il settore.

La produzione

In Europa, l’Italia è al sesto posto fra i Paesi produttori di carni avicole dopo Polonia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Pollo e tacchino sono anche le carni preferite dal 54% degli Italiani, che le scelgono come principale fonte di proteine nella propria dieta (dati: IPSOS 2018). Nel 2019 la produzione di carni avicole in Italia ha fatto registrare un lieve aumento nell’offerta ed è stata pari a 1.323.900 tonnellate. Il leggero aumento ha riguardato la produzione di carne di pollo (948.000 t, +1,5%)mentre è rimasta invariata la produzione di carne di tacchino (301.000 t); insieme le due produzioni rappresentano la quasi totalità (94%) della produzione avicola nazionale. Le altre specie hanno registrato un calo produttivo (–5,6%). I consumi 2019, tenuto conto del saldo fra export (184.300 t) e import (93.800), si sono attestati a 1.233.400 t (1.232.300 nel 2018), pari a un consumo pro capite di 20,45 kg: +0,2% rispetto ai 20,40 kg registrati nel 2018.

Continua il trend in aumento dei prodotti ad alto valore aggiunto (preparati crudi e cotti e impanati) riscontrato in passato. Nota positiva, l’aumento del 4,2% dell’export, un trend che il settore auspica di poter confermare, conquistando quote di export più rilevanti attraverso sbocchi in nuovi mercati esteri.

I nuovi consumi

Gli Italiani scelgono le carni bianche sia per il gusto sia perché il settore ha innovato continuamente l’offerta, con tantissimi prodotti ad elevato valore aggiunto. Nuove preparazioni che raccolgono il 68% dei consensi per un’offerta così dinamica, utile a variare il menù quotidiano con un occhio al tempo a disposizione per la cucina (fonte: ricerca IPSOS “I nuovi trend di consumo e le risposte del settore avicolo, tra tradizione e scenari futuri”, 2018).

L’indagine IPSOS conferma che gli Italiani si fi dano dei produttori avicoli nazionali: il 70% ha dichiarato di avere una positiva opinione del settore e il 51% promuove l’impegno dell’avicoltura italiana per la sostenibilità. I consumi 2019, tenuto conto del saldo fra export (184.300 tonnellate) e import (93.800), si sono attestati a 1.233.400 t (1.232.300 nel 2018), pari a un consumo pro capite di 20,45 kg: +0,2% rispetto ai 20,40 kg registrati nel 2018.

Riguardo ai consumi per tipologie di carni avicole, rimane tendenzialmente invariata rispetto al 2018 la proporzione tra la quota di carni di pollo e delle altre specie (78,4%) e quella di tacchino (20,6%). Per le carni avicole fresche gli acquisti, su base annua, risultano solo in lieve contrazione (–1%), ma la spesa è superiore dello 0,6%. Bene gli elaborati e i prodotti a valore aggiunto.

La sostanziale stabilità complessiva dei consumi rifl ette l’adeguamento dell’offerta alla domanda interna e alle mutate abitudini di consumo. Il positivo andamento dei consumi di prodotti a maggiore valore aggiunto conferma la piena aderenza delle carni avicole ai nuovi trend alimentari del consumatore italiano.

Nell’offerta, quindi, si fanno rapidamente largo le proposte ad alto contenuto di servizio, capaci di garantire qualità e praticità, nonché aggiungere interessanti novità in termini di ricettazione. Merito di una fi liera totalmente integrata che esprime un sistema produttivo in grado di garantire il controllo.

L’unico settore autosuffi ciente della zootecnia italiana

In Italia viene prodotto il 104,8% delle carni di pollo consumate nel Paese e ben il 118,3% delle carni di tacchino. Le previsioni più aggiornate indicavano per il 2020 una ulteriore ripresa dei livelli produttivi, con un +1,7%.

Bisogna tener conto, tuttavia, della situazione causata dal Covid, che non permette di fare previsioni a lungo termine. Campagna EU POULTRY it.eu-poultry.eu

Note

1. Le seguenti cifre sono preliminari (fonte: MEG secondo

Commissione europea, OCSE, dati nazionali, FAO ed EURO-

STAT). 2. Dopo la “Brexit”, l’UE dovrebbe classifi carsi al quarto posto.

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