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Libri Sacred Cow, perché la carne allevata bene fa bene, a te e al Pianeta

era di 26 sterline e 5 scellini (oltre 4.400 euro) fi no al 1849, quando fu ridotta a 10 sterline e 10 scellini (oltre 1.760 euro), divisa in due rate annuali).

Fine della “Sublime”

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Come è chiaro dai paragrafi precedenti, la vita della società era fondata sulla goliardia e sui continui scherzi, basati sulla conoscenza reciproca dei rispettivi punti deboli e difetti, ma sempre evitando la mancanza di rispetto e, soprattutto, evitando il crimine peggiore, ossia quello di perdere la calma e offendersi per gli scherzi. Tra queste persone c’era una perfetta cordialità, cementata in anni di frequentazioni, l’epiteto di “fratello” era del tutto appropriato e i legami restarono intatti anche dopo la fi ne della società.

Questo delicato equilibrio però si ruppe quando cominciarono a mancare persone con le doti adatte per far parte della società. Nel 1839 il Duca di Sussex si ritirò dalla Sublime, anche se tra i suoi ranghi continuavano ad esserci membri del Governo, politici, eminenti esponenti delle professioni e del commercio e persone note per il loro spirito e le loro qualità sociali. La morte nel 1858 del tesoriere e segretario della società, HENRY FREDERICK STEPHENSON, membro dal 1813, diede un colpo fatale al sodalizio.

Stephenson era il legame tra i vecchi e i nuovi iscritti. Dopo di lui le usanze decaddero, a partire dalla divisa, ai compiti del boots che vennero assunti dal serjeant, gli ospiti cominciarono a non rispettare i soci. I pranzi furono spostati al sabato, con la concorrenza dei treni che portavano gli ospiti alle loro case di campagna, o ai ricevimenti di Lady Palmerston, moglie del Primo Ministro. Il tentativo di spostare le sessioni al venerdì non sortì risultati. Perfi no il porto fu abbandonato, sostituito dallo Sherry.

Il macellaio, fornitore per anni di tre tagli di costato di bovino a settimana, si trovò ad avere richieste molto meno abbondanti e rinunciò.

Nei primi tempi della società la cottura iniziava alle due per terminare alle tre e trenta. Nel 1808 l’inizio era alle quattro, nel 1833 si spostò dalle cinque alle sei, nel 1861 dalle sei alle sette, ma le sette erano troppo presto per consentire una passeggiata al parco nel pomeriggio, così nel 1866 ci si spostò alle otto. In questo modo però i vecchi membri che volevano fi nire la serata al The Little Theatre in the Haymarket o al Drury Lane, al Covent Garden, al Lyceum o all’Adelphi erano tagliati fuori dalla loro consueta sala, mentre l’innovazione non portò alcun vantaggio. La sala rimase spesso vuota con un solo partecipante: nel 1867 la società si sciolse, tra i suoi membri alcuni erano soci da quasi cinquant’anni.

Canzoni e brindisi

Il libro di Arnold dedica oltre cento pagine, in coda al racconto, a riportare i testi di ventotto canzoni, scritte dai soci e cantate in occasione delle riunioni. La canzone più popolare nella società era The Song of the Day, scritta dal “fratello” THEODOSIUS FORREST, che, scherzosamente, raccontava che la dea Fama trascurava gli eroi, gli stati e i re per volare a incoronare le bistecche britanniche, il cibo giusto per i fi gli della libertà, alle quali attribuiva la felicità e la libertà dei britannici: “A Joyful Theme for Britons Free / Happy in Beef and Liberty” (“un tema gioioso per i liberi britannici / felici con carne bovina e libertà”), mentre ai popoli che vivevano sotto la tirannia erano negati carne bovina grassa e libertà.

Era poi citato “The Usual Toast” (“il solito brindisi”) che consisteva nella frase di Orazio incisa sul caminetto. Tra i testi era riportata una poesia in onore di un cuoco defunto, EDWARD HEARDSON, che aveva espresso l’ultimo desiderio di essere portato nella sede della Società e di morire lì.

The Jubilee Song, scritta il 25 febbraio 1786, in occasione del cinquantesimo anniversario della Società dal “fratello” CHARLES MORRIS, legava la conservazione dello spirito di libertà britannico al consumo di carne bovina e rievocava i bovini oggetto di venerazione, dal toro di Mitra per i Persiani, al toro Api egiziano, al vitello di Baal per i Fenici, al bue per i Greci, di mostrando che la carne bovina è cibo divino, che aveva nutrito e creato gli eroi come Alessandro Magno. Infi ne la canzone paragonava l’isola della Gran Bretagna ad una bistecca, circondata dal mare come la bistecca dal sugo e da scogliere rocciose come lo scalogno sulla bistecca.

Tra le altre canzoni, “Steak Song”, “Beef and Liberty” e altre contenenti motti di spirito e giochi di parole come “Sir Loin of Beef”, in cui il taglio sirloin, la lombata, era nobilitato separandone il nome in due e attribuendogli quindi un titolo d’onore.

In coda al libro di Arnold era riportato un inventario dei beni della società, consistente in ritratti, foto, cancelleria, posate, stoviglie, ma anche il cappello del presidente, la mitra del vescovo, un busto in marmo di John Wilkes, un paio di alabarde.

Dal 1966 un’altra “Sublime Società della Bistecca” è attiva a Londra, dapprima all’Irish Club, in Eaton Square, poi presso il Beefsteak Club di Irving Street. Oggi le sessioni si tengono al Boisdale Club and Restaurant a Belgravia/Victoria e, annualmente, al White’s Club in St James. La Società adotta norme e abitudini dell’antico sodalizio e ne conserva molte reliquie, tra l’altro la sedia del presidente, in stile gotico, è stata donata dalla Regina Elisabetta nel 1969. Tra i suoi membri ci sono discendenti dei soci originali dell’Ottocento.

Altri “Beefsteak Clubs”

Un altro Beefsteak Club fu fondato a Dublino nel 1748 da THOMAS SHERIDAN, nel Dublin Theatre, ed era presieduto da PEG WOFFINGTON, unico membro femminile. Altri club per artisti del palcoscenico e politici e diversi altri nacquero a Londra e in altre città. Il Liberty Beef Steak Club, che si riuniva a Londra alla Appleby’s Tavern in Parliament Street, nacque per mostrare solidarietà a John Wilkes dopo il suo esilio. JOHN TIMBS scrisse nel 1872 di un Beef-Steak Club che si riuniva a Londra alla Bell Tavern, in Church Row, a Houndsditch, mentre un altro si riuniva al Drury Lane Theatre, sempre a Londra,

e anche a Cambridge esisteva un Beef-Steak Club.

Nel 1780 SAMUEL JOHNSON aderì all’Ivy Lane Club a Londra, nella via omonima, che non è chiaro se fosse un Beef-Steak Club, ma comunque si riuniva in una bisteccheria.

Molti club usarono la griglia come simbolo e alcuni la usarono anche nel nome, come il Gridiron Club di Washington, D.C., negli Stati Uniti, tuttora attivo. Anche a Oxford esiste un Gridiron Club (detto “The Grid”) fondato nel 1884 e tuttora attivo. Il simbolo del club è una griglia, che appare sulle cravatte del club, su fondo blu Oxford (scuro) e sull’insegna della sede del club. Tra gli ex-membri illustri del club di Oxford ci sono lo scrittore JOHN LE CARRÉ e l’ex-primo ministro DAVID CAMERON, presidente del club nel 1987–1988. Nel 1876 è stato fondato a Londra un Beefsteak Club, che divenne un irrinunciabile appuntamento per il dopo teatro per gli appassionati seguaci del teatro anticonformista. Tra i membri del Club, che tuttora si riunisce in Irving Street, 9, gli scrittori BRAM STOKER ed EVELYN WAUGH, il regista RICHARD ATTENBOROUGH, il compositore EDWARD ELGAR il primo ministro HAROLD

MACMILLAN e ROBERT BADEN-POWELL, fondatore degli scout.

Andrea Gaddini

Bibliografi a

ARNOLD WALTER (1871), The life and death of the Sublime society of beef steaks. Bradbury, Evans, London. GADDINI ANDREA (2013), La Sublime società della bistecca. Taurus, 3: 30-32. KING WILLIAM (1708), The art of cookery: in imitation of Horace’s

Art of poetry, printed for Bernard

Lintott, London.

Siti visitati

The Sublime Society of Beef Steaks, www. sublimesocietyofbeefsteaks.com Wikipedia, Beefsteak Club, en.wikipedia.org/wiki/Beefsteak_Club Wikipedia, The Gridiron Club (Oxford University), en.wikipedia. org/wiki/The_Gridiron_Club_ (Oxford_University).

La soluzione per una carne migliore e sostenibile

Sacred Cow, perché la carne allevata bene fa bene, a te e al Pianeta

Che si tratti della nostra salute o di quella del pianeta, oggi è prassi comune attribuire tutte le colpe al consumo di carne. I più diffusi luoghi comuni sono infatti che la carne rossa provoca neoplasie, obesità e cardiopatie; ne mangiamo troppa e la sua produzione non è sostenibile; i prodotti di origine animale non sono indispensabili per la nostra salute; l’allevamento danneggia l’ambiente; mangiare animali non è etico.

Interessi delle multinazionali, ricerche scientifiche viziate, articoli per ottenere facili clic e celebrità vegane poco informate hanno alterato la perce zione di cosa dovrebbe essere un sistema equilibrato: il mantra la carne fa male infl uenza i corsi universitari, le linee guida per l’alimentazione, i menu delle mense e i fondi assegnati alla ricerca.

Col progredire della globalizzazione, il mondo intero sta abbracciando una dieta di tipo occidentale basata su cibi industriali e ultraprocessati, senza rendersi conto che così devasta interi ecosistemi e la salute stessa delle persone.

Partendo dal nobile principio della minor sofferenza, a volte si fi nisce per risolvere questo dilemma etico, ambientale e nutrizionale rinunciando alla carne una volta per tutte.

Ci viene detto infatti che la soluzione è ridurre o eliminare la carne, rossa in particolare. Ma la scienza non è d’accordo: limitarsi all’agricoltura intensiva è tutt’altro che la soluzione perfetta.

La soluzione non è infatti eliminare la carne, ma cambiare il tipo

di allevamento.

In Sacred Cow, la nutrizionista DIANA RODGERS e l’autore bestseller del NEW YORK TIMES ROBB WOLF esplorano i problemi dell’allevamento e del consumo della carne, evidenziando le falle del nostro sistema alimentare e delle “so luzioni” fi nora proposte, concentrandosi sul gruppo più grande e criticato di tutti: i bovini.

La loro risposta poggia su solide basi scientifi che: la carne e i grassi di origine animale sono essenziali per il nostro corpo; senza animali non può esistere un sistema alimentare sostenibile; una dieta vegana distrugge potenzialmente più vita

DIANA RODGERS, ROBB WOLF

Sacred Cow Perché la carne allevata bene fa bene, a te e al pianeta

Traduzione di Antonio Cesto 308 pp. – € 25,00 978-88-3367

e biodiversità rispetto a un allevamento sostenibile.

L’allevamento rigenerativo è uno dei migliori strumenti in nostro possesso per mitigare il cambiamento climatico, questa è la vera soluzione!

Questo libro fa per te se…

• Se sei un onnivoro preoccupato dall’impatto ambientale delle tue scelte alimentari. • Se sei un vegetariano o un vegano, ma stai prendendo in considera zione l’idea di ricominciare a mangiare carne, come è successo a Robb. • Se ritieni già che il bestiame da allevamento possa fare parte di un si stema alimentare rigenerativo, ma sei preoccupato che la carne rossa potrebbe ucciderti, questo libro fa per te. • Se sei aperto alla scienza.

Diana Rodgers è una nutrizionista real food che vive e lavora in una fattoria biologica. Oltre alla pratica clinica, si occupa di diff ondere a livello internazionale la sua idea di sostenibilità ambientale unita ad una dieta ottimale per l’uomo. Fa parte della Animal Welfare Approved del Savory Institute e di Whole30. Produce il podcast Sustainable Dish e ha diretto e prodotto il fi lm Sacred Cow: The Case for Better Meat. È attiva on-line sui social media (@sustainabledish) e sui suoi due siti, Sustainabledish.com e Sacredcow.info.

Robb Wolf, già ricercatore biochimico, è il due volte autore bestseller per il NEW YORK TIMES e il WALL STREET JOURNAL con “La Paleo Dieta” e “La Paleo dieta su misura”. Ha fatto da revisore per il Journal of Nutrition and Metabolism (Biomed Central) ed è consulente per il Programma di Resilien za del Naval Special Warfare Command. Fa parte del consiglio direttivo della Spe cialty Health Inc., della Uncon quered Life della Chickasaw Nation in Oklahoma e di una serie di altre start-up che si occupano di salute e so stenibilità.

Allevati nel modo corretto, i bovini sono gli eroi imprevisti di questo libro: grazie a loro possiamo aumentare la biodiversità, migliorare la salute del suolo, incrementare la capacità di assorbimento dell’acqua da parte dei terreni, ottenere proteine dense di nutrienti e di alta qualità, preservando al contempo le comunità agricole.

Questa traduzione italiana dove necessario ha confrontato i dati relativi agli Stati Uniti, riportati nel libro, con le statistiche note in Italia e in Europa. Troverete anche una guida pratica per supportare fattorie sostenibili e una sfi da di 30 giorni per convertirvi ad una dieta sana e consapevole.

Nel nostro mondo sempre più radicalizzato, dove tutto è bianco o nero, questo libro si propone di introdurre qualche sfumatura indispensabile. Con rigore scientifi co, empatia e intelligenza, Rodgers e Wolf dimo strano inequivocabilmente che la carne (ottenuta nel modo giusto) non può mancare a tavola.

IDEALE PER LE TUE PREPARAZIONI DI I DEALE PER LE T U E PREPARAZI O NI DI

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