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Belgio, carne sempre la preferita Roberto Villa
Quentin e Jos Claeys, Belgian Pork Group, Joris Coenen, VLAM vzw, Michael Gore, FEBEV, e Olivier Van Bogaert. «Siamo molto orgogliosi di essere entrati a far parte del Belgian Pork Group» ha dichiarato Olivier Van Bogaert. «All’inizio non è stato semplice ma ad oggi posso aff ermare con certezza che sia stata la scelta giusta».
questioni inerenti il benessere degli animali, la sicurezza alimentare... Negli ultimi cinque anni, in particolare, i requisiti dell’animal welfare sono notevolmente aumentati anche per far fronte all’atteggiamento di alcune associazioni ambientaliste che cercano di attirare l’attenzione dei mezzi di comunicazione con un unico obiettivo: portare scompiglio nel settore, traumatizzare l’opinione pubblica e ottenere fondi per le loro attività. Le imprese del settore stanno facendo notevoli sforzi per venire incontro alla crescente richiesta dei cittadini di inserire il benessere degli animali come condizione di base per il loro allevamento. Tuttavia, se la preoccupazione per un maggior benessere degli animali è legittima, deve essere inserita in un contesto di ragionevolezza e equilibrio. Anche in quest’ambito, come associazione noi continuiamo a batterci per una comunicazione corretta e trasparente».
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Tra le tante sfi de da affrontare oggi c’è anche quella del mercato della cosiddetta fake meat e dei sostituti della carne. «I gruppi che commercializzano sostituti della carne utilizzano, appena possono, i nomi dei nostri prodotti perché ciò li rende più appetibili da un punto di vista commerciale. Possono, quindi, far credere ai consumatori che i loro prodotti siano una valida alternativa alla carne e ai prodotti a base di carne. Eppure in molti casi risulta vero il contrario ed ecco perché, a mio parere, il settore necessita di maggiori tutele dal punto di vista legislativo».
E ancora, la questione PSA, una Spada di Damocle che pesa sulla produzione e sul commercio europeo del settore della carne suina. «Nel 2018–2019, il Belgio ha vinto la battaglia contro la Peste Suina Africana. Come? Grazie alla cooperazione tra le nostre aziende, il Belgian Meat Offi ce, la Regione Vallonia, la FASFC e i ministri competenti, i quali, resisi conto della gravità della situazione, hanno agito con celerità. È innegabile che l’attuale situazione in Germania faccia passare in secondo piano gli sforzi fatti dal Belgio. Abbiamo quindi chiesto a tutte le organizzazioni e alle autorità coinvolte di mantenere alta l’attenzione per evitare che il settore non affondi in una crisi ancora più profonda».
“C’est le ton qui fait la musique” recita un proverbio francese: spesso infatti è il modo in cui si dicono certe cose a far passare un messaggio in un certo modo o a caricarlo o meno di altri signifi cati oltre a quello principale. «Anche se la musica è innegabilmente cambiata — conclude Michael Gore — possiamo e dobbiamo dimostrare di operare in un settore in divenire che vuole dar prova concretamente del fatto che la sostenibilità di cui tanto si parla non è un concetto privo di signifi cato. Ecco perché è estremamente importante tenere le orecchie bene aperte e ascoltare con attenzione ciò che accade nella società e comunicare nella maniera corretta le nostre istanze».
Gaia Borghi
Nota
1. Il Belgian Meat Offi ce, costituito nel 2003 nell’ambito del Centro fi ammingo per il mercato della pesca e dell’agricoltura (VLAM), ha come obiettivo quello di supportare i fornitori belgi nelle loro attività di export, coordinandone le attività di promozione e sostenendone comunicazione. Info: